venerdì 4 febbraio 2022

La corrida (economica)

 

 

di Francesco Simoncelli

La distrazione è un potente anestetico. D'altronde è la tattica più utilizzata dai ladri. Nel nostro caso un esempio più appropriato è quello del torero: sfiancare l'animale sventolando un drappo rosso davanti gli occhi e poi, una volta che stramazza a terra, finirlo con un colpo di spada. Il toro realizza la sua futile battaglia solo alla fine, durante l'incalzante scalpiccio dei passi del toreador: quest'ultimo non sarebbe mai venuto da lui, sarebbe stata una condanna a morte. Invece l'animale sceglie di dare battaglia credendo che il drappo rosso sia il nemico, l'oggetto da sconfiggere. In realtà, l'oggetto da sconfiggere è la mano che brandisce la spada, astutamente nascosta dietro il drappo. E quindi il toro, ancora e ancora, focalizza la sua attenzione su un elemento che viene calato a preciso scopo per distrarlo e renderlo vulnerabile, fino al tremendo esito. Questo esempio possiamo tranquillamente traslarlo alla situazione attuale: la maggior parte delle persone continua a contestare le assurdità partorite dalla burocrazia italiana oppure cerca forsennatamente di conformarvisi sotto la terribile pioggia di norme praticamente quotidiane. È una lotta sfiancante. Non solo, ma rende vulnerabili le persone ad una quantità di stress non indifferente, cosa che aumenta la loro vulnerabilità alle malattie. In questa lotta quotidiana contro il drappo rosso delle scellerate norme burocratiche, la maggior parte delle persone non si accorge della spada. La percepiscono, la intravedono, ma come accade per il toro, passa in secondo piano rispetto al drappo rosso.

Qual è la spada? L'inflazione dei prezzi. Come spesso ripetuto su queste pagine negli anni precedenti, la crisi del debito europea era solo l'inizio di un processo di disintegrazione dell'Unione Europea e dell'euro. La Grecia ha rappresentato solo il paziente zero di quella che sarebbe stata poi una discesa progressiva nella cancrena economica alimentata dalla necessità della pianificazione centrale di continuare ad intervenire per tenere in piedi un'impalcatura artificiale che fino a quel momento aveva tirato su. Clientes e società zombi ne fanno parte, ma più di tutti l'apparato burocratico, tutti assuefatti ad un sistema "win-lose" che si presumeva potesse andare avanti per sempre. In realtà, man mano che vengono erose risorse economiche scarse in questa cieca e strenua lotta contro una determinazione onesta dei segnali di mercato, c'è la consapevolezza di base che il denaro fiat ha raggiunto la sua data di scadenza. Inutile dire che comunicare una cosa del genere apertamente alle persone non è affatto facile, soprattutto quando il denaro fiat sorregge l'ultimo pilastro su cui si basa la fiducia collettiva nei confronti dell'apparato burocratico/statale. Di conseguenza i pianificatori centrali hanno pensato di raddoppiare i loro sforzi e sfruttare ad hoc la presunta crisi sanitaria per mettere in piedi un gigantesco apparato di comando/controllo ed avviare un riassesto quanto più ordinato possibile.

Come diceva Mises, non esiste una via di mezzo tra liberalismo e socialismo, o una società è libera oppure non lo è; l'adozione di una presunta terza via avrà sempre come destinazione finale il dirigismo e l'autoritarismo. Se guardiamo alla situazione attuale, ancora una volta il maestro aveva ragione. In particolar modo questa lezione è incarnata dal totalitarismo incalzante in Italia, dove con la scusa di una crisi sanitaria assente è stato applicato un livello di oppressione senza precedenti. La spiegazione è di natura economica, non lasciamoci quindi distrarre dal drappo rosso delle regole burocratiche assurde. Se l'innesco è stata la Grecia, i lettori sapevano che sarebbe stato poi il turno dell'Italia, visto che le leggi economiche possono essere aggirate (temporaneamente) ma non violate. Nascondere la polvere sotto il tappeto ha un prezzo che infine deve essere pagato, così come mantenere in piedi la casta di privilegiati che garantiscono un flusso di voti e favoritismi. Ita è un esempio in merito. Le società zombi consumano capitale, ma altresì garantiscono un certo controllo sul mercato; inutile dire che, a differenza delle storielle socialiste, la scarsità è ancora di questo mondo e con essa la necessità di allocare in modo genuino ed efficiente le risorse scarse. In caso contrario, emergono progressivamente i costi imprescindibili che bisogna pagare: un tessuto industriale sfilacciato, un sistema bancario commerciale cumulativamente più indebitato, mercati dei capitali azzerati e segnalanti prevalentemente il falso (produttività annichilita), un mercato del lavoro al collasso, indebitamento pubblico insostenibile.

