Non sarebbe bello liberarci definitivamente delle crisi economiche? In un precedente articolo ho dimostrato che gli sprechi nel boom e i costi durante il bust sono brutali anche se si fa ricorso alle migliori linee di politica disponibili. Oggi descriverò il motivo del ciclo boom/bust e come eliminare definitivamente la fase di crisi nel ciclo.
La maggior parte delle persone pensa che il ciclo economico, che necessariamente finisce con una crisi, sia inerente al capitalismo. Karl Marx pensava che avremmo avuto crisi sempre più forti e che avrebbero contribuito a realizzare il suo comunismo; John Maynard Keynes credeva che il ciclo economico fosse un problema psicologico che coinvolgeva gli "spiriti animali"!
Le vere "crisi economiche" si sono verificate solo negli ultimi quattro secoli. La maggior parte delle crisi nei quattromila anni precedenti sono state causate da cose come guerre, invasioni, schiavitù, malattie e cambiamenti climatici. Queste crisi hanno avuto conseguenze economiche significative, ma non provenivano dall'interno dell'economia e non erano cicliche; erano riconducibili a eventi singoli, o condizioni strutturali a lungo termine.
Affinché si verifichi una crisi economica, devono già esserci commercio, denaro e integrazione economica affinché possano scatenarsi gli effetti di un innesco. Quindi Marx aveva ragione a metà, perché ci deve essere un'interazione di molti individui anche solo per pensare in termini macroeconomici, figuriamoci per sperimentare e scatenare crisi economiche.
Marx aveva torto nel pensare che il problema fosse intrinseco al capitalismo. Quello che gli mancava era l'ingrediente chiave del capitalismo: il denaro. Quest'ultimo, e persino le monete, esistono da almeno alcune migliaia di anni, tuttavia il furto spagnolo di oro e argento dal Nuovo Mondo monetizzò rapidamente le economie europee durante un periodo storico di libertà emergente.
Nonostante le crescenti libertà e il riconoscimento dei diritti di proprietà in alcuni luoghi, durante suddetto periodo l'Europa stava anche sperimentando l'ascesa dello stato, il colonialismo, le guerre in tutto il continente e gli enormi debiti e tasse a livello statale. Tutto ciò alimentò manipolazioni monetarie da parte dello stato per finanziare le proprie guerre. Le conseguenti inflazioni e svalutazioni monetarie furono l'inizio del problema del ciclo boom/bust, compresa la bolla dei tulipani in Olanda e le prime bolle economiche.
È il denaro l'elemento che conta davvero
La chiave per capire la fase di crisi nel ciclo è il denaro, il nostro mezzo di scambio. La manipolazione del denaro è il fatto saliente di ogni ciclo economico. Gli storici possono rimuginare su speculazioni, spiriti animali, manie e depressioni, ma dietro a tutto c'è la manipolazione monetaria per scopi politici. La manipolazione del denaro e del credito esiste ormai da così tanto tempo che la valuta scoperta, i depositi a vista scoperti e la microgestione del denaro e dei tassi d'interesse da parte dello stato sembrano normali piuttosto che artificiali.
Nel suo status naturale, il denaro è una merce altamente commerciabile e ha notevolmente aiutato lo sviluppo della società umana. Nessuno ha inventato il denaro, sebbene persista ancora oggi l'opinione secondo cui un re o uno stato abbiano creato per primi lo strumento denaro. Mancano una logica chiara e prove convincenti a supporto di una tale tesi.
Nella società monetaria, cose come i numeri, la scrittura, la lingua, la monetazione e la contabilità sono state tutte migliorate e notevolmente ampliate. Il denaro è cresciuto con il commercio: da cereali, animali e sale a metalli preziosi come bronzo, rame, argento e oro. La monetazione ha notevolmente facilitato l'uso del denaro.
Il ruolo determinante del denaro come mezzo di scambio ha aggirato i problemi del baratto e ha facilitato nuove funzioni come fornire un'unità di conto, una riserva di valore e una base per pagamenti a lungo termine (es. contratti, affitti e tasse). L'emergere del denaro è probabilmente lo sviluppo più importante nel progresso umano e uno dei meno apprezzati.
