Bibliografia

mercoledì 31 agosto 2022

Politica monetaria e progresso ambientale: perché il denaro fiat alimenta l'inquinamento

 

 

di Josh L. Ascough

Molte persone sono sempre più preoccupate per l'inquinamento e i suoi effetti sul nostro ambiente e sulla qualità della vita. Tanto è vero che sembra che i politici stiano finalmente prendendo sul serio l'energia nucleare rispetto a prima. Abbiamo assistito a una maggiore spinta verso l'energia solare ed eolica, come mezzi alternativi e più rinnovabili per fornire energia alle economie nazionali e mondiali.

Nonostante ciò, le azioni verso la green economy sono inutili; non solo finché permangono la tragedia dei beni comuni e del dominio eminente, ma finché la politica monetaria rimane a favore dell'inflazione secolare.

Inflazione secolare è un termine utilizzato per descrivere uno stato di cose in cui la politica delle autorità monetarie, nel caso del Regno Unito, la Banca d'Inghilterra, prevede un aumento prolungato o graduale dei prezzi tramite l'obiettivo dell'inflazione. L'attuale obiettivo della Banca d'Inghilterra è un'inflazione dei prezzi al 2%, quindi la BoE mira ad aumentare l'offerta di denaro (MS) rispetto alla domanda (MD) per raggiungere l'obiettivo di un indice dei prezzi al 2%.

Questa espansione in eccesso di MS porta a una diminuzione del potere d'acquisto della sterlina, il che significa che il denaro non ha lo stesso valore del passato, né dell'anno base. L'anno base, noto anche come anno 1, è il punto di partenza per misurare le variazioni del livello dei prezzi e del potere d'acquisto del denaro. Se il potere d'acquisto della sterlina diminuisce del 50%, l'indice dei prezzi nell'anno 2 sarà contrassegnato come 1,50; allo stesso modo, se il potere d'acquisto aumenta del 50%, viene contrassegnato come 0,50.

Dal punto di vista dell'inflazione secolare, il valore del denaro in un dato anno ha una "data di scadenza" l'anno successivo. Questo effetto della politica monetaria sulla qualità e il progresso dell'ambiente può essere esaminato utilizzando la Curva di Kuznets.

La Curva di Kuznets misura la qualità ambientale in base al reddito pro capite.

La Curva mostra che quando le economie iniziano a svilupparsi, la qualità ambientale peggiora, perché vengono messe in atto nuove attività che hanno un impatto sull'ambiente, ma non c'è abbastanza produttività monetaria per incentivarne il mantenimento. All'aumentare del reddito pro capite, il costo di manutenzione o la ricerca di alternative rinnovabili in proporzione al reddito, fa sì che un ambiente più pulito diventi un'attività desiderata; man mano che diventiamo più ricchi, attribuiamo un valore maggiore all'ambiente e siamo più in grado di mantenerlo. Ciò è dimostrato dalla posizione tra basso reddito e alto reddito, denominati LY e HY, in relazione all'asse X e Y.

Il problema è che la Curva di Kuznets misura il reddito nominale, piuttosto che il reddito reale. Il reddito nominale si riferisce alla quantità totale di denaro (10 banconote da £50 = £500), mentre il reddito reale si riferisce al potere d'acquisto effettivo di quelle £500.

Se prendiamo come riferimento l'attuale Indice dei prezzi al consumo (9,1%), il valore reale di suddette £500, confrontando l'indice dei prezzi di giugno 2021 (111,3) e giugno 2022 (121,8), è di circa £456,89.

Significa che £500, M (nominale), del 2021 valgono £456,89 (£457 arrotondati), m (reale), nel 2022. Una riduzione del valore reale di quasi £50 potrebbe non sembrare molto ai politici, ma alle persone che sbarcano il lunario fa un'enorme differenza.

Possiamo anche vedere effetti simili sul livello reale dei redditi. Supponiamo che il reddito medio pro capite sia £30.000. Secondo la Curva che misura il reddito nominale, un reddito pro capite di £30.000 dovrebbe vederci spostare nell'angolo inferiore destro. Tuttavia, adattandoci al livello di reddito reale, vediamo che il valore reale di £30.000 vale nell'effettivo £27.413,79

Ciò significa che un reddito nominale di £30.000 del 2021 vale ora, nel 2022, £27.413,79.

Proviamo ad ampliare il fattore temporale e a vedere meglio l'andamento della riduzione del valore reale. Considerando il 2008 come anno base e guardando al potere d'acquisto della sterlina, si può osservare come quest'ultima abbia visto ridurre il suo valore nel tempo.

