Nicole Wallace di MSNBC vuole che il mondo sappia che è "una groupie Fauci". Si descrive come una persona devota e virtuosa: “Sono tre volte vaccinata, metto sempre la mascherina. Compro maschere N95 e ce l'ho in ogni tasca. Le indosso ovunque tranne quando mi siedo”.
La Wallace non è l'unica ad esprimere adorazione per un politico o per Fauci. Gwyneth Paltrow, ad esempio, una volta ha espresso il desiderio che al presidente Obama fossero concessi poteri dittatoriali illimitati. L'abuso di potere aumenta man mano che politici e burocrati accumulano devoti; i principi liberali che hanno costruito la civiltà occidentale piano piano scompaiono.
Potreste essere devoti del culto Mountain Dew, ma non importa quanto voi siate ferventi, gli altri sono liberi di evitare la soda. Ogni giorno esercitiamo la nostra libertà di scegliere tra le alternative fornite sul mercato; eleggete un politico o nominate un burocrate e le alternative svaniscono.
Il professor John Marini mette in guardia dal potere sfrenato della burocrazia: "Nello stato amministrativo moderno, il potere è illimitato e i diritti dei cittadini e lo stesso stato di diritto poggiano su un terreno precario".
Di recente Fauci ha definito i "non credenti" un "vero problema". Si lamenta della "disinformazione" che impedisce alle persone di fare ciò che è giusto. Fauci non mostra spirito di indagine su punti di vista alternativi, al contrario crede di essere il custode di verità universali che dovrebbero essere seguite senza aver alcun dubbio a riguardo.
Gli esseri umani sono fallibili. Quando sono elevati al ruolo di leader di una setta, non dovremmo sorprenderci che finiscono per non mostrare umiltà. Fauci lavora per infangare i non credenti che hanno opinioni opposte; epidemiologi di fama mondiale che hanno redatto la Dichiarazione di Barrington sono tra coloro che intende screditare.
Nel suo libro, The Cult of the Presidency, Gene Healy ha osservato che i candidati alla presidenza spesso pensano di "essere salvatori della nazione". Se fanno campagna elettorale e parlano in tal senso, è perché molti americani si aspettano un salvatore. Healy scrive: “Pochi americani trovano qualcosa che non va nell'idea che è dovere del Presidente risolvere tutti i grandi problemi della nazione; tutti dovremmo unirci sotto la sua ala. La visione del Presidente come guardiano e redentore nazionale è così onnipresente che passa inosservata”. E tutto ciò che "passa inosservato" è molto difficile da cambiare.
Quando gli americani si comportano come dei devoti nei confronti dei burocrati e dei politici, tante cose possono andare storte. I nordcoreani adorano l'autorità. L'America non rischia di sprofondare ai livelli di follia che imperversano nella Corea del Nord, tuttavia, per evitare un'ulteriore perdita delle nostre libertà, possiamo riconoscere i segnali di pericolo che indicano dove può portarci l'adorazione dell'autorità.
Aleksandr Solzhenitsyn, nella sua introduzione ad Archipelago Gulag, avverte: “C'è sempre questa convinzione infondata: 'Qui non accadrebbe mai; qui queste cose sono impossibili.' Ahimè, tutto il male del ventesimo secolo è possibile ovunque sulla Terra”.
La maggior parte dei nordcoreani è ridotta alla mera sopravvivenza, ma il libro di Suki Kim, Without You, There is No Us, offre una visione unica della mentalità dell'élite. Durante la pandemia Covid Kim ci fornisce un racconto ammonitore istruttivo per coloro che cercano di capire la mentalità che alimenta la tirannia.
Kim è nata in Corea del Sud prima di emigrare in America a 13 anni. Per sei mesi, nel 2011, è tornata in Corea del Nord come missionaria sotto copertura, insegnando inglese alla Pyongyang University of Science and Technology (PUST). Tutti i suoi studenti erano figli maschi della classe dirigente della Corea del Nord; parlare correntemente il coreano le ha permesso di ottenere intuizioni uniche.
Lei ed i suoi studenti erano costantemente sotto osservazione da parte di "tutori". Anche così, la Kim è stata in grado di costruire connessioni umane con le élite di Pyongyang tra i 19 ed i 20 anni. Non erano quelli che morivano di fame, ma le loro vite erano irreggimentate come quelle degli altri nordcoreani.
