Bibliografia

mercoledì 23 marzo 2022

L'etica politica e reazionaria di lockdown ed obblighi

Se c'è una lezione vitale da apprendere dagli ultimi due anni di follia politica e sociale, è il ripudio totale del concetto di lockdown. L'idea subdola che continua a serpeggiare tuttora è quella di invocare questo strumento demenziale e idiota per qualsiasi problema adesso emerga all'interno della società. Inutile dire che questo è esattamente il gioco desiderato dalla classe dirigente: che la popolazione gli consegni anima e corpo "volontariamente". Non sorprende, quindi, che suddetta misura venga invocata anche in campi al di fuori di quelli sanitari. E se ci pensate bene, il 2022 è l'anno del lockdown per i cittadini di nazionalità russa. Molti degli stessi leader che oggi si impegnano in un conflitto economico sempre più violento con la Russia, sono stati fieri promotori dei lockdown "sanitari" del recente passato. Questa è gente che agisce come se l'economia potesse essere attivata e disattivata con relativa facilità, come un banale interruttore. Dal punto di vista della logistica e delle supply chain, il mondo sta ancora affrontando le conseguenze di quelle scelte scellerate. Dato che la storia e l'esperienza in particolar modo hanno dimostrato più e più volte che le sanzioni sono un deterrente molto debole, allora l'obiettivo reale è un altro: una nuova forma di guerra adottata dall'Occidente. L'armamento del sistema finanziario, dove il dollaro è diventata l'arma principale, è iniziato con la guerra al terrorismo ed è proseguito con i cosiddetti "stati canaglia" come Corea del Nord, Iran e Venezuela. In realtà, i veri "nemici" erano altri: gli stranieri erano un banco di prova, mentre il vero obiettivo era la popolazione interna. Nel 2020 gli stati hanno ignorato le conseguenze economiche dei lockdown ed il danno arrecato è stato catastrofico, mentre l'impatto sulla malattia è stato minimo (se non inesistente). Nel 2022 gli stati stanno distruggendo la vita di russi innocenti per fregiarsi di una "virtuosa" opposizione all'invasione russa; anche in questo caso, gli ingenui scopriranno ex post che il danno arrecato, soprattutto alla popolazione dei sanzionanti, sarà ben peggiore. Le guerre commerciali non hanno alcun vincitore, servono solo a far ingrassare l'apparato statale e, in generale, l'apparato di pianificazione centrale della società.

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di Jeffrey Tucker

La stampa nazionale ha coperto a malapena la manifestazione anti-obblighi/anti-lockdown a Washington e quando l'ha fatto, l'ha principalmente descritta come una "manifestazione contro i vaccini". È una cosa ridicola da dire su un evento che coinvolgeva circa 10.000 persone e che ne avevano abbastanza delle imposizioni coercitive degli ultimi due anni. Per essere lì hanno sfidato il freddo, le crudeltà dei viaggi aerei di oggi, gli obblighi di vaccinazione e le maschere, la prospettiva di sottoporsi alla tecnologia di riconoscimento facciale, oltre alle tensioni finanziarie che hanno colpito così tante famiglie a causa della chiusura di attività commerciali e dell'inflazione.

A parte tutte le divergenze di opinione, il messaggio principale era che tutti hanno diritto alla libertà. Torniamo ai progressi che stavamo vivendo nelle nostre vite prima di questa grande interruzione.

Perché ci è voluto così tanto tempo prima che gli americani scendessero finalmente in piazza in segno di protesta? Per prima cosa, era per lo più illegale farlo dal 13 marzo 2020 in poi. Gli stati hanno imposto obblighi di stare a casa e raduni limitati a 10 persone. La gente non poteva incontrarsi per i circoli civici, le chiese, le riunioni di famiglia, tanto meno per qualsiasi cosa vagamente politica. Hanno separato con la forza le persone per molti mesi e quando sono iniziate le proteste per George Floyd, allora c'è stata luce verde, salvo poi diventare di nuovo rossa.

