Bibliografia

giovedì 31 marzo 2022

Perché Bitcoin è la migliore arma che ha la società contro l'inflazione e la disuguaglianza di ricchezza

 

 

da Forbes

Per gli appassionati di Bitcoin una delle cose più interessanti è la sua capacità di aggirare i sistemi monetari fiat che diluiscono il valore del potere d'acquisto sottostante attraverso l'inflazione.

Non è affatto complicato come sembra. In parole povere, le banche centrali oliano le ruote delle loro economie stampando continuamente nuovo denaro. Una maggiore offerta di denaro rende più facile per le aziende spendere ed onorare i propri debiti, ma c'è un problema: per ogni nuovo dollaro che viene aggiunto al bacino della spesa, il potere d'acquisto di ogni singolo dollaro diminuisce proporzionalmente.

Anche in questo caso è più semplice di quanto sembri: cambiare l'offerta di denaro non crea magicamente ricchezza o valore. Se la vostra economia è un asilo nido e la vostra disponibilità di denaro è costituita da matite colorate, raddoppiare il numero di matite colorate non rende i bambini più ricchi. Hanno tutti il ​​doppio dei pastelli rispetto a prima, quindi raddoppiano il prezzo che vogliono quando si scambiano giocattoli, libri e altro. In termini reali, nulla è cambiato perché la nuova offerta di denaro viene equamente condivisa tra tutti nella scuola materna.

Laddove le cose si complicano – e dove i bitcoiner hanno giustamente identificato la necessità di un sistema diverso e più equo – è cosa succede quando l'offerta e la distribuzione non sono equamente abbinate...

I banchieri centrali affermano che questo non è un problema, perché ritengono che tutto il denaro alla fine arriva fino all'uomo della strada, o attraverso assegni del welfare, salari più alti, fondi pensione più grassi, o altro. In pratica, sappiamo che tutto ciò non riflette la realtà.

Nel mondo reale i miliardari sono stati di gran lunga i principali vincitori della stampa di denaro dell'era Covid. Hanno preso la loro maggiore offerta di denaro (comprese ingenti somme di denaro prese in prestito, il quale è più economico e facile da ottenere quando i tassi d'interesse sono bassi) e l'hanno pompata in classi di asset superiori all'inflazione come il mercato azionario, immobiliare, oggetti da collezione e così via. La classe media ha fatto lo stesso, ma su scala minore: costruendo i propri risparmi durante i lockdown e poi destinando una buona fetta di quei fondi in attività che si sono apprezzate bene.

Consideriamo ora i poveri e le classi lavoratrici. I pochi soldi che hanno ricevuto durante la pandemia sono stati spesi per la sopravvivenza. Incapaci di salire sulla scala delle proprietà, non possono né beneficiare dell'aumento dei prezzi delle case né iniziare a costruire capitale netto sostituendo l'affitto (denaro che va nelle tasche di qualcun altro) con le rate del mutuo (denaro che va nelle proprie tasche). I mercati azionari possono, tecnicamente, essere alla loro portata, ma subiscono un profondo handicap a causa delle elevate commissioni di transazione e di una comprensione limitata delle strategie di investimento (il tipo di know-how per cui i ricchi pagano qualcun altro per occuparsene).

Questo squilibrio si traduce in una cosa: la disuguaglianza.

Se siete ricchi, potete prendere un'offerta di denaro più alta ed usarla a vostro vantaggio. Se siete poveri, non potete proprio: siete bloccati con qualsiasi liquidità possedete nella nuova economia. E, come sappiamo, il relativo valore viene diluito dall'inflazione. Più soldi vengono stampati, più diventate poveri.

I tassi d'interesse, ovviamente, potrebbero salvare la baracca, se le banche centrali lo desiderassero . Quando il tasso d'interesse sale al di sopra del tasso d'inflazione, ognuno di noi può aumentare il valore del proprio denaro scaricandolo in un conto di risparmio. Ma i politici non lo vogliono, perché l'unica cosa che tiene in piedi l'economia globale in questo momento è un facile accesso al debito. Non appena il tasso d'interesse pagato dai mutuatari aumenterà, le fondamenta traballanti della nostra ripresa economica dell'era Covid crolleranno. Le aziende ed i proprietari di case che si abbuffano di prestiti a buon mercato improvvisamente non saranno più in grado di effettuare rimborsi. Ondate di fallimenti e pignoramenti paralizzeranno l'economia globale.

Non c'è da stupirsi se i banchieri centrali – nessuno dei quali è della classe operaia, tra l'altro – preferiscano la facile opzione di martellare i poveri. "Questo potrebbe non essere il mondo perfetto", razionalizzano, "ma tutto sembra essere stabile e tutti quelli che conosco se la stanno cavando piuttosto bene!" Questo, in poche parole, vi dice perché le banche centrali sono il principale motore della disuguaglianza di ricchezza.

Quindi che si fa? Ebbene, fintanto che i banchieri centrali ed i politici sono ai posti di comando, non c'è modo di cambiare la direzione di questo viaggio economico. Coloro che detengono il potere approveranno sempre politiche che promuovono i propri interessi e faranno tutto il necessario per ritardare un crollo economico globale, anche uno che, a lungo termine, sarebbe probabilmente positivo per la società in quanto accelererebbe le riforme strutturali all'attuale sistema disfunzionale.

Se c'è una soluzione, dovrebbe essere un sistema monetario alternativo che sia resiliente sia all'inflazione che alla manipolazione del sistema bancario centrale.

Inutile dirlo, la civiltà ha aspirato ad avere un tale sistema per millenni. Il problema è che non è mai stato facile costruire una rete monetaria che non fosse sostenuta da nessuno e che tuttavia proteggesse gli interessi di tutti in modo convincente, tanto che la gente comune si affidasse ad essa per i propri risparmi di una vita. Almeno fino al 2009, quando il lancio della rete monetaria Bitcoin ha dato al mondo il suo primo assaggio di tecnologia blockchain decentralizzata.

Convincere i lettori sui vantaggi tecnici delle tecnologie blockchain è un po' come convincere le persone in sovrappeso sui benefici della dieta. E la persona media non ha più inclinazione a diventare un esperto in scienze alimentari – il “come” o il “perché” una determinata dieta è efficace – di quanto non faccia per la programmazione per computer.

Detto questo, non si può capire il genio dietro Bitcoin senza avere almeno una conoscenza di base della natura rivoluzionaria delle tecnologie blockchain.

La fiducia è tutto. Ho già accennato al fatto che creare un sistema monetario da zero è praticamente impossibile, perché il denaro non ha valore a meno che un numero sufficiente di persone non creda che ce l'abbia. Il modo più semplice per promuovere questa convinzione è convincere un governo a mantenerne – o a sostenerne – il valore (pensate a quella "promessa di pagare il portatore su richiesta" che vedete sulle banconote). Un altro modo più tenue è quello di trovare un asset universalmente attraente con un'offerta fissa. L'oro spunta bene questa casella: è esteticamente attraente; non può essere facilmente manipolato a causa della sua densità unica; e non può essere prodotto da nessuno, quindi ci sarà sempre tanto oro sul pianeta quanto il pianeta già detiene (nonostante gli asteroidi).

Ciononostante, l'oro è una rottura di scatole: è pesante, quindi è un peso da trasportare e trasferire; non è facilmente divisibile, quindi è difficile pagarci importi precisi; non molte persone fanno la loro spesa settimanale con l'oro. Immaginate ora che possa esistere una versione digitale dell'oro che non pesa nulla, si sposta alla velocità della luce ed è divisibile per la più piccola frazione di valore. Sembra fantastico, addirittura impossibile... almeno fino al 2009.

Se capite solo una cosa su ciò che fanno le tecnologie blockchain, lasciate che sia questa: per la prima volta nella storia ci forniscono dati genuinamente immutabili.

Ciò significa che le informazioni contenute al loro interno non possono essere modificate. Mai. Il modo in cui ottengono questo risultato richiede tempo per capirlo: ha a che fare con la natura decentralizzata del libro mastro, il quale elenca tutte le transazioni effettuate sulla blockchain ed è protetto dal numero di copie esistenti (nodi completi, tutti controlli incrociati tra loro); dal processo attraverso il quale vengono scritti i nuovi dati (crittografia); e dal consumo di energia della rete (l'hashrate, che rende impossibile sopraffare – o modificare il corso – del processo di crittografia). Potrei avervi perso adesso, ma il risultato finale non è difficile da cogliere: una volta che avete dati immutabili, avete la possibilità di creare denaro digitale autonomo.

Garantendo che la cronologia delle transazioni in bitcoin non possa mai essere alterata, l'umanità ha creato una risorsa digitale che soddisfa cinque dei criteri per il denaro: è durevole, portabile, scarso, divisibile e fungibile (intercambiabile). Il criterio finale – l'accettabilità o la volontà delle persone di concepire Bitcoin come denaro reale – sarà determinato non dai suoi tratti tecnici, ma dall'atteggiamento dell'umanità nei suoi confronti. In un'era sempre più digitale, le prospettive sono favorevoli.

I detrattori di Bitcoin – e ce ne sono molti, tipicamente le persone anziane della classe media che sono diventate molto ricche grazie allo status quo – citano una diversa definizione di denaro: un qualcosa che deve essere abbracciato dalla società come mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore.

Bitcoin fallisce su tutti i fronti, dicono, poiché troppo poche persone lo usano quotidianamente ed il prezzo è troppo volatile per misurare o immagazzinare valore. Forse è così, oggi, ma ha anche raggiunto una capitalizzazione di mercato da $1.000 miliardi in soli 12 anni. Non è un progresso piuttosto rapido?

E che dire del dollaro e delle altre valute fiat? Sono mezzi di scambio convenienti oltre i confini internazionali? Ci danno prezzi stabili e prevedibili anno dopo anno? Sono una riserva di valore in un'era di alta inflazione? Se vi siete mai lamentati dell'aumento del costo della vita, conoscete già la risposta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


mercoledì 30 marzo 2022

Pearl Harbor un corno!

 

 

di David Stockman

Ci stavamo già stufando e stancando di questo pagliaccio di nome Zelensky, ma la pura faccia tosta di confrontare la difficile situazione dell'Ucraina con Pearl Harbor o l'11 settembre è a dir poco scandaloso. Per parafrasare la famosa replica del senatore Lloyd Bensten a Dan Quayle nel dibattito del 1992: sapevamo che gli Stati Uniti d'America e l'Ucraina non sono stati qualsiasi.

