martedì 31 maggio 2022

Davos 2022: la lotta tra oligarchi ottuagenari

 

 

di Tom Luongo

Non avrei mai pensato che sarei vissuto abbastanza da vedere il giorno in cui i “troppi vecchi per governare il mondo, ma troppo giovani per morire” (con tante scuse a Ian Anderson) si sarebbero incontrati a Davos e avrebbero litigato su cosa fare della Russia.

In ventiquattr'ore due degli uomini più influenti del pianeta hanno espresso quale dovrebbe essere la linea d'azione di Davos sull'Ucraina.

I primi colpi sono stati sferrati da mister Realpolitik, Henry Kissinger, che la maggior parte delle persone è stata sorpresa di scoprire che fosse ancora vivo. Kissinger ha detto a tutti che è ora d'iniziare i negoziati per un accordo con la Russia.

"I negoziati sulla pace devono iniziare nei prossimi due mesi circa, [prima che il conflitto] crei sconvolgimenti e tensioni che non saranno facilmente superate",  ha detto a proposito della crisi bellica il diplomatico veterano di 98 anni. Il risultato determinerà allo stesso modo il resto delle relazioni dell'Europa con la Russia e l'Ucraina, ha inoltre affermato. "Idealmente, la linea di demarcazione dovrebbe tornare allo status quo ante",  ha detto.

"Credo che portare avanti la guerra oltre quel punto non la trasformerebbe in una guerra per la libertà dell'Ucraina, che era stata intrapresa con grande coesione dalla NATO, ma in una guerra contro la stessa Russia",  ha aggiunto.

Quello di Kissinger è semplicemente buon senso, sapendo benissimo che la situazione in Ucraina si sta avvicinando molto a essere qualcosa di militarmente irrecuperabile per l'Ucraina. Si capisce che le cose vanno male quando lo ammette anche la stampa britannica, nonostante a quelli del Telegraph è stato detto di cambiare il titolo originale.

Anche i giornalisti occidentali sul campo stanno ammettendo la verità...

Il fronte nel Donbass sta crollando sulla scia della resa, scusate "evacuazione", dall'Acciaieria Azovstal dei massimi comandanti del battaglione Azov.

Gli ucraini non stanno solo finendo le munizioni, gli uomini stanno esaurendo il morale. Quando si spezza la volontà di un esercito, non importa cosa si provi a fare per alimentare il conflitto, non cambierà il risultato. Se i rapporti sono veritieri, l'Ucraina vedrà solo il 15% circa dei $40 miliardi approvati dalla giunta Biden la scorsa settimana.

Sulla scia del pragmatismo di Kissinger è arrivato l'incredibile pasticcio di George Soros costituito da narrazioni completamente artificiose sulla Russia e sugli obiettivi della Cina e sulle carenze dei rispettivi leader. Soros ha completamente rispettato il copione dei guerrafondai neoliberal/neoconservatori secondo cui l'Ucraina è nella posizione di vincere questa guerra ed è nostro dovere come difensori della sua Open Society assisterla a qualunque costo.

Perché se non lo facciamo, "la civiltà potrebbe non sopravvivere". Il particolare tipo di solipsismo e arroganza che Soros esibisce non sfocia solo nel patologico, ma ignora che dovremmo fare la stessa cosa per tutti i confini.

Nella sua visione del mondo i confini dovrebbero essere sradicati. Allora perché i suoi burattini e accoliti sono così ossessionati dalla cosiddetta "integrità territoriale dell'Ucraina?"

Soros è un ideologo. Ha definito il mondo in termini incompatibili con la natura umana; e sta perdendo. Questo è il motivo per cui vuole più impegno nell'uccidere i malvagi russi che si rifiutano di mangiare insetti, sterilizzarsi ed essere sradicati dalla storia, cosa per cui ha speso miliardi in Ucraina negli ultimi otto anni.

Passare al vaglio le bugie nel suo discorso non vale quasi la pena. In definitiva, sono solo le sue proiezioni di ciò che crede siano le motivazioni e gli obiettivi di Putin e Xi in base alle loro operazioni attuali: guerra in Ucraina/lockdown in Cina.

Soros rielabora l'epica vittoria dell'Ucraina a Kiev per dipingere il quadro di cui ha bisogno in modo da esprimere il suo punto, ma è qualcosa che ormai è fuori moda da due mesi. Tutto ciò che la difesa di Kiev ha fatto è stata incoraggiare la belligeranza degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, tuttavia non ha contrastato nessuno degli obiettivi finali di Putin. Né ha smosso il sentimento popolare.

Ci ha dato la situazione che abbiamo oggi ed è quella che lui deplora perché invita a uno sforzo immenso per evitare che la Russia possa vincere.

Quelle proiezioni alimentano conclusioni che non sono basate sulla realtà ma su un pio desiderio. Soros, come tutti gli investitori (e ha investito molto per rovesciare Putin e Xi) "parlerà sempre del suo copione" e lo farà sembrare un'analisi convincente e sobria.

Le decisioni sui combattimenti in Ucraina non sono state prese da una prospettiva militarmente strategica da settimane ormai. Se fosse stato il contrario, si sarebbe cercato un cessate il fuoco. Il governo fantoccio di Soros negli Stati Uniti si rifiuta di accettare la realtà, perché Soros stesso si rifiuta di crederci.

Ma dato che è lui a firmare gli assegni per aiutare i Democratici a rubare le elezioni di medio termine a novembre, ottiene ciò che vuole. So di essere riduzionista qui, anche perché le forze che agiscono all'interno dell'establishment politico e militare statunitense sono molto più profonde e diversificate della semplice megalomania di Soros, ma lui rappresenta un esempio valido come qualsiasi altro in merito.

Nelle ultime due settimane c'è stato un cambiamento nelle notizie sugli eventi in Ucraina: ora è accettato a malincuore che la guerra di logoramento della Russia contro le forze armate ucraine sia stata brutale, costosa ed efficace.

Ora sta iniziando a mostrare dividendi reali in termini di guadagni di territorio, mentre il centro del fronte nel Donbass crolla.

L'unico motivo per cui i russi non hanno preso più territorio è perché uomini coraggiosi hanno mantenuto la loro posizione mentre Zelenskyy è andato in tournée per vendere una guerra impossibile da vincere a un pubblico esausto e disinteressato in Europa e negli Stati Uniti

Siamo finalmente arrivati ​​al punto in cui anche gli stimoli "pavloviani" perdono tutta la loro potenza. Ora che le posizioni dell'UAF sono irrimediabilmente degradate, non resta che ritirarsi o arrendersi. Non mancano più di poche settimane a questo esito.

E quegli uomini coraggiosi stanno per essere ridotti in poltiglia per la loro lealtà a un'idea che sarebbe dovuta morire mesi fa.

Quando decodificate sia il pragmatismo di Kissinger che l'isteria di Soros, ottenete una conclusione: la Russia sta vincendo la guerra nell'Ucraina orientale. E vincendo quelle battaglie stanno spendendo l'effettiva forza di combattimento dell'UAF nel processo.

L'Ucraina è sempre stata il Rubicone per molte persone. È stato investito così tanto capitale che tutti sono impegnati. Ha rappresentato la linea di demarcazione tra successo e fallimento di generazioni di preparativi per un nuovo ordine mondiale.

Henry Kissinger è stato al centro di tutto questo movimento per decenni. Ha preparato Klaus Schwab a trasformare il WEF in quello che è oggi: la forza influente che spaccia sporchi imbroglioni e imbonitori delle peggiori idee nella storia umana.

George Soros è un nuovo ricco, collaboratore nazista e avvoltoio opportunista con manie di grandezza. Ha giocato a poker con i più grandi giocatori del mondo e ha mandato in rovina interi Paesi più volte. Suo figlio ora ha la sua eredità, ma la perderà dato che suo padre è impazzito.

Ciononostante non ha mai battuto un Paese la cui gente ha resistito. Che vi piaccia o meno quello che la Russia sta facendo in Ucraina, sta solo tenendo fede alla sua posizione; che voi siate d'accordo o meno che questa guerra fosse il modo giusto per farlo, è irrilevante.

Kissinger sarebbe d'accordo con me.

Coloro che dubitano della determinazione o della profonda preparazione della Russia su tutti gli assi della guerra – militarmente, economicamente, socialmente, culturalmente – si troveranno faccia a faccia con una conclusione scioccante: non si può prendere il controllo di un popolo dall'alto verso il basso che invece è unito dal basso verso l'alto.

Anche qui Kissinger sarebbe d'accordo. È per questo che ha sostenuto la ricerca di modi per impedire che la Russia si lasciasse alle spalle il suo carattere europeo e abbracciasse quello asiatico. Ora che la guerra economica è fallita, l'unica opzione ragionevole è accettare ciò che è stato perso... prima che quello che oggi sembra uno stallo si trasformi rapidamente in una disfatta.

Soros è solo il tipico bullo narcisista, pronto a dirvi perché dovete eseguire i suoi ordini per renderlo potente. Questa sarà l'ultima volta che farà un discorso che qualcuno ascolterà e l'ultima volta che a qualcuno interesserà chi vincerà la lotta tra due vecchi storpi in un'arena globalista.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 30 maggio 2022

E se...?

 

 

di Sven Henrich

È ora di porre una domanda pertinente in questa fase del nostro viaggio macro: e se? No, non il "e se" dei vari scenari peggiori che si stanno attualmente diffondendo intorno a noi, e molti con preoccupazioni ben fondate badate bene. No, è da un po' che presento queste tesi e i lettori ne sono ben consapevoli. Piuttosto voglio evidenziare uno scenario "e se" completamente diverso, quello del lato rialzista, almeno per un po'.

In questo articolo evidenzierò 3 temi: contesto tecnico e macro delineato a gennaio, un aggiornamento sulla tripletta delineata di recente e una storia di mercato importante.

Innanzitutto il contesto tecnico e macro.

Torniamo indietro all'inizio di gennaio.

Poiché l'indice $SPX stava raggiungendo nuovi massimi storici a 4800, Wall Street ha proposto obiettivi di prezzo in gran parte rialzisti per la fine dell'anno:

Si è parlato poco o niente di una correzione che avrebbe fatto cadere l'indice $SPX a 3850 come era già successo due volte.

