Bibliografia

mercoledì 7 settembre 2022

Ripensare al cambiamento climatico: i modelli apocalittici hanno preso un abbaglio?

La spiegazione keynesiana alle recessioni recita che esse nascono da un calo della domanda aggregata e quindi l'unico modo per tornare alla crescita è stimolarla attivamente. L'unica forza che può determinarne tale aumento è la spesa pubblica sotto forma di sussidi, welfare state e lavori pubblici finanziati dalla spesa in deficit. Contrariamente agli Austriaci, i keynesiani ignorano concetti come struttura del capitale, preferenza temporale e investimenti sbagliati. Oggi assistiamo di nuovo a questo copione con la religione del "cambiamento climatico", usata come volano per spingere ulteriore interventismo nell'economia e quindi tentare, in qualche modo, di ottenere un duplice obiettivo: esercitare maggiore controllo sulla popolazione per evitare che si rivolti contro i propri carnefici data la lunga serie di errori economici finora accumulati (e diventati ingestibili) e attenuare quanto possibile una crisi distruttiva che farebbe perdere privilegi ai clientes della pianificazione centrale. Infatti non è affatto un segreto che le aziende "verdi" non sarebbero mai decollate negli anni 2000 se non fossero state sostenute dai sussidi statali e, soprattutto, non avrebbero resistito alla prova del tempo se non fossero state continuamente sostenute, creando quindi una ramificazione di aziende zombi che non hanno fatto altro che dilapidare ricchezza reale. Ad esempio, pensate alla cifra record di $38 miliardi data dalla Germania alle aziende "verdi" nel 2020; pensate a come la maggior parte dei sussidi per i cambiamenti climatici finisca nelle tasche delle grandi banche; pensate a come i prezzi record del gas sono una manna per i produttori di auto elettriche. In sostanza, sussidi generosi e arbitrari vengono distribuiti dall'autorità politica centrale e i risultati sono capitalismo clientelare, inefficienza e impoverimento generale.

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di Lipton Matthews

La passione del movimento verde ha catturato l'attenzione del mondo con le sue incessanti richieste di  soluzioni per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Sfortunatamente solo di rado questi appelli vengono messi in discussione, a causa del peso politico degli attivisti ambientali. Ci si aspetta, quindi, che tutti approvino le ipotesi degli attivisti per il clima o altrimenti la condanna è essere accusati di negazionismo scientifico. Invece un'introspezione più approfondita svela l'approccio non scientifico dell'attivismo per il clima.

Gli attivisti per il clima propongono di abbracciare la tesi secondo cui la CO2 è un inquinante come un atto di fede, senza fornire prove convincenti. Dire che la CO2 riscalda il pianeta intrappolando il calore nell'atmosfera terrestre è un argomento sciocco, perché il riscaldamento ha effetti positivi e negativi. La forza del movimento verde si basa sulla convinzione che il riscaldamento sia un'attività deleteria e che quindi deve essere contrastata a tutti i costi.

Ma questa è una tesi falsa che non tiene conto degli effetti migliorativi del riscaldamento globale: esso è associato all'inverdimento del pianeta e all'aumento della biodiversità. Infatti i satelliti della NASA  hanno osservato che l'inverdimento della Terra negli ultimi decenni è stato considerevole. Inoltre la NASA ha persino calcolato che la Terra è più verde oggi rispetto agli anni '80.

L'inverdimento globale implica che la crescente disponibilità di terreni agricoli per la produzione agricola può scongiurare i timori di un'imminente crisi alimentare. L'inverdimento globale limiterà anche le minacce alla fauna selvatica, fornendo loro un habitat migliore per prosperare. Le paranoie per il riscaldamento globale oscurano la complessità della scienza del clima.

