di David Stockman
Ci stavamo già stufando e stancando di questo pagliaccio di nome Zelensky, ma la pura faccia tosta di confrontare la difficile situazione dell'Ucraina con Pearl Harbor o l'11 settembre è a dir poco scandaloso. Per parafrasare la famosa replica del senatore Lloyd Bensten a Dan Quayle nel dibattito del 1992: sapevamo che gli Stati Uniti d'America e l'Ucraina non sono stati qualsiasi.
Al contrario, sono un pozzo nero di corruzione, malgoverno e stupidità sul fronte della politica estera. L'Ucraina ha spinto la Russia ad attaccare pungolando ripetutamente l'orso sin dal colpo di stato del 2014. Eppure ora il suo leader ha il coraggio di presentare una petizione al Congresso degli Stati Uniti per iniziare la Terza Guerra Mondiale alzando una "No Fly Zone" al posto della soluzione ovvia: Zelensky dovrebbe dimettersi e lasciare il posto ad un governo disposto a collaborare e che chiederà la pace sulle seguenti basi
• Riconoscere che la Crimea è territorio russo e lo è sempre stato da quando fu acquistata da Caterina la Grande nel 1783;
• Consentire la separazione delle Repubbliche del Donbass dall'Ucraina, perché la stragrande maggioranza delle popolazioni di lingua russa fa parte della "Nuova Russia" da più di 300 anni e non desidera essere governata dai fascisti e dagli oligarchi anti-russi che controllano Kiev;
• Modificare la costituzione dell'Ucraina per vietare la sua adesione alla NATO o a qualsiasi altra alleanza occidentale simile, riducendo al contempo le sue forze armate ad un'agenzia nazionale di forze dell'ordine.
Questi termini possono sembrare duri, ma è comunque l'unica alternativa alla completa distruzione dell'Ucraina e ad un'eventuale vittoria russa. Il fatto è che la cavalleria della NATO non sta arrivando, non importa quante standing ovation facciano i soldati del fine settimane nel Congresso degli Stati Uniti.
Questo perché anche i prepotenti a Washington e Bruxelles non sono pronti a scatenare la Terza Guerra Mondiale per i resti distrutti di un Paese che non era mai stato un Paese fino a quando Lenin, Stalin e Krusciov non ne fecero un distretto amministrativo dell'Impero Sovietico.
Eppure senza un impegno diretto USA/NATO e con le forze militari russe che ora occupano segmenti crescenti del territorio ucraino, l'espediente di inviare armi – anche armi letali antiaeree ed anticarro altamente avanzate – è inutile. La Russia ora ha la totale superiorità aerea sui cieli dell'Ucraina, il che significa che le armi NATO in arrivo (e anche i cosiddetti combattenti della "legione straniera") saranno distrutte molto prima che possano fare la differenza.
Quindi, per l'amor di Dio, Washington deve smetterla di fare cerimonie e guidare lo sfortunato governo ucraino lungo il sentiero della distruzione nazionale. Non c'è via d'uscita dall'attuale catastrofe tranne che:
• ammettere che reclutare l'Ucraina nella NATO e mettere basi missilistiche della NATO entro un minuto di volo dei missili da crociera da Mosca è stato un grave errore;
• ammettere che la demonizzazione di Putin come novello Hitler è una sciocchezza del Partito della Guerra e non è una giustificazione per le sanzioni, soprattutto se Kiev capitola ai termini di Mosca.
La verità è quasi il contrario: cioè non ci sono due nazioni distinte lì, una che invade l'altra. Russia e Ucraina non sono mai state state indipendenti come Germania e Francia, o Spagna e Portogallo, o Colombia e Perù. Al contrario, sono stati un territorio e popoli mescolati negli ultimi 1300 anni.
La stessa lingua ucraina è testimonianza di tale storia e geografia. I dialetti parlati nel Donbas (aree marroni e gialle) sono un misto di ucraino e russo; i vecchi territori galiziani dell'Ucraina occidentale centrati a Leopoli (aree rosse) sono fortemente influenzati dai vocabolari polacco, slovacco e rumeno.; e le aree blu del nord presentano dialetti fortemente influenzati dal bielorusso.
