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venerdì 29 luglio 2022

Il 2030 non sarà l'anno del Grande Reset, bensì del Grande Default



di Francesco Simoncelli

Le ultime letture dell'inflazione negli Stati Uniti hanno rappresentato uno shock per gli investitori tradizionali come non se ne vedevano da tanto. Sebbene ci si aspettasse un dato all'8,3%, la cifra in entrata dell'8,6% ha fatto crollare quel muro di presunta fiducia nel sistema bancario centrale che era stato eretto dal 2009 in poi con i vari giri di QE. Tutte le fantasie riguardanti il pieno controllo dell'economia, la possibilità d'interrompere e poi far ripartire il tessuto industriale, la capacità delle autorità di allocare correttamente risorse economiche scarse e il resto del copione keynesiano si sono infrante di fronte alla comprensione che l'interventismo economico crea solamente disastri. È un periodo storico, questo, in cui verranno rimessi in discussione tutti quei dogmi propagandati nel XX secolo, il più velenoso dei quali è stato quello che voleva l'apparato statale il fine ultimo della storia umana. Tale paradigma è ora messo in discussione dall'inevitabile fallimento della cosiddetta "terza via", ovvero quel compromesso tra socialismo ed economia di mercato che ha caratterizzato l'ascesa dell'apparato statale nel secolo scorso. Mises, nel suo straordinario Planned Chaos, ci metteva in guardia da questa scelta di policy scellerata, sottolineando come suddetto compromesso fosse una chimera: non può esistere e il presunto bilanciamento di entrambe le forze penderà inevitabilmente sul piatto del socialismo.

L'esistenza stessa dell'apparato statale si basa su tale compromesso e, di conseguenza, esso porta in sé i semi della sua stessa distruzione. Gli interventi si fanno sempre più capillare e invasivi che il meccanismo di comunicazione economica, i prezzi, trasmettono informazioni sbagliate e la mole di errori non può far altro che accumularsi inesorabilmente. Il risultato è la disintegrazione dell'apparato statale e la sostituzione di quest'ultimo con un nuovo paradigma. Ma con esso arrivano alla morte anche tutti quei costrutti che nel corso del tempo ne hanno giustificato l'esistenza affinché si potesse usarlo per soddisfare un desiderio umano atavico: vivere al massimo col minimo sforzo. Coloro dipendenti dal welfare state saranno i primi a pagarne le conseguenze e la disintossicazione sarà un processo molto doloroso, al quale farà seguito la slavina che si abbatterà sulle pensioni. Entrambi questi sistemi rappresentano passività non finanziate nel presente e che in futuro continueranno a rappresentare debiti pendenti. E badate bene, questi sono debiti che non possono essere svalutati attraverso un'inflazione di massa: possono essere cancellati solo con un default.

Gli investitori lo stanno capendo: tassi delle obbligazioni sovrane in ascesa. I pianificatori centrali lo sapevano già e questo fatto è confermato dalla recente volontà della FED di emanciparsi dal carrozzone globalista che aveva reso le principali banche centrali del mondo un gigantesco blob. La coordinazione storica avvenuta dopo il fallimento Lehman non aveva precedenti, introducendo per la prima volta nella storia economica occidentale i tassi a zero nelle politiche delle relative banche centrali e, in alcuni casi, addirittura negativi. L'interconnessione dei mercati mondiali, divenuta più pronunciata dall'inizio degli anni '90, è stata particolarmente intrecciata dall'esplosione del mercato degli eurodollari e dalle conseguenze del Dilemma di Triffin, i quali hanno praticamente fatto sconfinare il ciclo economico: dalle singole nazioni al mondo intero. Nel 1971 il sistema monetario statunitense è stato modificato: Milton Friedman fu l'apripista, suggerendo che non ci fosse più necessità dell'oro e l'offerta di denaro sarebbe dovuta salire in modo costante e prevedibile (raccomandava al 3% all'anno, all'incirca uguale alla crescita del PIL all'epoca).

Non passò molto tempo prima che la gente si rendesse conto che questo nuovo denaro era elastico e poteva essere usato come nastro adesivo per coprire crepe, buchi, lacune al posto della ricchezza reale. Volevate aumentare il prezzo delle vostre azioni, per esempio? Sarebbe bastato accendere un prestito e ricomprarle. Grazie ai tassi bassissimi del sistema bancario centrale si poteva prendere in prestito al di sotto del tasso d'inflazione dei prezzi, o al di sotto del tasso dei guadagni della vostra stessa azienda. Prendere in prestito al 3% per un titolo che rendeva il 4% quando l'inflazione era al 5%? Un gioco da ragazzi. O supponete che avreste voluto una nuova casa. Non c'era più bisogno di lavorare e risparmiare in modo da poterselo permettere; bastava prendere in prestito. E non c'era più bisogno di estinguere quel prestito, sarebbe semplicemente bastato rifinanziarlo... ancora e ancora... e ridurre ogni volta i vostri pagamenti mensili.