Al contrario, sono un pozzo nero di corruzione, malgoverno e stupidità sul fronte della politica estera. L'Ucraina ha spinto la Russia ad attaccare pungolando ripetutamente l'orso sin dal colpo di stato del 2014. Eppure ora il suo leader ha il coraggio di presentare una petizione al Congresso degli Stati Uniti per iniziare la Terza Guerra Mondiale alzando una "No Fly Zone" al posto della soluzione ovvia: Zelensky dovrebbe dimettersi e lasciare il posto ad un governo disposto a collaborare e che chiederà la pace sulle seguenti basi

• Riconoscere che la Crimea è territorio russo e lo è sempre stato da quando fu acquistata da Caterina la Grande nel 1783;

• Consentire la separazione delle Repubbliche del Donbass dall'Ucraina, perché la stragrande maggioranza delle popolazioni di lingua russa fa parte della "Nuova Russia" da più di 300 anni e non desidera essere governata dai fascisti e dagli oligarchi anti-russi che controllano Kiev;

• Modificare la costituzione dell'Ucraina per vietare la sua adesione alla NATO o a qualsiasi altra alleanza occidentale simile, riducendo al contempo le sue forze armate ad un'agenzia nazionale di forze dell'ordine.

Questi termini possono sembrare duri, ma è comunque l'unica alternativa alla completa distruzione dell'Ucraina e ad un'eventuale vittoria russa. Il fatto è che la cavalleria della NATO non sta arrivando, non importa quante standing ovation facciano i soldati del fine settimane nel Congresso degli Stati Uniti.

Questo perché anche i prepotenti a Washington e Bruxelles non sono pronti a scatenare la Terza Guerra Mondiale per i resti distrutti di un Paese che non era mai stato un Paese fino a quando Lenin, Stalin e Krusciov non ne fecero un distretto amministrativo dell'Impero Sovietico.

Eppure senza un impegno diretto USA/NATO e con le forze militari russe che ora occupano segmenti crescenti del territorio ucraino, l'espediente di inviare armi – anche armi letali antiaeree ed anticarro altamente avanzate – è inutile. La Russia ora ha la totale superiorità aerea sui cieli dell'Ucraina, il che significa che le armi NATO in arrivo (e anche i cosiddetti combattenti della "legione straniera") saranno distrutte molto prima che possano fare la differenza.

Quindi, per l'amor di Dio, Washington deve smetterla di fare cerimonie e guidare lo sfortunato governo ucraino lungo il sentiero della distruzione nazionale. Non c'è via d'uscita dall'attuale catastrofe tranne che:

• ammettere che reclutare l'Ucraina nella NATO e mettere basi missilistiche della NATO entro un minuto di volo dei missili da crociera da Mosca è stato un grave errore;

• ammettere che la demonizzazione di Putin come novello Hitler è una sciocchezza del Partito della Guerra e non è una giustificazione per le sanzioni, soprattutto se Kiev capitola ai termini di Mosca.

La verità è quasi il contrario: cioè non ci sono due nazioni distinte lì, una che invade l'altra. Russia e Ucraina non sono mai state state indipendenti come Germania e Francia, o Spagna e Portogallo, o Colombia e Perù. Al contrario, sono stati un territorio e popoli mescolati negli ultimi 1300 anni.

La stessa lingua ucraina è testimonianza di tale storia e geografia. I dialetti parlati nel Donbas (aree marroni e gialle) sono un misto di ucraino e russo; i vecchi territori galiziani dell'Ucraina occidentale centrati a Leopoli (aree rosse) sono fortemente influenzati dai vocabolari polacco, slovacco e rumeno.; e le aree blu del nord presentano dialetti fortemente influenzati dal bielorusso.

Queste popolazioni segmentate non sono mai state unite sotto un sistema politico comune se non dalle armi comuniste tra il 1922 ed il 1991; poi tra il 1991 ed il 2014 da equilibri elettorali tenui ed in continuo mutamento dopo che l'entità amministrativa ucraina è stata arbitrariamente vomitata dalla vecchia Unione Sovietica; e infine dopo il colpo di stato del febbraio 2014 da un governo di Kiev che essenzialmente ha dichiarato guerra civile alla Crimea (che si è separata) e alle regioni orientali di lingua russa del Donbas che hanno cercato di fare lo stesso.

Quindi cosa c'è che non va nella secessione? Zelensky si è presentato davanti al Congresso e ha avuto il coraggio di chiedere la Terza Guerra Mondiale per una nazione che non ha alcuna possibilità di successo a lungo termine nella sua forma attuale. Eppure i politici americani di entrambi gli schieramenti sono in un tale fervore di guerra che hanno applaudito a gran voce gli sproloqui di un clown che avrebbe dovuto rimanere nel mondo del circo.

Tuttavia, riguardo la follia di difendere l'Ucraina con la guerra economica ora ed il confronto militare con la Russia se i guerrafondai dovessero ottenere ciò che vogliono, ricordate solo come sono arrivati ​​​​ad oggi i confini arbitrari illustrati sopra. Se questo bastardo vuole difendere lo "stato di diritto", allora che sia difeso sino in fondo.


Kiev è la patria ancestrale della Russia

In primo luogo, Putin ha sostanzialmente ragione quando afferma che la Russia e gran parte del territorio ucraino sono stati un tutt'uno per lunghi periodi di storia. Ironia della sorte, quindi, la Kiev devastata di oggi dall'esercito russo è in realtà la culla della Russia!

Come spiegò un'eccellente articolo del Washington Post:

I "Rus", le persone il cui nome è stato affibbiato alla Russia, erano originariamente commercianti e coloni scandinavi che si facevano strada dal Mar Baltico attraverso le paludi e le foreste dell'Europa orientale fino alle fertili terre fluviali di quella che oggi è l'Ucraina. Altri avventurieri vichinghi si recarono a Costantinopoli, la grande capitale dell'Impero bizantino, per trovare fortuna, a volte come mercenari.

Il primo grande centro dei "Rus" fu a Kiev, fondata nel IX secolo. Nel 988 Vladimir, un principe dei "Rus" di Kiev, fu battezzato da un sacerdote bizantino nell'antica colonia greca di Chersonesos, sulla costa della Crimea. La sua conversione segnò l'avvento del cristianesimo ortodosso tra i "Rus" e rimane un momento di grande simbolismo nazionalista per i russi. Putin ha invocato questo Vladimir in un discorso quando giustificò la sua annessione della Crimea.

Tuttavia le successive invasioni mongole iniziate nel XIII secolo sottomisero l'influenza di Kiev e portarono i russi a migrare verso nord. Ciò portò alla nascita di altri insediamenti dei "Rus", inclusa Mosca, mentre i discendenti turchi dell'Orda d'oro mongola formarono il proprio Khanato lungo il bordo settentrionale del Mar Nero e della Crimea.

Nei secoli successivi il territorio ucraino fu terra di nessuno, ospitando successive invasioni ed occupazioni da parte di forze esterne. La terra che ora è l'Ucraina giaceva ai margini di imperi in competizione, rendendola una regione di contese permanenti e confini mutevoli.

Alla fine il commonwealth polacco-lituano, che al suo apice comprendeva un'ampia fascia d'Europa, dominò gran parte del Paese. Ma nel corso dei secoli l'Ucraina avrebbe visto anche le incursioni di ungheresi, ottomani, svedesi, bande di cosacchi e gli eserciti dei successivi zar russi.

Alla fine del XVII secolo, dopo che gran parte dell'Europa si era congelata nei confini odierni, l'Ucraina non esisteva ancora come nazione. Invece, poiché questi confini serpeggianti sono apparsi e sono scomparsi ripetutamente, Russia e Polonia (commonwealth polacco-lituano) alla fine divisero gran parte del territorio di quella che oggi è l'Ucraina lungo il fiume Dnepr, come mostrato nella mappa qui sotto. Circa 355 anni fa (1667), per l'esattezza, le aree ad est del Dnepr, che ora comprendono il Donbas, furono acquisite dalla Russia e incorporate nello stato russo.

Quindi sì, le attuali province ribelli del Donbas, che avevano una parziale autonomia da Kiev in base agli Accordi di Minsk del 2015, sono in realtà "russe" da più di tre secoli e mezzo ed "ucraine" da circa 31 anni . O come direbbe Secy Blinkey, i confini contano.


L'ascesa della Nuova Russia

L'avanzata della Russia continuò un secolo dopo, durante il regno di Caterina la Grande, che proclamò i suoi domini lungo il Mar Nero "Novorossiya" o "Nuova Russia". All'epoca la corte russa nutriva persino sogni di far crollare completamente l'impero ottomano, estendendo la portata di Mosca su Istanbul e persino su Gerusalemme.

Il famigerato architetto dell'imperialismo di Caterina, Grigoriy Potemkin, disse così al suo sovrano:

"Credetemi, godrete di una fama immortale come nessun altro sovrano della Russia", quando offrì all'imperatrice un consiglio nel 1780 sui piani per strappare la Crimea agli ottomani. "Questa gloria aprirà la strada ad una gloria ancora più grande".

Nel frattempo, le spartizioni della Polonia alla fine del XVIII secolo portarono la città di Leopoli, un tempo un importante centro regionale e della cultura ebraica nell'Europa orientale, a cadere sotto il dominio dell'impero austro-ungarico. Quindi anche ad ovest non c'era ancora lo stato dell'Ucraina, ma come ha ulteriormente notato il Washington Post:

Fu lì, a metà del XIX secolo, che iniziò a prendere piede il nazionalismo ucraino, radicato nelle tradizioni e nei dialetti dei contadini della regione e nelle aspirazioni degli intellettuali che erano fuggiti dal soffocante dominio della Russia più ad est.


Lo stato costruito dai comunisti

La cosa sorprendente è che nel 1900, quando gran parte dell'Europa era completamente formata anche se in parte sotto il dominio dell'impero asburgico, non esisteva ancora una nazione chiamata Ucraina. Ad est, la Russia e gli odierni territori ucraini erano una cosa sola, mentre ad ovest i territori della Galizia facevano parte dell'impero asburgico.

Inutile dire che la prima guerra mondiale e la rivoluzione bolscevica del 1917 provocarono altri traumi e sconvolgimenti nelle aree che oggi costituiscono l'Ucraina. Il nuovo governo bolscevico desiderava disperatamente porre fine alle ostilità con la Germania ed i suoi alleati e nel 1918 firmò un trattato nella città di Brest-Litovsk. Come il Washington Post ha ulteriormente amplificato, il trattato cedeva:

[...] alcuni dei domini della Russia alle potenze centrali e riconosceva l'indipendenza di altri, inclusa l'Ucraina.

I termini del trattato furono annullati dalla sconfitta della Germania nel corso di quell'anno, ma il genio del nazionalismo ucraino era uscito dalla lampada. Movimenti indipendentisti di vario genere sorsero in città come Leopoli, Kiev e Kharkiv, ma alla fine furono tutti spazzati via dalla più ampia lotta per il potere in Russia.

