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“Il denaro pubblico è come l'acqua santa. Ognuno approfitta della sua abbondanza.”
~ Proverbio italiano
Mentre il dollaro affamato divora il proprio potere d'acquisto, potreste pensare che scopriremo cosa è successo al mitologico serpente che ingoia sé stesso. E invece no, perché anche se accadesse non aggiungeremmo niente alla saggezza umana.
C'è una lunga storia di esperienza monetaria e ci dice che lo stato è in fondo un falsario quindi non ci si può fidare che controlli il denaro; questo è vero sia per un governo autocratico che per uno democratico. Il record è cumulativo dall'invenzione del denaro. Tuttavia non si crede.
Possiamo ricordarci le lezioni dal denaro sano ed onesto, ma se vengono ignorate cosa si può concludere se non che le illusioni monetarie sono, per qualche strana follia, ricorrenti ed incurabili?
C'è stato un secolo di denaro sano ed onesto. Durante i cento anni che precedettero la prima guerra mondiale, lo stato toccò il denaro solo per stabilire standard di peso e misura, stabilire le leggi sulla responsabilità ed autorizzare i banchieri.
In quel secolo la ricchezza del mondo aumentò più che in tutti i tempi precedenti della storia umana.
In quel secolo erano gli affari a controllare con leggi proprie il denaro, le banche ed il credito; e per questo semplice fatto lo stato era limitato.
In quel secolo fu confinato lo stato e liberata l'impresa, con il risultato che, al di là del prodigioso aumento della ricchezza, mai prima di quel periodo l'essere umano era stato così libero.
In tutta quell'era di libero scambio, prezzi liberi e denaro sano ed onesto c'erano due cose che gli stati responsabili non facevano.
La prima cosa è che non creavano denaro – o se lo facevano, era chiamato denaro fiat e andava male così velocemente che nessuno stato che aveva riguardo per il suo credito poteva permettersi di farlo di nuovo. Andava male perché, in primo luogo, non rappresentava nulla di valore e perché, in secondo luogo, doveva circolare in concorrenza con il denaro sano ed onesto. Il risultato di quella competizione fu che per ogni cosa c'erano due prezzi: un prezzo monetario fiat ed un prezzo monetario sano. Per esperienza, quindi, in quel secolo lo stato apprese il modo migliore: quando aveva bisogno di denaro oltre le sue entrate doveva prenderlo in prestito dalle banche come i comuni mortali, o prenderlo in prestito direttamente dalla gente al tasso d'interesse prevalente e poi ripagare il tutto.
La seconda cosa era che gli stati di quel secolo non manipolavano denaro e credito. Termini come denaro pianificato o valuta gestita erano sconosciuti. Meglio spiegare un po' meglio questo punto.
Poiché la quantità di denaro necessaria per essere in circolazione ed effettuare lo scambio ritmico delle merci non era una quantità fissa – e ciò per il fatto che ci sono maree nel volume degli affari – ne conseguì che l'offerta di denaro, anche nel gold standard, doveva essere in qualche modo gestita. Qualcuno doveva fare in modo che la quantità in circolazione si allargasse e si contraesse al variare del bisogno. Durante quel secolo di denaro sano ed onesto era il banchiere privato a svolgere tale compito. Potreste pensare a lui seduto che dice di no al mutuatario col pollice verso, riducendo così l'offerta di denaro a credito, o, quando il pollice era all'insù, rilasciava credito aumentando così l'offerta di denaro come stimolo per le imprese. Tale era la condotta in un sistema economico libero coordinato privatamente.
Ma poiché le persone venivano sempre più a fare affari con denaro a credito, cioè assegni, non erano mai contente del modo in cui i banchieri gestivano il denaro.
