Per mezzo secolo la cosa più esportata dagli americani è stata il dollaro, tanto che ora ci sono più dollari fisici al di fuori degli Stati Uniti che al loro interno. All'estero le persone usano i dollari come alternativa ai propri soldi, soprattutto in quelle giurisdizioni in cui la sconsideratezza dei pianificatori monetari centrali non ha avuto freni. Gli americani sono felici di ricevere dollari quando si tratta di welfare state e gli stranieri sono felici di averli in ogni modo possibile, ma presto entrambi si renderanno conto che i pianificatori centrali statunitensi si sono comportati come quelle stesse persone che gestiscono Paesi come l'Argentina: soffocano l'economia con leggi e regolamenti, poi cercano di finanziarla con i soldi della stampante monetaria. Il denaro è "buono" solo se può essere utilizzato per arrivare a beni e servizi offerti da altri, ma quando il tasso d'inflazione sale, le persone si affrettano ad arrivare prima a qualsiasi bene e servizio ed anticipare un ulteriore calo della valuta.
I poveri comprano cibo, attrezzi, articoli per la casa e televisori; i ceti medi comprano case ed automobili; i ricchi acquistano terreni, proprietà commerciali, arte, oggetti da collezione e gioielli. Ricchi o poveri, l'obiettivo è lo stesso: non restare con un pugno di mosche in mano e col denaro fiat questo è altamente probabile. Tradizionalmente l'oro è la migliore difesa, è stato un denaro per almeno 3.000 anni. Ad esempio, alcuni anni fa è stato scoperto un deposito di monete d'oro sepolto in Inghilterra e risalente al IV secolo. Nel periodo tra la sua sepoltura e la sua scoperta l'Inghilterra ha attraversato guerre civili, guerre di religione, invasioni vichinghe, la conquista normanna, pestilenze (in cui morì un terzo della popolazione), bancarotte, bombardamenti, guerre esterne e il declino dell'impero. Ma non solo le monete sono ancora preziose: sono più preziose adesso piuttosto che allora.
Inutile dire, quindi, che l'oro continuerà ad esercitare la sua funzione, soprattutto nella prima fase della prossima recessione. Le persone si preoccuperanno sempre più per l'inflazione dei prezzi, le valute fiat in generale, l'economia e la stabilità dei rispettivi Paesi. Compreranno, quindi, oro come protezione, anche se non sono sicuri da cosa si stanno proteggendo; senza contare che anche le banche centrali hanno inaugurato una corsa all'oro negli ultimi dieci anni, in particolar modo Russia e Cina.
Ciò che ha reso il denaro un'innovazione così importante è che è neutrale. Né giudice né giuria: un dollaro è un dollaro, un'oncia d'oro è solo un'oncia d'oro. Il commercio prospera perché non c'è bisogno di sapere tutto ciò che c'è da sapere sulla controparte: comprate un tappeto dall'Iran e non dovete parlare persiano, non dovete conoscere la famiglia che l'ha fatto, non dovete sapere come trattano le loro pecore, le loro donne o i loro figli. Fino a qualche tempo fa non dovevate preoccuparvi di nessuna di queste cose: dovevate solo sapere che l'oro era reale, o che la valuta non fosse contraffatta. Oggi, però, vi trovate a scambiare i vostri soldi con "roba" che viene fornita con condizioni allegate: "Dove avete preso i soldi", potrebbe chiedere la vostra banca. "È stato riciclato?" "Avete commerciato con i russi?"
Il denaro è stato reso "un'arma".
Ma quando il denaro si incammina verso la pattumiera della storia, tutto il resto lo segue a ruota. Con l'inflazione dei prezzi al consumo già al 7,5% e l'aumento dei prezzi delle materie prime a doppia cifra, gli Stati Uniti si stanno già muovendo in un campo minato. Non solo bisogna chiedersi quanto varranno i propri soldi in futuro, ma anche se si avrà il permesso di spenderli. In un sistema onesto, con denaro onesto, un uomo onesto giudica il suo valore rispetto al resto della società in base (ma non del tutto) a quanti soldi ha: li guadagna fornendo beni e servizi ad altri e più dà, più guadagna. E la misura del suo contributo netto alla società è quanto non spende di quello che guadagna (ovvero, i suoi risparmi). Alla morte i conti vengono saldati e vediamo se ha dato un contributo positivo alla società oppure no.