Quella lotta venne alimentata alla conferenza di "pace" di Versailles in cui la nazione polacca, morta da tempo, venne rianimata da Woodrow Wilson. Quest'ultimo resuscitò quasi da solo la nazione polacca, strizzando così l'occhio non alle mappe storiche dell'Europa ma al voto polacco a Cleveland, Detroit e Chicago.

Subito dopo la Polonia rivendicò Leopoli ed una fetta di quella che ora è l'Ucraina occidentale sulla base del fatto che quello era un territorio sacro polacco, non ucraino.

In ogni caso, la regione divenne un campo di battaglia chiave della guerra civile russa, la quale contrappose le forze bolsceviche ad una schiera di eserciti della Russia bianca e guidati da lealisti del vecchio regime zarista e altri opportunisti politici. Dopo molti spargimenti di sangue, ed altre battaglie con la Polonia, i bolscevichi emersero trionfanti e dichiararono ufficialmente la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina nel 1922.

Alla fine, le mappe del mondo ora avevano almeno qualcosa che assomigliava all'incirca all'Ucraina moderna, anche se era stata creata dai fucili bolscevichi.

Gli anni che seguirono sarebbero stati ancora più traumatici. Alla fine degli anni '20 ed all'inizio degli anni '30, l'Ucraina soffrì pesantemente sotto il governo del despota sovietico Josef Stalin. Un vasto segmento della popolazione rurale ucraina fu sfollato ed espropriato dalle politiche aggressive di collettivizzazione di Stalin. Una carestia artificiale (Holodomor) nel 1932-33 provocò la morte di circa tre milioni di persone.

I russofoni da altrove emigrarono poi nelle città svuotate dell'Ucraina orientale, lasciando un'impronta demografica che avrebbe definito la politica di divisione dell'Ucraina fino ad oggi.

Come mostrato nella mappa qui sotto, il piccolo principato dell'Ucraina dal 1654 (area blu scuro) non aveva molto di cui scrivere fino a quando i russi si sono dati da fare per costruire la nazione. La costruzione della nazione russa, ovviamente.

Le aree gialle sono le vincite di Caterina la Grande e di altri zar russi nel 1654-1917, mentre i territori aggiunti distaccati dall'Armata Rossa di Lenin sono rappresentati dall'area viola. Questi erano i territori storici della "nuova Russia" aggiunti all'entità amministrativa dell'Ucraina per facilitare il governo comunista.

Più tardi arrivò il resto dell'Ucraina vera e propria tramite doni aggiunti dall'Armata Rossa di Stalin (area azzurra, 1939-1945). Questi territori furono rubati dal moderno stato artificiale della Polonia confezionato a Versailles; ed il già citato dono della Crimea (area rossa) fu aggiunto da Krusciov nel 1954.

In breve, va ricordato che i confini dell'America sono stati stabiliti da politici e hanno resistito alla prova di 167 anni durante i quali sono rimasti perfettamente saldi. Al contrario, l'odierna Ucraina raffigurata di seguito è opera di tiranni e comunisti ed i confini sono sempre stati mutevoli.

Quindi la domanda si ripresenta: chi sano di mente porterebbe il mondo sull'orlo di una guerra nucleare al fine di difendere il presunto stato di diritto universale e la santità dei confini?

Infatti diremmo che lo farebbero solo quelle persone che hanno perso la testa. Tutta questa storia non riguarda la nazione russa, lo stato di diritto, la politica estera, o la sicurezza e libertà della patria americana.

Al contrario, si tratta di un singolo membro della razza umana composta da 7 miliardi di persone: Vladimir Putin, completamente demonizzato, diffamato ed insultato. Biden non ha ancora superato lo shock del novembre 2016 ed intende combattere in modo permanente contro l'orco di Mosca che, lui ed il suo partito, ritengono responsabile di quella sconfitta.

Guarda caso, il loro mantra ripetuto all'infinito secondo cui le intenzioni espansionistiche di Putin sono state rivelate quando ha "sequestrato" la Crimea nel 2014 vi dice tutto ciò che dovete sapere. Questa affermazione è così ipocrita, logora e tendenziosa che solo una mente malata può pensarla.

Ciò equivale a dire che quel vecchio presidio sovietico deve essere difeso a tutti i costi, come se da questo dipendesse la sicurezza del North Dakota!

Come accennato in precedenza, il presunto territorio "occupato" della Crimea fu acquistato da Caterina la Grande nel 1783, soddisfacendo così la ricerca di lunga data degli zar russi per uno sbocco sul mare. Nel corso dei secoli Sebastopoli è poi emersa come una grande base navale della penisola di Crimea, dove è diventata il porto di partenza della potente flotta degli zar nel Mar Nero e poi anche dei commissari sovietici.

Per i successivi 171 anni la Crimea fu parte integrante della Russia (fino al 1954) ed è un dato di fatto che potete cercare negli archivi di Google/CIA!

Infatti quell'arco di tempo è uguale ai 170 anni trascorsi da quando la California è stata annessa in questo continente, fornendo così, per inciso, alla Marina degli Stati Uniti un proprio sbocco sull'oceano a San Diego.

Sebbene nessuna forza straniera abbia successivamente invaso le coste della California, non furono nemmeno i fucili, l'artiglieria ed il sangue ucraini ad annientare la carica della brigata leggera nella città di Balaclava in Crimea nel 1854: i combattenti erano russi che combattevano per la loro patria contro gli invasori turchi, francesi e britannici.

La sicurezza del suo porto storico in Crimea è ed è sempre stata la linea rossa russa e quindi non sono affari di Washington.

A differenza degli odierni politici a Washington, anche l'indebolito Franklin Roosevelt sapeva di essere nella "Russia" sovietica quando fece porto nella città di Yalta in Crimea nel febbraio 1945.

Per consolidare il suo controllo sul Cremlino nella lotta per la successione dopo la morte di Stalin, Nikita Khrushchev avrebbe trascorso 15 minuti per rivedere il suo "dono" della Crimea ai suoi subalterni a Kiev.

Come accadde, quindi, la Crimea entrò a far parte dell'Ucraina solo per atto dell'ex-Unione Sovietica.

Quindi, sì, ci sono tutte le ragioni affinché un governo di Kiev che chiede la pace restituisca la Crimea alla Russia, che l'ha sempre posseduta; ed in cui gli ucraini rappresentano meno del 15% della popolazione predominante di lingua russa. Per Washington affermare il contrario ed incoraggiare Zelensky a resistere equivale a pura arroganza egemonica.

Dopotutto, durante i lunghi decenni della Guerra Fredda, l'Occidente non ha fatto nulla per liberare la "nazione prigioniera" dell'Ucraina, con o senza l'appendice di Crimea conferitale nel 1954. Né ha tracciato linee rosse a metà degli anni '90 quando un'Ucraina finanziariamente disperata riaffittò Sebastopoli e le ridotte strategiche della Crimea ad una Russia altrettanto impoverita.

In breve, nell'era prima che ottenessimo il nostro porto sul Pacifico nel 1848 e anche durante l'intervallo di 170 anni da allora, la sicurezza nazionale americana non è dipesa dallo stato della Crimea di lingua russa e dalle regioni del Donbas dell'Ucraina orientale. Il fatto che la popolazione locale nel marzo 2014 abbia scelto la fedeltà al Grande Malfattore di Mosca piuttosto che ai mascalzoni e alla marmaglia che hanno sequestrato Kiev equivale ad un gigante "E allora?"

Tuttavia, è stata questa ultima spinta aggressiva di Washington e della NATO negli affari interni del vicino storico e vassallo della Russia, l'Ucraina, che in gran parte spiega l'attuale confronto bellico. Incarna anche la falsa affermazione secondo cui la Russia abbia disegni aggressivi ed espansionistici sugli stati dell'ex-Patto di Varsavia nei Paesi baltici, in Polonia ed oltre.

Quest'ultima è una fabbricazione senza senso. Infatti sono stati gli impiccioni neocon di Washington a schiacciare l'ultima parvenza di governo democratico dell'Ucraina quando hanno consentito agli ultranazionalisti ed ai cripto-nazisti di ottenere posizioni di governo dopo il colpo di stato nel febbraio 2014, il quale cacciò il presidente ucraino legittimamente eletto ed amico della Russia.

In questo contesto la storia degli anni '30 e '40 non va mai dimenticata. Come indicato sopra, Stalin decimò oltre il 15% della popolazione ucraina durante l'Holodomer e poi trasferì un numero enorme di persone di lingua russa nel Donbas per salvaguardare le sue industrie chimiche, siderurgiche e degli armamenti dai ribelli locali.

Quando la Wehrmacht di Hitler arrivò alla carica in Ucraina diretta verso la sanguinosa battaglia di Stalingrado, non ebbe problemi a reclutare centinaia di migliaia di nazionalisti ucraini in cerca di vendetta per fare il lavoro sporco: la brutale liquidazione di ebrei, polacchi, zingari ed altri untermenschen.

Infatti durante l'autunno del 1941 iniziarono le uccisioni di massa di ebrei che continuarono fino al 1944. Si stima che 1,5 milioni di ebrei ucraini morirono ed oltre 800.000 furono sfollati ad est; a Baby Yar quasi 34.000 vennero uccisi solo nei primi due giorni di massacro e tutte queste depredazioni vennero assistite e spesso eseguite da nazionalisti ucraini locali.

Poi, ovviamente, la marea cambiò e l'Armata Rossa tornò indietro attraverso le macerie dell'Ucraina in rotta verso Berlino. Dopo la loro vittoria sui tedeschi nella battaglia di Stalingrado all'inizio del 1943, i sovietici lanciarono una brutale controffensiva verso ovest, cercando i traditori ed i collaboratori tra la popolazione ucraina che avevano aiutato la Wehrmacht.

I tedeschi iniziarono così la loro lenta ritirata dall'Ucraina a metà del 1943, lasciandosi dietro una scia di distruzione totale. A novembre i sovietici rientrarono a Kiev, dove l'attività di guerriglia si intensificò in mezzo a sanguinose uccisioni per vendetta che causarono un numero enorme di vittime tra i civili. Nella primavera del 1944 l'Armata Rossa era penetrata in Galizia (Ucraina occidentale) ed alla fine di ottobre l'Ucraina era una terra desolata, ancora una volta sotto il controllo dell'Armata Rossa.

Quindi potremmo legittimamente chiedere: davvero le teste di legno a Washington non sapevano che avrebbero riaperto l'intera storia intrisa di sangue di lotte settarie e politiche quando hanno alimentato il "cambio di governo" a Kiev nel febbraio 2014?