Dicevano: "Guardate cosa fanno questi banchieri. Con un tratto di penna sui loro libri contabili, quando gli fa comodo, creano denaro. Di nuovo, quando gli fa comodo, con un altro tratto di penna cancellano quel denaro. Così fanno sì che il denaro sia abbondante ed a buon mercato o scarso e caro, con conseguenze che toccano tutti gli affari economici sia nel bene che nel male. Questo è più potere di quanto si possa ragionevolmente affidare ai privati. Il controllo del denaro è propriamente una funzione dello stato, da esercitare per il benessere del popolo. Inoltre questi banchieri privati, come dimostra la cronaca, fanno del male. Ci portano da un boom all'altro e non è loro il denaro che mettono a rischio".
C'era molta plausibilità in questi pensieri. Era vero che spesso i banchieri facevano le cose male. Boom e bust erano fenomeni alternati, ma mentre i banchieri raramente, se non mai, venivano incolpati per l'estasi del boom, venivano invece amaramente redarguiti per le miserie del bust. Ciò di cui le persone si lamentavano davvero la potremmo chiamare la "funzione punitiva" del denaro. Se tale funzione viene sospesa, o se non c'è un'autorità disposta e in grado di esercitarla, allora un'economia monetaria è destinata ad esplodere. Perché? Perché l'immaginazione insita nella ricerca del guadagno è sconfinata. Le aspettative sono infinitamente espandibili. Se poi non ci sono limiti all'offerta di denaro, l'inflazione sarà incontrollabile fino al disastro. Tutti sanno che questo è vero; eppure non c'è mai stato un mutuatario che difendesse la propria bolla e che non credesse che se solo avesse potuto prendere in prestito di più avrebbe potuto salvarla. Ecco perché la deflazione è sempre dolorosa. Uno degli usi del denaro sano ed onesto è produrre quel dolore nel corpo economico; il dolore gli dice che con l'eccesso e il modo sbagliato di vivere sta facendo un danno alla sua salute.
La prima differenza tra la gestione del denaro da parte dei banchieri e la gestione di esso da parte dello stato è che il banchiere non è così libero come sembra. È vincolato dalla necessità di mantenere solvibile la sua banca; deve essere sempre pronto a soddisfare le richieste dei suoi depositanti, il cui denaro ha accettato in via fiduciaria con l'intesa che mentre non lo usano lo presterà. È vero che con un tratto di penna può creare denaro e credito, ma con quello stesso tratto non può ripagare i suoi depositanti.
Crea denaro a credito scrivendo nel suo libro contabile un credito sul vostro conto; e quando attingete a quel credito firmando assegni per pagare i vostri conti, essi servono come denaro. Diciamo che quello che fa il banchiere in questo caso è monetizzare il credito. L'ammontare del credito monetario così creato arriva a miliardi, ma contro di esso in ogni momento il banchiere deve mantenere nella sua cassa una certa riserva di denaro reale. Se porta troppo lontano la monetizzazione del credito, arriva un giorno in cui qualcuno arriverà e vorrà un dollaro di denaro reale, e se non può pagarlo su richiesta, la sua banca dovrà chiudere. La quantità di denaro a credito che il banchiere può creare è quindi decisamente limitata dalla quantità di denaro reale che ha in riserva. Quando si trova a superare quel limite, non solo deve interrompere il prestito, ma deve allo stesso tempo invitare i mutuatari a ripagare i loro prestiti. Questa è deflazione, la "funzione punitiva" del denaro.
Ma quando il potere di creare denaro a volontà finisce nelle mani dello stato, la "funzione punitiva" viene sospesa. Le ragioni sono ovvie. In primo luogo, non è politicamente fattibile per lo stato forzare la deflazione e quindi bucare le bolle. Dopo la prima guerra mondiale il Federal Reserve System lo fece per ridurre il costo della vita e le persone le cui bolle furono fatte scoppiare in quel momento non glielo perdonarono mai. In secondo luogo, perché lo stato dovrebbe forzare la deflazione? Non ha solvibilità da mantenere. Non è il caso del banchiere che non deve mai dimenticare che qualcuno può arrivare da un momento all'altro e richiedere un dollaro di denaro contante e che se non lo ha è in bancarotta. Lo stato non si trova mai in tale difficoltà. Se le persone vengono alle sue porte in cerca di dollari, può stamparli. Che si tratti di denaro reale o meno, lo stato può dire che c'è il corso legale e la gente deve considerarlo come se fosse reale.