Naturalmente gli esseri umani solo occasionalmente sono onesti: imbrogliamo regolarmente, spesso, e in base a quanto possano farla franca; e alla fine è questo che rende il mondo del denaro così interessante. L'evento più interessante nel mondo del denaro si è verificato di recente, quando gli Stati Uniti ed i suoi partner "occidentali e liberali" hanno minato le proprie valute imponendo condizioni su come utilizzarlo. Le hanno rese "un'arma" e l'hanno rivolta anche contro quei russi onesti. Un uomo avrebbe potuto guadagnare una fortuna fornendo petrolio per riscaldare le case nell'Europa occidentale, ma ora potrebbe essere tagliato fuori dai suoi soldi. Ka-boom! Ora è finanziariamente morto.
Non solo, poi c'è anche l'assassinio silenzioso dei risparmi (a vantaggio di coloro più vicini alla stampante monetaria) e questa è un'arma da sempre rivolta contro la popolazione autoctona di un Paese. Il fattore chiave non è tanto la quantità di denaro, ma dove va a finire e cosa ne fanno le persone. Ad esempio, l'offerta di denaro e credito salì artificialmente negli anni '20, ma l'inflazione dei prezzi al consumo rimase trascurabile. Come Murray Rothbard ha spiegato in America's Great Depression, gran parte del denaro e del credito finirono in azioni ed immobili della Florida, gonfiando bolle che alla fine scoppiarono e furono seguite da un crollo dei prezzi. Un caso più recente: dal 1995 al 2005 l'offerta di denaro negli USA è triplicata, ma gli aumenti (ufficiali) dei prezzi al consumo sono stati relativamente modesti. Tuttavia le politiche della FED hanno alimentato una bolla immobiliare che è esplosa nel 2008. Anche la raffica di QE dal 2009 al 2020 non ha portato a grandi salti (ufficiali) nei prezzi al consumo: gran parte del denaro e del credito di nuova creazione, che normalmente sarebbero stati prestati ad imprese ed individui, sono rimasti inattivi nei bilanci delle istituzioni finanziarie (riserve in eccesso), un cuscinetto contro il rischio sistemico; il resto è stato utilizzato per onorare gli ingenti debiti accumulati da enti pubblici e privati.
Nell'ultimo anno, però, i prezzi al consumo sono esplosi. Le due cause principali sono state le politiche della FED e del Congresso. La FED ha accelerato il ritmo di crescita della base monetaria e ciò, a sua volta, ha facilitato le politiche di spesa di Washington. Allo stesso tempo, i lockdown hanno notevolmente ridotto il settore dei servizi. Non sorprende che, a seguito di una massiccia infusione di denaro, la domanda dei consumatori sia esplosa al rialzo facendo salire i prezzi. Ma, attenzione, diversamente da quanto si pensa comunemente una depressione può essere anche inflazionistica (come spiegato nel mio ultimo pezzo). E di conseguenza non sorprende anche che l'oro stia salendo di prezzo. Quindi, prima o poi, dovremmo aspettarci un aumento ufficiale dei prezzi al consumo forse del 15% all'anno... forse del 50%.
Poi, le cose diventeranno molto più difficili.
E l'oro non è una panacea. Gli stati, disperati, definiranno le persone che cercano di sfuggire alla crisi monetaria "parassiti", "profittatori" o "nemici di classe". L'oro può essere bandito, tassato, o addirittura confiscato. Nel 1933, con l'ordine esecutivo 6102, Roosevelt rese illegale la proprietà privata dell'oro, soggetta ad una multa di $10.000 (che all'epoca era un sacco di soldi) e 10 anni di carcere. I contratti che prevedevano il pagamento in oro furono annullati e questo divieto venne applicato per i successivi 40 anni. Prendete ad esempio l'Argentina: a settembre del 2020 ha imposto una tassa del 35% sul cambio pesos/dollari. E non dimentichiamoci che era in aggiunta ad una tassa del 30% già in vigore, oltre ad un tetto di $200 al mese nei cambi. Non sarebbe difficile immaginare tasse simili che limitino l'uso dell'oro...