Queste popolazioni segmentate non sono mai state unite sotto un sistema politico comune se non dalle armi comuniste tra il 1922 ed il 1991; poi tra il 1991 ed il 2014 da equilibri elettorali tenui ed in continuo mutamento dopo che l'entità amministrativa ucraina è stata arbitrariamente vomitata dalla vecchia Unione Sovietica; e infine dopo il colpo di stato del febbraio 2014 da un governo di Kiev che essenzialmente ha dichiarato guerra civile alla Crimea (che si è separata) e alle regioni orientali di lingua russa del Donbas che hanno cercato di fare lo stesso.
Quindi cosa c'è che non va nella secessione? Zelensky si è presentato davanti al Congresso e ha avuto il coraggio di chiedere la Terza Guerra Mondiale per una nazione che non ha alcuna possibilità di successo a lungo termine nella sua forma attuale. Eppure i politici americani di entrambi gli schieramenti sono in un tale fervore di guerra che hanno applaudito a gran voce gli sproloqui di un clown che avrebbe dovuto rimanere nel mondo del circo.
Tuttavia, riguardo la follia di difendere l'Ucraina con la guerra economica ora ed il confronto militare con la Russia se i guerrafondai dovessero ottenere ciò che vogliono, ricordate solo come sono arrivati ad oggi i confini arbitrari illustrati sopra. Se questo bastardo vuole difendere lo "stato di diritto", allora che sia difeso sino in fondo.
Kiev è la patria ancestrale della Russia
In primo luogo, Putin ha sostanzialmente ragione quando afferma che la Russia e gran parte del territorio ucraino sono stati un tutt'uno per lunghi periodi di storia. Ironia della sorte, quindi, la Kiev devastata di oggi dall'esercito russo è in realtà la culla della Russia!
Come spiegò un'eccellente articolo del Washington Post:
I "Rus", le persone il cui nome è stato affibbiato alla Russia, erano originariamente commercianti e coloni scandinavi che si facevano strada dal Mar Baltico attraverso le paludi e le foreste dell'Europa orientale fino alle fertili terre fluviali di quella che oggi è l'Ucraina. Altri avventurieri vichinghi si recarono a Costantinopoli, la grande capitale dell'Impero bizantino, per trovare fortuna, a volte come mercenari.
Il primo grande centro dei "Rus" fu a Kiev, fondata nel IX secolo. Nel 988 Vladimir, un principe dei "Rus" di Kiev, fu battezzato da un sacerdote bizantino nell'antica colonia greca di Chersonesos, sulla costa della Crimea. La sua conversione segnò l'avvento del cristianesimo ortodosso tra i "Rus" e rimane un momento di grande simbolismo nazionalista per i russi. Putin ha invocato questo Vladimir in un discorso quando giustificò la sua annessione della Crimea.
Tuttavia le successive invasioni mongole iniziate nel XIII secolo sottomisero l'influenza di Kiev e portarono i russi a migrare verso nord. Ciò portò alla nascita di altri insediamenti dei "Rus", inclusa Mosca, mentre i discendenti turchi dell'Orda d'oro mongola formarono il proprio Khanato lungo il bordo settentrionale del Mar Nero e della Crimea.
Nei secoli successivi il territorio ucraino fu terra di nessuno, ospitando successive invasioni ed occupazioni da parte di forze esterne. La terra che ora è l'Ucraina giaceva ai margini di imperi in competizione, rendendola una regione di contese permanenti e confini mutevoli.
Alla fine il commonwealth polacco-lituano, che al suo apice comprendeva un'ampia fascia d'Europa, dominò gran parte del Paese. Ma nel corso dei secoli l'Ucraina avrebbe visto anche le incursioni di ungheresi, ottomani, svedesi, bande di cosacchi e gli eserciti dei successivi zar russi.