Lezione 1: Quando le bugie diventano verità
In un Paese in cui quasi tutto è una bugia, mentire è uno stile di vita per questi figli dell'élite. Kim era innervosita dal modo in cui mentire si estendeva anche alle cose più banali per le quali non c'era motivo di mentire. "Menzogna e segretezza erano tutto ciò che avevano mai saputo". Kim osserva:
La velocità con cui mentivano era snervante. Era naturale per loro, come il momento in cui uno studente mi ha detto di aver clonato un coniglio in quinta elementare, o quando un altro ha detto che uno scienziato nel suo Paese aveva scoperto un modo per cambiare il gruppo sanguigno A in B, o quando l'intera classe insisteva sul fatto che giocare a basket faceva diventare una persona più alta. Non ero sicura se potessero distinguere tra verità e bugie, o se fosse un metodo di sopravvivenza che avevano imparato.
Credevano che il loro Grande Leader “fosse ammirato in tutto il mondo e che la loro nazione fosse la più potente e prospera del pianeta. In un Paese in cui il governo inventa la propria verità, come ci si può aspettare che anche loro facciano diversamente?"
Kim scrive: "O erano così terrorizzati da sentirsi in dovere di mentire e vantarsi della grandezza del loro Leader, oppure credevano sinceramente a tutto ciò che mi dicevano. Non riuscivo a decidere quale fosse peggio".
Fauci ha le sue "verità" su mascherine, vaccini, terapie per Covid ed immunità naturale. Gli operatori sanitari sicofanti, per evitare un gulag professionale, adottano le verità di Fauci. Perché così tanti americani sono desiderosi di collaborare con coloro che vorrebbero irreggimentare la loro assistenza sanitaria?
Lezione 2: Quando la conoscenza viene ostacolata, l'ignoranza raggiunge livelli pericolosi
In Corea del Nord l'accesso ai computer è molto limitato. Kim riferisce che i suoi studenti non avevano accesso ad Internet, poiché qualsiasi conoscenza del mondo esterno avrebbe minacciato le bugie. Racconta di un'interazione con uno dei suoi studenti:
Uno dei miei studenti più sofisticati, Song Seung-jin, mi ha chiesto se potevo aiutarlo a trovare informazioni sull'alcol. Voleva scrivere dei suoi vantaggi e svantaggi, ma non aveva mai bevuto alcolici e non sapeva come fare tale ricerca. Era figlio di un dottore, con l'ambizione di diventare lui stesso un medico, eppure non aveva la più pallida idea degli effetti dell'alcol. Quello che stava suggerendo, ho capito in seguito, era che lo cercassi su Internet.
Poi, in altre occasioni: "La vista dei migliori studenti di scienze e tecnologia del Paese che fissavano gli schermi con aria assente era così patetica che sono stata colta da una fitta di rabbia, mista a tristezza".
Non ci sono censori ufficiali in America, ma i Big del mondo tecnologico fanno il lavoro sporco schiacciando l'opposizione alla narrativa ufficiale. I non credenti vedono i loro post sui social media limitati o censurati, o vengono buttati fuori.
Lezione 3: Il pensiero critico non si sviluppa quando la verità è predeterminata
La Kim ha cercato di insegnare ai suoi studenti l'essenza della scrittura di un saggio, ma il pensiero critico era impossibile:
Ho sottolineato l'importanza dei saggi poiché, in quanto scienziati, un giorno avrebbero dovuto scrivere articoli per dimostrare le loro teorie. Ma in realtà, nulla è mai stato dimostrato nel loro mondo, poiché tutto era in funzione del capriccio del Grande Leader. Le loro capacità di scrittura erano stentate quanto le loro capacità di ricerca. La scrittura consisteva in una ripetizione senza fine delle sue conquiste, nessuna delle quali mai verificata, poiché mancava il concetto di sostenere un'affermazione con prove. Una rapida occhiata agli articoli dei quotidiani rivelava lo stesso identico tono dall'inizio alla fine.
In breve: "La struttura del saggio di tre o cinque paragrafi (con una tesi, un'introduzione, un paragrafo del corpo con dettagli di supporto ed una conclusione) gli era del tutto estranea".
Gli studenti della Kim non avevano la minima idea che le affermazioni dovessero essere supportate da prove: "Come sempre, il loro governo aveva seminato disinformazione e le affermazioni dei miei studenti non avevano alcun fondamento nella realtà, quindi non potevo aspettarmi che sostenessero le loro tesi".
Kim aggiunge: “Ma la disinformazione e la mancanza di informazioni non erano gli unici problemi nell'insegnare loro come scrivere un saggio. Nella loro narrazione una conclusione era sempre predeterminata".
