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Le banche centrali non hanno semplicemente gonfiato i prezzi degli asset, hanno anche fatto marcire le fondamenta stesse dei mercati finanziari, producendo una gamma infinita di nuovi prodotti che non hanno una reale funzione economica se non quella di facilitare nuove forme di gioco d'azzardo.
I primi tra questi sono gli Exchange Traded Fund (ETF). Se siete propensi a concedere a questi ultimi il beneficio del dubbio, potreste chiedervi perché il mondo fosse così ottenebrato di recente, nel 2003, da permettere l'esistenza solo di $204 miliardi di questi strumenti finanziari – una cifra che è solo il 2,6% dei $7.740 miliardi attuali.
Vale a dire, se gli ETF fossero il prodotto di mercati liberi e facilitassero effettivamente una determinazione onesta dei prezzi nei mercati dei capitali primari e secondari, sarebbero stati inventati ed istituzionalizzati molto tempo fa; e più dell'80% degli insoluti sicuramente non si sarebbe materializzato solo negli ultimi otto anni.
Naturalmente ciò che si è anche materializzato durante l'arco di tempo nel grafico qui sopra è uno tsunami di liquidità promulgato dalle banche centrali. Dal 2003 i loro bilanci combinati sono saliti da meno di $4.000 miliardi a più di $35.000 miliardi, inondando così i mercati di liquidità in eccesso e trasformandoli in fecondi incubatori di bische clandestine.
Dopotutto, se un vero professionista degli investimenti volesse un'esposizione al settore energetico, ad esempio, indagherebbe senza dubbio sui meriti relativi e sui potenziali rischi/benefici di tutti i principali attori, tra cui Exxon Mobil, Chevron Corp., Schlumberger, ConcoPhillips, Pioneer Natural Resources, Marathon, Williams Companies, Phillips 66, Kinder Morgan, Valero Energy, Occidental, Devon Energy, Hess, Halliburton, Baker Hughes, Diamondback Energy, APA Corp, ONEOK Inc., ecc.
Ma l'ultima cosa che farebbe è comprarli tutti, ponderati per capitalizzazione di mercato o qualche altro schema di terze parti. Eppure questo è ciò che si ottiene quando acquistate XLE, che è l'Energy Select SPDR per il settore: include 40 società energetiche che vanno dai giganti sopra menzionati, come Exxon Mobil a raffinerie come Valero, a società di servizi petroliferi come Halliburton, a piccole Aziende E&P come Newfield Exploration. L'equivalente di iShares si chiama IXC ed è ancora più diversificato, con 96 società distribuite in una diversità ancora maggiore tra dimensioni, specializzazioni ed aree geografiche.
Inutile dire che nessun investitore potrebbe credere che una tale accozzaglia possa essere analizzata razionalmente o diligentemente. Dopotutto, il punto centrale dei mercati competitivi è quello di selezionare i vincitori, i perdenti ed anche i ranghi a livello di settore, industria e sotto-industria. Quindi acquistare l'intero settore equivale ad accettare l'auto-cancellazione del rumore finanziario e annullare tutto il duro lavoro di Mr. Market a livello di prestazioni operative.
Ecco perché gli Exchange Traded Fund, in fondo, sono un prodotto dei casinò finanziari, non del libero mercato. Offrono a trader e speculatori la possibilità di "scommettere sul nero" in base a poco più che titoli e slancio. Non sorprende che l'XLE abbia ora completato un viaggio di andata e ritorno verso il nulla negli ultimi 15 anni, mentre la bolla dello scisto è scoppiata, crollata, riesplosa, crollata e ora sta salendo di nuovo, anche se il prezzo di questo ETF è esattamente uguale al suo livello di settembre 2006.
La tesi secondo cui gli ETF sono una manna per gli speculatori che non hanno il tempo o le capacità per fare i compiti a casa non va a genio alla stampa finanziaria. In un mondo di denaro sano ed onesto, metterebbero i loro risparmi in banca per guadagnare un solido tasso d'interesse, o affiderebbero le loro allocazioni sui mercati azionari ad un professionista con le competenze ed il track record per scegliere i titoli vincenti.
Al contrario, l'idea stessa di "democratizzare" il processo di investimento azionario è una truffa nata dal casinò finanziario. È un invito di Wall Street agli ingenui giocatori da casa a gettare i loro soldi dalla finestra, da cui gli asset sottostanti raccolgono un flusso di commissioni dall'alto.
Infatti questo fatto da solo vi dice tutto ciò che dovete sapere: ora ci sono più ETF che nomi di singole società trattate sui mercati azionari!
Tutto questo è niente se si pensa al re degli ETF: BlackRock (BLK). A settembre era di gran lunga il più grande gestore patrimoniale del mondo con $9.600 miliardi di asset in gestione (asset under management). Di conseguenza la sua base patrimoniale è maggiore del PIL di tutti i Paesi del mondo ad eccezione degli Stati Uniti e della Cina.