A lungo termine, i terreni agricoli possono essere una forma di ricchezza più sicura dell'oro. È meno probabile che venga confiscato, ciononostante possono essere tassati pesantemente e sono molto illiquidi. Stessa cosa si può dire degli immobili e, come dimostrato ad esempio dall'Italia, basta semplicemente "riformare" le rendite catastali (senza "aumentare" le tasse) per ritrovarsi dal nulla una patrimoniale sulle spalle. È possibile, quindi che una volta passata la crisi i proprietari terrieri avranno ancora la loro terra e probabilmente non moriranno di fame, ma nel frattempo potrebbero non avere affatto "soldi".
Oggi le persone hanno un'altra alternativa: Bitcoin.
Ma, attenzione, anche l'apparato statale e di pianificazione monetaria centrale stanno cercando il modo di sopravvivere alle proprie inefficienze che inevitabilmente lo stanno portando, e sempre lo porteranno, verso la bancarotta. La discriminante è quanto tempo riusciranno a comprare prima che accade e schivare l'ennesimo proiettile d'argento. È per questo motivo che è stato coniato il termine "Grande Reset", ovvero, sgonfiare la mole gigantesca di errori economici finora accumulati attraverso un duplice mandato: riciclare la vecchia narrativa della pianificazione centrale in una versione rinnovata del vecchio sistema e non agitare troppo le acque nel processo. In questo contesto, il denaro digitale potrebbe rivelarsi il perno attraverso il quale far ruotare tutta la nuova narrativa, insieme alla cosiddetta identità digitale. In parole povere, una nuova narrativa per riciclare la vecchia (es. valute digitali delle banche centrali) e un maggiore controllo sull'economia affinché le acque non si agitino troppo (es. identità digitale). Non è un caso, infatti, che la scorsa settimana abbia segnato l'ennesima apertura verso le valute digitali da parte del governo USA; e non è nemmeno un caso che, sempre la scorsa settimana, in Italia si sia nuovamente parlato di una piattaforma per trasferire a livello digitale le informazioni sensibili e non delle persone.
Non è un segreto che gli attuali livelli di crescita del debito e stampa di denaro stiano creando problemi. Entro il 2030 lo zio Sam si ritroverà molto probabilmente un debito pubblico da $40.000 miliardi, senza contare gli obblighi non finanziati per quanto riguarda previdenza sociale, medicare, ecc. Tal debito è sostenibile solo finché il dollaro ha un margine sufficiente di credibilità; nel momento in cui dovesse affondare, l'intera nave affonderebbe con esso. I pianificatori monetari centrali lo sanno bene e di conseguenza stanno già facendo progetti. No, non stanno pianificando di raddrizzare la nave bilanciando il budget, tagliando il deficit, o riducendo il bilancio della Federal Reserve. Sanno che è politicamente e finanziariamente impossibile. Più realisticamente, stanno progettando di abbandonare la nave: chi beneficerebbe di più da un crollo del dollaro cartaceo? Il più grande debitore del mondo, ovviamente: il governo degli Stati Uniti. Pensateci, con un'inflazione del 50% metà del debito scomparirebbe in un solo anno; in tre anni sarebbe quasi del tutto estinto. E poi potrebbero introdurre un nuovo dollaro, digitale stavolta, e tornare a far girare di nuovo la giostra.
