Bibliografia

giovedì 17 novembre 2022

La scienza fasulla dei criteri ESG applicata a Bitcoin

 

 

da Bitcoin Magazine

Bitcoin riceve una copertura mediatica sproporzionata sulla sua minuscola percentuale di emissioni globali e sul suo impatto ambientale irrilevante. Per capire perché ciò avvenga è necessario seguire il denaro dei cosiddetti criteri ESG. I fanatici dei criteri ESG utilizzano il registro aperto e trasparente di Bitcoin, che può essere verificato da chiunque nel mondo in tempo reale, per esagerarne l'impatto sull'ambiente, mentre traggono profitto dalle stesse paure che essi suscitano.

Nel febbraio 2022 un editoriale intitolato "Revisiting Bitcoin's Carbon Footprint", è stato pubblicato sulla rivista scientifica "Joule", scritto da quattro ricercatori: Alex de Vries, Ulrich Gallersdörfer, Lena Klaaßen e Christian Stoll. Il loro commento, che ammette limitazioni nelle loro stime, afferma che quando i miner bitcoin sono migrati dalla Cina al Kazakistan e agli Stati Uniti nel 2021, l'impronta di anidride carbonica della rete è aumentata allo 0,19% delle emissioni mondiali. Ciò che è passato inosservato sui media è che i ricercatori hanno motivi professionali per sopravvalutare l'impatto ambientale relativamente piccolo di Bitcoin.

L'autore principale dell'editoriale, Alex de Vries, non ha rivelato di essere impiegato dalla De Nederlandsche Bank (DNB), la banca centrale olandese. Le banche centrali non sono fan dei mezzi di pagamento globali aperti, i quali aggirano i livelli di regolamento monopolistici statali. Inoltre DNB sta collaborando con la Banca centrale europea su un "euro digitale", o valuta digitale del sistema bancario centrale. De Vries ha pubblicato per la prima volta il suo "Bitcoin Energy Consumption Index" nel novembre 2016, quando ha iniziato a lavorare per la prima volta con DNB, dando l'impressione che tale istituzione abbia incoraggiato la sua critica al consumo energetico di Bitcoin. Nel novembre 2020 de Vries è stato ri-assunto dalla banca centrale olandese come data scientist nella sua unità contro la criminalità economica/finanziaria e da allora ha partecipato a un tour mediatico mondiale contro Bitcoin.

Fonte: LinkedIn

In qualità di dipendente di una banca centrale, de Vries ha un incentivo a esagerare l'impatto ambientale di Bitcoin per proteggere gli interessi del suo datore di lavoro.

I suoi collaboratori, però, hanno motivazioni del tutto diverse. Gallersdörfer, Klaaßen e Stoll sono i cofondatori del Crypto Carbon Ratings Institute (CCRI), una società che fornisce dati sull'esposizione all'anidride carbonica degli investimenti in criptovalute e delle attività commerciali.

Fonte: Crypto Carbon Ratings Institute

Collettivamente i tre ricercatori del CCRI hanno scritto quasi una dozzina di articoli accademici sull'impatto ambientale delle criptovalute.

Fonte: Crypto Carbon Ratings Institute

Il modus operandi del CCRI consiste nell'esagerare l'impatto ambientale di Bitcoin attraverso una tecnica che il Cambridge Center of Alternative Finance (CCAF) descrive come bias del presentatore: mettere a confronto mele-arance, ovvero paragonare Bitcoin con piccoli Paesi, al fine di suscitare indignazione piuttosto che mettere a confronto mele-mele con altri settori. Le migliori stime del CCRI sulle emissioni di anidride carbonica vengono quindi confezionate e vendute alle istituzioni finanziarie, le quali vengono pressate per conformarsi ai criteri ESG a causa dell'indignazione degli investitori promossa dal pregiudizio del presentatore che la stessa CCRI ha utilizzato per innescare tale indignazione.

Fonte: Gruppo ETC

Non importa se i piccoli Paesi con cui viene messo a confronto Bitcoin abbiano un PIL che è la metà del suo valore; non importa se i documenti pubblicati sono di basso livello, o mancano di una rigorosa revisione tra pari (il processo di revisione tra pari di "Joule" è tenuto segreto e non richiede una revisione tra pari per gli articoli di commento); né importa che le emissioni di Bitcoin siano troppo piccole per avere un impatto significativo sul cambiamento climatico. Tutto ciò che conta è che i media siano disposti a pubblicare articoli che mettano in evidenza le loro narrazioni scientifiche spazzatura, insieme a esempi scelti con cura, cosicché l'industria finanziaria venga spinta a stipulare un contratto con il CCRI per utilizzare la loro ricerca e i loro dati.

