Bibliografia

venerdì 29 aprile 2022

La rivoluzione del denaro-merce

 

 

di Alasdair Macleod

Guardiamo indietro agli eventi attuali e ci rendiamo conto che hanno segnato il passaggio da un'economia globale basata sul dollaro coperto da asset finanziari a valute coperte da materie prime. Ci troviamo di fronte ad un cambiamento epocale, da una garanzia puramente finanziaria ad una basata sulle materie prime. È una garanzia che sostiene l'intero sistema finanziario.

La fine del sistema basato sulla finanza è accelerata dagli sviluppi geopolitici. L'Occidente sta cercando disperatamente di sanzionare la Russia in modo da sottometterla economicamente, ma sta solo riuscendo a far salire i prezzi dell'energia, delle materie prime e dei generi alimentari contro sé stesso. Le banche centrali non avranno altra scelta che inflazionare le loro valute per pagare tutto. La Russia sta invece collegando il rublo ai prezzi delle materie prime attraverso un ancoraggio dell'oro e la Cina ha già dimostrato di comprendere il gioco inflazionistico dell'Occidente avendo accumulato materie prime e cereali essenziali negli ultimi due anni, permettendo poi alla sua valuta di salire rispetto al dollaro.

Cina e Russia non stanno seguendo il percorso dell'inflazione delle valute occidentali. Al contrario, si stanno muovendo verso una strategia monetaria più solida con la prospettiva di tassi d'interesse e prezzi stabili, mentre l'Occidente accelera nella direzione opposta.

L'analista di Credit Suisse, Zoltan Pozsar, la chiama Bretton Woods III. Questo articolo esamina come andrà a finire, concludendo che il dollaro e le valute occidentali, non il rublo, avranno le maggiori difficoltà da affrontare: la fine di cinquant'anni di finanziarizzazione economica.


Il mondo della finanza fiat viene sostituito dal mondo della finanza delle materie prime

La notizia non è ancora passata per i media generalisti, che continuano a parlare solo delle battaglie, ma a marzo l'amministrazione statunitense ha emesso una condanna a morte per la propria egemonia in un ultimo disperato lancio di dadi sul dollaro. Non solo ha interpretato male la situazione russa rispetto alla sua economia, ma ha erroneamente creduto nel proprio potere sanzionando la Russia e gli oligarchi legati a Putin.

Potrebbe aver ottenuto un blocco parziale sui volumi di esportazione della Russia, ma la compensazione è arrivata da prezzi unitari più elevati, a vantaggio della Russia, e da costi opprimenti per l'alleanza occidentale.

La conseguenza è una battaglia finale in quella guerra finanziaria che va avanti da decenni. Non si sanziona la più importante fonte mondiale di energia ed il fornitore marginale di una vasta gamma di materie prime, inclusi cereali e fertilizzanti, senza danneggiare tutti tranne l'obiettivo prefissato. Peggio ancora, l'obiettivo prefissato ha nella Cina un amico estremamente potente, con il quale la Russia è un partner nel più grande blocco economico del mondo: l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, un mercato in via di sviluppo che copre oltre il 40% della popolazione mondiale. Questo è il futuro, non il passato: il passato è la "woke society" occidentale, la tassazione punitiva, le economie dominate dallo stato e dalla sua burocrazia, il socialismo anti-capitalista e la sciocca illusione che il denaro cresca sugli alberi.

Nonostante questo enorme buco nella rete delle sanzioni, l'Occidente non si è dato altra opzione politica se non quella di inasprire ulteriormente suddette sanzioni. Ma la risposta della Russia è stata devastante per il sistema finanziario occidentale: con due semplici annunci, legando il rublo all'oro per gli istituti di credito nazionali ed insistendo sul fatto che i pagamenti per l'energia devono essere saldati solo in rubli, ha posto fine all'era del dollaro fiat che ha governato il mondo dalla sospensione di Bretton Woods dal 1971 fino ad oggi.

Poco più di cinque decenni fa, il dollaro ha assunto il ruolo di denaro riserva mondiale sostituendo l'oro. Dopo gli anni settanta, che furono un decennio di volatilità per le valute, i tassi d'interesse e gli asset finanziarie, abbiamo assistito all'emergere di un mondo in cui la finanziarizzazione l'ha fatta da padrone. Il big bang di Londra nei primi anni '80 ha aperto la strada ai derivati e gli anni '90 hanno visto l'ascesa di hedge fund ed aziende dotcom. Ciò è stato seguito da un'esplosione di derivati ​​over-the-counter e cartolarizzazioni che hanno raggiunto l'apice con la bancarotta della Lehman. Da allora, l'espansione del credito globale per attività puramente finanziarie è stata notevole, creando una bolla finanziaria mai vista prima nella storia degli eccessi finanziari. Ed insieme alla soppressione statistica dell'effetto sui prezzi al consumo, il passaggio di risorse economiche da Main Street a Wall Street ha nascosto allo sguardo della popolazione le prove inflazionistiche dell'espansione del credito.

Tutto ciò sta volgendo al termine con una nuova mercificazione: ciò che l'analista Zoltan Pozsar di Credit Suisse chiama Bretton Woods III. Nella sua enumerazione il primo venne sospeso dal presidente Nixon nel 1971 ed il secondo è durato da allora fino ad oggi, quando il dollaro ha governato senza rivali. Questo ci porta a Bretton Woods III.

L'insistenza della Russia sul fatto che gli importatori della sua energia paghino in rubli e non in dollari o euro è uno sviluppo significativo, una sfida diretta al ruolo del dollaro. Non ci sono altre opzioni per i "non amici". L'UE, che è il più grande importatore di gas naturale russo, o si morde le labbra o cerca alternative. L'opzione è acquistare gas naturale e petrolio a prezzi ragionevoli in rubli, o aumentare i prezzi in euro e ancora non averne abbastanza per mantenere in piedi la sua economia ed i cittadini al caldo. Ad ogni modo, sembra che la Russia stia vincendo e l'UE perdendo.

Quanto alla convinzione di Pozsar che siamo sull'orlo di una Bretton Woods III, si può vedere la logica della sua tesi: la bolla finanziaria segna la fine di un'era. I tassi d'interesse negativi nell'UE e in Giappone non sono solo un'anomalia, ma l'ultimo lancio di dadi per lo yen e l'euro. La BCE e la Bank of Japan hanno portafogli obbligazionari che hanno spazzato via il loro patrimonio netto; tutte le banche centrali occidentali che si sono dedicate al QE hanno lo stesso problema. Al contrario, la banca centrale russa e la Banca popolare cinese non hanno condotto alcun QE e hanno bilanci puliti. Il rialzo dei tassi d'interesse nelle valute occidentali è sempre più certo e la loro altezza continua ad essere spinta più in alto dalla risposta aggressiva della Russia alle sanzioni occidentali. Il fallimento dell'intero sistema bancario occidentale sta accelerando e sta facendo scoppiare la bolla finanziaria, la quale si lascerà dietro solo macerie economiche.

Putin ha preso come modello l'accordo Nixon/Kissinger del 1973 con i sauditi: accettare solo dollari in pagamento per il petrolio ed usare il suo ruolo dominante nell'OPEC per costringere gli altri membri a seguire l'esempio. In veste di più grande esportatore di energia del mondo, la Russia ora afferma che accetterà solo rubli, ripetendo la strategia del petrodollaro. E anche l'Arabia Saudita si è piegata e accetta il renminbi cinese per il suo petrolio.

L'Occidente, con cui intendiamo l'America, l'UE, la Gran Bretagna, il Giappone, la Corea del Sud e pochi altri, ha scelto la strada del declino, anche se questa affermazione descrive a malapena la sua stupidità strategica. Eliminando gradualmente i combustibili fossili prima che potessero essere completamente sostituiti con fonti di energia verde, si è verificata un'enorme carenza di forniture energetiche. Con uno zelo quasi religioso, la Germania ha tagliato fuori la nuova generazione nucleare ed il mese scorso ha escluso l'estensione della durata dei suoi impianti nucleari. L'intero G7 non solo era impreparato di fronte alla decisione russa, ma finora non ha ancora trovato una risposta adeguata.

La Russia ha mercificato la sua valuta, in particolare nei confronti dell'energia, dell'oro e del cibo. La Cina sta seguendo un percorso simile. In tal modo ha indebolito l'egemonia del dollaro, forse fatalmente. In quanto forza trainante dietro i valori delle valute, le materie prime saranno la garanzia che sostituirà gli asset finanziari. È interessante osservare la forza del peso messicano nei confronti del dollaro (+9,7% da novembre 2021) e del real brasiliano (+21% in un anno), e anche del rand sudafricano il quale è cresciuto dell'11% negli ultimi cinque mesi. Il fatto che queste valute traballanti stiano salendo in valore ci dice che valute coperte da qualcosa di tangibile ha un suo fascino, al di là del rublo e del renmimbi.

Ma avendo voltato le spalle all'oro, gli americani ed i loro epigoni occidentali non hanno una risposta adeguata. Semmai, è probabile che continuino la lotta per l'egemonia del dollaro piuttosto che accettare la realtà. E più l'America lotta per affermare la sua autorità, maggiore sarà la probabilità di una scissione nel partenariato occidentale. L'Europa ha un disperato bisogno dell'energia russa e l'America no; l'Europa non può permettersi di sostenere incondizionatamente la politica americana.

Questa, ovviamente, è la scommessa della Russia.


Il punto di vista della Russia

Per la seconda volta in otto anni, la Russia ha visto la sua valuta indebolita dall'azione occidentale sull'Ucraina. Dopo aver già sperimentato la stessa situazione nel 2014, questa volta la banca centrale russa era più preparata: ha diversificato dai dollari aggiungendo riserve auree. Il sistema bancario commerciale è stato rivisto ed il governatore della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, seguendo le politiche monetarie classiche invece di quelle keynesiane dei suoi colleghi occidentali, ha contenuto le conseguenze della guerra in Ucraina. Come mostra il seguente grafico, il rublo si è dimezzato rispetto al dollaro prima di tornare ai livelli prebellici.

Il collegamento con le materie prime è l'oro e la banca centrale russa ha annunciato che fino a fine giugno sarà pronta ad acquistare oro dalle banche russe a 5.000 rubli al grammo. Lo scopo dichiarato è quello di consentire alle banche di concedere prestiti per sostenere la produzione mineraria, dato che l'oro di provenienza russa è incluso nelle sanzioni. Ma la mossa ha incoraggiato la speculazione: il rublo sta andando verso un quasi gold standard.

