In questo giorno di 12 anni fa, il blog Freedonia apriva ufficialmente i battenti dopo un paio di giorni di lavori iniziali. Quello che ho cercato di erigere con la mia opera di divulgazione è un monumento contro l'interventismo centrale nell'economia: dettagliare perché esso è un veleno e nonostante ciò come alla fine conduca alla morte sia chi lo subisce che chi lo inietta. Questo porta a una dispersione della domanda e a una proliferazione di società zombi, distorce gli incentivi per una sana concorrenza, riduce l'efficienza aziendale e uccide il fattore innovazione nella crescita economica. In altre parole, porta a un drammatico squilibrio dei mercati. La teoria Austriaca del ciclo economico descrive perfettamente questo processo, i suoi punti di partenza e le sue conseguenze. E questo è stato più che mai evidente negli ultimi due anni. Da un lato ci sono stati i pianificatori centrali che ritenevano che, una volta revocate le restrizioni, la domanda avrebbe fatto accelerare bruscamente l'economia, dato che a loro giudizio la capacità e il potenziale dell'offerta sono enormi. Dall'altro, però, ciò non è avvenuto perché ci sono stati cambiamenti strutturali a seguito dei lockdown: caos nelle supply chain, ridotta partecipazione alla forza lavoro e carenza di manodopera in generale, crescita ipertrofica dei mercati delle materie prime e tensioni geopolitiche. Di conseguenza l'offerta non è stata, e tuttora non lo è, in grado di soddisfare la domanda a causa delle politiche monetarie artificialmente espansive; adesso l'inflazione dei prezzi sta divorando l'economia.
La stagflazione è già un fatto oggi; la recessione è inevitabile domani. L'inflazione delle commodity non finirà tanto rapidamente, dal momento che importanti esportatori di materie prime sono in conflitto e non sono stati stabiliti canali alternativi d'importazione delle risorse. Ciò significa che occorre riorganizzare gli approvvigionamenti energetici tradizionali, il che è inevitabilmente accompagnato da un aumento dei costi e da un'accelerazione dell'inflazione. L'offerta è sotto stress a causa dell'aumento dei costi: blocchi logistici, inflazione delle materie prime e carenza di manodopera. Un ulteriore stress è in arrivo, o meglio, è già arrivato: aumento dei costi del credito e un potenziale calo della domanda.
Invece di ridurre il suo maldestro intervento, lo stato, al contrario, ha aumentato i programmi sociali e la spesa pubblica, deprimendo in questo modo le imprese attraverso l'inevitabile aumento del carico fiscale, contribuendo ulteriormente alla compressione dell'offerta, riducendo l'efficienza, la voglia di investire e, in generale, peggiorando le aspettative delle imprese, oltre ad ampliare il numero degli enti burocratici. In questo stesso contesto, basta una lettura superficiale di COVID-19: The Great Reset di Klaus Schwab per comprendere l'inadeguatezza di un concetto così utopico, la cui adesione, come si vede, porta a conseguenze distopiche.
Questo blog, quindi, nell'ultimo anno ha ampliato la sua visione seguendo quella massima che permette di capire l'origine delle problematiche legate alla pianificazione centrale: seguire il denaro. Ma ecco un risultato interessante di questa ricerca: il denaro fornisce l'illusione del potere, non è affatto la fonte stessa del potere. Se davvero fosse diversamente, non sarebbe necessario cambiare progressivamente la percezione degli individui riguardo la realtà. Qual è la realtà? Che l'economia e la società nel suo complesso vengono trascinate in un mondo sempre più socialista. Lo abbiamo notato sin dal primo quantitative easing e lo stiamo notando ora con il ban europeo a gran parte del petrolio russo: raddoppiare gli sforzi su qualcosa che s'è dimostrata un fallimento sin dall'inizio. Il socialismo è un fallimento perché la pianificazione centrale è un fallimento: gli incentivi negativi creati dai burocrati spingono le persone a evitare le conseguenze negative degli stessi. Di conseguenza essi troveranno nuovi modi per aggirare gli incentivi negativi, perché come bacino sono estremamente superiori a quello dei pianificatori centrali e quindi la velocità con cui l'informazione viaggia e rende obsoleti suddetti incentivi sarà esponenziale. Questo a sua volta farà salire il costo di raddoppiare gli sforzi sull'imposizione d'incentivi negativi.