Non sembrava più esserci un limite a quanto "credito" offriva il nuovo sistema e il modo per andare avanti in questo nuovo mondo "finanziato" era entrare nella "finanza", non nella produzione. A poco a poco le famiglie che facevano fortuna realizzando prodotti manifatturieri sono stati sostituiti da gestori di hedge fund ed esperti di private equity; presto ci sarebbero stati molti più soldi che beni/servizi. Sì, il sistema aveva un difetto fatale: le persone che lo gestiscono non sono onniscienti, soffrono della cosiddetta "presunzione di conoscenza" descritta da F. A. Hayek in The Fatal Conceit. Il PIL degli Stati Uniti era di poco superiore a $1.100 miliardi nel 1971, ora è a $24.000 miliardi, un aumento di 21 volte; il debito federale nel 1971 era di soli $398 miliardi, ora sfora i $30.000 miliardi, un aumento di 75 volte. In altre parole, l'offerta di denaro è cresciuta tre volte più velocemente dell'offerta di beni e servizi. Questo ovviamente non è un esempio isolato, è successo dappertutto e ha portato a un lento, ma inesorabile, incancrenimento dell'economia mondiale. Sì, il mondo economico e sociale sta marcendo a causa del denaro fiat. Questo ha portato i policymaker a invertire la rotta, ovvero, far tornare in qualche modo a livello locale il ciclo economico, come ha provato a fare la FED nel 2018, ma l'interconnessione del sistema finanziario mondiale è arrivata a un punto che chiunque si voglia defilare farà cadere in modo molto più pronunciato gli altri. E con altri intendo, in modo particolare, l'euro e l'UE. Il sistema dell'eurodollaro è stato una manna per l'Europa perché in tal modo la FED ha salvato indirettamente gli europei sin da quando ha inaugurato la stagione dei quantitative easing, e questo Bernanke e la Yellen lo sapevano bene.

Con l'arrivo di Powell, e soprattutto la sua riconferma, qualcosa è cambiato. Gli Stati Uniti hanno manifestato la volontà di scendere dalla giostra dell'interconnessione finanziaria mondiale quando hanno dapprima iniziato un percorso di rallentamento della ZIRP, cosa a cui è seguita una crisi nel mercato dei pronti contro termine nel settembre 2019. La domanda è: la crisi di chi? Del sistema bancario commerciale europeo in realtà, il quale ha un indebitamento di bilancio nettamente superiore rispetto alle controparti statunitensi. Qual è il giunto di connessione tra i due? Il LIBOR.

La sua determinazione è impostata da 30 banche d'importanza sistemica mondiale, 29 delle quali europee e una sola statunitense (JPM). Questo ha significato, nel tempo, che lo stress proveniente dal sistema bancario commerciale in presenza di un cambiamento della linea di politica da parte della FED veniva subito recepito dalle banche europee piuttosto che da quelle statunitensi. Cos'è successo il primo gennaio di quest'anno? La FED ha cambiato riferimento per quanto riguarda la denominazione dei debiti interni: non più attraverso il LIBOR ma attraverso l'SOFR, impostato da sole banche statunitensi. E, come potete vedere dal grafico qui sopra, i tassi del LIBOR sono schizzati in alto proprio dal gennaio 2022 e la FED ha iniziato il suo percorso di rialzo dei tassi senza grossi danni al suo sistema bancario commerciale. È stato esattamente questo il catalizzatore del rally del dollaro nei confronti dell'euro. I pasti gratis sono finiti per l'Europa, la quale, attraverso la cricca di Davos, ha cercato di spingere gli USA ancora una volta sulla strada del lassismo monetario dapprima con la "crisi" sanitaria e poi con quella bellica in Ucraina. Da notare infatti che le decisioni di politica monetaria sono state fomentate dal Congresso statunitense e la FED s'è adeguata, almeno fino a quando non è entrato in vigore l'SOFR.

L'istituzione del WEF ha molti accoliti nei vari governi del mondo, quindi non sorprende che le risposte alle varie emergenze mondiali negli ultimi due anni siano state praticamente le stesse. Un'insolita sincronia, a uno sguardo disattento. Il cosiddetto Grande Reset promulgato dalla cricca di Davos altro non è che un tentativo di evitare all'Europa il Grande Default, perché la sconsideratezza monetaria/fiscale maggiore è avvenuta nel vecchio continente. Questo significa un'opera di demolizione controllata attraverso un controllo capillare crescente della società, da un lato, e l'acquisizione di una quantità enorme di risorse energetiche per portare a compimento tale piano, dall'altro. E quale nazione del mondo ha il bacino più grande di risorse di tal natura? La Russia.