Inoltre una volta aperto il vaso di Pandora, perché era così difficile capire che una vera e propria spartizione dell'Ucraina con autonomia per il Donbas e la Crimea, o addirittura l'adesione allo stato russo da cui queste comunità avevano avuto origine, sarebbe stata una decisione del tutto ragionevole?

Certamente sarebbe stato di gran lunga preferibile a trascinare tutta l'Europa nella follia dell'attuale resa dei conti militare e coinvolgere ulteriormente le fazioni ucraine in una guerra civile suicida.

Inutile dire che a Zelensky non gli importa niente di tutto ciò, anche se essendo un figlio nativo e di lingua russa dell'Ucraina sudorientale, in realtà è cresciuto in una parte dell'Ucraina moderna che era stata russa per 370 anni!

Proprio così. È solo il classico tizio che esulta per i suoi 15 minuti di fama. In un mondo razionale questo idiota avrebbe dovuto essere sbattuto fuori a calci dal Congresso degli Stati Uniti, ma gli ossessionati dalla guerra non riescono a vedere la proverbiale scritta sul muro e sanzionando il mondo non si sono accorti che hanno dichiarato guerra anche al popolo americano.


Come verrà divisa l'Ucraina dopo la capitolazione di Kiev

In ogni caso, un attore televisivo che non ha un copione diverso da quello che gli è stato consegnato dai suoi sorveglianti di Washington/NATO è una cosa. Un'altra invece, e decisamente molto più grande, è la negligenza grottesca e la cattiva direzione dei custodi di Sleepy Joe.

Vale a dire, Secy Blinkey e Snake Sullivan dovrebbero studiare la mappa qui sopra se vogliono intavolare una seria conversazione con le loro controparti russe sui punti della partizione e sul significato di "neutralità", "de-nazificazione" e "smilitarizzazione" dell'area verde, che molto probabilmente diventerà la futura "Ucraina"... se ne rimarrà qualcosa.

Inutile dire che non stanno nemmeno parlando con i russi. Sono così rossi di rabbia ed ansiosi di combattere una guerra economica che porterebbero l'economia globale al collasso piuttosto che riconoscere che loro, e loro soli, hanno portato questa situazione orrenda alle porte del mondo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


martedì 29 marzo 2022

Oggi avete l'opportunità di dare più significato alla vostra vita

 

 

di Barry Brownstein

Da tempo ricevo e-mail di lettori che chiedono aiuto contro la lotta emotiva legata al Covid. Un lettore mi ha chiesto: "Come posso influenzare gli altri affinché vedano la verità? Non ci sono molte persone che ascoltano. Sono disperato; sto iniziando a pensare che sia una causa persa e sopravvivere significherebbe rifugiarsi nell'ombra". Un altro lettore ha condiviso le sue paure e la sua disperazione prima di chiedere aiuto:

Vado a letto ogni notte preoccupandomi per il futuro dei miei figli e sentendomi impotente ad aiutarli. Non so come vivranno nel “Grande Reset” del World's Economic Forum. Ho presentato un'esenzione religiosa e ancora non ho avuto notizie dal mio datore di lavoro se è stata approvata o meno. Quindi vado a letto tutte le sere pensando che domani potrei non avere un lavoro.

Chi è disperato non è solo. Ansia, paura e disperazione sono emozioni umane impossibili da evitare. In una certa misura, ogni essere umano che cammina su questo pianeta condivide questi sentimenti, come osservò Mark Twain nella sua autobiografia:

Io sono l'intera razza umana compattata insieme. Ho scoperto che non c'è ingrediente della razza umana che anche io non possiedo. Nei miei contatti con la specie, non trovo nessuno che possieda una qualità che io non possiedo. Le sfumature tra me e le altre persone servono a creare varietà e prevenire la monotonia, ma questo è tutto; in linea di massima siamo tutti uguali.

Essere consumati dai nostri pensieri ed emozioni è un'esperienza umana comune. Le strategie tipiche di resistere alle emozioni, crogiolarsi in esse o negarle, non funzionano. Lo psicologo David Reynolds spiega i modi controproducenti in cui cerchiamo di sbarazzarci delle emozioni:

Concentrarsi sulle emozioni può prolungarle, in particolare quando le circostanze che le stimolano si dovessero ripresentare. Più proviamo a sbarazzarci direttamente dei sentimenti sconvolgenti, più attenzione prestiamo loro e più si intensificano. È più efficace lasciare le emozioni come sono, mentre intraprendiamo l'azione costruttiva che cambierà le nostre circostanze ed influenzerà indirettamente le nostre emozioni.

Quando ci disperiamo, è perché nel momento attuale, nel giorno attuale, pensiamo che non ci sia niente che si possa fare al riguardo; non vediamo un percorso di azione costruttiva; la vita sembra priva di senso.

Iniziamo a dissipare i sentimenti di disperazione man mano che diventiamo più consapevoli del nostro modo di pensare. Non possiamo controllare il nostro pensiero, ma possiamo riconoscere che i nostri sentimenti possono venire solo dal nostro pensiero. Provate, ad esempio, a sentirvi arrabbiati senza pensare a circostanze infurianti.

Non possiamo creare un vero significato per noi stessi resistendo alla vita o alimentando la rabbia della società. Tali attività sono un anti-scopo. Se non c'è alcun significato nelle nostre vite, o se il nostro scopo è negativo, non importa quanto tempo abbiamo, le nostre vite saranno vuote.

Durante il Covid la mano pesante dello stato ha ridotto le opportunità di dare un senso alle nostre vite. Ai figli è vietato confortare i genitori anziani nelle case di riposo; ai medici è vietato trattare i pazienti con potenziali terapie salvavita; i bambini sono seduti davanti allo schermo di un computer privati ​​delle esperienze di apprendimento dell'infanzia che derivano dall'interazione con gli altri; gli amici hanno paura di vedersi; ai sani è vietato vedere i moribondi negli ospedali.

Lo stato ha fatto molti danni, ma anche le nostre scelte individuali. Per molti il significato della vita ha preso la forma dell'adesione alle regole Covid, un segnale di virtù. Potreste conoscere persone che hanno trovato "significato" nel loro costante panico da Covid, come descritto dal blogger el gato malo:

C'è, in poche parole, una classe di persone qui che non vogliono tornare indietro. Questa presunta crisi ha dato loro un significato ed elevato le loro paure sociali a lungo ribollenti e gli istinti di ricerca di panico/sicurezza a malapena repressi in ciò che hanno scambiato per virtù.

Leggiamo resoconti assurdi, come quello dello psicologo che ha consigliato un tampone rapido in un garage prima di permettere agli ospiti invitati di entrare in casa sua per la festa del Ringraziamento; i dubbi dei triplo vaccinati se è sicuro socializzare con i doppio vaccinati, per non parlare dei non vaccinati. Sicuramente, tali pensieri occupano gran parte del loro panorama mentale.

Fauci o il CDC non collegheranno mai casi gravi di Covid ad una perdita di significato nella vita delle persone, ma i risultati della ricerca ci fanno riflettere. Nel suo libro Life on Purpose, Victor Strecher, professore di salute pubblica all'Università del Michigan, riporta prove che le persone che hanno "uno scopo forte nella vita, in media, vivono vite più lunghe di quelli con uno scopo debole".

I risultati della ricerca scientifica indicano che "il benessere eudaimonico avvantaggia direttamente la funzione immunitaria". "Benessere eudaimonico" si riferisce alla "più profonda soddisfazione derivante da attività con un significato o uno scopo più grandi". Lo stress aumenta quando il significato sembra fugace e crediamo di dover cambiare le nostre circostanze per raggiungere la felicità; inoltre sappiamo che lo stress riduce la capacità del nostro sistema immunitario di combattere i virus.

Il fatto che molti ignorano tali scoperte non dovrebbe sorprenderci. Nel suo The Counter-Revolution of Science, Friedrich Hayek esplora il motivo per cui molti burocrati e politici non hanno rispetto per l'ordine creato dalle persone che perseguono i propri scopi individuali:

[Non riescono] a capire come l'azione indipendente di molti esseri umani possa produrre insiemi coerenti, strutture persistenti di relazioni che servono a scopi umani importanti senza essere state progettate per tale fine. Ciò produce un'interpretazione "pragmatica" delle istituzioni sociali che tratta tutte le strutture sociali che servono a scopi umani come il risultato di una progettazione deliberata e che nega la possibilità di una disposizione ordinata o mirata in tutto ciò che non è così costruito.

In altre parole, Fauci ed il presidente Biden mostrano poco rispetto per qualsiasi cosa al di là di ciò che le loro menti sono in grado di afferrare e (tentare di) controllare.


La via d'uscita dalla disperazione

Molti sperano in una soluzione permanente alle loro emozioni negative. Non ci sono soluzioni permanenti, ma c'è un processo che può ridurre il tempo che trascorriamo con le emozioni negative. Non dobbiamo permettere ai nostri sentimenti di definirci.

Ci sbagliamo quando diciamo a noi stessi che domani le circostanze esterne che affronterò miglioreranno e poi mi sentirò meglio emotivamente. In verità, il nostro benessere emotivo non deve necessariamente dipendere da circostanze esterne. Infatti siamo noi a scegliere la nostra mentalità e quest'ultima crea la qualità della nostra esperienza di vita.

Non siamo responsabili di come si comportano gli altri, ma anche quando sembra il contrario, la libertà di scegliere la nostra mentalità è dentro ognuno di noi. "L'uomo in definitiva si autodetermina", scrisse lo psicoterapeuta Viktor Frankl nel suo lavoro, Man's Search for Meaning. "L'uomo non esiste nel vuoto, ma decide sempre quale sarà la sua esistenza, cosa diventerà nel momento successivo".

Frankl osservò i detenuti nei campi di concentramento, affamati, che cedevano le loro magre razioni di pane. "Potevano essere in pochi a farlo", ma ecco l'intuizione senza tempo di Frankl, "tutto può essere preso da un uomo tranne una cosa: la libertà umana definitiva, ovvero, scegliere il proprio atteggiamento in qualsiasi insieme di circostanze, scegliere la proprio strada."

Frankl disse: "L'uomo determina sé stesso se cede alle condizioni o resiste ad esse".

Ogni giorno, ogni ora, offre l'opportunità di prendere una decisione, una decisione che determina se vi sottomettete o meno a quei poteri che minacciano di derubarvi di voi stessi, della vostra libertà interiore; che determina se diventate o meno il giocattolo delle circostanze, rinunciando alla libertà e alla dignità per ridurvi nella forma del detenuto classico.

In questo momento, anche se le nostre circostanze sono immutabili, Frankl ci spingerebbe ad esercitare la nostra libertà interiore per scegliere il nostro atteggiamento ed il nostro scopo.

