lunedì 7 marzo 2022

Mister “X” si starà rivoltando nella tomba

 

 

di David Stockman

Ora ci siamo dentro fino al collo per quanto riguarda il conflitto in Ucraina. Così dentro, infatti, che l'architettura sottostante della situazione non ha la possibilità di ottenere anche una sola menzione fugace nel ciclo di notizie di guerra 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Quindi cerchiamo di dare a Cesare ciò che è di Cesare. L'attuale situazione difficile non ha nulla a che fare con lo stato del diritto internazionale, o la sovranità dei confini nazionali, o la diffusione della democrazia; e certamente nemmeno lontanamente con qualsiasi tipo di minaccia alla sicurezza e all'incolumità della patria americana rappresentata dalla Russia.

Al contrario, tutto risale all'autunno del 1991, quando la vecchia Unione Sovietica è scivolata via dalle pagine della storia, ma il complesso militare/industriale con sede a Washington si è rifiutato di andare in pensione. Invece si è occupato di controllare i distretti remoti del pianeta, come se la Guerra Fredda non fosse mai finita, e di estendere l'egemonia di Washington a qualsiasi vuoto lasciato dalla scomparsa Unione Sovietica e dai suoi ex-satelliti, alleati e vassalli.

Il primo di questi progetti era la perpetuazione della NATO e la sua successiva estensione alla maggior parte delle nazioni dell'ex-Patto di Varsavia. All'epoca in cui il senato approvò il trattato che ammetteva i primi tre nuovi membri – Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca – nel 1998, l'editorialista del New York Times, Tom Friedman, ebbe il buon senso di scovare l'unica voce più saggia in America sull'argomento.

Ci riferiamo, ovviamente, al leggendario George F. Kennan, che era stato ambasciatore in Russia durante l'era stalinista e autore “X” del famoso articolo su Foreign Affairs pubblicato nel 1947. Quest'ultimo espose la successiva politica statunitense del cosiddetto "contenimento" sovietico e suddetto articolo rappresentò il documento fondamentale per la creazione della NATO nel 1949.

Inutile dire che l'allora anziano Kennan consegnò all'allora giovane editorialista del NYT un monito che sarebbe dovuto letteralmente riecheggiare nel corso dei secoli. Kennan ha predetto l'insensato baratro bellico di oggi con la Russia:

"Penso che sia l'inizio di una nuova guerra fredda", ha detto Kennan dalla sua casa di Princeton. "Penso che i russi reagiranno gradualmente in modo piuttosto negativo e ciò influenzerà le loro politiche. Penso che sia un tragico errore. Non c'era alcun motivo per tutto questo. Nessuno stava minacciando nessun altro. Questa espansione farebbe rivoltare nelle loro tombe i Padri Fondatori di questo Paese. Abbiamo firmato per proteggere tutta una serie di Paesi, anche se non abbiamo né le risorse né l'intenzione di farlo in modo serio. [L'espansione della NATO] è stata semplicemente un'azione spregiudicata da parte di un Senato che non ha alcun reale interesse per gli affari esteri".

"Quello che mi infastidisce è quanto sia stato superficiale e male informato l'intero dibattito al Senato", ha aggiunto Kennan, che era presente alla creazione della NATO ed il cui articolo anonimo del 1947 sulla rivista Foreign Affairs, firmato "X", ha definito la politica americana di contenimento per 40 anni. "Sono stato particolarmente infastidito dai riferimenti alla Russia come un Paese che muore dalla voglia di attaccare l'Europa occidentale. La gente davvero non capisce? Le nostre differenze nella guerra fredda erano con il regime comunista sovietico. E ora stiamo voltando le spalle alle stesse persone che hanno organizzato la più grande rivoluzione incruenta della storia per rimuovere quel regime sovietico".

"E la democrazia russa è tanto avanzata, se non più avanti, di qualsiasi di questi Paesi che abbiamo appena coscritto per difendere dalla Russia", ha affermato Kennan, entrato a far parte del Dipartimento di Stato nel 1926 ed è stato ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca nel 1952. "È uno sfoggio di così poca comprensione della storia russa e della storia sovietica. Ovviamente ci sarà una brutta reazione da parte della Russia e poi [gli espansionisti della NATO] diranno che vi abbiamo sempre detto che è così che sono i russi, ma questo è del tutto sbagliato".

Inoltre, in una delle poche cose perspicaci che abbia mai scritto, Tom Friedman ha colpito nel segno rispetto all'assoluta follia del Senato degli Stati Uniti:

E qual è stata la risposta dell'America? Espandere l'alleanza della NATO contro la Russia ed avvicinarsi ai suoi confini.

Sì, dite ai vostri figli, ed ai figli dei tuoi figli, che avete vissuto nell'era di Bill Clinton e William Cohen, nell'era di Madeleine Albright e Sandy Berger, nell'era di Trent Lott e Joe Lieberman, e anche che eravate presenti alla creazione dell'ordine del dopoguerra, quando questi Titani della politica estera unirono le loro teste e produssero [...] un topo.

