Ogni anno Bitcoin continua a crescere in status e sta diventando mainstream in ogni parametro: valore finanziario, ritmo di adozione, volume delle transazioni, ecc.
Ma non tutti sono felici del fatto che l'adozione di Bitcoin stia crescendo. In particolare, il settore bancario si sente minacciato dalla sua ascesa e continua a dichiarargli guerra.
Che alle banche non piaccia Bitcoin non dovrebbe essere una sorpresa. L'invenzione di Satoshi Nakamoto è il più grande sconvolgimento dell'antico sistema monetario degli ultimi decenni. In quanto rete peer-to-peer e lo scambio di valore, Bitcoin può rendere inutili le banche.
Per proteggere la propria posizione, le istituzioni bancarie hanno fatto ricorso al classico strumento di guerra: la propaganda. Diffondendo disinformazione, le banche sperano di screditare Bitcoin riducendone l'adozione pubblica e incoraggiando una regolamentazione più rigorosa.
UN RIASSUNTO (BREVE) DELLA PROPAGANDA DELLE ISTITUZIONI FINANZIARIE CONTRO BITCOIN
Fin dall'inizio le istituzioni finanziarie hanno capito che Bitcoin avrebbe potuto rendere obsoleto il sistema bancario, ma hanno scelto di credere che il suo uso sarebbe rimasto limitato a spacciatori, fanatici del computer, cypherpunk, libertari e altri elementi marginali.
Ma con la crescita della sua adozione, soprattutto tra gli investitori istituzionali, il panico si è diffuso nel sistema bancario. Per la prima volta la possibilità che questo "denaro magico di Internet" potesse soppiantare gli istituti bancari era una possibilità reale.
Pertanto questi ultimi si sono coordinati in uno sforzo collettivo per screditare le criptovalute. Bitcoin era ed è l'obiettivo principale, dato il suo status di prima e più popolare criptovaluta al mondo.
Nel 2014 Jamie Dimon, presidente miliardario e CEO di JPMorgan Chase, la più grande banca d'America, definì Bitcoin “una riserva di valore terribile” al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. Tuttavia ciò non impedì allo stato di New York di rilasciare licenze agli exchange l'anno successivo.
Dimon ha proseguito con le sue critiche anche nel 2015, affermando che Bitcoin non avrebbe mai ricevuto l'approvazione dai governi. Nelle sue parole: “Nessun governo sosterrà mai una valuta virtuale che aggira i confini legali e il loro controllo diretto”.
Non soddisfatto, il supremo di JPMorgan Chase ha lanciato il suo più grande attacco a Bitcoin alla Barclays Global Financial Services Conference del 2015. Non solo definì Bitcoin una frode simile alla bolla dei tulipani, ma minacciò anche di licenziare chiunque scambiasse Bitcoin tramite la sua azienda.
Dimon non è l'unico tra le istituzioni finanziarie che ha cercato di attaccare Bitcoin. Anche il presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, è stata critica nei confronti di Bitcoin in passato.
In una Reuters Next Conference, la Lagarde ha definito Bitcoin “un asset altamente speculativo”, aggiungendo che viene utilizzato per condurre “affari effimeri e attività di riciclaggio di denaro e totalmente riprovevoli”. Questo nonostante all'epoca la Banca centrale europea stava già valutando l'idea di lanciare la sua valuta digitale chiamata euro digitale.
Anche la BCE si è spesso prestata alla campagna di propaganda anti-Bitcoin. Nella sua revisione della stabilità finanziaria del 2021, la Lagarde ha paragonato l'aumento del prezzo di Bitcoin alla famigerata bolla South Sea. “L'impronta di carbonio esorbitante [di Bitcoin] e il potenziale utilizzo per scopi illeciti sono motivo di preoccupazione”, ha aggiunto nella relazione.