Alla fine del XVII secolo, dopo che gran parte dell'Europa si era congelata nei confini odierni, l'Ucraina non esisteva ancora come nazione. Invece, poiché questi confini serpeggianti sono apparsi e sono scomparsi ripetutamente, Russia e Polonia (commonwealth polacco-lituano) alla fine divisero gran parte del territorio di quella che oggi è l'Ucraina lungo il fiume Dnepr, come mostrato nella mappa qui sotto. Circa 355 anni fa (1667), per l'esattezza, le aree ad est del Dnepr, che ora comprendono il Donbas, furono acquisite dalla Russia e incorporate nello stato russo.
Quindi sì, le attuali province ribelli del Donbas, che avevano una parziale autonomia da Kiev in base agli Accordi di Minsk del 2015, sono in realtà "russe" da più di tre secoli e mezzo ed "ucraine" da circa 31 anni . O come direbbe Secy Blinkey, i confini contano.
L'ascesa della Nuova Russia
L'avanzata della Russia continuò un secolo dopo, durante il regno di Caterina la Grande, che proclamò i suoi domini lungo il Mar Nero "Novorossiya" o "Nuova Russia". All'epoca la corte russa nutriva persino sogni di far crollare completamente l'impero ottomano, estendendo la portata di Mosca su Istanbul e persino su Gerusalemme.
Il famigerato architetto dell'imperialismo di Caterina, Grigoriy Potemkin, disse così al suo sovrano:
"Credetemi, godrete di una fama immortale come nessun altro sovrano della Russia", quando offrì all'imperatrice un consiglio nel 1780 sui piani per strappare la Crimea agli ottomani. "Questa gloria aprirà la strada ad una gloria ancora più grande".
Nel frattempo, le spartizioni della Polonia alla fine del XVIII secolo portarono la città di Leopoli, un tempo un importante centro regionale e della cultura ebraica nell'Europa orientale, a cadere sotto il dominio dell'impero austro-ungarico. Quindi anche ad ovest non c'era ancora lo stato dell'Ucraina, ma come ha ulteriormente notato il Washington Post:
Fu lì, a metà del XIX secolo, che iniziò a prendere piede il nazionalismo ucraino, radicato nelle tradizioni e nei dialetti dei contadini della regione e nelle aspirazioni degli intellettuali che erano fuggiti dal soffocante dominio della Russia più ad est.
Lo stato costruito dai comunisti
La cosa sorprendente è che nel 1900, quando gran parte dell'Europa era completamente formata anche se in parte sotto il dominio dell'impero asburgico, non esisteva ancora una nazione chiamata Ucraina. Ad est, la Russia e gli odierni territori ucraini erano una cosa sola, mentre ad ovest i territori della Galizia facevano parte dell'impero asburgico.
Inutile dire che la prima guerra mondiale e la rivoluzione bolscevica del 1917 provocarono altri traumi e sconvolgimenti nelle aree che oggi costituiscono l'Ucraina. Il nuovo governo bolscevico desiderava disperatamente porre fine alle ostilità con la Germania ed i suoi alleati e nel 1918 firmò un trattato nella città di Brest-Litovsk. Come il Washington Post ha ulteriormente amplificato, il trattato cedeva:
[...] alcuni dei domini della Russia alle potenze centrali e riconosceva l'indipendenza di altri, inclusa l'Ucraina.
I termini del trattato furono annullati dalla sconfitta della Germania nel corso di quell'anno, ma il genio del nazionalismo ucraino era uscito dalla lampada. Movimenti indipendentisti di vario genere sorsero in città come Leopoli, Kiev e Kharkiv, ma alla fine furono tutti spazzati via dalla più ampia lotta per il potere in Russia.
Quella lotta venne alimentata alla conferenza di "pace" di Versailles in cui la nazione polacca, morta da tempo, venne rianimata da Woodrow Wilson. Quest'ultimo resuscitò quasi da solo la nazione polacca, strizzando così l'occhio non alle mappe storiche dell'Europa ma al voto polacco a Cleveland, Detroit e Chicago.
Subito dopo la Polonia rivendicò Leopoli ed una fetta di quella che ora è l'Ucraina occidentale sulla base del fatto che quello era un territorio sacro polacco, non ucraino.