Piuttosto quello che abbiamo visto è il ben noto gioco di Wall Street di aumentare i prezzi target in salita e poi tagliarli in discesa:

E così si passa da un obiettivo di prezzo di 5.100 a un obiettivo di rischio di 3.600 nel giro di pochi mesi. Potrebbe essere stato utile all'inizio dell'anno prima portare gli investitori fuori dal precipizio, non dopo quando la maggior parte del danno era già stata fatta, ma è solo una sceneggiatura standard che abbiamo visto svolgersi più e più volte.

Il mio punto qui non è inveire contro Wall Street, ma piuttosto offrire un contesto, perché nulla di ciò che è successo qui finora è una sorpresa. Almeno non per me e spero nemmeno per i miei lettori.

Nello stesso momento in cui sono stati pubblicati i target di prezzo elevati ho pubblicato un grafico molto semplice, quello della 5 EMA annuale sull'indice $SPX e mostrava un'ampia disconnessione tecnica suggerendo una riconnessione di riempimento a venire:

Bene, eccoci qui.

Non abbiamo la riconnessione completa poiché la 5 EMA è scesa insieme al prezzo e quella riconnessione completa potrebbe ancora arrivare quest'anno, ma francamente un grande rally da qui potrebbe anche far salire la 5 EMA e ricollegarla dopo (visto che era a 3985 all'inizio dell'anno).

Ma come affermato sopra, l'ulteriore caso dello scenario orso ha dei meriti e potrebbe peggiorare molto negli anni a venire, ovviamente con un primo stop sulla 200MA settimanale che è stata più volte un perno del mercato.

E se l'attuale mercato ribassista è solo l'inizio di ciò che verrà, allora le cose potrebbero peggiorare, molto.

Soprattutto perché tutti i mercati rimangono ampiamente estesi in termini di valutazioni storiche, ovvero capitalizzazione di mercato rispetto al PIL.

Lo scoppio delle bolle nel 2000 e nel 2007 non ha toccato il fondo fino a quando tal rapporto non ha raggiunto rispettivamente il 75% e il 50% e siamo ancora al 160% provenendo da oltre il 200% di gennaio, un problema che avevo nuovamente evidenziato il 2 gennaio in "Come sarà nel 2022 quella bisca clandestina chiamata mercato azionario".

In quell'articolo proposi una premessa centrale:

Quale sarebbe il valore equo di mercato? Chi può dirlo, il fatto è che le 4 maggiori banche centrali hanno bilanci per oltre $32.000 miliardi, il sistema finanziario globale è già completamente distorto e questi bilanci non possono essere ridotti senza il collasso dei mercati, quindi non li normalizzeranno. Usando P/E normalizzati su liquidità, utili e rapporti storici tra capitalizzazione di mercato e PIL, posso dire un $SPX tra 2500 e 3.800 a seconda del fattore dominante. Come abbiamo visto negli ultimi anni, il valore equo di mercato attualmente non si applica. Forse un giorno sì, ma richiederebbe alle banche centrali di perdere il controllo.

Quindi potete già immaginare la sceneggiatura del 2022, vero? Mentre abbiamo vento favorevole grazie alla liquidità e ottimi rapporti sugli utili per il quarto trimestre del 2021, la festa sta rapidamente volgendo al termine e la FED vorrà frenare l'inflazione senza causare una recessione, il che sarà un'impresa a dir poco ardua. Come cercherà di sfangarla?

Facile: lascerà che i mercati scendano, non tanto da causare un evento sistemico ma abbastanza affinché anno dopo anno i numeri dell'inflazione scendano; dichiarerà vittoria e poi di nuovo invertirà la rotta per prevenire qualsiasi danno grave ai mercati quando il medio termine sarà nella mente di tutti. In breve: seguite il copione stagionale per le elezioni di medio termine.

Bene, hanno lasciato che i mercati scendessero, con la fine del QE che è di nuovo un fattore scatenante. Infatti, come scritto nell'articolo di gennaio:

Ed ecco:

Vai a capire:

È sempre la liquidità della FED!

In questo contesto, hanno senso anche i grafici che ho mostrato in "Come sarà nel 2022 quella bisca clandestina chiamata mercato azionario".

Grafico delle small cap di gennaio:

Adesso:

Grafico di gennaio dell'indice $NDX:

Adesso:

Quindi ripropongo lo scenario che ho proposto a gennaio: "lasciare scendere i mercati" è stato il copione seguito.

Ma la FED non ha ancora iniziato a ridurre il proprio bilancio, finora ha solo rialzato i tassi di 75bps e la riduzione del bilancio inizia a giugno. Sì, sono consapevole di un rischio di ulteriori ribassi, ma torno al copione originale: "Lasciar che i mercati scendano, ma non tanto da causare un evento sistemico, ma abbastanza affinché i numeri dell'inflazione scendano anno dopo anno".

Ci sono i problemi delle supply chain che non controllano e la domanda sta già diminuendo rapidamente poiché i consumatori sono costretti a spendere per tenere il passo con i prezzi in salita. I prezzi degli asset e la direzione degli stessi sono sempre più intrecciati con la spesa economica, quindi la FED sta di nuovo giocando con il fuoco perché un mercato ribassista può spingere rapidamente l'economia in una profonda recessione. Non una proposta popolare appena prima delle elezioni di medio termine.

Il che mi porta a un aggiornamento sulla tripletta che ho evidenziato di recente in "L'impensabile", vale a dire che il ciclo di tightening potrebbe aver già raggiunto il picco e gettare le basi per un importante rally in un cotnesto di mercato ribassista.

Una delle domande chiave riguardava il rendimento a 10 anni con il suo obiettivo originale del 3,2% che ho evidenziato l'anno scorso in questo thread:

Il decennale USA ha raggiunto esattamente il 3,2% la scorsa settimana e da allora ha rifiutato di offrire la prospettiva di aver raggiunto il picco per ora.

Il dollaro USA non ha collaborato con un'inversione e ciò ha mantenuto la pressione sulle azioni la scorsa settimana, facendo sorgere la domanda su dove le azioni potrebbero trovare supporto se i minimi di metà settimana non reggessero e in questa estesa intervista alla CNBC ho detto 3850 come un livello di supporto chiave.

Infatti abbiamo raggiunto 3857 poco dopo e il dollaro ha raggiunto il picco contemporaneamente e invertito offrendo un notevole rally di sollievo nell'intervallo 5%-6% sulle azioni. Ora il dollaro ha invertito notevolmente la rotta.

Eppure una parte delle componenti della tripletta continua a non essere al suo posto con un'inversione confermata ed è il debito ad alto rendimento, che in effetti è passato ad un nuovo minimo questa settimana, ma ieri ha mostrato un'improvvisa candela verde sull'indice $JNK.

Ciò ha coinciso con un nuovo test sui futures notturni ieri dei minimi di 3850 della scorsa settimana sull'indice $SPX.

Se tutte le parti della tripletta mostreranno inversioni sostenute, può emergere un notevole rally nel mercato ribassista simile a quelli che abbiamo visto in passato.

Ma la domanda "e se" offre un'altra riflessione, quella della storia, la terza parte della mia tesi.

A meno che i mercati non subiscano una chiusura settimanale al di sopra di 4023,89, l'indice $SPX guarda a 7 settimane di ribasso settimanali consecutive vicino al ritracciamento Fibonaccio .382.

Quanto rari? Così:

Questo è successo esattamente 3 volte. Una volta per 7 settimane, 2 volte per 8 settimane.

Ho controllato quei 3 anni.

1970:

Inizialmente è sceso in basso anche per la settimana 9, ma in quella stessa settimana chiuse in positivo e quello fu poi il minimo dell'anno.

1980:

Anche quello era il minimo dell'anno.

2001:

Non erano i minimi dell'anno, ma hanno finito per produrre un rally di 7 settimane nel mercato ribassista.

Quindi il messaggio? Sì, forse nuovi minimi possono arrivare o meno (ad esempio la zona 3800), ma c'è anche l'idea suggeritaci dalla storia: una considerevole opportunità di acquisto è in vista e che potrebbe trasformarsi in un rally nel mercato ribassista, il quale potrebbe durare per diverse settimane e che poi virerà verso nuovi minimi. Ma cosa succede se stiamo davvero vedendo l'impensabile? Uno scenario in cui il ciclo di tightening ha raggiunto il picco, l'inflazione continua, la FED rialzerà di altri 50 punti base e quindi i dati in rapido rallentamento e le elezioni di medio termine faranno faranno invertire la rotta alla FED?

E poi i rapporti P/E improvvisamente crollati possono accendere un fuoco di acquisti in questo mercato.

Ora, ammesso che il flip flop potrebbe non verificarsi fino a quando non ci saranno ancor più danni, ma ciò non preclude un primo rally nel mercato ribassista se la tripletta collabora. Ma cosa succede se dopo il rally nel mercato ribassista ci ritroviamo molto al di sopra dei minimi precedenti? Beh, allora potremmo guardare indietro a tutto questo e notare che gli scenari precedenti nel 1970 e nel 1980 erano davvero quelli rilevanti. Tutto questo è troppo presto per essere determinato con certezza, ma a mio avviso vale almeno la pena porci la domanda "e se". Chiamatelo FUD per gli orsi.

Dato il contesto macroeconomico, per ora lo scenario di un rally in un contesto più ampio ribassista, con nuovi minimi a seguire, rimane una tesi di base, ma dovremo anche continuare a guardare i discorsi della FED:

Ricordate solo che ciò che dice la FED non ha assolutamente alcun significato predittivo su ciò che farà effettivamente. Adesso parlano duro, ma parlano molto in generale.

Quindi non sorprendetevi se sta segretamente cercando una scusa per sospendere i rialzi dei tassi tra qualche mese. Sulla base della storia della FED, questa parte dell'equazione non sembra avere un "e se" ma piuttosto un "quando".

Conclusione: i grafici rimangono nel mio radar per ulteirori indizi e la storia suggerisce che i minimi attuali, o la successiva serie di nuovi minimi, offrono un'opportunità di acquisto per l'emergere di un considerevole rally nel mercato ribassista (che non è misurato in ore o giorni, ma piuttosto in settimane). E poi potremo fare ulteriori valutazioni.

