Bibliografia

martedì 21 giugno 2022

La Lagarde capitola mentre l'Eurozona cade a pezzi

 

 

di Tom Luongo

So che probabilmente vi sarete stancati a sentirlo dire, ma l'Eurozona è diretta verso una grave crisi. Giovedì 9 giugno la BCE ha rilasciato la sua dichiarazione riguardo la linea di politica, meno di una settimana prima della dichiarazione del FOMC (14 giugno).

È stata uno schifo. Christine Lagarde ha tentato all'inizio di proiettare quella calma che i banchieri centrali dovrebbero trasudare anche quando tutto sta crollando intorno a loro, ma in realtà è stato il suo momento da "Baghdad Bob". Si è alzata in piedi e ha letto la dichiarazione della BCE dal gobbo come se avesse un groppo in gola, probabilmente i resti di ciò che è rimasto della sua coscienza, perché nemmeno lei poteva sentire le idiozie che stava leggendo.

Abbiamo l'inflazione sotto controllo, cresceremo ancora nel 2022 (BWAHAHAHA!) e la crescita accelererà nel 2023 e nel 2024. Queste persone non hanno una previsione trimestrale proprio da... sempre? Ciononostante fingono lo stesso di avere la minima idea di quale sarà la crescita del PIL nel 2024?

Ma, come ha sottolineato Zerohedge, la Lagarde si è poi trasformata durante la conferenza stampa, cercando di resuscitare il fantasma di Mario Draghi, dicendo che è pronta a fare "tutto il necessario" per stabilizzare la situazione.

Esistono strumenti con la capacità di reinvestimento nell'ambito del PEPP.

“E se necessario, come abbiamo ampiamente dimostrato in passato, implementeremo strumenti esistenti o nuovi che saranno messi a disposizione”.

La Lagarde afferma che "nell'ambito del nostro mandato ci impegniamo a prevenire i rischi di frammentazione all'interno della zona Euro".

Quindi una specie di schema di acquisto di asset per i Paesi della periferia? La vaghezza è intenzionale in quanto sembra che la Lagarde stia cercando di riproporre il "whatever it takes" di Draghi mentre tira più in alto il freno a mano.

Come ha sottolineato Robin Brooks dell'IIF:

Se la BCE dice ai mercati: “difenderemo lo spread dell'Italia”, i mercati metteranno sicuramente alla prova tale affermazione. Quindi ciò che la BCE ha fatto oggi è stato aumentare le probabilità che i mercati cerchino di forzare la sua mano. Tutto questo è evitabile: nessun rialzo dei tassi, altrimenti 'Eurozona entrerà in recessione...

Il risultato finale era ovvio per chiunque avesse orecchie per ascoltare: stiamo seguendo con riluttanza l'esempio della FED nel concludere il QE, sperando che qualcuno pensi ancora che il trading del BTP italiano a 65 pb sopra i titoli statunitensi della stessa scadenza sia un "buon affare" e investa in un Paese che ora comporta un rischio di ridenominazione crescente.

Se non fosse così idiota, sarebbe divertente. Con l'orribile corsa dell'indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, che ha svegliato un sacco di investitori di fronte al fatto che la FED ha il via libera per essere ancora più aggressiva, la folle corsa è iniziata per capire dove parcheggiare quei soldi che sono stati congelati dallo spettacolo cialtronesco chiamato politica interna degli Stati Uniti.

La FED ha il controllo in un certo senso, ma non nel modo in cui molte persone pensano. Il prossimo livello di intuizione che dovrebbe iniziare a prendere piede, soprattutto se le prossime cifre dell'IPC saranno ancor più terribili, sarà quello di cui sto mettendo in guardia da un anno a questa parte...

La FED non sta rialzando i tassi per combattere l'inflazione, lo sta facendo per rompere la BCE e la cricca di Davos.


Differenziali in ampliamento

Due mesi fa il debito italiano, grazie alla menzogna della Lagarde e a tutti i front-running delle sue operazioni, veniva trattato a premio rispetto al debito statunitense. Ehm, Chrissy, dovrai vedere uno spread rispetto al debito statunitense più simile a 650 bps (6,5%) anziché a 65, se vuoi attrarre anche l'investitore medio di NFT a questo punto.

I mercati obbligazionari si stanno tutti allontanando dagli esperimenti monetari che la Lagarde ha ereditato da Mario Draghi e lei non ha né l'esperienza né il carisma per portare avanti questa farsa.