Oltre ad essere la definizione legale internazionale di denaro (il resto è valuta e credito), l'oro è un buon proxy per le materie prime, come mostrato nel grafico di seguito. Con un prezzo in grammi d'oro, il petrolio greggio oggi è il 30% inferiore a dove era era nel 1950, molto prima che Nixon sospendesse gli accordi di Bretton Woods. Nel frattempo, misurato in valute fiat, il prezzo è salito vertiginosamente ed è stato estremamente volatile.

È una storia simile per altri prezzi delle materie prime, la cui la massima stabilità è se sono misurati in grammi d'oro. Riprendendo il punto di Pozsar sul fatto che le valute saranno sempre più legate alle materie prime in Bretton Woods III, sembra che la Russia intenda utilizzare l'oro come proxy per stabilizzare il rublo. Invece di un tasso di cambio fisso con l'oro, la banca centrale russa si è saggiamente lasciata la possibilità di rivedere periodicamente il prezzo che pagherà per l'oro dopo il 1° luglio.

La tabella seguente mostra come l'attuale tasso di cambio fisso dell'oro con il rublo si traduce in dollari.

Sebbene gli istituti di credito non russi non abbiano accesso alla struttura, sembra che nulla impedisca a una banca russa di acquistare oro in un altro centro, come Dubai, per venderlo alla banca centrale russa in cambio di rubli. Tutto ciò che serve è che il tasso dollaro/rublo sia favorevole per l'arbitraggio e la possibilità di fare settlement in una valuta non sanzionata, come il renminbi, o avere accesso ad eurodollari da scambiare con eurorubli mediante una banca al di fuori delle giurisdizioni “non amichevoli”.

Il tasso dollaro/rublo può ora essere facilmente controllato dalla banca centrale russa, perché il modo in cui viene gestita la domanda di rubli diventa una questione di linea di politica. Il braccio dei pagamenti di Gazprom (Gazprombank) è attualmente esonerato dalle sanzioni dell'Occidente ed i pagamenti per gas e petrolio saranno incanalati attraverso di esso.

In generale, ci sono quattro modi in cui un consumatore occidentale può acquisire rubli:

• acquistarli sulle borse estere;

• depositare euro, dollari o sterline presso Gazprombank e fare in modo che eseguano la conversione come agenti;

• da Gazprombank aumentare il proprio bilancio (credito), ma sarebbe richiesta una garanzia non sanzionata;

• da banche estere che creano crediti in rubli e che possono essere pagati a Gazprombank per la fornitura di energia.

L'ultimo di questi quattro punti è certamente possibile, perché questa è la base degli eurodollari che circolano al di fuori del sistema monetario di New York e sono diventati centrali per la liquidità internazionale. Per capire la creazione degli eurodollari, e quindi la possibilità di un mercato in via di sviluppo dell'eurorublo, dobbiamo approfondire il mondo della creazione del credito.

Ci sono due modi in cui gli stranieri possono detenere saldi in dollari. La via più comune è attraverso il sistema bancario corrispondente: la vostra banca, diciamo in Europa, gestirà conti di deposito con le banche corrispondenti a New York (JPMorgan, Citi ecc.). Quindi se effettuate un deposito in dollari, l'accredito sul vostro conto si riconcilierà con il cambio del conto corrispondente della vostra banca a New York.

Ora supponiamo che vi rivolgiate alla vostra banca europea per un prestito in dollari. Se il prestito è concordato, appare come un attivo in dollari nel bilancio della vostra banca, a cui attraverso la contabilità in partita doppia corrisponde una passività in dollari a vostro favore in quanto mutuatario. Non può essere altrimenti ed è alla base di tutta la creazione di credito bancario. Ma si noti che nella creazione di questi saldi il sistema bancario americano non è coinvolto in alcun modo, ecco come e perché circolano gli eurodollari, fungibili ma separati in origine dai dollari negli Stati Uniti.

Con lo stesso metodo, potremmo assistere alla nascita e alla rapida espansione di un mercato dell'eurorublo. Tutto ciò che serve è che una banca crei un prestito in rubli, abbinato in partita doppia ad un deposito che possa essere utilizzato per i pagamenti. Non importa in quale valuta la banca gestisca il suo bilancio, l'importante è che abbia spazio, accesso alla liquidità in rubli e sia una controparte credibile.

Ciò suggerisce che le banche dell'Eurozona e del Giappone possono avere solo una partecipazione limitata, perché hanno già un elevato rapporto di leva finanziaria. Le banche più in grado di gestire saldi in eurorubli sono quelle americane e quelle cinesi, perché hanno rapporti asset/equity più prudenti. Inoltre le grandi banche cinesi sono a maggioranza statale e hanno già interessi commerciali e monetari con la Russia che dà loro un vantaggio sulla liquidità del rublo.

Le grandi banche americane non sono timide nel trattare con i cinesi nonostante la politica, quindi vorrebbero avere l'opportunità di partecipare al mercato degli eurorubli. Però il governo degli Stati Uniti ha proibito loro di pagare ai detentori del debito sovrano russo più di $600 milioni, di conseguenza dovremmo presumere che le banche statunitensi non possano partecipare, il che lascia il campo aperto alle mega-banche cinesi. E qualsiasi tentativo di aumentare le sanzioni alla Russia, magari aggiungendo Gazprombank alla lista, non otterrà nulla; al contrario, escluderà definitivamente le banche americane e rafforzerà l'integrazione finanziaria tra Russia e Cina. Il divario tra le valute coperte dalle materie prime e quelle scoperte si allargherà ancora di più.

Per ora ulteriori sanzioni sono oggetto di ipotesi, ma Gazprombank, con l'assistenza della banca centrale russa, avrà un ruolo chiave nel fornire liquidità al mercato internazionale dei rubli, almeno fino a quando il mercato non acquisirà profondità. In cambio Gazprombank può agire come riciclatore di dollari ed euro guadagnati attraverso eccedenze commerciali senza che questi entrino nelle riserve ufficiali. Dollari, euro, yen e sterline sono le valute ostili, quindi è probabile che le uniche trattenute saranno il renminbi e l'oro.

In questo modo potremmo aspettarci che rubli, oro e materie prime tenderanno a crescere in tandem. Possiamo vedere il processo attraverso il quale, come ha affermato Zoltan Pozsar, Bretton Woods III, un sistema monetario globale basato sulle materie prime, può prendere il posto di Bretton Woods II, il quale è stato caratterizzato dalla finanziarizzazione delle valute. E non sono solo la Russia ed i suoi rubli, è una direzione di viaggio condivisa dalla Cina.

Gli effetti economici di una valuta forte coperta da materie prime sfidano le convinzioni monetarie ed economiche prevalenti in Occidente. Ma le conseguenze che derivano da una valuta più forte sono auspicabili: tassi d'interesse in calo, ricchezza che rimane nel settore privato ed una via di fuga dall'inevitabile fallimento delle valute occidentali e dei loro mercati dei capitali. Gli argomenti a favore del disaccoppiamento dal sistema monetario dominato dal dollaro sono diventati improvvisamente convincenti.


Le conseguenze per l'Occidente

La maggior parte dei commenti occidentali è favorevole ad ulteriori sanzioni contro la Russia. Pochi commentatori indipendenti hanno sottolineato che sanzionando la Russia e congelando le sue riserve monetarie, l'America sta distruggendo la propria egemonia. Inoltre le banche centrali che lasciano le loro riserve auree depositate presso le banche centrali occidentali le espongono a sanzioni, se una nazione dovesse cadere finire nei guai con l'America. Senza dubbio la questione è in discussione in tutto il mondo e alcune richieste di rimpatrio di lingotti saranno una certezza.

C'è anche il problema dei contratti di locazione e swap dell'oro, vitali per fornire liquidità ai mercati dei metalli preziosi, ma che portano ad un falso conteggio delle riserve. Questo perché, secondo le procedure contabili dell'FMI, i saldi di oro affittati e scambiati sono registrati come se fossero ancora di proprietà di una banca centrale, nonostante i lingotti vengano trasferiti da un'altra parte in conti non allocati.

Nessuno conosce l'entità di swap e contratti di locazione, ma è probabile che sia significativa data l'evidenza degli interventi sul prezzo dell'oro negli ultimi cinquant'anni. I Paesi che sono stati felici di guadagnare commissioni ed interessi per coprire i costi di stoccaggio e trasformarlo in un'attività redditizia (misurata in denaro fiat), ma ora probabilmente non rinnoveranno i contratti di scambio e locazione e chiederanno la riallocazione dei lingotti su altri conti, cosa che sottrarrebbe liquidità ai mercati dei metalli preziosi. Ne deriverà, quindi, un aumento del prezzo dell'oro.

Sin dalla sospensione di Bretton Woods nel 1971, il governo degli Stati Uniti ha cercato di sopprimere il prezzo dell'oro rispetto al dollaro, incoraggiando la crescita dei derivati cartacei per assorbire la domanda. Che l'oro sia passato da $35 a $1920 oggi dimostra l'inutilità di queste politiche, ma emotivamente l'establishment statunitense è ancora contrario all'oro.

Come mostra chiaramente il secondo grafico sopra, il legame tra i prezzi delle materie prime e l'oro è sopravvissuto. È questo fattore che sfugge completamente all'analisi mainstream, la quale assume nei propri calcoli un valore oggettivo costante per il dollaro e altre valute, con la soggettività del prezzo confinata alle sole commodity. L'uso di grafici e altri metodi di previsione dei prezzi delle merci presuppone come regola ferrea che le variazioni di prezzo nelle transazioni provengano solo dalle fluttuazioni dei valori delle stesse merci.

La verità dietro i prezzi misurati in valute fiat è dimostrata dal fatto che il costo del petrolio quotato in oro è diminuito di circa il 30% sin dagli anni '60. Ciò è più che ragionevole date le nuove tecnologie di estrazione ed è coerente con i prezzi che tendono ad attenuarsi nel tempo in un gold standard. È solo con le valute fiat che i prezzi sono aumentati vertiginosamente. Ovviamente l'oro è considerevolmente più oggettivo ai fini delle transazioni rispetto alle valute fiat, che sicuramente non lo sono.