In questo caso particolare c'è un po' di storia personale, essendo stato un partner fondatore del Blackstone Group quando BlackRock venne costituita nel 1988 come sussidiaria. L'anno successivo attraversammo il Paese cercando di raccogliere il primo fondo comune basato su una classe relativamente nuova di titoli a reddito fisso chiamati obbligazioni garantite da ipoteca.
Quel fondo originale era solo di circa $100 milioni, quindi gli asset in gestione di BlackRock sono cresciuti di 96.000 volte sin da allora!
Inutile dire che il suo fondatore e attuale CEO, Larry Fink, è uno dei grandi bucanieri finanziari dei tempi moderni. Oltre a focalizzarsi in quello che poi sarebbe diventato il mercato multimiliardario dei titoli garantiti da ipoteca, ha anche effettuato diverse importanti acquisizioni lungo la strada, tra cui due accordi trasformativi nel periodo della grande crisi finanziaria.
Innanzitutto la fusione con l'attività di gestione patrimoniale di Merrill Lynch nel 2006, la quale ha notevolmente ampliato le sue operazioni di gestione di azioni ed obbligazioni istituzionali fagocitando circa $1.000 miliardi in asset in gestione; e poi l'acquisto nel 2009 dell'attività di gestione patrimoniale di Barclay's, inclusa la sua unità iShares, il principale fornitore di ETF ed in crescita esplosiva.
Quest'ultima cosa in particolare ha fatto decollare gli asset in gestione di BlackRock come un razzo, passando da $1.000 miliardi nel 2008 ai summenzionati $9.600 miliardi di oggi. Infatti le barre rosa nel grafico qui sotto sono una meraviglia da vedere: indicano che le basi di BlackRock sono uguali agli asset in gestione dell'intera industria del private equity e del capitale di rischio (barre blu) messi insieme!
Eppure il genio imprenditoriale o le fusioni su larga scala da soli non bastano a spiegare la fenomenale crescita di BlackRock. Più di ogni altra cosa esso è il simbolo della massiccia inflazione degli asset finanziari negli ultimi due decenni, ed in particolare della crescita esplosiva degli ETF e di altri fondi passivi in cui è l'attore dominante.
Mentre le banche centrali hanno versato oltre $30.000 miliardi di credito fiat e liquidità nei mercati finanziari dopo la metà degli anni '90, asset come BLK hanno avuto una giornata campale raccogliendo sia il reddito fisso che gli investimenti azionari. Infatti la marcia verso l'alto delle barre rosa nel grafico, qui sotto, le quali rappresentano gli asset in gestione di BlackRock, è praticamente senza precedenti nella storia degli affari economico/finanziari.
Robin Wigglesworth su Twitter: la prossima settimana BlackRock riferirà probabilmente che il suo patrimonio in gestione è salito a $10.000 miliardi. È uguale all'intero hedge fund, capitale di rischio e private equity.
Inutile dire che la marcia verso l'alto delle barre rosa sopra ha fatto miracoli per i dati finanziari di BlackRock, così come per il patrimonio netto di Larry Fink. Pertanto, nel periodo annuale terminato nel dicembre 1999, l'utile netto di BLK faceva registrare un modesto livello di $59,4 milioni, che ad un multiplo PE di 18,5 volte dava origine ad una capitalizzazione di mercato di $1,1 miliardi. In passato, questo non era considerato male per una startup del 1988.
Se avanziamo rapidamente fino al periodo annuale di settembre 2021, i numeri hanno assunto una circonferenza considerevole. L'utile netto annuale di BlackRock ha fatto registrare $5,8 miliardi, o 98 volte la cifra del 1999, mentre il multiplo PE dell'azienda si è ampliato di 24 volte – aumentando così la sua capitalizzazione di mercato a $141 miliardi, o 128 volte la cifra del 1999.
Ecco il punto: BlackRock è di dimensioni enormi, ma estremamente ridotta in termini di valore aggiunto. In media fa la cresta su circa 30 punti base di commissioni di gestione sul suo massiccio patrimonio in gestione – la cui stragrande quota è composta da ETF e altri fondi passivi e quasi indicizzati. Questi margini sottili sono più che compensati in volume, ma sono comunque sottili perché BlackRock funziona essenzialmente come un croupier nel casinò di Wall Street. Distribuisce le carte e le fiches, raccogliendo una piccola fetta delle scommesse.
Inutile dire, ovviamente, che mercati finanziari e monetari onesti non impiegherebbero mai un croupier da $9.600 miliardi. Non ci sarebbe alcuna richiesta per i suoi servizi.
Allo stesso modo, anche l'attuale croupier di Wall Street non avrebbe nulla di simile ad una capitalizzazione di mercato da $140 miliardi. Le pecore finanziarie che lo alimentano riscuoterebbero invece interessi presso la loro banca, o modesti ritorni sui loro gestori di fondi azionari.