Siamo nell'era dei nani. L'unica buona notizia è che siamo arrivati ​​qui tutti interi perché c'era un'altra epoca, quella di grandi statisti che avevano sia immaginazione che coraggio.

Ahimè, se fosse solo una questione di "nani" intellettuali, l'iniziale follia dell'allargamento della NATO sarebbe nata morta. Sfortunatamente ciò che era all'opera non era solo un debole potere cerebrale, ma un enorme potere di lobby e spaccio di influenza del complesso militare/industriale.

Vale a dire, il motivo per cui non ci fu la pace alla fine dei 44 anni della Grande Guerra Fredda era che il budget americano per la difesa di allora, $507 miliardi ($ costanti 2012), non poteva tollerare il disarmo e la smobilitazione, cosa che la condizione oggettiva del mondo invitava chiaramente. E soprattutto perché i neocon ed i falchi della guerra fredda che dominavano il partito repubblicano (GOP) si erano schierati risolutamente contro di essa.

Dopo anni di rafforzamento della difesa da parte di Reagan, il GOP a Capitol Hill era così dedito alle spese di guerra che inserì persino l'espansione della NATO nella sua piattaforma di partito nel 1996. Così facendo, sono tornati alla falsa retorica della pace attraverso la forza in un mondo in cui non c'era nessuna minaccia militare alla sicurezza della patria americana.

Quindi la verità è che George Kennan aveva assolutamente ragione: l'espansione originaria della NATO, imposta all'amministrazione Clinton dal Senato repubblicano, fu frivola e superficiale.

Siamo il partito della pace attraverso la forza [...]. Crediamo che la sicurezza e la prosperità della patria e del posto di lavoro americani dipendano dalla garanzia della nostra sicurezza nazionale in un mondo pericoloso. Questo principio è stato dimostrato nella nostra lunga lotta contro il comunismo e – come hanno tragicamente mostrato i recenti eventi – è ancora vero oggi. I guadagni che abbiamo ottenuto per la democrazia in tutto il mondo sotto due presidenti repubblicani sono ora messi in pericolo da una politica estera senza timone. Sosteniamo con vigore il ripristino della promozione della democrazia nel mondo come pietra angolare della politica estera statunitense. La democrazia è il miglior garante della pace e garantirà un maggiore rispetto dei diritti umani fondamentali e dello stato di diritto.

Cominciamo riaffermando che la sicurezza dell'Europa è indispensabile per la sicurezza degli Stati Uniti e che la leadership americana è assolutamente indispensabile per la sicurezza dell'Europa.

L'Alleanza Atlantica: le nostre relazioni con le nazioni europee devono continuare a basarsi sull'alleanza NATO, che rimane il più forte baluardo mondiale di libertà e stabilità internazionale. La nostra politica si adopererà per consolidare la nostra vittoria nella Guerra Fredda in Europa e per costruire solide basi per un nuovo secolo di pace. Nello stesso spirito con cui Ronald Reagan ha chiesto l'integrazione della Spagna nell'alleanza NATO, chiediamo l'immediata espansione del quadro di pace per includere quei Paesi dell'Europa centrale che dimostrano il più forte impegno per gli ideali democratici che la NATO è stata creata per proteggere .

Con il popolo di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria abbiamo legami speciali. Queste nazioni – e altre – fanno giustamente parte del futuro dell'Europa. Come ha detto Bob Dole: "È un oltraggio che Bill Clinton abbia detto ai patrioti che si sono liberati delle catene della schiavitù sovietica che devono aspettare per unirsi all'alleanza della NATO". Appoggiamo fermamente l'appello di Bob Dole affinché Polonia, Repubblica Ceca ed Ungheria entrino nella NATO entro il 1998.

Vediamo. Non è anche vero che le “nazioni prigioniere” del Patto di Varsavia sono state autorizzate a gettare via le loro “catene” perché i patrioti di Mosca avevano fatto lo stesso nel 1991?

Vale a dire, con la scomparsa della vecchia Unione Sovietica, la NATO non aveva alcun senso. Ciò di cui il mondo aveva bisogno era una nuova Lega per la Pace che includesse tutte le nazioni del vecchio blocco sovietico, la Russia e anche tutte le Nazioni Unite.

Inutile dire che la Lega della Pace non ha mai avuto una possibilità, perché il presidente Eisenhower aveva ragione nel suo famoso "Discorso d'addio" nel lontano 1961. Ike aveva notoriamente messo in guardia sull'eccessivo potere del complesso militare/industriale, ma fu l'improvvisa fine della Guerra Fredda all'inizio degli anni '90 che gli ha dato ragione.