Pertanto, se, come suggerisce il grafico qui sotto, il prezzo in dollari del petrolio raddoppierà da qui in poi, sarà solo perché al margine le persone preferiranno il petrolio ai dollari, non perché vorranno petrolio oltre i loro bisogni immediati, ma perché vorranno meno dollari.

La Cina ha compreso queste dinamiche sulla scia delle politiche monetarie della FED del marzo 2020, quando ha abbassato il suo tasso di riferimento a zero e ha istituito un QE di $120 miliardi al mese. Il segnale relativo alla futura svalutazione del dollaro era chiaro e la Cina ha iniziato ad accumulare petrolio, materie prime e cibo, solo per sbarazzarsi di dollari. Ciò ha contribuito all'aumento dei prezzi delle materie prime in dollari, iniziato da quel momento in poi, nonostante il calo della domanda dovuto al Covid ed ai problemi delle supply chain. L'effetto della svalutazione del dollaro è mostrato nel seguente grafico di un popolare ETF che monitora le materie prime.

Una migliore comprensione di quanto succede sarebbe considerare l'aumento del valore di questo paniere di materie prime non come un quasi raddoppio da marzo 2020, ma come un quasi dimezzamento del potere d'acquisto del dollaro rispetto ad esso.

Inoltre i cinesi sono stati abbastanza preveggenti da accumulare scorte di cereali. Il risultato è che il 20% della popolazione mondiale ha accesso al 70% degli stock di mais del mondo, al 60% di riso, al 50% di frumento ed al 35% di soia. L'altro 80% della popolazione mondiale dovrà quasi certamente affrontare gravi carenze quest'anno, poiché le esportazioni di grano e fertilizzanti dall'Ucraina/Russia cesseranno.

Le azioni della Cina mostrano che in una certa misura ha già legato la sua valuta alle materie prime, riconoscendo che il dollaro perderà potere d'acquisto. E questo si riflette in parte nel tasso di cambio dello yuan rispetto al dollaro USA, che da maggio 2020 ha guadagnato oltre l'11%.


Implicazioni per dollaro, euro e yen

In questo saggio è stata mostrata la stretta relazione tra oro, petrolio e materie prime. Sembra che la Russia abbia trovato un modo per legare la sua valuta non al dollaro, ma alle materie prime attraverso l'oro, e che la Cina abbia fatto la stessa cosa per due anni. La logica è sfuggire alle conseguenze dell'espansione della valuta e del credito poiché il potere d'acquisto delle valute fiat ormai è indebolito. E l'uso di un ancoraggio all'oro è uno sviluppo interessante in questo contesto.

Dovremmo tenere a mente che, secondo il sistema TIC del Tesoro statunitense, gli stranieri possiedono $33.240 miliardi in titoli finanziari ed asset a breve termine, compresi i depositi bancari. Questo in aggiunta a qualche migliaio di miliardi, forse, di eurodollari non registrati nelle statistiche del TIC. Questi fondi sono disponibili in tali quantità a causa della finanziarizzazione delle valute occidentali, una situazione che ora prevediamo finirà. Ci si può aspettare che un cambiamento nell'ordine di valuta mondiale verso una Bretton Woods III avrà un impatto sostanziale su questi fondi.

Per impedire la vendita all'estero di $6.970 miliardi di titoli e contanti a breve termine, i tassi d'interesse dovrebbero essere rialzati non solo per affrontare l'aumento dei prezzi al consumo (un malinteso keynesiano sul ruolo economico dei tassi d'interesse, smentito dal Paradosso di Gibson) ma per proteggere la valuta sui cambi, in particolare rispetto al rublo e allo yuan. Sfortunatamente tassi d'interesse sufficientemente alti da incoraggiare la permanenza di denaro e depositi a breve termine destabilizzerebbero i valori dei $26.270 miliardi di proprietà straniera in titoli a lungo termine: obbligazioni ed azioni.

In qualità di gestore dei tassi d'interesse in dollari, il dilemma per la FED è reso più acuto dalle sanzioni contro la Russia che espongono la debolezza della posizione in cui si trova il dollaro. Il calo del suo potere d'acquisto è amplificato dall'impennata dei prezzi in dollari delle materie prime e, di conseguenza, l'aumento dei prezzi al consumo sarà maggiore. I tassi d'interesse per i depositi in dollari ad un anno dovrebbero presto diventare a doppia cifra piuttosto che il 3% circa sostenuto dai falchi della politica monetaria. Qualunque siano i numeri, le conseguenze sono destinate ad essere catastrofiche per gli asset finanziari e per il futuro delle valute fiat, in cui gli asset finanziari sono la principale forma di garanzia.

Sembra che Bretton Woods II sia davvero finito. Stando così le cose, l'America scoprirà l'impossibilità di trattenere i flussi internazionali di capitali che le hanno permesso di finanziare i suoi disavanzi: fiscale e commerciale. E poiché i valori dei titoli scenderanno con il rialzo dei tassi d'interesse, a meno che il governo degli Stati Uniti non prenda un coltello molto affilato e tagli la sua spesa in un momento di stagnazione o calo dell'attività economica, la FED dovrà intensificare il QE.

La scusa che il QE stimola l'economia verrà smascherata per quello che è: svalutazione monetaria come mezzo di tassazione nascosta. Ed il capitale straniero che riuscirà a sfuggire alla crisi del dollaro cercherà di trovare casa altrove, ma le altre due principali valute che orbitano intorno al dollaro, l'euro e lo yen, partono da una posizione ancora peggiore. Con il loro potere d'acquisto che sta visibilmente crollando, la BCE e la Banca del Giappone hanno ancora tassi d'interesse negativi. I banchieri centrali si trovano tra l'incudine dell'inflazione dei prezzi al consumo ed il martello del declino dell'attività economica. Un ulteriore problema è che queste banche centrali sono diventate investitori sostanziali in titoli di stato e di altro tipo (la BOJ ha anche ETF azionari) ed i rendimenti obbligazionari in aumento stanno devastando i loro bilanci, spazzando via il loro equity e ora necessitanti una ricapitalizzazione sistemica.

Non solo la BCE e la BOJ sono tecnicamente in bancarotta senza massicce iniezioni di capitale, ma le loro reti bancarie commerciali sono enormemente sovraindebitate. Ed a differenza del real brasiliano, del peso messicano e persino del rand sudafricano, lo yen e l'euro stanno scivolando rispetto al dollaro.

La risposta della BOJ è di aggrapparsi disperatamente alle politiche attuali: sta manipolando il mercato bloccando il rendimento del JGB a 10 anni allo 0,25%, che è dove si trova ora.

Questi sviluppi sono indicativi di grandi sconvolgimenti e di una crisi imminente. Le bolle finanziarie stanno senza dubbio per scoppiare, affondando i valori finanziari fiat e tutto ciò che vi orbita attorno. I titoli di stato saranno un ricordo del passato, perché né la Cina né la Russia, le cui valute possono sopravvivere alla transizione dall'orientamento finanziario fiat a quello delle materie prime, hanno grandi deficit di bilancio. Questa sarà la loro forza.

La guerra finanziaria, così a lungo prevista e descritta nei miei saggi, sta raggiungendo il culmine. Alla fine il tutto si riduce a chi conosce meglio il denaro e le valute. Guidato dall'America, l'Occidente ha ignorato la definizione di denaro, sostituendola invece con i dollari fiat. La politica monetaria ha perso l'ancora con la realtà, andando invece alla deriva su un mare di convinzioni inflazionistiche folli.

Ma Russia e Cina non hanno commesso lo stesso errore. La Cina ha giocato al gioco keynesiano fin quando le è andata bene. Di conseguenza mentre la Russia può lottare militarmente, ma a meno che non si verifichi un miracolo, l'Occidente è destinato a perdere la guerra finanziaria e stiamo transitando nell'ambiente Bretton Woods III come descritto da Pozsar.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


giovedì 28 aprile 2022

Gli incentivi invisibili di Bitcoin

 

 

da Bitcoin Magazine

Quali incentivi offre Bitcoin? Accumulo di denaro o c'è uno scopo ed un incentivo più grande per i miner che proteggono la rete? Il mining è un processo importante della rete Bitcoin, ma relativamente pochi lo capiscono.

Di recente ho avuto il piacere di parlare con Marty Bent, fondatore del podcast Tales From The Crypt. Abbiamo parlato del mio viaggio e di come sono arrivato a scrivere il mio libro "From Bars To Bitcoin", una storia di formazione in cui Bitcoin ha cambiato la mia vita in meglio. Non avevo bisogno di nessun garante una volta uscito di prigione, perché Bitcoin mi ha dato le competenze necessarie per reintegrarmi nella società. Durante il podcast, una rivelazione mi ha colpito: il vero motivo dietro gli incentivi di Bitcoin, le cose tangibili che tengono svegli di notte la plebe e gli investitori.

Quali incentivi offre il denaro fiat alla società tanto da influenzare molte persone a mettere da parte la moralità, persino commettere un crimine? Osservando l'incredibile numero di incarcerazioni in America, è facile vedere che ciò accade con regolarità. Il crimine paga e fornisce denaro fiat a livelli maggiori di Bitcoin. I media potrebbero sostenere i pochi casi di criminalità informatica nel mondo Bitcoin come qualcosa che minaccia la sicurezza degli utenti, in verità è i crimini commessi con Bitcoin sono pochi e rari. Bitcoin, a mio parere, offre un ritorno onesto, più pacifico, inclusivo e migliore: un incentivo alla pace meglio di qualsiasi altra cosa l'uomo abbia mai visto prima.

L'idea mi è passata inizialmente per la mente in precedenza, mentre leggevo "Mastering Bitcoin", ma conversare con Marty mi ha fatto capire meglio. Il mining è uno di quei tanti incentivi. Per i disinformati, il mining può sembrare un compromesso tra denaro ed energia. Una serie ben gestita di miner S9 che faticano a risolvere problemi matematici, potrebbe sembrare un mero esercizio per far salire di prezzo Bitcoin. Anche mio nonno si è cimentato nel mining, acquistando un vecchio AntMiner. Ecco quanto è potente Bitcoin: se sale, salite con esso. Ecco perché Bitcoin è l'unica cosa che possiedo.