Il piano, a grandi linee, prevedeva risucchiare risorse energetiche a basso prezzo dalla Russia attraverso il classico fantoccio da piazzare al comando e risucchiare capitali dagli Stati Uniti con un dollaro debole e una nazione allo sbando. Aver spinto la Russia sul campo di battaglia ha in parte soddisfatto la prima parte del piano, ciononostante la risposta di Putin è stata strategicamente spiazzante. Sul lato statunitense, invece, nonostante il degrado culturale attraverso la "woke culture", la continua propaganda contro le armi, la debolezza politica dimostrata dalle gaffe in serie di Biden e la possibile introduzione di una CBDC, hanno tutti fallito in quella che è stata a tutti gli effetti una scalata ostile al sistema USA. Le piccole/medie banche commerciali ancora hanno un potere non indifferente sul territorio, per non parlare del federalismo il quale permette ai singoli stati di emanciparsi da politiche federali che non ritengono adeguate a livello locale.

Da comunisti quali sono, quindi, la cricca di Davos ha cercato di attrarre capitali dall'estero fomentando guerre civili nel mondo, in particolare negli Stati Uniti. Incapaci di far fronte alle esigenze di energia e risorse economiche scarse necessarie per mantenere in piedi un gigantesco apparato burocratico quale è diventato l'UE, adesso stanno fagocitando il loro stesso sistema. La resistenza della cricca di Davos ai propri fallimenti è incarnata dal nuovo feudalesimo che si vuole introdurre nelle varie nazioni europee per comprare tempo, come ad esempio i lockdown energetici. Non solo, ma la pistola fumante di questo downshifting forzato e inutile è stato rappresentato dal recente accordo italiano in Algeria per il gas, dove la società fornitrice è posseduta per la maggioranza da Gazprom e la quantità promessa è inferiore a quella necessaria e a prezzi maggiorati. Questo si ripercuoterà inevitabilmente sul tessuto industriale italiano, soprattutto quello energivoro, che spalmerà gli aumenti dei costi sui prodotti messi in vendita.

Perché? Perché come i comunisti nella Russia sovietica si rifiutano di accettare che loro non saranno il futuro dell'umanità. Nel Capitolo 12 del mio libro, La fine delle fallacie economiche, ho spiegato perché l'Italia, ad esempio, ha continuato a percorrere un sentiero di stagnazione economica e sociale sin da quando è stata creata come nazione. Quello stesso male oggi imperversa in tutta l'Europa. Come diceva Mises, o esiste un'economia di mercato oppure no; non esiste una terza via. Gente come la cricca di Davos non ha alcun potere se questo non viene legittimato attraverso la percezione che è necessaria un'organizzazione top-down della società. E la scuola non è altro che la fucina attraverso la quale viene diffusa questa percezione, avallando la tesi secondo cui i piani individuali delle singole persone, con cui vogliono determinare la propria vita, devono essere collettivizzati. È questa idea che legittima l'esistenza di organizzazione come il WEF e, più in generale, il sostegno all'apparato statale. Come detto in precedenza, quest'ultimo porta con sé i semi della propria distruzione, ma nel processo la scia di povertà e miseria è tanto insopportabile quanto inevitabile. In particolar modo, ci si aggrappa sempre più all'idea che un simile stato di cose possa essere protratto indefinitamente nel futuro. In tal contesto, piuttosto che essere insultati, vengono osannati come salvatori personaggi, come Draghi, che si definiscono "socialisiti-liberali". Gente, questi sono tutti comunisti, collettivisti, ingegneri sociali; scegliete voi quel ruolo che più vituperate, ma inquadrate tali personaggi e le loro idee come antitetiche alla libertà e ai diritti di proprietà.

Non è un caso infatti che negli ultimi due anni siano state attaccate le piccole/medie imprese, realtà che ancora mantengono un piccolo, seppur considerevole, grado di decentralizzazione. Lo stesso lo possiamo dire per il sistema bancario commerciale medio/piccolo. L'idea di un welfare state ipertrofico è esattamente questa: rendere dipendenti la maggior parte delle persone da un apparato centrale e quindi annientare quanto più possibile l'imprevedibilità delle scelte umane operate in un framework più libero. L'idea delle CBDC è esattamente questa: annientare il sistema bancario commerciale medio/piccolo e centralizzare tutto nelle mani di un'unica istituzione. Meno variabili, più controllo.