Un piano presumibilmente ben congegnato, come sulla carta lo sono tutti quelli del passato stilati dai pianificatori centrali con smanie di grandezza. Il problema sono i dettagli, o per meglio dire, quelle conseguenze non intenzionali che alimentano sotto la superficie nuovi errori economici e poi esplodono senza che i pianificatori possano avere il tempo di rispondere. Un esempio di ciò è rappresentato dalla volontà di implementare tetti ai prezzi, oppure la volontà di emettere bond europei legati all'energia. Nel nostro contesto la mina vagante è incarnata dall'energia, questo perché chiunque pensi che il mondo funzioni coi dollari è un ingenuo. Il mondo funziona ad energia e questa lezione è stata sbattuta in faccia a tutti gli scettici sin dal 2009 da Bitcoin: energia tokenizzata.
Altrimenti il recente programma di sanzioni non avrebbe risparmiato una cosa: le esportazioni di energia russe. È stato tutto molto nobile da parte di europei e americani esprimere la loro indignazione per l'invasione di Putin, ma non avevano intenzione di tremare nell'oscurità per esprimere il loro punto. L'Europa punta sul gas russo e se quegli oleodotti venissero chiusi, il prezzo del petrolio in tutto il mondo schizzerebbe alle stelle ed i problemi non si limiterebbero solo all'inflazione dei prezzi, ma si aprirebbero le porte ad "un'agitazione delle acque" decisamente tremenda.
Ma alla luce dei recenti avvenimenti, la domanda è: c'è in ballo solo un Grande Reset? No, ad oggi ci sono due forze che si stanno scontrando: Grande Reset & Grande Default. Detto in altro modo demolizione controllata & demolizione "incontrollata". La cosa certa è che il sistema monetario fiat ha raggiunto la sua data di scadenza, e tale vulnerabilità è soprattutto evidente nell'euro. Il comando/controllo è un'emanazione della prima affinché i pianificatori centrali attuali possano riciclarsi in un nuovo sistema analogo al precedente. Decentralizzazione e libero mercato, invece, guidano la seconda e questo significherebbe tabula rasa dell'attuale classe dirigente. Prestate molta attenzione ad una cosa: mentre il Grande Reset porta l'etichetta di Schwab & Co., il Grande Default non ha nessun campione. È una forza multipolare che trae energia da tutta una serie di circostanze le quali confluiscono tutte in quella "forza di mercato" che fa saltare ogni volta i piani da parte di pianificatori top-down. È la stessa "forza di mercato" che ha portato al collasso l'Unione Sovietica, ad esempio, oppure che ha portato alla correzione massiva le economie del Venezuela e dello Zimbabwe dopo l'abbuffata di denaro fiat stampato allegramente con la stampante monetaria. Questo tipo di "forza" fa leva sulle conseguenze inaspettate, incalcolabili, le quali vengono alimentate da più direzioni per poi esplodere grazie ad un evento catalizzante. Ovviamente, non è quest'ultimo a generare un cambiamento bensì l'accumulo precedente di energia diretta verso suddetto cambiamento.
Un evento catalizzante di tal portata potrebbe essere l'inaugurazione di un gold-exchange standard da parte della Russia. Sarebbe semplicemente questo annuncio a far collassare l'Occidente in netta difficoltà economica? Ovviamente no, l'aver gozzovigliato negli ultimi 50 anni con denaro e credito fiat è il vero responsabile. Anzi, basterebbe un riprezzamento delle materie prime, come sta accadendo adesso, per mettere la parola fine alle manipolazioni di prezzo cui abbiamo assistito nel corso del tempo. Soprattutto su quelle dell'oro, sfatando il mito di un metallo giallo prezzato a $2000 l'oncia. Come detto in precedenza, il mondo funziona ad energia ed in questo momento la Russia può rappresentare Toto che smaschera il "potente" Oz. Infatti la Russia detiene i diritti di estrazione sul più grande bacino di risorse energetiche e commodity del mondo, oltre alla sua sfera di influenza su altre nazioni (es. Kazakistan) ricche in altre risorse. Con cosa risponderebbe l'Occidente? Col reddito universale di base ed obbligazioni legate all'energia? Con la soppressione del prezzo dell'oro sul mercato dei futures nel momento in cui la domanda reale si intensifica per una consegna fisica?