Coltivare valori senza tempo porta ad una vita con un significato. Frankl insegna che la felicità deve essere ottenuta indirettamente, superando noi stessi. Frankl scrive: "La felicità non può essere perseguita; deve derivare, e lo fa solo come effetto collaterale non intenzionale della propria dedizione ad una causa più grande di noi stessi, o come sottoprodotto della propria resa ad una persona diversa da sé stessi".

Nel suo libro, Prisoners of Our Thoughts, Alex Pattakos condivide l'ammonimento di Frankl: "Ognuno di noi ha il suo campo di concentramento interiore [...] dobbiamo affrontarlo, con perdono e pazienza, come esseri umani a pieno titolo; come siamo e cosa diventeremo". Riflettendo sull'intuizione di Frankl possiamo chiederci: sono diventato prigioniero della mia stessa disperazione?

In Psychotherapy and Existentialism, Frankl sottolineò ancora una volta la nostra libertà: "In definitiva, l'uomo non è soggetto alle condizioni che gli si presentano; piuttosto queste condizioni sono soggette alla sua decisione. Consapevolmente o meno, decide se affronterà o cederà, se si lascerà determinare o meno dalle condizioni".

La nostra libertà di scelta è al centro degli insegnamenti di Frankl. Nella sua autobiografia Frankl scriveva: "Sono convinto che, in definitiva, non esiste situazione che non contenga al suo interno il germe di un significato". Ogni momento offre opportunità per dare più significato alla nostra vita assumendoci più responsabilità.

Per mettere in pratica l'insegnamento di Frankl, possiamo iniziare creando più spazio per rimarcare ciò che ci fornisce significato. Non gli lasciamo spazio quando siamo incollati ai nostri smartphone, quando NPR, CNN o Fox News sono in sottofondo, o quando riempiamo le nostre giornate di attività banali.

Nella ricerca del proprio significato, Frankl può essere la nostra guida: "Un essere umano che prende coscienza della responsabilità che ha nei confronti di un altro essere umano, o di un'opera incompiuta, non potrà mai buttare via la sua vita. Conosce il 'perché' della sua esistenza e sarà in grado di sopportare quasi ogni 'come'. L'amore è l'obiettivo finale e più alto".

Poche righe anonime, spesso erroneamente attribuite a Frankl, ma scoperte da Stephen R. Covey, riassumono il potere della nostra decisione di scegliere una mentalità che superi la disperazione e dia significato alla vita: "Tra stimolo e risposta c'è uno spazio. In tale spazio risiede la nostra libertà ed il nostro potere di scegliere la nostra risposta. Nella nostra risposta sta la nostra crescita e la nostra felicità".

La ricerca del proprio significato è un viaggio individuale. Le opportunità abbondano per mostrare una nuova mentalità. Quando i burocrati ed i politici sono crudeli, possiamo ricorrere alla gentilezza nella nostra vita quotidiana. Quando suscitano odio usando la retorica "noi contro loro", possiamo ricorrere al valore della nostra umanità condivisa. Quando lo stato rende più difficile la crescita delle imprese, le nostre intuizioni imprenditoriali possono mostrarci la strada. Nessuno potrà mai costringerci a rinunciare alla nostra libertà interiore. Oggi, come ogni giorno, avremo l'opportunità di dare più significato alle nostre vite.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


lunedì 28 marzo 2022

Putin: un uomo destinato all'impiccagione o all'annegamento?

 

 

di Tom Luongo

Mentre si conclude questa terza settimana della terza guerra mondiale, sta diventando chiaro che la strategia di fine gioco dell'Occidente è ora un cambio di governo in Russia. Mentre il denaro e le armi si riversano in Ucraina, la bandiera ucraina si è ulteriormente trasformata nella versione del XXI secolo di "Vecchia Scarpa" in tutti i social.

Zelenskyy è stato persino invitato agli Oscar per pietà.

Semmai aveste avuto dubbi su questa storia, guardate il senatore Lindsey Graham (neocon – SC) spingere sempre più sull'assassinio di un leader mondiale.

Parlando ad una conferenza stampa, Graham ha detto: "Spero che venga eliminato, in un modo o nell'altro", aggiungendo poi "non mi interessa come lo eliminano, non mi interessa se lo mandiamo all'Aia e poi viene trovato colpevole. Voglio solo che se ne vada".

"È ora che se ne vada",  ha ulteriormente detto Graham di Putin, facendo eco alle osservazioni sbottonate di Joe Biden secondo cui "è un criminale di guerra".

"Vorrei che qualcuno avesse fatto fuori Hitler negli anni '30. Quindi, sì, Vladimir Putin non è un leader legittimo. È un criminale di guerra".

Graham ha inoltre proclamato che la Russia "non avrà un futuro" con Putin, aggiungendo "penso che il mondo starebbe meglio senza Putin: prima se ne va e meglio è, e non mi interessa come accada".

Questo sì che si definisce non avere peli sulla lingua.

Anche Paul Craig Roberts sta cercando di capire perché Putin non tratti i suoi nemici in modo più spietato. Noi americani svegli abbiamo capito quanto possano essere depravati i nostri leader ed a volte penso che ci lasciamo trasportare dalle nostre intuizioni qui sul blog.

Come ho detto sarebbe successo, la guerra al rallentatore della Russia ha giocato al 100% a favore dei suoi nemici. La Russia aveva bisogno di una rapida vittoria per prevenire una devastante campagna psy-op contro di essa e per intimidire un'ulteriore espansione della NATO. Ciò che il Cremlino ha ottenuto credendo che l'Occidente avrebbe rispettato le intenzioni umanitarie è solo infamia. Invece di scoraggiare le provocazioni nei confronti della Russia che alla fine porteranno alla guerra nucleare, la politica di guerra del Cremlino, che l'Occidente considera irrisolvibile, ne ha solamente incoraggiate di altre.

La tesi di Roberts è quella che ho sentito da più persone, incluso il mio amico Dexter White: la lentezza di Putin nell'operazione in Ucraina ha ulteriormente incoraggiato i pazzi neocon, il cui solo pensiero è concentrato sull'interpretazione di ogni azione dei loro nemici come una debolezza da sfruttare.

Questa analisi consolida ulteriormente la mia conclusione secondo cui hanno un modo di ragionare decisamente sinistro, possedendo tutti gli attributi di qualcuno psicologicamente squilibrato. Diventano psicotici e paranoici vedendo tutto nei termini del loro nemico.

È il ritornello più popolare dei globalisti disperati: "È colpa di Putin!".

Non importa se è vero o no, ciò che conta è mantenere le persone in quello stato suggestionabile. È facile da fare poiché anche loro stessi sono così.

A Lindsey Graham piace fare il duro ed anche a Biden. Nessuno di loro ha mai lottato poiché in serio pericolo di vita. Non sanno cosa significa essere in serio pericolo. La loro unica paura è di gran lunga peggiore: la reputazione, ovvero aver paura di essere esposti.

Si nascondono dietro le telecamere, il loro status ed il loro ego.

Vivono nella paura di essere esposti alla vergogna.

È facile liquidare Graham come un buffone, perché lo è, ma è anche un ingranaggio molto importante nella macchina politica. Di conseguenza quando parla è meglio ascoltare. Non siate ingenui quindi, le sue affermazioni significano qualcosa.

Se vi guardate intorno a DC, vedete lo stesso marciume psicologico ogni volta che uno di questi guerrafondai si mette davanti ad una telecamera per cercare consenso. La paura per la vergogna di essere sposti li porta alla follia, come Lindsey mostra ora su base quasi quotidiana.

Questa spinta al cambio di regime in Russia deve farci porre una domanda molto importante: "Perché si stanno spingendo così lontano? Perché pensano di poter effettuare un cambio di governo quando Putin ha più del 70% di sostegno?"

È perché hanno paura dei fatti emergenti sul campo, ovvero che la Russia sta macinando, inevitabilmente ed inesorabilmente, una vittoria dietro l'altra in Ucraina e quindi la sua guerra non è una cattiva strategia militare e/o di scarsa intelligence e logistica?

O è qualcosa di più profondo...


Qualcosa di più oscuro

La psiche collettiva della Russia è un riflesso di quella di Putin. La loro rabbia e frustrazione ora sono reali e l'Occidente odia la Russia ed i russi con una passione tanto ardente quanto irrazionale.

La paura della perdita di potere ha reso i guerrafondai dei pazzi furiosi, perché si rifiutano di incolpare sé stessi per questo pasticcio:

• Hanno permesso a Biden di prendere la Casa Bianca;

• Credono a tutta la rozza propaganda su Trump e Putin;

• Indossano ancora le mascherine, ora con le bandiere ucraine, per mostrare la loro saggezza su coloro che ora sono chiaramente traditori;

• I loro stipendi stanno diventando sempre più piccoli di giorno in giorno.

Quando vedete un sondaggio di Pew che afferma che più di un terzo degli americani è disposto a rischiare una guerra nucleare per fermare Putin in Ucraina, sapete che qualcuno è andato fuori binario e non sono i russi.

Non è la paura che fa arrabbiare il popolo russo e Putin, è la delusione per il fatto che la loro mano dell'amicizia sia stata costantemente schiaffeggiata nell'era post-sovietica.

La buona volontà che esisteva in Occidente nei confronti dei russi negli anni '90, vedendoli vittime di un terribile male e quindi da compatire, si è trasformata in disgusto per aver seguito un uomo in guerra ed aver minacciato la loro vuota esistenza dietro i loro iPhone.

Quando Putin parla ora è visibilmente, visceralmente arrabbiato. Per anni ha sistematicamente tagliato fuori la Russia dalle influenze del finto liberalismo occidentale.

Putin sa di essere stato spinto su questa strada da persone potenti, ma psicologicamente piccole; ed il popolo russo è stato profondamente mancato di rispetto fino al punto da scendere in guerra. Ecco perché i suoi numeri nei sondaggi aumentano, mentre quelli di Biden a malapena si muovono.

Tutto ciò porta al cambio di governo come fine del gioco, perché potrebbe essere l'unica opzione, il che implica una continua escalation fino ad arrivare al punto di qualcosa di impensabile.

Ed ha perfettamente senso che sia ciò che stanno pianificando: non solo un cambio di governo, ma una guerra più ampia (si veda l'accumulo di truppe della NATO) per ridurre in poltiglia la Russia ed atomizzarla, sia la cultura russa che il popolo russo.

Detto questo, la cricca di Davos ha pochissima intelligence sul campo per farlo accadere. Tutte le sanzioni e l'espulsione dei diplomatici hanno aiutato la sicurezza della Russia e di Putin.

L'Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca ha meno di 50 persone.

