Bibliografia

martedì 26 luglio 2022

Il Grande Reset: come far tornare indietro le lancette della civiltà

 

 

di Birsen Filip

La pandemia di Covid-19 ha mostrato una fusione senza precedenti tra gli interessi di grandi e potenti corporazioni con il potere dello stato. I politici in molti Paesi non sono riusciti a rappresentare gli interessi dei propri cittadini e a tener fede alle proprie costituzioni e carte dei diritti. In particolare, hanno sostenuto lockdown, obblighi di vaccinazione, la soppressione di una varietà di opzioni di trattamento precoce, la censura delle opinioni dissenzienti, la propaganda, l'interferenza nella sfera privata degli individui e la sospensione di varie forme di libertà. Tutte queste politiche e misure sono state progettate centralmente dagli ingegneri sociali.

I globalisti, ossessionati dal controllo sociale, hanno deciso di approfittare della pandemia per aumentare il loro potere autoritario. Tra questi spicca Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum (WEF). Nel giugno 2020 ha affermato che "la pandemia rappresenta una finestra di opportunità rara ma ristretta per riflettere, reimmaginare e resettare il nostro mondo". Secondo lui "ogni Paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni industria, da quella petrolifera e del gas a quella tecnologica, deve essere trasformata".

Non è un segreto che il WEF si sia concentrato sull'accelerazione dell'attuazione della pianificazione centrale per l'intera popolazione globale sin dai primi giorni della pandemia. Questo piano per stabilire un nuovo ordine mondiale, noto come il Grande Reset, è stato un tema chiave del recente incontro annuale del WEF, che si è tenuto dal 22 al 26 maggio a Davos, in Svizzera.

I drastici cambiamenti nell'ordine mondiale come il Grande Reset non avvengono spontaneamente, piuttosto sono progettati da policymaker senza volto, inclusi influenti miliardari, politici, celebrità, accademici, ricchi filantropi e burocrati in organizzazioni e istituzioni internazionali. Questi tipi di persone supportano l'ingegneria sociale, perché consentirà loro di acquisire il controllo sulla ricchezza e le risorse naturali del mondo e di rafforzare la loro capacità di plasmare la società come meglio credono.

Come i loro predecessori nel corso della storia, gli ingegneri sociali del WEF ritengono che "non ci deve essere un'attività spontanea e non pianificata, perché potrebbe produrre risultati che non si possono prevedere e tenere a bada. Potrebbe produrre qualcosa di nuovo, impensato nella filosofia dei progettisti".[1]

Sulla base dell'agenda del WEF, il completamento dell'attuale trasformazione industriale richiederà la riprogettazione e il controllo di ogni minuscolo aspetto della vita e del comportamento umano, comprese le sfere private degli individui, l'economia, la politica e le organizzazioni sociali; abbattere quindi la cooperazione spontanea tra individui basata sulla loro volontà, valori, pensieri e convinzioni. Siamo stati avvertiti quasi due secoli fa che nel momento in cui questo tipo di potere tirannico prende il sopravvento, sarà "impegnato in una moltitudine di piccoli compiti penetrando nella vita privata delle persone, governando le famiglie e dettando le azioni e i gusti degli individui".[2]

Infatti alcuni dei controlli più ridicoli proposti dal WEF includono la limitazione del lavaggio dei jeans a non "più di una volta al mese" e "il pigiama una volta alla settimana". Il WEF sostiene anche la trasformazione d'interi sistemi alimentari incoraggiando le persone a consumare insetti, sostenendo che "le proteine degli insetti hanno proprietà di alta qualità e possono essere utilizzate come fonte alternativa di proteine lungo tutta la catena alimentare, dal mangime per l'acquacoltura agli ingredienti per integratori alimentari per umani e animali domestici". La riforma del sistema alimentare comporterebbe anche il consumo di "carne coltivata in laboratorio", riferendosi a un "prodotto a base di carne creato coltivando cellule animali in un ambiente controllato".

Il WEF sostiene anche l'eliminazione della "proprietà dell'auto", poiché "pagare per un passaggio o la consegna a casa è facile come pigiare un'app" e "noleggiare un veicolo" significa che "prestiti auto e pagamenti assicurativi verranno ridotti o scompariranno del tutto". In definitiva il Great Reset mira a creare un mondo in cui "non avrete nulla e sarete felici" entro il 2030, poiché le persone non avranno alcuna proprietà privata e affitteranno tutto ciò di cui "hanno bisogno nella vita".

Tuttavia questa premessa ignora il fatto che la proprietà privata è associata al progresso delle civiltà, a stadi più elevati di sviluppo materiale e morale e allo sviluppo della moderna vita familiare. Lo scenario del WEF sminuisce anche il senso di sicurezza, rafforzato invece dal possesso di proprietà privata.

