martedì 16 novembre 2021

Monopoly, propaganda anti-libero mercato per ignoranti economici

La funzione dell'articolo di oggi è duplice. Innanzitutto è un modo per ricordare che il libero mercato, nonostante tutti gli autoritarismi di cui possiamo essere vittime, è sempre presente. È una condizione immanente dell'esistenza umana, mentre la variabile è la coercizione la quale deve essere apposta su di esso per trasformarlo in comando/controllo. Ma tale assetto è fallimentare perché possiede nella sua natura i semi della propria distruzione. Di conseguenza non si può prescindere dalla teoria economica per analizzare la realtà. La seconda funzione è quella di sottolineare esattamente come la coercizione, soprattutto quella burocratica/statale, vada a distorcere i meccanismi di un corretto funzionamento del libero mercato. Infatti North si limita semplicemente a disinnescare un video platealmente scadente che presenta una visione del mondo edulcorata da un grado di coercizione tutto suo dipendente dal marxismo. Questo, però, non deve farci scordare che l'attuale panorama economico è altrettanto distorto e le aziende sono state sempre più costrette a soddisfare un nuovo cliente: il più grande cliente che adesso hanno è lo stato ed il suo relativo apparato burocratico/regolatorio. Quando le caratteristiche più basilari e importanti di un'economia libera sono distorte, come i tassi d'interesse artificialmente bassi, l'intero sistema impazzisce: alcune persone guadagnano ricchezze che non meritano, altri ne sono privati. Le persone smettono di essere cordiali e si prendono alla gola. Per circa 200 anni abbiamo visto un gold standard internazionale, ecco perché ad esempio i prezzi alla fine del XIX secolo erano più o meno dove erano all'inizio del secolo: chi aveva risparmiato un 'unità di denaro nel 1800 poteva goderne appieno fino al 1900. Da allora in poi le cose sono molto cambiate, soprattutto dal 1913 con la creazione della FED. Il dollaro infatti ha perso circa il 97% del suo potere d'acquisto e oggi ne sta perdendo ciò che ne rimane più velocemente che mai. Ma dove sta finendo il “valore”? Il seguente grafico è esplicito. Quando ad esempio il Wilshire 5000, la misura più ampia del mercato azionario, è passato da $22.000 miliardi nel marzo 2020 a $47.000 miliardi a fine ottobre, i big player hanno guadagnato circa $25.000 miliardi in soli 18 mesi. La maggior parte di questo denaro probabilmente tornerà da dove è venuto nella prossima crisi, ma oggi si erge come una stella rossa sulla bandiera sovietica, un simbolo di corruzione ed incompetenza su vasta scala. Anche così, però, il libero mercato non è morto. Anzi, la prova empirica che è vivo e vegeto e combatte contro l'attuale deriva verso il comando/controllo è incarnata nell'esistenza di Bitcoin.

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di Gary North

Il titolo completo di questo documentario è: Monopoly – Who Owns the World? Non riesco a quantificare quanto sia sciocco questo video, ma ho intenzione di provarci.

Il video è profondamente contro il libero mercato. È lo stesso vecchio slogan del movimento progressista fin dal 1900: "Quei ricchi bastardi ci stanno derubando". Non è mai stato chiarito come "noi" abbiamo perso ricchezza a causa di un piccolo numero di ricchi nel mercato azionario e neanche in questo video viene chiarito. Fortunatamente il video non offre alcuna soluzione, perché invece i progressisti lo hanno fatto... e lo fanno ancora: più regolamentazione statale.

Il documentario è stato prodotto da Tim Gielen. Sono andato su Amazon per vedere se avesse scritto un libro, ma non c'è niente. Poi mi sono fatto un giro sul web per vedere se avesse un sito e neanche quello ha. Inutile dire che ne avrebbe bisogno per fornire collegamenti e note a piè di pagina a studi che dimostrerebbero le affermazioni nel video. Non esiste un sito web del genere. "Note a piè di pagina? Non ho bisogno di quelle dannate note!"

Per quanto ne so, Tim Gielen è un alias per un tizio di nome Joe Blow.

È su Facebook, su Twitter, ma non ha un sito web. In breve, è dipendente al 100% dalle persone che dice vogliono conquistare il mondo. Quanto è stupida questa strategia? Molto, molto stupida.

