di Kyle Ward
Per quasi un secolo lo stato ed i suoi vari alleati hanno propagandato a generazioni di studenti universitari che il calo dei prezzi fosse un danno per la società. Potrebbe sembrare un compito arduo data l'assurdità dell'affermazione, ma questa comoda bugia ha giustificato decenni di furti dai poveri alle stesse élite che spacciano tale propaganda.
Come disse Upton Sinclair: "È difficile convincere un uomo a capire qualcosa, quando il suo stipendio dipende dal fatto che non lo capisca".
Per molti che leggono regolarmente queste pagine, l'articolo di oggi potrebbe non essere una novità. I fatti ed i concetti esposti sono così ovvi da non aver bisogno di essere spiegati, eppure decenni di politiche dello stato dimostrano il contrario. Pertanto questo articolo utilizzerà l'esempio concreto dei televisori per dimostrare che il calo dei prezzi non porta al disastro; al contrario, il calo dei prezzi ci rende più ricchi. È lo stato, sepolto nei debiti, che teme la deflazione.
Inizieremo lasciando che CBS News esponga il punto cruciale dell'argomento inflazionista: “Se state pensando di acquistare una nuova auto e vi aspettate che il prezzo sarà molto più basso tra sei mesi, perché non aspettare? Il calo dei prezzi sposta i consumi dal presente al futuro, mentre i consumatori aspettano che i prezzi scendano ed il calo della domanda può deprimere ulteriormente l'economia, portare ad ulteriori riduzioni dei prezzi, maggiori tagli alla spesa e una spirale discendente verso una recessione”.
"Perché non aspettare?" chiede CBS News. Forse perché avete bisogno di un'auto per andare al lavoro domani e sostituirla costa più di quanto vale il vostro veicolo attuale. Le persone smetterebbero di mangiare a causa del calo dei prezzi del cibo? È difficile immaginare la persona media che si pone domande così assurde, ma per vincere davvero la discussione, dobbiamo considerare anche i beni di lusso come i televisori.
In un mondo in cui i prezzi delle TV alla fine calano, perché non aspettare un'eternità per comprare una TV? Tanto per cominciare, non avremmo mai una TV. Più in generale, gli individui eseguiranno il calcolo economico: confronteranno il vantaggio di avere la TV ora con i risparmi ottenuti aspettando un anno.
Il grafico seguente mostra l'indice dei prezzi negli Stati Uniti per i televisori dal 1950 al 2021. In tal periodo il prezzo di un televisore è sceso del 99%. Dal 2000 il calo dei prezzi è stato particolarmente forte.
Fonte: Bureau of Labor Statistics |
Piuttosto che causare una spirale discendente verso una spesa posticipata, il numero di famiglie con una TV ha continuato ad aumentare sfoggiando nuovi massimi storici.
La propaganda a favore dell'inflazione contiene un nocciolo di verità e di solito ce l'hanno anche le migliori bugie: i consumi saranno sicuramente più elevati in un sistema inflazionistico rispetto ad uno deflazionistico. Questa è una conseguenza naturale: le persone cercano di impedire che la loro ricchezza venga derubata. Pensate a qualsiasi evento di iperinflazione e ritroverete questo comportamento nella sua forma più estrema. Durante tali eventi, è meglio acquistare hard asset che non possono essere ridotti quantitativamente. Di fronte ad un'inflazione solo “modesta”, i consumi sono incoraggiati ma in misura minore. Questa relazione non implica in alcun modo una spirale di morte deflazionistica; al contrario, una modesta deflazione implicherebbe una modesta propensione al risparmio piuttosto che al consumo. Questo è qualcosa che dovremmo incoraggiare, ma immaginare circuiti di feedback positivi dove non esistono è un tema comune nella paura degli statalisti.
In un libero mercato, i prezzi tendono a scendere grazie agli aumenti di produttività derivanti dall'accumulo di capitale. Un trattore, ad esempio, può sostituire il lavoro manuale di molti uomini e l'abbondanza che ne deriva porta a prezzi più bassi. Negli ultimi settant'anni gli imprenditori hanno sviluppato metodi ad alta intensità di capitale per produrre TV migliori e in maggiore quantità ad un prezzo inferiore. Ciò ha comportato l'acquisto di più televisori ed una migliore qualità della vita per la persona media. Questo nonostante migliaia di tesi di dottorato scritte in senso contrario nello stesso periodo.
Perché, allora, la bugia? Date due visioni contrastanti del mondo, lo stato promuoverà sempre quella che accresce il suo potere di estrarre ricchezza dai suoi cittadini. La scelta tra inflazione e deflazione è facile: la deflazione rafforza le condizioni dei cittadini, consentendo ai loro modesti risparmi di acquistare più beni nel tempo; l'inflazione rafforza invece lo stato, consentendogli di stampare più denaro e riducendo l'entità dei suoi enormi debiti in termini reali. Non dovrebbe sorprendere che le istituzioni accademiche finanziate dallo stato predichino le virtù dell'inflazione, né dovrebbe sorprenderci che banche e società ben collegate, quelle più vicine al rubinetto del denaro fiat, ne cantino le lodi sui notiziari che finanziano. Non solo ottengono un accesso privilegiato al denaro creato ex novo, ma l'inflazione incoraggia la gente media ad acquistare le proprie azioni per proteggere i propri risparmi. Ciò aumenta il prezzo delle azioni, arricchendo ulteriormente i piani alti aziendali.
Non c'è una grande cospirazione che spinga le politiche inflazionistiche, se ci fosse la si potrebbe sradicare e distruggere. Invece è il comportamento di innumerevoli attori statali e parastatali, ciascuno dei quali cerca di massimizzare il proprio potere, ricchezza e prestigio. L'unico modo per ritardare l'inesorabile svalutazione del denaro è rendere consapevole la cittadinanza del furto a sue spese in modo che vi si opponga. Anche questo, però, può solo ritardare l'inevitabile. Solo la completa separazione tra denaro e stato ci salverà. L'elettore medio potrebbe non avere una laurea in economia, ma capisce l'aumento dei prezzi del cibo e dell'energia. Dobbiamo chiarire loro che l'obiettivo pubblicamente dichiarato delle élite e del cartello bancario è proprio l'aumento dei prezzi che fingono di combattere. Le TV ci danno un facile esempio per contrastare la propaganda secondo cui il calo dei prezzi è "in realtà" un male per noi.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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