Il grafico qui sopra parte dall'anno base e guarda al valore della sterlina (misurato in pence [p]) per ogni anno rispetto all'anno precedente. Ad esempio, un saldo monetario nominale di 100 pence nel 2013 valeva 97,15 in termini reali nel 2014, così come poi 100 pence nominali nel 2014 sarebbero valsi 98,10 in termini reali l'anno successivo.

Possiamo anche osservare la contrazione dei saldi monetari reali partendo dall'anno base e confrontarla ulteriormente con i dati anno per anno.

Nel grafico qui sopra la linea blu rappresenta il valore reale (m) di 100p in base a un confronto anno per anno (il valore reale di 100p nel 2009 rispetto al valore reale di 100p nel 2010, ecc.), mentre la linea rossa rappresenta la riduzione progressiva del valore reale di 100p rispetto al valore reale dell'anno precedente.

Per fare un esempio, nel periodo 2008/09 il valore reale di 100p rispetto all'anno base era 93,84, mentre nel 2009/10 il valore reale di 93,84 nell'anno successivo sarebbe stato 92,02.

Un fenomeno simile si può osservare per quanto riguarda i salari. Supponendo che il reddito nominale medio sia £30.000, possiamo vedere la variazione del valore reale del reddito medio nel periodo dal 2008 al 2022.

Qui vediamo il valore reale del reddito dal 2009 al 2022, dove il 2008 è considerato l'anno base. All'indomani della crisi finanziaria del 2008, vediamo il valore reale di £30.000 scendere da £29.480,97 nel 2009 a £28.778,14 nel 2011. Il più grande calo del valore reale si è verificato dopo i costi finanziari dei lockdown, dove il valore reale di £30.000 nel 2022 è £27.413,79.

Riportato alla Curva di Kuznets, quindi, osserviamo mostrare quanto segue.

Aggiustando da nominale a reale, vediamo che la pendenza della curva aumenta e nel complesso si sposta ulteriormente in alto a destra. Ciò significa che adattato ai saldi monetari reali, il rinnovamento dell'ambiente diventa molto meno accessibile per la persona media. Con il passare del tempo, e con una politica d'inflazione secolare in atto, il valore di un salario da £30.000 diminuisce e le persone devono acquisire saldi nominali più elevati ogni anno per raggiungere i livelli precedenti di reddito reale; una progressione verso l'infinito praticamente.

Ciò significa che siamo sempre un passo indietro (o secondo il CPI, 9.1 passi indietro) quando si tratta di qualità ambientale. Questo porta a uno dei tanti costi dell'inflazione: proteggersi.

Quando le persone si aspettano che l'inflazione aumenti, o sia costante, spendono risorse per proteggere il valore delle proprie attività dagli effetti dell'inflazione. Questo avviene sotto forma di finanze personali, investimenti in metalli preziosi, come oro o argento, o richiesta di consiglio a contabili.

Sebbene questo tipo di attività sia razionale per le persone che cercano di proteggersi, è anche uno spreco rispetto al valore che avrebbe potuto essere investito se non ci fosse stata inflazione. Ciò si aggiunge ulteriormente al rallentamento del processo di spostamento dei redditi pro capite a destra della curva, perché la perdita di potere d'acquisto devia le risorse verso attività "dispendiose".

La nostra attuale politica di stabilità dei prezzi iniettando denaro in eccesso nell'economia, nel tentativo di evitare la deflazione dei prezzi, ci fornisce quegli stessi effetti che rallentano il processo delle Curve di Kuznets: un aumento dei prezzi alla produzione che sminuisce il calo dei costi di produzione unitari.

Se vogliamo prendere sul serio il degrado ambientale e migliorare la qualità dell'ambiente, allora è importante affrontare l'inflazione secolare e abbandonare la politica di targeting dell'inflazione, favorendo invece una produttività che consenta la deflazione dei prezzi, la stabilità finanziaria e una riduzione unitaria dei costi di produzione per poi stimolare la riduzione dei costi di output.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


3 commenti:

  1. INQUINAMENTO QUANTIA' MONETARIA E CONSUMI

    Sono le tasse che aumentano l'inquinamento, piu' alte sono le imposte meno gente avrà denaro disponibile da spendere, piu' alte sono le imposte meno soldi avranno le imprese da spendere nella qualità dei prodotti, nella sostenibilità dei prodotti, nella riciclabilità dei prodotti, nella durata dei prodotti, nella qualità delle materie prime, nella qualità e nella sostenibilità delle produzioni, del lavoro, nella messa a punto di una produzione ad impatto zero !