In ogni caso, la regione divenne un campo di battaglia chiave della guerra civile russa, la quale contrappose le forze bolsceviche ad una schiera di eserciti della Russia bianca e guidati da lealisti del vecchio regime zarista e altri opportunisti politici. Dopo molti spargimenti di sangue, ed altre battaglie con la Polonia, i bolscevichi emersero trionfanti e dichiararono ufficialmente la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina nel 1922.
Alla fine, le mappe del mondo ora avevano almeno qualcosa che assomigliava all'incirca all'Ucraina moderna, anche se era stata creata dai fucili bolscevichi.
Gli anni che seguirono sarebbero stati ancora più traumatici. Alla fine degli anni '20 ed all'inizio degli anni '30, l'Ucraina soffrì pesantemente sotto il governo del despota sovietico Josef Stalin. Un vasto segmento della popolazione rurale ucraina fu sfollato ed espropriato dalle politiche aggressive di collettivizzazione di Stalin. Una carestia artificiale (Holodomor) nel 1932-33 provocò la morte di circa tre milioni di persone.
I russofoni da altrove emigrarono poi nelle città svuotate dell'Ucraina orientale, lasciando un'impronta demografica che avrebbe definito la politica di divisione dell'Ucraina fino ad oggi.
Come mostrato nella mappa qui sotto, il piccolo principato dell'Ucraina dal 1654 (area blu scuro) non aveva molto di cui scrivere fino a quando i russi si sono dati da fare per costruire la nazione. La costruzione della nazione russa, ovviamente.
Le aree gialle sono le vincite di Caterina la Grande e di altri zar russi nel 1654-1917, mentre i territori aggiunti distaccati dall'Armata Rossa di Lenin sono rappresentati dall'area viola. Questi erano i territori storici della "nuova Russia" aggiunti all'entità amministrativa dell'Ucraina per facilitare il governo comunista.
Più tardi arrivò il resto dell'Ucraina vera e propria tramite doni aggiunti dall'Armata Rossa di Stalin (area azzurra, 1939-1945). Questi territori furono rubati dal moderno stato artificiale della Polonia confezionato a Versailles; ed il già citato dono della Crimea (area rossa) fu aggiunto da Krusciov nel 1954.
In breve, va ricordato che i confini dell'America sono stati stabiliti da politici e hanno resistito alla prova di 167 anni durante i quali sono rimasti perfettamente saldi. Al contrario, l'odierna Ucraina raffigurata di seguito è opera di tiranni e comunisti ed i confini sono sempre stati mutevoli.
Quindi la domanda si ripresenta: chi sano di mente porterebbe il mondo sull'orlo di una guerra nucleare al fine di difendere il presunto stato di diritto universale e la santità dei confini?
Infatti diremmo che lo farebbero solo quelle persone che hanno perso la testa. Tutta questa storia non riguarda la nazione russa, lo stato di diritto, la politica estera, o la sicurezza e libertà della patria americana.
Al contrario, si tratta di un singolo membro della razza umana composta da 7 miliardi di persone: Vladimir Putin, completamente demonizzato, diffamato ed insultato. Biden non ha ancora superato lo shock del novembre 2016 ed intende combattere in modo permanente contro l'orco di Mosca che, lui ed il suo partito, ritengono responsabile di quella sconfitta.
Guarda caso, il loro mantra ripetuto all'infinito secondo cui le intenzioni espansionistiche di Putin sono state rivelate quando ha "sequestrato" la Crimea nel 2014 vi dice tutto ciò che dovete sapere. Questa affermazione è così ipocrita, logora e tendenziosa che solo una mente malata può pensarla.
Ciò equivale a dire che quel vecchio presidio sovietico deve essere difeso a tutti i costi, come se da questo dipendesse la sicurezza del North Dakota!
Come accennato in precedenza, il presunto territorio "occupato" della Crimea fu acquistato da Caterina la Grande nel 1783, soddisfacendo così la ricerca di lunga data degli zar russi per uno sbocco sul mare. Nel corso dei secoli Sebastopoli è poi emersa come una grande base navale della penisola di Crimea, dove è diventata il porto di partenza della potente flotta degli zar nel Mar Nero e poi anche dei commissari sovietici.
