Bibliografia

venerdì 1 ottobre 2021

Un esperimento americano anarco-capitalista: il non poi così selvaggio Far West – Parte #2

 

 

di Terry Anderson & P. J. Hill

(b) Associazioni di cowboy

I primi insediamenti di cowboy nella frontiera crearono pochi conflitti relativi alle proprietà, ma come i terreni si fecero via via più scarsi, si svilupparono meccanismi di sicurezza volontari e privati. All’inizio “c’era spazio sufficiente per tutti, e quando un cowboy saliva presumibilmente qualche valle o oltrepassava qualche confine ben pascolato e trovava allora del bestiame, cercava attorno un range”.[1] Ma “già nel 1868, due anni dopo la prima avanzata, piccoli gruppi di proprietari stavano organizzandosi in associazioni di protezione e di ingaggio di addetti alla sicurezza del bestiame.”[2] Il ruolo di tali associazioni nella formazione del “diritto della frontiera” è stato descritto da Louis Pelzer.

A partire dalle seconde frontiere della nostra storia americana si svilupparono le necessarie usanze, leggi e organizzazioni. L’era del mercato di pellicce produsse i suoi cacciatori, i suoi baratti, e le grandi compagnie di pellicce; sulla frontiera dei minatori nacquero le associazioni finanziate e i comitati di vigilanza; i raduni all’aperto e i predicatori itineranti venivano ascoltati negli avamposti di culto; ai margini degli insediamenti le associazioni di coloni proteggevano i diritti degli squatter; sulla frontiera degli allevatori, milioni di bovini, vasti range, ranche, e le compagnie di cowboy, davano vita a gruppi di lavoro e associazioni locali, provinciali, territoriali e nazionali.[3]

Come Ernest Staples Osgood ci racconta, ciò significava “il fallimento del potere di polizia nelle comunità di frontiera nel proteggere la proprietà e preservare l’ordine”, che “dava origine sempre più a gruppi che rappresentavano la volontà della parte rispettosa della legge della comunità di escludere la giustizia sommaria per i delinquenti”.[4]

Così come le associazioni di coloni, le associazioni di cowboy redarono regole formali atte a governare i gruppi, ma i loro mezzi di protezione dei diritti di proprietà erano spesso più violenti delle sanzioni specificate dalle associazioni di coloni. Queste agenzie di protezione private costituivano abbastanza chiaramente delle risposte di mercato alla domanda esistente di certezza del diritto.

I pistoleri esperti – killer professionali- avevano una posizione economica nel Far West. Si dirigevano dovunque ci fossero guai… Come tutti i mercenari, sposavano la causa che faceva loro la prima o la miglior offerta…[5]

Non si sa perché, quando, e come iniziò ad avere dei contatti con i cowboy attorno Forte Maginnis, invece che con i ladri di bestiame, è un aneddoto oscuro, ma Bill divenne il primo addetto alla sicurezza del Montana. Le cronache dell’epoca sembrano d’accordo sul fatto che la scelta di Bill non fu dettata da motivazioni etiche, ma dalla prospettiva di un compenso. Ad ogni modo, divenne un guardiano stipendiato dei diritti di proprietà, e svolse la sua mansione- come se si trattasse di un suo bottino- con accuratezza e sollecitudine.[6]

Le agenzie di sicurezza operanti sul mercato della frontiera dei cowboy differivano dalle moderne società di sicurezza private, dal momento che le prime versioni evidentemente garantivano per lo più il rispetto delle loro proprie leggi piuttosto che servire semplicemente come un’estensione della forza di polizia del governo. Una preoccupazione spesso espressa riguardo tale genere di sistema di sicurezza è che

la sicurezza non risulti efficace o che le agenzie di sicurezza divengano esse stesse delle organizzazioni di larga scala che usano il loro potere per infrangere i diritti individuali. Abbiamo sostenuto sopra che c’è poco motivo di credere che la prima preoccupazione sia giustificata.[7]

Inoltre sembra anche che la seconda preoccupazione non sia supportata dall’esperienza del Far West. Importanti economie di scala non sembrano essere esistite né tra le agenzie di protezione né tra le organizzazioni criminali. Nonostante ci siano numerose testimonianze di pistoleri disponibili, non troviamo testimonianze che indichino che pistoleri abbiano scoperto che fosse più redditizio unirsi e formare una superagenzia di difesa che vendesse protezione e non rispettasse i diritti di proprietà.