C'è ancora un'altra differenza e questa è cruciale in senso politico.
Fintanto che lo stato, come qualsiasi altro mutuatario, deve andare in banca per i fondi, pagare il tasso d'interesse vigente e dare garanzie per il rimborso di ciò che prende in prestito, i suoi progetti saranno limitati sia in pace che in guerra. Ma una volta che ottiene il controllo del meccanismo monetario in modo da poter controllare il tasso d'interesse e creare denaro, è completamente gratuito. Il controllo parlamentare del governo mediante il controllo del portafoglio ha senso solo fintanto che la quantità di denaro è limitata; cessa di avere senso quando lo stato stesso controlla l'offerta di denaro e può riempire il proprio portafoglio.
Quando iniziò la prima guerra mondiale c'erano banchieri che pensavano che la durata si potesse contare in settimane, perché il costo sarebbe stato spaventoso. Non riuscivano ad immaginare come si potessero trovare tanti soldi per portarla avanti a lungo. Questo modo di pensare apparteneva ai vecchi tempi di guerra, quando uno stato in guerra, avendo bisogno di più denaro di quello che aveva risparmiato per quello scopo, doveva andare sul mercato monetario privato per i fondi, prendere in prestito lì, fornire garanzie e pagare gli interessi.
Ma non fu per mancanza di denaro che la prima guerra mondiale si fermò. Fu allora che lo stato, superati i misteri del credito bancario, fece una profonda scoperta: monetizzare il debito pubblico. Ciò significa trasformare il debito pubblico in denaro. Per capire cosa succede in tal caso, non è necessario comprendere le tecniche di procedura bancaria. Si noti innanzitutto che quando uno stato vende obbligazioni alla gente è, in senso stretto, un mutuatario: prende in prestito denaro da loro sulla sua promessa di restituirlo e, poiché non può prendere in prestito più di quanto le persone siano in grado di prestare, l'importo che può prendere in prestito in base alle sue obbligazioni è limitato. Ma non c'è limite all'ammontare di debito pubblico che può essere monetizzato. In questo processo lo stato non vende i suoi titoli al popolo. Invece con una mano "vende" le sue obbligazioni alle banche e poi con l'altra crea e fornisce il denaro che le obbligazioni richiedono.
La differenza tra questo tipo di denaro e il denaro fiat puro è una questione di percezione. Ci sono due pezzi di carta invece di uno. Il denaro fiat puro è un pezzo di carta su cui è impresso la promessa dell ostato di rimborsarlo e, poiché non rappresenta nulla di valore né alcun aumento di beni acquistabili, il suo destino è essere distrutto da un aumento dei prezzi; alla fine sarà parzialmente o totalmente ripudiato. Nel caso del denaro creato dalla monetizzazione del debito pubblico, si hanno due pezzi di carta: uno è la cauzione su cui è impressa la promessa dello stato di rimborso ed il secondo è la cartamoneta che passa di mano in mano assicurata dall'obbligazione.
Nella misura in cui questa nuova valuta non rappresenta nulla di valore, né alcun aumento nell'offerta di beni acquistabili, produce lo stesso effetto del denaro fiat, cioè farà aumentare i prezzi e, all'aumentare dei prezzi, diminuirà il suo potere d'acquisto. Ma ora gustatevi il punto principale che fa della monetizzazione del debito pubblico il meraviglioso dispositivo che è. Lo scandalo del ripudio, che è il seguito storico del denaro fiat, viene splendidamente evitato. Come? In questo modo: la promessa dello stato di rimborsare l'obbligazione è una promessa di ripagare il debito in che cosa? Denaro fiat, quindi un pezzo di carta è garanzia per un altro. L'obbligazione protegge il denaro fiat ed il denaro fiat protegge l'obbligazione. Quindi potete proteggere un cane legandolo alla sua stessa coda. Ma finché funziona, nessuno stato deve più preoccuparsi dei soldi.