Prima di dimostrare l'assoluta incoerenza di questo documentario, citerò Murray Rothbard da Man, Economy, and State (1962). Ecco cosa ha scritto sui monopoli:

Prima di approfondire la teoria del prezzo di monopolio, dobbiamo iniziare col definire il monopolio. Nonostante il fatto che i problemi legati a questo tema occupino un'enorme quantità di scritti economici, esiste poca o nessuna chiarezza sulla definizione. C'è, infatti, enorme vaghezza e confusione sull'argomento. Pochissimi economisti hanno formulato una definizione coerente e significativa di monopolio (p. 661).

Il narratore non definisce mai il monopolio. Potreste immaginare che fosse un obbligo dato il titolo, ma questo vi suggerisce che il video è stato prodotto da qualcuno con poca comprensione della teoria economica del libero mercato. Eppure il video è tutto sull'economia.


L'ERRORE CRUCIALE DEL DOCUMENTARIO

Il documentario presuppone che la proprietà delle azioni aziendali indichi il controllo sull'economia, ovvero il controllo sui consumatori.

Sostiene che una manciata di fondi di investimento possieda una grande percentuale di azioni americane. Questo è facile da dimostrare, quello che invece non è facile dimostrare è che la proprietà di tali azioni si traduca in controllo sui consumatori.

Il narratore fraintende la funzione economica del mercato azionario: esso consente agli investitori in cerca di profitto di acquistare e vendere azioni di proprietà di società.

Qual è l'obiettivo dei proprietari? Fare soldi.

Qual è la strategia aziendale per fare soldi? Realizzare un profitto economico: generare più entrate che costi.

Fare soldi richiede che le aziende servano i clienti. Gli azionisti non vogliono controllare gli acquirenti, vogliono capire quali aziende favoriranno i clienti.

L'obiettivo degli investitori non è il potere, sono i soldi.

Questo video sostiene che una manciata di grandi fondi di investimento cerca solo potere, ma non lo dimostra. Ci dice semplicemente che questi fondi possiedono società redditizie.

Più e più volte il narratore usa la parola "potere", ma non usa mai la parola "profitto". La sua analisi non si basa sulla teoria economica, si basa invece su una teoria ma menzionata o spiegata del potere politico internazionale.


ALLARMISMI SOSTENUTI DA FESSERIE STATISTICHE

Il documentario inizia con la sorprendente dichiarazione che centinaia di milioni di persone in tutto il mondo si sono impoverite, quindi fornisce alcune brevi clip relative al coronavirus. Non spiega il collegamento, dice solo che presto saremo tutti impoveriti ma non ci dice perché.

L'economia mondiale è cresciuta nel 2021. Non c'è stata alcuna catastrofe economica a causa dei lockdown, eppure, nella seconda metà del video, il narratore lega la sua teoria su un Nuovo Ordine Mondiale ad un collasso economico creato dalla pandemia.

La tesi di questo documentario non ha senso.

Il fatto economico è questo: c'è stata una fuga dalla povertà più rapida negli ultimi 30 anni che in qualsiasi altro momento della storia dell'umanità. Le Nazioni Unite hanno stimato nel 1990 che il 36% del mondo viveva in estrema povertà; nel 2015 l'ONU ha stimato che quella cifra era scesa al 10%. Possiamo vederlo illustrato nei meravigliosi video TED talk prodotti da Hans Rosling. Guardate il suo discorso del 2007, vi stupirà.

Il documentario Monopoly sostiene senza alcuna prova che un'élite di individui super ricchi stia tentando di impoverire le masse. Se avete familiarità con la storia del marxismo, riconoscerete questa tesi. È una variazione della teoria del plusvalore di Marx. Era sbagliata nel 1867 ed è sbagliata ancora oggi. Eugen von Böhm-Bawerk la confutò nel 1896.

Per immunizzarvi contro questa tesi assurda, riflettete su questa cosa: se le masse si impoveriscono, i prezzi delle azioni delle società che vendono beni e servizi alla stragrande maggioranza delle persone ora povere cadranno come un sasso. La base della ricchezza delle élite è che possiedono azioni di società che vendono beni e servizi a miliardi di persone. Se queste élite stanno cercando di impoverire le masse, allora stanno perseguendo una politica autodistruttiva.