Alcuni individui entrarono ed uscirono da una vita criminale e qualche volta formarono deboli associazioni criminali. In ogni caso, tali associazioni non sembravano essere incoraggiate dal mercato del mantenimento dell’ordine, ed infatti, sembrano essere state affrontate con più sollecitudine e con più severità dalle associazioni private di protezione della proprietà che dal governo.

C’erano poche grandi organizzazioni di sicurezza, in particolare la Pinkerton Agency e la Wells Fargo, ma queste agenzie sembrano essere funzionate principalmente come supporto al governo ed inoltre erano usate abbondantemente nel far rispettare le leggi nazionali dello stato. Altre associazioni di larga scala, come per esempio la Rocky Mountain Detective Association e la Anti-Horse Thief Association erano deboli nel fornire informazioni e coordinare servizi, e raramente si occupavano di intervenire sul posto a difesa delle regole private.[7]

(c) Comunità minerarie

Se è vero che al crescere della popolazione negli Stati Uniti l’espansione verso Ovest divenne inevitabile, c’è poco da dubitare sul fatto che la scoperta dell’oro in California nel 1848 aumentò rapidamente il tasso di espansione. Migliaia di abitanti dell’Est si spostarono verso la frontiera più occidentale in cerca del prezioso metallo, lasciando indietro il mondo civilizzato. Più tardi lo stesso accadde in Colorado, Montana e Idaho e, in tutti questi casi, i primi ad arrivare si trovarono in una situazione in cui si trattava di scrivere le regole del gioco.

Non c’era nessuna autorità costituzionale nella regione, né un tribunale né un funzionario di pubblica sicurezza nel raggio di 500 miglia. I conquistatori erano rimandati alla legge di natura, con, probabilmente, i diritti connaturati alla cittadinanza americana. Ogni gola si riempiva dei cercatori del tesoro rovente; ogni striscia di terra veniva forata di scavi; legname, diritti sull’acqua, lotti di paese diventavano immediatamente di gran valore, e il governo diventava una necessità cogente. Qui c’è un bel campo di studio per i teorici che vogliano controllare le loro concezioni relative all’origine del diritto civile.[8]

Il primo diritto civile che si sviluppò a partire da questo processo approssimò l’anarco-capitalismo meglio di qualunque altra esperienza occorsa negli Stati Uniti.

In assenza di una struttura formale per la definizione e la protezione dei diritti individuali, molti dei gruppi di associati che giunsero alla ricerca della loro fortuna si organizzarono e stabilirono le loro regole di funzionamento prima di lasciare le loro case. Più o meno allo stesso modo delle società di locazione di oggi, questi contratti volontari entrati in vigore presso i minatori specificavano il finanziamento per il funzionamento così come la natura della relazione tra gli individui. Queste regole si applicavano soltanto ai minatori della società e non riconoscevano nessun giudice esterno; essi non “riconoscevano nessuna corte più importante della legge della maggioranza della comunità”.[9]

Come predice la teoria di Friedman, le regole con le quali le comunità erano organizzate variavano in accodo con le preferenze e i bisogni della comunità stessa. “Quando confrontiamo le regole di diverse comunità organizzate per andare nelle miniere, troviamo variazioni considerevoli.”[10] Oltre alle regole indicate sopra, le costituzioni delle comunità specificavano spesso le soluzioni per i pagamenti che dovevano essere adoperati per curare malati e infortunati, regole per la condotta personale, incluso l’uso di superalcolici, e multe che potevano essere attribuite per cattiva condotta, con riferimento ad una legge.[11] Nella forma più autentica di contratto sociale, le regole di governo della comunità venivano negoziate, e come in tutte le transazioni di mercato prevaleva l’unanimità. Coloro che desideravano acquistare altri “pacchetti di beni” o altri insiemi di regole, avevano quella possibilità.

