Bibliografia

mercoledì 14 settembre 2022

L'inverno sta arrivando in Europa: tante grazie per la tua guerra delle sanzioni, Washington!

 

 

di David Stockman

L'imminente depressione dell'Europa non deve essere sottovalutata in termini di rilevanza per questo lato dell'Atlantico. Dall'inizio del secolo, le esportazioni statunitensi verso l'Unione Europea sono aumentate da $12,3 miliardi al mese a $30,4 miliardi, per un ammontare su base annua di $365 miliardi.

Inutile dire che quando il PIL europeo scenderà a due cifre, la domanda di esportazioni statunitensi crollerà, causando cali della produzione e dell'occupazione da questa parte dell'Atlantico.

Ciò che incombe in Europa è la possibilità di una depressione inflazionistica. L'IPC è già praticamente andato in orbita, attestandosi all'8,9% anno/anno a luglio.

E l'IPC di agosto è stato ancora più alto: l'indice dei prezzi al consumo armonizzato è salito di altri 21 punti base, al 9,08% anno/anno.

Come mostrato di seguito, le recenti letture dell'inflazione sminuiscono qualsiasi cosa l'Europa abbia sperimentato negli ultimi tempi, il che significa che il potere d'acquisto dei consumatori viene drasticamente ridotto.

Ma il vacillante potere d'acquisto dei consumatori non ha affatto finito di scendere. Il fatto è che il settore industriale europeo è guidato dal gas naturale, esponendolo a una devastante crisi del prezzo dei costi a causa delle sanzioni suicide alla Russia e del conseguente crollo delle forniture di gas dai gasdotti russi.

Non sorprende che l'UE continui a convocare riunioni di emergenza tra i ministri dell'energia, mentre i prezzi del gas aumentano vertiginosamente, raggiungendo il massimo storico europeo e minacciando di mandare in tilt l'economia del continente.

Questo grido disperato è arrivato quando i prezzi del gas in Europa hanno raggiunto un record a €343 per megawattora, o 30 volte il prezzo normale negli Stati Uniti. Ciò è culminato in una settimana in cui il prezzo del gas di riferimento in Europa è salito di quasi un terzo, mentre trader e utility si affrettano ad assicurarsi forniture prima dell'inverno.

La forte minaccia che ne deriva per le industrie ad alta intensità energetica è evidente: il costo del gas è aumentato di 14 volte sin dalla metà del 2021.

Di conseguenza le industrie ad alto utilizzo di gas stanno semplicemente chiudendo a causa del costo proibitivo della materia prima. Ad esempio, l'associazione dell'industria dei fertilizzanti ha avvertito che il 70% della produzione in Europa è già stata ridotta a causa dei prezzi elevati del gas, illustrando come la crisi energetica si stia diffondendo in tutti i settori e minacciandoli, dalla produzione del vetro alla produzione alimentare fino alla fusione dei metalli.

Allo stesso modo, il costo dell'elettricità è salito a livelli record in Europa, aprendo la strada a tassi di consumo dolorosamente alti in tutto il continente durante l'inverno e ben oltre.

Nel complesso, l'intera zona Euro, così come il Regno Unito, si trova ad affrontare la peggiore crisi del costo della vita nella memoria moderna.

Non sorprende quindi che, nell'ultima settimana, gli europei, principalmente nel Regno Unito e in Irlanda, abbiano pubblicato foto di bollette energetiche incredibilmente alte nel mezzo della crisi energetica in corso (e in peggioramento). Come ha scritto ZeroHedge:

Molti dei post provenivano da proprietari di piccole imprese che sono state completamente schiacciate in questo momento e non saranno in grado di rimanere operative molto più a lungo.

Uno di questi proprietari è Geraldine Dolan, proprietaria del caffè Poppyfields ad Athlone, in Irlanda, a cui sono stati addebitati quasi €10.000 per poco più di due mesi di consumo energetico.