Pensateci. Al momento della stesura di questo articolo il rapporto oro-petrolio è di 20 barili, mentre per il rublo cartaceo in affanno è ancora più basso. Nel momento in cui l'illusione di un metallo giallo prezzato ai livelli attuali dovesse svanire, quel rapporto penderebbe pesantemente a favore dell'oro e suddetta cifra sarebbe come minimo il triplo. In un mondo disperato per accedere all'energia, il fine, non pensate che la scelta del mezzo, l'oro, sarebbe dettata dalla necessità di acquisire quanta più di suddetta energia? La percezione della realtà, per quanto parcellizzata, deve scontrarsi con quella generale che emerge spontaneamente dalla interazione di tutte quelle parcellizzate e che quindi modella il mondo. L'Occidente sta vivendo nella sua bolla costruita sulle argillose basi del denaro fiat e del socialismo incalzante; ma infine tutte le bolle scoppiano.
Da qui si capisce meglio il primo grafico che avete visto in questo articolo: il gigantesco accumulo di oro fisico nella sua banca centrale. E anche l'accondiscendenza della Russia sulle note della favoletta "green": se non vendete il petrolio a prezzi stracciati, allora assisterete ad una imprescindibile accelerazione dell'economia "green" che renderà obsoleti i motori a combustione attuali. Inutile sottolineare che fossero solo fantasie e bluff. Però la Russia ha giocato a questo gioco, a questo punto viene da dire fino a quanto le è convenuto davvero perché, a livello scientifico e pratico, la Terra non ha un problema di scarsità di energia bensì un problema di densità dell'energia. Sole, vento ed il resto della compagnia sono ottime fonti di energia, ma sono "depotenziate", ovvero poco dense. Altrimenti perché le piante crescerebbero così lentamente? Mentre invece i combustibili fossili sono decisamente di gran lunga più densi e, sostanzialmente, la crescita della società è andata di pari passo con una transizione verso fonti di energia più dense: legname, carbone, combustibili fossili. Ad oggi, la fonte di energia più densa e "green" è il nucleare (al torio però, non all'uranio poiché quest'ultimo fornisce solo la foglia di fico di sviluppare le armi nucleari).
E questo punto ci riporta al cuore di questa storia: non esiste modo di schivare lo scoppio della "Everything Bubble" e le conseguenze della gigantesca stampa di denaro degli ultimi 13 anni per sostenerla. O viene fatta scoppiare attraverso un'inflazione massiva, o viene sgonfiata attraverso una deflazione massiva con default a catena. L'Ucraina rappresenta una minaccia esistenziale per tutti: se i neocon perdono, perderanno influenza all'interno della politica estera in Occidente perché non saranno riusciti a penetrare nella Fortezza russa; se la cricca di Davos perde, i loro grandi piani per il dominio globale verranno ridotti, nella migliore delle ipotesi, all'Unione Europea; se la Russia perde, allora verrà prolungata la schiavitù basata sul cartello del sistema bancario centrale occidentale, perché quest'ultimo potrà controllare il flusso delle risorse naturali russe in modo tale da prolungare la vita al sistema monetario fiat.
La mossa della NATO, finora, è stata quella di non farsi coinvolgere in una battaglia aperta contro la Russia perché crede di poter trasformare il territorio ucraino in una nuova Afghanistan per gli avversari. Questa è ora diventata la politica ufficiale degli Stati Uniti, ad esempio: creare un governo ucraino in esilio in Polonia mentre invia denaro per sostenere guerriglieri, come quelli di al-Qaeda, affinchè si scontrino coi russi. Se vi suona familiare questa strategia, è perché è stata già adottata in Siria usando la Turchia come base. Il pantano militare, però, serve a far riorganizzare la cricca di Davos e successivamente scatenare la vera guerra contro la Russia: quella finanziaria. Questa gente, infatti, ritiene che l'indebolimento finanziario della Russia attraverso le sanzioni possa riuscire a farla capitolare economicamente; ma tale linea di ragionamento tiene se si guarda al quadro da un punto di vista nominale, ovvero, attraverso gli occhiali del denaro fiat (dollari., euro, ecc.). Questo è il motivo per cui Putin dovrà fare una mossa finanziaria nelle prossime settimane, nonostante ne abbia già fatte due: rimozione dell'IVA sull'acquisto di oro per i cittadini russi e pagamenti in rubli agli obbligazionisti per evitare il default sul debito russo detenuto dagli stranieri.