Una volta che le comunità arrivavano ai potenziali giacimenti d’oro, le regole si rivelavano utili soltanto nella misura in cui contese sui diritti coinvolgevano membri della comunità; quando altri individui si confrontavano nelle comunità minerarie, diventavano necessarie ulteriori negoziazioni. Ovviamente, le prime questioni da risolvere concernevano la proprietà delle miniere. Quando i gruppi erano piccoli e omogenei, era facile spartire la gola. Ma quando i numeri che muovevano verso il territorio dell’oro raggiungevano le migliaia, il problema cresceva. La soluzione più comune consisteva nel disporre un raduno generale e nominare comitati incaricati di stendere le norme. La Gregory Gulch in Colorado ci fornisce un esempio.

Un raduno generale di minatori fu tenuto l’8 giugno 1859, e un comitato fu nominato allo scopo di redigere un codice di leggi. Questo comitato delineò i confini del distretto, e il loro codice civile, dopo alcune discussioni ed emendamenti, fu unanimemente adottato dal raduno generale il 16 Luglio 1859. L’esempio fu rapidamente seguito in altri distretti, e l’intero Territorio fu presto diviso in una miriade di sovranità locali.[12]

Le comunità non potevano vivere in isolamento completo dalle forme stabilite di governo, ma sappiamo che erano capaci di mantenere la loro autonomia. In California, si erano stabilite postazioni militari al fine di occuparsi dei problemi degli Indiani, ma queste organizzazioni governative di difesa non esercitarono alcuna autorità sulle comunità minerarie. Il generale Riley in una visita del 1849 ad una comunità californiana disse ai minatori che “tutte le questioni che toccano il diritto temporaneo degli individui di lavorare in particolari località di cui sono entrati in possesso, dovrebbero essere lasciate alla decisione delle autorità locali.”[13]

Nessun sindaco, nessun consiglio, nessun tribunale di pace, fu mai istituito coercitivamente su un distretto da un potere esterno. Il distretto era l’unità dell’organizzazione politica, in molte regioni, per lungo tempo prima che avvenisse la creazione dello stato; e delegati di distretti contigui spesso si incontravano per consultarsi riguardo i confini, o argomenti di politica locale, e poi riferivano alle loro rispettive circoscrizioni in raduni all’aperto, presso pendii di colline o argini di fiumi.[14]

Per di più, i servizi di avvocati qualificati non erano benvenuti in molte delle comunità e perfino proibiti in distretti come per esempio nell’Union Mining Disctrict.

Deliberato, che nessun avvocato ha il permesso di praticare la sua professione nel distretto, pena un un numero di non più di 50 e non meno di 20 frustate, e l’esilio per sempre dal distretto.[15]

In tal modo, le comunità locali erano capaci di trovare accordi sulle regole o sui diritti individuali e sui sistemi di sicurezza senza la coercizione delle autorità degli Stati Uniti. Ci sono alcune evidenze che dimostrano che, quando furono imposte alcune leggi dall’esterno sulle comunità, il tasso di criminalità aumentò anziché scendere. Uno dei primi Californiani scrisse “Non abbiamo bisogno di nessuna legge finché non vengono gli avvocati”, e un altro aggiunge “Venivano commessi pochi crimini finché i tribunali con i loro ritardi e tecnicismi non presero il posto della legge dei minatori”.[16]

Finché le comunità minerarie non ebbero tribunali privati dove gli individui potessero discutere e pagare per un arbitrato, svilupparono un sistema di giustizia attraverso i tribunali dei minatori. Queste corti raramente avevano dei membri permanenti, anche se ci sono esempi di giudici di pace. Il sistema basato sull’assemblea era comune in California. Questo metodo prevedeva che un gruppo di cittadini fosse convocato per trattare un caso. Fra loro eleggevano un funzionario con funzioni di presidente o un giudice e selezionavano 6 o 12 persone che facessero da giuria.

Il più delle volte le loro decisioni non erano messe in discussione, ma c’era la possibilità del ricorso quando si verificavano contestazioni.[17] E se un gruppo più numeroso di minatori era insoddisfatto delle regole generali riguardanti i confini della comunità o le dispute sulle rivendicazioni individuali, venivano posti in diversi punti alcuni avvisi che convocavano un raduno di coloro che desideravano una divisione del territorio.