Le più grandi istituzioni finanziarie del mondo si sono unite alla festa anti-Bitcoin. Ad esempio, la Banca mondiale ha rifiutato di sostenere il piano di El Salvador di adottare Bitcoin come moneta a corso legale, adducendo “carenze ambientali e di trasparenza” come scusa. Anche il Fondo monetario internazionale ha esortato la nazione latinoamericana ad abbandonare Bitcoin all'inizio di quest'anno.
Ci sono molti altri esempi in cui le istituzioni finanziarie hanno seminato dubbi e diffuso disinformazione su Bitcoin, tuttavia queste affermazioni portano tutte alla stessa conclusione: le banche odiano Bitcoin e non si fermeranno davanti a nulla per screditarlo.
“BITCOIN CATTIVO, BLOCKCHAIN BUONA”
Altri grandi attori finanziari hanno preso un'altra strada nella loro campagna di disinformazione: criticare Bitcoin, ma lodare la tecnologia blockchain.
Le banche vedono il potenziale della tecnologia blockchain per rivoluzionare i pagamenti e vogliono cooptarla a proprio vantaggio. Ad esempio, JPMorgan Chase, il critico per eccellenza di Bitcoin, ha creato una criptovaluta chiamata "JPMCoin" in esecuzione sulla sua blockchain Quorum.
Le banche centrali hanno anche pubblicizzato la capacità della blockchain di alimentare le valute digitali delle banche centrali (CBDC), criptovalute emesse e coperte dagli stati. Tali asset sono ancorati a una valuta fiat, come il dollaro o l'euro, proprio come una stablecoin.
La Banca dei regolamenti internazionali (BRI) ha fatto irruzione nel mondo delle criptovalute con una relazione del giugno 2021, descrivendole come asset speculativi utilizzati per facilitare il riciclaggio di denaro, attacchi ransomware e altri crimini finanziari. “Bitcoin, in particolare, ha pochi attributi d'interesse pubblico salvifici se si considera anche la sua impronta energetica dispendiosa”, afferma suddetta relazione.
Ironia della sorte, nello stesso documento la BRI ha sostenuto le CBDC. Ecco un estratto:
Le valute digitali delle banche centrali rappresentano un'opportunità unica per progettare una rappresentazione tecnologicamente avanzata del denaro, che offra le caratteristiche uniche di finalità, liquidità e integrità.
Tali valute potrebbero costituire la spina dorsale di un nuovo sistema di pagamento digitale altamente efficiente, consentendo un ampio accesso e fornendo solidi standard di governance dei dati e privacy basati sull'ID digitale.
“Bitcoin cattivo, blockchain buona!” è diventato il ritornello preferito da banche e operatori fintech in risposta alla popolarità di Bitcoin. Come sempre, questa tesi non coglie il punto.
Senza l'architettura decentralizzata di Bitcoin, i sistemi monetari di pagamento basati su blockchain sono inutili. Le blockchain autorizzate come Quorum soffrono di centralizzazione e punti singoli di fallimento: problemi che Nakamoto ha corretto creando Bitcoin.
Gli stessi problemi affliggono le CBDC. Come ho spiegato in un recente articolo, il controllo centralizzato di un dollaro o di una sterlina digitale causa gli stessi problemi riscontrati con le valute fiat. Con le banche centrali che controllano ogni afflusso e deflusso di denaro, sarebbe fin troppo facile condurre una sorveglianza finanziaria, attuare politiche monetarie impopolari e condurre discriminazioni finanziarie.
Un problema più grande con questa linea di argomentazione è che non prende in considerazione la più grande forza di Bitcoin: la criptoeconomia. Il più grande contributo di Satoshi è stata una nuova combinazione d'incentivi economici, teoria dei giochi e crittografia per mantenere il sistema sicuro e utile in assenza di un'entità centralizzata. Le blockchain centralizzate con scarsi incentivi sono aperte agli attacchi proprio come qualsiasi altro sistema legacy.
PERCHÈ LE BANCHE HANNO PAURA DI BITCOIN?