Per la cronaca, non sono un miner accanito. Sto semplicemente ponendo una domanda alla comunità Bitcoin sugli incentivi. Qual è la vera motivazione per il mining di Bitcoin? Tale domanda può far emergere rapidamente molti altri incentivi nascosti. Quello che intendo per nascosto è che molte persone credono che questi incentivi ruotino esclusivamente attorno al prezzo: visto che sale, allora le persone si eccitano. Questo è ciò che incasina i neofiti, perché non hanno idea di cosa comporti il ​​mining. A livello superficiale, è difficile capire che il mining di Bitcoin mantiene la rete decentralizzata ed è molto di più che guadagnare nuovi bitcoin come ricompensa. Si tratta anche di creare una nuova struttura finanziaria sulla Terra che tratti tutti in modo equo, alla pari, che non può essere manipolata a vantaggio dei pochi al vertice della società. Bitcoin è denaro sano ed onesto. Bitcoin salva il mondo mentre twittate, mentre navigate su Internet e tanti ancora non prestano attenzione.


Emissione automatizzata

Il mining è un argomento complesso a livello di base, ma protegge la rete ed assicura l'emissione matematica automatizzata di nuovi bitcoin. Ad esempio, ogni 10 minuti 6,25 nuovi bitcoin vengono aggiunti al registro mondiale ed inseriti in un determinato blocco. Sono 900 nuovi bitcoin ogni giorno. L'emissione ha un tetto massimo di 21 milioni di unità e la prevedibilità di tale struttura è il motivo per cui Bitcoin registra una crescita annuale composta del 200% da oltre un decennio.

Il mining funge da zecca decentralizzata: quando i miner aggiungono un nuovo blocco alla blockchain, vengono premiati con un determinato numero di bitcoin di nuova creazione. Sono anche ricompensati con commissioni derivanti dalle transazioni, cosa che funge da altro potente incentivo finanziario. Come lo confrontiamo con qualcos'altro nel mondo reale? Nella storia del denaro fiat, non c'è mai stata una forma di emissione di denaro che si basasse esclusivamente sul seguire regole matematiche. Finora l'emissione di denaro s'è basata semplicemente su politiche, capricci e persino emozioni umane. Abbiamo il nostro esempio più significativo con il COVID-19: il 20% dei dollari americani esistenti è stato stampato solo nel 2020 per salvare l'economia o, meglio ancora, per salvare Wall Street. Anche il presidente della Federal Reserve, Jerome Powel, ha perso fiducia in M2: “In questo momento M2 non ha implicazioni importanti. È qualcosa che dobbiamo disimparare”. Una tale affermazione dovrebbe far sollevare non poche sopracciglia.

Tuttavia, mentre gli stati di tutto il mondo hanno aumentato la stampa di denaro, la rete Bitcoin ha continuato ad estrarre la stessa quantità per cui era stata programmata, il che ha contribuito a stabilizzare il mondo. Tale emissione decentralizzata, insieme al concetto di halving integrato, è un incentivo affidabile ed il vero motivo per cui si minano i bitcoin. Di fronte ad una pandemia, l'emissione di bitcoin è stata dimezzata e nonostante ciò è rimasto un'importante deposito per la ricchezza, quando invece il denaro fiat ha rappresentato il contrario. Un halving, o “dimezzamento”, della quantità di nuovi bitcoin emessi avviene ogni 210.000 blocchi (circa ogni quattro anni) ed aver programmato un simile comportamento ha rappresentato il genio in Satoshi. Mantenere la rete su un programma di scarsità aumenta il valore della moneta nel tempo, garantendo che la domanda superi l'offerta


HODL!

Un altro incentivo invisibile è che molte manipolazioni sono impossibili grazie al fatto che non è possibile aggiungere o ridurre la dimensione dei blocchi. Non si può modificare l'offerta di bitcoin e questo stimola un incentivo a conservarli e risparmiarli. Rappresenta la natura de-inflazionistica di Bitcoin; anche il metodo HODL, ad esempio, è il più grande incentivo invisibile nel mondo Bitcoin. Qual è l'incentivo per HODLare? Molte persone credono che HODLare significhi aumentare il proprio valore in denaro fiat e tenere i bitcoin fuori dagli exchange, e SÌ quest'ultimo punto è molto importante.

Tuttavia HODLare richiede di tenere i propri bitcoin per molto tempo confidando nell'aumento esponenziale del suo valore e molti credono, infatti, che sia solo un modo per fare soldi fiat. Il vero design di Bitcoin è quello di responsabilizzare le persone, perché coloro che hanno il controllo del denaro fiat non possono andare contro la loro stessa natura, quindi continueranno a stamparlo. Quando le persone chiedevano: "Bitcoin può porre fine alle banche?" Più a lungo HODLate, più rafforzate Bitcoin, e la risposta inizia ad inclinarsi maggiormente verso un preciso "SÌ". Satoshi ha scritto il codice principale di Bitcoin per essere inespugnabile ed è allineato dall'alto verso il basso. Quindi più denaro fiat viene convertito in Bitcoin, più debole diventa il controllo centralizzato.


Cosa fa il denaro sano ed onesto alle persone

In El Salvador, ad esempio, i cittadini stanno ancora spendendo dollari, ma durante un recente sciopero hanno iniziato lentamente a rendersi conto del buon senso di HODLare man mano che il valore di qualsiasi bitcoin che possedevano è salito. Con Bitcoin non bisogna ricordare il ruolo fondamentale svolto dal risparmio; è Bitcoin che lo fa automaticamente per voi. Arriverà il momento in cui inizierete a notare che i vostri soldi fiat sono disfunzionali e l'intero sistema monetario è contaminato dalla corruzione. È allora che gli incentivi di Bitcoin prenderanno piede ed inizieranno a svolgere il loro vero lavoro. State sostenendo la rete a cui partecipate e, così facendo, state attivamente aumentando il ruolo e l'importanza di Bitcoin nel mondo, mettendo così fine al vecchio sistema.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


mercoledì 27 aprile 2022

Un “cigno nero” inflazionistico sta pressando la FED

 

 

di David Stockman

La pigrizia della stampa finanziaria sembra non avere limiti. Ad esempio, questa "gemma" di giornalismo pretende di spiegare i numeri roventi dell'inflazione dei prezzi.

Davvero le cose stanno così?

Il conteggio dei posti di lavoro non agricoli (linea viola) di 150,921 milioni del luglio 2019 è praticamente identico a quello di marzo 2022 di 150,925 milioni. Per l'esattezza, si tratta di una differenza di 4.000 posti di lavoro in un'economia con una forza lavoro potenziale di oltre 200 milioni.

Nonostante un aumento della popolazione di 4,2 milioni sin da allora, che ha reso il mercato del lavoro leggermente più flessibile, il tasso annuale d'inflazione a marzo 2022 dell'8,55% è 4,7 volte superiore al tasso dell'1,82% del luglio 2019.

Evidentemente l'economia statunitense non è forte, mentre la situazione occupazionale interna – che è appena tornata a malapena allo status quo pre-crisi sanitaria – ha avuto finora un impatto ridicolo sull'accelerazione dei tassi d'inflazione. Invece la forza dell'inflazione è in gran parte importata, a causa dell'impennata dei prezzi globali dell'energia, del cibo e di altre materie prime e del caos nelle supply chain sulla scia di lockdown prima e guerra in Ucraina adesso.

Naturalmente il fatto che l'inflazione in beni e servizi abbia avuto origine nell'economia globale rende il nostro punto di vista sull'inutilità dell'attività bancaria centrale ancora più rilevante. Per iniziare anche solo ad intaccare le cifre riportate sull'IPC nei prossimi trimestri, la FED dovrà martellare i mercati azionari e obbligazionari come mai prima d'ora, dato che questi luoghi sono diventati il ​​suo principale canale di trasmissione della politica monetaria.

L'IPC di marzo si è attestato all'8,5% su base annua, il tasso di aumento più alto dal dicembre 1981. Ma è la composizione di tale cifra a rendere ridicola la reazione di Wall Street sui numeri dell'occupazione, secondo cui "non erano così male come previsto".

L'indice complessivo è stato pesantemente viziato da cibo, energia, materie prime e beni durevoli. Tutte queste componente stanno ora salendo verso un territorio a doppia cifra, eppure sono proprio questi gli elementi – al contrario dei servizi prodotti internamente – su cui la FED ha la minore influenza.

Di conseguenza la presunta lotta all'inflazione da parte della FED sarà ardua, prolungata e senza sosta. Questo perché l'abbassamento dei tassi d'inflazione dipenderà da un prolungato allentamento dei mercati globali sulle materie prime e sulle catene di approvvigionamento, fonti di inflazione ostinate durante i prossimi anni su cui la FED ha un'influenza marginale.

Prendiamo in considerazione, ad esempio, l'esplosione dei prezzi dei generi alimentari. Dopo aver soggiornato nella zona dell'1-3% all'anno per la maggior parte del decennio successivo al 2012, ora sono in forte aumento e sono saliti all'8,8% annuo lo scorso marzo.

Inoltre la linea nera ascendente nel grafico qui sotto ha appena iniziato a salire. Ora è chiaro che la guerra sul bordo del Mar Nero metterà fuori uso più della metà della produzione agricola dell'Ucraina durante l'attuale stagione dei raccolti. Allo stesso modo, i rischi per la spedizione dai porti del Mar Nero di generi alimentari e fertilizzanti sia ucraini che russi, insieme alle sanzioni, avranno un impatto estremamente negativo sulla produzione agricola globale durante l'attuale anno agricolo.

A quanto pare la cosa più vicina alle valli fluviali ucraine sono le valli fluviali dell'Illinois/Iowa/Midwest del Mississippi, ma queste ultime hanno disperatamente bisogno di fertilizzanti necessari per generare 200 staia di mais per acro e simili. L'impennata dei prezzi dei fertilizzanti – fino a 4 volte per alcuni tipi – farà cambiare drasticamente i calcoli degli agricoltori. Cioè, si utilizzeranno molto meno per acro, causando un calo dei rendimenti statunitensi nonostante i campi di grano dell'Illinois siano lontani, molto lontani dai campi di battaglia ucraini.

Di conseguenza è quasi garantito che i prezzi dei generi alimentari raggiungeranno la doppia cifra entro la fine di quest'anno e nel 2023. Infatti è probabile che l'indice dei prezzi dei prodotti alimentari raggiunga un picco vicino a quello raggiunto l'ultima volta nel dicembre 1973 (20% annuo).