Un altro dei suddetti costi è l'inflazione dei prezzi, la quale è benvenuta dagli stati essendo i più grandi debitori esistenti; o perlomeno fino a quando la popolazione in generale non inizia a protestare con veemenza. In tal caso, si manifestano sempre passi indietro. Quindi ci sono due domande adesso: esistono proteste? E anche se ci fossero sarebbe possibile effettuare passi indietro? La risposta ad entrambe le domande è un "no". Non ci sono proteste nella "giusta" direzione perché la maggior parte degli individui è distratta dal drappo rosso rappresentate le norme burocratiche, sia che esse vengano considerate "legittime" dai fanatici del virus sia che vengano considerate assurde dai sani di mente. La maggior parte delle persone è costretta a perdere tempo, è tenuta occupata dalla sequenza pressoché infinita di  cambi e controcambi nella narrativa e nell'applicazione di nuove "norme".

In secondo luogo, anche se ci fosse consapevolezza generalizzata del motivo reale dietro l'asfissia della burocrazia, ovvero, la spada fosse ben visibile, l'arena sarebbe ancora lì ed il toreador non farebbe alcun passo indietro. In altre parole, l'Italia è intrappolata perché è un Paese che sarebbe dovuto fallire già 30 anni fa. Ecco perché le finanze pubbliche sono un disastro e la sua sopravvivenza è appesa alla benevolenza degli altri stati membri europei disposti ad offrirle ulteriori linee di prestito e ai vari giri di QE della BCE. Infatti basta vedere il saldo del bilancio TARGET2 dell'Italia per rendersi conto che non esiste alcuna volontà di fare passi indietro anche nel caso in cui si chiedesse una razionalizzazione dell'indebitamento italiano.

Non fatevi illusioni, quindi, una riduzione dell'indebitamento dell'Italia, o di qualsiasi altro stato in generale, non avverrà mai per un taglio delle tasse o della spesa pubblica, ma eventualmente capitalizzando l'inflazione dei prezzi. C'è solo un piccolo problema: se dieci anni fa si poteva contare su un bacino dei risparmi reali che permettesse una tale arbitrarietà per un lasso di tempo di anni, adesso quel lasso di tempo è stato eroso considerevolmente. Basti pensare infatti che il numero delle aziende in difficoltà in Italia è di circa 700 mila. Le moratorie terminano, le agevolazioni fiscali terminano, prestiti/mutui tornano a dover essere rimborsati, i prezzi alla produzione sono esplosi e ripartono le cartelle esattoriali. Senza ovviamente tener in conto le ripercussioni sull'occupazione, stiamo parlando di una mole corposa di crediti in sofferenza che andranno ad appestare nuovamente il sistema bancario. In un ambiente finanziario dominato da tassi a zero e rendimenti ridicoli, accelerare sul rischio è il modo attraverso il quale soddisfare obiettivi di guadagno e questo vuol dire sfornare nuovi prodotti finanziari attraverso cartolarizzazioni. Prodotti che poi finiscono principalmente nel mercato repo come garanzie. In Europa questo mercato è arrivato ad essere dieci volte quello statunitense. Inutile dire che un indebolimento di suddette garanzie rappresenterà un problema devastante, soprattutto alla luce del continuo deterioramento della qualità stessa delle garanzie mascherato dalle stampanti monetarie. C'è un grosso problema che incombe sul sistema bancario europeo, soprattutto quello italiano, e non è il virus. Non lo è mai stato, in verità.

E se salta il sistema bancario commerciale italiano, il prossimo sulla lista è quello francese. Le distrazioni devono aumentare e con esse, di pari passo, il comando/controllo. I pianificatori centrali possono essere ciechi, ma non sono stupidi. Hanno comprato tempo per cercare di capire quale potesse essere il modo migliore per mandare avanti il loro giocattolo senza perdere pezzi nel processo... o almeno non troppi. Sono consapevoli di essere finiti in una trappola "Inflate or die" e con la narrativa terroristica degli ultimi anni hanno preso una decisione: demolizione controllata. In tal senso, è possibile anche comprendere il perché Italia e Francia stanno andando a braccetto.