Ma queste sono mosse minori. La vera mossa è quella di prezzare in oro il petrolio.
🔥If Russia sold their oil for gold at 1000 barrels per ounce, as @LukeGromen ponders, gold would quickly go towards 100k per ounce.
— George Gammon (@GeorgeGammon) March 5, 2022
Russia’s gold position would then be worth 6.7+ trillion. Notice they’ve been buying a lot. 👇
Their total national debt is approx 300 billion. pic.twitter.com/LRS1r29QIy
Tutto quello che dovrebbe fare Putin è far scattare una corsa all'oro a livello mondiale sventolando il feticcio del petrolio. Ovvero, minare alle fondamenta il potere del petrodollaro: opportunità di arbitraggio su petrolio/oro e successivo crollo delle valutazioni di tutti gli asset in oro sintetico. O il prezzo di tutto crolla per mantenere in piedi l'illusione di un'oncia d'oro a $2000, o il prezzo dell'oro aumenta per soddisfare la domanda reale. La cricca di Davos, quindi, deve distruggere Putin e la Russia prima che questi ultimi distruggano i primi. Stanno combattendo in due arene, militare e finanziaria, e Putin, nonostante i media generalisti dicano il contrario, ha molti amici in tutta l'Asia che rappresentano più della metà della popolazione mondiale.
In blu le nazioni che hanno imposto sanzioni alla Russia |
CONCLUSIONE
Il Grande Reset è/era un tentativo della cricca di Davos di operare una demolizione controllata dello status quo economico/finanziario occidentale, il più grande schema di Ponzi mai ideato, e sulle linee di un comando/controllo pervasivo traslarlo in uno nuovo. In tale contesto diviene vitale tenere viva, a qualunque costo, la fiamma della "fiducia", il vero mezzo di scambio in un'economia fiat (1, 2, 3). E quale modo migliore se non tenere occupate la maggior parte delle persone attraverso narrative a senso unico? In Europa è stato (relativamente) facile: se si controllano i governi, risulta più semplice controllare il resto della popolazione. Negli USA, invece, è più complicato data la sua natura decentralizzata a livello di istituzioni di governo. Pensate, ad esempio, a come tutte le decisioni di Biden in materia economica/militare/politica/culturale abbiano rappresentato dei colpi auto-inflitti alla credibilità degli USA ed a come diversi governatori (es. Texas, Florida, Sud Dakota, ecc.) abbiano reagito andando controcorrente. Tale ostruzionismo ha fatto ritirare la cricca di Davos in Europa e in alcune altre parti del commonwealth anglosassone (es. Australia, Nuova Zelanda, Canada) per riprendersi.
Nel frattempo, però, stavano già emergendo le conseguenze per le folli e scellerate politiche monetarie degli ultimi due anni, messe in campo per cercare di controllare ulteriormente la fase di transizione del Reset. Nel 2019, con la crisi dei pronti contro termine, era chiaro a tutti che l'attuale sistema monetario aveva raggiunto la sua data di scadenza, quindi la demolizione controllata è diventata un'opzione tutt'altro che remota. Come ben sappiamo, però, i piani presumibilmente ben congegnati da parte dei pianificatori centrali non vanno mai a buon fine. Infatti l'inflazione dei prezzi emersa sulla scia delle politiche monetarie da repubblica delle banane delle principali banche centrali occidentali, ha messo pressione al rialzo sulle commodity. Tale pressione significa che maggiori capitali finiscono in tale settore e meno in altri (es. azioni, obbligazioni, ecc.), ponendo pressione al ribasso sugli asset finanziari. Non solo, ma la conseguenza non intenzionale peggiore di questo processo è quella emersa, ad esempio, la scorsa settimana nel mercato del nickel ed a come sia stato stoppato il mercato dei futures la settimana scorsa sull'LME. Ricordare a tutti come il mercato sintetico sia solo un'illusione di stabilità significa ricordare anche che vivono nel più grande schema di Ponzi della storia, composto da promesse scoperte e fiducia mal riposta. E chi meglio della Russia in quanto a ricchezza di commodity?