Non ha fatto in tempo a uscire la notizia secondo cui l'Europa ha deciso di tagliare adesso i 2/3 del petrolio russo, e il 90% entro la fine dell'anno, che il fallimento di questa misura è già divenuto conclamato. https://t.co/kqyvo8nvJY
— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) May 31, 2022
"Ogni intervento oggi condurrà a un intervento più grande domani", per citare lascamente Mises, il quale dedicò più di un volume a descrivere questo fenomeno e come esso fosse insostenibile col passare del tempo. L'apodittismo della domanda di mercato, iscritto nell'atomistica dell'azione umana, rappresenta una forza impossibile da cancellare da parte dei pianificatori centrali, possono deviarla, temporaneamente, ma tale deviazione avrà un costo: misallocation di risorse economiche scarse e investimenti improduttivi. È proprio qui che siamo oggi, ovvero, dover realizzare che la valanga d'investimenti improduttivi degli ultimi 60 anni ha raggiunto la data di scadenza. Sarebbe più corretto dire 100 anni, visto che i diritti di proprietà hanno iniziato a finire sotto attacco sin dalla prima abolizione del gold standard. La prova di ciò può essere vista nella tabella qui sotto, in quei Paesi che, ad esempio, hanno visto scomparire il comunismo nel 1989... a differenza di quelli che adesso lo stanno abbracciando. Perché badate bene, cari lettori, quello che vediamo implementato oggi con tanto fervore in Europa è comunismo; negli ultimi due anni il comando/controllo capillare cui abbiamo assistito, oltre a far parte di un piano specifico, è direzionato dal credo di una ristretta cerchia d'individui che l'Unione Sovietica fosse un esempio da seguire e che il suo fallimento derivasse dal fatto che l'Occidente non salì a bordo. Adesso, invece, con il loro piano che "sicuramente" è migliore dei pianificatori centrali precedenti, ritengono di poter riuscire laddove i comunisti del passato hanno fallito. Questo, in sostanza, è il credo della cricca di Davos, in particolare, ma in generale di qualsiasi altra banda mafiosa che fa capo allo stato e che cerca di prevaricare sulle altre.
La manipolazione dell'offerta di denaro aiuta sicuramente gli obiettivi dei pianificatori centrali, ma non è essa stessa l'origine del potere. La fonte di quest'ultimo è un'illusione, come detto in precedenza, un lavaggio del cervello che inizia in tenera età. Pensate ad esempio alla crescita nominale dell'economia. È facile ottenerla: basta stampare denaro e poi spenderlo. Il PIL infatti è la spesa interna lorda, non il prodotto interno lordo; anche perché è l'unica cosa che la statistica possa misurare e viene poi usato come proxy per affermare se un'economia è cresciuta o meno nell'arco di un anno. Non ha niente a che fare con la qualità della crescita, se c'è stata creazione di ricchezza reale, o se viene stimolato qualcosa di sostenibile. I pianificatori centrali, sebbene abbiano in bocca sempre la parola "crescita", fanno di tutto per smorzarla e ostacolarla. Infatti una "crescita infinita" misurata in PIL è un'insensatezza, dovrebbe essere invece rapportata alla scala del valore: man mano che si sale lungo questa scala, man mano che si passa dai beni di ordine inferiore a quelli superiori, si aggiunge valore a ogni stadio e questo valore è negli occhi di chi guarda. Detto in altro modo, il valore è soggettivo.
Non esiste qualcosa come un valore oggettivo, gli esseri umani agiscono per cercare di attenuare quanto più possibile l'incertezza dell'ambiente che li circonda e di conseguenza sono sempre alla ricerca di nuovi modi per creare proposte di valore condivise affinché possano migliorare la propria condizione. Il costo di opportunità di tagliare un albero e farci una sedia deve essere confrontato con la possibilità di tagliarlo e scaldarsi, poiché un calcolo accurato di questo "bivio" permetterà agli attori di mercato di allocare correttamente tempo e risorse scarse. Esiste una domanda per le sedie perché altri individui reputano soggettivamente ammissibile pagare voi un certo ammontare di denaro per fare la sedia, perché con quel tempo risparmiato suddetti individui lo metteranno a miglior frutto grazie alle loro capacità in altri settori e in tal modo guadagneranno di più (potendosi quindi permettere la sedia e altro). Questi sono scambi reciprocamente vantaggiosi, tutti prosperano. L'espansione di tale crescita continua fintanto che gli attori di mercato possono esprimere le loro azioni senza dover includere nei loro calcoli deviazioni lungo il percorso, come una burocrazia incontrollata ad esempio o tasse soffocanti, cosa che aumenta l'incertezza e di conseguenza deprime la crescita.