    Piu' alte sono le imposte, piu' le imprese produrranno spazzatura a basso costo, a breve durata, piu' alti dovranno essere i volumi, le produzioni, le vendite, perche i margini a causa dell'ipetassazione sono risicati, e bisogna compensare coi volumi di vendita, prodotti altamente inquinati per una popolazione povera, che prima guarda il prezzo e solo dopo guarda alla qualità del prodotto, alla durata, alla affidabilità.

    Quindi in conclusione, non è assolutamente vero che se aumentano i consumi da disponibilità monetaria aumenta l'inquinamento, è l'esatto contraio, difatti viviamo in ipertassazione a contrasto dei consumi da decenni e il pianeta è completamente inquinato, meno soldi circolano a causa dell'ipertassazione piu' alti saranno i consumi di spazzatura a basso costo e beve durata, piu' alto l'inquinamento, piu' bassa sarà la tassazione, molto piu' denaro sarà disponibile per rendere il ciclo economico di una qualità, durata ed impatto ambientale migliore, i paesi molto ricchi, vedi la Svizzera, sono i paesi piu' puliti, quelli piu' poveri i piu' sporchi ed inquinanti, la Cina da paese povero iperproduttivo inquinava tantissimo oggi inquina sempre meno, vedi il Giappone, è l'esatto contrario, ma le persone di un livello intellettivo e colturale medio basso non ci arrivano e non ci arriveranno mai !

    Marco Cristofoli Moneta Pubblica Italia Sociale & Cristiana

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    1. Salve Marco.
      Per quanto possano essere distorcenti le tasse in un ambiente economico, non riusciranno mai a competere ai rivoli infiniti di distorsione economica scaturiti dalla stampa arbitraria di denaro. Essa infatti demolisce l'architettura della struttura di produzione, alimenta sprechi di risorse scarse, devia pericolosamente i flussi di capitale e crea un ambiente artificiale in cui l'urgenza di una correzione mette i bastoni tra le ruote alla nascita di realtà sostenibili e profittevoli.

      Ora, io capisco le "buone" intenzioni di cambiare il mondo, ma questa è una strada lastricata che finisce all'inferno. Non esiste niente del genere, né qualcuno dovrebbe pensarci perché si finirebbe solo con aspiranti dittatori (come ci ricorda anche Hayek in The Road to Serfdom). Cambiare nel proprio piccolo, migliorare nel proprio piccolo... questo è il vero cambiamento possibile e auspicabile. Bitcoin lo permette e, attraverso la mano invisibile (che Smith attribuiva a Dio), è possibile cambiare indirettamente il mondo.

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  2. L'economizzazione dell'ambiente economico da parte degli attori di mercato è un fattore cruciale quando si tratta di produttività, sofisticazione della divisione del lavoro e miglioramento del tessuto industriale. Gli imprenditori, attraverso il loro set di valori unico, notano quelle risorse sottovalutate e attraverso il suddetto processo di economizzazione (tra cui anche il meccanismo costi/benefici tra gli altri) sono in grado di creare valore per il resto dell'ambiente di mercato. L'utilità marginale dei clienti/consumatori darà luogo ad un profitto o una perdita per l'imprenditore, ma qualunque sia l'esito si tratta di informazioni vitali. Perché? Perché i prezzi sono un mezzo attraverso il quale l'ambiente economico può essere meglio compreso da chi lo popola.

    Mises, nel suo libro magistrale Planned Chaos, spiegò egregiamente come il controllo dei prezzi in un settore poi ha inevitabilmente ripercussioni nei settori limitrofi a quello controllato inizialmente, fino a creare un caos generalizzato dove l'artificialità regna e la devastazione economica inverte tutti quei processi economici fisiologici che invece avevano portato prosperità e benessere. Di conseguenza un controllo dei prezzi, che sia un floor o un tetto, rappresenta non solo un modo per creare confusione all'interno dei mercati i quali non possono più ripulirsi in modo sano e coerente, ma un tentativo deliberato di distruggere progressivamente il tessuto industriale, sociale ed economico, in generale.

    Qualunque volontà di stabilire i prezzi a tavolino, e impedire che vengano fissati attraverso l'utilità marginale degli attori di mercato, è un atto criminale intenzionale.

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