Il narratore non ne parla mai. Questo perché non crede nel libero mercato, non crede che i consumatori siano responsabili, non propone una teoria del libero mercato. Offre solo accuse che questa cospirazione elitaria sta cercando il potere

All'inizio del video il narratore disinforma gli spettatori su un'apocalisse economica incombente. Come mai? Per produrre paura. La paura rende gli spettatori più disposti ad accettare l'accusa non supportata del video secondo cui un'élite sta tentando di impoverirci tutti.

C'è sempre stato un grande mercato per questo tipo di assurdità, ma questo tizio sta cercando di vendere l'analisi di Marx a conservatori e libertari. Incredibilmente alcuni di loro ci stanno cascando. Odio dirvi dove ho visto commenti positivi su questo video assurdo: un sito libertario che non voglio mettere in imbarazzo.

Per capire i molti errori del video, comincio col denaro.


DEFINIRE IL DENARO

La proprietà del denaro è ampiamente dispersa. Ludwig von Mises, seguendo Carl Menger, definì il denaro come la merce più commerciabile. Questa definizione è stata la base del capolavoro di Mises, The Theory of Money and Credit (1912).

Il denaro è ciò che cercano le aziende.

Le aziende vogliono ciò che i consumatori possiedono: i soldi. Devono servire i consumatori per arricchirsi.

Questo è il cuore della teoria economica del libero mercato e risale ad Adam Smith. Negate questa analisi e negherete la teoria economica del libero mercato. Il narratore la nega.

Sostiene che un'élite possiede la maggior parte della ricchezza mondiale. Questa non è una novità, Vilfredo Pareto elaborò questa tesi nel 1897: concluse che circa il 20% delle persone in ogni nazione europea che studiò possedeva circa l'80% della ricchezza in quel Paese. Questa è la famosa distribuzione paretiana del 20/80.

La distribuzione è nota come legge della potenza, ciò significa che circa il 20% del 20%, ovvero il 4% della popolazione, possiederà circa il 64% della ricchezza (80% dell'80%). Questo a sua volta significa anche che lo 0,8% della popolazione (20% del 4%) possiederà circa il 51% (80% del 64%) della ricchezza. Ogni volta che troviamo una deviazione da questa distribuzione, dovremmo cercare ragioni per spiegarla. Non è facile farlo, poiché nessuno sa perché esiste la distribuzione di Pareto. È il grande mistero della moderna teoria economica: non esiste una spiegazione concordata.

Consiglio questo approccio: ogni volta che trovate una deviazione dalla distribuzione di Pareto, cercate un qualche tipo di intervento dello stato volto a proteggere alcuni proprietari di capitale dagli effetti competitivi del libero mercato. Questo non è ciò che fa il narratore nel video.

Innanzitutto assicuratevi che la persona che afferma l'esistenza di questa deviazione disponga di prove statistiche dettagliate a sostegno della sua affermazione.

Il narratore non offre mai una spiegazione economica per questa anormale concentrazione di ricchezza. Inoltre non offre note a piè di pagina a studi dettagliati che dimostrano l'esistenza di questa distribuzione. Dice solo che esiste citando Oxfam, un'organizzazione di sinistra in Gran Bretagna.

Se incolpasse specifiche politiche statali o delle banche centrali per questa anormale distribuzione della ricchezza, sarei disposto a prestare maggiore attenzione ai dettagli della sua argomentazione. Ma non lo fa e ciò significa che incolpa il libero mercato. È un mercato libero che ha permesso a queste persone di accumulare molte azioni societarie. Qual è il problema? Non c'è niente di sbagliato dal punto di vista morale. Non è un fallimento del mercato se gli investitori di successo accumulano titoli di proprietà delle società. Cosa vuole che facciamo con le sue informazioni? Condividetele, dice. E poi? Non lo dice, soprattutto perché non ha un programma di riforma.

Allora perché produrre il video?

"Guarda, mamma, sono su YouTube!" Così fanno un sacco di sciroccati.