Erano queste, sostanzialmente, le idee che permisero a Menger alla fine dell'Ottocento di teorizzare gli ordini spontanei e il soggettivismo del valore. Entrambe teorie che scardinarono una volta per tutte le sciocchezze marxiste. Hayek, poi, ampliò ulteriormente questo impianto teorico aggiungendo il problema della conoscenza, il cui bacino decentralizzato e flusso non ostacolato permette di arrivare a migliori esiti economici rispetto a un ambiente economico in cui un gruppo ristretto d'individui, o peggio un singolo individuo, afferma presuntuosamente di avere tutta la conoscenza di mercato necessaria per condurre la società verso lidi di prosperità. È una contraddizione in termini quando ascoltiamo la cricca di Davos dire che "stiamo costruendo un futuro migliore", perché questa è una presunzione fatale dato che si presuppone arrogantemente di avere campi di competenza così grandi da ignorare il resto dell'ambiente economico e cosa vuole veramente. E i loro piani inevitabilmente falliscono perché ignorano arrogantemente la loro ignoranza al di fuori del proprio campo di competenze specifico.
Detto in modo schietto, sono comunisti, neo-keynesiani, neo-marxisti e neo-malthusiani, perché odiano la classe media e la sua emancipazione arrivata sulla scia della rivoluzione industriale. Ha significato perdita di controllo e ci sono volute due guerre mondiali affinché venisse riconquistato. Adesso quel controllo è di nuovo a rischio a causa della sua natura artificiale che rende l'ambiente economico un posto a crescita assente o negativa, soprattutto per la maggior parte delle persone a cui invece viene rubata. Ed è questo singolo fatto che crea stagnazione economica e sociale, nonché crisi ricorrenti. Sono, quindi, quelle stesse persone che vendono la panacea contro tutti i mali economici il problema reale, quelle stesse persone che hanno eretto il più grande schema Ponzi della storia economica, quelle stesse persone che prosperano attraverso gli scambi parzialmente vantaggiosi (win-lose), quelle stesse persone che prosperano attraverso l'Effetto Cantillon grazie al denaro fiat (ora più che mai evidente dalla presuntuosa richiesta dell'UE di pagare in euro per le risorse russe quando i russi non possono utilizzare tal denaro poiché trasformato in un'arma piuttosto che un mezzo di scambio), quelle stesse persone che negli ultimi due anni hanno costruito un panopticon mondiale e ripetono che è per il "vostro bene" e soprattutto per la "vostra felicità".
Ma qual è il nodo gordiano di tutta questa storia? Perché, ad esempio, proprio la Russia continua a essere il bersaglio delle invettive occidentali? L'energia. L'indipendenza energetica è un gigantesco vantaggio che pone la Russia al di fuori delle sfere d'influenza dei pianificatori centrali occidentali. Credete davvero che la rete elettrica sia statale (o al limite supervisionata dallo stato) per "solidarietà sociale"? Nel momento in cui gli individui sono indipendenti a livello energetico, lo stato e la pianificazione centrale in generale smettono di avere il controllo su di essi. E non è un caso che la Russia, in particolare la Rosatom, stia lavorando sulla ricerca/sviluppo di centrali nucleari al torio, così come la Cina. Per la cronaca, la Rosatom supervisiona un bacino di commodity ricchissimo in Russia e non è possibile per gli occidentali comprare una singola azione della società sui mercati esteri, invece di Gazprom sì.
Questo cambiamento epocale di paradigma a livello energetico, che tra una decina d'anni potrebbe aprire le porte alla possibilità di avere reattori nucleari "a casa", insieme a quello monetario, rappresentano il motivo per cui i piani della cricca di Davos falliranno. E questo ci porta alla domanda successiva che inevitabilmente scaturisce da un pezzo come questo: come difendersi? Oro fisico senza dubbio, perché quando la disperazione della maggior parte delle persone raggiungerà il picco quello dovrà essere il momento in cui farsi trovare pronti e in anticipo sui tempi. Inutile dire che il metallo giallo, sebbene ancora fortemente soppresso dall'oro sintetico, raggiungerà i $10.000 prima che questo dramma possa definirsi concluso. È un'era, quella che stiamo vivendo, in cui il denaro fiat è destinato a essere schiacciato sotto il peso delle sue contraddizioni e la fase di transizione verso un nuovo strumento monetario sarà caratterizzata da forti fluttuazioni. In secondo luogo, azioni legate alle commodity (es. energetiche, minerarie ed alimentari).