“Se una maggioranza si diceva d’accordo con tale proposito, il distretto veniva separato e nominato. Il vecchio distretto non veniva consultato a riguardo, ma riceveva una notifica verbale della nuova organizzazione. Condizioni locali, che rendevano desiderabili differenti norme riguardo ai territori, costituivano le principali cause di queste separazioni.”[18]

“Il lavoro dei minatori e l’ambiente e le condizioni in cui esso si svolgeva erano così differenti a seconda dei diversi luoghi, che le leggi e i costumi dei minatori variavano perfino tra distretti confinanti.”[19]

Quando avevano luogo le dispute ed erano convocate le sedute della corte, ogni membro della comunità poteva essere chiamato per essere magistrato. Inoltre, chiunque fosse un cittadino rispettoso della legge poteva essere preso in considerazione come pubblico ministero o difensore dell’accusato.

In Colorado ci sono alcune evidenze di una certa competizione economica tra le corti, e di conseguenza, una maggior garanzia che prevalesse la giustizia.

La corte civile assumeva prontamente la giurisdizione criminale, e l’anno 1860 si apriva con quattro amministrazioni in piena attività. Le corti di minatori, le corti popolari, e il “governo provvisorio” (un nuovo nome per “Jefferson”) si dividevano la giurisdizione tra le montagne; mentre il Kansas e il governo provvisorio si facevano concorrenza a Denver e nella valle. I rapporti tra le diverse giurisdizioni erano buoni, favorendo l’una gli affari dell’altra. Richieste di appello passavano da una corte all’altra, documenti autenticati dovunque riconosciuti, criminali scoperti e sentenze di una corte accettate dall’altra, con una felice informalità di cui fa piacere leggere. E qui ci imbattiamo in un fatto imbarazzante: c’erano indubbiamente molti meno crimini nei due anni successivi a questa forma di organizzazione che nei due anni che seguirono l’organizzazione territoriale e il governo regolare.[20]

La suddetta testimonianza è coerente con l’ipotesi di Friedman per la quale, quando c’è concorrenza, i tribunali si mostrano responsabili dei loro errori e il desiderio di guadagno serve come efficace controllo contro le decisione “ingiuste”.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


👉 Qui il link alla Prima Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2021/09/un-esperimento-americano-anarco.html

👉 Qui il link alla Terza Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2021/10/un-esperimento-americano-anarco_0110767752.html


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Note

[1] Ernest Staples Osgood, The Day of the Cattleman (Minneapolis: University of Minnesota Press, 1929), p. 182.

[2] Ibid., p. 118.

[3] Louis Pelzer, The Cattlemen’s Frontier (Glendale, Calif.: A. H. Clarck, 1936), p. 87.

[4] Osgood, Day of Cattleman, p. 157.

[5] Wellman, Trampling Herd, p. 346.

[6] Robert H. Fletcher, Free Grass to Fences: the Montana Cattle Range Story (New York: University Publishers, 1960), p. 65.

[7] Prassel, Western Peace Officer, pp. 134-141.

[8] J. H. Beadle, Western Wilds and the Men Who Reedem Them (Cincinnati: Jones- Brothers, 1882), p. 476.

[9] Charles Howard Shinn, Mining Camps: A Study in American Frontier Government (New York: Alfred A. Knopf, 1948), p. 107.

[10] Ibid.

[11] John Phillip Reid, “Prosecuting the Elephant: Trials and Judicial Behaviour on the Overland Trail”, BYU Law Review, Vol. 77, No. 2 (1977), pp. 335-336.

[12] Beadle, Western Wilds, p. 477, corsivo aggiunto.

[13] Citato in Shinn, Mining Camps, p. 111.

[14] Shinn, Mining Camps, p. 168.

[15] Citato in Beadle, Western Wilds, p. 478.

[16] Citato in Shinn, Mining Camps, p. 113.

[17] Marvin Lewis, ed., The Mining Frontier, (Norman, Okla.: University of Oklahoma Press, 1967), pp. 10-18.

[18] Shinn, Mining Camps, p. 118.

[19] Ibid., p. 159.

[20] Beadle, Western Wilds, p. 477.

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