A dire il vero, non ce l'ho con persone come Larry Fink che sono diventate miliardarie in un mondo di soldi allegri. I banchieri centrali che hanno reso possibile questa follia sono quelli che dovrebbero sopportare l'eterno rimprovero.Ma come nel caso dei miliardari di sinistra della Silicon Valley, mi oppongo con forza agli abusi politici che questi miliardi illeciti hanno reso possibile.
In questo caso, BlackRock è stata una cheerleader attiva per la linea di politica completamente sbagliata "ambiente-sociale-governance"; ed è stato in prima linea nei tentativi della Casa Bianca di Biden di spingere le grandi imprese a mettere in atto misure di controllo del clima e ad adottare altre assurdità di sinistra, come la diversità dei consigli di amministrazione come parte dei loro modelli di business.
Tornato alla campagna elettorale, Joe Biden non ha nascosto il suo sostegno ad un maggiore intervento dello stato nell'economia, l'unica cosa che ha imparato durante i suoi 49 anni di servizio pubblico. Quindi ora la Securities and Exchange Commission non è più intenta solo a proteggere i piccoli investitori dalle frodi finanziarie: la SEC ora vuole attaccare la bufala del cambiamento climatico imponendo standard "ambientali-sociali-governance" a tutte le società pubbliche e forzando la divulgazione della loro impronta di carbonio.
Come ha di recente scritto l'infaticabile Charlie Gasparino sul New York Post:
Ciò che è diverso qui è il ruolo che le persone associate a BlackRock di Larry Fink hanno assunto nel formulare la politica "ambiente-sociale-governance" a livello nazionale e quanto l'azienda ne trarrà profitto.
La sua azienda gestisce denaro per privati, aziende e governi in tutto il mondo, gestendo anche l'enorme portafoglio di debiti della FED sin dalla crisi finanziaria del 2008.
Fink è un miliardario ed il suo successo gli ha permesso di diventare un attore chiave nel Partito Democratico. E non è stato timido nello schierare l'influenza di BlackRock per far avanzare le cause democratiche in modi che sembrano sostenere i suoi profitti.
L'anno scorso ha scritto una lettera aperta in cui minacciava di spingere per la rimozione dei membri del consiglio di amministrazione delle società in cui BlackRock investe se si fossero rifiutati di seguire la linea progressista sul cambiamento climatico.
Più di recente ha promesso di rendere i fattori "ambientali-sociali-governance" un elemento centrale del modello d'investimento di BlackRock. Come riportato da Eleanor Terrett di Fox Business, BlackRock offre ora più di 150 fondi comuni d'investimento e fondi trattati in borsa (bacibi d'investimento che vengono trattati come azioni) che aderiscono agli standard "ambiente-sociale-governance" più di qualsiasi altra azienda a Wall Street.
A quanto pare l'amministrazione Biden è piena di ex-persone BlackRock che stanno agendo allo stesso modo a livello di regolamentazione nazionale.
Prendete Brian Deese, l'attuale capo del Consiglio economico nazionale: era il capo degli investimenti sostenibili di Fink. Oppure prendete il vice segretario al Tesoro Wally Adeyemo: era l'ex-capo dello staff di Fink ed è uno dei migliori consiglieri del segretario al Tesoro Janet Yellen, attrice chiave nella spinta "ambiente-sociale-governance" a livello nazionale.
Ed eccoci qui: la FED ha distrutto le fondamenta della prosperità del libero mercato trasformando i mercati monetari e dei capitali in bische clandestine. Questi ultimi, a loro volta, hanno conferito migliaia di miliardi in guadagni illeciti alla piccola quota di famiglie che possiedono la maggior parte degli asset finanziari, e soprattutto agli addetti ai lavori e ai fondatori del settore che si trovavano nel posto giusto al momento giusto.
Ora il croupier di Wall Street, che ha portato le bolle seriali della FED a livelli inimmaginabili, vuole finire il lavoro spolpando ciò che resta della prosperità di Main Street con i disastrosi rimedi dei "talebani del clima" e altre sciocchezze in circolazione nella Città Imperiale.
Vale a dire, il marciume economico non si ferma solo al denaro fiat ma si espande a tutto il sistema bancario centrale. Quest'ultimo sta ora alimentando una classe di miliardari che hanno la presunzione di poter controllare capillarmente tutto abbracciando il progressismo di sinistra proprio nel momento in cui il futuro della libertà economica e della prosperità capitalista è in bilico.
Quindi, sì, disprezzate pure i miliardari per il loro gioco d'azzardo sui mercati e la mentalità di sinistra, ma la dannazione eterna deve andare ai banchieri centrali che in primo luogo hanno favorito la follia finanziaria e politica di oggi.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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