Una volta completato il Grande Reset, gli individui vedranno sostituito il loro pensiero e il processo decisionale "da quello di uomini molto simili a loro, che si rivolgono a loro o parlano a loro nome".[3] Un tale "desiderio d'imporre al popolo un credo che sia considerato salutare per tutti […] non è cosa nuova o peculiare del nostro tempo".[4] Tuttavia come hanno dimostrato vari regimi totalitari nel corso della storia, l'oppressiva pianificazione centralizzata degli ingegneri sociali porta le masse a perdere il senso di autonomia, libertà, dignità, creatività e forza. Si perde anche l'incentivo a migliorare la propria condizione e a contribuire al progresso della società.[5]

Se l'ingegneria sociale del WEF avrà successo, entro il 2030 non sarà possibile fare affidamento su sé stessi, sui familiari, sui parenti, sugli amici o sulla comunità. Questo perché i sostenitori di qualsiasi regime assolutista vogliono che le tradizioni e i costumi siano corrotti, "i ricordi cancellati, le abitudini distrutte, [...] la libertà soffocata dalle leggi".[6]

In altre parole, vogliono progettare un ordine sociale in cui la simpatia e l'assistenza reciproca siano rese obsolete e in cui ogni cittadino del mondo sia ugualmente impotente, povero e isolato, in modo che le persone non siano in grado di opporsi alla forza organizzata della governance globale e diventare totalmente dipendenti dai governi e dai loro alleati. Alla fine nulla proteggerà più i cittadini e questi ultimi non proteggeranno più sé stessi.

Gli ingegneri sociali del WEF stanno essenzialmente sostenendo la legge della giungla, dove i forti esercitano il loro potere soggiogando i deboli. Stanno fondamentalmente chiedendo al mondo di fare un passo indietro, lungo lo sviluppo della storia umana, verso un nuovo feudalesimo e schiavitù. È importante ricordare che la libertà economica, la libertà negativa, la libertà politica, la libertà di pensiero, la libertà di parola e la libertà di stampa non sono attributi dell'uomo primitivo o della servitù della gleba, piuttosto sono prodotti degli stadi più avanzati della società.

Per essere più precisi, questi tipi di libertà sono il risultato degli sforzi d'innumerevoli pensatori, movimenti sociali, rivoluzioni e guerre nel corso della storia umana. Tuttavia gli ingegneri sociali non sono interessati alla storia e alle lotte della nostra civiltà, poiché credono di possedere competenze in tutti i settori, la linea di pensiero al centro di tutti i regimi dittatoriali.[7] Non pensano che l'ingegneria sociale sia estranea alla natura dell'essere umano, anche se si basa sull'“esattezza meccanica” e non “scaturisce dalla libera scelta dell'essere umano”.[8] Inoltre i sostenitori dell'ingegneria sociale ignorano il fatto che "il progresso dell'umanità, nei poteri della mente e del cuore, nel benessere e nella tecnica, nel diritto e nella moralità, implica necessariamente la partecipazione delle classi inferiori".[9]

Chiunque creda che gli ingegneri sociali del WEF abbiano a cuore nobili intenzioni mentre progettano e implementano il Great Reset dovrebbe prestare attenzione all'avvertimento del presidente Franklin D. Roosevelt (1935), che (ironicamente) dichiarò:

La dottrina della regolamentazione e della legislazione da parte di "menti superiori" al cui giudizio e volontà tutte le persone possono tranquillamente e volentieri acconsentire, è stata troppo evidente a Washington durante questi ultimi 10 anni. Se fosse possibile trovare "menti superiori" così disinteressate, così disposte a decidere senza esitazione contro i propri interessi personali o pregiudizi privati, uomini quasi divini nella loro capacità di tenere la bilancia della giustizia con una mano equilibrata, un tale governo potrebbe essere all'interesse del Paese; ma non ce ne sono nel nostro orizzonte politico e non possiamo aspettarci un completo capovolgimento di tutti gli insegnamenti della storia.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


____________________________________________________________________________________

Note

[1] F. A. Hayek, The Road to Serfdom (1944; repr., New York: Routledge, 2006), p. 166.

[2] Alexis de Tocqueville, Democracy in America: Historical-Critical Edition of "De la démocratie en Amérique", ed. Eduardo Nolla e trad. James T. Schleifer, ed. bilingue, 4 voll. (Indianapolis, IN: Liberty Fund, 2010), 1:223.

[3] John Stuart Mill, On Liberty (Kitchener, ON: Batoche Books, 2001), p. 261.

[4] Hayek, The Road to Serfdom, p. 168.

[5] Hayek, The Road to Serfdom.

[6] Tocqueville, Democracy in America, 2:156.

[7] Hayek, The Road to Serfdom.

[8] Wilhelm von Humboldt, The Limits of State Action. (1792; riproduzione, Cambridge: Cambridge University Press, 1969).

[9] Gustav Friedrich Schmoller, "Class Conflicts in General". (American Journal of Sociology, Vol. 20, No. 4, 1915), p. 519.

____________________________________________________________________________________


Nessun commento:

Posta un commento