Bibliografia

lunedì 24 ottobre 2022

Cos'è il Grande Reset? Parte VIII: come distruggere il liberalismo classico

 

 

di Michael Rectenwald

Come dovrebbe essere ormai chiaro, la dichiarazione di Francis Fukuyama in The End of History: The Last Man (1992), secondo cui eravamo arrivati ​​alla "fine della storia", non significava che il liberalismo classico, o l'economia del laissez-faire, fossero emersi vittoriosi su comunismo e fascismo, o che l'egemonia ideologica segnò la fine del socialismo. Infatti, per Fukuyama, il capolinea della storia è sempre stato il socialismo democratico, o la socialdemocrazia. Come ha scritto Hans-Hermann Hoppe in Democracy: The God That Failed, "l'ultimo uomo" che sarebbe rimasto in piedi non sarebbe stato un homo economicus capitalista ma piuttosto un homo socio-democraticus (p. 222). La fine della storia, con tutte le sue pretese hegeliane, non ha comportato la sconfitta del socialismo-comunismo, ma del liberalismo classico. Lo stato e la sua rete di clientes avrebbero dovuto raggiungere un'inevitabile e definitiva distensione; il Grande Reset è il compimento di tale distensione finale.

La sovversione del sistema del libero mercato e della democrazia repubblicana era già in corso da molti decenni prima della "fine della storia". Secondo Cleon W. Skousen in The Naked Capitalist, sin dai primi anni '30 le élite posizionate all'interno di grandi banche, grandi società, importanti gruppi di riflessione, influenti case editrici, media, fondazioni esenti da tasse, sistema scolastico e burocratico degli Stati Uniti hanno cercato di ricostituirli a immagine del suo (ex) rivale collettivista (57-68). Come ha scritto Carrol Quigley in Tragedy and Hope: A History of the World in Our Time (1966), le élite propagarono in patria ideologie socialiste, comuniste e altri tipi d'ideologie sempre collettiviste, finanziando/armando i bolscevichi in Russia e i comunisti in Vietnam e promuovendo politiche internazionali che hanno condotto all'abbandono deliberato dell'Europa orientale e del sud-est asiatico al flagello comunista.

Per molti l'obiettivo di far progredire il socialismo è stato più evidente nell'alacrità con cui le istituzioni scolastiche hanno assorbito e fatto circolare le ideologie collettiviste marxiste, neomarxiste e post-marxiste dai primi anni '30, compresi propaganda sovietica, teoria critica, teoria postmoderna e le varianti più recenti (teoria critica della razza, studi critici sulla bianchezza e ideologia LGBTQIA+). La temuta “lunga marcia attraverso le istituzioni” non è mai stato un progetto dal basso verso l'alto, ma un lavoro interno svolto da élite in posizioni di potere e influenza. Quando i filosofi, i sociologi e gli psicologi della Scuola di Francoforte emigrarono negli Stati Uniti nel 1933, armati della teoria marxista della rivoluzione e del modello di egemonia culturale socialista di Antonio Gramsci, non ci pensarono minimamente a inaugurare questa marcia; invece furono accolti dalle élite e finanziati da fondazioni esenti da tasse il cui lavoro era già a buon punto.[1] La cosiddetta lunga marcia attraverso le istituzioni è stata piuttosto una corsa precipitosa al loro interno.

Per comprendere il Grande Reset, quindi, dobbiamo riconoscere che il progetto rappresenta il completamento di un tentativo secolare e ancora in corso di distruggere il liberalismo classico (il libero mercato, la libertà di parola e la democrazia liberale), il costituzionalismo americano e la sovranità nazionale. L'idea di reimpostare il capitalismo suggerisce che in precedenza esso fosse puro, ma il Grande Reset è il culmine di un processo di collettivizzazione molto più lungo e di un progetto socialista, con la corrispondente crescita dello stato. Nonostante sia stato presentato come l'antidoto alle presunte debolezze del libero mercato, che il fondatore e presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, e la società identificano con "neoliberismo", il Grande Reset intende intensificare e completare un già prevalente interventismo economico e intende utilizzare la potenza militare degli Stati Uniti per completare questo processo laddove l'intervento economico si riveli infruttuoso. Questo spiega, in parte, l'armamento e il finanziamento dell'Ucraina da parte dell'Occidente contro il suo aggressore russo.

Non intendo suggerire che l'economia neomarxista del Grande Reset, e il suo fascismo economico internazionale piuttosto che nazionale, non siano nuovi. Sono nuovi, come lo sono i mezzi con cui intende promuoverli, ma non dobbiamo illuderci che il progetto del Grande Reset sia nato ab nihilo: è il culmine di decenni di pensiero e attivismo delle élite.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


👉 Qui il link alla Prima Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/09/cose-il-grande-reset-parte-i.html

👉 Qui il link alla Seconda Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/09/cose-il-grande-reset-parte-ii.html

👉 Qui il link alla Terza Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/09/cose-il-grande-reset-parte-iii.html

👉 Qui il link alla Quarta Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/09/cose-il-grande-reset-parte-iv.html

👉 Qui il link alla Quinta Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/10/cose-il-grande-reset-parte-v-lideologia.html

👉 Qui il link alla Sesta Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/10/cose-il-grande-reset-parte-vi-i-piani.html

👉 Qui il link alla Settima Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/10/cose-il-grande-reset-parte-vii.html

👉 Qui il link alla Nona Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/10/cose-il-grande-reset-parte-ix-il.html

👉 Qui il link alla Decima Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2022/11/cose-il-grande-reset-parte-x-lagenda.html


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Note

[1] Il teorico della Scuola di Francoforte, Herbert Marcuse, per esempio, venne finanziato dall'American Council of Learned Societies, dalla Louis M. Rabinowitz Foundation, dalla Rockefeller Foundation e dal Social Science Research Council. Si veda Herbert Marcuse, One-Dimensional Man (1964; repr., London: Routledge, 2002), p. iv, dove l'autore stesso parla di questi finanziamenti.

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