Ma c'è ancora un altro problema: non si può ricostruire artificialmente il bacino dei risparmi reali che sono andati persi finora. L'impossibilità di un calcolo economico in un ambiente di mercato prono al socialismo e la necessità di tenere in piedi un'architettura composta da clientelismi ci permette di affermare che il comando/controllo non andrà via una volta che si sgonfierà la questione sanitaria. Sfruttare la narrativa sanitaria, gonfiarla, per scopi burocratici era l'obiettivo sin dall'inizio dell'apparato statale e di pianificazione monetaria centrale, in modo da instillare nella mente della maggior parte delle persone un desiderio di ubbidienza pena la revoca delle libertà individuali. Sebbene sia un ossimoro, ovvero che le libertà fondamentali possano essere concesse, s'è fatto strada questo tarlo nella mente della maggior parte degli individui ed è stato materializzato attraverso il lasciapassare.


DAL SOCIALISMO MONETARIO SOVIETICO A QUELLO OCCIDENTALE DI OGGI

Ne avevo già parlato in altri articoli, ma vale la pena ripetersi. Nell'era sovietica la Gosbank controllava interamente il mercato finanziario e bancario: non esisteva competizione e la regolamentazione era pervasiva. In questo modo si cercava di controllare capillarmente un settore particolare e di conseguenza estendere passivamente tale controllo al resto della popolazione. Come? Attraverso la suddivisione dell'economia in monetaria e non monetaria. L'economia non monetaria era quella in cui veniva scoraggiato l'uso del contante e tutti i settlement imprenditoriali e aziendali in generale venivano saldati esclusivamente attraverso il settore bancario. Eventuali perdite coperte dallo stato. L'economia monetaria era ad appannaggio dei salariati e della gente comune. Era cruciale che il governo centrale mantenesse un certo controllo nell'interazione di questi due sistemi, perché era fisiologica l'emersione di squilibri data la natura centralizzata di questi sistemi. C'era persino un "piano per i contanti" che veniva aggiornato regolarmente in modo da mostrare che tutto stava funzionando secondo le aspettative.

Il denaro aveva quindi cessato di avere una qualsiasi funzione in termini di trasmissione dei prezzi, non aveva alcun ruolo nella scelta del consumatore ed era semplicemente uno "strumento di aggregazione" che consentiva di eseguire azioni già pianificate.

Inutile dire che, sebbene inizialmente gli squilibri erano minimi, il tempo e le continue distorsioni economiche ne ingigantirono la portata. La domanda reale dei consumatori superò inevitabilmente i piani presumibilmente ben congegnati delle autorità ed i mismatch vennero colmati aumentando l'offerta di denaro e reprimendo l'inflazione con un eccesso di liquidità. Per mantenere in vita il sistema e disinnescare le tensioni sociali causate dalle carenze, vennero attuate varie misure una tantum, tra cui la riduzione dell'offerta dei contanti. Se in un primo momento sembrarono efficaci, la storia ci racconta che in un secondo momento mostrarono la loro patetica natura e crollarono sotto il peso delle contraddizioni insite nel socialismo monetario.

Se guardiamo ai giorni nostri, noteremo che la repressione finanziaria è stata usata per tenere i tassi d'interesse al di sotto del tasso d'inflazione per ridurre il debito pubblico, è un esempio di potere statale esercitato per mantenere l'equilibrio nonostante gli squilibri strutturali. Lo stesso vale per la regolamentazione del settore bancario commerciale: le banche sono tenute a dimostrare "coefficienti patrimoniali" di solvibilità utilizzando modelli in cui il debito statale è ponderato a zero, spingendole a possedere tali asset senza limiti di volumi. Le garanzie statali sono sempre più disponibili (es. Italia e prestiti non performanti) e le ponderazioni utilizzate nei modelli di capitale bancario sono semplicemente un artificio per consentire di aumentare il livello di rischio assunto mentre i livelli di capitale rimangono gli stessi... almeno sulla carta. Senza contare poi il mismatch tra valore nominale e reale degli asset finanziari, i quali continuano ad essere gonfiati solo dalle azioni delle banche centrali e dal loro Fedspeak.