Oggi c'è un'enorme frustrazione repressa, insieme a depressione, cattiva salute, difficoltà finanziarie e shock generalizzato per aver scoperto che viviamo in un Paese in cui la libertà non può più essere data per scontata. Ora sappiamo che in qualsiasi momento possono chiudere le nostre attività, le nostre chiese e toglierci il diritto di viaggiare o anche solo di mostrare un sorriso. Con qualsiasi pretesto.

Sta arrivando un contraccolpo? È già qui. Per ora rimane in sordina, ma non rimarrà sempre così. Questa volta la classe dirigente ha esagerato e nei prossimi anni riscopriranno che i governanti di ogni società devono sottostare al consenso dei governati. Quando tal consenso viene ritirato i risultati possono essere imprevedibili, ma generalmente vanno contro i governanti ed a favore di un nuovo modo di fare le cose.

Come posso esserne sicuro? Tre modi diversi di visualizzare il corso della storia.

Uno: la storia è un lungo percorso diretto verso un grande momento culminante ed ogni momento della storia punta verso di esso. Hegel, Marx ed una sfilza di ideologi pazzi credevano in tale visione millenaria. Inoltre anche le tradizioni di alcune religioni apocalittiche sostengono questo punto di vista. Tale visione del mondo – la percezione dell'inevitabilità in qualche modo inserita nel flusso degli eventi – ha causato molti danni nel tempo.

Due: la storia è solo una cosa dopo l'altra senza una particolare rima o ragione. Chi cerca di dargli un senso sta inventando significati che nella realtà non esistono. Questo punto di vista era generalmente sostenuto dal filosofo inglese David Hume (ma è un riassunto grezzo). C'è qualcosa di vero in questa idea, ma non tiene conto di certi flussi e riflussi osservabili.

Tre: la storia è ciclica, con cicli sovrapposti di errore e verità, bene e male, libertà e potere, progresso e reazione, mercati rialzisti e ribassisti, recessione e ripresa, centralizzazione e decentramento, e questi cicli sono alimentati dal flusso e riflusso di forze all'interno della popolazione che li modellano.

Dalla mia descrizione, potreste capire che questo è il mio punto di vista; mi sembra realistico e si adatta ai fatti più noti sulla forma della storia.

Alla luce di questa idea, lasciatemi esporre alcune ipotesi sul quadro generale.

Gli ultimi due anni sono stati definiti: centralizzazione del potere. È successo nella tecnologia, nella politica, all'interno dei mercati finanziari, nella cultura dei media nonostante l'ascesa di Internet. Questa centralizzazione ci ha sopraffatto tutti. 

• In precedenza credevamo che esistesse una relazione tra vita privata e vita politica, tale che le aspirazioni dei governati (dovute alla democrazia e così via) avessero in qualche modo un impatto sui governanti, finché all'improvviso ci è stato mostrato che non è così.

• In precedenza credevamo che i nostri social media e gli spazi digitali fossero nostri finché non ci è stato mostrato che non lo erano.

• In precedenza credevamo che la Carta dei diritti ci proteggesse, che i nostri sistemi giudiziari funzionassero, che c'erano alcune cose che non potevano accaderci grazie alle leggi ed alla tradizione, e poi improvvisamente non c'erano limiti al potere.


Perché tutto è successo esattamente quando è successo?

Proprio perché tutte queste istituzioni del vecchio mondo sono finite alle corde negli ultimi dieci o vent'anni. Internet è stata una forza enorme per il decentramento in ogni area della vita: tecnologia, media, governo e persino il denaro. Abbiamo assistito negli ultimi dieci, o forse due anni, ad un graduale scioglimento del vecchio ordine e all'emergere di uno nuovo il quale prometteva di responsabilizzare gli individui e tutte le classi sociali in modi che non avevamo mai visto prima. La ricchezza e la malleabilità della popolazione umana erano in marcia contro ogni forza che in precedenza l'aveva trattenuta.