Il QT inizia a giugno e la FED ha un problema: dal 2009 è intervenuta su qualsiasi correzione dell'indice $SPX pari al 20% e sui mercati ribassisti emergenti. Questa volta non può farlo senza far saltare completamente la sua credibilità e a causa dell'inflazione che rimane molto alta. Ma se i mercati non si riprenderanno presto e allevieranno la pressione, il dolore di un mercato ribassista continuato che ridimensiona correttamente la bolla degli asset (causata dalla stessa FED) provocherà una profonda recessione molto prima di quanto la FED sia disposta ad ammettere. Per ora Powell, Yellen e i soliti sospetti stanno ancora facendo il tifo per la "forte economia statunitense". Speriamo tutti che ciò non si riveli transitorio, come lo era la loro lettura dell'inflazione l'anno scorso, o che milioni di persone non paghino con i loro posti di lavoro e il benessere economico per l'ennesimo errore della FED.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


venerdì 27 maggio 2022

La guerra finanziaria prende una brutta piega

 

 

di Alasdair Macleod

Il divario tra l'Eurasia e i gruppi di difesa occidentali (NATO, "Five-eyes", AUKUS ecc.) si sta allargando rapidamente. Mentre i commenti dei media generalisti si concentrano sul lato visibile del conflitto in Ucraina, gli aspetti economici e finanziari sono ciò che conta davvero.

C'è una crescente inevitabilità in tutto questo. La Cina ha cavalcato la tigre occidentale inflazionista negli ultimi quarant'anni e ora che vede accelerare la svalutazione del dollaro si chiede come cavarsela. La Russia forse è più avanzata nei suoi piani di fare a meno dei dollari e delle altre valute occidentali, affrettata dalle sanzioni. Nel frattempo l'Occidente è sempre più vulnerabile, senza un'alternativa all'egemonia del dollaro.

Imponendo sanzioni alla Russia, l'Occidente ha fatto schierare i suoi oppositori geopolitici in una causa comune contro una fazione dominata dal dollaro. La Russia è il più grande esportatore mondiale di energia e materie prime, mentre la Cina è il fornitore mondiale di semilavorati e beni di consumo. Le conseguenze delle sanzioni occidentali ignorano questo punto vitale.

In questo saggio esamineremo lo stato attuale del sistema finanziario mondiale e valuteremo dove è diretto. Riassumeremo la condizione di ciascuno dei principali attori: Occidente, Cina e Russia, e la crescente urgenza per queste ultime due potenze di prendere le distanze dall'imminente crisi monetaria, bancaria e finanziaria dell'Occidente.

Possiamo già iniziare a vedere come andrà a finire la guerra finanziaria.


L'Occidente e il suo sistema pump/dump basato sul dollaro

I cinesi hanno compreso le tattiche degli Stati Uniti in base alle quali si sono assicurati che prevalesse la loro egemonia. Ciò ha portato a una profonda sfiducia nei loro rapporti con l'America.

Dalla fine di Bretton Woods nell'agosto del 1971, per ragioni strategiche più che altro, l'America ha continuato a dominare il mondo. Una combinazione di capacità militare ed egemonia del dollaro hanno sconfitto il comunismo dei sovietici e di Mao Zedong. Stampando dollari sono stati inviati "aiuti" per comprare i comunisti in Africa e in America Latina e, nel caso dell'America Latina, è stato schierato il sistema bancario statunitense per riciclare petrodollari in prestiti condizionati. Alla fine degli anni Settanta, le banche di Londra ricevevano da Citibank telex lunghi un metro che invitavano a partecipare a prestiti condizionati, in genere da $100 milioni, il cui scopo, secondo il telex, era invariabilmente "favorire gli scopi dello stato".

I prestiti ai latinoamericani da parte delle banche commerciali statunitensi e altri creditori sono aumentati notevolmente durante gli anni '70. All'inizio di quel decennio, il debito totale dell'America Latina era di $29 miliardi, ma alla fine del 1978 quella cifra era salita a $159 miliardi. E all'inizio del 1982 il livello di quel debito raggiunse i $327 miliardi. Sapevamo tutti che parte di esso stava scomparendo nei conti bancari svizzeri di generali militari e politici di Paesi come l'Argentina. La loro fedeltà era stata comprata e questa storia non si poteva concludere se non con una crisi del debito latinoamericano.

Con l'inflazione dei prezzi al consumo che imperversava, la FED e altre importanti banche centrali dovettero rialzare i tassi d'interesse alla fine degli anni Settanta e il ciclo del credito bancario si ritorse contro i latini. Le banche cercavano di ridurre i propri impegni di prestito e spesso (come con i titoli a tasso variabile) pagavano tassi cedolari più elevati. Nell'agosto 1982 il Messico fu il primo a informare la FED, il Tesoro degli Stati Uniti e l'FMI che non poteva più onorare il proprio debito. In tutto, sedici Paesi dell'America Latina rinegoziarono i propri debiti in seguito, così come undici Paesi meno sviluppati in altre parti del mondo.

L'America prese in mano le redini per affrontare i problemi, agendo come "prestatore di ultima istanza" e lavorando con le banche centrali e l'FMI. La pezza al problema fu messa con i Brady Bond emessi tra il 1990 e il 1991. E in quanto fornitori della valuta, era naturale che gli americani avevano un occhio di riguardo per le proprie società come parte del processo di ripresa, riorganizzando gli investimenti nella produzione e nella produzione economica. Quindi l'America Latina avrebbe scoperto che gli USA fornivano i dollari necessari per coprire gli shock petroliferi degli anni '70, poi ritiravano i finanziamenti e avrebbero finito per controllare fasce della produzione nazionale latinoamericana.

Questo è stato il ciclo di "pump/dump" che ha messo in guardia quegli strateghi militari cinesi che avrebbero analizzato la politica estera degli Stati Uniti circa vent'anni dopo. Nel 2014 la leadership cinese era certa che le rivolte a Hong Kong riflettessero il lavoro delle agenzie d'intelligence americane. Quello che segue è un estratto tradotto da un discorso del maggiore generale Qiao Liang, uno dei principali strateghi dell'Esercito popolare di liberazione, rivolto alla Commissione Centrale del Partito Comunista Cinese nel 2015:

Dal conflitto delle isole Diaoyu e dal conflitto dell'isola di Huangyan, sono continuati a verificarsi incidenti in tutta la Cina, incluso lo scontro sulle piattaforme petrolifere cinesi 981 con il Vietnam e l'evento "Occupy Central" di Hong Kong. Possono ancora essere visti come dei semplici eventi accidentali?

Ho accompagnato il generale Liu Yazhou, commissario politico della National Defense University, a visitare Hong Kong nel maggio 2014. In quel momento abbiamo sentito che il movimento "Occupy Central" era pronto e sarebbe entrato in azione entro la fine del mese. Tuttavia non è accaduto né a maggio, né a giugno, né a luglio o ad agosto.

Cosa è successo? Cosa stavano aspettando?

Diamo un'occhiata a un altro calendario: l'uscita della Federal Reserve statunitense dalla politica di Quantitative Easing (QE). Gli Stati Uniti hanno dichiarato che avrebbero interrotto il QE all'inizio del 2014, ma è rimasto in atto ad aprile, maggio, giugno, luglio e agosto. Finché c'era il QE, continuava a stampare dollari e il prezzo di questi ultimi non poteva salire; pertanto nemmeno "Occupy Central" a Hong Kong doveva partire.

Alla fine di settembre la Federal Reserve ha annunciato che gli Stati Uniti sarebbero usciti dal QE. Il dollaro iniziò a salire e poi all'inizio di ottobre è scoppiato "Occupy Central" a Hong Kong.

In realtà, le isole Diaoyu, l'isola Huangyan, le piattaforme 981 e il movimento "Occupy Central" a Hong Kong erano tutte bombe. L'esplosione di uno qualsiasi di questi eventi porterebbe a una crisi regionale o a un peggioramento del contesto degli investimenti intorno alla Cina. Ciò costringerebbe il ritiro di una grande quantità di investimenti da questa regione, che tornerebbe poi negli Stati Uniti.

Per i cinesi non c'era e non c'è alcun dubbio che l'America volesse distruggere la Cina e fosse pronta a raccogliere i pezzi, proprio come aveva fatto con l'America Latina e il Sud-est asiatico durante la crisi asiatica nel 1997. Eventi successivi come "Occupy Central" hanno solo confermato questa visione e spiega perché i cinesi hanno affrontato il problema di Hong Kong in quel modo, quando il presidente Trump ha organizzato un secondo tentativo di far deragliare Hong Kong con l'apparente obiettivo d'impedire che i flussi di capitali globali entrassero in Cina attraverso lo Shanghai Connect.

Per gli americani il mondo sta sfuggendo al loro controllo. Hanno avuto guerre costose in Medio Oriente, senza nulla da dimostrare a parte ondate di profughi e sfollati. Per loro la Siria è stata una sconfitta, anche se è stata solo una guerra per interposta persona. E alla fine hanno dovuto rinunciare all'Afghanistan. Per i suoi avversari, l'America ha perso il controllo egemonico in Eurasia e se gli viene data una spinta sufficiente può essere completamente rimossa dal continente europeo. Indubbiamente questo è ora l'obiettivo della Russia, ma ci sono segnali che questo sia anche l'obiettivo della Cina, nel qual caso otterranno congiuntamente il controllo della massa di terra eurasiatica.


Crisi finanziaria di fronte al dollaro

La geopolitica tra l'America e i due grandi stati asiatici è stata chiara, meno ovvia è stata la crisi che stanno affrontando le nazioni occidentali. Esacerbati dalle sanzioni volute dagli americani contro la Russia, i prezzi alla produzione e al consumo non solo stanno aumentando, ma è probabile che continueranno a farlo. In particolare l'inflazione monetaria e creditizia non solo del dollaro, ma anche dello yen, dell'euro, della sterlina e di altre valute fiat hanno fornito la liquidità per far salire ulteriormente i prezzi delle materie prime, i prezzi alla produzione e i prezzi al consumo. Negli Stati Uniti i pronti contro termine inversi che assorbono la liquidità in eccesso ammontano attualmente a quasi $2.000 miliardi. E più alti sono i tassi d'interesse, a parità di altre condizioni, più in alto salirà questo saldo di valuta in eccesso che nessuno vuole.