Il grande vantaggio, e il motivo per cui l'euro ha avuto un lieve attacco di miocardite giovedì mattina prima di crollare a terra mentre si dirigeva verso il bagno, è perché la Lagarde è aperta a creare un nuovo programma di QE in futuro se terminare quello attuale non avrà gli effetti sperati.

Con la FED ora al sicuro nel suo ruolo di agente di liquidazione europea, non c'è niente che la Lagarde possa fare se non seguire i suoi passi per trarre il meglio da una terribile situazione che peggiora di giorno in giorno.

Detto questo, devo porre una domanda seria: sono davvero preoccupati per l'Italia a questo punto? Non è che la cricca di Davos non abbia manipolato la scena politica italiana per raggiungere esattamente questo stato di cose. Quindi, onestamente, non penso che gli importi affatto dell'Italia.

Infatti direi che preferirebbero che Mario Draghi cavalcasse l'Italia e trasformasse il Paese in un cumulo di macerie fumanti nella speranza di salvare il blocco monetario dell'Europa settentrionale.

Lo scopo di mettere Draghi al comando era liquidare l'Italia. L'implosione finanziaria dell'Italia sarebbe solo una manna per la cricca di Davos in modo da consolidare il proprio potere all'interno della BCE assumendo il controllo completo del suo sistema bancario quando tutte le banche commerciali crolleranno.

Ripensate all'implosione del Banco Popular, liquidato con la forza da Draghi quando era presidente della BCE e venduto a Santander per $1. Il potere che Draghi esibiva lì era sbalorditivo ed era un avvertimento indirizzato agli investitori: nessuno è al sicuro dai commissari della BCE, soprattutto i loro soldi.

Mentre Draghi ha tenuto la baracca in piedi attraverso un'armamento forte e, all'epoca, un simpatico FOMC con Janet Yellen al timone, venne stabilito un precedente: la BCE ha potere sulle banche membri, cosa che la FED non ha. Oggi, guardando la situazione, direi che è un'ottima cosa.

Troppi commentatori non sono preparati all'idea che quanto stiamo vedendo sia tutto intenzionale.

Non è il piano che volevano, ovvero un crollo della zona Euro secondo i loro schemi temporali e non attraverso i mercati, ma è comunque il loro piano. Speravano di avere una FED compiacente che avvisasse le banche di New York che non avevano più amici.

La cricca di Davos potrebbe improvvisare da qui in poi, perché la FED la sta chiaramente strigliando per bene mentre i mercati dell'eurodollaro si stanno prosciugando; malgrado ciò vuole ancora trarre il meglio da una brutta situazione.

Ed è per questo che la Lagarde stava cercando di ammorbidire i mercati dicendo: "Abbiamo tutto sotto controllo e abbiamo ancora strumenti". È tutto ciò che sentite da questi banchieri centrali, quando, in realtà, non hanno nessun indizio reale più di noi.

Se il sistema bancario europeo crollerà nel modo in cui prevedo, allora l'innesco sarà rappresentato dai mercati dell'eurodollaro, poiché le banche che in precedenza hanno aumentato a leva i propri saldi in dollari non avranno alcuna capacità di farlo di nuovo una volta che saranno assorbiti dalla BCE.

Una volta che questo potenziale risultato sarà digerito dai mercati, e penso che lo spettacolo ridicolo di venerdì sia stato l'inizio, allora vedremo rapidi cambiamenti negli spread obbligazionari, nei tassi del mercato monetario e nei grafici USD LIBOR a 1 mese e 3 mesi.

A proposito, mercoledì lo spread SOFR/LIBOR 1 mese è esploso a 44 punti base. Dopo la performance della BCE e le cifre dell'IPC statunitense peggiori del previsto (8,6% contro 8,3% previsto), stento a credere che non vedremo uno spread più ampio dei 53 punti base che abbiamo visto il giorno dell'ultima riuonione del FOMC.


Il deragliamento della politica

La cosa più importante qui è che l'esposizione della BCE indebolisce le posizioni politiche di quasi tutti i principali politici della zona Euro. Non è che una crisi bancaria renderà più forte la coalizione di Olaf Scholz in Germania, o il governo provvisorio di Draghi in Italia.

Questi tizi inizieranno finalmente a provare una vera rabbia politica per il cambiamento, mentre l'inflazione mangierà viva la classe media, i prezzi elevati dell'energia sventreranno i profitti aziendali e non ci sarà fine alla tirannia normativa proveniente da Bruxelles.

Detto questo, sapete che la cricca di Davos cercherà di mantenersi stretto il cuore dell'UE, perché è questo a detenere il potere più politico. Ciò che non sarà in grado di controllare, una volta che questa storia comincerà a frantumarsi, è ciò che farà la cosiddetta periferia europea.