Non c'erano prove, nessun controllo e contrappeso, a meno che, ovviamente, non volessero dimostrare che il Grande Leader avesse scritto da solo centinaia di opere e migliaia di libri e salvato la nazione e fatto un numero miracoloso di cose. Il loro intero sistema era progettato per non essere messo in discussione e per schiacciare il pensiero critico. Quindi la forma di un saggio, in cui una tesi doveva essere dimostrata, era antitetica al loro sistema. L'autore di un saggio riconosce le argomentazioni contrarie alla sua tesi e le confuta. Qui, l'opposizione non era un'opzione.
Oggi in America anche la conclusione è predeterminata. Quando la narrativa ufficiale sul vaccino viene messa in discussione, i devoti di Fauci cantano in coro "sicuri ed efficaci". Tutto tranne la narrativa ufficiale del Covid viene respinto come una disinformazione o una teoria del complotto. La capacità di pensiero critico sta svanendo in America?
Lezione 4: I tiranni mantengono il potere esigendo devozione
La Kim descrive gli oggetti di devozione: "Praticamente ogni edificio è decorato con uno slogan, ogni schermo televisivo con la stessa immagine, come i cartelloni pubblicitari che riempiono l'orizzonte nelle società occidentali, ma in Corea del Nord c'è un solo prodotto: il Grande Leader". Kim è disgustata dalle “immagini dei villaggi silenziosi lungo le strade, i volti scarni osservati fuori dal finestrino del furgone, gli slogan del Grande Leader, le canzoni del Grande Leader ed i ritratti del Grande Leader che caratterizzavano ogni edificio, ogni creatura vivente, ogni respiro taciuto".
Le stesse immagini del Grande Leader sono sacre. Kim descrive le norme sociali: “Assicurarsi di non gettare, piegare, strappare o danneggiare alcuna rappresentazione visiva di esse. Non indicare tali immagini, sarebbe considerato un atto di mancanza di rispetto degno di punizione”.
Gli studenti della Kim ignoravano il resto del mondo come gli altri nordcoreani: “Si confrontavano sempre con il mondo esterno, che nessuno di loro aveva mai visto, dichiarandosi i migliori. Questa insistenza sul "meglio" era infantile, e le parole migliore e più grande erano usate così tanto da perdere il loro significato". Kim aggiunge: "L'idea che la Corea del Nord da sola eccellesse mentre tutte le altre nazioni restavano indietro era quasi un'ossessione".
Si ritiene che i leader nordcoreani abbiano una conoscenza mistica di tutte le cose. Mentre le persone muoiono di fame, i leader affermano una conoscenza esagerata su tutto, dall'allevamento ittico alla coltivazione delle mele. Kim ci mette a conoscenza di questa affermazione: "Centinaia di migliaia di meli erano così speciali da dare frutti in un anno. Il nostro grande compagno generale, Kim Jong-II, non è solo il più grande nel guidare la nostra nazione potente e prospera, ma è anche esperto nella coltivazione delle mele".
Notare i parallelismi: credendo che Fauci sia il dottore più saggio del mondo, i devoti obbediscono ossessivamente alle sue direttive. Con l'obbedienza non c'è bisogno di assumersi la responsabilità delle proprie decisioni, basta seguire la guida unica di Fauci.
Lezione 5: I politici non sono la fonte della bontà
Non ci sono proprietà private in Corea del Nord ed i legami famigliari sono stati distrutti dal trasferimento di persone in tutto il Paese. Pertanto i nordcoreani credono passivamente che tutta la bontà provenga dal despota nordcoreano. Gli studenti della Kim "sono predicatori della sua grandezza, che definiscono 'sollecitudine'. Se hanno preso un buon voto, è stato grazie alla sua sollecitudine. Se il loro inglese è migliorato, ha che fare con la sua sollecitudine".
Kim scrive: "Ogni volta che gli insegnanti indicavano qualcosa che rendeva la vita migliore al di fuori della Corea del Nord, inevitabilmente sollevavano la sollecitudine del Grande Leader, sotto il cui regno tutto era gratuito", ma, ovviamente, per lo più non disponibile.
Il documentario di National Geographic uscito nel 2006, Inside North Korea, evidenzia la mentalità del popolo nordcoreano. La regista Lisa Ling ha accompagnato un chirurgo oculista nepalese in una missione umanitaria per eseguire un intervento chirurgico alla cataratta su 1.000 nordcoreani.
A causa della malnutrizione dilagante e della scarsa assistenza medica, la cecità indotta dalla cataratta è presente in modo allarmante anche tra i giovani della popolazione della Corea del Nord.