Naturalmente questa è una situazione completamente nuova per la FED e le altre banche centrali. Se l'inflazione trainata dai prezzi alimentari non viene affrontata con forza e credibilità, la loro decantata "indipendenza" è sicuramente a serio rischio di fronte ad una rivolta populista.

La storia è simile per i beni durevoli. Dopo 34 trimestri consecutivi di variazione dei prezzi sostanzialmente negativa dovuta alla proliferazione delle supply chain e alla spinta verso costi di produzione e manodopera sempre più bassi, i prezzi dei beni durevoli sono ora violentemente aumentati. Durante il primo trimestre 2022, infatti, l'indice dei beni durevoli è stato del 17,4% più alto rispetto all'anno precedente.

Ancora una volta, non c'è nulla all'orizzonte che suggerisca un radicale recupero in tempi brevi. Infatti qualunque sia la motivazione dei cinesi per il blocco di Shanghai e altrove in questo momento – una ricerca fanatica di zero casi Covid o solo una scusa per inviare un messaggio ai guerrafondai di Washington – il fatto è che le supply chain globali sono gravemente danneggiate.

Ci vorranno probabilmente anni prima che la variazione annua dei beni durevoli torni verso l'obiettivo della FED al 2,00%, per non parlare della corsa negativa che ha mantenuto bassa l'inflazione complessiva per la maggior parte dell'ultimo decennio.

Anche le componenti riguardanti i servizi all'interno dell'IPC non stanno poi messe meglio. Dopo essere cresciuto del 2-3% annuo durante la maggior parte dell'ultimo decennio, l'indice generale dei servizi ha subito una forte accelerazione nell'ultimo anno ed a marzo è salito del 5,1% rispetto all'anno precedente.

Ahimè, anche questa componente sta salendo, perché una delle principali sottocomponenti dei servizi sono gli affitti, sia come misura diretta per 45 milioni di famiglie di affittuari, sia come ingrediente essenziale dell'indice OER per 80 milioni di proprietari di case.

Gli indici annui degli affitti ed OER sono saliti rispettivamente del 4,4% e del 4,5% a marzo. Un aumento sostanzialmente al di sotto della media del 5,1% per tutti i servizi, ma, cosa più importante, è molto in ritardo rispetto all'indice Zillow, che invece è salito del 17% durante l'ultimo mese.

Il fatto è che l'indice del BLS è costruito in modo tale da far sì che i tassi degli affitti riportati siano in ritardo rispetto al mercato del mondo reale, un ritardo fino a sei mesi. Quindi, ancora una volta, questa enorme componente che pesa al 32% sull'IPC spingerà l'indice dei servizi molto più in alto nei prossimi mesi.

Infine c'è la questione dell'energia e delle merci in generale. In breve, a marzo l'indice relativo a tutte le materie prime è arrivato al livello più alto mai registrato.

Proprio così. Rispetto ai precedenti massimi, il dato annuo di marzo 2022 ha fatto segnare un nuovo record.

Variazione annua dell'indice dei prezzi delle commodity:

• 1° trimestre 2022: 14,22%;

• 3° trimestre 2008: 6,68%;

• 1° trimestre 1980: 13,69%;

• 4° trimestre 1974: 12,83%.

Ecco il punto. Tra Russia, Ucraina e Bielorussia si parla della madre geografica dell'energia, dei metalli e delle materie prime agricole. Per motivi che spiegheremo di seguito, è probabile che la guerra in Ucraina non finisca presto, il che significa che tra i punti di strozzatura del Mar Nero, la distruzione dell'attività economica in Ucraina e la sfrenata guerra delle sanzioni contro la Russia non ci sarà alcun ritorno alla normalità e ad un equilibrio tra domanda e offerta per le commodity per molto tempo a venire.

La FED, ovviamente, dirà di non essere responsabile della guerra di Washington/Bruxelles sulle materie prime globali. Ma non importa, l'aumento dei prezzi delle materie prime assicurerà che l'inflazione complessiva rimanga "straordinariamente" elevata per molti trimestri a venire.

Di conseguenza, che gli piaccia o no, gli stampatori di denaro saranno alle corde nel prossimo futuro.

Il cuore dell'eruzione dei prezzi delle materie prime, ovviamente, è l'energia. E in tal caso gli aumenti dei prezzi sono stati così enormi e minacciano di salire ancora di più che non saranno contenuti dall'indice dell'inflazione generale per numerosi trimestri a venire, anche se i loro effetti secondari ricadranno sui prezzi dell'industria, dei trasporti e dei servizi.

A questo proposito, l'aumento di marzo rispetto agli anni precedenti per i tre principali beni energetici utilizzati dalle famiglie era letteralmente fuori scala. La variazione di prezzo rispetto a marzo 2021 è stata la seguente:

• Petrolio: +51,7%;

• Benzina: +48,0%;

• Gas Naturale: +21,7%.

Questo ci porta alla follia dell'ingerenza di Washington nella disputa Russia/Ucraina e della sua sfrenata Guerra delle Sanzioni contro la prima.

Ciò che sta facendo è prolungare una guerra distruttiva che l'Ucraina non può vincere, oltre a perseguire incautamente il suo presunto diritto di determinare cosa succede alle porte della Russia e distruggere il sistema globale di scambi e pagamenti dollarizzato su cui si basa la debole prosperità dell'America.

Washington ora è così coinvolta in questa avventura sbagliata che ha sostanzialmente consegnato le chiavi ai pericolosi pagliacci che guidano il governo di Kiev. Sono stati trasformati nell'incarnazione stessa degli eroi di Churchill, mentre il pozzo nero infinitamente corrotto, autoritario e influenzato dai neonazisti che passa per il governo ucraino è diventato la prima linea nella battaglia per la democrazia e i diritti umani.

Non sorprende, quindi, che i piagnucoloni ucraini richiedano ancora una volta un embargo sul petrolio russo e che i trader sull'energia smettano del tutto di trattare con loro.

Accade quindi che la Russia prebellica esportasse circa 8 milioni di barili di greggio, condensato e raffinati al giorno, una cifra che potrebbe ridursi di 3 milioni al giorno più avanti questa primavera secondo l'IEA e molto di più se l'Europa decidesse di fare harakiri economico e tagliare completamente le esportazioni di petrolio russe.

Inutile dire che nel contesto di un mercato petrolifero globale da 100 milioni di barili, il sistema di approvvigionamento russo è la differenza tra $100 al barile di petrolio e $300 dollari al barile.

Quindi questi pagliacci a Kiev vogliono essenzialmente che il mondo si suicidi economicamente. E questo perché negli ultimi otto anni hanno insistito per entrare a far parte della NATO e condurre una guerra brutale contro la popolazione di lingua russa del Donbas, una schifosa campagna militare che ha provocato la morte di 14.000 civili e che al confronto fa sembrare un'inezia l'attuale numero di vittime civili causato dalla Russia.

Ma non si può tornare indietro. Quando i russi alla fine prenderanno il controllo del Donbas e della sponda settentrionale del Mar Nero, la guerra delle sanzioni di Washington/Bruxelles contro la Russia sarà portata a livelli assurdi, inclusa un'ulteriore interruzione del complesso energetico.

La FED ha visto arrivare tutto ciò?

Ovviamente no.

Ma nel portare il suo bilancio da $900 miliardi a $9.000 miliardi in meno di 14 anni, ha considerato la possibilità di un "cigno nero" nei mercati globali delle materie prime e nelle supply chain?

Ovviamente no.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


martedì 26 aprile 2022

Quello che sa un economista sul clientelismo legato ai vaccini

 

 

di Barry Brownstein

Come economista, il mio lavoro non è quello di aiutarvi a prendere decisioni sanitarie sui vaccini. La vostra storia di salute, l'età, la valutazione soggettiva del rischio e molti altri fattori rendono le mie raccomandazioni prive di significato. Posso, tuttavia, aumentare la vostra consapevolezza riguardo le distorsioni che portano ad uno scarso processo decisionale.

Non sto parlando della distorsione più evidente: gli obblighi. Questi ultimi alterano il processo decisionale, ma coloro che modificano le loro decisioni sanno esattamente perché l'hanno fatto. Peggio sono le distorsioni che non si vedono; perché non avete il potere di fare nulla su ciò che non vedete. La censura e tutto ciò che limita il flusso di informazioni porta a decisioni non ottimali e, come gli obblighi, la censura non sarà al centro di questo saggio.

Il processo di mercato dei vaccini è stato distorto. Per riconoscere le distorsioni e comprenderne le conseguenze, iniziamo con un esempio diverso.

Supponiamo che l'imprenditore Smith annunci che la Smith AutoDrive Company abbia sviluppato un'auto a guida autonoma di livello 5. L'auto non richiede attenzioni umane e Smith afferma che le prove dell'azienda mostrano un record di sicurezza al 100%. Una nuova Commissione federale per la sicurezza della guida autonoma (FADSC) esamina le prove ed autorizza queste auto senza conducente a circolare su strada.

Suona bene? Per una persona le cui capacità di guida sono state messe alla prova dall'età, dalla stanchezza, dalla dipendenza o dall'infermità fisica, l'invenzione di Smith sarebbe un chiaro vantaggio.

Aggiungiamo questa postilla. Smith chiede che lo stato indennizzi legalmente la Smith AutoDrive Company dalla responsabilità in caso di guasto della tecnologia di guida automatica. Se l'auto si schianta, il proprietario non può citare in giudizio la Smith AutoDrive Company e altri non possono ritenere il proprietario dell'auto responsabile dell'incidente poiché essi non sono conducenti. Smith sostiene che la tecnologia di guida automatica è essenziale per aumentare la sicurezza in autostrada; il suo uso non deve essere frenato da azioni legali. Le richieste di Smith sono accolte e la FADSC proclama che le auto di Smith sono un miracolo della scienza moderna. Le notizie di incidenti stradali sono censurate; coloro che avvertono che la tecnologia non è così sicura come si sostiene sono definiti complottisti.

Se dite che questo scenario è improbabile che si verifichi con le automobili, probabilmente avete ragione. Ciononostante è proprio quello che è successo con i vaccini Covid.


Gli scudi penali distorcono le decisioni

Quasi 40 anni fa mi sono interessato al ruolo svolto dalle compagnie assicurative nella regolamentazione della sicurezza. Per prima cosa applicai la mia analisi all'industria dell'energia nucleare.