Pensate cosa significasse per il vecchio ordine. Significava una massiccia perdita di potere e profitto; significava la trasformazione del rapporto tra l'individuo e lo stato, oltre a quali media consumiamo, quali soldi usiamo, a quali regole obbediamo, come vengono istruiti i nostri figli, quali attività commerciali scegliamo, e così via. In altre parole, la classe dirigente – un termine ampio ma che descrive qualcosa di decisamente reale – stava affrontando la minaccia più grande e dirompente da generazioni o forse da molti secoli.

Questo era lo stato del mondo nel 2019. Non si trattava solo di Trump, ma simboleggiava la possibilità di un cambiamento anche ai massimi livelli (anche se i suoi stessi impulsi politici incarnavano elementi reazionari). Il punto principale è che non è mai stato uno di "loro"; infatti "li" odiava. Di tutte le persone non avrebbe dovuto essere presidente, eppure era lì, a twittare e ad ignorare il protocollo comportandosi come un cane sciolto. E la sua presidenza è coincisa con una crescente inquietudine nella popolazione.

Bisognava fare qualcosa, qualcosa di grande, qualcosa di drammatico. Doveva succedere qualcosa per ricordare alle masse indisciplinate chi comandava. Pertanto i gruppi d'interesse più potenti, destinati a perdere il loro status nell'ordine decentralizzato del futuro, hanno deciso di agire. Hanno riaffermato il loro potere in modi barbarici ed animaleschi; hanno dovuto convincere il presidente ad accettarlo e alla fine l'ha accettato.

Il risultato è stato quello che abbiamo vissuto per 24 mesi. Non è stato niente di meno che una dimostrazione di potere e controllo, siamo stati tutti traumatizzati in modi che non avremmo mai immaginato possibili. I nostri luoghi di lavoro sono stati chiusi, sono riusciti a porre fine alla libertà religiosa per un certo periodo, le libertà che tutti credevamo di avere e che stavano crescendo di giorno in giorno si sono fermate. Siamo "tornati al medioevo", esattamente come richiesto dal New York Times il 28 febbraio 2020.

Che è al comando? Nella primavera del 2020 l'intera classe dirigente ha gridato all'unisono, non solo qui, ma in tutto il mondo: "Noi!"

Non voglio dire che ci sia stata una "trama" in un certo senso grossolana, non credo ce ne fosse una, ma c'è stato un incontro di interessi e questo è nato dalla paura e dalla frustrazione per il fatto che il mondo stesse cambiando troppo rapidamente e le persone sbagliate sarebbero arrivate in cima. In retrospettiva, sembra ovvio che il grande decentramento non avrebbe rappresentato un atterraggio morbido per il vecchio ordine.

È meglio pensare a questi tempi tristi come ad una parentesi nel corso della storia, una pausa dal progresso verso la libertà, la prosperità e la pace... ma solo una pausa. I lockdown e gli obblighi alla fine derivavano da impulsi reazionari, gli stessi che abbiamo visto nella storia quando la nobiltà ed il clero si misero in cammino per reprimere l'ascesa del liberalismo. Ma c'è solo un grosso problema con l'intera faccenda: non ha raggiunto i suoi obiettivi.

Lasciate che mi spieghi. Se pensate all'obiettivo "riprendere il nostro potere", lo hanno raggiunto, anche se temporaneamente. Ma non è così che l'hanno raccontata, infatti dissero che avrebbero fermato e annientato un virus e che tutto il sacrificio ne sarebbe valsa la pena perché altrimenti le persone sarebbero morte. Quell'agenda, quella propaganda, è stata un tremendo flop. In altre parole, l'intera faccenda è stata smascherata, nel migliore dei casi, come un enorme errore e, nel peggiore, come una totale bugia.