Questa è la scoperta che ha reso così facile finanziare la prima guerra mondiale. Tuttavia lo scetticismo aleggiante intorno al discorso solvibilità erano troppo forte per essere distrutto tutto in una volta.
Dopo la prima guerra mondiale il vecchio ordine, sebbene alquanto danneggiato, fu restaurato. L'Inghilterra tornò al gold standard e ci fu una deflazione intenzionale. Oro e cartamoneta tornarono ad essere liberamente intercambiabili e il debito pubblico cominciò ad essere ripagato con le tasse. Anche la Germania, dopo aver ripudiato la sua cartamoneta, fu fornita dai suoi ex-nemici dell'oro su cui basare una nuova moneta aurea, e questo perché altri Paesi potessero nuovamente commerciare con lei.
Era certo, tuttavia, che lo stato non avrebbe mai dimenticato cosa significasse essere libero dalle frustrazioni del denaro sano ed onesto. Era certo anche che alla prossima occasione sarebbe stata pronta la nuova intellighenzia economica con una dottrina plausibile del controllo derivata dall'esperienza della prima guerra mondiale.
Prima, però, bisognava sbarazzarsi del gold standard. Finché denaro e credito erano, per legge e consuetudine, collegati ad una riserva aurea, uno stato non poteva manipolare l'offerta di denaro con perfetta libertà, né aumentarla all'infinito, e la grande scoperta di come monetizzare il debito pubblico era di utilità limitata. Ogni stato, quindi, era un nemico per il gold standard.
Nel secondo anno della Grande Depressione, l'Inghilterra lo abbandonò con la motivazione che sostenerlo le era già costato troppa deflazione. Poco dopo il governo americano, senza alcuna necessità, avendo di fatto più oro del necessario, ripudiò le obbligazioni in oro e allo stesso tempo prese il controllo del denaro, del credito e delle banche, il che significa che prese definitivamente due poteri:
- il potere di manipolare il denaro come strumento di politica sociale;
- il potere di creare denaro mediante la monetizzazione del debito pubblico in tempo di pace come in tempo di guerra.
Il semplice rovesciamento del gold standard non era sufficiente. Era necessaria un'altra cosa: rendere illegale il denaro sano ed onesto. Il denaro pianificato dallo stato doveva essere l'unica forma di denaro legale, perché se non lo fosse stata si sarebbe trovata in concorrenza con l'oro o con il denaro aureo. E così la proprietà privata dell'oro fu distrutta. Il possesso privato di oro fu considerato un crimine e fu approvata una legge che affermava che qualsiasi contratto che prevedeva il pagamento in qualsiasi tipo di denaro diverso da quello pianificato dallo stato era illegale.
Questo fu il risultato supremo del New Deal: rendere illegale il denaro sano ed onesto. L'assioma di Gresham fu quindi bypassato: quando due forme di denaro, una migliore e una peggiore, sono in circolazione insieme, il denaro migliore tende a scomparire perché la gente lo accumulerà. Il New Deal rese impossibile quel tipo di competizione. Ci doveva essere una sola forma di denaro ed era quella prevista dallo stato. Tutto quello che poteva succedere dopo era un mercato nero per l'oro.
Va notato che ciò che fece il New Deal fu popolare. Lo stato ed il popolo si presero la mano. Anche in Gran Bretagna, quando in modo simile il denaro pianificato prese il posto del denaro sano ed onesto. Ciò che lo stato guadagnò fu una vasta estensione del potere nella dimensione economica, e ciò che le persone guadagnarono – o pensavano di aver guadagnato – fu l'immunità esterna dalla "funzione punitiva" del denaro. Mai più la gente avrebbe dovuto soffrire per mancanza di denaro, vale a dire per mancanza di potere d'acquisto. Lo stato avrebbe sempre potuto fornirne abbastanza. Mai più ai banchieri sarebbe stato permesso di sacrificare il benessere sociale sull'altare della solvibilità. Mai più un banchiere avrebbe potuto dire: "I mutuatari devono pagare i loro prestiti e tutti devono vendere di più e comprare di meno, perché stiamo finendo i soldi".