CAPITALISMO & FEUDALESIMO

In sintesi, è l'idea stessa di capitalismo che viene attaccata... precisamente quel sistema organizzativo umano che ha permesso all'umanità di emanciparsi dallo stato di natura, e dal feudalesimo, ed entrare in un'epoca d'incredibile progresso. Il capitalismo, però, non può esistere senza un sistema bancario commerciale, o più in generale intermediari che si accollano un rischio e facilitano lo sviluppo industriale di un Paese. Ovverosia, sovvenzionare progetti che sono più grandi di quelli che potrebbe realizzare un singolo individuo con il suo solo risparmio. Ingegneri, valutazione del rischio, intermediazione dei finanziamenti sono una parte della coordinazione spontanea che emerge dal mercato nel momento in cui l'esigenza di un determinato asset diventa dominante. O per meglio dire, la sua domanda. Di conseguenza è necessaria, nelle condizioni attuali, un'infrastruttura che permetta al capitale di fluire dal livello individuale a livello di comunità, altrimenti gli esseri umani sarebbero ancora fermi al baratto. Infatti non bisogna dimenticare che il sistema bancario commerciale è stato un'evoluzione spontanea dell'interazione economica umana il quale ha permesso un progresso socio-economico portentoso; e non a caso esso è avvenuto agli albori del Rinascimento. Inutile dirlo, ha anche gettato i semi per lasciarsi alle spalle il sistema feudale e gettare i semi di quello che poi sarebbe diventato il sistema capitalista, quel sistema che ha permesso alle masse un'emancipazione senza precedenti dalla povertà.

Non fraintendetemi qui, il sistema bancario commerciale di oggi non ha niente ha che fare con quello dell'epoca e per una ragione fondamentale: dal libero mercato si è passati a un monopolio artificiale, come spiegato nell'articolo citato sopra. Il sistema bancario commerciale di oggi, soprattutto quello delle grandi banche, è terribile, rapace, un conglomerato alla ricerca di rendite, invischiato fino al midollo con la burocrazia statale? Assolutamente sì. Siamo disposti a sacrificare questa meraviglia emersa dal libero mercato e darla in pasto a un branco di eugenetisti con manie di grandezza? Questa è la scelta attuale cui ci troviamo di fronte. Nessuno qui vuole tessere le lodi di personaggi come Jamie Dimon ad esempio, ma attualmente è il tizio con un certo ammontare di potere che copre le spalle di Powell il quale, a sua volta, attraverso il rialzo dei tassi sta prosciugando il mercato degli eurodollari e quindi la fonte da cui la cricca di Davos trae il suo potere. Ovviamente non perché Dimon ci ama, bensì perché ama JP Morgan e il potere che può ricavare da una tale posizione di privilegio.

E potete star certi che lui, da greco, non salirà mai a bordo di un piano messo giù da un gruppo di eugenetisti/comunisti tedeschi capitanati da Schwab. Potremmo quindi concludere che allo stato attuale esiste una vera e propria guerra civile intestina nel sistema finanziario statunitense, dove Goldman Sachs, JPM, Wells Fargo e un paio di altre sono contrapposte a Blackrock, Vanguard, BNY Mellon e BofA che invece sono partner della cricca di Davos. Nel 2019, quando il mercato dei pronti contro termine saltò in aria, fu JP Morgan che disse chiaramente che non avrebbe più accettato debito sovrano europeo come garanzia e in quel frangente pose un countdown allo scoppio di una nuova crisi del debito europea... peggiore di quella del 2010. Goldman salì a bordo di questa strategia e quello fu il momento in cui si lacerò l'interconnessione tra sistema bancario commerciale europeo e statunitense. Anche perché, se ci pensate per un momento, chi sano di mente avrebbe potuto ancora accettare debito italiano prezzato a tassi ridicoli grazie solo alla NIRP della BCE?

Inutile girarci intorno, la BCE è formalmente in bancarotta, l'Italia è formalmente in bancarotta, l'intera UE è formalmente in bancarotta; così come l'euro. Le azioni della FED lo stanno semplicemente provando al mondo e stanno dicendo anche, forte e chiaro: "Non cadremo insieme a loro". Dopo il 2019 un altro colpo inferto alla cricca di Davos è arrivato lo scorso anno, quando la FED ha rialzato di 5 punti base il tasso dei reverse repo. In un mercato affamato di rendimenti decenti, e soprattutto positivi, con un tasso di risparmio salito alle stelle e un'economia bloccata a causa dei lockdown in cui l'attività di prestito languiva lungo la linea piatta, le banche statunitensi si sono letteralmente fiondate in suddetto mercato. I conti di deposito pingui di dollari sono una passività e senza un prestito sul lato degli attivi è un problema. Quindi la mossa di Powell, decisamente astuta, è stata quella di risucchiare dollari dai mercati con questo escamotage sul mercato dei pronti contro termine inversi. Inutile dirlo, però, tale scelta ha messo indicibile pressione sui mercati esteri che, avendo debiti denominati in dollari, hanno fatto fatica a pagare i loro oneri mensili. Non solo tra i mercati europei, ma anche quelli emergenti come la Turchia ad esempio. La bancarotta del Libano è diretta conseguenza di questo prosciugamento.