Le tensioni sono più evidenti nello yen e nell'euro, due valute le cui banche centrali hanno i tassi d'interesse bloccati sotto lo zero. Si rifiutano di rialzarli e le loro valute stanno invece crollando, ma quando vedete il tasso sui depositi della BCE a -0,5%, i prezzi alla produzione in Germania che salgono a un tasso annuo di oltre il 30% e i prezzi al consumo già in aumento al 7,5%, sapete che andranno tutti molto, molto più in alto.

Come la Bank of Japan, la BCE e le sue banche centrali nazionali hanno assemblato sostanziali portafogli di obbligazioni attraverso il quantitative easing, che con il rialzo dei tassi d'interesse genereranno perdite che le porteranno rapidamente all'insolvenza. Inoltre i due sistemi bancari commerciali più fortemente indebitati sono l'Eurozona e il Giappone con rapporti tra patrimonio e capitale oltre le venti volte. Ciò significa che meno del 5% di calo del valore dei loro attivi farà fallire la banca G-SIB media.

Non c'è da stupirsi se i depositanti esteri in questi sistemi bancari si stiano spaventando. Non solo vengono derubati dall'inflazione, ma possono vedere il giorno in cui fallirà la banca che ha i loro depositi. E peggio ancora, qualsiasi investimento in asset finanziari durante un contesto di interessi in forte aumento perderà rapidamente di valore.

Per ora il dollaro è visto come un rifugio dalle valute con rendimenti negativi, ma questa sicurezza è un errore contabile che presuppone che tutta la volatilità delle valute sia nelle altre valute fiat e non nel dollaro. Non solo gli stranieri possiedono già asset finanziari denominate in dollari e depositi bancari per un totale di oltre $33.000 miliardi, ma l'aumento dei rendimenti obbligazionari farà scoppiare la bolla finanziaria del dollaro spazzandone via gran parte.

In altre parole, attualmente ci sono vincitori e vinti nei mercati monetari, ma tutti perderanno nei mercati obbligazionari e azionari. Aggiungiamo al mix i rischi di controparte e sistemici dell'Eurozona e del Giappone, e possiamo affermare con ulteriore certezza che l'era della finanziarizzazione, iniziata negli anni '80, sta finendo.

Questa è una situazione molto grave. Il credito bancario è diventato sempre più coperto da attività non produttive, il cui valore dipende interamente da tassi d'interesse bassi e in calo. A sua volta, attraverso l'ingegneria finanziaria delle banche ombra, i titoli sono garantiti su ancora più titoli. I $610.000 miliardi di derivati ​​OTC forniranno protezione contro il rischio solo se le controparti che li forniscono non falliscono. Anche la misura in cui gli asset reali sono coperti da crediti bancari (cioè ipoteche) ne indebolirà il valore.

Le banche centrali, in collaborazione con i loro stati, non avranno altra scelta che salvare i loro interi sistemi finanziari, il che implica la concessione di ancora più credito su scale ancora maggiori di quelle viste durante il Covid, il caos nelle supply chain e gli assegni a pioggia. Dovrà essere illimitato.

Non dovremmo avere dubbi sul fatto che questo pericolo è in cima alle preoccupazioni di chiunque capisca cosa sta succedendo.


La posizione aggressiva della Russia

Non ci possono essere dubbi sul fatto che l'aggressione di Putin in Ucraina sia stata innescata dal desiderio espresso dall'Ucraina di aderire alla NATO e dall'acquiescenza dell'America. Una situazione simile si era verificata in Georgia e che nel 2008 innescò una rapida risposta da parte di Putin. Il suo obiettivo ora è far uscire l'America dal sistema di difesa europeo, cosa che equivarrebbe alla fine della NATO. Prendete in considerazione quanto segue:

• Le campagne militari americane nel continente eurasiatico sono tutte fallite e il ritiro di Biden dall'Afghanistan è stata la sconfitta finale.

• L'UE sta pianificando il proprio esercito. Essendo un esercito gestito da una commissione, mancherà di concentrazione e sarà meno pericoloso della NATO. Questa evoluzione in una sostituzione della NATO dovrebbe essere incoraggiata.

• In quanto principale fornitore di energia dell'UE, la Russia può esercitare la massima pressione per accelerare il processo politico.

Il bene più importante per l'UE è l'energia. E attraverso le sue politiche, ovvero interrompere la produzione di energia basata sul carbonio e di importarla invece, l'UE è diventata dipendente dal petrolio, dal gas naturale e dal carbone russi. Castrando la produzione ucraina, Putin sta esercitando ulteriori pressioni sull'UE per quanto riguarda cibo e fertilizzanti, le quali diventeranno sempre più evidenti nel corso dell'estate.

Per ora l'UE segue la linea americana, con Bruxelles che ordina agli stati membri di interrompere l'importazione di petrolio russo dalla fine di quest'anno, ma già è stato riferito che l'Ungheria e la Slovacchia sono pronte ad acquistare petrolio russo e pagarlo in rubli. Ed è probabile che, mentre altri governi dell'UE eviteranno rapporti contrattuali diretti con la Russia, stiano cercando soluzioni per aggirare il problema.

Un punto critico per i governi dell'UE è dover pagare in rubli. In caso contrario, la soluzione è semplice: le banche non russe e non dell'UE possono creare un mercato dell'Eurorublo dall'oggi al domani, creando credito bancario in rubli secondo necessità. Tutto ciò che è necessario per una banca affinché pèossa farlo è avere accesso alla liquidità in rubli e gestire un bilancio denominato in rubli. Gli ovvi fornitori di credito in rubli sono le megabanche cinesi controllate dallo stato; e possiamo essere ragionevolmente sicuri che nell'incontro di Putin con il presidente Xi il 4 febbraio, non solo si è discusso dell'intenzione di invadere l'Ucraina, ma anche del ruolo delle banche cinesi nel fornire rubli ai "non amici" (NATO e suoi sostenitori) in caso di sanzioni occidentali contro la Russia.

Il punto è che Russia e Cina hanno obiettivi geopolitici simili e tutto quello che potrebbe essere stato una sorpresa per l'Occidente in realtà era stato concordato tra loro in anticipo.

Pensate al recupero del rublo dal suo shock iniziale: da un minimo intraday di 150 per dollaro, adesso è a 64. Ci sono due fattori dietro questa ripresa: il più importante è stato l'annuncio di Putin che gli ostili avrebbero dovuto pagare l'energia in rubli, ma anche che la banca centrale russa avrebbe acquistato oro. In teoria quest'ultimo annuncio era per garantire che le banche russe che forniscono finanziamenti alle miniere d'oro potessero impegnare oro e altri asset correlati come garanzia. Tra l'altro la banca centrale russa aveva smesso di acquistare oro e aveva invece accumulato le valute ostili nelle sue riserve; figure di spicco nell'amministrazione Putin hanno preso questa come prova che la tanto apprezzata governatrice, Elvira Nabiullina, era stata "catturata" dal sistema bancario occidentale guidato dalla BRI.

La Russia si è ora resa conto che le riserve monetarie che possono essere bloccate da chi le emette sono prive di valore in una crisi e che non ha senso averle. L'oro, invece, che non ha alcun rischio di controparte, può assolvere a questo ruolo (anche le criptovalute, ndT). Ed è una lezione appresa anche da altre banche centrali, sia in Asia che altrove.

Questa comprensione permette al rublo di percorrere un sentiero diverso da quello delle valute fiat occidentali. È stata una scelta intenzionale, perché mentre l'aumento dei tassi d'interesse porterà a una crisi combinata di valuta, banche e asset finanziari in Occidente, è una priorità della massima importanza per la Russia proteggersi da questi sviluppi.


Una nuova copertura per il rublo

La Russia è determinata a proteggersi da un crollo delle valute occidentali. Per quanto riguarda la Russia, questo crollo si rifletterà nell'aumento dei prezzi in dollari per le sue esportazioni. E solo la scorsa settimana, uno dei consiglieri senior di Putin, Nikolai Patrushev, ha confermato in un'intervista alla Rossiyskaya Gazeta che i piani per collegare il rublo alle materie prime sono ora allo studio. Se questo piano andrà avanti, l'intenzione deve essere quella di considerare il rublo un sostituto delle merci sulle borse estere e sarà assicurata la sua protezione contro la caduta delle valute occidentali.

Stiamo già vedendo il rublo tendere al rialzo, con ieri a quota 64 per dollaro. Il grafico qui sotto mostra il suo andamento.

I keynesiani in Occidente hanno interpretato male questa situazione. Pensano che l'economia russa sia debole e sarà destabilizzata dalle sanzioni. Non è così. Inoltre sostengono che una valuta in apprezzamento, dato che il petrolio e il gas naturale sono pagati in rubli, spingerà l'economia russa in una depressione. Ma questo è solo un effetto statistico e non coglie il vero progresso economico, o la sua mancanza, i quali non possono essere misurati. Il fatto è che i negozi in Russia sono ben forniti e il carburante è disponibile, il che non è necessariamente il caso in Occidente.

I vantaggi per la Russia sono che quando le valute occidentali sprofonderanno in una crisi, il rublo sarà protetto. La Russia non soffrirà della crisi monetaria dell'Occidente, riceverà comunque una compensazione per l'inflazione dei prezzi delle materie prime e i suoi tassi d'interesse scenderanno mentre quelli in Occidente saliranno alle stelle. Il suo surplus della bilancia commerciale sta già raggiungendo nuovi record.

C'è stato una relazione, attribuita a Dmitri Peskov, secondo cui il Cremlino sta valutando la possibilità di collegare il rublo all'oro e l'idea è in discussione con Putin. Ma questo è probabilmente un rimaneggiamento dell'intervista che Nickolai Patrushev ha registrato con la Rossiyskaya Gazeta a cui si fa riferimento sopra, per cui la Russia sta valutando la possibilità di fissare il rublo rispetto a una gamma più ampia di materie prime. In questa fase, un gold standard per il rublo dovrebbe tenere conto di quanto segue:

• La storia ha dimostrato che gli americani e le banche centrali occidentali manipolano i prezzi dell'oro attraverso i mercati sintetici. Se il rublo venisse agganciato solo all'oro sarebbe una mossa imprudente dato l'attuale status quo. Sarebbe praticamente impossibile per l'Occidente manipolare il rublo intervenendo nello stesso modo su una serie di merci.