Il governo bulgaro sostenuto dalla cricca di Davos ha perso un partner chiave. Boris Johnson è finito nel Regno Unito, mentre la Notte dei Lunghi Coltelli dei Tories ha fatto le sue vittime.

La Turchia ha quasi dichiarato guerra alla Grecia per l'interpretazione creativa di Erdogan della sovranità greca, accusandola di militarizzare le isole dell'Egeo. L'Estonia ha perso la maggioranza la scorsa settimana a causa dell'inflazione, causata non dalla Russia ma dalla propria rabbiosa russofobia.

Le realtà economiche messe in moto dalla Lagarde et.al., ma che non possono controllare, si consolideranno in un crollo di quasi tutti i principali governi in Europa nel prossimo anno o due, incentivando Paesi come l'Ungheria a dichiarare l'indipendenza da Bruxelles.

Questo è il motivo per cui la Lagarde ha voluto ricordarci che è consapevole dei cosiddetti "rischi di frammentazione".

Il punto chiave è che la Russia continua a ottenere vittorie nell'Ucraina orientale, mentre rafforza le sue posizioni nel sud ed espone la totale bancarotta dell'Occidente. Ve l'avevo detto che questa era una corsa al Grande Reset di qualcuno, non necessariamente quello della cricca di Davos, quando è scoppiata la guerra.

Putin sta aumentando il ritmo operativo sulla cricca di Davos in Europa e alla Casa Bianca e sui loro utili idioti neocon nei circoli di politica estera USA/Regno Unito, nel Congresso e nei servizi d'intelligence.

L'Ucraina rappresenta la minaccia esistenziale di tutti.

Se i neocon perdono, possono scordarsi la loro influenza all'interno dei circoli di politica estera in Occidente perché non saranno riusciti a penetrare nella Fortezza Russia.

Se la cricca di Davos perde, i suoi grandi piani per il dominio globale verranno ridotti, nella migliore delle ipotesi, all'Unione Europea e ad alcune parti del Commonwealth.

Se la Russia perde, l'intero Sud del mondo non riuscirà a sfuggire alla schiavitù basata sul debito del cartello delle banche centrali occidentali, perché esso controllerà il flusso delle risorse naturali russe in modo tale da non essere fermato.

Dopo Bojo nel Regno Unito, la grande domanda è: chi sarà il prossimo?

Ci sono molte ipotesi sulla caduta del governo tedesco, ma ho già visto questa storia in Italia. La coalizione potrebbe fallire e il presidente Frank-Walter Steinmeyer, un uomo della cricca di Davos in tutto e per tutto, rifiuterà di approvare nuove elezioni e dovrebbe costringere i partiti a mettere insieme un nuovo governo tecnocratico che sarà indistinguibile da quello esistente.

Dal momento che i Verdi sono incorporati in quasi tutte le delegazioni statali al Bundesrat tedesco (camera alta), non ci sarà un vero cambiamento politico poiché controlleranno quale legislazione verrà effettivamente approvata.

Ecco perché Scholz è così debole.

Poiché ogni stato del Bundesrat vota in blocco, i Verdi controllano 41 dei 69 voti presenti, dando loro un controllo effettivo sulla linea di politica. Questo è stato il più grande risultato della Merkel, oltre ad aver ingannato Putin facendogli pensare che gli accordi di Minsk fossero qualcosa di diverso da una perdita di tempo, visto che la NATO ha costruito e addestrato l'esercito ucraino che ora però sta mangiando la polvere.

Questo è ciò che la Merkel ha istituito con ciascuno dei governi statali: rifiutandosi di formare coalizioni AFD in qualsiasi stato, ha assicurato che, qualunque cosa fosse accaduta, non ci sarebbe stata alcuna sfida alla rivoluzione dei Verdi nell'agenda legislativa tedesca.

La cricca di Davos sta preparando la caduta del governo tedesco per consegnarlo a Bruxelles. Quindi, se il governo tedesco cade e Steinmeyer si rifiuta di andare a nuove elezioni, il governo provvisorio risultante sarà ancora più debole del governo di Scholz e assicurerà il completo tradimento del popolo tedesco.

E la parte peggiore sarà che sentiranno ancora di avere il controllo su ciò che accadrà loro dopo, perché al popolo tedesco viene ancora detto che esso controlla la linea di politica dell'UE al vertice.