La maggior parte delle persone, anche molti economisti e storici, non hanno mai avuto un pensiero solido in questo senso. Al contrario gli stati, i falsari e infine gli alchimisti si resero conto che la loro posizione e il loro potere avrebbero potuto essere notevolmente ampliati se fossero riusciti a prendere il controllo del denaro. La documentazione storica è chiara sul fatto che più gli stati hanno il controllo sul denaro, più sono distruttivi e peggio sta la società.
Porre fine al sistema bancario centrale
Ludwig von Mises fornì la prima integrazione teorica del denaro nei mercati, un'analisi completa sul denaro e sull'inflazione e la prima teoria del ciclo economico. Suggeriva la rimozione del denaro, del credito e del sistema bancario commerciale dalle grinfie dello stato, definendola come la più importante riforma dell'economia. Ciò avrebbe eliminato l'inflazione dell'offerta di denaro da parte dello stato e avrebbe impedito alle banche di emettere surrettiziamente mezzi fiduciari scoperti (sostituti del denaro non completamente coperti dalla base monetaria) come la valuta fiat.
Mises dimostrò che il free banking veramente competitivo avrebbe impedito alle banche di emettere importi non banali di mezzi fiduciari. Il suo allievo, Murray Rothbard, offrì la soluzione legalistica di vietare del tutto la riserva frazionaria, definendola una frode.
Per comprendere il problema dell'inflazione e della riserva frazionaria, si può guardare alla storia o guardare al presente. Lo stato ora controlla strettamente e irreggimenta il sistema per garantire che ottenga il maggior bottino possibile dal sistema monetario e bancario.
Il sistema fornisce allo stato risorse e potere; aiuta a ripagare il debito pubblico; fornisce profitti non guadagnati a banchieri, appaltatori statali e altri che ne beneficiano personalmente e quindi sostengono lo stato.
Ci viene detto che l'enorme apparato che lo stato ha escogitato per controllare il denaro e le banche, il sistema bancario centrale, lavora per la nostra sicurezza e stabilità economica. La verità è che lo stato governa l'intero sistema per fornire a sé stesso risorse economiche e sostegno politico. Questa è la fonte del "perpetuo ripetersi" del ciclo boom/bust ed è per questo che la fase di crisi nel ciclo si "autogenera". I nuovi regolamenti progettati per prevenire la prossima crisi, come il Glass-Stegall e la Dodd-Frank, sono solo un arzigogolo politico.
La soluzione, quindi, è porre fine al sistema bancario centrale e ripristinare il gold standard; eliminare tutti i regolamenti, i sussidi e i salvataggi per banche e depositanti; consentire la concorrenza tramite il laissez-faire. Una tale soluzione, però, richiede che la popolazione comprenda il problema e sia unita da un'ideologia anti-statale.
Non dovrebbero essere poste barriere su nuovi fondi e banche, comprese le criptovalute, nuove tecniche di transazione e nuove fonti di finanziamento per i prestiti. Il denaro e le banche possono essere come qualsiasi altro mercato, come quello del carbone, dei magazzini, degli esami dentistici, delle scarpe e dei popcorn.
Tali riforme possono essere raggiunte: oltre a porre fine all'inflazione e alle crisi cicliche, l'eliminazione del controllo statale sul denaro e sul sistema bancario limiterebbe anche il flusso di risorse allo stato stesso, fermerebbe l'innaturale distribuzione della ricchezza e ostacolerebbe l'espandersi delle attività più distruttive, comprese la guerra e il colonialismo. Queste riforme inaugurerebbero una nuova era di prosperità per l'umanità.
La guerra e i disastri naturali potrebbero ancora causare crisi di tipo diverso, ma è molto meno probabile che stati privi di potere monetario si impegnino, ad esempio, in guerre contro altri stati. Allo stesso modo, un capitalismo più stabile fornirà le risorse e le infrastrutture, in particolare in termini di scienza e tecnologia, per respingere la collera occasionale della natura, un fatto che ammette anche il cambiamento climatico.[1]
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Note
[1] I fanatici del cambiamento climatico si rendono conto che se molte delle loro peggiori paure, come l'innalzamento del livello degli oceani e condizioni meteorologiche avverse, si avvereranno, saranno meno disastrose nei Paesi capitalisti avanzati piuttosto che nelle nazioni primitive e sottosviluppate.
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