• Per lunghi periodi di tempo i prezzi delle materie prime in grammi d'oro sono rimasti stabili. Ad esempio, il prezzo del petrolio dal 1950 è sceso di circa il 30%. La volatilità e l'aumento dei prezzi sono stati interamente dovuti alle valute fiat. Lo stesso vale per i prezzi delle materie prime in generale, dicendoci che non solo esse con un prezzo in grammi d'oro sono generalmente stabili, ma un paniere di materie prime può essere considerato come una traccia del prezzo dell'oro nel tempo e quindi potrebbe essere un ragionevole sostituto per esso.

• Se la Russia ha quantità significative di lingotti d'oro, oltre alle riserve già dichiarate, queste dovranno essere dichiarate insieme a un gold standard. Immaginate una situazione in cui la Russia dichiara e può dimostrare di avere più oro delle 8.133 tonnellate del Tesoro statunitense. Secondo stime indipendenti la vera posizione aurea russa è di oltre 10.000 tonnellate. In combinazione con le riserve auree non dichiarate della Cina, un tale annuncio sarebbe una bomba nucleare finanziaria, destabilizzando l'Occidente.

• Per questo motivo il partner della Russia, la Cina, per la quale l'esportazione di semilavorati e beni di consumo in Occidente è al centro delle sue attività economiche, preferirebbe un approccio che non aggiunga altri guai al dollaro. Gli americani stanno facendo abbastanza per indebolire il dollaro senza la spinta degli egemoni asiatici.

Inoltre non è ancora stato ideato un meccanismo per collegare il rublo ai prezzi delle materie prime. Il vantaggio di un gold standard, però, è che è semplice per chi emette valute accettare banconote dalla popolazione e pagare monete d'oro. E l'arbitraggio tra oro e rubli garantirebbe il funzionamento del collegamento sui cambi. Questo non può essere fatto con una gamma di materie prime. Non sarà sufficiente dichiarare quotidianamente il valore di mercato di un paniere di materie prime, quasi sicuramente i trader forex ignoreranno il valore ufficiale perché non hanno mezzi di arbitraggio.

È probabile, quindi, che la Russia adotti un approccio in due fasi. Per ora, insistere affinché i "non amici" paghino le materie prime russe in rubli, affinché i prezzi interni delle materie prime e degli alimenti si stabilizzino mentre le valute dei Paesi ostili scendono rispetto al rublo. La Russia scoprirà che i tentativi di legare la valuta a un paniere di valute saranno impraticabili. Dopo che la crisi monetaria, bancaria e finanziaria dell'Occidente sarà passata, ci sarà l'opportunità di stabilire un gold standard per il rublo.


L'Unione economica eurasiatica

Sebbene sia impossibile legare formalmente una valuta a un paniere di merci, è possibile l'istituzione di una valuta digitale specifica per il settlement commerciale tra giurisdizioni. Questa è la base di un progetto supervisionato da Sergei Glazyev, in base al quale tale valuta dovrebbe essere utilizzata dagli stati membri dell'Unione economica eurasiatica (EAEU). Glazyev è il ministro russo incaricato dell'integrazione e della macroeconomia dell'EAEU. Mentre la pianificazione di eliminare i dollari per gli accordi commerciali è in lavorazione da tempo, le sanzioni contro la Russia hanno portato una nuova urgenza.

Non conosciamo alcun dettaglio, a parte quanto rivelato in un'intervista rilasciata di recente da Glazyev a The Cradle, ma il desiderio di smettere di usare i dollari è all'ordine del giorno da almeno un decennio. Nell'ottobre 2020 la motivazione originale era stata spiegata da Victor Dostov, presidente della Russian Electronic Money Association: “Se voglio trasferire denaro dalla Russia al Kazakistan, il pagamento viene effettuato utilizzando il dollaro. Innanzitutto la banca, o il sistema di pagamento, trasferisce i miei rubli in dollari, quindi li trasferisce da dollari a tenge. C'è una doppia conversione, con un'alta percentuale in commissioni per le banche americane”.

La nuova valuta commerciale sarà sintetica, presumibilmente a prezzo fisso giornaliero, fornendo tassi di conversione in valute locali. Operando un po' come il DSP, le banche statali possono creare la nuova valuta per fornire i saldi di liquidità; è un concetto pratico ed è probabilmente il motivo per cui il Cremlino la considera un'opzione per un rublo futuro.

L'idea di un paniere di merci per il rublo stesso è destinata ad essere abbandonata, mentre una valuta di transazione commerciale EAEU può essere estesa sia all'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai che ai membri BRICS che non fanno parte della SCO.


La posizione della Cina

Possiamo ora affermare che nel loro incontro del 4 febbraio, Putin e Xi hanno acconsentito all'invasione dell'Ucraina.

Il fatto che la Russia sia andata avanti con la sua guerra all'Ucraina rende la Cina complice e dobbiamo quindi analizzare la posizione dal punto di vista cinese. Da tempo l'America attacca l'economia cinese, cercando di indebolirla. Ho già parlato della posizione su Hong Kong, a cui si possono aggiungere altre irritazioni, come l'arresto del chief financial officer di Huawei in Canada su istruzioni americane, dazi e l'assoluta imprevedibilità della politica commerciale durante l'amministrazione Trump.

Il presidente Biden e la sua amministrazione sono stati ora valutati sia da Putin che da Xi e dal meeting del 4 febbraio tra Russia e Cina possiamo concludere che si è deciso di intensificare la guerra finanziaria contro l'Occidente.

La loro posizione è immensamente forte. Mentre la Russia è il più grande esportatore di energia e materie prime al mondo, la Cina è il più grande fornitore di beni intermedi e di consumo. A parte le nazioni ostili, quasi tutte le altre nazioni sono neutrali e capiranno che non è nel loro interesse schierarsi con la NATO, l'UE, il Giappone e la Corea del Sud. L'unico pezzo mancante del puzzle è la mercificazione del renminbi da parte della Cina.

In seguito all'abbassamento a zero del tasso di riferimento da parte della FED e al suo aumento del QE mensile a $120 miliardi, la Cina ha iniziato ad accumulare in modo aggressivo materie prime e cereali. Infatti è stato un crack-up boom di una nazione, per cui la Cina ha preso la decisione di scaricare dollari. Il renminbi è salito rispetto al dollaro, ma molto meno rispetto alla perdita di potere d'acquisto del dollaro. Questo tasso di cambio gestito per il renminbi è stato soppresso per alleviare gli esportatori cinesi dalle pressioni monetarie, in un momento in cui l'economia cinese è stata influenzata negativamente prima dalla contrazione del credito, poi dal Covid e infine dal caos nelle supply chain.

Per quanto riguarda le catene di approvvigionamento, gli attuali blocchi a Shanghai e l'ingorgo delle navi portacontainer sono destinati a evirare le economie occidentali per il resto dell'anno. Tutto quello che sappiamo è che le autorità stanno peggiorando le cose, ma non sappiamo se la cosa è intenzionale (secondo il sottoscritto sì, ndT).

È sempre più difficile credere che la guerra finanziaria e monetaria non venga intenzionalmente intensificata dal partenariato cinese-russo. Dopo aver attaccato l'Ucraina, la risposta dell'Occidente sta indebolendo le proprie valute e l'urgenza per Cina e Russia di proteggere le proprie valute e i propri sistemi finanziari dalle conseguenze di una crisi monetaria fiat è diventata imprescindibile.

È la guerra finanziaria che sta diventando “nucleare”. Parlare in Occidente della guerra militare che si sta intensificando verso una guerra nucleare fisica non coglie questo punto. La Cina e la Russia ora si rendono conto che devono proteggersi dall'incombente crisi monetaria ed economica dell'Occidente; non farlo significherebbe garantire che la crisi travolga anche loro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 26 maggio 2022

Perché il prezzo di Bitcoin ha poca importanza

 

 

da Bitcoin Magazine

La differenza tra Bitcoin e tutto il resto è che il prezzo del primo non ha importanza. Nel lungo termine il prezzo di Bitcoin è salito, sì, ma la sua proposta di valore come denaro inflessibile, non confiscabile e veramente decentralizzato è davvero ciò che conta, non il clamore dei prezzi e non eventuali pump. Questo è il motivo per cui trader e speculatori hanno perso interesse per Bitcoin e continuano ad affluire nei nuovissimi progetti di finanza decentralizzata (DeFi) o token non fungibili (NFT). Questa perdita d'interesse da parte degli speculatori è vista da molti come uno sviluppo negativo per Bitcoin, ma in realtà è molto positivo. Quello che vediamo ora rappresentato nel prezzo più basso di Bitcoin è il valore della sua effettiva utilità funzionale e l'assenza del capitale di speculazione che c'era prima. Questo articolo descriverà perché è una buona cosa.

Sin dalla sua nascita, analisti fuorviati hanno descritto Bitcoin come uno schema Ponzi dipendente dalla continua speculazione. Come chiunque abbia esperienza in merito potrà confermarvi, gli speculatori sono per natura cacciatori di oggetti luccicanti e si ritirano da qualsiasi posizione nel momento in cui arriva qualcosa di più brillante. Ebbene, il “bear market” di Bitcoin è arrivato e tutti gli speculatori se ne sono andati; si sono annoiati e hanno portato a casa i loro giocattoli. Anche con la loro scomparsa Bitcoin è ancora valutato molto più in alto rispetto ai minimi del 2020 e del 2021, e sta aumentando l'adozione a livello istituzionale. Questa adozione rappresenta un valore reale.

La corsa allo zucchero del mercato azionario causata dalla stampa di denaro della Federal Reserve e dai tassi d'interesse reali negativi sta finendo e le montagne russe stanno ora scendendo dalla loro parte alta. Ciò ha avuto un impatto non solo su Bitcoin, ma anche sul mercato azionario e sulle altre altcoin. In parole povere, tutto sta scendendo e dopo che il caos si sarà placato vedremo quali asset, azioni e progetti offriranno nell'effettivo un valore tangibile e oggettivo. Questo è ciò che dovrebbe sempre essere l'investimento. Nonostante la confusa dicotomia tra "azioni in crescita" e "azioni di valore", l'investimento dovrebbe per definizione riguardare la vostra convinzione a lungo termine nel valore di qualcosa, non nelle sue proiezioni di crescita a breve termine. Gli investitori hanno faticato a comprenderlo a causa della cultura degli ultimi anni che spinge tutti ad arricchirsi velocemente. Infatti, secondo questo ragionamento, se un asset come Bitcoin non si apprezza costantemente a doppia o tripla cifra, allora è un asset "fallito". Di conseguenza la folla ora è uscita da Bitcoin, proprio come è uscita dal mercato azionario nel suo insieme. Si scopre, quindi, che questa gente ha sempre avuto mani deboli.