A maggio 2020 ho applicato lo stesso quadro alla sicurezza dei vaccini Covid e ho scritto: "Perché l'operazione Warp Speed potrebbe essere mortale". Il saggio descrive la protezione legale concessa ai produttori di vaccini Covid in base ad una dichiarazione del febbraio 2020 di Alex Azar, allora Segretario alla Salute ed ai Servizi Umani. 

L'ordine di Azar ha reso tutti coloro che "producono, distribuiscono, somministrano, prescrivono o utilizzano" trattamenti o vaccini Covid "immuni da cause e responsabilità [...] per tutte le pretese di risarcimento".

Il mio saggio del 2020 descriveva come gli scudi penali avrebbero distorto le decisioni ed aumentato il rischio. Al riparo da responsabilità e perdite, le aziende farmaceutiche si sono affrettate a sviluppare vaccini; i protocolli standard per lo sviluppo ed i test sono stati sospesi.

I vaccini sono stati fortemente pubblicizzati, anche a gruppi di persone a basso rischio per il Covid ma ad alto rischio di effetti collaterali per il vaccino. Ad esempio, la popolazione giovane adulta è a rischio di miocardite dopo essere stata vaccinata. Anche un medico molto pro-vaccino, Paul Offit, ha compreso il rischio e ha consigliato a suo figlio di 20 anni di rinunciare alla seconda dose. Eppure alcuni college hanno imposto la seconda dose per tornare alle lezioni del semestre primaverile. Possiamo essere certi al 100% che le aziende farmaceutiche non promuoverebbero i vaccini se non fossero al riparo da responsabilità.

Il professore di diritto libertario, Richard Epstein, ha esplorato il problema della limitazione della responsabilità. Scrivendo sulla fuoriuscita di petrolio della BP del 2010 nel Golfo del Messico, ha spiegato: "Il modo migliore per scoraggiare future fuoriuscite è esporre i perforatori a tutti i costi di qualsiasi errore e non lasciare che nessuna compagnia senza un'adeguata assicurazione si trovi vicino ad un pozzo di petrolio".

Le compagnie di assicurazione che non sono sotto l'egida dei burocrati sono i regolatori migliori, perché sanno meglio come valutare il rischio. Epstein spiega:

Un rigido sistema di responsabilità fa più che fornire un risarcimento per danni gravi dopo il fatto. Separa anche il grano dalla pula, in modo che in questo caso le aziende con profili di sicurezza deboli non si mettano a meno di un miglio da un pozzo di petrolio. È probabile che una solida sottoscrizione assicurativa svolga un lavoro migliore nella determinazione del rischio di prezzo rispetto a qualsiasi programma di supervisione diretta dallo stato. Solo i giocatori forti, altamente incentivati ​​e pienamente vincolati, potrebbero richiedere un permesso per operare.

Generalizziamo la logica di Epstein. Quando le aziende farmaceutiche sono soggette alla disciplina di una copertura assicurativa, sono fortemente incentivate a produrre vaccini più sicuri.

La tesi contro gli scudi penali non è una tesi contro i vaccini, bensì una contro loro produzione e promozione distorta. I limiti di responsabilità prevalgono sugli incentivi di riduzione del rischio forniti dal dover pagare i premi assicurativi. Il risultato è che i vaccini sono meno sicuri di quanto sarebbero altrimenti.

In sintesi, il modo migliore per garantire la sicurezza dei vaccini è esporre le aziende farmaceutiche a tutti i costi di qualsiasi errore ed impedire ad un'azienda senza un'adeguata assicurazione di avvicinarsi ad un corpo umano.

Le compagnie di assicurazione sono regolatori imparziali. Non c'è una porta girevole tra i dipendenti delle compagnie assicurative ed i dipendenti di Big Pharma. Anche gli azionisti e gli obbligazionisti della società sono regolatori: senza protezione legale un vaccino con un profilo di sicurezza scarso sarebbe un investimento scadente, quindi è meno probabile che venisse immesso sul mercato.

Il mio saggio del 2020 avvertiva di possibili obblighi di vaccinazione e molti economisti, giustamente, si opponevano. Nel 2021 gli avvisi di imminenti obblighi erano definiti disinformazione. Malgrado ciò gli avvertimenti sulle conseguenze di proteggere Big Pharma dalla responsabilità sono passati inosservati.

Molti americani sono stati sedotti dalla promessa di una soluzione immediata alla pandemia: fatevi la siringa e la vita tornerà alla normalità; fate vaccinare un numero sufficiente di persone ed il virus sarà eliminato.


Inquadramento normativo

Gli interessi dei clientelisti riguardano la regolamentazione e la supervisione statale. Ben documentati sono i legami finanziari di funzionari statali e aziende farmaceutiche, nonché la porta girevole tra funzionari statali e dipendenti di aziende farmaceutiche.

Stéphane Bancel, CEO di Moderna, di recente ha sottolineato lo stretto rapporto di Moderna con il CDC: “[C'è] sempre una grande collaborazione tra gli esperti di salute pubblica, le autorità di regolamentazione ed i produttori di vaccini, per capire qual è la strada migliore da percorrere. Come ha detto Tony, per due anni abbiamo lavorato tutti insieme, sette giorni su sette, per capire come combattere questo nemico comune”. La "grande partnership" avvantaggia le aziende farmaceutiche perché è più economico influenzare le autorità di regolamentazione piuttosto che produrre un vaccino sicuro che le compagnie assicurative approverebbero.

Nel suo saggio, "La concorrenza come procedura di scoperta", Friedrich Hayek osservava: "Negli eventi sportivi, negli esami, nell'assegnazione di contratti statali o nell'assegnazione di premi per poesie, per non parlare della scienza, sarebbe palesemente assurdo sponsorizzare un concorso se sapessimo in anticipo chi sarebbe il vincitore”. Questo è esattamente ciò che ha fatto lo stato. Anche se non c'è mai stato un vaccino contro il coronavirus, questa strategia è stata definita vincente per decreto in modo da porre fine alla pandemia.

Avvolti dal manto della "scienza", i burocrati e Big Pharma hanno sottoposto la popolazione a continui errori. Nel 2021 Fauci ha dichiarato che i vaccinati sono "un vicolo cieco per il virus"; il direttore del CDC, Rochelle Walensky, gli ha fatto eco: "Le persone vaccinate non portano il virus, non si ammalano". Fauci aveva promesso di "eliminare" il Covid.

Data la costante distorsione delle informazioni e le false promesse di Big Pharma e dei burocrati, di certo non possiamo incolpare coloro che pensavano che i vaccini fossero una soluzione alla pandemia.


Effetti non visti

Continuiamo ad analizzare gli effetti imprevisti di proteggere i produttori di vaccini Covid dalle proprie responsabilità. L'incarnazione dei vaccini come modo per affrontare la pandemia ha impedito la scoperta di alternative. Anche sentenziare l'inefficace remdesivir come uno degli unici trattamenti per i pazienti Covid ospedalizzati ha bloccato il processo di scoperta.

Quando i vaccini Covid, al riparo da responsabilità, sono stati immessi sul mercato, i dollari sono finiti nella ricerca e sviluppo dei vaccini piuttosto che nelle terapie. Ancora una volta, il mio lavoro come economista non è quello di valutare le prove a favore e contro l'ivermectina, la fluvoxamina, l'idrossiclorochina e persino i rimedi da banco come il Pepcid; il mio compito è mostrarvi come le vostre decisioni sulla salute vengono distorte.

Il processo che scopre nuove e migliori alternative è alimentato dalla concorrenza. Gli economisti Israel Kirzner e Friedrich Hayek hanno entrambi sottolineato che il processo di mercato è una procedura di scoperta.

Nel saggio "The Perils of Regulation: A Market Process Approach", contenuto nel libro Discovery and the Capitalist Process, Kirzner rivela sistematicamente le distorsioni del processo di scoperta quando viene introdotta la regolamentazione statale.

Kirzner spiega come la competizione sia necessaria per scoprire opportunità non sfruttate e migliorare il nostro benessere. "La concorrenza", scrive, "fa pressione sugli attori di mercato affinché scoprano dove e come trovare opportunità migliori finora inosservate".

In "La concorrenza come procedura di scoperta", Hayek spiega che la concorrenza è una "procedura per scoprire fatti che rimarrebbero sconosciuti o almeno non verrebbero utilizzati". Gli stati non amano la concorrenza poiché i suoi "risultati sono imprevedibili e nel complesso diversi da quelli per cui chiunque sarebbe stato in grado di lottare consapevolmente".

In breve, il processo di mercato rivela più di quanto sappiamo noi o qualsiasi gruppo ristretto d'individui. Come Martin Kulldorff e Jayanta Bhattacharya hanno scritto di recente, due dei coautori della Dichiarazione di Great Barrington: "Sedendo in cima alla più grande scorta mondiale di denaro per la ricerca sulle malattie infettive, con un budget annuale del NIAID [Istituto nazionale di allergie e malattie infettive] di oltre $6 miliardi, Fauci è stato in grado di comandare la strategia pandemica della nazione con poca opposizione da parte di altri scienziati". L'innovazione sanitaria quando c'è il comando/controllo non funziona.

Se si crede che un qualsiasi problema possa essere risolto decretando la fine del processo di scoperta, anche se è ancora in corso,beh quel problema non sarà risolto. È attraverso la competizione che scopriamo i fatti di cui abbiamo bisogno.


Il processo di mercato rivela ciò che è necessario

È un errore credere che lo stato abbia sostenuto i vaccini rispetto alle terapie perché tutti sapevano che i vaccini avrebbero funzionato meglio. Diverse voci hanno avvertito che vaccinare durante una pandemia non è saggio, poiché così facendo si creano varianti più velocemente. Il redattore del British Medical Journal, Peter Doshi, è stato tra coloro che hanno messo in guardia dall'accettare le affermazioni di efficacia della Pfizer. I punti di vista alternativi sono state ignorati, quando non messi a tacere.

Al processo di mercato non importa cosa "tutti sanno". Tutti in Blockbuster sapevano che Netflix non era una minaccia per il loro modello di business, fino a quando il mercato non ha rivelato che invece lo era. Tutti sapevano che AOL era il futuro, finché il mercato non ha mostrato che era una pessima imitazione di Internet.