SICCITÀ, MA DI LIQUIDITÀ IN DOLLARI

L'aridità di dollari è la scelta precisa della FED di dichiarare indipendenza dal ruolo che le era stato cucito addosso di banca centrale del mondo. Il mercato degli eurodollari all'estero, in Europa e a Hong Kong, è stato utilizzato per gonfiare una delle bolle più grandi della storia finanziaria e far ricadere l'onere del salvataggio sulla FED. La compiacenza di quest'ultima negli ultimi dieci anni ha permesso a questo meccanismo di diventare ancora più sclerotico, ma col secondo rialzo dei tassi da parte di Powell è diventato chiaro che adesso chi parassitava questo sistema è da solo. La BCE in particolare, la quale di recente ha detto a parole che ha rialzato i tassi, ma rimangono in piedi tutti quei programmi di creazione di liquidità (APP, PEPP, TLTRO) messi in campo in precedenza più adesso il TPI. Un esercizio, alquanto goffo, di camuffamento del proprio panico. Allo stato attuale non esiste una classe di asset più sopravvalutata dei bond sovrani e in particolar modo il decennale italiano, il quale dovrebbe essere trattato come minimo a un rendimento del 35%.

Il prosciugamento della liquidità in dollari deve essere immaginato come un cappio che viene sempre più stretto intorno al collo dell'euro, il quale porta alla morte prima quelle nazioni economicamente più deboli ai margini e poi si spinge via via all'interno per stramazzare quelle (presumibilmente) più forti. La contrazione del credito (dollari offshore) avviata dalle decisioni della FED farà scoppiare la Everything Bubble che durante le politiche monetarie straordinarie degli ultimi 13 anni è stata gonfiata a livelli assurdi, oltre a conferire un potere senza eguali a lobby come la cricca di Davos. Potere come quello di lanciare una psy-op come quella in atto da 2 anni a questa parte, la quale prevede emergenze su emergenze per attuare un controllo capillare sulla società. Senza mercati dei capitali liquidi e un agente esterno che salvi la baracca in caso di necessità socializzando le perdite su altre popolazioni, gente come la cricca di Davos è finita.

È giusto ripeterlo, non bisogna prendere le parti delle bande in lotta in questo dramma ma solo osservare e trarre vantaggio dalla situazione. Come? Dapprima comprendere che la platea di asset controllabili da questi soggetti subirà una forte deflazione dei prezzi a causa degli interventi precedenti e che l'inflazione dei prezzi segnalerà quei processi di produzione più importanti per gli attori di mercato che dovranno essere potenziati. Senza considerare l'intermediazione degli scambi, la quale subirà un radicale cambiamento nel futuro prossimo e Bitcoin sarà protagonista. Certo, da Austriaco vorrei un mondo in cui oro e Bitcoin fossero gli asset principi nel settlement degli scambi e nell'organizzazione dell'intera società, ma non accadrà tanto presto. Di conseguenza ogni passo che andrà in tale direzione dovrebbe essere considerato una piccola vittoria lungo la strada verso l'obiettivo finale. Meno spesa pubblica? Meno tasse? Meno deficit pubblico? Meno politica monetaria? Meno interventismo in generale? Tutte ottime battaglie da appoggiare nel percorso verso un mondo più economicamente sostenibile e onesto. Dato il protocollo Bitcoin è un fine realizzabile e la maggior parte delle persone lo capirà man mano che si eroderà la fiducia nei pianificatori centrali, sia a livello di politiche monetarie che fiscali.


DOPO LO STATO: UNA SOCIETÀ BASATA SULLA CRITTOGRAFIA E LA DECENTRALIZZAZIONE

È la fine dell'apparato statale che sta creando "buchi di trama" all'interno della fiducia delle persone, soprattutto in quel sistema che in passato è stato decantato come colonna portante della società, visto che si sarebbe preso cura delle persone nel suo momento di maggiore necessità: il sistema pensionistico. L'inevitabile bancarotta di questo rappresenterà il tradimento finale, e di conseguenza l'epitaffio dell'apparato statale, nei confronti di tutti coloro ancora ingenui da credere che ci fosse redenzione per la burocrazia. Quest'ultima segue la Legge di Parkinson, ovvero, si espanderà in base al tempo necessario per conformarsi con essa, e tale fatto è incarnato, ad esempio, dall'espansione del Federal Register statunitense. Badate bene, però, suddetta espansione aumenta il potere della burocrazia, è indubbio ciò, ma crea allo stesso modo una società dipendente da essa. Famiglia, religione, costumi, tradizioni sono stati tutti fagocitati dal blob burocratico e con il declino dell'apparato statale s'è diffuso un "senso di tradimento" tra le persone. Da cosa è stato colmato questo vuoto incalzante? Dal credo che negli ultimi due anni ha imperversato maggiormente: il controllo totalitario.