Le banche hanno da sempre fatto soldi facendo pagare ai loro clienti la conservazione e l'utilizzo dei propri soldi. Il depositante medio paga le spese di mantenimento del conto, le spese di addebito, le spese di scoperto e una pletora di altre spese progettate per far guadagnare le banche. Nel frattempo queste ultime prestano i soldi che si trovano sui conti, dando agli utenti solo una frazione degli interessi guadagnati.
Bitcoin rappresenta una minaccia per il modello di entrate del settore bancario: non ci sono istituzioni che aiutano gli utenti a conservare, gestire, o utilizzare i loro soldi. Il proprietario mantiene il controllo completo sui propri bitcoin.
Ma, aspettate, c'è di più.
TRANSAZIONI PIÙ ECONOMICHE E MIGLIORI
Bitcoin consente di trasferire denaro a chiunque, istantaneamente, indipendentemente dall'importo in questione, o dalla posizione del destinatario. E gli utenti possono farlo senza fare affidamento su un intermediario come la loro banca locale.
In media, le transazioni basate su Bitcoin sono più veloci ed economiche delle transazioni tramite banche. Pensate a quanto tempo ci vuole per elaborare un trasferimento internazionale e le ingenti commissioni addebitate dalle banche.
Fatta eccezione per le commissioni dei miner, le persone non pagano nessun altro per elaborare le transazioni sulla blockchain di Bitcoin. E importi di qualsiasi dimensione, grandi o piccoli, possono essere movimentati senza la solita burocrazia. In meno di 10 minuti, Bitcoin elabora un trasferimento di denaro irreversibile. Le banche non possono eguagliarlo.
RISERVA DI VALORE
Le banche aiutano i clienti a organizzare investimenti a lungo termine in oro, obbligazioni e altri asset, per garantire il valore del loro denaro. E fanno pagare una commissione per la custodia, la consulenza sugli investimenti e la gestione del portafoglio.
Ma cosa succede quando le persone capiscono che non devono fare affidamento sulle banche per conservare valore?
Grazie alle sue proprietà intrinseche, Bitcoin sta rapidamente emergendo come riserva di valore privilegiata. Bitcoin è scarso (ne esisteranno solo 21 milioni di unità), ma anche fungibile e trasportabile. Questo lo rende persino migliore delle tradizionali riserve di valore come l'oro.
Poiché chiunque può facilmente acquistare bitcoin e conservarli, le banche non possono più guadagnare con piani di gestione patrimoniale. Le banche, come JPMorgan, si sono adattate vendendo investimenti basati su Bitcoin come i futures, ma questo non le salverà.
RESISTENZA ALLA MANIPOLAZIONE
Le banche sono sopravvissute a lungo manipolando il sistema finanziario per guadagnarci su. La crisi finanziaria del 2008 è stata il risultato di operazioni subdole di alcune delle più grandi banche del mondo, tra cui Lehman Brothers, che in seguito ha dichiarato bancarotta.
Ad esempio, le banche prestano sempre più denaro di quello che possiedono in quella che viene chiamata riserva frazionaria. Se tutti decidessero di ritirare i propri soldi dalle banche, l'intero settore crollerebbe istantaneamente.
Bitcoin consente alle persone di essere la banca di sé stessi. Il denaro in un wallet Bitcoin non può essere manipolato o utilizzato da nessuno a parte il detentore. Per la prima volta, le persone ora hanno il potere di controllare il proprio denaro.
LE BANCHE NON POSSONO UCCIDERE BITCOIN
L'intensità della guerra del settore bancario contro Bitcoin mostra quanto lo temono. È solo una questione di tempo prima che Bitcoin penetri in ogni settore finanziario: accordi offshore, depositi a garanzia, pagamenti, investimenti in asset e altro ancora.
Quando ciò accadrà, le banche diventeranno l'ennesime vittime dell'avanzamento tecnologico. Proprio come Netflix ha sostituito i videonoleggi e Amazon ha sostituito le librerie, Bitcoin sostituirà le banche. E nessuna propaganda e disinformazione potrà invertirle una tale tendenza.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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