Anche se questo è un triste stato di cose e significa che c'è poca o nessuna speranza di diplomazia, significa anche che non c'è alcuna infrastruttura per attuare ciò che Lindsey sta dicendo: "Qualcuno lo faccia fuori, chiunque!".

Questo significa che sta emergendo una nuova narrativa e allo stesso tempo sta emergendo anche una certa impotenza, dal mio punto di vista.

Ora, sfortunatamente, tutto questo mi porta in un posto sempre più oscuro: non vogliono solo un cambio di governo ed una sorta di accordo negoziato per l'Ucraina. In realtà, è fuori discussione ora.

Vedono la proverbiale scritta sul muro per il loro sistema finanziario che ha fallito e l'unica opzione che considerano ora è fare i preparativi per la Terza Guerra Mondiale pensando di avere ancora il materiale e la manodopera per imporre il loro Grande Reset, piano che prevedeva sin dall'inizio una guerra.

Il compito di Lindsey Graham è costruire la guerra di propaganda per giustificare l'ingresso della NATO in Ucraina nelle prossime settimane.

Il programma ora è la terza guerra mondiale, forse con armi nucleari e l'umiliazione della Russia e la sua eventuale distruzione.

E quella dell'Occidente.

Ieri mi sono sforzato di 'lavorare' a causa di questa consapevolezza. Ero prosciugato e avevo programmato di dormire tutto il giorno. Ho rivisto la parte I delle interviste di Oliver Stone a Putin del 2016.

Consiglio a tutti di guardarle, sono illuminanti.

Se volete conoscere il vostro nemico, dovreste studiarlo. Demonizzarlo potrebbe farvi guadagnare amici al bar, ma vi costerà la vostra anima. Circa 20 minuti dopo, durante la loro prima conversazione, Stone parla dei molteplici tentativi di omicidio di Putin.

Se non volete vedere l'intero documentario, guardate solo questo segmento (cliccate qui) per capire meglio la Russia e Putin. La battuta finale è semplice:

“Sai cosa si dice tra il popolo russo? Coloro che sono destinati all'impiccagione, non affogano.”
– Vladimir Putin

Putin è ben consapevole, iperconsapevole della sua situazione. Una persona nella sua posizione che ha combattuto in questo modo per più di 20 anni, un progetto a cui ha dedicato la seconda metà della sua vita, non è così stupido da essere l'imbroglione nascosto della cricca di Davos, né è cieco davanti alle capacità o la spietatezza dei suoi nemici.

Questo è il motivo per cui ho le posizioni su Putin che ho. Potrebbe fallire, la guerra è un inferno e niente va mai secondo i piani.

Ma se doveste essere condotti in guerra su chi scommettereste? Persone come Lindsey Graham non potrebbero mai stare davanti ad una telecamera e dire quello che Putin ha detto a Stone. Come mai?

Perché non c'è lì. È solo un proiettore di ombre con una marionetta e dei fili sulla sua testa.

Ma se allontanate la telecamera da Graham e Biden e guardate Putin, ora sta parlando al mondo. Ecco di cosa parlava il suo ultimo discorso.

Non era rivolto ai suoi nemici.

Ha smesso di parlare con loro, anche perché non stanno ascoltando.

Quel discorso era rivolto a tutti gli altri, inclusi americani ed europei: “Questo è quello che pensano di voi. Questo è ciò che sono disposti a fare per chiedere la vostra obbedienza. Ruberanno i vostri soldi, prenderanno i vostri figli, bruceranno la vostra vita”.

Gente, su questo punto ha ragione da vendere.

Se qualcuno chiede un cambio di governo adesso, quello è Putin.

Potrebbe non avere alcun effetto qui in Occidente, ma risuonerà in tutto il mondo e soprattutto in quei luoghi ora molto spaventati dal conflitto che Biden e la cricca di Davos stanno fomentando.

In queste circostanze la chiarezza arriva rapidamente e le grandi decisioni arrivano velocemente.

Penso che sia in corso un collasso globale (abilmente nascosto) mentre scrivo, non possiamo vederlo qui in Occidente perché non ci è permesso, ma nei parlamenti e nei politburo che la cricca di Davos considera come "soccorritori", sta succedendo eccome. I titoli di giornale si alternano quasi troppo in fretta affinché chiunque possa stare al passo.

Questo è ciò che accade quando gli uomini paurosi vengono messi alle strette e la cricca di Davos è alle strette. L'uomo che sta annegando farà di tutto per evitare di annegare, compreso annegare il suo soccorritore.

L'impiccato ha già accettato il suo destino; è libero.

Quello che succede dopo non è nelle sue mani, è nelle nostre.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


venerdì 25 marzo 2022

La fine del denaro fiat in piena vista...

 

 

di Alasdair Macleod

Per quanto tragica sia diventata la situazione in Ucraina, la vera guerra, quella finanziaria ed iniziata qualche tempo fa, è ora approdata anche sulle materie prime. Putin può anche aver commesso un enorme errore nell'aver invaso l'Ucraina, ma la reazione dell'Occidente, cercare di isolare la Russia e le sue esportazioni di materie prime dal mercato globale, è stato decisamente più grande.

Inoltre, poiché l'Ucraina è il granaio dell'Europa ed un importante esportatore di fertilizzanti, quest'estate vedremo una grave carenza di cibo, aggravata dal fatto che la Cina ha già accumulato la maggior parte dei cereali del mondo per la propria popolazione. L'inflazione misurata dai prezzi al consumo ha appena iniziato a salire.

Dato che scontano il calo del potere d'acquisto delle valute, l'aumento dei tassi d'interesse ed il crollo dei prezzi delle obbligazioni sono ora inevitabili. Essendo pieno di obbligazioni ed asset finanziari come garanzia, le conseguenze per il sistema bancario globale saranno tali che è praticamente impossibile vedere come possa sopravvivere. E se il sistema bancario rischia il collasso, non essendo supportato da qualcosa di diverso dalla rapida scomparsa della fiducia in esso, anche le valute fiat falliranno.


Conseguenze finanziarie ed economiche impreviste

Negli anni '60 Harold Wilson, in qualità di Primo Ministro britannico, dichiarò che in politica una settimana è molto tempo. Oggi possiamo anche commentare che è passato molto tempo nei mercati delle materie prime, nei mercati azionari, nella geopolitica e in quasi tutto ciò a cui ci interessa. La rapidità del cambiamento potrebbe non essere catturata in soli sette giorni di calendario, ma nelle ultime settimane abbiamo assistito all'iniziale scoppio della bolla del denaro fiat e di tutto ciò che fluttua con esso.

Si sta rivelando un evento finanziario estremo. Lo sfondo è l'attenuazione delle distorsioni economiche. Attraverso una combinazione di espansione monetaria e soppressione dei mercati, la differenza tra i prezzi controllati dallo stato e la realtà del mercato non è mai stata così grande. Tassi d'interesse a zero e negativi, rendimenti obbligazionari reali profondamente negativi ed una politica deliberata di creazione di ricchezza artificiale (alimentando una bolla finanziaria per distogliere l'attenzione dall'aggravarsi della crisi economica degli ultimi anni), hanno tutti contribuito al divario tra le aspettative rialziste e la realtà del mercato.

Oggi quasi più nessuno pensa che le banche centrali ed i loro governi possano fallire, per non parlare di perdere il controllo sui mercati. E se camminate come un keynesiano e parlate come un keynesiano, allora siete keynesiani. Tutti lo sono ormai, anche i monetaristi, ed i keynesiani credono nella teoria statale del tutto, disprezzando i mercati e temendo ora la loro realtà.

Le scorse settimane hanno visto crescenti preoccupazioni sul fatto che i tentativi guidati dagli americani di spodestare Putin abbiano delle conseguenze. Mettete da parte la distruzione provocata dalla guerra, stiamo parlando del granaio d'Europa e finora quest'anno i prezzi del grano sono aumentati di oltre il 50%. Dopo aver devastato le successive nazioni arabe da quando Saddam Hussein invase il Kuwait nel 1990, le persone che sono sopravvissute alle guerre guidate dagli americani in Medio Oriente e Nord Africa, e non sono emigrate come profughi, ora affronteranno la fame.

Alimentati dall'espansione della valuta e del credito, non saranno solo i prezzi del grano ad aumentare ma anche quelli di altri prodotti alimentari. E apprendiamo da varie fonti che i cinesi sono stati abbastanza preveggenti da accumulare enormi quantità di cereali e altri materiali commestibili per proteggere i loro cittadini da una crisi alimentare estiva. Il 23% della popolazione mondiale si è assicurata più della metà del mais e di altri cereali del mondo. E sono passati due mesi prima che Putin ordinasse l'invasione dell'Ucraina, il che ha peggiorato ulteriormente la posizione sulle forniture alimentari globali. La posizione dominante della Cina nel mais colpirà in modo particolarmente duro l'Africa subsahariana, mentre la carenza globale di riso colpirà le nazioni dell'Asia meridionale e orientale.

Adesso ci mancano solo raccolti miseri. A proposito, la carenza di fertilizzanti, esacerbata dalla guerra in Ucraina e dai prezzi elevati del gas, è destinata ad influenzare negativamente la produzione alimentare globale per quanto riguarda il raccolto di quest'anno. E complimenti ai nostri leader eletti per aver imposto sanzioni alle esportazioni russe di fertilizzanti, che insieme alla conservazione delle sue forniture da parte della Cina garantiranno ai nostri poveri, e a tutti gli altri, l'aumento dei prezzi dei generi alimentari e persino la fame nel 2022.

Eppure pochi sembrano essere consapevoli di questa crisi. Sebbene l'Ucraina sia un ovvio fattore che fa aumentare i prezzi di cibo ed energia, la causa principale è stata e continuerà ad essere una: le politiche monetarie sconsiderate. La storia è disseminata di esempi di svalutazione delle valute che portano ad una crisi alimentare e disordini civili: l'editto sui prezzi dell'imperatore Diocleziano nel 301 d.C.; la svalutazione della moneta che portò all'impennata dei prezzi dei generi alimentari nel 1124 d.C. al tempo di Enrico I d'Inghilterra; il crollo della lira di John Law nel 1720 in Francia; ecc.

Il dollaro, l'euro, lo yen, le sterline tutti sono stati svalutati in quello che un tempo veniva chiamato il mondo civile. E la comprensione di cosa sia il denaro e l'evidenza empirica indicano entrambi una conseguente crisi alimentare quest'estate.

Come pagheremo i prezzi più alti? Le autorità se ne occuperanno: il sistema bancario centrale emetterà semplicemente più valuta e potreste persino vederne un po' scendere dagli elicotteri. I controlli sui prezzi si dimostreranno irresistibili per i nostri leader e, proprio come Diocleziano penalizzò macellai e fornai che non potevano aumentare i loro prezzi pena la morte, i fornitori di beni di prima necessità di oggi saranno accusati di speculazione e tassati di conseguenza.

