Bibliografia

mercoledì 23 febbraio 2022

Perché l'essere umano non è una macchina?

 

 

di Jeffrey Tucker

A difesa degli obblighi normativi durante le discussioni orali, il giudice della Corte Suprema, Sonia Sotomayor, ha pronunciato le seguenti parole: "Perché un essere umano non è come una macchina se (mentre parla) sputa virus?" Per lei è una cosa semplice: le imposizioni normative governano il mondo delle macchine, quindi perché non anche quello umano?

La domanda è stata accolta (milioni di persone hanno ascoltato queste argomentazioni per la prima volta) con giustificata sorpresa. Come si può "ragionare" in questo modo? Gli esseri umani sono portatori di agenti patogeni, decine di miliardi di essi. Sì, ci infettiamo a vicenda ed il nostro sistema immunitario si adatta come si è evoluto per fare. Tuttavia abbiamo dei diritti, abbiamo la libertà e questi ci hanno concesso vite più lunghe e migliori.

La Carta dei diritti non riguarda le macchine, esse non rispettano le Costituzioni. Le macchine non hanno volizione, sono cose che devono essere alimentate da fonti esterne, programmate da esseri umani e comportarsi esattamente come sono gestite per comportarsi. Se una macchina non fa ciò che ci si aspetta, è rotta e quindi viene riparata o sostituita.

Tutto questo sembra incredibilmente ovvio ed innegabile, tanto che si può solo tirarsi indietro con timore reverenziale se qualcuno ne dubita, in particolare un giudice che tiene nelle sue mani il destino della libertà umana. Sembra assolutamente sorprendente che una persona del genere non riesca a cogliere la differenza tra l'esperienza umana ed un dispositivo meccanizzato.

Eppure quello che ha detto non è così fuori fuoco. Non era un punto che ha chiarito sul momento, ma la presunzione che le persone dovrebbero essere gestite come macchine è stata un'ipotesi di base nella pianificazione delle pandemie per la maggior parte degli ultimi 15 anni. L'illusione è nata nella testa di una manciata di persone che erano vicine al potere e da allora non ha fatto che crescere.

Molti grandi pensatori hanno cercato di denunciare queste tendenze intellettuali. Vent'anni fa Sunetra Gupta ci avvertì di questa deriva. Tuttavia i modellisti ed i pianificatori centrali hanno continuato, costruendo più modelli, fantasticando sui piani centrali, mettendo insieme strategie di mitigazione e complottando in altro modo per rimuovere la volontà umana dall'elenco delle incognite durante una pandemia.

In altre parole, trattare le persone come macchine non è un'idea radicale e non è puramente l'invenzione irritabile di un giudice di corte ideologicamente motivato. Quello che ha detto Sotomayor non è affatto insolito, almeno non nei confini della sua bolla intellettuale. Ha offerto una dichiarazione sommaria su molte delle presunzioni dietro i lockdown e ora degli obblighi. Fa parte dell'agenda da molto tempo, un'opinione sostenuta da alcuni dei principali intellettuali mondiali che hanno gradualmente guadagnato influenza all'interno della professione epidemiologica nell'ultimo decennio e mezzo.

Tutto questo è ben documentato. Non l'avevamo sperimentato completamente fino al 2020. Quello è stato l'anno in cui hanno trovato l'opportunità di testare la teoria secondo cui gli esseri umani possono essere gestiti come macchine e quindi generare risultati migliori.

Date un'occhiata al libro di Michael Lewis sull'argomento. Nonostante tutti i suoi difetti, fa un tuffo nella storia della pianificazione delle pandemie. Nacque sostanzialmente nell'ottobre 2005 su sollecitazione del presidente George W. Bush e "l'innovatore" era un uomo di nome Rajeev Venkayya. Oggi gestisce un'azienda di vaccini, ma all'epoca era a capo di un gruppo di studio sul bioterrorismo all'interno della Casa Bianca. Bush voleva un grande piano, qualcosa di simile alla grande visione che aveva portato alla guerra in Iraq; voleva dei mezzi per schiacciare un virus.

"Stiamo per inventare la pianificazione delle pandemie", annunciò Venkayya allo staff. Reclutò un gruppo di programmatori di computer che non avevano alcuna conoscenza di virus, pandemie, immunità e nessuna esperienza nella gestione e mitigazione delle malattie. Erano programmatori di computer e tutti i loro programmi presumevano esattamente ciò che diceva Sotomayor: siamo tutti macchine da gestire.