Per i successivi 171 anni la Crimea fu parte integrante della Russia (fino al 1954) ed è un dato di fatto che potete cercare negli archivi di Google/CIA!
Infatti quell'arco di tempo è uguale ai 170 anni trascorsi da quando la California è stata annessa in questo continente, fornendo così, per inciso, alla Marina degli Stati Uniti un proprio sbocco sull'oceano a San Diego.
Sebbene nessuna forza straniera abbia successivamente invaso le coste della California, non furono nemmeno i fucili, l'artiglieria ed il sangue ucraini ad annientare la carica della brigata leggera nella città di Balaclava in Crimea nel 1854: i combattenti erano russi che combattevano per la loro patria contro gli invasori turchi, francesi e britannici.
La sicurezza del suo porto storico in Crimea è ed è sempre stata la linea rossa russa e quindi non sono affari di Washington.
A differenza degli odierni politici a Washington, anche l'indebolito Franklin Roosevelt sapeva di essere nella "Russia" sovietica quando fece porto nella città di Yalta in Crimea nel febbraio 1945.
Per consolidare il suo controllo sul Cremlino nella lotta per la successione dopo la morte di Stalin, Nikita Khrushchev avrebbe trascorso 15 minuti per rivedere il suo "dono" della Crimea ai suoi subalterni a Kiev.
Come accadde, quindi, la Crimea entrò a far parte dell'Ucraina solo per atto dell'ex-Unione Sovietica.
Quindi, sì, ci sono tutte le ragioni affinché un governo di Kiev che chiede la pace restituisca la Crimea alla Russia, che l'ha sempre posseduta; ed in cui gli ucraini rappresentano meno del 15% della popolazione predominante di lingua russa. Per Washington affermare il contrario ed incoraggiare Zelensky a resistere equivale a pura arroganza egemonica.
Dopotutto, durante i lunghi decenni della Guerra Fredda, l'Occidente non ha fatto nulla per liberare la "nazione prigioniera" dell'Ucraina, con o senza l'appendice di Crimea conferitale nel 1954. Né ha tracciato linee rosse a metà degli anni '90 quando un'Ucraina finanziariamente disperata riaffittò Sebastopoli e le ridotte strategiche della Crimea ad una Russia altrettanto impoverita.
In breve, nell'era prima che ottenessimo il nostro porto sul Pacifico nel 1848 e anche durante l'intervallo di 170 anni da allora, la sicurezza nazionale americana non è dipesa dallo stato della Crimea di lingua russa e dalle regioni del Donbas dell'Ucraina orientale. Il fatto che la popolazione locale nel marzo 2014 abbia scelto la fedeltà al Grande Malfattore di Mosca piuttosto che ai mascalzoni e alla marmaglia che hanno sequestrato Kiev equivale ad un gigante "E allora?"
Tuttavia, è stata questa ultima spinta aggressiva di Washington e della NATO negli affari interni del vicino storico e vassallo della Russia, l'Ucraina, che in gran parte spiega l'attuale confronto bellico. Incarna anche la falsa affermazione secondo cui la Russia abbia disegni aggressivi ed espansionistici sugli stati dell'ex-Patto di Varsavia nei Paesi baltici, in Polonia ed oltre.
Quest'ultima è una fabbricazione senza senso. Infatti sono stati gli impiccioni neocon di Washington a schiacciare l'ultima parvenza di governo democratico dell'Ucraina quando hanno consentito agli ultranazionalisti ed ai cripto-nazisti di ottenere posizioni di governo dopo il colpo di stato nel febbraio 2014, il quale cacciò il presidente ucraino legittimamente eletto ed amico della Russia.
In questo contesto la storia degli anni '30 e '40 non va mai dimenticata. Come indicato sopra, Stalin decimò oltre il 15% della popolazione ucraina durante l'Holodomer e poi trasferì un numero enorme di persone di lingua russa nel Donbas per salvaguardare le sue industrie chimiche, siderurgiche e degli armamenti dai ribelli locali.