Quel "senso di tradimento" è troppo forte da accettare per alcuni, quindi si sono votati anima e corpo al ricatto psicologico della propaganda mainstream. Ecco perché è stato relativamente facile abbindolare così tanti a credere alla narrativa demenziale del virus assassino, oppure alla narrativa demenziale buoni/cattivi tra Occidente e resto del mondo. A proposito, prima di riempirsi la bocca con i "valori dell'Occidente" è bene ricordare per cosa, ad esempio, uno come Assange è stato e continua a essere perseguitato, torturato e deportato.

Il momento storico è cruciale, perché con la bancarotta e la scomparsa dell'apparato statale ci sarà un enorme vuoto da colmare. I pianificatori centrali lo sanno ed è per questo che, in preda alla disperazione, hanno cercato di mantenere il controllo attraverso metodi dittatoriali e tirannici. La strategia ultima di tutti i despota che si ammantano di un velo d'ipocrita buonismo per vendere la loro putrida immagine nascosta. Il vero volto dello stato è uscito allo scoperto ed è orrendo. Il senso di tradimento ha pervaso la società. Ecco perché questa è una battaglia non solo per conservare la propria ricchezza, accumulata con sudore e fatica, ma anche per il corpo e l'anima; suddetto vuoto che si sta ampliando dovrà essere colmato con qualcosa di sostenibile, evolutivo e che impedisca una nuova discesa nel totalitarismo. Bitcoin, infatti, non è solo mero mezzo di scambio, ma anche denaro programmabile.

Bitcoin promuove il decentramento consentendo alle persone di coordinarsi tra loro mediante un sistema condiviso di regole o tradizioni, piuttosto che attraverso un mediatore; promuove l'indipendenza da particolari organizzazioni attraverso una maggiore dipendenza dalle reti P2P e dalla società nel suo complesso. La crittografia ci offre una grande opportunità per diffondere la libertà, infatti gli strumenti crittografici che abbiamo oggi sono economici, potenti e profondamente individualisti. Nessuno può puntare una pistola a un'equazione e il software crittografico funzionerà secondo le regole della matematica, indipendentemente dalle direttive dello stato. La crittografia deve essere pensata in primo luogo come una comunità non uno strumento di segretezza. C'è sempre qualcosa di segreto, ma non deve essere per forza un messaggio, invece può funzionare un po' come una chiave di un'auto: la sua forma è arbitraria e senza senso, ma il suo modello è associato a una serratura di una macchina che non può partire senza. La crittografia promuove l'indipendenza riducendo la necessità di fare affidamento sulla forza fisica per la difesa: è facile costruire una chiave crittografica che non può essere violata da un computer grande quanto la Terra anche se utilizzato per milioni di anni. La crittografia promuove il decentramento riducendo la necessità di coordinarsi tramite terzi: un protocollo ben scritto è sufficiente per consentire alle persone di collaborare e attenersi ai loro obblighi.

In una democrazia nessuna visione individuale può cambiare il mondo. In un libero mercato, invece, un singolo individuo (Satoshi Nakamoto, ad esempio) può cambiare il mondo.

Una comunità che unisce il segreto della crittografia, l'autenticazione a chiave pubblica e le firme digitali è una comunità volontaria legata insieme da contratti e dalla reputazione. Non richiede alcuna autorità centrale, perché i documenti di cui ci si avvale per stabilire la reputazione possono essere memorizzati su diversi computer. Se vogliamo che la gente si abitui all'idea che possiamo mettere da parte lo stato e che la libertà di associazione e la privacy sono diritti da esercitare e non da richiedere, tutto quello che dobbiamo fare è costruire una comunità basata sulla crittografia. Basta costruire le reti e le persone ne saranno attratte; una volta che le persone ci si abituano, saranno loro stesse a richiederle.