Come riporta l'Irish Times: "Il costo dell'elettricità per 73 giorni, dall'inizio di giugno fino alla fine di agosto, è stato di €9.024,70 con un aumento del 250% in soli 12 mesi. Non sono inclusi gli €812,22 di IVA, che le ha portato il saldo totale a €9.836,92".

"Come diavolo è possibile", ha twittato la Dolan.

I piani di risparmio energetico ora allo studio, vi dicono tutto ciò che dovete sapere: implicano che entro la metà dell'inverno l'economia europea mangerà la polvere.

Ulf Kempfer, vicepresidente dell'Associazione tedesca dei comuni e sindaco di Kiel, ha rilasciato un'intervista al Welt che fa luce sulle misure disperate ora in preparazione per ridurre il consumo di elettricità. Ipotizzando che il Nord Stream 1 continui a funzionare a un quinto della sua capacità, il consumo energetico tedesco dovrà essere ridotto di almeno il 20%; se i russi interrompessero tutto il gas, cosa che potrebbero benissimo fare, la Germania dovrà affrontare un deficit del 40%.

Anche il caso migliore è una catastrofe, che anche lo spegnimento dei lampioni non risolverà. I maggiori risparmi si ottengono riducendo drasticamente il riscaldamento interno e l'uso di acqua calda, frigoriferi, lavatrici e computer. Probabilmente i servizi municipali e gli uffici dovranno essere chiusi, anche se alcune strutture, come le biblioteche pubbliche, potrebbero essere mantenute aperte come rifugio per coloro che non sono in grado di riscaldare le proprie case.

Inoltre, nel bel mezzo dell'aumento vertiginoso delle bollette elettriche, i consumatori potrebbero dover affrontare un doppio smacco: bollette elettriche elevate e anche blackout. Questo perché milioni di famiglie in Germania e altrove nel continente si sono affrettate ad acquistare riscaldatori elettrici e pompe di calore al fine di ridurre la loro esposizione a bollette del gas fuori dal mondo.

Di conseguenza ora c'è un arretrato di un anno per le pompe di calore, il che implica un'enorme domanda incrementale sulla rete elettrica. E la rete stava già gemendo per la domanda esistente, il che significa che le sovratensioni delle pompe di calore e dei riscaldatori elettrici durante le giornate ultra fredde di questo inverno potrebbero causare l'arresto della rete.

Poiché i prezzi del petrolio e del gas sono aumentati enormemente, infatti, i consumatori europei sono alla disperata ricerca di alternative. In Polonia, ad esempio, nelle miniere di carbone ci sono lunghe code composte da veicoli in fila per una razione di carbone.

Allo stesso modo, in Germania e altrove chi può permetterselo ha installato pompe di calore, mentre chi non può permettersele ha comprato stufe elettriche. Ma come ha notato un esperto di energia:

E tutto ciò richiede elettricità, ma la rete non è progettata per questo [...]. Non sarè in grado di reggere, la rete elettrica crollerà. Il blackout saranno una certezza.

Come ha scritto il blogger tedesco Eugyppius a proposito di una tipica città tedesca chiamata Starnberg:

Stiamo assistendo al totale fallimento delle politiche sull'energia verde. I Verdi hanno passato anni a promuovere l'elettricità come l'unica soluzione sostenibile e responsabile dal punto di vista ambientale, chiudendo le nostre centrali nucleari, riversando miliardi incalcolabili nell'eolico e nel solare che non funzionano e bruciando gas russo a buon mercato come una falsa misura "transitoria" per vendere l'illusione verde. Non è un caso che l'ex-cancelliere Angela Merkel, responsabile della nostra disastrosa decisione di eliminare gradualmente l'energia nucleare, abbia combattuto strenuamente per il Nord Stream 2. Ma ora il gas russo è scomparso, non c'è abbastanza energia e gli idraulici a Starnberg stanno pregando che le nuove pompe di calore sono ritardate abbastanza a lungo da risparmiare alla loro fragile rete elettrica nuovi scossoni prima dell'inverno.

Quindi la domanda si ripresenta: mentre l'Europa si prepara per il suo inverno, qual è il punto?