I ricercatori sui criteri ESG ne traggono profitto sfruttando i media affinché essi alimentino l'indignazione pubblica su temi irrilevanti, tanto che i veri ambientalisti dovrebbero esserne disturbati visto che distraggono l'attenzione della popolazione da questioni più grandi che hanno conseguenze reali e sostanziali per umanità.


ESAGERARE L'IMPATTO AMBIENTALE DI BITCOIN

Ironia della sorte, nella pagina Confronti dell'Università di Cambridge, dove si descrivono i trucchi del bias del presentatore riguardo i criteri ESG, c'è un grafico che esagera il consumo energetico di ₿itcoin facendolo sembrare più grande di quello che è:

Fonte: Cambridge Center for Alternative Finance

Notate come Bitcoin abbia quasi le stesse dimensioni dei settori che hanno valori significativamente più alti. Se i ricercatori di Cambridge avessero disegnato le bolle in scala adeguata, dovrebbero essere così:

Questi tipi di confronti non raccontano nemmeno la metà della storia, dato che Bitcoin utilizza più energia rinnovabile di qualsiasi altro settore. Nonostante ciò che il mondo accademico e i mass media vorrebbero farci credere, l'impatto ambientale di Bitcoin è troppo piccolo per avere un'influenza significativa su scala globale.

Questo non vuol dire che i miner bitcoin non abbiano la responsabilità di essere buoni amministratori dell'ambiente nelle loro comunità, ma queste sono preoccupazioni che dovrebbero concentrarsi a livello locali e non a livello internazionale se il vero obiettivo è la protezione dell'ambiente.

Quando i ricercatori ambientali, i media e gli stati dedicano molto tempo a discutere delle emissioni di Bitcoin, questo diventa un disservizio nei confronti dell'ambientalismo. Deviazioni indebite servono solo a distrarre da questioni più importanti e rendere le persone meno fiduciose nelle vere cause per salvaguardare l'ambiente.

Fonte: Grafico 11 da "Bitcoin's Energy Use Compared To Other Major Industries" di Hass McCook

Il CCRI non vuole risolvere i problemi ambientali se continua a scagliarsi contro Bitcoin. Infatti questo esercizio serve a demonizzare la trasparenza della blockchain di Bitcoin e a indurre il mercato ad acquistare i propri dati, a scopo di lucro. Questi dati consentono agli investitori istituzionali di rivendicare la neutralità sulle emissioni di anidride carbonica e d'invogliare gli investitori attenti all'ambiente nei loro prodotti senza ottenere risultati di particolare sostanza.

“Gli investimenti secondo i criteri ESG, nella loro forma attuale, sono simili alle persone che si fanno selfie in luoghi fantastici solo per mostrare che erano lì, mentre non si godono affatto l'esperienza di essere lì. È per lo più teatro, senza sostanza. Ad esempio, inquiniamo, ma acquistiamo compensazioni per renderlo un problema di qualcun altro. Esternalizziamo la nostra base manifatturiera in un altro Paese per ridurre il consumo energetico in patria, ma poi acquistiamo i prodotti che producono accusandoli d'inquinamento. Questa è uno scaricabarile, non una riforma [...]. Le persone vendono le loro azioni cinesi, acquistano invece azioni Apple e si danno una pacca sulla spalla. Nel frattempo il loro telefono, computer, sedia, scarpe da ginnastica, pentole, dispositivi elettronici e giocattoli per bambini sono tutti in parte di fabbricazione cinese. Gli attuali criteri "ESG" sono privi di significato. È come la parola "sinergia". Fingere di fare del bene nello spuntare certe caselle, mentre si continua a fare quello che stavamo facendo prima, rallenta il vero progresso. Una delle cose peggiori che possiamo fare è sentirci come se stessimo facendo qualcosa di costruttivo, senza farlo davvero”. — Lyn Alden


VENDERE INVESTIMENTI PROOF-OF-STAKE

Il CCRI pubblica una relazione annuale per promuovere le reti proof-of-stake (PoS) come rispettose dell'ambiente, promuovendo al contempo una metrica "energia per transazione" altamente fuorviante. Ciò che non viene menzionato nella relazione del CCRI è che la PoS non sostituisce la proof-of-work (PoW), poiché i due meccanismi di consenso raggiungono obiettivi completamente diversi.

La PoW è un meccanismo di consenso che garantisce che un bacino di miner possano escludere collettivamente i malintenzionati, assicurando che nessuna parte possa affermare il controllo sugli altri utenti, il tutto fornendo una distribuzione equa e meritocratica di nuove coin. La PoS non riesce a raggiungere questo obiettivo in quanto assomiglia a una struttura di comando aziendale, in cui i detentori più ricchi hanno tutto il potere di voto e i fondatori esercitano un'autorità di controllo irreprensibile sugli utenti ricevendo al contempo lauti dividendi.