Il più grande esempio di comunità libera che può essere creata utilizzando la crittografia è senza dubbio Bitcoin. Quest'ultimo si basa su software libero e utilizza la crittografia a chiave pubblica per stabilire identità e garantire la validità dei messaggi inoltrati. Il software di Bitcoin può costruire messaggi firmati dalla chiave privata di un wallet, il quale dice che una certa quantità di bitcoin viene trasferita a un altro wallet. La storia di tutte le transazioni è memorizzata in una banca dati accessibile al pubblico chiamata blockchain. Essa è duplicata su molti computer e la quantità di bitcoin che contiene un wallet è conosciuta leggendo la blockchain. È così che Bitcoin utilizza il sistema di reputazione che ho descritto in precedenza. La crittografia assicura che i bitcoin si comportino come merci fisiche scarse, anche se sono semplicemente cifre su un computer. Nessuno può creare arbitrariamente nuovi bitcoin, perché non potrebbero essere ricondotti a uno storico valido sulla blockchain. Le transazioni non possono essere contraffatte perché richiedono una firma digitale da parte del wallet che li spende.

Il mondo in cui viviamo sta mutando e Bitcoin sta contribuendo a tale mutamento. È un'alternativa potente allo status quo, perché ci fornisce un esempio di legislazione libertaria. Il protocollo Bitcoin è una legge a cui bisogna conformarsi se si vuole interagire con la rete alla sua base. In caso contrario, si verrà respinti.


CONCLUSIONE

Adesso è una lotta di tutti contro tutti. Il debito mondiale ha raggiunto la cifra esorbitante di $305.000 miliardi, ben oltre il 350% del PIL mondiale. La FED ha dichiarato indipendenza dal resto del cartello del sistema bancario centrale mondiale e il suo compito, quindi, è quello di cercare di salvarsi esponendo il marciume economico/finanziario altrui. In particolare quello supervisionato dalla BCE e in questo modo mandare in bancarotta quelle élite che hanno acquisito potere e influenza grazie al mercato degli eurodollari offshore. Quest'ultimo è stato sfruttato allo stesso modo in cui una banca commerciale sfrutta la riserva frazionaria sui depositi presso di essa, portando inevitabili conseguenze economiche. Per quanto infatti siano decisivi e importanti i giochi di potere tra i pianificatori centrali, esiste un qualcosa di superiore alle loro scelte e che, una volta spinto alle estreme conseguenze, agisce in modo netto e perentorio. È un crescendo, una marea lenta e inesorabile che infine inghiotte tutti i giochi di palazzo. Infatti la saturazione dell'ambiente economico con debito impagabile ha aperto la porta alla Legge dei Rendimenti Decrescenti, la quale sta invadendo ogni aspetto della struttura di produzione man mano che le ingerenze degli ingegneri finanziari/sociali si fanno più pressanti.

La conoscenza non è più distribuita all'interno dell'ambiente di mercato per riflettere i desideri più urgenti degli individui, invece viene ostacolata e disturbata dalle frequenze assordanti rappresentate dal debito mondiale. Più di un decennio di credito super facile ha, quindi, incentivato le imprese a scommettere sui mercati finanziari piuttosto che su produttività, ricerca & sviluppo e profitti/perdite. Inutile dirlo, la nuova "corsa all'oro" è stata rappresentata dalla ricerca spasmodica di credito dal nulla. Il risparmio, che non è il deposito in banca o alla posta bensì un flusso (informazioni + capitale umano/strumentale), è stato progressivamente ucciso dalla politica ZIRP del sistema bancario centrale, la quale, a differenza degli Austriaci, non tiene conto del tempo. Per keynesiani e monetaristi questa variabile fondamentale dell'azione umana e dell'esistenza umana in generale, può essere ignorata perché non si confà ai modelli da loro delineati e che permetterebbero una gestione presumibilmente certosina dell'ambiente economico. Occorre tempo per creare risparmi e in questa parentesi le preferenze individuali si spostano verso il futuro, permettendo quindi la creazione di beni/merci di ordine superiore. Non solo, ma ciò incentiva una specializzazione superiore nella divisione del lavoro e quindi una concorrenza sostenibile d'imprese e lavoratori che possono ambire a profitti maggiori grazie alle loro competenze migliorate.

Invece, sventolando i feticci del "paradosso della parsimonia" e la "trappola della liquidità", le banche centrali hanno portato alle estreme conseguenze la cosiddetta "eutanasia del redditiero" di keynesiana memoria, in un gioco di stimolo della domanda che ha alterato cronicamente e strutturalmente l'ambiente economico. Questo per dire che al di là dei giochi di potere esistono leggi economiche che non si piegano ai capricci dei burocrati, ma che richiedono dazio per essere state ignorate. Ciò a sua volta ha significato che l'azzeramento di rendimenti decenti su tutti i mercati e il mismatch domanda/offerta per le aziende causato delle informazioni economiche distorte, hanno creato una nebbia sempre più fitta riguardo le scelte economiche sostenibili e redditizie. Lo stimolo della domanda, poi, ha fomentato una certa urgenza nello spendere il denaro creato ex novo, andando a stimolare pratiche di dubbia qualità come stock buybacks, fusioni/acquisizioni, LBO, ecc. Senza contare poi la scelta di votarsi al welfare state piuttosto che competere sui mercati. L'inflazione dei prezzi di oggi è semplicemente figlia di questi atteggiamenti insostenibili stimolati in passato. Il risparmio è stato disincentivato, spostando le preferenze individuali al breve termine: i beni di ordine inferiori hanno preso il sopravvento a scapito di beni e servizi che richiedono più lavoro e che distribuiscono ricchezza lungo tutta la filiera produttiva.