Questo articolo di Bloomberg, intitolato "Day Trader Army Loses All The Money It Made In Meme-Stock Era", descrive in dettaglio come molti dei nuovi trader "non hanno mai visto un mercato che non fosse supportato dalla FED". I trader hanno perso tutti i guadagni ottenuti nei rally di Dogecoin, AMC e GameStop e sono esattamente tornati al punto di partenza.

Fonte: Morgan Stanley, Bloomberg

Tutti i mercati sono in calo in questo momento e dobbiamo ripensare a cosa sia un "buon investimento". Come mostra il grafico qui sopra di Morgan Stanley, i movimenti complessivi del trading al dettaglio sono tornati a zero nonostante i guadagni temporaneamente fuori misura nel 2021. Se confrontiamo il prezzo di Bitcoin di oggi con il prezzo a gennaio 2020, vediamo ancora un guadagno del 331%, superando di gran lunga il rendimento dell'indice S&P 500 e battendo di un margine infinito il profitto complessivo del trading al dettaglio. Abbiamo bisogno di altre prove che il cosiddetto HODLing sia una strategia superiore?

Fonte: Coindesk. 1 gennaio 2020, prezzo BTC: $7.175; 9 maggio 2022, prezzo BTC: $30.943

Sì, Bitcoin è sceso della metà rispetto al suo massimo storico, ma tenendo conto delle incredibili distorsioni del mercato causate dalla stampa di denaro senza precedenti, dalle manipolazioni delle "azioni meme" e dai tassi d'interesse post-COVID-19 dall'inizio del 2020, Bitcoin batte ancora tutti. Abbiamo solo bisogno di ridurre lo zoom su una finestra di mercato più "onesta" per vedere questo. Tutti si comportano come se il cielo stesse crollando, ma, ancora una volta, questo perché la maggior parte degli investitori è entrata nel mercato solo nel 2020 o nel 2021 e non ha mai visto un mercato che non fosse supportato dalla FED.

C'è una cultura nella comunità Bitcoin in questi giorni di "preferenza temporale bassa (cioè a lungo termine)" che fondamentalmente contrasta con quella degli speculatori orientati ai guadagni rapidi. L'elevata preferenza temporale (a breve termine) alimenta la trappola del "reddito passivo" in cui i neofiti cadono sempre. Al contrario, il "modesto" guadagno biennale del 331% di Bitcoin è più che sufficiente per gli HODLer che hanno acquistato da prima della frenesia degli ultimi due anni. La preferenza temporale a lungo termine funziona per Bitcoin perché la sua proposta di valore è rimasta valida sin dalla sua nascita e continuerà a valere in futuro per coloro che sanno aspettare. Coloro che non sanno aspettare verranno spazzati via dal mercato per un periodo di tempo abbastanza lungo, proprio come abbiamo visto con il guadagno netto dello 0% per i trader al dettaglio alle prime armi. I guadagni causati da clamore, stimolo monetario/fiscale e follia culturale sono stati fugaci, ma i guadagni nell'utilità e nell'adozione di Bitcoin sono reali da sempre.

I detrattori hanno criticato Bitcoin per aver bisogno di speculatori per farlo funzionare, ma ora che questi se ne sono andati, i detrattori lo stanno criticando Bitcoin perché non sono più presenti. È semplicemente illogico e prova che Bitcoin non è in realtà uno schema Ponzi. Lo stesso non si può dire per altre criptovalute. Gli schemi Ponzi per definizione non possono esistere per decenni e l'attuale prezzo di Bitcoin attesta l'onestà della sua proposta di valore. Sì, a volte scende, ma questo è un indicatore di salute e trasparenza. Esiste qualcosa che va su per sempre? Se sì si tratta di uno schema Ponzi e alla fine fallirà.

Nonostante quanto sia stato divertente ed euforico il rally del 2021, lo spazio è davvero migliore senza gli speculatori stagionati o alle prime armi. È tempo per una cultura più adulta nei confronti di sviluppo e adozione intorno a Bitcoin, ed è anche tempo per una conversazione più adulta sul suo prezzo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


mercoledì 25 maggio 2022

L'evoluzione del credito

 

 

di Alasdair Macleod

Dopo cinquantuno anni dalla fine degli accordi di Bretton Woods, il sistema delle valute fiat sembra avviarsi verso un punto di crisi per il dollaro come valuta internazionale. La battaglia per le forniture globali di energia, materie prime e grano è la continuazione di una guerra finanziaria sempre più intensa tra dollaro, renminbi e rublo.

Sta diventando chiaro che la portata di una rivoluzione industriale emergente in Asia è in netto contrasto con il declino occidentale, un rapporto demografico compreso tra 87 e 13. Il ruolo del dollaro come unica valuta di riserva non è adatto a questa realtà.

I commentatori mainstream ipotizzano che i fallimenti del sistema attuale richiedano un reset globale. Pensano in termini di organizzazione da parte degli stati, quando il sistema monetario globale sta fallendo. Rispetto alla macroeconomia keynesiana, manca anche la comprensione di cos'è il denaro e cos'è il credito.

Questo saggio fa chiarezza su denaro, valuta e credito e le loro relazioni. Sottolinea che il credito in un'economia è di gran lunga maggiore di quanto registrato ufficialmente dai dati sull'offerta di denaro e spiega come quantità relativamente piccole di monete d'oro possano stabilizzare un intero sistema creditizio.

È un'ottima soluzione duratura alla crescente crisi del denaro fiat ed è una possibilità concreta, almeno per alcune banche centrali, implementare standard monetari aurei mobilitando le proprie riserve.


Evoluzione o involuzione?

Ci sono grandi cambiamenti in atto nel sistema finanziario e monetario mondiale. Le valute fiat sono state completamente distaccate dall'oro per cinquantuno anni sin dalla fine dell'accordo di Bretton Woods e da allora sono state legate al Re Ratto delle valute, il dollaro. Misurato in denaro reale, ovvero l'oro, il dollaro ha perso oltre il 98% del suo potere d'acquisto in suddetto periodo. Dallo shock di Nixon, quando l'accordo di Bretton Woods venne sospeso temporaneamente, il debito del governo degli Stati Uniti è aumentato da $413 miliardi a circa $30.000 miliardi, un multiplo di 73 volte. E dato il mandato e altri impegni del governo degli Stati Uniti, non mostra segni di stabilizzazione.

Questa straordinaria svalutazione è stata finora relativamente ordinata, perché il resto del mondo ha accettato lo status egemonico del dollaro. Il Dilemma di Triffin ha consentito agli Stati Uniti di attuare politiche economicamente distruttive senza minare la propria valuta in modo catastrofico. Naturalmente ciò ha portato alla convinzione che non solo il dollaro durerà, ma può continuare a essere utilizzato per i vantaggi strategici dell'America. L'emergere di superpotenze rivali in Asia ha iniziato a mettere in discussione questo status, e la conseguenza è stata una guerra fredda finanziaria, una lotta geopolitica per la posizione, in particolare tra il dollaro e il renminbi cinese, il quale ha aumentato la sua influenza negli affari finanziari globali sin dalla Crisi Lehman nel 2008.

Le guerre sono comprese dalla popolazione solo quando hanno una forma fisica. Le macchinazioni finanziarie e creditizie tra i blocchi di potere emettitori di valuta passano quasi inosservate, ma come in tutte le guerre, c'è chi vince e chi perde. E da quando la potenza mondiale delle materie prime, la Russia è stata coinvolta negli ultimi mesi, l'America ha continuato la sua politica di usare la sua valuta come arma per penalizzare i russi, come se stesse punendo uno stato minore per aver messo in dubbio lo status egemonico del re. La conseguenza è che la guerra fredda finanziaria è diventata molto calda e ora è anche una battaglia sulle materie prime.

Portare le merci nel conflitto è sinonimo di conseguenze indesiderate. A seconda di come i russi risponderanno alle sanzioni volute dagli Stati Uniti, le cose potrebbero degenerare. In Occidente ci siamo consolati con la convinzione che l'economia russa sia allo sfascio e Putin dovrà cedere rapidamente alle pressioni delle sanzioni o affrontare l'espulsione da parte del suo stesso popolo in un colpo di stato. Ma questa è una visione unilaterale.

Putin potrebbe ritenere che l'Occidente si stia danneggiando benissimo da solo e che siano necessarie poche o nessuna ulteriore azione; e sicuramente il fatto che la Cina abbia accumulato la maggior parte delle risorse cerealicole mondiali, conferisce alla Russia un potere aggiunto come fornitore marginale. Putin può permettersi di limitare le esportazioni di cibo e fertilizzanti, incolpando la politica americana per quella fame che quasi certamente subiranno tutte le nazioni non combattenti. Potrebbe paralizzare le industrie tecnologiche occidentali vietando o limitando le esportazioni di metalli rari. Potrebbe sfruttare l'unica grande scappatoia lasciata dalle sanzioni fornendo alla Cina tutte le materie prime e l'energia di cui ha bisogno a prezzi scontati; e la Cina potrebbe aggravare il problema per l'Occidente limitando le sue esportazioni di materie prime strategiche sostenendo che sono necessarie per le proprie esigenze manifatturiere.

Mentre tutti si concentrano su ciò che si vede, è ciò che non si vede che viene ignorato. Le merci sono la manifestazione visibile di una guerra commerciale, mentre i pagamenti per esse non lo sono. Eppure è il flusso del credito sul versante dei pagamenti dove si combatte la battaglia per lo status egemonico. Gli americani e i loro epigoni in Europa hanno cercato di bloccare i pagamenti per il commercio russo attraverso il sistema SWIFT, apparentemente indipendente. E anche la Banca dei Regolamenti Internazionali, che mantenne la sua neutralità durante la seconda guerra mondiale, oggi si schiera dalla parte dell'Occidente.