Con la PoS, gli utenti devono fidarsi dei fondatori affinché non li attacchino con il denial-of-service (DoS). Con la PoW, i miner acquistano energia su un mercato aperto per rendere eccessivamente costosi gli attacchi DoS, il che a sua volta consente a Bitcoin di proteggere i diritti di proprietà degli utenti. Il consumo energetico della PoW è un pregio, non un difetto.

I ricercatori ambientali che affermano che la PoS è un meccanismo di consenso più efficiente sono come un think tank politico che promuove l'autoritarismo plutocratico come un tipo di governo più efficiente. Paragonare la PoS alla PoW manca del tutto il punto di come funziona il decentramento e di cosa intende ottenere.

Ma perché il CCRI sforna relazioni simili? Gli investitori istituzionali le commissionano al CCRI affinché vengano promosse altcoin centralizzate, mentre utilizzano i dati del CCRI per vendere investimenti "crypto" compatibili con i criteri ESG. Sopravvalutando l'impatto globale di Bitcoin e promuovendo la PoS come alternativa, il CCRI vuole alimentare la domanda di prodotti ESG istituzionali e dei propri servizi ESG. Non si tratta di aiutare l'ambiente: è un programma per fare soldi.


BITCOIN È UN BERSAGLIO FACILE

La contabilità aperta e trasparente di Bitcoin lo rende un obiettivo facile per coloro che traggono vantaggio dall'esagerarne l'impatto ambientale. Un interessante esperimento mentale è considerare come questi ultimi definirebbero altri settori se fossero trasparenti sul loro consumo di energia come lo è Bitcoin.

Una relazione del 2020 della Rapid Transit Alliance ha stimato che l'industria sportiva globale è responsabile dello 0,6% delle emissioni globali, più del triplo delle emissioni di Bitcoin. La relazione utilizzava lo stesso bias del presentatore: confrontare le emissioni dell'industria sportiva con quelle della Spagna o della Polonia; inoltre affermava che l'industria sportiva mondiale genera circa $500 miliardi all'anno, una cifra notevolmente inferiore all'importo di valore garantito da Bitcoin.

Se l'industria sportiva disponesse di dati sul consumo di energia aperti e trasparenti, come accade con Bitcoin, i fanatici dei criteri ESG demonizzerebbero la comunità sportiva per aver causato un disastro ambientale? Sarebbe un buon uso del tempo di tutti quando ci sono questioni ambientali molto più importanti che devono essere risolte?


BITCOIN COME INVESTIMENTO GREEN

Potrebbe non essere evidente dai resoconti dei media, ma Bitcoin è già un investimento relativamente green. Un documento del 2021 affermava che "l'aggiunta di Bitcoin a un portafoglio azionario diversificato può sia migliorare la relazione rischio-rendimento del portafoglio sia ridurre le emissioni di anidride carboniva aggregate del portafoglio stesso". Se le istituzioni si sentono sotto pressione per rendere le loro partecipazioni in bitcoin neutrali a livello di anidride carbonica, non devono sforzarsi più di tanto alla fine. Secondo una relazione del gennaio 2022 di CoinShares: "Ogni bitcoin richiederebbe la compensazione di 2,2 tonnellate di CO2 all'anno, o più o meno la stesso di un volo di andata e ritorno in business class tra New York e Tokyo [...]. A un prezzo di $42.000, ciò ammonterebbe a un costo annuo dello 0,48%".

Anche i miner bitcoin demonizzati dalla stampa, come Greenidge Generation Holdings, hanno reso le loro operazioni di mining al 100% neutrali a livello di anidride carbonica. Greenidge utilizza registri compensati che finanziano progetti per sequestrare e ridurre le emissioni.

Bitcoin è un potente acquirente indipendente e di ultima istanza di energia rinnovabile che bilancia i carichi della rete, che può finanziare le energie rinnovabili congestionate da lunghe code di interconnessione alle reti e che può aiutare a diminuire la quantità di gas metano bruciata. Quando ci si rende conto che Bitcoin è una soluzione per aiutare a monetizzare le inefficienze nel settore delle energie rinnovabili – e poiché in questo caso si tratta di gioco a somma zero, ovvero l'aumento del green mining disincentiva quello ad alta intensità di anidride carbonica – ecco che iniziano a prendere forma idee interessanti.