Mentire ha conseguenze. Quando si viene scoperti, le persone non vi crederanno più in futuro. Questa è la situazione attualmente affrontata dalle grandi aziende tecnologiche, dai media generalisti, dai governi, dalle grandi case farmaceutiche e da tutti gli altri big. Mostrano il loro potere, ma non mostrano la loro intelligenza e non si sono guadagnati la nostra fiducia. Anzi, il contrario.

Questo è il motivo per cui i semi della rivolta sono stati piantati così profondamente e perché ora stanno crescendo. L'obiettivo trainante sarà quello di riavviare il motore del progresso tornando a due anni fa, tornando alla spinta verso un paradigma decentralizzante. La tecnologia che stava spingendo quel paradigma non solo esiste ancora, ma è stata testata ed è notevolmente avanzata durante i lockdown e gli obblighi vari. Abbiamo più strumenti che mai per affrontare e sconfiggere finalmente la classe dirigente che in realtà ha preso potere in due anni.

Strumenti e tecnologie non possono e non saranno eliminati. Incarnano la conoscenza che abbiamo e la conoscenza che miliardi di persone in tutto il mondo sono pronte ad usare. Possediamo ancora quegli strumenti e tra i più potenti c'è la libertà stessa: l'umanità non è fatta per essere ingabbiata. Abbiamo razionalità, creatività, aspirazioni e la volontà di usarle tutte per migliorare le nostre vite.

Quindi sì, abbiamo vissuto un'enorme battuta d'arresto, spinti da elementi reazionari all'interno della classe dirigente, ma è probabilmente un preludio di ciò che verrà dopo: un contraccolpo ed una nuova fase di progresso. Cicli all'interno di cicli. Le forze centralizzanti hanno avuto una giornata campale, ma le forze decentralizzanti stanno combattendo di nuovo con buone probabilità di riguadagnare la narrazione.

È il progresso attraverso la libertà contro la reazione attraverso la coercizione.

La battaglia non finisce mai.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


2 commenti:

  1. Articolo molto ottimista e vero: percentuali enormi di popolazione non si fideranno più ma hanno appreso anche la consapevolezza di essere circondate da masse di concittadini troppo manipolabili e "programmabili". C'è stata sicuramente nei decenni precedenti una grande lavorazione per arrivare a questo e rendere la maggioranza degli automi o persone sprovviste di spirito critico, non può essere stato un caso. Ogni tanto negli ultimi mesi mi sono chiesta se non si vada verso la scissione della società, perché per chi non si fiderà più non ci sarà modo di tornare indietro, far finta di niente e sorridere ad amici, conoscenti e colleghi che si sono rivelati essere dei nemici in casa, di fatto.
    Tucker ha ragione su Internet e il suo potere decentralizzante ma c'è un "ma", a mio avviso: le stesse tecnologie che lui loda sono un'arma a doppio taglio perché è 15 anni che sono usate per spiarci e raccogliere informazioni su di noi. Purtroppo lo step successivo è studiarle o imparare a controllarle o saperle selezionare (chi è che davvero ancora su Facebook o preferisce Whatsapp a Telegram?, per fare un esempio banale).

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    1. Salve Francesca.
      È per il suo ottimismo che spesso traduco pezzi di Tucker. Direi che fa bene anche all'umore generale delle pubblicazioni. Un punto molto importante è quello riguardante al fatto che la società è stata in qualche modo preparata a questo cataclisma sociale: è un po' il punto che fa anche il professor Desmet quando parla della mass psychosis formation che negli ultimi anni ha generato fratture all'interno degli individui, permettendo la crescita di sentimenti contrastanti e conflittuali. Inutile dire che tali emozioni sono state sapientemente utilizzate per danneggiare le persone. Come ho scritto anche altrove, lo scetticismo accumulato nei confronti dell'ufficialità targata dalle istituzioni statali deve fungere da propellente per un cambiamento di paradigma dove la patria sono i nostri vicini di cui ci fidiamo ed i confini nazionali sono la nostra proprietà privata.

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