Vi consiglio di seguire questa regola: "Se un video richiama l'attenzione su un problema, ma non offre una teoria sul motivo per cui esiste il problema, ignorate quel video". Ecco altre regole. "Se il video offre una spiegazione plausibile al problema, cosa offre come soluzione? La soluzione è coerente con la risoluzione del problema? La soluzione peggiorerà le cose? Chi imporrà la soluzione? Quali sono i suoi incentivi per imporre la soluzione? La soluzione prevede distintivi e pistole? Se sì, non unitevi al movimento".


RIEPILOGO

Primo, questo video è contro il libero mercato. È davvero la solita solfa marxista.

In secondo luogo, il video cerca di collegare la pandemia con un incombente collasso economico, ma non c'è stato nessun crollo. L'economia mondiale continua a crescere.

Terzo, il video dice che c'è un'élite che cerca il potere. Non offre esempi di come l'élite raggiunga il potere possedendo fondi comuni di investimento nel mercato azionario. Mostra che una manciata di fondi possiede un'alta percentuale delle azioni. Problema: i fondi investono in termini di guadagno e la base per ottenere profitto in una società di libero mercato è servire i consumatori.

In quarto luogo, il video ci dice che questo gruppo d'élite di persone super ricche intende imporre politiche fiscali mondiali che impoveriranno quei pochi di noi che non saranno spazzati via dal collasso economico creato dalla pandemia. Non dice perché i politici in ogni nazione legiferano su tali tasse, o perché gli elettori acconsentiranno. Inoltre, non pone questa domanda: "Se i super ricchi possiedono la maggior parte del mondo, quanti soldi può versare il resto del mondo nelle casse degli stati?" Non tanti.

Quinto, e più significativo, il video termina con una serie di promesse utopiche alle persone che condivideranno questo video. Ogni volta che vedete un video che promette la trasformazione del mondo diffondendo un video che espone l'élite, avete a che fare con qualcuno che crede nella salvezza mediante la conoscenza. Ecco la sua lista di promesse a coloro che condivideranno il video: un mondo "senza povertà, senza inquinamento, malattie o guerre" (59:49). "Se condividiamo tutti questo video, possiamo risvegliare l'umanità. Insieme possiamo fermare la corruzione e creare un mondo migliore" (1:02:46). Ma non ci dice esattamente come possiamo farlo. Non possiamo farlo stando seduti intorno ad un falò e cantando "Kum Ba Yah".

Sesto, offre questa speranza: il mondo "è tutto all'orizzonte". Perché dovrei crederci? Perché Rumi ha detto così. "La ferita è il luogo in cui la luce entra in te". (1:00:26) E chi è Rumi? Era un mistico sufi persiano del XIII secolo. In qualche modo, non sono convinto.

Il video termina con un sito web: www.StopWorldControl.com La home page presenta questo video, ma il sito è strettamente limitato alle discussioni sulla pandemia e ai relativi controlli statali. Non si parla di trasformare l'umanità, salvare il mondo o qualsiasi altra cosa di natura utopica.


CONCLUSIONE

Questo video a basso budget è un buon esempio di allarmismo, pessime statistiche, analisi anti-libero mercato, confusione tra ricchezza e potere, e visioni utopiche della trasformazione del mondo (i cattivi del NWO contro i mistici). Il tutto è in nome dell'anti-cospirazione e presenta i soliti sospetti: George Soros, Klaus Schwab e Bill Gates.

Il tono di base è questo: il libero mercato è impotente. I consumatori sono impotenti. Un'élite ha investito i suoi soldi, il che l'ha resa ricca, e in qualche modo, in modi non spiegati, è stata in grado di sfruttare tale ricchezza investendo in un sistema internazionale di dispotismo universale in cui la stessa élite diventerà proprietaria della ricchezza del mondo intero.

Ma se le statistiche sono accurate, possiedono già il mondo. Questo è il sottotitolo del video: chi possiede il mondo? Perché sprecano tempo e denaro per ottenere ciò che già hanno? Duh.

Quale sarà l'agenzia di applicazione di questo dispotismo universale? L'ultima burocrazia impotente: le Nazioni Unite.