Vale a dire, Ike aveva raccomandato un budget per la difesa nazionale di $402 miliardi ($ costanti 2012) per il 1961 come più che adeguato per garantire la sicurezza della patria americana. A proposito, ciò rappresentava una contrazione del 29% in termini reali rispetto al budget di Truman per la guerra di Corea ($566 miliardi) e che Ike aveva ereditato nel 1953. Ma a giudizio del più grande generale che abbia mai occupato lo Studio Ovale era comunque sufficiente per scoraggiare l'Unione Sovietica, la quale era ancora al culmine del suo vigore industriale e militare nel 1961.

Quindi, se $402 miliardi erano adeguati nel 1961, in nessun modo Washington aveva bisogno di perpetuare un budget da $507 miliardi ($ costanti 2012) che era in vigore quando l'Unione Sovietica crollò (anno fiscale 1992). Senza una potenza militare industrializzata rimasta sul pianeta al di fuori della NATO, il budget per la difesa degli Stati Uniti avrebbe potuto essere facilmente ridotto del 60% a $200 miliardi durante gli anni '90.

Tuttavia l'espansione, piuttosto che lo smantellamento indicato, della NATO è stata una manna per il complesso militare/industriale. Infatti la NATO è diventata il dipartimento di marketing politico per l'industria della difesa: acquisto di armi da parte di vecchi membri della NATO che non dovevano più far fronte ad alcuna seria minaccia alla sicurezza; acquisto di armi da parte dei nuovi membri della NATO dell'ex-Patto di Varsavia che volevano dimostrare la loro buona fede; e lo stesso Pentagono che presto avrebbe avuto ventinove obblighi di mutua difesa da pianificare, quando, in realtà, non avrebbe dovuto averne affatto.

L'amministrazione Clinton non fu in grado di fornire un "dividendo di pace" del tipo che le amministrazioni democratiche avevano storicamente promesso, perché i neocon ed i guerrafondai nel GOP hanno mantenuto un ritmo costante di "pace attraverso la forza" ed espansione della NATO. Era come se quest'ultimo fosse un connubio illuminato per diffondere la democrazia quando, in realtà, era una scusa per riaccendere una follia globale di spesa per le armi.

Di conseguenza quando Bill Clinton uscì dallo Studio Ovale, il budget per la difesa per l'anno fiscale 2001 era di $432 miliardi ($ costanti 2012), un calo del 14% rispetto al picco del 1992, ma comunque più del doppio di quanto effettivamente necessario.

Inoltre una volta che il GOP tornò nello Studio Ovale ed i guerrafondai neocon presero il controllo dell'apparato di sicurezza nazionale, arrivarono i guai. Dopo i due mandati di Bush Jr., due guerre di invasione ed occupazione e l'aggiunta di altri otto membri della NATO – Slovacchia, Romania, Bulgaria, Albania, Slovenia, Lituania, Estonia e Lettonia – il budget per la difesa per l'anno fiscale 2009 era di $702 miliardi ($ costanti 2012).

Ciò rappresentava un aumento del 38% rispetto all'ultimo budget per la difesa degli Stati Uniti durante l'era sovietica ed il 72% in più rispetto a quanto Ike aveva ritenuto necessario al culmine della Guerra Fredda. Vale a dire, nel 2009 la Lega della Pace era stata massacrata sull'altare del complesso militare/industriale: c'erano così tanti soldi per i think tank, le lobby delle ONG e gli appaltatori della difesa per un totale di $702 miliardi, che la follia di aggiungere l'Ucraina alla NATO ed il colpo di stato di Maidan finanziato da Washington nel febbraio 2014 erano diventati la norma.

Inoltre vale la pena di ricordare che quando Obama lasciò l'incarico, il budget per la difesa in dollari costanti si era notevolmente eroso – da $702 miliardi a $572 miliardi nell'anno fiscale 2017 – grazie alla fine delle guerre mediorientali di George Bush. Ma i neocon nel GOP non avevano ancora finito la loro opera.

Trump si è rivelato essere l'ultimo regalo del GOP al complesso militare/industriale: avendo ceduto al fascino della "prontezza" (un retaggio dei tempi di Ronald Reagan), Trump ha finito per riportare la spesa reale per la difesa a livelli quasi record di $674 miliardi ($ costanti 2012) – anche se ha stupidamente molestato il resto della NATO affinché spendesse ancora di più.

Come mostrato di seguito, la spesa NATO non statunitense (area azzurra) è aumentata da $262 miliardi nel 2016 a $323 miliardi ($ costanti 2015) nel 2020, o del 23%. Naturalmente è così che Donald Trump è rimasto confuso rispetto al suo istinto iniziale che la NATO fosse obsoleta: lo hanno convinto a risolvere il problema facendo in modo che la NATO spendesse di più, quando il problema era che stava già spendendo troppo.

Per quanto riguarda poi l'attuale confronto sulla cosiddetta linea di "contatto" nelle repubbliche separatiste del Donbass, si potrebbe supporre che Putin non sia l'aggressore paranoico che è stato dipinto per essere.

Dopotutto, contro chi sono indirizzati i $1.027 miliardi di spesa combinata della NATO se non contro la Russia?

Povero George Kennan, si starà rivoltando nella tomba.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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