Le scene finali del documentario sono istruttive: le bende vengono rimosse dai pazienti che hanno subito un intervento di cataratta e come in ogni abitazione del Paese ci sono ritratti di Kim II-sung e Kim Jong-II a decorare le pareti. Uno dopo l'altro, mentre le bende vengono tolte, i pazienti si inchinano e piangono davanti ai Kim, ignorando il personale medico che ha ripristinato la loro vista. Proclamano nuovi giuramenti di lode e di obbedienza: “Poiché ci hai portato la tua luce e la tua grandezza, vi giuro che vi servirò”.
In Nothing to Envy: Ordinary Lives in North Korea di Barbara Demick, capiamo dove conduce una mentalità "noi contro loro". Demick racconta la storia di un medico chiamato a curare un prigioniero condannato per aver gestito un'impresa privata. Il prigioniero era malnutrito e soffriva di bronchite acuta. Il dottore voleva curare il prigioniero con un antibiotico ma un superiore disse: “È un detenuto. Risparmiamo l'antibiotico per qualcun altro".
Oggi in America ci sono professionisti sanitari che giustificherebbero la privazione delle cure mediche ai non vaccinati e/o delle razioni sulla base di criteri di “giustizia sociale”.
Le scene distopiche della Corea del Nord sembrano lontane anni luce dall'esperienza americana, eppure, come sottolinea il dottor Mark McDonald, gli obblighi di vaccinazione sono progettati "affinché una popolazione di lavoratori dipendenti, passivi e privi di potere, vivano sotto il controllo di uno stato a cui non importa nulla del loro benessere".
Kim ha concentrato il suo libro sulle élite relativamente ben nutrite, ma ha condiviso scorci delle vite dei normali nordcoreani che sono "notevolmente più piccoli in ogni modo, con occhi stregati":
Quando siamo passati più vicino ad uno dei cantieri, ho visto gli operai con gli occhi incavati e le guance incavate, i vestiti a brandelli, le teste rasate; sembravano vittime dei campi di concentramento nazisti. La vista era così scioccante che sia Katie (un'altra insegnante) che io abbiamo fatto fatica a guardare. Non potevamo dire nulla, o mostrare i nostri sentimenti, dal momento che il custode sedeva nelle vicinanze, ma ci siamo scambiate sguardi e Katie ha pronunciato la parola esatta che in quel momento mi ha colpito: "Schiavi".
Gli studenti della Kim hanno vissuto vite di relativo privilegio, apparentemente inconsapevoli della sofferenza di altri nordcoreani. I suoi studenti le hanno chiesto: "Trovate bella la nostra città?" La Kim non ha risposto onestamente, ma ha pensato:
Non ho trovato bella Pyongyang. Era una città monotona e squallida, piena di edifici di cemento e persone vestite di stracci ed affamate. Ma non erano gli attributi fisici di Pyongyang a renderla così brutta ai miei occhi. Era ciò che rappresentava. Era la città più orribile del mondo per me, e ogni volta che la vedevo in lontananza, all'orizzonte, fuori dal finestrino del furgone, mi sentivo avvilita. Pyongyang era la Xanadu della Corea del Nord, la città che si nutriva del resto del Paese. Era un mostro avido e succhiasangue, ed a volte avrei voluto che andasse in fumo.
Il titolo del libro della Kim, Without You, There is No Us, deriva da una canzone che i suoi studenti cantavano durante un rituale quotidiano. You, ovviamente, era riferito al despota al potere, Kim Jong-II.
Non ci sono interrogativi in Corea del Nord. La narrativa ufficiale non può mai essere contestata: “Se il loro libro diceva che era vero, non si poteva dire loro che era una bugia. Niente poteva rompere il loro bellicoso isolamento; inoltre questo atteggiamento non lasciava spazio ad alcun argomento, poiché tutte le strade portavano ad una sola conclusione”.
Se un giorno i suoi brillanti studenti fossero stati liberi di fare domande, la Kim si chiede: “Le domande che avrebbero! Le domande che dovrebbero porsi! Le domande che dovevano porsi perché non immaginavano di poterlo fare, o perché chiedere significava che non potevano più esistere nel loro sistema”.
Oggi molti americani, compresi gli operatori sanitari, soffocano le loro domande perché chiedere significa "non poter più esistere nel loro sistema". L'inchiesta viene schiacciata e la libertà si sta erodendo. La "morbida" repressione dell'inchiesta da parte dell'America è molto lontana dalla brutale distopia totalitaria della Corea del Nord, eppure le lezioni della Corea del Nord sono segnali di pericolo. Perché dovremmo andare più in là verso l'inferno sulla Tterra quando la Corea del Nord è un esempio vivente della mentalità che genera un tale inferno?
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Nessun commento:
Posta un commento