Ma facciamo un passo indietro per vedere quanto sia ampia la posizione dell'Occidente in un contesto globale, perché questo sarà un fattore determinante per la sopravvivenza dell'egemonia del dollaro a questo conflitto. Vediamo l'America, l'UE, il Giappone, il Regno Unito, il Canada, l'Australia e la Nuova Zelanda da una parte. In termini di popolazione sono rispettivamente circa 335, 447, 120, 65, 38, 26 e 5 milioni di persone, per un totale di 1.036 milioni, il 13% della popolazione mondiale. Questo punto è stato sottolineato in modo significativo dai sauditi che ora vogliono parlare con Putin piuttosto che con Biden. Già nel 2014 chi scrive è stato informato da un direttore di una grande raffineria svizzera che i clienti arabi inviavano lingotti LBMA da 400 once per la rifusione in lingotti cinesi da un chilo.

Anche se la politica esterna degli Stati Uniti non minasse lo status globale del dollaro, sta diventando chiaro che il Re Ratto delle valute è sotto una minaccia esistenziale. E la FED, che è responsabile delle politiche monetarie interne, insieme all'amministrazione Biden la sta minando anche dall'interno, cercando di gestire un'economia americana in crisi.

È quindi improbabile che qualcuno scommetta su un esito favorevole per il dollaro (nel lungo termine, ndT). Indipendentemente dal fatto che il dollaro subisca una crisi o semplicemente un declino accelerato, proprio come Nixon cambiò l'ordine monetario mondiale nel 1971, esso cambierà di nuovo. Che la situazione attuale sia insoddisfacente è ampiamente riconosciuto anche dai commentatori mainstream in America, i quali chiedono un reset finanziario e monetario. E si presume che il governo degli Stati Uniti e la sua banca centrale dovrebbero elaborare un piano.

Ci sono due problemi principali con l'idea che in qualche modo un pianificatore centrale possa salvare la baracca. Il primo errore è insistere sul fatto che il denaro sia ad appannaggio solo dello stato e non deve essere deciso da chi lo usa. Era l'errore di fondo della Teoria statale della moneta di Georg Knapp pubblicata nel 1905, la quale alimentò la stampa tedesca di denaro per armarsi nella speranza di vincere: accadde il contrario e la Germania finì per distruggere il suo papiermark.

Il secondo errore è che quasi nessuno capisce il denaro in sé, come evidenziato dall'intero sistema finanziario, dai governi fino ai gestori di fondi, pensando che le loro valute siano denaro. I commentatori mainstream che chiedono un reset sono essi stessi all'oscuro.

Proviamo, quindi, a spiegare cos'è il denaro, in modo che i requisiti e le condizioni di un nuovo sistema monetario possano essere meglio compresi.


A cosa servono i soldi?

La classica spiegazione economica pre-keynesiana del ruolo del denaro era esposta nella Legge di Say, altrimenti nota come legge dei mercati. Jean-Baptiste Say era un economista francese che nel suo Trattato di economia politica, pubblicato nel 1803, scrisse che: "Un prodotto non è creato a vuoto ma affinché offra un mercato per altri prodotti nella misura massima del proprio valore [...]. Ognuno di noi può acquistare le produzioni degli altri con le proprie produzioni, e quindi il valore che possiamo acquistare è uguale al valore che possiamo produrre. Più gli uomini possono produrre, più acquisteranno".

Denaro o credito è il legame post-baratto tra produzione e consumo atti a facilitare lo scambio tra i due. Cosa produrre e cosa è necessario in cambio è una questione di chi è coinvolto nelle singole transazioni; e il mezzo di scambio utilizzato è una decisione per ciascuna delle parti. Si tenderà, quindi, a usare un mezzo conveniente e ampiamente accettato dagli altri.

La Legge di Say è stata erroneamente ridefinita e cestinata da Keynes così: "[...] che il prezzo della domanda aggregata della produzione sia uguale al prezzo dell'offerta aggregata per tutti i volumi di produzione, equivale a dire che non vi è alcun ostacolo alla piena occupazione". Questa proposizione è stata successivamente abbreviata in "l'offerta crea la propria domanda". L'elisione della verità da parte di Keynes doveva giustificare la sua erronea invenzione della macroeconomia matematica. È semplicemente falso.

Tutto quello che Say stava sottolineando è che usiamo il nostro lavoro come il mezzo di produzione più efficiente per spingere il miglioramento della condizione umana. Questo punto non può essere sconfessato, nemmeno dai keynesiani coi paraocchi. Il denaro, o più correttamente il credito, ha due ruoli: il primo è come mezzo per investire nella produzione, perché le cose devono essere fatte prima di poter essere vendute e ci sono delle spese che devono essere sostenute; il secondo è fungere da intermediario comunemente accettato tra la vendita dei prodotti ai propri acquirenti. Invece di ritenere che l'offerta crei la propria domanda, se invece diciamo che le persone fanno le cose in modo da poter acquistare i prodotti e i servizi che non fanno per sé stesse, diviene ovvio che Keynes e le sue teorie sono errate. E, soprattutto, la piena occupazione non ha nulla a che fare con tutto questo.

Il denaro è sempre credito. Anche l'atto di prestare monete d'oro a un imprenditore per fare qualcosa è credito, perché devono essere restituite. Se le monete d'oro sono il mezzo di pagamento tra produzione e consumo, rappresentano il deposito temporaneo della produzione prima che venga spesa; in questo senso rappresentano il credito di produzione che sarà poi speso. La principale qualità dell'oro, che anche quando è fermo è innegabilmente denaro, è che non ha rischio di controparte ed è l'ultima risorsa a muoversi.

Il punto è che il denaro in circolazione è una sottosezione del credito più ampio ed è la più ristretta delle definizioni di mezzi di circolazione. Anche con un gold standard non viene quasi mai utilizzato nelle transazioni e raramente circola. Ciò è in parte dovuto all'effetto della Legge di Gresham, in cui viene scambiato solo con forme di credito inferiori come ultima risorsa, e in parte perché è meno conveniente rispetto al trasferimento di banconote o le cifre sui registri bancari. Le forme di gran lunga più comuni di mezzi di circolazione sono il credito sotto forma di banconote emesse da una banca centrale e il credito trasferibile dovuto dalle banche ai depositanti.

Ma nella nostra stima di una sostituzione pratica dell'attuale sistema basato su valuta fiat, dobbiamo anche riconoscere che il credito è molto più ampio di quello registrato dal sistema bancario come circolante. Siamo sempre più consapevoli del termine "banche ombra", la maggior parte delle quali sono canali di credito piuttosto che creatori di credito. Ma senza dubbio c'è un credito in circolazione proveniente dalle banche ombra, l'equivalente del credito bancario registrato ufficialmente, che non è incluso nelle statistiche sull'offerta di denaro. Ma ci sono anche forme più ampie di credito in ogni economia.


Definizione del credito

Per approfondire la nostra comprensione del credito, dobbiamo definirne il concetto fondamentale: "Il credito è tutto ciò che non ha una utilità diretta, ma che viene preso in cambio di qualcos'altro, nella convinzione o fiducia che abbiamo il diritto di scambiarlo di nuovo".

È il diritto a un pagamento futuro, non necessariamente in denaro o valuta. Non è il trasferimento di qualcosa, ma è un diritto a un pagamento futuro. Di conseguenza la forma di credito più comune è un accordo tra due parti che non ha nulla a che fare con il credito bancario di per sé.

Il credito bancario è semplicemente il sottoinsieme più ovvio e registrato dell'intera quantità di credito in un'economia; e l'intero mondo dei derivati, dei futures, dei forward e delle opzioni, sono anche credito per un'azione nel tempo, oltre al credito bancario. Si dice che l'offerta di denaro globale M3 sia equivalente a $40.000 miliardi, circa il 3% di investimenti, derivati ​​e criptovalute che sono tutte forme di credito: diritti e promesse di pagamenti futuri in credito o valuta. E questo è in aggiunta ai contratti di credito tra privati ​​e altri soggetti, e tra imprese e privati, i quali sono estremamente diffusi.

La posizione comunemente diffusa tra i difensori del denaro sano ed onesto della Scuola Austriaca è che il credito bancario dovrebbe essere sostituito da banche di custodia e intermediari finanziari separati. Data la definizione molto ampia di credito nel mondo reale, l'eliminazione del credito bancario appare insostenibile quando gli individui sono liberi di offrire più importi di credito e la maggior parte della creazione dello stesso è al di fuori del sistema bancario.

Prendete in considerazione il caso di un allibratore che accetta scommesse per una corsa di cavalli. Prima dell'evento assume impegni molte volte il capitale della sua attività, in cambio dei quali viene pagato in banconote o prelievi su credito bancario dai suoi clienti. Quando la gara è finita, conserva le puntate dei perdenti ed è responsabile dei pagamenti ai vincenti. Ha debiti con i vincitori, i quali si estinguono solo quando essi riscuotono. Sebbene vi siano differenze nelle procedure e nei rischi connessi, in linea di principio vi è poca differenza tra l'attività di un allibratore e quella di una banca commerciale; sono entrambi rivenditori di credito. Probabilmente l'allibratore ha il modello di business più solido.

La restrizione imposta a un individuo che fornisce credito ad altri è la sua potenziale passività se riscossa. L'ingiustizia nel sistema attuale non è che il credito bancario sia consentito, ma che sia consentito con responsabilità limitata. Sicuramente la soluzione è garantire che tutti i fornitori di credito siano responsabili dei rischi connessi. Le banche autorizzate e i loro azionisti dovrebbero essere soggetti a responsabilità illimitata. È persino concepibile che il capitale quotato in una banca sovraindebitata possa essere scambiato a valori negativi, se gli azionisti corrono il rischio di ricorrere illimitatamente alla loro ricchezza. Ciò dovrebbe promuovere la responsabilità nei prestiti bancari. Non eliminerà il ciclo di espansione e contrazione del credito bancario, ma certamente ridurrà il suo impatto dirompente.


Variazioni del potere d'acquisto di un mezzo di scambio

Una corretta compresione del credito, il termine onnicomprensivo per i mezzi di scambio che includono le promesse future, mostra che le statistiche ufficiali sull'offerta di denaro sono una parte sempre più piccola del credito complessivo in un'economia. Dobbiamo tener conto di questo fatto quando si considerano le variazioni della quantità ufficiale di denaro sul potere d'acquisto delle unità del mezzo di scambio (cioè credito sotto forma di banconote circolanti e credito bancario commerciale — M1, M2, M3 ecc.).