COMPENSAZIONE DEGLI INCENTIVI

In un articolo scritto da Troy Cross e Andrew M. Bailey, gli "incentivi compensativi" sono proposti come un modo affinché gli investitori rendano le partecipazioni in bitcoin neutrali a livello di anidride carbonica investendo solo lo 0,5% delle loro partecipazioni in operazioni di mining green. A differenza di altre proposte, la loro promuove l'adozione di Bitcoin, ne preserva la fungibilità e non costa nulla, pur fornendo un rendimento. Cross ha discusso l'idea con Peter McCormack in un episodio di "What Bitcoin Did" e durante una conversazione successiva con Nic Carter.


DISINFORMAZIONE DIFFUSA DAI CRITERI ESG

Forse è improbabile che i sostenitori dei criteri ESG avallino una qualsiasi forma di mining green, poiché neutralizzerebbe la loro narrativa. Già de Vries et al. hanno fatto di tutto per spacciare tesi fuorvianti, nei loro editoriali, per criticarlo e minimizzare il suo ruolo nelle soluzioni ambientali.

Ad esempio, suggeriscono che la mitigazione del gas bruciato grazie al mining offra vantaggi limitati, ma ignorano il fatto che la diminuzione dei fumi risultanti e il loro trasporto attraverso il vento rendono il mining significativamente più efficiente ed ecologico quando si tratta di bruciare gas e lasciare che si diffonda poi nell'atmosfera. Gli ambientalisti hanno riconosciuto che il metano è un problema molto più grande di quanto si pensasse in precedenza.

O quando de Vries ha mostrato che il consumo di energia da parte di Bitcoin è salito dopo che la Cina ha vietato il mining, il che ha comportato un calo del 50% dell'hashrate. De Vries ha rifiutato di includerlo nelle sue stime dicendo: "A causa delle precedenti difficoltà nel determinare l'impatto più probabile sul consumo di energia, qualsiasi adeguamento sarebbe arbitrario. Per questo motivo non sono stati apportati aggiustamenti per riflettere l'impatto immediato del divieto". Questa è un'ammissione che le sue stesse stime sono spurie. De Vries ha fatto carriera coi criteri ESG, soprattutto con la metrica fallace "energia per transazione e conteggiando due volte la stessa impronta di anidride carbonica degli investitori.

In un articolo scritto da de Vries e Stoll, nel 2021, i due stimavano erroneamente che la vita media di un miner ASIC Bitcoin fosse di soli 16 mesi. Questo è palesemente falso e facilmente smentito dai dati on-chain che mostrano che i Bitmain S7, che hanno sette anni, sono ancora utilizzati dai miner. Militarizzando il mondo accademico, le affermazioni fraudolente vengono ripetute dai media generalisti senza verifica dei fatti. In realtà Bitcoin rappresenta circa lo 0,05% dei rifiuti elettronici globali e poiché i miner ASIC non hanno batterie o sistemi complessi, le parti sono facilmente riciclabili.

Quando si utilizzano argomentazioni fuorvianti per denigrare gli sforzi di Bitcoin nel voler essere più ecologico, esagerando la sua impronta di anidride carbonica, diventa evidente che i critici non agiscono in buona fede. Come possono esserlo quando hanno evidenti conflitti d'interesse?

La comunità ESG ha un problema etico in cui i suoi stessi architetti traggono profitto dall'isterismo che generano e spesso nascondono alla popolazione tali conflitti d'interesse poiché le loro narrazioni spazzatura vengono amplificate dai media generalisti. Confronti esagerati, argomentazioni ingannevoli e motivazioni guidate dal profitto lasciano al pubblico la percezione che criticare l'impronta di anidride carbonica relativamente minuscola di Bitcoin non derivi da un atto disinteressato e coraggioso di ambientalismo. Anzi, i critici di Bitcoin hanno il desiderio di mantenere lo status quo, cosa che rende le loro affermazioni eticamente discutibili.

A Bitcoin, ovviamente, non interessa. Le energie rinnovabili hanno bisogno di Bitcoin più di quanto quest'ultimo abbia bisogno di loro. L'industria dei criteri ESG può estrarre i dati da Bitcoin, esagerare le sue esternalità e minimizzare qualsiasi progresso per trarre profitto attraverso prodotti d'investimento istituzionali green, ciononostante Bitcoin continuerà a produrre blocchi e ad aprire la strada a sistemi di pagamento aperti con PoW oneste e incorruttibili. Nel frattempo i miner acquisteranno ogni megawatt di energia rinnovabile arenato e sprecato e gli daranno una possibilità per fare progressi sul mercato. Il futuro della produzione di energia è luminoso e Bitcoin lo utilizzerà per incentivare l'innovazione e la prosperità umana.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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