E come possiamo garantire che i nostri stili di vita non siano compromessi? Possiamo prendere in prestito di più per pagare auto e vacanze. E come ci assicuriamo di preservare la nostra ricchezza? Il sistema bancario centrale sopprimerà i tassi d'interesse per mantenere i mercati azionari in fermento.

In sostanza, è un tiro mancino giocato a tutti noi usando la valuta fiat mascherata da denaro tradizionale. Il rischio è che chi investe, e poi Main Street, vengano travolti: prima scoppia la bolla degli asset finanziari e poi non saremo in grado di alimentarci. Coloro che intravedono il pericolo pensano che il declino sia un processo graduale. L'errore che commettono è un elemento umano, il quale si traduce in conseguenze impreviste sotto forma di un'improvvisa crisi finanziaria ed economica.

Questo articolo parla dell'imminente crisi finanziaria e bancaria. Inizieremo con un controllo della realtà sullo stato attuale della guerra alle merci, finanziaria ed economica. Ancora oggi sta imperversando e quasi certamente destabilizzerà l'attuale ordine mondiale. E le conseguenze sui tassi d'interesse richiederanno la ricapitalizzazione dell'intero sistema finanziario mondiale, a cominciare dalle banche centrali.


La crisi finanziaria e la crisi delle materie prime

Se Putin fosse rimasto fedele al suo obiettivo originale di creare una frattura tra Europa ed America, sarebbe stato in grado di aumentare i prezzi del gas naturale in Europa occidentale senza ricorrere ad altre armi economiche. Gli eventi hanno preso una piega diversa ed ora l'America ha unito i suoi membri europei della NATO per far salire i prezzi dell'energia e dei generi alimentari a livello globale vietando tutti i pagamenti finanziari con la Russia. La preoccupazione economica più ampia è che l'impennata dei prezzi delle materie prime, dell'energia e dei prodotti alimentari porterà ad un crollo mondiale.

Spinti da una fuga iniziale dei fondi di investimento dal rischio verso la sicurezza, i rendimenti obbligazionari sono stati inizialmente spinti al ribasso rispetto ai massimi recenti. Il seguente grafico mostra come i rendimenti obbligazionari per le obbligazioni a 10 anni in America, Germania e Giappone siano calati rispetto ai picchi recenti di inizio settimana.

Sebbene da allora i rendimenti siano leggermente saliti, questi ribassi sono stati una sorta di ancora di salvezza per la FED, la BCE e la BOJ, e sarebbe conveniente per loro se si stabilizzassero ai livelli attuali. Si adatta alla loro narrativa preferita: l'inflazione, con la quale intendono l'aumento dei prezzi al consumo, è alimentata da fattori temporanei che scompariranno nel tempo e quando Putin sarà costretto a rinunciare alla sua aggressione contro l'Ucraina, i prezzi si normalizzeranno.

I pianificatori politici occidentali vedono che le loro economie sono indebolite da questi sviluppi e si aspettano che le prospettive cambieranno: dall'inflazione alla recessione. Pertanto i banchieri centrali e gli economisti stanno iniziando a pensare che rialzare i tassi d'interesse si rivelerebbe un errore che potrebbe trasformare una lieve recessione in un possibile crollo.

Anche le valute sono influenzate dalla fuga verso la salvezza. L'opinione convenzionale è che la valuta più sicura sia il dollaro, il quale ha subito un forte rialzo, come mostrato nel grafico seguente.

Ma va notato che la proprietà estera è già fortemente divisa in dollari ed asset denominati in dollari. Secondo gli ultimi dati del Tesoro statunitense, lo scorso dicembre i titoli a lungo e breve termine ed i depositi bancari di proprietà di stranieri totalizzavano $34.000 miliardi, circa il 150% del PIL degli Stati Uniti e da allora sono quasi certamente aumentati ulteriormente.

L'attuale ondata di depositi in valuta estera che fuggono verso il dollaro significa guai futuri per il biglietto verde, perché o rappresentano liquidità impiegata in modo inefficiente per gli stranieri che contabilizzano in altre valute o sono investiti in asset finanziari sopravvalutati. Ma per ora non solo il dollaro è il re delle valute, ma la vicinanza dell'Eurozona all'Ucraina ed i legami commerciali con l'Europa orientale in senso lato indeboliscono la fiducia nell'euro. L'euro è la componente più grande nell'indice del dollaro.

Ma la fuga verso la sicurezza in valute ed obbligazioni è un passo temporaneo alimentato da investitori in balia della macroeconomia keynesiana. Essendo stati istruiti esclusivamente al keynesismo, mancano di comprensione dell'oro e del suo ruolo monetario. Quando è liberamente rimborsabile in oro, solo allora una valuta assume le qualità monetarie del metallo giallo. Sono passati ottantanove anni da quando il dollaro ha goduto di questo status, e negli ultimi cinquantuno anni è stato totalmente scoperto, portando con sé tutte le altre valute. Infatti la sospensione temporanea dell'accordo di Bretton Woods è stata sostituita con la propaganda contro l'oro per assicurarsi l'egemonia del dollaro.

Le poche persone che hanno capito cos'è il denaro e gestiscono asset finanziari sono andate in pensione da tempo. Tutte le valute sono ora fiat, emesse dallo stato, vulnerabili ad uno scisma tra il loro potere d'acquisto e quello dell'oro. La fuga da queste caratteristiche malsane sarà senza dubbio nel denaro metallico, cioè oro e argento, quando alla fine scomparirà la fiducia del pubblico nella valuta fiat.


La banca centrale russa valuterà la sua posizione

La posizione della Russia è invece diversa. Negli ultimi due anni la sua M2 è aumentata del 27% rispetto al 41% di quella del dollaro. Il rublo non è stato trascinato al ribasso tanto dalle politiche inflazionistiche quanto da una minaccia esterna. Ciò ha portato a prelievi di contanti dai conti bancari da parte della classe media russa, riflettendo un'erosione della fiducia interna nelle banche commerciali. Il rublo si è quasi dimezzato rispetto al dollaro. La Banca centrale russa adesso prenderà in considerazione la sua linea di politica sulle riserve, al di là della sua risposta iniziale di rialzare i tassi d'interesse al 20% ed imporre controlli restrittivi sui cambi.

Delle riserve estere totali della Banca centrale russa, circa $500 miliardi sono in valuta estera e $130 miliardi in oro. Le sanzioni contro di essa hanno svalutato l'elemento valute. La differenza tra valuta fiat ed oro è stata chiaramente dimostrata: solo le riserve auree fisiche, che non hanno rischio di controparte, hanno valore per lo stato russo. La questione ora è come stabilizzare la valuta interna e restituire la fiducia della popolazione in essa.

Ha alcune carte di alto valore in mano. La corsa agli sportelli è destinata a scemare nel tempo ed il rublo dovrebbe stabilizzarsi dopo il calo iniziale sul mercato dei cambi. Un periodo di stabilità eliminerà la pressione sul sistema bancario, mentre il panico si allontanerà. L'aumento dei prezzi delle materie prime globali contribuirà notevolmente a stabilizzare le finanze della Russia, nonostante le sanzioni dell'Occidente. La Russia si adatterà alle sanzioni e troverà il modo di esportare energia e materie prime. Ogni volta che sono state imposte sanzioni, come contro il Sud Africa negli anni dell'apartheid, dopo uno shock iniziale la nazione ne emerge più forte e, nel breve termine, il costo del lavoro viene dimezzato rispetto alla produzione di materie prime.

Nel frattempo una conseguenza della mancata conquista dell'Ucraina aumenterà la probabilità che Putin intensifichi la crisi energetica e delle materie prime come mezzo per destabilizzare i nemici occidentali della Russia. È stato costretto in un angolo in tal senso e non abbiamo ancora visto la sua risposta. La domanda è cosa farà la Russia riguardo all'oro.

Con la maggior parte delle sue riserve monetarie sanzionate dall'Occidente, l'oro è diventato la risorsa principale. E se la Banca centrale russa sente la necessità di stabilizzare il rublo a lungo termine, le sue riserve auree potrebbero essere impiegate per stabilizzarlo ed assicurarlo contro future ostilità. Per promuovere una politica dell'oro, potrebbe voler aumentare il prezzo dell'oro in dollari prima di fissare un tasso per il rublo, il che avrebbe anche l'effetto di aumentare il valore delle sue riserve auree rispetto ai rubli in circolazione. Potrebbe farlo attraverso i mercati asiatici, in particolare lo Shanghai Gold Exchange, dispiegando le sue riserve di yuan.

Per il momento qualsiasi azione del genere è solo una congettura, ma le conseguenze per l'Occidente ed il suo sistema monetario basato sul dollaro sarebbero pesanti, rendendola un'opzione interessante per Putin. Insieme all'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, l'aumento dei prezzi dell'oro attirerebbe l'attenzione sui rischi di controparte cui sono esposti i detentori di valute nelle divise estere. È probabile che la risposta dell'Occidente sarà ostacolata dalla propaganda americana contro l'oro ormai vecchia di 50 anni e verrebbe a galla la mancanza di lingotti fisici in possesso del Tesoro degli Stati Uniti da vendere sui mercati: ciò è stato messo in evidenza dalle difficoltà che la Germania ha avuto nel convincere la Federal Bank of New York nel 2013 a restituire una parte minore dell'oro stanziato lì.

Se l'oro diventasse un problema, senza dubbio l'America farebbe pressione sugli europei affinché vendessero parte del loro oro per far scendere il prezzo. Ma questo probabilmente giocherebbe a favore di Putin, perché è improbabile che le banche centrali europee, le quali hanno le proprie difficoltà (ne parleremo più avanti), collaborino; ciò creerebbe una frattura tra America ed Europa, che prima della sua errata invasione dell'Ucraina era il vero obiettivo di Putin.

Nonostante ciò che potrebbe accadere all'oro, se i tassi d'interesse delle valute occidentali non venissero lasciati salire, il loro potere d'acquisto verrebbe indebolito ad un ritmo crescente. Ricordiamolo ai nostri amici keynesiani: i tassi d'interesse non sono il prezzo del denaro, ma la compensazione richiesta dai mercati per le aspettative di perdita di potere d'acquisto di una valuta. Scomparso quel compenso, scompare la valuta fiat.


Ricapitalizzare il sistema bancario occidentale

La fuga verso i titoli di stato e il dollaro mostrata sopra, è solo una risposta iniziale del mercato in cerca di sicurezza e di preservare la liquidità. Ed i rendimenti obbligazionari rimasti bassi sono coerenti con le aspettative irrealistiche secondo cui le prospettive diventino meno inflazionistiche e recessive nel tempo. Ciò riflette la speranza che Putin fallirà nel suo attacco all'Ucraina e che la crisi finirà presto.