Quando la Wehrmacht di Hitler arrivò alla carica in Ucraina diretta verso la sanguinosa battaglia di Stalingrado, non ebbe problemi a reclutare centinaia di migliaia di nazionalisti ucraini in cerca di vendetta per fare il lavoro sporco: la brutale liquidazione di ebrei, polacchi, zingari ed altri untermenschen.
Infatti durante l'autunno del 1941 iniziarono le uccisioni di massa di ebrei che continuarono fino al 1944. Si stima che 1,5 milioni di ebrei ucraini morirono ed oltre 800.000 furono sfollati ad est; a Baby Yar quasi 34.000 vennero uccisi solo nei primi due giorni di massacro e tutte queste depredazioni vennero assistite e spesso eseguite da nazionalisti ucraini locali.
Poi, ovviamente, la marea cambiò e l'Armata Rossa tornò indietro attraverso le macerie dell'Ucraina in rotta verso Berlino. Dopo la loro vittoria sui tedeschi nella battaglia di Stalingrado all'inizio del 1943, i sovietici lanciarono una brutale controffensiva verso ovest, cercando i traditori ed i collaboratori tra la popolazione ucraina che avevano aiutato la Wehrmacht.
I tedeschi iniziarono così la loro lenta ritirata dall'Ucraina a metà del 1943, lasciandosi dietro una scia di distruzione totale. A novembre i sovietici rientrarono a Kiev, dove l'attività di guerriglia si intensificò in mezzo a sanguinose uccisioni per vendetta che causarono un numero enorme di vittime tra i civili. Nella primavera del 1944 l'Armata Rossa era penetrata in Galizia (Ucraina occidentale) ed alla fine di ottobre l'Ucraina era una terra desolata, ancora una volta sotto il controllo dell'Armata Rossa.
Quindi potremmo legittimamente chiedere: davvero le teste di legno a Washington non sapevano che avrebbero riaperto l'intera storia intrisa di sangue di lotte settarie e politiche quando hanno alimentato il "cambio di governo" a Kiev nel febbraio 2014?
Inoltre una volta aperto il vaso di Pandora, perché era così difficile capire che una vera e propria spartizione dell'Ucraina con autonomia per il Donbas e la Crimea, o addirittura l'adesione allo stato russo da cui queste comunità avevano avuto origine, sarebbe stata una decisione del tutto ragionevole?
Certamente sarebbe stato di gran lunga preferibile a trascinare tutta l'Europa nella follia dell'attuale resa dei conti militare e coinvolgere ulteriormente le fazioni ucraine in una guerra civile suicida.
Inutile dire che a Zelensky non gli importa niente di tutto ciò, anche se essendo un figlio nativo e di lingua russa dell'Ucraina sudorientale, in realtà è cresciuto in una parte dell'Ucraina moderna che era stata russa per 370 anni!
Proprio così. È solo il classico tizio che esulta per i suoi 15 minuti di fama. In un mondo razionale questo idiota avrebbe dovuto essere sbattuto fuori a calci dal Congresso degli Stati Uniti, ma gli ossessionati dalla guerra non riescono a vedere la proverbiale scritta sul muro e sanzionando il mondo non si sono accorti che hanno dichiarato guerra anche al popolo americano.
Come verrà divisa l'Ucraina dopo la capitolazione di Kiev
In ogni caso, un attore televisivo che non ha un copione diverso da quello che gli è stato consegnato dai suoi sorveglianti di Washington/NATO è una cosa. Un'altra invece, e decisamente molto più grande, è la negligenza grottesca e la cattiva direzione dei custodi di Sleepy Joe.
Vale a dire, Secy Blinkey e Snake Sullivan dovrebbero studiare la mappa qui sopra se vogliono intavolare una seria conversazione con le loro controparti russe sui punti della partizione e sul significato di "neutralità", "de-nazificazione" e "smilitarizzazione" dell'area verde, che molto probabilmente diventerà la futura "Ucraina"... se ne rimarrà qualcosa.
Inutile dire che non stanno nemmeno parlando con i russi. Sono così rossi di rabbia ed ansiosi di combattere una guerra economica che porterebbero l'economia globale al collasso piuttosto che riconoscere che loro, e loro soli, hanno portato questa situazione orrenda alle porte del mondo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/