Una flessione dell'attività economica deve essere considerata in senso lato. Se, ad esempio, dico al mio vicino che, se provvederà lui, coprirò la metà delle spese di recinzione del confine tra le nostre proprietà, gli offro un credito sul quale potrà procedere ad appaltare un fornitore e un installatore di recinzioni. Tuttavia se nel frattempo le mie circostanze sono cambiate e non posso mantenere la mia promessa, il contratto di credito con il mio vicino viene revocato e la recinzione potrebbe non essere installata.

Un padre potrebbe promettere un assegno a suo figlio mentre frequenta l'università. Questo è un contratto di credito con prelievi periodici della durata del corso di studi. Più tardi, però, il padre potrebbe promettere aiuto per l'acquisto di un immobile in cui vorrebbe vivere il figlio. Sono promesse, i cui valori sono particolari e precari. E saranno validi solo fintanto che ce li si potrà permettere. Se c'è un mutamento generale delle condizioni economiche in peggio, è quasi certamente determinato più dal ritiro dei contratti di credito non registrati tra privati ​​e piccole imprese e non direttamente dalla contrazione del credito bancario.

Un apprezzamento di questi fatti e dei cambiamenti nel comportamento umano, che non possono essere registrati statisticamente, spiega molto sulla mancanza di correlazione tra le misure del credito (cioè l'offerta di denaro più ampia) e i prezzi. L'equazione di scambio (MV=PQ) non coglie nemmeno una frazione del rapporto tra la quantità di credito in un'economia e i prezzi. La nostra comprensione del credito va in qualche modo a risolvere un mistero che ha tormentato gli economisti monetari sin da quando David Ricardo propose per la prima volta la relazione oltre due secoli fa. In teoria un aumento della quantità di credito misurabile (che è la valuta del sistema bancario) comporta un aumento proporzionale dei prezzi. Anche tenendo conto del fattore statistico, questa proposizione è palesemente falsa, come illustra il seguente grafico.

Qui viene mostrato che negli ultimi sessant'anni, la misura più ampia dell'offerta di denaro USA è aumentata di quasi settanta volte, mentre i prezzi sono aumentati di circa nove. L'equazione di scambio lo spiega persuadendoci che ogni unità di valuta circola meno, così che l'aumento della quantità di denaro in qualche modo porti a un effetto minore sui prezzi. Questa interpretazione è coerente con la negazione di Keynes della Legge di Say. Quest'ultima ci dice che tutti noi guadagniamo stipendi, il che nell'arco di un anno significa che possiamo spendere e risparmiare solo una volta. Questa è una velocità di unità invariabile. Invece gli economisti matematici hanno introdotto una variabile, V, che semplicemente bilancia un'equazione che non dovrebbe esistere.

Ciò non significa che l'espansione del credito non influisca sul potere d'acquisto di una valuta, la logica infatti lo conferma, ma la comprensione del credito in un'economia ci suggerisce che la somma della valuta e del credito bancario registrato è solo una piccola parte della storia – solo un ottavo come indicato dalla divergenza tra M3 e i prezzi al consumo – a parità di condizioni.

Questo ci porta all'altra forza trainante nel rapporto credito/prezzo, che è l'accettabilità comune della valuta. Ludwig von Mises, economista Austriaco, visse l'inflazione austriaca negli anni del dopoguerra e il governo del suo Paese era riluttante ad accettarne il consiglio. Egli infatti osservò che le variazioni nella fiducia della popolazione nei confronti della valuta possono avere un profondo effetto sul suo potere d'acquisto. Mises descrisse il crack-up boom come la prova che la poplazione aveva abbandonato ogni fiducia nella valuta fiat e se ne sbarazzava in cambio di beni reali, necessari o meno.

Ciò porta alla ragionevole conclusione che, indipendentemente dalle variazioni della quantità circolante, il potere d'acquisto dipende completamente dalla fiducia della popolazione nella valuta. Distruggetela ed essa diventa priva di valore come mezzo di scambio. Se viene mantenuta la fiducia, ne consegue che gli effetti sui prezzi di una svalutazione monetaria possono essere ridotti al minimo.

Questo ci porta all'oro. Se lo stato sostiene la sua valuta con oro sufficiente che la popolazione è libera di redimerlo su richiesta, allora la valuta assume le caratteristiche dell'oro come moneta. Non dovremmo aver bisogno di giustificare questo ruolo consolidato e antico per l'oro, o per l'argento, alle attuali generazioni di keynesiani a cui è stato fatto il lavaggio del cervello. Sebbene lo ammettano raramente, i banchieri centrali conservano ancora riserve auree sapendo che non sono passività di nessuno; vale a dire, denaro vero mentre le loro valute sono semplicemente credito.

Dato ciò che ora sappiamo sull'estensione del credito al di là del sistema bancario e sul ruolo della fiducia della popolazione nella valuta quando è un sostituto credibile dell'oro, possiamo capire perché un'espansione monetaria moderata non indebolisce in proporzione il suo potere d'acquisto. Mentre il ciclo di espansione e contrazione del credito bancario porta alle condizioni di boom/bust descritte da Von Mises e Hayek nella loro teoria Austriaca del ciclo economico, gli effetti sui prezzi nell'ambito di un gold standard non sono stati sufficienti a destabilizzare il potere d'acquisto. Il seguente grafico illustra questo punto.

È vero anche che ci sono diversi fattori all'opera. Mentre l'aumento della quantità di valuta in circolazione era generalmente limitato dal gold coin standard, il ciclo di espansione e contrazione del credito bancario ha portato a periodici fallimenti bancari. Allora come oggi, la quantità di credito bancario rispetto alle banconote era otto o dieci volte, e fintanto che la banca emittente le banconote rimaneva a distanza dalle tribolazioni del credito bancario commerciale, gli effetti complessivi sul prezzo erano contenuti.

La Gran Bretagna abbandonò il gold standard nel 1914 e, proprio come l'abbandono del silver standard negli anni '90 del Settecento portò a un aumento del livello generale dei prezzi, durante la prima guerra mondiale si verificò un drammatico aumento. Ciò era dovuto alla spesa in deficit statale che faceva aumentare i costi dei materiali in un momento in cui i fattori di approvvigionamento importati erano limitati a causa della distruzione della navigazione mercantile.

La fine della guerra ripristinò l'equilibrio tra domanda e offerta, oltre a vedere una riduzione della spesa militare. I prezzi scesero e poi si stabilizzarono. Un gold standard al tasso di cambio prebellico fu ristabilito nel 1925, per poi essere abbandonato nel 1931. La seconda guerra mondiale e la conseguente mancanza di qualsiasi ancoraggio della valuta portarono a un inesorabile aumento dei prezzi prima che l'America abbandonasse l'accordo di Bretton Woods nel 1971. Da allora il prezzo in sterline dell'oro è aumentato ulteriormente da £14,58 quando l'accordo cessò a £1.470 oggi. Misurata in denaro reale, la valuta inglese ha perso oltre il 99% del suo potere d'acquisto negli ultimi cinquantuno anni.

Sia la logica che l'evidenza empirica portano alla stessa conclusione: la stabilità dei prezzi può essere raggiunta fondamentalmente con uno standard monetario aureo, per cui la gente comune può, se lo desidera, scambiare su richiesta banconote con monete d'oro. Nonostante costituiscano la maggior parte del mezzo di circolazione, le fluttuazioni del credito bancario hanno quindi un effetto minore sui prezzi, per le ragioni sopra esposte.


Conclusione

Il motivo per cui l'oro è relativamente stabile in termini di potere d'acquisto è che nel corso della storia le scorte estratte si sono espanse a tassi simili a quelli della crescita della popolazione. Un aumento molto graduale del potere d'acquisto dell'oro deriva da fattori produttivi, tecnologici e competitivi. In altre parole, la stabilità dei prezzi dimostrata nel grafico qui sopra, tra il 1820 e il 1914, è stata evolutiva.

L'evoluzione dei dollari fiat, che risale all'abbandono dell'accordo di Bretton Woods, sta giungendo a una conclusione inevitabile: le valute fiat vanno e vengono, mentre l'oro dura per sempre. Chiunque vinca la battaglia finanziaria che ora infuria sui prezzi delle materie prime, il dollaro in veste di Re Ratto delle valute fiat sta perdendo la sua presunta superiorità rispetto al renminbi e forse anche al rublo se i russi riescono a stabilizzarlo. La popolazione del vecchio mondo che sostiene il dollaro è pesantemente superata in numero dall'Eurasia, nonché dai suoi fornitori di materie prime in Africa e Sud America.

Le scelte del Federal Reserve Board di sacrificare il dollaro per sostenere i valori degli asset finanziari, è una ripetizione delle politiche di John Law nella Francia del 1720. E proprio come la Compagnia del Mississippi continuò dopo il 1720, quando le livree francesi crollarono completamente quell'anno, vediamo oggi le stesse dinamiche per l'intero sistema monetario fiat.

Le politiche monetarie di John Law per l'economia francese erano notevolmente simili a quelle dei keynesiani moderni. Questa volta l'espansione dell'offerta di denaro a livello mondiale è avvenuta su scala senza precedenti, incoraggiata dal debole effetto sui prezzi misurati dagli indici ufficiali. Indubbiamente gran parte della mancanza di inflazione dei prezzi è dovuta al metodo statistico, ma dal primo grafico abbiamo visto che negli ultimi sessant'anni la quantità di valuta e credito in M3 è cresciuta circa sette volte e mezzo più rapidamente dei prezzi. Abbiamo concluso che questa disparità è in parte dovuta al fatto che non tutto il credito nell'economia viene catturato dalle statistiche monetarie.

Comprendere la relazione tra denaro (moneta d'oro fisica), valuta (banconote) e credito (incluso il credito bancario, il credito bancario ombra, i derivati ​​e le garanzie personali) è fondamentale per capire cosa è necessario per sostituire il sistema monetario fiat. Spiega anche perché una base relativamente piccola di monete d'oro in relazione al credito complessivo in un'economia è sufficiente a garantire la stabilità dei prezzi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/