Invece di preoccuparsi del riscaldamento globale, gli attivisti dovrebbero preoccuparsi di possibili anomalie e questo è difficile farlo perché il livello ottimale di riscaldamento è opinabile. Sebbene il premio Nobel William Nordhaus parli di 4°C come livello ottimale di riscaldamento, alcuni scienziati non sono d'accordo con le sue conclusioni. L'incertezza che circonda il livello ottimale di riscaldamento globale indica che i policymaker dovrebbero affrontare la gestione dei rischi legati al riscaldamento con cautela piuttosto che con allarmismo.

E nonostante tutto il malcontento causato dal riscaldamento, uno studio del 2011 di Roy Spencer e William Braswell ha scoperto che l'atmosfera terrestre non è tanto capace a contenere il calore come hanno suggerito gli attivisti. Inoltre ricerche recenti mostrano che i modelli climatici stanno sopravvalutando il riscaldamento. Uno studio afferma che i processi legati alle nuvole sono una possibile ragione per le stime esagerate:

Sebbene non sembri esserci una singola proprietà nell'attuale generazione di modelli CMIP6 a cui possano essere attribuiti l'intervallo aumentato e i valori più elevati all'estremità superiore della sensibilità climatica di equilibrio, feedback dalle nuvole e interazioni nuvola-aerosol nei modelli con schemi di aerosol prognostici giocano un ruolo importante.

Un'indagine sui dati ha rivelato che il riscaldamento non è così pericoloso come vorrebbero far pensare gli attivisti del clima. Prendiamo in considerazione ora i vantaggi della CO2. Secondo uno studio australiano, livelli elevati di anidride carbonica hanno stimolato la crescita di nuova vegetazione nelle regioni aride attraverso un processo noto come fertilizzazione con CO2. Parlando con i giornalisti, il ricercatore Dr. Randall Donohue descrive come si svolge tal processo:

Se la CO2 elevata fa diminuire il consumo di acqua delle singole foglie, le piante negli ambienti aridi risponderanno aumentando il numero totale di foglie. Questi cambiamenti nella copertura fogliare possono essere rilevati dai satelliti, in particolare nei deserti e nelle savane dove la copertura è meno completa rispetto ai luoghi umidi [...]. A prima vista, l'elevata CO2 che  aumenta il fogliame in un Paese arido è una buona notizia e potrebbe aiutare la silvicoltura e l'agricoltura in tali aree.

Inoltre ricercatori internazionali hanno concluso che le emissioni di anidride carbonica stanno fertilizzando le piante e rendendo il pianeta più verde consente alla vegetazione di moderare il riscaldamento globale consumando emissioni di carbonio. Allo stesso modo, esaminando gli effetti delle emissioni di carbonio sulla produzione agricola, Jan F. Degener ha scoperto che la CO2 è fondamentale per ottenere rese più elevate:

L'aumento delle concentrazioni di CO2 giocherà un ruolo centrale nel mantenere le rese future di tutte le colture al di sopra del livello odierno [...]. In generale, le rese aumenteranno quando la CO2 aumenta e diminuiranno quando viene mantenuta costante.

Oltre a diffamare la CO2 e il riscaldamento globale, gli allarmisti del clima pensano erroneamente che il cambiamento climatico sia un evento prevenibile. Il clima è in continua evoluzione e continuerà a cambiare anche senza gli esseri umani. Questi ultimi possono gestire la loro risposta ai cambiamenti climatici solo per ridurre al minimo i danni. Inoltre gli effetti globali del cambiamento climatico sono diseguali: Russia, Cina e Stati Uniti potrebbero registrare un aumento dei campi arabili grazie al cambiamento climatico, mentre le regioni tropicali e subtropicali potrebbero vederli diminuire.

Interessante anche il fatto che l'evidenza scientifica sostiene che, contrariamente alle previsioni apocalittiche degli allarmisti del clima, l'agricoltura e il benessere globale non sono minacciati dai cambiamenti climatici, quindi "le politiche agricole volte alla mitigazione dovrebbero essere abolite". D'altra parte Chiu-Ming Hsiao, in un documento del 2022, ritiene che le politiche climatiche dovrebbero essere compatibili con il livello di sviluppo di un Paese: "Non tutti i Paesi dovrebbero intraprendere immediatamente azioni di riduzione dell'anidride carbonica. Considerando la crescita economica globale, i Paesi hanno le proprie esigenze di crescita economica e svolgono attività economiche adeguate".