Tra loro c'era Robert Glass del Sandia National Laboratory, da cui nacque l'idea del distanziamento sociale con l'aiuto della figlia. L'idea era che se fossimo rimasti tutti lontani l'uno dall'altro, il virus non si sarebbe trasmesso. Cosa succede al virus? Non è mai stato chiaro, ma credevano che in qualche modo un virus che non riusciva a trovare un ospite sarebbe poi in qualche modo scomparso nel firmamento, per non tornare mai più.

Niente di tutto ciò ha mai avuto senso, tranne che nei modelli. Nel mondo della modellazione al computer, tutto ha un senso secondo le regole stabilite dai programmatori.

Potete leggere il documento originale di Glass sul sito Web del CDC, dov'è ancora oggi: Targeted Social Distancing Designs for Pandemic Influenza. È un piano centralizzante che rimuove tutta la volontà umana. Ognuno è mappato in base alla probabilità di diffusione della malattia. Le scelte sono sostituite dai piani degli scienziati ed il modello si basa su una piccola comunità, ma si applica ugualmente ad un'intera società.

Il distanziamento sociale mirato per mitigare l'influenza pandemica può essere progettato attraverso la simulazione della diffusione dell'influenza all'interno delle reti di contatto sociale della comunità locale. Dimostriamo questo progetto per una comunità stilizzata rappresentante una piccola città negli Stati Uniti. L'importanza fondamentale dei bambini e degli adolescenti nella trasmissione dell'influenza viene prima identificata e presa di mira. Per l'influenza infettiva, come l'influenza asiatica del 1957-58 (≈50% infetta), la chiusura delle scuole ed il mantenimento di bambini e adolescenti a casa hanno ridotto il tasso di attacco del >90% . Per i ceppi più infettivi o la trasmissione meno focalizzata sui giovani, devono essere presi di mira anche gli adulti e l'ambiente di lavoro. Adattato a comunità specifiche in tutto il mondo, tale progetto produrrebbe difese locali contro un ceppo altamente virulento in assenza di vaccini e farmaci antivirali.

Ecco una piccola mappa delle trasmissioni dell'infezione presentata in quel documento.

Aspettate un attimo, questa è la mia comunità? Questa è la società?

Hanno mappato quello che immaginano essere il percorso dell'infezione. Sostituiscono questo percorso con chiusure, separazioni, limiti di capacità, restrizioni ai viaggi, costringendo tutti a rimanere a casa e al sicuro. Vi chiedete perché hanno preso di mira le scuole? I modelli gliel'hanno detto.

Così è stata inventata la pianificazione delle pandemie, contraddicendo un secolo di esperienza di salute pubblica ed un millennio di conoscenza su come finiscono davvero le pandemie: attraverso l'immunità collettiva. Niente di tutto questo importava, ciò che contavano erano i modelli e ciò che sembrava funzionare sui loro programmi informatici.

Quanto agli esseri umani, sì, in questi modelli sono macchine. Niente di più. Quando sentite proferire una cosa del genere da un giudice, essa è tanto ridicola quanto spaventosa. Indipendentemente da ciò, è del tutto sbagliata. Sicuramente ogni persona intelligente conosce la differenza tra una persona e una macchina.

Ma in un contesto diverso, potete prendere la stessa visione del mondo, esibire alcuni grafici colorati, supportarli da una presentazione Powerpoint, aggiungere variabili che possono cambiare il funzionamento del modello in base a determinate presunzioni e genererete quello che sembra essere un sistema altamente intelligente che rivela cose che altrimenti non vedremmo.

Accecati dalla scienza, potremmo dire. Molte persone alla Casa Bianca erano davvero accecate ed anche il CDC lo è stato. Avevano sperato di implementare il sistema di controllo dei virus già nel 2006, con l'influenza aviaria. Infatti all'epoca gli esperti dissero che avrebbe potuto uccidere metà delle persone che avrebbero contratto il virus. Anthony Fauci disse la stessa cosa: un tasso di mortalità del 50%.

Ciononostante molte persone rimasero deluse: il virus non passò mai dagli uccelli agli umani. Non potevano provare il loro nuovo fantastico schema. Tuttavia il movimento di modellazione è cresciuto costantemente nell'arco di un decennio e mezzo, ottenendo reclute da molti settori e poi godendo di enormi finanziamenti dalla Bill & Melinda Gates Foundation. Ovviamente lo stesso Gates era e rimane convinto che il modo migliore per affrontare gli agenti patogeni sia attraverso i programmi antivirus che chiamiamo vaccini, mitigando la diffusione attraverso il distanziamento sociale.