Una corretta comprensione della crisi dei prezzi è che non sono alimentati dalla guerra stessa, ma dalla svalutazione delle valute fiat. A seguito sia del fallimento della Lehman che dei lockdown, la svalutazione delle valute fiat nella partnership occidentale è stata sia sostanziale che universale, e le ricadute della guerra di Putin non possono che aumentarla ulteriormente. Pertanto le misure dell'inflazione non diminuiranno nuovamente verso l'obiettivo del 2%, ma aumenteranno sostanzialmente. Dopo l'iniziale crisi delle materie prime, spinti dalle aspettative del mercato, i tassi d'interesse sono destinati a salire in modo significativo nonostante la repressione del sistema bancario centrale.

L'effetto di tassi d'interesse più elevati sul sistema bancario sarà sostanzialmente diverso dai cicli passati. Le banche commerciali statunitensi non hanno aumentato i loro prestiti nei confronti di Main Street negli ultimi anni, concentrandosi sulla creazione di credito per il settore finanziario ed il governo federale. Secondo la tabella H.8 della FED, dall'11 marzo 2020 (prima che abbassasse il tasso sui fondi a zero ed istituisse un QE di $120 miliardi al mese) l'espansione del credito bancario nel settore finanziario è aumentata del 32%; l'incremento a favore di mutui e locazioni è stato solo del 6%. Possiamo presumere che il ciclo del credito bancario nella sua fase di contrazione sarà alimentato più dall'aumento dei rendimenti obbligazionari e dal crollo dei mercati azionari che dalla tradizionale contrazione del credito alle imprese.

Le banche centrali sono diventate anch'esse vulnerabili. Hanno assunto il ruolo di investitori nel debito pubblico e la Banca del Giappone ha accumulato azioni attraverso fondi negoziati in borsa. Quindi non solo le banche commerciali subiranno perdite che minacciano di spazzare via il loro patrimonio netto, ma anche le principali banche centrali si trovano ad affrontare lo stesso problema quando l'aumento dei tassi d'interesse oltre il loro controllo comprometterà il valore dei loro investimenti. L'aumento dei tassi d'interesse significa che l'intero sistema bancario occidentale dovrà essere salvato mediante una ricapitalizzazione.

Sapere che il nuovo capitale per una banca viene sempre finanziato dal proprio bilancio può sorprendere coloro che non hanno familiarità con le differenze tra denaro, valuta e credito. Infatti il credito temporaneo si trasforma in capitale permanente. Ciò è dovuto al fatto che un deposito di un cliente o viene riallocato, o viene versato su un'altra banca creando un nuovo deposito. In alternativa, e questo è solitamente il caso oggi, viene nominato un agente per organizzare le sottoscrizioni per il nuovo capitale sotto forma di emissione di diritti o collocamento. Al termine l'agente trasferisce i depositi dei sottoscrittori su un conto di deposito creato allo scopo presso la banca ricapitalizzante. Il deposito viene quindi scambiato con il capitale extra promesso ai depositanti in base ai termini di sottoscrizione.

Comprendere il processo è importante. La maggior parte delle persone pensa che in questo processo sono coinvolti il denaro o la valuta, e invece no. Il capitale bancario è sempre fornito da credito bancario.

Una banca centrale raccoglie capitali con gli stessi mezzi, ma ha la possibilità aggiuntiva di creare e quindi riscattare le proprie banconote, scambiandole tra i suoi libri contabili con capitale permanente. Per questo motivo una banca emittente banconote o una banca centrale non è mai bloccata col capitale permanente. Inoltre quando si legge che una banca ha un capitale permanente di un miliardo di dollari, la maggior parte delle persone pensa che sia in denaro. È un'illusione, in realtà, finanziata interamente dal credito bancario, il credito creato dalla banca stessa.

Per spiegare i meccanismi, possiamo fare riferimento a come il capitale della Banca d'Inghilterra venne aumentato nel 1697. La Banca fu fondata nel 1694 per agire come banchiere del governo con un capitale originario di £1.200.000.

Nella seconda metà del 1696 la Banca aveva sospeso i pagamenti a causa di una corsa agli sportelli sulle sue scorte d'argento, causata dalla carenza di nuove monete sulla scia del Recoinage Act del gennaio di quell'anno, e le sue banconote in circolazione erano scese ad uno sconto del 20% rispetto al loro valore nominale. Per ripristinare la credibilità nella Banca, il Parlamento nel 1697 decise di aumentarne il capitale di £1 milione, ma nessuna parte di quell'aumento di capitale fu effettivamente versata in denaro (l'Inghilterra aveva un silver standard a quel tempo). Ai sensi della legge vennero pagati £800.000 in conteggi dello scacchiere (di fatto un prestito emesso al Tesoro dalla Banca per consentire al primo di sottoscrivere azioni) e £200.000 in banconote. Pertanto al primo aumento di capitale dalle originarie £1.200.000, £200.000 del capitale erano costituite da banconote deprezzate. E la Banca fu poi autorizzata ad emettere banconote proprie per l'importo di tale quota in base all'aumento di capitale, in modo che la quantità di banconote in circolazione rimanesse la stessa.

Tali sono i metodi con cui è possibile aumentare il capitale di una banca che emette banconote, ma anche il capitale di una banca che non emette banconote può essere aumentato con mezzi simili. L'essenza dell'attività bancaria è concedere anticipi creando crediti o depositi che poi possono essere utilizzati per aumentare il suo capitale. Il metodo è stato dimostrato nel caso della Bank of Scotland quando aumentò il suo capitale nel 1727.

Supponiamo che una banca desideri aumentare il proprio capitale e che i suoi clienti desiderino sottoscriverlo. In teoria possono pagare in valuta (cioè banconote), ma oggi non succede mai. Possono dare alla banca un assegno preso dal loro conto e questa è la stessa cosa che pagare la banca con il proprio debito per sottoscriverne il capitale. Si rilascia un debito dovuto dalla banca al suo cliente ed esso diventa quindi un aumento di capitale corrispondente. Le procedure recentemente concordate per i bail-in bancari, in base alle quali una banca in dissesto viene ricapitalizzata scambiando obbligazioni ed ingenti depositi con azioni, concorda interamente con questi principi ed è il modo in cui viene aumentato il capitale di tutte le banche commerciali.

Chiarite le procedure, ora possiamo capire come ricapitalizzare il sistema bancario globale e le potenziali difficoltà.


Le conseguenze di una ricapitalizzazione bancaria

La ricapitalizzazione delle banche commerciali non irrimediabilmente fallite non è stata rara in passato. Per la prima volta è probabile che assisteremo ad ulteriori perdite sugli investimenti obbligazionari delle principali banche centrali (tranne Cina e Russia) che, sulla base del mark-to-market, cancelleranno il loro patrimonio nozionale, lasciando le passività di bilancio eccedenti i loro attivi. E poiché ciò avverrà quando i tassi d'interesse aumenteranno ed i prezzi delle obbligazioni scenderanno, è probabile che accada quando le banche commerciali dovranno salvarsi dagli stessi effetti dell'aumento dei tassi d'interesse sulle garanzie sui prestiti e sui loro investimenti obbligazionari, insieme alle complicazioni della consueta contrazione ciclica del credito bancario commerciale.

Nel 1697 la ricapitalizzazione della Banca d'Inghilterra doveva fermare la corsa alle monete d'argento. Nessun metallo prezioso venne coinvolto nella ricapitalizzazione e l'aspetto esteriore della stabilità della banca venne migliorato rimuovendo lo sconto imbarazzante sulle sue banconote, rendendole di nuovo accettabili come sostituti delle monete d'argento. Oggi l'obiettivo di una ricapitalizzazione di massa delle banche centrali sarà di puntellare la loro credibilità in quanto emittenti di valute fiat.

L'ovvia preoccupazione diventa come un tale esercizio influenzerà la fiducia nelle loro valute. Con la FED, la BCE, la BOJ e la BOE tecnicamente fallite e senza denaro reale a sostegno (oro fisico), le valute fiat che emettono dipendono dalla fiducia in esse. Le perdite sui loro investimenti obbligazionari dovute all'aumento dei tassi d'interesse e la necessità della loro ricapitalizzazione saranno sincronizzate dalle circostanze, ma dobbiamo tenere a mente che mentre le altre banche centrali possono effettuare una versione moderna della ricapitalizzazione della Banca d'Inghilterra del 1697, la BCE non ha un ministero del Tesoro che agisca come controparte principale.

I suoi azionisti sono le diciannove banche centrali nazionali del sistema Euro e quasi tutte hanno anche passività superiori ai loro attivi. C'è l'ulteriore complicazione che attraverso il sistema TARGET2 alcune banche centrali nazionali sono già creditrici della BCE e la maggior parte è in debito nei confronti della Bundesbank, del Lussemburgo, della Finlandia e una manciata di altre.

Un'ulteriore preoccupazione riguarderà la sopravvivenza delle banche commerciali in un contesto di tassi d'interesse più elevati. Dell'espansione del credito delle banche commerciali negli Stati Uniti sin dal marzo 2020, la stragrande maggioranza è andata in debito del governo federale e delle agenzie governative. La leva finanziaria media delle banche di importanza sistemica globale negli Stati Uniti (le G-SIB) è di circa undici volte, quindi un aumento dei tassi d'interesse sufficiente a scontare il calo del potere d'acquisto del dollaro spazzerà via il capitale in tutte queste banche, ancor prima che vengano contabilizzati altri effetti negativi di un crollo dei valori delle garanzie finanziarie.

Le reti di banche commerciali con la leva finanziaria più elevata si trovano nell'Eurozona, con rapporti asset/equity in media di oltre 21 volte. Anche le banche giapponesi sono a circa 21 volte. Sia la BCE che la BOJ hanno imposto tassi d'interesse negativi, quindi l'aumento dei tassi d'interesse globali è destinato a spazzare via prima il capitale delle banche commerciali in queste giurisdizioni.

Questi problemi non verranno risolti fino a quando l'establishment keynesiano non ocmprenderà le conseguenze dell'inflazione monetaria passata, presente e futura. Quando sarà chiaro che qualunque cosa accada in Ucraina non farà che aggravare le cose sui prezzi di cibo, energia ed altri, con i relativi effetti a catena, i prezzi delle obbligazioni saranno già crollate mandando al macero l'intero sistema bancario.

La fiducia nelle valute fiat è destinata a svanire, ripetendo su scala globale ciò che accadde nella Francia di John Law nel 1720.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/