Per un po' funziona. Infatti per un po' e per molti funziona così bene che ci si può chiedere se non ci sia una sorta di logica diabolica in quelle che chiamiamo illusioni monetarie. Un'abbondanza inesauribile di denaro pianificato a basso costo offre l'immunità dalla liquidazione, sostenendo anche l'idea illusoria di stabilità. L'alternanza di boom e bust doveva essere abolita, perché se nessuno avrebbe dovuto mai più subire la deflazione per mancanza di denaro, non c'era motivo per cui ci sarebbe dovuto essere ancora un bust.
Ciò che ne risulta è una fantasia di boom perpetuo. Il principio correttivo del denaro sano ed onesto, che abbiamo chiamato il "principio punitivo", consiste nell'indurre la vendita e la liquidazione in determinate circostanze. Quando tale funzione del denaro viene sospesa, esiste solo la funzione positiva, che è quella di indurre all'acquisto, ed il meccanismo monetario agisce come un orologio senza pendolo, facendo salire i prezzi sempre più velocemente. E questo andrà avanti fino alla fine, cosa accadrà poi nessuno lo sa. È una calamità da rimandare il più a lungo possibile.
Nel frattempo arriva il momento in cui lo stato stesso diviene impotente, anche se volesse fermare l'inflazione. La teoria del denaro pianificato dice che il pendolo può essere rimesso quando necessario. Questa è la dottrina dell'inflazione controllata. Ma quando arriva il momento di agire, lo stato si trova di fronte non ad una teoria, ma ad una realtà politica: non osa sgonfiare l'economia ripristinando la "funzione punitiva" del denaro. Non era per questo che il banchiere veniva insultato? Ora lo dovrebbe fare lo stato in sua vece? Se sì, che fine fa l'illusione secondo cui una volta che lo stato avrà controllato e pianificato il denaro, la gente sarà ricca per l'eternità?
Una fonte di confusione è l'idea che il costo spaventoso della guerra sia stata la causa principale di questa inflazione. La guerra forniva lo spettacolo vulcanico, ma il fuoco stava già bruciando. Iniziò negli anni '30 quando gli stati rovesciarono il gold standard con il pretesto che frustrava le aspirazioni sociali delle persone e presero il controllo del denaro. Molto prima della guerra gli stati si erano liberati dai limiti del denaro sano ed onesto. Avevano trovato un modo per socializzarlo ed una conseguenza fu l'enorme costo della guerra.
Quindi ora l'incomparabile illusione arriva ad un seguito: il denaro pianificato ha fatto il suo corso così bene che oggi non esiste più un prezzo comprensibile per niente, né esiste più una forma di denaro con cui le persone sono disposte, nel modo normale, a scambiare i loro beni; invece regna l'accaparramento delle cose, il mercato nero, il disordine della produzione, un commercio internazionale sempre più incline ai principi del baratto.
I mali dell'inflazione assumono ora le proporzioni di un flagello universale. Tuttavia, nella mente dello stato l'unico pensiero è quello di trattare questi mali come effetti — mediante editti che li proibiscono o mediante nuovi meccanismi di controllo e prelievi sul capitale — invece di agire sulla causa. Come agire sulla causa, come ripristinare nel mondo il principio di solvibilità, come tornare ad un tipo di denaro di cui la gente si fida, che smetterà di accumulare, che distruggerà i mercati neri e libererà le forze della libera impresa è un problema per il quale non esiste una soluzione indolore.