In ultimo, e più importante, Bitcoin. Ecco rappresenta l'anello di congiunzione tra denaro ed energia, il modo attraverso il quale non solo tornare a effettuare scambi reciprocamente vantaggiosi, ma comprendere la natura del denaro e dell'azione umana. Bitcoin è un volano per ottenere una compresione del mondo scevra dagli stimoli pavloviani lanciati ad hoc dai pianificatori centrali. Bitcoin, infatti, permette di tornare a capire la Legge di Say grazie alla Proof of work; tutto il white paper scritto da Satoshi è un elegante esercizio di tributo alla Scuola Austriaca e alla sua centralità nella comprensione delle meccaniche economiche. Ecco il motivo per cui si continua ad attaccare (scioccamente) Bitcoin per la sua (presunta) natura altamente energivora e il relativo impatto ambientale.
Anche qui, non è un caso che la Russia stia aprendo alle criptovalute e a Bitcoin in particolare. La potenza di questo strumento non è solo dal lato tecnico, ma dal lato sociale: più lo i studia, più mette in discussione le "certezze" di coloro che ritenevano il mainstream la fonte più affidabile di tutto. La fine di questa illusione e la scoperta di un modo alternativo e concreto di immagianre il mondo che ci circonda è quella visione mistico/religiosa che manca al mondo Occidentale, svuotato da tutti i suoi contenuti (es. woke society). La filosofia dell'HODL è un esempio in merito, ma che rappresenta molto di più del semplice risparmio: una visione delle cose impossibile da contaminare. Questo stesso tipo di visione del mondo caratterizzava gli Apache e, impossibili da conquistare, vennero sterminati. L'opera di questo blog, da 12 anni a questa parte, è stata quella di rendere dapprima consapevoli i lettori di una tale visione del mondo e successivamente di permettere loro di coltivarla e svilupparla. L'emancipazione dalla pianificazione centrale, dallo stato e da tutte le illusioni che spaccia per riuscire a vivere un giorno in più non si raggiunge finché non si ha chiaro in mente perché la si vuole.
Cari amici e lettori, il mio blog, Francesco Simoncelli's Freedonia, esiste grazie al lavoro che ogni giorno vi dedico, impiegando una parte preziosa del mio tempo per promuovere e diffondere il messaggio di libertà. Il blog offre un servizio di consulenza i cui dettagli possono essere consultati al seguente link: https://calendly.com/fsimoncelli
Se invece volete solo dimostrare il vostro apprezzamento lasciando un contributo, potete farlo al seguente link: paypal.me/FrancescoSimoncelli
Oppure in Bitcoin: https://wallet.melis.io/#/public/payto/M02Smx1ykSGwazM4zjRHpaB73nkovz
Bitcoin Cash: https://wallet.melis.io/#/public/payto/M1hFZ7A9vcJgscSycdjV5TwiAentw
Dogecoin: https://wallet.melis.io/#/public/payto/M53Bhmp961jTneLbjoJ6e8j1ryeBy4
Litecoin: https://wallet.melis.io/#/public/payto/M22xnXENnuEMzuv2GzCnLtzCLigTqQ
Groestlcoin: https://wallet.melis.io/#/public/payto/M3pcdN7QYitesMo8jALMGND2TxXVu
Dash: XrXp7VV5f8CfAUX5erp8aAS7RZ71JfyNPt
Monero: 84yv6qMhyYeU79CRkAxXwtQeKzxUktnYu1dkpiMHaNpG9hNaH16wzALdKxKzwt8QZChJBPY97ZVhpBnmSzeT8GWcFexqyNG
Esso sarà destinato a finanziare tutte le spese che servono per mantenere il blog, ampliarne i contenuti e offrire nuovi e migliori servizi. Se pensate, quindi, che Freedonia debba continuare a offrire la sua testimonianza in questo triste mondo collettivista, offritegli qualcosa in cambio. Liberamente, s'intende.