Il minuscolo movimento conservatore americano ha accettato questa teoria a metà degli anni '50. In realtà credeva che le Nazioni Unite avessero un potere significativo. Non è mai successo: l'ONU è un luogo in cui i burocrati di alto livello dei Paesi del Terzo Mondo possono vivere a New York ed essere in grado di evitare di pagare le multe per il parcheggio perché hanno l'immunità diplomatica. Loro e le relativi mogli adorano questo stile di vita. Fa impazzire la polizia di New York, però.

Questo video è l'ennesimo esempio dell'osservazione di H. L. Mencken: nessuno è mai andato in rovina sottovalutando l'intelligenza del popolo americano.

Con questo articolo come introduzione, guardate il video. Ogni volta che sentite una sciocchezza, fate un segno di spunta su un pezzo di carta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


5 commenti:


  1. Un analisi da bambini delle elementari, ma gia' dalla premessa...praticamente ci si vorrebbe vendere che il concetto di "monopolio" sia astratto, non ben definito mai da nessuno, praticamente incomprensibile...da piegarsi dal ridere se non ci fosse da piangere. Non voglio difendere il video che non perdo neanche tempo a guardare, ma scommetto che sarebbe piu' interessante ed intelligente di questa pomposa pseudo analisi di North, un autore che non conosce mezze misure, i suoi articoli sono ottimi o pessimi, questo decisamente pessimo.
    Non posso ne voglio dilungarmi troppo nel fare a pezzi questa scempiaggine, un cocktail di pura (nel senso di astratta) teoria accademica e luoghi comuni, cerchero' di essere sintetico.
    Il libero mercato di cui parla il nostro Gary e' una reliquia come lo sono le teorie economiche che sventola con arroganza. Di questi tempi siamo nauseati dallo scientismo, ci manca l'economismo.
    Il libero mercato e' morto nel momento in cui ha smesso totalmente di funzionare in modo efficente.
    Quello che l'ha ucciso e' stata proprio la deregolamentazione senza freni, infatti se le varie istituzioni quali le banche centrali, la SEC, gli anti-trust, ecc...facessero il loro lavoro in modo corretto il mercato sarebbe rimasto efficente e continuerebbe ad esistere ancora oggi proprio come lo sogna il nostro autore prigioniero dei suoi dogmi e del suo nostalgico passato.
    Nessun problema accumulare azioni dice, certo, ma cosa succede se pochi enormi utenti di questo idilliaco libero mercato finiscono con l'accumulare troppe azioni (se si parla di colossi basta un 5-10%) di societa' che sarebbero concorrenti e che rappresentano tutta l'offera di quei prodotti che i consumatori poi dovrebbero comprare? Inizia ad assumere un significato la parola "monopolio" se messa in questi termini? Se poi questi azionisti, che non sono casalinghe o onesti lavoratori che investono i loro risparmi, ma fondi giganti che di mestiere fanno gestione di risparmi altrui intesi come "trillions of dollars", cosi per una coincidenza fortunata riuscissero ad accumulare gli stessi pacchetti azionari di tutte le banche che finanziano anche quelle societa' di cui parlavamo prima forse questo potrebbe metterli in condizione di deciderne i destini? E che dire se sempre questi fortunati azionisti risultassero essere proprietari delle agenzie di rating che promuovono o boicottano le azioni e gli altri titoli sui "liberissimi" mercati? A dimenticavo, che dire della Fed? Di chi e' la Fed? Potremmo mica collegare indirettamente la proprieta' anche della banca centrale a questi fortunati azionisti del presunto libero mercato? Con tutti questi conflitti d'interesse, all'ennesima potenza, in corso davvero vogliamo metterci a fare lezioni di economia come se fossimo ancora nel 1800?
    Concludo ricordando all'autore che la storia dell'uomo va ben piu' indietro rispetto ai tempi di Pareto e c'insegna che quelle percentuali 20/80 da sempre riguardano il potere, non la ricchezza. La ricchezza e' un mezzo per ottenere ed esercitare potere. Da che mondo e mondo i soldi sono solo uno strumento, non il fine, ma questo concetto logicamente vale solo per una % infinitesimale dell'umanita', quella fatta d'individui che hanno accumulato ricchezze che mai potrebbero riuscire a spendere nell'arco di una per non dire 10 vite o di societa' che gestiscono piu' capitali d'intere nazioni (e non parlo del Burkina Faso).