Kirzner spiega: "Il processo di mercato è necessario non solo per mobilitare le conoscenze esistenti, ma anche per generare consapevolezza delle opportunità la cui esistenza fino ad ora non era nota a nessuno". Durante questa crisi, molti hanno agito come se la scienza fosse una certezza. Kirzner ha bacchettato coloro che affermano di conoscere il modo migliore:

Il processo stesso è una continua scoperta di opportunità. Chi le scopre non aveva la minima idea della loro esistenza. Il mercato, in altre parole, non è un processo di ricerca di informazioni di cui gli uomini erano precedentemente consapevoli; è una processo di scoperta che tende a correggere quell'ignoranza di cui gli attori di mercato erano totalmente inconsapevoli.

Lasciate che le parole di Kirzner penetrino nel vostro profondo. Durante questa crisi coloro che hanno affermato di sapere ciò che era meglio fare sono stati idolatrati. Quei medici in prima linea, conosciuti e sconosciuti, come il dottor Pierre Kory, il dottor Paul Marik ed il dottor Peter McCullough, che hanno intrapreso un processo di scoperta per salvare la vita dei loro pazienti, sono stati diffamati. Il dottor Byram Bridle, lui stesso un medico-eroe, descrive i suoi colleghi coraggiosi in questo modo:

Mentre tanti colleghi hanno ceduto alle pressioni pubbliche e non sono riusciti a seguire la scienza, altri hanno dimostrato un vero impegno per il giuramento di Ippocrate. Hanno usato la loro formazione clinica per fare ciò che sanno fare meglio in tempi di crisi mediche: hanno valutato la situazione, identificato rapidamente i meccanismi chiave del COVID-19 e proposto farmaci sicuri per trattare efficacemente questa nuova malattia. Questi ultimi due anni hanno identificato chi sono i veri eroi della medicina.

Non c'è da stupirsi che questa crisi sia infinita. Quando crediamo che gli esperti abbiano tutte le conoscenze necessarie, la sofferenza umana che ne deriva non è il risultato del Covid ma della nostra ignoranza riguardo il processo di scoperta del mercato.

Nel seguente passaggio di Kirzner sostituite "esperti di Covid" ad "ingegneri sociali": "La consapevolezza che il mercato produca conoscenza,  il tipo di conoscenza di cui le persone attualmente non sanno nemmeno di aver bisogno, dovrebbe instillare un senso di umiltà tra gli aspiranti ingegneri sociali che cercano di sostituire o modificare i risultati del libero mercato".


Il processo di mercato può fallire?

Qualcuno direbbe che la pandemia è una terribile emergenza e se lasciata a sé stessa il processo di scoperta del mercato avrebbe fallito. Kirzner ci avverte di verificare le nostre ipotesi. Senza processo di mercato, non sappiamo quale conoscenza sia sconosciuta o persa:

Dire che si può migliorare l'andamento del mercato, vuol dire anche sapere in anticipo cosa rivelerà il mercato. Questa conoscenza è chiaramente impossibile, in tutte le circostanze. Infatti, laddove il processo di mercato viene ostacolato, non sarà possibile additare con certezza ciò che si sarebbe potuto scoprire e che ora è andato perduto.

Potreste dire che le soluzioni che emergono dal processo di scoperta possono essere incomplete, avere lacune, o non essere all'altezza, ma Kirzner spiega che il processo di scoperta del mercato rivelerà e affronterà tutti questi problemi: "In futuro si può fare affidamento sulle inefficienze affinché generino processi di mercato per la loro correzione".

Se esistono inefficienze dovute ad una crisi, come una pandemia, allora, come scrive Kirzner, "il mercato non ha ancora scoperto tutto ciò che presto scoprirà".

Dobbiamo porci questa domanda: sono probabili risultati migliori sotto la direzione di Fauci o del processo di scoperta del mercato?

Se ritenete che i migliori esperti siano coloro a capo di agenzie come il CDC e la FDA, mettete in dubbio la vostra ipotesi. Infatti coloro che stabiliscono le regole sono spesso incredibilmente ignoranti. Kirzner avverte:

Nulla garantisce che i funzionari statali che potrebbero percepire le condizioni di mercato in modo più accurato di altri andranno a sostituire i burocrati meno competenti [...]. Non esiste alcun processo attraverso il quale i burocrati possano arrivare a scoprire ciò che non sanno, soprattutto perché non sanno di godere di una consapevolezza incompleta.

Kirzner scrive: "L'effetto più grave della regolamentazione statale sul processo di scoperta del mercato è la probabilità che essa, in vari modi, scoraggi, ostacoli e persino soffochi completamente il processo di scoperta del mercato".


Oltre l'ignoto

Pianificare centralmente per la salute significa selezionare i piani con il minimo comun denominatore che attirino le masse. I funzionari statali hanno in gran parte ignorato la relazione tra obesità e Covid. Nel nostro attuale sistema di assistenza ai malati, dove la responsabilità personale viene evitata, molti non possono essere indotti ad assumersi la responsabilità di mangiare bene e fare esercizio; eppure lo stato potrebbe indurre le masse a tentare.

Alcune persone possono avere più fiducia in Fauci che nel processo di mercato, ma la loro sfiducia è basata sull'ignoranza economica. Rimanere ignoranti in economia significa distruggere la salute ed il benessere di milioni di persone. Kirzner scrive: “L'intervento deliberato dello stato non solo potrebbe servire come un sostituto imperfetto del processo spontaneo di scoperta del mercato; ma potrebbe anche impedire processi di scoperta desiderabili la cui necessità non è stata percepita dallo stato”.

Nella sua volontà di promuovere i vaccini, lo stato ha negato che esistessero terapie efficaci per il Covid. Infatti l'autorizzazione d'emergenza all'uso dei vaccini dipendeva legalmente dall'assenza di trattamenti approvati. L'ignoranza, la corruzione e l'arroganza costano vite. Ivermectina, idrossiclorochina, fluvoxamina e altre terapie ancora sconosciute sono state ostacolate da burocrati, ospedali e censori.

Le risorse vengono dirottate verso infiniti vaccini piuttosto che nelle terapie. Ci sono buone ragioni per cui un vaccino efficace contro il coronavirus non è mai stato scoperto. Kirzner scrive: "Nulla all'interno del processo normativo è in grado di simulare nemmeno lontanamente il processo di scoperta del mercato".

E non dimentichiamoci di un altro avvertimento di Kirzner: "L'unico tipo di opportunità di 'profitto' creata dalla regolamentazione statale, anche se ovviamente difficilmente desiderata, riguarda la corruzione delle autorità di regolamentazione".

Fauci, la Birx, il presidente Trump, il presidente Biden e tutti coloro che hanno seguito i loro dettami credono che le menti limitate degli esperti siano superiori ad un processo di scoperta del mercato. La loro arroganza è sconfinata e con essa ostacolano un processo impersonale di scoperta del mercato che produrrebbe magnificenze.

Pensate alla differenza tra un negozio di alimentari gestito dallo stato nell'ex-Unione Sovietica ed un moderno supermercato in America. Boris Eltsin, nel 1989, ebbe la sua prima esperienza con un supermercato americano. Stupito dalla cornucopia di cibo che vedeva, era scoraggiato per l'inutile impoverimento dei cittadini sovietici. Piangeremmo per le sofferenze inutili nella nostra persistente battaglia contro il Covid se potessimo vedere quali trattamenti sarebbero già stati scoperti in un processo di scoperta non ostacolato.

Come gli ex-comunisti, coloro che credono di essere i padroni dell'universo rifiuteranno l'idea che dall'ignoto possano derivare soluzioni più efficienti di quanto le loro menti potrebbero mai sostenere o concepire. Gli esperti selezionati dallo stato hanno promosso la paura nella popolazione perché le menti offuscate da tale emozione avrebbero rispettato i loro dettami. Infatti ecco cosa dice il Dr. Peter McCullough: "La popolazione doveva essere tenuta nella paura e pagare un prezzo pesante con ricoveri e decessi affinché accettasse i vaccini, non completamente sicuri e promossi coercitivamente con pieno indennizzo per i produttori e per quelli che hanno fatto le iniezioni".

La paura dell'ignoto deriva dall'ignoranza del processo di mercato. Tuttavia sentirsi a proprio agio nell'ignoto è esattamente ciò che produce nuove terapie. Con trattamenti efficaci, la paura sarebbe diminuita ed i vaccini sarebbero stati distribuiti con giudizio a coloro che li avrebbero voluti. Bloccare la scoperta, tramite gli scudi penali, è costato, costa e costerà vite umane.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 25 aprile 2022

La Cina deve far scoppiare la sua bolla immobiliare

 

 

di Mihai Macovei

I problemi finanziari del gigantesco promotore immobiliare Evergrande, che ha un debito stimato di $300 miliardi, hanno riacceso i timori globali intorno all'eventuale scoppio della bolla immobiliare cinese. Tali previsioni si sono susseguite ripetutamente in passato, in particolare sin dal 2010, e sono state alimentate dal rapido aumento dei prezzi degli immobili, dei volumi di costruzione e del debito immobiliare. Oggi molti analisti temono che se la bolla immobiliare scoppia, l'impatto sull'economia reale sarà devastante. Ci si aspetta che il potenziale di crescita della Cina scenda drasticamente, da circa l'8% nel periodo 2010-2019 al 4% all'anno, o addirittura meno. Tuttavia l'attuale turbolenza nel mercato immobiliare ha origine da un'azione normativa per ridurre la leva finanziaria e potrebbe non portare ad un vero e proprio tracollo se le autorità terranno la situazione sotto controllo. Ancora più importante, la riduzione della quota dell'edilizia e dell'attività immobiliare potrebbe rallentare la crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel breve periodo, ma gioverebbe alla transizione della Cina verso un modello di crescita più produttivo e sostenibile.