Putin ha colto la palla al balzo nel momento di debolezza della cricca di Davos e adesso è lui a dettare i tempi della geopolitica. L'arma "nucleare" che ha contro la cricca di Davos è l'ancoraggio del mercato del petrolio all'oro ed ecco perché è decisamente probabile che una nuova Bretton Woods sia alle porte. Il Grande Reset, da strategia di comando/controllo per riciclare le vecchie narrative in nuove e far restare gli stessi criminali al comando, sta lasciando spazio al Grande Default, il quale non conta su araldi o campioni dello stesso ma solo sui processi di mercato e sull'inviolabilità delle leggi economiche.
Se l'Occidente vuole sopravvivere e preservare la propria leadership a livello mondiale, allora deve adottare Bitcoin. L'unica risposta superiore a quella di un nuovo gold standard sarebbe quella di un Bitcoin standard. Questo ovviamente significherebbe accettare il dolore economico accumulato negli anni precedenti e ripartire da un sistema più onesto e trasparente, uno che permetterebbe ai mercati di ricostruire una fiducia solida basata sull'auto-evidenza del codice informatico e della matematica. Il denaro non sarebbe più un'arma, ma tornerebbe ad essere un mezzo di scambio. Questa scelta, inoltre, data la sua natura decentralizzante porrebbe fine a tutte le ostilità, poiché uno stato limitato sarebbe una conseguenza praticamente automatica. Su questo punto, dobbiamo guardare ancora una volta agli Stati Uniti: Arizona e Tennesse, per il momento. Infatti, così come hanno ricacciato indietro la cricca di Davos sulla storia delle restrizioni, dovrebbero terminare il lavoro minando la cosa che ancora la tiene in piedi: i mercati dei capitali sorretti dall'Effetto Cantillon del denaro fiat.
Se vero che l'entropia è una grande forza e che gli equilibri tendono ad andare verso una certa maggiore entropia, ci sono discrete possibilità di successo del Grande Default. A maggior ragione perché Putin e i suoi mi sembrano strateghi molto più intelligenti dei pupazzi corrotti o ignoranti ed inadeguati che abbiamo in Europa. Ammetto però che mi è venuto il groppo in gola quando ho aperto l'articolo di Naked Capitalism qui linkato e ho letto che la corsa alle CBDC sembra avvenire davvero ovunque su scala globale, anche in diversi contesti geopolitici.
RispondiEliminaQuanto a Bitcoin: qua non lo farebbero mai, minaccia troppo certi interessi e comunque la pandemia ha mostrato che la larga maggioranza della popolazione è troppo bovina e stupida per capirlo, probabilmente. Basta una campagna di natura "ambientalista" contro la PoW o lo narrativa dell'evasione fiscale per far storcere il naso a tutti loro. Inoltre, Bitcoin va studiato e le persone hanno perso la capacità e la curiosità di studiare e approfondire davvero le tematiche. Gli Stati Uniti hanno probabilmente mantenuto al loro interno una maggiore eterogeneità a livello di popolazione, il che ha reso certi strati molto più combattivi nel remare contro certe derive o nel coltivare e considerare "piani B". Qua da noi ci sono perlopiù vecchi stanchi e spaventati dalla morte imminente e generazioni giovani indottrinate, che scambiano l'obbedienza e il conformismo per responsabilità. Credo che l'Europa sia in ogni modo destinata al declino e alla povertà (sotto tanti punti di vista), eccezione fatta per piccole realtà e certi gruppi di persone.