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    1. Salve Giacomo.
      Come premessa vorrei consigliare la lettura di questo vecchio saggio che ho tradotto circa 9 anni fa in cui venivano spiegate teoria e pratica dei monopoli. In sintesi, quando il monopolio deriva da fattori di mercato e quando invece deriva da meccaniche artificiali direzionate da un manipolo di individui. Questo significa che, se esiste un'entità che rastrella azioni di una determinata società, e lo fa in modo genuino, allora non si può questionare la naturalità di quell'azione poiché attuata senza interventismi che rappresentano un vantaggio artificiale. In caso di fallimento, infatti, non esiste una rete di protezione in grado di socializzare le perdite. Un po' come accadde col famoso Silver Thursday, ad esempio.

      Quindi, come ho cercato di spiegare nel cappello, poiché intuivo che ci sarebbe potuta essere una controversia riguardante i punti presentati nell'articolo, il libero mercato non è una condizione che si può abolire o spegnere/accendere ad intermittenza. Esso è una condizione immanente dell'essere umano, che gli dà vita attraverso le sue azioni. L'elemento estraneo è il comando/controllo che tenta di sovrapporsi a suddetta condizione, ma l'innaturalità della stessa porta con sé i semi della propria disfatta. L'azione umana è propositiva e liberale in quanto a priori; il controllo/comando è un'emanazione a posteriori della stessa e quindi impossibile che possa soverchiare il concetto naturale di azione umana. Questo per dire che, come hanno appreso i fratelli Hunt, c'è un prezzo da pagare se si vuole imporre l'innaturale come realtà delle cose e questo prezzo sale man mano che si persevera.

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  2. Un'ultima cosa, visto che questo blog e' dedicato allo studio dell'economia vorrei offrire uno spunto di riflessione, uno sul capitale o meglio su un capitale, quello umano. C'era una volta un capitale chiamato umano, servivano braccia per lavorare o consumatori per consumare, entrambe questi capitali fruttavano bene. Poi arrivo' il giorno in cui quel capitale era obsoleto, costava troppo e non rendeva nulla o quasi.
    Pensate all'importanza dei cavalli o dei cammelli, utili certo, ma inefficenti e costosi quando si hanno macchine, treni ed aereoplani. Che fine hanno fatto i cavalli di una volta? Se gl uomini servono per accumulare ricchezza, quindi potere, proliferano, ma se diventano inutili e costosi non patiranno un destino troppo diverso dai capitali del passato, perche' i tempi cambiano.

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  3. Sei un povero cretino ritardato oppure semplicemente uno dei tanti schiavetti delle elite? Il problema di Internet è che purtroppo basta avere tempo libero o parecchi soldi per poter far indicizzare commenti denigratori nei motori di ricerca, dando più rilevanza a questa controinformazione che a quella genuina. Sei un pagliaccio che o fa propaganda o non sa di che cazzo parla, ma crede nel buon vecchio adagio "bene o male, purchè se ne parli". Ecco, di te meglio non parlarne: non meriti il disturbo.

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    1. Partirei proprio dalla conclusione della tua profonda e ricca disamina:"non meriti il disturbo". Ecco, potevi non disturbarti allora. Ma d'altra parte tu sei Anonimo, di nome e di fatto. Sei Mr nessuno, sei un bot umano, perche' i bot macchine non potrebbero egualiare il tuo infimo livello intellettivo. Non dici nulla, perche' non hai nulla da dire, sputi solo insulti e veleno come i fanno troll di cui pretenderisti di dare definizione fornendo per altro solo la tua auto descrizione. Nel tuo commento rissumi tutto te stesso, ti descrivi alla perfezione, da povero cretino ritardato e schiavetto dell'elite. Sei un piccolo anonimo criceto che corre nella ruota dei suoi ignoranti pensieri, veramente patetico, quindi la prossima volta fatti un favore, non prenderti il disturbo di metterti in mostra su uno spazio pubblico, cosi' almeno eviti di metterti in ridicolo, che poi non vorrebe comunque dire che tu non lo sia, ma almeno eviti di metterlo in mostra.

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