Un mercato immobiliare rovente

Dopo la sua liberalizzazione alla fine degli anni '90, il mercato immobiliare cinese ha assistito ad un'espansione sostenuta con solo lievi correzioni durate non più di pochi mesi. Il governo cinese ha sostenuto il settore immobiliare per rafforzare la classe media e sostenere la crescita. Le banche hanno iniziato ad approvare mutui nel 1997 ed il credito era facilmente accessibile sia agli sviluppatori che alle famiglie. L'edilizia abitativa è diventata il veicolo di investimento preferito dai cinesi per una serie di motivi: i tassi sui depositi bancari erano mantenuti artificialmente bassi, il mercato azionario aveva subito gravi crolli nel 2007 e nel 2015 ed i controlli sui capitali impedivano la diversificazione in investimenti all'estero. Oggi il tasso di proprietà immobiliare supera il 90% (rispetto al 65% negli Stati Uniti) e circa il 70% della ricchezza delle famiglie, di gran lunga superiore a quella delle economie occidentali, è detenuta nel settore immobiliare. Dopo la crisi finanziaria globale, il governo cinese ha utilizzato il settore immobiliare per stimolare la crescita attraverso ondate ricorrenti di credito facile. Di conseguenza solo negli ultimi quindici anni i prezzi degli immobili residenziali sono più che raddoppiati (Grafico 1).

Grafico 1: Indice dei prezzi nominali degli immobili residenziali in Cina. Fonte: FRED e Banca dei Regolamenti Internazionali

La bolla immobiliare è stata gonfiata da un vasto aumento sia del credito ipotecario che del credito agli sviluppatori. Nell'ultimo decennio i prestiti ipotecari alle famiglie sono aumentati di quasi sei volte, a circa $6.000 miliardi, mentre il debito degli sviluppatori immobiliari è quasi raddoppiato a $3.500 miliardi (Grafico 2). Il debito immobiliare ha superato il 50% del PIL alla fine del 2021 e ha contribuito al rapido aumento del debito totale della Cina, che nel 2020 è quasi raddoppiato a circa il 290% del PIL, dopo solo due decenni.

Grafico 2: Mutui ipotecari per l'edilizia abitativa e debito degli sviluppatori. Fonte: IHS Markit

La portata del boom edilizio scatenato dagli stimoli alla crescita della Cina è impressionante. Il  Financial Times riporta che in soli due anni, il 2011 ed il 2012, la Cina ha prodotto più cemento degli Stati Uniti nell'intero ventesimo secolo. Negli ultimi quindici anni il volume delle superfici in costruzione da parte di promotori immobiliari è aumentato di oltre cinque volte (Grafico 3). Oggi l'attività immobiliare cinese, compresa l'edilizia, rappresenta circa il 30% del PIL all'anno, rispetto al 15-20% nella maggior parte dei Paesi sviluppati. Inoltre i governi locali dipendono dalla vendita di terreni per circa un terzo delle loro entrate fiscali. Il fatto che circa un quinto delle unità abitative cinesi siano ora sfitte indica un eccesso di offerta di alloggi ed un cattivo investimento immobiliare.

Grafico 3: Attività di edilizia abitativa. Fonte: IHS Markit

Tuttavia, poiché le autorità hanno adottato misure per raffreddare l'attività immobiliare negli ultimi anni, diversi indicatori, come la costruzione di nuove abitazioni, le abitazioni in costruzione ed i terreni acquistati dai costruttori, sono diminuiti in modo significativo (Grafico 3). Il volume della superficie disponibile per la vendita è diminuito di quasi il 20% rispetto al picco ed il numero di mesi necessari per vendere tutte le case disponibili si è quasi dimezzato dal 2015 al 2020, indicando una riduzione dell'eccesso di offerta di immobili.


Cosa ha innescato i problemi di Evergrande?

Il crollo del mercato azionario nel 2015, cosa che ha avuto un effetto a catena anche nei settori finanziario e immobiliare, ha spinto il governo cinese a ridurre la leva finanziaria ed il rischio nel mercato immobiliare. Nel dicembre 2016 il presidente Xi Jinping ha affermato che le case erano per “vivere, non per speculare”. Pechino ha introdotto condizioni più rigide sui mutui e restrizioni sulla proprietà di più case al fine di contenere il credito immobiliare, il boom dei prezzi residenziali e la cementificazione. Nel 2019 il Partito Comunista ha dichiarato che la proprietà non era uno strumento di stimolo economico a breve termine e la Cina ha evitato un altro stimolo alla crescita durante la pandemia.

L'anno scorso il governo ha affrontato con ancora più forza l'elevata leva finanziaria nel settore immobiliare. Le autorità  hanno limitato la quota di prestiti per immobili che le banche potevano detenere e hanno anche imposto "tre linee rosse" ai grandi promotori immobiliari, limitando l'entità dei loro debiti rispetto ai loro beni, azioni e contanti. Ciò ha integrato le politiche già esistenti per limitare la crescita del finanziamento ombra e delle emissioni di obbligazioni offshore. I tassi dei mutui sono stati rialzati e le regole sulle aste fondiarie sono state inasprite, insieme a centinaia di altre normative riguardanti il mercato immobiliare. Inoltre la Cina ha annunciato un programma quinquennale per testare una nuova tassa sulla proprietà, cosa che ha ulteriormente appesantito la domanda ed i prezzi delle abitazioni.

La stretta sui nuovi finanziamenti ha costretto gli sviluppatori a ridurre i nuovi investimenti ed a tagliare i prezzi per promuovere le vendite. La liquidità degli sviluppatori è diminuita a causa dei lavori in calo, dei progetti incompiuti e del calo delle vendite. Segnali di stress finanziario sono emersi rapidamente e non solo Evergrande, ma anche altri grandi sviluppatori come Kaisa e Shimao, così come player più piccoli come Fantasia, Modern Land e Sinic Holdings, non hanno rispettato i loro obblighi di debito. La domanda per gli immobili ha subito un duro colpo, con gli investitori in attesa che i prezzi scendano ulteriormente e reticenti ad acquistare da sviluppatori in difficoltà. Allo stesso tempo, sono aumentati i prestiti deteriorati nel settore immobiliare, riducendo la propensione delle banche a sostenere l'edilizia abitativa e aggravando la carenza dei finanziamenti.

Sembra una tempesta perfetta, con la stretta finanziaria iniziale che ha tramortito l'edilizia e le ripercussioni hanno aggravato ulteriormente le condizioni dell'economia reale. Secondo una relazione dell'agenzia di rating S&P, circa un terzo degli sviluppatori immobiliari potrebbe sperimentare difficoltà finanziarie ed andare in bancarotta. Ma prima di arrivare a tale conclusione, bisogna tenere a mente che l'attuale turbolenza è stata innescata dall'azione del governo cinese, parte di un piano a più lungo termine per raffreddare il settore immobiliare. 


La Cina potrebbe fermare un crollo finanziario legato alle proprietà immobiliari?

È possibile che le misure del governo cinese siano arrivate troppo tardi e portino involontariamente ad uno scoppio disordinato della bolla. Ciononostante le autorità hanno ancora qualche asso nella manica. La banca centrale ha già iniziato ad allentare marginalmente la politica monetaria ed i tassi d'interesse, incoraggiando le banche a prestare di più. Se necessario, potrebbe anche allentare i limiti ai prestiti agli sviluppatori ed ai mutui alle famiglie. Se necessario, le autorità potrebbero anche allentare le restrizioni sui finanziamenti agli sviluppatori estendendo la scadenza per il rispetto delle "tre linee rosse". Nonostante fossero a corto di liquidità, alcune autorità locali sono già intervenute per finanziare il completamento dei progetti di Evergrande e saldare i pagamenti ai suoi appaltatori.

Nello scenario estremo in cui il deleveraging forzato degli sviluppatori va fuori controllo, determinando una massiccia correzione dei prezzi e dell'attività, la Cina potrebbe ancora fare ciò che hanno fatto anche altri Paesi per ritardare l'inevitabile risultato di uno scoppio di una bolla immobiliare: trasferire (a valore scontato) il debito immobiliare in sofferenza dai bilanci delle banche ad una società di gestione del risparmio (SGR) e quindi ricapitalizzare le banche. Tali operazioni non richiedono grandi pressioni fiscali, grazie alla "magia" del sistema bancario moderno, dove il capitale azionario richiesto rappresenta solo una piccola frazione del totale degli attivi bancari (circa il 6% in Europa) — grazie soprattutto alla garanzia statale sul debito emesso dalle SGR. Ad esempio, con un debito totale del 360% del PIL e prestiti immobiliari superiori al 40% del PIL, le metriche del debito della Spagna erano leggermente peggiori quando la sua bolla immobiliare è scoppiata nel 2009 rispetto a quelle della Cina oggi. Alla fine il costo fiscale per trasferire i beni inesigibili delle banche — mutui e prestiti agli sviluppatori — alla SGR chiamata SAREB e ricapitalizzarle è stato del 5-10% del PIL. Con un debito pubblico di circa il 45% del PIL nel 2021 (95% del PIL compresi gli obblighi fuori bilancio, secondo il Fondo Monetario Internazionale [FMI]), la Cina potrebbe, per ora, permettersi uno sforzo fiscale simile. La Cina detiene anche riserve in valuta estera per circa $3.400 miliardi (25% del suo PIL) e gode di un tasso di risparmio molto più elevato rispetto alla Spagna. Inoltre la Cina può sempre guadagnare tempo spingendo per il consolidamento del business nel settore immobiliare e chiedendo ad alcune delle sue grandi imprese statali di acquisire asset inesigibili da sviluppatori in difficoltà, spalmando il costo di una potenziale crisi. Sembra che ciò stia già accadendo nel processo di ristrutturazione di Evergrande.


E l'impatto reale sulla crescita?

Il forte calo dell'attività edilizia ed immobiliare avevano già ridotto la crescita annuale del PIL in Cina al 4,9% nel terzo trimestre ed al 4% nel quarto trimestre del 2021, le cifre più basse in diciotto mesi. È ovvio che non si può raffreddare il settore immobiliare senza abbassare altresì i tassi di crescita, mentre i fattori di produzione vengono riallocati verso usi più produttivi. Questo è l'inevitabile costo immediato che la Cina deve pagare per fermare gli investimenti eccessivi e lo spreco di risorse nel settore immobiliare. Dopo lo scoppio della bolla immobiliare, la crescita economica riprenderà in modo relativamente rapido e su basi più solide, come dimostrano i casi di Spagna ed Irlanda. Se ridimensionasse il suo settore immobiliare, la Cina avrebbe molte più risorse disponibili da investire in ricerca e sviluppo, tecnologia dell'informazione e della comunicazione, intelligenza artificiale ed in altri settori high-tech, nei quali vuole diventare un leader globale. Le conseguenze economiche negative a breve termine del deleveraging del mercato immobiliare non dovrebbero impedire alla Cina di proseguire lungo questa (giusta) direzione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/