Emerge, quindi, una corsa ad approfittarsi della situazione piuttosto che uscirne, abbassando di conseguenza la qualità di ciò che viene prodotto (soprattutto se si tratta di progetti infrastrutturali). Bisogna capire che i problemi nelle supply chain non sono figli esclusivamente dei lockdown, ma un processo d'incancrenimento che si era protratto da tempo. I lockdown ne hanno solo aggravato la portata. La spirale di devastazione economica qui descritta viene temporaneamente attenuata da interventi centrali sempre più serrati per impedire che la situazione sfugga di mano, quando in realtà il fatto stesso che ne sia bisogno è sinonimo di perdita di controllo. Sussidi, prebende, controlli dei prezzi, bonus, mancette ed escamotage simili smorzano temporaneamente gli aumenti dei prezzi, solo per poi aggravarli a causa della misallocation delle risorse economiche scarse. Il lato dell'offerta è stato progressivamente impantanato in una stagnazione pluriennale, spingendo costantemente gli attori di mercato a scegliere investimenti finanziari "facili" piuttosto che sviluppare le loro capacità (creatività, inventiva, audacia). La ricchezza reale, quindi, è stata sprecata, gonfiando la Everything Bubble piuttosto che essere utilizzata per potenziare il bacino stesso della ricchezza reale. L'esito nefasto è stato quello d'incapacitare ulteriormente un orientamento verso il futuro da parte delle nuove generazioni, gettandole nella spirale negativa del debito studentesco, bolla immobiliare e carenti di formazione per il mondo del lavoro.

La Federal Reserve, sebbene voglia continuare a comprare tempo affossando in un colpo solo le mire espansionistiche della cricca di Davos e l'euro come agnelli sacrificali sull'altare delle correzioni necessarie per ripulire l'ambiente dei mercati saturi di debiti irripagabili, dovrà affrontare anch'essa la tempesta che ha alimentato senza sosta negli ultimi 13 anni in particolare. Aver dichiarato l'indipendenza rispetto al resto delle altre banche centrali occidentali è senza dubbio un vantaggio, ma ciò non altererà le conseguenze che derivano dall'aggirare le leggi dell'economia. Sono apodittiche e non possono essere violate. Quello a cui stiamo assistendo è l'ultimo giro di giostra dell'apparato statale e del suo strumento prediletto di comando/controllo, le valute fiat, affossati nientemeno che dalle contraddizioni che scaturiscono dalla loro stessa esistenza.

Questa non è l'era del Grande Reset, bensì del Grande Default.


7 commenti:

  1. Nell'ultimo grafico, non è chiarissimo come vivono tutte le persone che non vivono con uno sposo/a, visto che la % di persone che rimane in famiglia non è aumentata abbastanza da compensarne la diminuzione.

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    1. Salve Anonimo.
      L'obiettivo di quel grafico era sottolineare come fosse difficile per le nuove generazioni costruirsi una famiglia, raggiungere l'indipendenza dalla famiglia di partenza, avere un lavoro che permetta loro di vivere per conto proprio. Il dato di chi non vive con una compagna/o, per quanto possa essere allarmante, a mio giudizio è superato da chi ancora è costretto a vivere coi propri genitori a causa dell'ambiente socio-economico in disfacimento. Tale fenomeno è comunque racchiuso dalle preferenze individuali alte, piatante al presente, e un'impossibilità di accumualre risparmi reali.

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  2. Ulteriori prove che la "locomotiva" industriale tedesca s'è arrugginita e la Germania è entrata a far parte degli anelli deboli come il resto dell'UE: Sembrava inarrestabile: la macchina dell'economia tedesca s'è rotta.

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  3. Splendido articolo!! Complimenti

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  4. Grazie Francesco, articolo illuminante!

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  5. Abbiamo quindi una risposta anche nell'effettivo: una banca centrale può andare in bancarotta. Però la SNB, come le sue pari, attraverso una partita di giro passando per il Ministero del Tesoro possono "salvarsi".
    L'unica che non può farlo è la BCE.

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