La Guerra delle Sanzioni è stata un terribile fallimento in termini di punizione dell'economia russa e della capacità di Putin di preservare l'Ucraina.

Guarda caso la Russia sta pompando più petrolio nel mercato globale adesso di quanto faceva prima dell'invasione dell'Ucraina. Joe Wallace e Anna Hirtenstein del WSJ riferiscono che anche la Russia sta guadagnando più che mai dalla vendita di petrolio e prodotti raffinati a causa del forte aumento dei prezzi.

Le esportazioni russe di greggio e prodotti derivati da esso sono scese di soli 600.000 barili al giorno dall'inizio dell'anno, da un livello prebellico di 7,85 milioni di barili al giorno; malgrado ciò quest'anno la Russia ha guadagnato $20 miliardi in vendite mensili medie rispetto a una media mensile di $14,6 miliardi nel 2021.

Inoltre i dati della società di monitoraggio delle navi, Vortexa, mostrano che le spedizioni sono aumentate di nuovo ad agosto. Gli esperti, compresi i funzionari delle spedizioni, affermano che le vendite di energia russe sono cresciute trovando nuovi acquirenti, nuovi mezzi di pagamento, nuovi commercianti e nuovi modi di finanziare le esportazioni.

Per quanto riguarda questa follia, speriamo sinceramente che gli elettori europei si sveglino questo inverno e causino la caduta di tutti i governi in Europa. Non c'è altro modo per fermare gli arroganti guerrafondai e neocon di Washington, che ora hanno portato l'economia globale sull'orlo del baratro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. Il fenomeno delle auto-immolazioni buddhiste come forma di protesta è un tema che in Occidente non interessa. L'oppressione di quelle persone che soffrono a causa di un governo autoritario e totalitarista non trova spazio nelle attenzioni della maggior parte delle persone all'estero, Italia compresa, perché, molto probabilmente, non importa niente a nessuno. Non c'è guadagno da parte di chi muove i media generalisti, quindi si possono comodamente ignorare. Un comportamento eticamente/moralmente condannabile, certo, ma non dal punto di vista economico. Questo semplice fatto etico, infatti, non trova riscontro nei rapporti economico/commerciali tra l'occidente, o Italia in particolare, con la Cina. Ed è giusto che sia così, in fin dei conti, perché l'etica con i fenomeni economici non ha ragion d'essere. Non è una questione di rapporti commerciali tra stati, essendo essi basati sulla violenza, bensì di rapporti commerciali tra imprese. Ogni impresa è libera di fare affari con un'altra in base al valore soggettivo che ogni impresa possiede e all'utilità marginale estratta dal rapporto.

    Le cose "magicamente" cambiano da febbraio fino a oggi con il conflitto russo-ucraino. D'improvviso l'etica sfonda le porte dei rapporti economico/commerciali e l'immolazione coatta degli attori economici diventa la via verso un non ben precisato obiettivo ufficiale. Questo non ben precisato obiettivo fatica a essere raggiunto? Bisogna perseverare, anche a costo di castrare interi settori industriali e scaraventare l'intera società in un impoverimento generalizzato e scriteriato. In preda a un delirio psicotico, chi subisce la propaganda dell'etica giustificata in economia, loda la contrazione del benessere (ignorando altresì che la contrazione della divisione del lavoro e della sofisticazione della struttura di produzione sono un danno che ancora non riesce a vedere). Allora la domanda sorge spontanea: perché l'etica è giustificata in un particolare caso, ma non viene giustificata in un altro, allo stesso modo grave e allo stesso modo necessitante un intervento sanzionatorio?

    In realtà, questa non è etica; la si vuol far passare come tale. Quando si permette all'etica, imbracciata dallo stato paternalista, d'interferire con i fenomeni economici il risultato è il marxismo, il comunismo, il socialismo. Vi sorprende che siamo instradati su un percorso d'involuzione industriale, desertificazione creativa, impoverimento generale e decrescita progressiva?

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