Sono già pronti circa €750 milioni per permettere all'industria dell'automobile di adeguarsi alle nuove direttive "green" dell'UE. L'allocazione di tali risorse monetarie arriva sulla scia di una decisione presa top-down senza alcuna considerazione delle condizioni reali dei mercati. Si presume che i pianificatori centrali "sappiano meglio". Questo è argomento trattato nel Capitolo 6 del mio libro.
RispondiEliminaCos'è che non si vede? Non dovrebbe questo stimolo alla domanda sostenere l'attuale industria e permetterle poi di trasmetterlo al resto dell'economia? Ciò che non si vede è la differenza tra consumo produttivo e non produttivo. Il denaro non è altro che un mezzo di scambio, il suo ruolo è quello d'intermediare la produzione tra produttore e consumatore: "Sigliamo un accordo a tal prezzo". Non regola il livello della produzione, come vogliono far credere i burocrati attraverso la suddetta cifra creata dal nulla. Infatti il fatto che quest'ultima non abbia alle spalle produzione reale determina distorsioni nell'ambiente economico, perché adesso esiste il modo affinché l'industria automobilistica elettrica possa sottrarre risorse reali da altre industrie. La domanda artificiale stimolata dal denaro fiat non annulla la domanda reale in altri settori, i quali vedranno aumentare il costo degli input necessari a soddisfare la loro produzione e, a cascata, tali aumenti verranno inevitabilmente passati ai consumatori. Poiché lo stato non genera ricchezza, non può produrre crescita economica. Contrariamente a quanto vogliono farci credere i burocrati europei, più c'è spesa di questo genere, peggio è per la salute dell'economia e per la crescita economica.
Questa era la lezione di Bastiat quando, con la metafora della finestra rotta, cercò di spiegare gli effetti insidiosi della spesa pubblica e del denaro fiat sull'economia. Una critica in anticipo sul keynesismo, secondo cui la struttura di produzione e il capitale che la intermedia sono elementi omogenei che possono essere "migliorati" stimolando "qualsiasi" domanda. L'importanza della domanda non è più dirigere i fornitori su quali beni e servizi produrre, ma piuttosto essa stessa diviene l'agente della produzione: "La domanda crea l'offerta". In realtà, per domandare beni e servizi, gli individui devono prima produrre qualcosa di utile, quindi è l'offerta che alimenta la domanda e non il contrario.
Il caos coi crediti d'imposta è analogo al caos dei titoli coperti da ipoteca (MBS) negli USA dopo lo scoppio della Lehman. Gli MBS non erano altro che la cartolarizzazione di prestiti concessi a cani e porci durante la mania immobiliare statunitense alimentata dalla FED di Greenspan prima e Bernanke poi, dove l'ingegneria finanziaria ha progressivamente sostituito il classico movente del profitto del sistema bancario commerciale, ovvero, gli interessi sui prestiti concessi ai mutuatari. Inutile dire che salvare il sistema bancario commerciale ha significato per la FED fare incetta di MBS oltre ai titoli obbligazionari dello zio Sam. Questo a sua volta ha significato che, nonostante una breve pulizia del mercato immobiliare, con tanto di famiglie sommerse, i prestiti non performanti hanno continuato a proliferare nel sottobosco finanziario, poiché sono state sovvenzionate artificialmente attività che invece dovevano fallire (es. Fannie/Freddie, AIG, ecc.). Non è un caso quindi che adesso il mercato immobiliare USA faccia di nuovo vedere cifre da record nei prezzi delle case.
RispondiEliminaI crediti fiscali in Italia avevano lo stesso scopo per quanto riguarda il settore immobiliare italiano: cercare di mettere una toppa al più grande generatore di prestiti non performanti in Italia, ovvero, il settore immobiliare. La cartolarizzazione delle imposte pendenti ha permesso alle aziende edili di "respirare", mentre ha passato la patata bollente a CDP e in generale alle banche. Le regole ingessanti servivano solamente a direzionare artificialmente i crediti fiscali verso aziende target, i "clientes". Inutile dire che lo stimolo fiscale attraverso denaro a pioggia ha solo ampliato la finestra di una crisi del settore immobiliare, non risolvendo i problemi di fondo: deflazione necessaria per ripulire un mercato drogato di credito facile. Infatti la presunta "toppa" ha creato altri due buchi: nelle entrate statali e nei bilanci delle banche con titoli tossici che non vuole nessuno. Non sorprende, quindi, che la demolizione controllata dell'attuale sistema finanziario sia esplosa in Europa con epicentro l'Italia.