Un altro difetto del movimento allarmista del clima è la promozione delle energie rinnovabili. Queste ultime generano rifiuti significativi e si sono rivelate una fonte di energia inaffidabile, oltre a dover essere alimentata da combustibili fossili. Ma è piuttosto esilarante che la difesa delle energie rinnovabili abbia scatenato un nuovo problema che non esisterebbe se gli attivisti per il clima fossero ragionevoli.

La domanda di minerali dalle terre rare utilizzati nella creazione di energie rinnovabili sta alimentando l'estrazione mineraria terrestre, ma poiché gli attivisti si oppongono a tale estrazione, alcuni hanno proposto l'estrazione mineraria nelle acque profonde. Come previsto, gli attivisti si oppongono anche a questa attività di estrazione. Rispetto all'estrazione terrestre, quella nelle acque profonde è meno tossica e dirompente. Gli attivisti vogliono le energie rinnovabili, ma respingono entrambe le forme di estrazione mineraria. Tuttavia non esiste un vero dilemma, perché le energie rinnovabili sono costose, tossiche e inefficienti.

Il vero problema è che gli attivisti, senza alcun riguardo per la scienza, stanno plasmando le politiche pubbliche a scapito della gente comune. Di conseguenza è l'incapacità di fermare il successo dell'allarmismo climatico che rappresenta una vera minaccia esistenziale. Dovrebbe preoccuparci che un movimento guidato da persone fuorviate abbia una tale influenza da far deragliare il progresso industriale e far soffrire milioni di persone.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. Forzare con la violenza le persone a smettere di usare l'energia elettrica su richiesta è come stampare denaro: l'ennesima forma subdola d'impoverimento.

    Ma è per una buona causa, giusto? I pianificatori centrali affermano che una minore produzione di anidride carbonica significherà temperature inferiori per la Terra; "ne varrà la pena", dicono, ma nessuno sa ancora quale sarà il prezzo. Davvero possiamo sapere in anticipo cosa accadrà se tutto andrà "secondo i piani?" Mettiamo che tutto vada in accordo con i piani della Von der Layen e liberiamo il mondo dalla dipendenza dai combustibili fossili, mettiamo anche che ne paghiamo il prezzo... qualunque esso sia, dai prezzi che triplicano per cibo ed energia a 100 milioni di morti per freddo o malnutrizione (dove le persone vivono già ai margini). Sarebbe un peccato se, nonostante tutti i sacrifici e le sofferenze, il clima continuasse comunque a cambiare, se alla Terra non importasse cosa pensiamo o cosa facciamo.

    È il confine volutamente impercettibile tra "noi" e "loro" che rappresenta un assegno in bianco per le peggiori barbarie della storia. Come tutti i Grandi Piani della storia di gente che presumibilmente "sapeva meglio degli altri", i costi ricadranno principalmente su poveri, deboli e figli/nipoti. Il prezzo dell'energia potrebbe anche decuplicare, ma i "pianificatori centrali" non dovranno spiegare ai loro di figli perché non possono permettersi di riscaldarsi. Quanti di loro saranno costretti a scegliere tra dar da mangiare ai figli o pagare l'affitto? Quanti di loro faranno lunghe file per ricaricare le proprie auto elettriche, o per comprare un litro di benzina? I loro jet privati rimarranno a terra? I loro pranzi/cene diventeranno inaccessibili?

    E poi, quando la lotta contro i mulini a vento per alterare le temperature del mondo fallirà (perché è progettata per fallire, visto che qui si tratta solo di comando/controllo), cosa faranno? Ammetteranno in lacrime che "noi" abbiamo ucciso persone per niente?

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