Dall'ascesa dell'economia moderna non era mai successo prima che il denaro in tutto il mondo fosse inflazionato tutto in una volta. Mai prima d'ora era impossibile testare il valore del denaro inflazionato con il semplice metodo di valutarlo in oro. Anche ai tempi del Greenback – cioè nel periodo della Guerra Civile – la valuta fiat poteva essere valutata in oro. Il prestigio finanziario dello stato soffrì a causa del declino del dollaro. Nel punto più basso valeva 35 centesimi e alla fine fu reso rimborsabile in oro al valore nominale completo.
Ma ora l'oro come denaro è stato messo fuori legge dallo stato. Il libero mercato è stato soppresso. Dove testerete il valore del dollaro americano o della sterlina britannica offrendolo in cambio di oro? Il Fondo Monetario Internazionale fissa il valore del dollaro in termini della sterlina ed il valore della sterlina in termini del dollaro.
Se questo fosse tutto, avreste solo un problema monetario. Ma c'è molto di più: il problema è morale. Di tutte le principali nazioni del mondo non ce n'è una che non abbia svalutato la propria divisa o ripudiato le promesse sui suoi obblighi. La sfiducia nel denaro, quindi, è sfiducia nella parola dello stato.
La Francia ora sta lottando con questo problema morale. È l'unico Paese che avrebbe dovuto saperlo meglio. La sua esperienza con l'inflazione è storica, tuttavia ha portato la monetizzazione del debito pubblico ad un punto in cui il franco è cartastraccia. Così alla fine ha deciso di svalutarlo per editto e allo stesso tempo di consentire quello che ha definito un libero mercato dell'oro e dei dollari.
Il Fondo Monetario Internazionale l'ha supplicata di non farlo. La paura era che avrebbe distrutto la sua ragnatela di parità artificiale dei cambi ed esposto il vero valore del denaro fiat, specialmente la sterlina britannica, la quale viene venduta sul mercato nero a circa la metà di quello che il Fondo Monetario Internazionale ha detto che valeva.
Ciononostante, per egoistica disperazione, la Francia non ha dato retta all'FMI, con il risultato che invece di risolvere da sé qualsiasi problema ha aggravata la confusione generale. Il popolo francese sapeva benissimo che il nuovo valore del franco era arbitrario e provvisorio, perciò ne diffidavano. Inoltre la nuova legge monetaria è stata interpretata secondo il suo vero senso: il governo francese si riservava il diritto di fare tutto ciò che vuole col denaro, anche confiscarlo.
Per quanto riguarda il libero mercato in dollari e oro, era libero non di per sé ma su licenza, solo per vedere cosa sarebbe successo. Il governo francese è stato così ingenuo da credere che se fosse stato consentito il libero commercio dell'oro per poche ore ogni giorno, il premio su di esso avrebbe indotto i contadini francesi a cedere i loro famosi tesori; ma i contadini francesi non sono stati minimamente persuasi a scambiare il loro oro con qualsiasi tipo di cartamoneta, nemmeno con dollari di carta.
La debacle morale ora è tale che quando e se gli stati decideranno di disinflazionare le loro valute, la fiducia nel denaro non verrà ripristinata. Perché? La parola dello stato non vale niente, soprattutto quando si tratta di denaro. Chi può essere sicuro che le nuove promesse siano migliori di quelle che sono state infrante? Solo il tempo può dirlo... e non c'è più tempo. La necessità di ripristinare il ritmo degli scambi nel mondo è estremamente urgente. Non può essere ripristinato fino a quando la gente non sentirà di nuovo il suono del denaro sano ed onesto.
L'oro farebbe quel suono; ma sebbene ci sia più oro che mai nel mondo, il suo uso come denaro è proibito. Passa tra gli stati, per lo più sotto forma di lingotti, e tutti sono ansiosi di possederlo, poiché ora è l'unica misura di valore di cui anche gli stati possono fidarsi; ma sia la moneta d'oro che la cartamoneta convertibile in oro su richiesta sono scomparse dalla circolazione in tutto il mondo. Un individuo che vuole accumulare oro deve prima trovarlo nei mercati neri di Bombay, Il Cairo o in Cina, e poi portarlo via di nascosto, perché è soggetto a confisca, e l'individuo trovato in possesso del metallo giallo viene sanzionato.