Insomma il normale funzionamento di un libero mercato finanziario deve essere represso e l'impennata dei bilanci delle varie banche centrali occidentali è una prova dell'entità della repressione finanziaria. In sintesi, le principali banche centrali dell'Occidente sono diventate alla stregua di una nuova Gosbank dove necessitano di tenere tutto sotto controllo al fine di non vedersi disintegrare sotto gli occhi lo strumento attraverso il quale esercitano indirettamente suddetto controllo: il denaro fiat. Infatti, anche oggi, il denaro ha perso la sua funzione di trasmissione dei segnali di prezzo, diventando un mero strumento di fiducia. Il denaro non è più un mezzo, ma un fine. Per fare cosa? Comando/controllo da parte dello status quo. Durante l'era sovietica c'erano carenze diffuse ed inflazione di massa, oggi abbiamo caos nelle supply chain ed inflazione dei prezzi incalzante; allora la stagnazione economica fu il catalizzatore della fine del socialismo, oggi, in particolare la zona Euro, sta sperimentando una stagnazione simile.

Per cercare di arginare una perdita di controllo, l'ulteriore accerchiamento e staticità indotta degli attori di mercato è necessaria. Questo obiettivo sta venendo perseguito attraverso l'implementazione delle cosiddette CBDC, valute digitali delle banche centrali. Ad esempio, lo yuan digitale può essere programmato per essere attivato in una certa data, per scadere in una certa data, per essere valido solo per determinati acquisti e per essere disponibile solo per i cittadini che soddisfano determinate condizioni preliminari. Le autorità che emettono queste CBDC possono quindi decidere chi vi ha accesso, cosa si può comprare e quanto a lungo rimane valido il potere d'acquisto. Le banche centrali possono così influenzare e controllare il comportamento dei destinatari di queste CBDC, nonché escludere coloro che vogliono penalizzare o che non rispettano le regole o i parametri dello stato.

Sebbene le banche centrali affermino che le CBDC migliorino l'efficienza dei pagamenti, aumentino l'inclusione finanziaria e combattano le transazioni illecite, le loro vere motivazioni sono la sorveglianza ed il controllo. Sorveglianza di una popolazione tramite la visibilità completa del flusso delle transazioni finanziarie e delle identità degli utenti. Pensate al sistema del credito sociale cinese su una scala distopica globale, dove i "lasciapassare verdi" si evolvono in ID digitali e questi ultimi vengono collegati all'emissione e all'uso delle CBDC. I lasciapassare verdi sono solo un trampolino di lancio per valute digitali centralizzate e sistemi globali di credito sociale.


PIANO ₿

A questo punto è lecito domandarsi: dove stiamo andando? Molti rispondono Cina, soprattutto tra coloro che hanno capito la natura del terrorismo psicologico in atto e le dinamiche economiche sottostanti. D'altronde il credito sociale è un sistema presente sul territorio cinese ed usato per imprigionare l'indipendenza dello spirito imprenditoriale degli attori di mercato. Io rimango invece fedele alla mia ipotesi: Argentina. Sì, nel corso del tempo ho riproposto questa tesi (1, 2, 3) ai miei lettori e spero che per ogni volta che abbiano letto una sfaccettatura diversa essi abbiano appreso qualcosa. La lezione principale: c'è bisogno di un Piano B. In genere, il Piano B, per i creditori esteri, significa prestare in dollari, non in pesos. Ciò rende impossibile per gli argentini gonfiare il loro debito estero: non controllano il dollaro e chiaramente non possono stamparne di più. Ma anche gli argentini hanno un Piano B: non pagano. Nove volte sin dall'indipendenza dalla Spagna, l'Argentina ha rigettato (o non è stata in grado) di pagare per i suoi prestiti.

Per quanto riguarda le transazioni locali, anche le famiglie e le imprese argentine hanno bisogno di un Piano B: pagamenti previdenziali, stipendi, sussidi di disoccupazione e pensioni, anche se sono "aggiustati all'inflazione", i loro valori reali scendono. Ed i prezzi al consumo salgono così in fretta che gli impiegati fanno fatica a stargli dietro. Durante gli anni '80 l'inflazione era in media di circa il 300% all'anno; 5.000% nel 1989. Quando il denaro muore, muore la società e in Argentina questo ha significato un'acquisizione militare, una guerra civile che ha totalizzato circa 30.000 persone "scomparse" ed una guerra con il Regno Unito nelle Falkland. Poi un nuovo presidente, Carlos Menem, decise che era giunto il momento di interrompere il ciclo di debito, deficit, stampa di denaro ed inflazione. La nazione era stufa, esausta ed era tempo per un nuovo piano.