*sempre maggiore entropia
RispondiEliminaEccellente commento, soprattutto per l'analisi sociologica dei nostri concittadini. Ma Bovini o ovini?
EliminaSolo su questo aspetto zootecnico si potrebbe discutere: giacché entrambi vengono vaccinati e poi gli si applica il chip cutaneo (anche per i canidi c'è la stessa procedura)
Debbo dirle brava, purtroppo, ma cambieremo stato, continente, anzi sono qui momentaneamente a dire il vero. Diciamo che da El Salvador con tanti che lo seguiranno mi aspetto parecchio ed ovviamente tifo Grande Default che aiuterà di sicuro parecchio la strada di El Salvador, l'Europa probabilmente arriverà in coda avendo ancora risorse da rapinare prima di decretare la fine degli stati socialisti detti anche UERRS
RispondiEliminagentile dott. Simoncelli,
RispondiEliminaun più che eccellente articolo, (anzi magnifico: geopolitico, storico, economico, sociale) che studierò (i link) con calma in settimana.
cordiali saluti
Federico
ps perché non ha un indirizzo monero per le donazioni?
mi scuserà se sono diventato più paranoico di un cypherpunk anni '70 , soprattutto dopo gli eventi di congelamento cc in Canada del governo totalitario, il Drago non sarà certo più buono del Treudeot percepisco.
Salve Federico.
EliminaSono dell'idea che le privacy coin faranno parte di quella manciata di criptovalute che resisteranno alla prova del tempo e dei mercati. Per quanto riguarda l'indirizzo, mi contatti per email a tal proposito: fsimoncelli@protonmail.com
Grazie Francesco, bellissimo articolo, ci puoi fare anche un articolo su come e dove acquistare oro oppure Bitcoin? Grazie.
RispondiEliminaSalve Anonimo.
EliminaPer quanto riguarda l'oro, esistono diverse possibilità. La migliore è sempre quella che passa per il proprio gioielliere di fiducia e che può in qualche modo oscurare l'acquisto effettivo del metallo giallo (in passato era possibile, adesso non credo però). Oppure attraverso siti dedicati come, ad esempio, Confinvest.
Per quanto riguarda Bitcoin, il modo migliore è sempre attraverso gli ATM e su questo sito è possibile cercare quelli più vicini alla propria posizione: https://coinatmradar.com/
Oppure attraverso gli esxchange decentralizzati come Bisq, oppure attraverso Localbitcoins. Insomma, questi sono modi attraverso i quali riuscire in qualche modo a svicolare l'odioso ed inutile KYC. Altrimenti ci sono gli exchange centralizzati, ma lì una volta concluso l'acquisto è buoan regola spostare tutto su wallet personale.
Cavolo non lo sapevo siamo alla frutta. I miei complimenti un po complicato ma ha delle basi reali. Indovinare come difendersi la vedo dura
EliminaPer quanto si possa torcere la semantica, la realtà non cambia. E questo lo sanno sia le aziende di combustibili fossili che quelle rinnovabili. I sussidi diretti (soldi a pioggia) e quelli indiretti (normative per bandire i combustibili fossili) sono la più grande fregatura a danno dei contribuenti. Le energie rinnovabili producono circa il 3% di tutta l'energia mondiale e le turbine eoliche e il solare non sono in grado di riempire questo vuoto energetico. Il punto è che la densità dell'energia rinnovabile non è in grado di sostenere l'attuale complessità della società moderna. Malgrado ciò questo settore continua a ricevere sussidi a pioggia per "innovare" quando in realtà il clientelismo crea solo accomodamento.
RispondiEliminaPerché innovare quando si possono consumare aiuti su aiuti rallentando lo sviluppo? Dall'altro lato ci sono i combustibili fossili, che a prima vista potrebbero essere vittime di una gigantesca ingiustizia ma a uno sguardo più attento, invece, le cose stanno diversamente. Infatti la normativa green, volta a contrarre deliberatamente l'offerta, non può contrarre la domanda che invece aumenta. La scarsità artificiale risultante è una manna per le aziende del settore. E il contribuente è fregato due volte.