Il fatto curioso è che allo stesso tempo gli stati stessi lo stanno accumulando e lo fanno perché non possono più fidarsi del proprio denaro pianificato.
Sotto il New Deal, il governo americano approvò una legge che rendeva reato il possesso di oro da parte di un cittadino americano. Quindi, dopo aver confiscato l'oro del popolo, lo seppellì a Fort Knox. Di tanto in tanto questo tesoro viene rimpinguato, fino ad ora rappresenta più della metà di tutto l'oro monetario del mondo. Eppure l'esistenza di questo oro non è la vera ragione per cui il dollaro americano è il tipo di denaro pianificato nei cui confronti si dovrebbe essere meno diffidenti. È il potere produttivo dell'America che sostiene il dollaro, non il tesoro d'oro a Fort Knox.
Si dice che questo Paese abbia uno "standard monetario aureo internazionale", se sapete cosa significa; si dice che il dollaro americano sia "legato" all'oro; si dice che a copertura della cartamoneta pianificata che avete in tasca ci sia una "riserva aurea". Queste sono solo costruzioni monetarie. A che serve sapere che a copertura della vostra cartamoneta c'è una riserva d'oro quando è illegale possederlo e quando anche il banchiere che tiene quella che viene chiamata una riserva d'oro non ha il metallo fisico?
Nessuna banca ha oro. Nessuna banca è autorizzata a possedere oro. Quello che ha la banca è un certificato d'oro emesso dallo stato. Questo certificato non può essere convertito in oro fisico, se non con il permesso dello stato, e solo a condizione che l'oro sia richiesto allo scopo di effettuare un pagamento internazionale. E questo certificato d'oro, che costituisce ciò che chiamiamo riserva d'oro a copertura del nostro denaro, non è né legalmente né moralmente migliore del bellissimo certificato d'oro giallo che avevate in tasca qualche anno fa su cui c'era scritto: "Questo è per certificare che una quantità uguale di moneta d'oro è stata depositata nel Tesoro degli Stati Uniti ed è rimborsabile al portatore su richiesta".
Quello era il certificato d'oro che lo stato vi obbligava a consegnare sotto pena di multa o reclusione. Nel fare ciò non solo trascurava le parole incise su di esso, ma ripudiava una ricevuta legale per l'oro che era stato depositato da individui nel Tesoro degli Stati Uniti. Vale a dire, confiscava l'oro che deteneva in custodia per il popolo.
Quindi un certificato d'oro non era oro fisico. Se non era oro nelle mani dell'individuo non poteva essere nemmeno oro nelle mani di una banca. Nessuna parola solenne incisa sulla carta da uno stato che poi l'avrebbe infranta poteva essere considerata oro. Solo l'oro è oro. Ne consegue che a copertura di tutti i dollari cartacei ora in circolazione, i soldi nelle nostre tasche, nell'intero sistema bancario non c'è un dollaro di riserva aurea.
In tutta questa confusione di fatti e finzione, l'unica cosa che luccica è l'oro. Per alcuni il suo luccichio è il malocchio del basilisco, che richiama le persone al capitalismo del XIX secolo; per altri è la luce del giorno alla fine del tunnel in cui siamo finiti.
Così ora gli economisti si dividono. E se superate la loro linea di demarcazione, che è come la linea di uno scisma religioso, con i modernisti da una parte ed i fondamentalisti dall'altra, vedrete che arriva un punto in cui si smette di parlare di soldi. L'argomento cessa di basarsi su principi monetari, che possono essere provati o smentiti, e vira su convinzioni politiche, che generalmente sono fuori discussione.
Gli economisti che credono in un'economia pianificata credono anche nel denaro pianificato, perché quando lo stato si impegna a pianificare la vita economica per fini sociali deve saper pianificare anche il denaro. Altrimenti le sue intenzioni sociali cadranno a pezzi.