Fu allora che apparve il "peg": da quel momento in poi un peso argentino sarebbe stato convertibile in un dollaro. Nei pochi anni in cui durò il "peg", gli argentini avevano già fatto quello che sapevano fare meglio: prendere in prestito e spendere. In passato avevano speso troppo e con sempre più soldi da restituire, l'Argentina aveva bisogno di una quantità crescente di dollari. Inutile dire che i creditori volevano tassi d'interesse sempre più alti per proteggersi dal rischio di insolvenza. L'Argentina era finita nella trappola "Inflate or die": o rompeva l'ancoraggio col dollaro  e stampava più valuta per far andare avanti la festa, oppure manteneva l'ancoraggio peso-dollaro tenendo conto dei suoi debiti in modo onesto e affrontando le conseguenti perdite di investimento, inadempienze, crisi ed austerità. All'inizio degli anni 2000 il peso veniva scambiato a 3:1. La promessa era stata infranta.

E oggi il tasso di cambio sul mercato nero è di 210 pesos per un dollaro. Il principale Piano B è stato quello di mantenere i propri soldi in dollari. Ma ora che gli americani si comportano come gli argentini e stanno svalutando a ritmi forsennati la loro divisa, come si faranno a proteggere?

Entra in scena Bitcoin, la vera alternativa ad un mercato azionario stragonfio, immobili i cui rendimenti sono sommersi e valute fiat avviate verso l'implosione. Il prossimo aggiustamento della valutazione a lungo termine nel mercato porterà gli attuali detentori di azioni alla ricerca di un'alternativa e Bitcoin sarà tale alternativa di lungo termine. Al di là degli investimenti, esso è uno strumento che è impossibile da bannare. C'ha provato ultimamente la Cina, col divieto del mining sul proprio territorio; il risultato è stato un fallimento. Non solo, ma questo ha ulteriori implicazioni: in un mondo in cui gli stati perseguono un'agenda di comando/controllo e bannano le persone (attraverso i lasciapassare ad esempio), Bitcoin permette di ignorare suddetto ban grazie alla sua natura trustless e censorshipless. Dal punto di vista del calcolo economico, poi, Bitcoin permetterà per la prima volta nella storia una precisione mai vista, consentendo agli imprenditori di avere un punto di riferimento molto stabile nei loro calcoli. Come? Grazie all'inflessibilità dello stock di offerta (le oscillazioni di prezzo oggi sono principalmente dovute all'instabilità che si portano dietro le valute fiat). E questo significherebbe anche tassi d'interesse naturali scanditi da una preferenza temporale orientata al futuro, uno dei capisaldi alla base della prosperità economica (a questo fattore si aggiungono anche la retorica che legittima e considera morale arricchirsi attraverso Bitcoin). Questi fattori sono stati eliminati dalla natura fraudolenta del denaro fiat che nel corso del tempo ha corrotto e deturpato l'allocazione in accordo col mercato delle risorse scarse di capitale.

Questo Piano B, oltre a proteggere la propria libertà economica e politica, consentirebbe di rifondare su basi genuine l'intera società. Bitcoin è molto più che un mezzo di scambio: è un'idea e le idee, come ci insegna Mises, muovono la storia.


1 commento:

  1. Ulteriore prova dell'argentinizzazione dell'Italia (e dell'Occidente in generale): Cingolani: «Gas, tetto europeo al prezzo. Così sostituiremo quello russo».
    Gli argentini hanno tenuto bassi i prezzi del carburante per placare gli elettori. Risultato: carenze diffuse. Finanziano gran parte della loro spesa pubblica (solo la metà delle persone nel Paese lavora...) con i soldi della stampante monetaria. Risultato: inflazione, ora intorno al 50%. Il sistema è intriso di corruzione. e le persone non si fidano del denaro, del sistema politico o della giustizia. Risultato: carenza d'investimenti, stagnazione economica e povertà.

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