Nel 2006 avevo ipotizzato che la pianificazione delle malattie fosse una nuova frontiera per il controllo statale dell'ordine sociale. "Anche se l'influenza dovesse arrivare", scrissi, "lo stato coglierà sicuramente la palla al balzo per imporre restrizioni ai viaggi, chiudere scuole e attività commerciali, mettere in quarantena le città e vietare gli assembramenti pubblici. È il sogno di ogni burocrate! Se ci farà stare di nuovo bene, beh, quella è un'altra questione".

"È una cosa seria", continuai, "quando lo stato pretende di pianificare l'abolizione di ogni libertà e la nazionalizzazione di tutta la vita economica e di mettere ogni affare sotto il controllo dei militari, soprattutto in nome di un patogeno che è in gran parte limitato alla popolazione degli uccelli. Forse dovremmo prestare più attenzione".

A quel tempo la maggior parte delle persone ignorava tutto questo. Era solo l'ennesima conferenza stampa della Casa Bianca, solo l'ennesimo stravagante sogno burocratico dal quale le nostre leggi e tradizioni ci avrebbero protetto. Ne ho scritto non perché credessi che ci avrebbero provato, il mio allarme era che chiunque potesse inventarsi una trama così folle.

Quindici anni dopo quel rumore è diventato la calamità che ha destabilizzato la libertà e la legge, distrutto il commercio e la salute, distrutto innumerevoli vite e gettato in seri dubbi il nostro futuro di popolo civile.

Non distogliamo lo sguardo dalla realtà: tutto questo è stato un prodotto di intellettuali che hanno fatto e pensato esattamente come Sotomayer. Non siamo esseri umani con diritti, siamo macchine da gestire. Infatti se guardate indietro alla conferenza stampa del 16 marzo 2020, in cui vennero annunciati i lockdown, la dottoressa Birx disse: "Vogliamo che le persone restino separate in questo momento, in modo da affrontare questo virus, perché non abbiamo un vaccino o una terapia".

Qui abbiamo un consulente di spicco del presidente che sosteneva essenzialmente una trasformazione sociale completamente nuova e radicale, gestita dai "professionisti" della salute pubblica. Un piano completo per separare tutti, esattamente come i pianificatori delle malattie 15 anni prima avevano sostenuto nei loro modelli computerizzati.

Perché i giornalisti non hanno fatto più domande? Perché la gente non ha urlato che l'intero schema è disumano e profondamente pericoloso? Come hanno potuto le persone sedersi e fingere che fosse tutto normale?

È pura follia, ma la follia può attraversare i decenni purché i suoi creatori vivano all'interno di bolle intellettuali, godano di generosi finanziamenti e non debbano mai confrontarsi con i risultati dei loro schemi.

Questa è la storia di ciò che è successo alla libertà negli Stati Uniti e in tutto il mondo. È stata distrutta dal fanatismo, tutto radicato nella presunzione che staremmo molto meglio come esseri umani se la nostra classe dirigente ci considerasse non diversi dalle macchine che sputano scintille. È stato permesso loro di riorganizzare la nostra vita sulla base di tal principio.

Ciò che ha detto il giudice Sotomayer ora ci sembra pericoloso e delirante. E lo è, eppure la sua convinzione è ampiamente condivisa, e lo è da almeno 15 anni, tra la classe di intellettuali che ci ha dato lockdown e controlli pandemici. È il loro modello. Alle loro feste e conferenze per tutti questi anni, tali pensieri erano considerati normali, responsabili, intelligenti e saggi.

Ora che ci hanno provato, dove sono per difendere i risultati? Invece hanno per lo più lasciato la scena, lasciando il sacco della spazzatura intellettuale nelle mani di un giudice della Corte Suprema che è sia il loro portavoce accidentale che la loro vittima sacrificale. È stata la dichiarazione che definirà la sua carriera, citata per sempre come prova che non avrebbe mai dovuto ricoprire quella posizione.

Infatti ciò che Sotomayer diceva delle macchine e degli esseri umani non era radicato nell'ignoranza in quanto tale; è stato il compimento delle illusioni di innumerevoli intellettuali di tutto il mondo per la maggior parte di questo secolo. Stava riassumendo innumerevoli documenti e presentazioni sotto forma di una battuta casuale, mostrandola per l'assurdità che rappresenta veramente.

"I pazzi al comando", scrisse John Maynard Keynes, "che sentono voci nell'aria, stanno distillando la loro frenesia mediante qualche scribacchino accademico di qualche anno fa". A volte tale distillazione è ciò che rivela esattamente quello che abbiamo cercato di ignorare per così tanto tempo. Sotomayer ha rivelato la minaccia esistenziale, in un modo mortificantemente ridicolo, ma ha anche racchiuso tutto ciò che è andato storto nei nostri tempi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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