D'altra parte, gli economisti che credono in un'economia libera ed in uno stato limitato credono anche nel denaro sano ed onesto, perché quest'ultimo è, tra tutti gli strumenti, quello che ha vinto con maggior successo l'istinto totalitario dello stato.
Questi sono i fondamentalisti. Con una voce crescente ora chiedono un ritorno al gold standard e questo non solo per ragioni monetarie, ma sulla base del fatto che non c'è altro modo per salvare un'economia libera ed una società libera dall'ingestione totale da parte dello stato. La moneta aurea è l'unica cosa che lo stato non può ingoiare.
Ma la strada per tornare al denaro sano ed onesto è difficile. Era già abbastanza difficile quando non c'era che un ostacolo naturale, cioè il potere della fallacia, che sta sempre dalla parte del denaro pubblico perché ce ne sarà in abbondanza e ogni uomo, secondo il proverbio, ne approfitterà.
Ma oltre questo primo ostacolo ce ne sono altri due.
Il secondo è la resistenza dello stato, con il suo controllo radicato sull'offerta di denaro. Questo è un potere a cui non rinuncerà senza lottare.
Il terzo ostacolo è il tipico economista keynesiano, il quale sostiene l'economia pianificata in parte per motivi di convinzione sociale e in parte, si può sospettare, per motivi di vantaggio, poiché in un'economia pianificata è elevato agli onori del clero. L'influenza di questo economista keynesiano è grande, sia sullo stato che sul pensiero economico, e nel suo campo visivo non c'è immagine più odiosa del gold standard.
Al Congresso l'idea di tornare al gold standard è guidata da Howard Buffett, il quale ha presentato un disegno di legge che propone di "ripristinare il diritto dei cittadini americani di possedere liberamente oro e monete d'oro; restituire il controllo sulle finanze pubbliche alle persone" e "per frenare l'ulteriore deterioramento della nostra valuta". I paragrafi essenziali sono due:
L'unità monetaria standard degli Stati Uniti d'America è il dollaro d'oro di quindici e ventuno centesimi di grani. Le monete d'oro di taglio non inferiore a $10 e le denominazioni più grandi che il Segretario del Tesoro ritenga desiderabili devono essere coniate ed emesse su richiesta.
Tutti gli altri soldi degli Stati Uniti saranno mantenuti alla parità con il dollaro d'oro standard mediante libertà di scambio alla pari con l'oro standard.
Parlando della sua proposta di legge, Buffett ha detto:
Le persone parsimoniose e frugali decideranno che privarsi del godimento immediato risparmiando dollari non è saggio. Come le popolazioni di molti Paesi europei, questi lavoratori non ripongono più la loro fiducia in una cartamoneta irredimibile.
Se il Congresso non affronterà presto il problema in modo efficace, questo pericolo potrebbe non essere troppo lontano. Un abbandono di massa delle abitudini di risparmio del dollaro sarebbe una grave calamità, soprattutto perché quasi sicuramente seguirebbe una fuga di massa dal dollaro.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Quindi le criptovalute saranno il futuro, ma a caro prezzo?
RispondiEliminaSalve Mauro.
EliminaSul blog ho pubblicato diverse analisi riguardo il mondo delle criptovalute, in special modo Bitcoin, in cui vengono spiegate le diverse motivazioni per cui l'inevitabilità della sua adozione è qualcosa di già scritto nel futuro. Può consultare il tag "Bitcoin", a tal proposito. Il caro prezzo, come sempre, lo pagheranno coloro che si faranno trovare impreparati. E lo stanno già pagando adesso, perché in tempi non sospetti avevo già avvertito che la libertà sarebbe diventata "a pagamento" e solo chi se la sarebbe potuta permettere avrebbe goduto dei suoi privilegi (ormai tali sono diventati). L'inflazione dei prezzi cavalcante, attraverso il suo morso, sta dimostrando quanto descritto nei miei scritti in precedenza.
Grazie!
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