Quando in realtà tutto ciò che accadrà è che l'UE si spezzerà lungo le linee dell'efficienza del capitale e l'euro la porterà alla bancarotta, forzando una vera e propria frattura politica. L'Europa orientale si staccherà nel momento in cui l'UE tenterà di imporre l'embargo energetico alla Russia, soprattutto se la Russia acquisirà Odessa e l'accesso al sistema fluviale del Danubio. Osservate attentamente la Bulgaria, poiché sarà la prossima giunta sostenuta da Soros a cadere completamente nella realtà economica di un'UE morente.

Buon lavoro, Chrissie, hai ottenuto l'esatto opposto di quello che intendevi, ovvero un sistema bancario e politico unito. Come sempre, le persone rispondono agli incentivi: negli Stati Uniti abbiamo detto "No" ai cambiamenti climatici, alle CBDC e al controllo delle armi; in Russia hanno detto "No" al debito e ai nazisti; e in Cina hanno detto "No" agli oligarchi che non erano cinesi.

Abbastanza facile fare a pezzi l'Unione Sovietica Europea in questo scenario; altrettanto facile vedere cosa succederà dopo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


3 commenti:

  1. Un paio di domande da fare, quindi scrivo tutto qui.
    1) Il compito di Draghi era liquidare l'Italia ma...un default era quindi parte del Grande Reset? Ricordo che secondo te avrebbe invece giocato di più a favore del Grande Default. Perché? Mi sembra di capire che anche Luongo trovasse improbabile la buona riuscita del piano ma non capisco il perché. C'è qualcosa che mi sfugge.
    2) https://twitter.com/RobinBrooksIIF/status/1534897369044639744
    Questa cosa ha senso? Ne ho letti altri, come lui, che dicono che l'inflazione dei prezzi in Europa ora è creata dalla crisi delle supply chain. Molte persone hanno l'idea che il fattore monetario sia irrilevante.
    Interessante l'analisi sulla Germania. E' vero che Scholz è molto debole. Che il popolo tedesco non sia raggirabile però non so...Certamente più gente si incazzerà nei prossimi mesi e l'insoddisfazione crescerà, ma anche qui la maggior parte è composta da zombie. Nelle elezioni regionali i Verdi continuano a prendere consenso. E' triste pensarlo ma probabilmente il Grande Reset riuscirà in certi punti d'Europa, anche se dovesse fallire a livello globale o continentale.

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    1. Ho provato a ragionare sul punto 2 ma non riesco a giungere una conclusione. Più difficoltà a procurarsi la roba per creare un prodotto = minore offerta = bene e più raro e quindi a parità di domanda prezzo dovrebbe salire?
      Avevo letto un'analisi qui sul fatto che il caos nelle supply chain fosse stato creato dall'inflazione e dalla FED che aveva senso a livello logico.

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    2. Salve Franceasca.
      1) C'è una differenza tra le due liquidazioni: secondo quali linee? Quella del Grande Reset prevede una demolizione quanto più controllata possibile dell'economia italiana in base a un peculiare progetto socialista; quella del Grande Default prevede un esito simile ma in base alle volontà del mercato, ovvero le necessità reali degli individui. La liquidazione supervisionata da Draghi prevede una socializzazione brutale dei malinvestment da porre sulle spalle della classe medio-bassa, mentre l'apice si libera di una zavorra che è diventata insostenibile. La liquidazione supervisionata dalle forze di mercato prevede che le stesse persone che oggi si ergono a "salvatori" sopportino il peso maggiore delle scelte scellerate (economiche e politiche) operate in passato. Attualmente è in gioco la credibilità di quelle istituzioni ritenute sacre dagli statalisti.

      2) È un cane che si morde la coda: demolizione controllata dell'attuale sistema economico, perdita di credibilità/fiducia, interventismo fiscale/monetario/welfare per sostenere tale credibilità/fiducia, aumento % perdita di controllo della demolizione controllata. Il caos nelle supply chain è qualcosa che avremmo visto comunque, data la mole di errori economici accumulata nel passato e nascosta sotto il tappeto, poiché avrebbe rappresentato la riallocazione di capitale da aziende zombi ad aziende sostenibili e il riconfiguramento degli stadi della produzione. Tale misallocation è stata ed è figlia dell'azzardo morale scaturito dalla stampa sconsiderata di denaro da parte del sistema bancario centrale e dall'abbassamento artificiale a zero del tasso di riferimento. Il Grande Default è e rimarrà in gioco perché i pianificatori centrali hanno fatto il passo più lungo della gamba: ora credono di poter direzionare intere filiere industriali a livello mondiale solo perché presumono arrogantemente di avere una conoscenza tale da permettere loro di poter soddisfare tale obiettivo con una relativa semplicità.

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