Bibliografia

martedì 26 ottobre 2021

L'Europa “green” punta di nuovo sul carbone

 

 

di Michael Fumento

Nel 1862 ci fu il Discorso di Gettysburg, nel 1941 il Giorno dell'Infamia di Roosevelt e nel 1983 il discorso di Ronald Reagan sull'Impero del Male. Quest'anno sembra che dovremo accontentarci di "Blah, Blah, Blah!" di Greta Thunberg, il keynote al summit sul clima giovanile di Milano.

Per quanto negativo sia stato nel merito, sicuramente soffre di un cattivo tempismo. Infatti l'Europa ha appena iniziato a pagare un prezzo enorme per le ideologie sballate, soprattutto per aver ceduto al tipo di richieste ambientaliste che, secondo la Thunberg, vengono ignorate. L'Europa sta improvvisamente facendo scorta di tutti e tre i combustibili fossili e pagando prezzi esorbitanti per farlo. A loro volta, poi, le cosiddette "emissioni di gas serra" (GHG) aumenteranno e niente di tutto questo era necessario, solo che la sua base di fan non ha chiesto altro.

“Zero netto, bla, bla, bla. Clima neutrale, bla, bla, bla. Questo è tutto ciò che sentiamo dai nostri cosiddetti leader: parole, parole ma finora non hanno portato a nessuna azione o speranze e sogni. Parole vuote e promesse”. Così ha detto l'acida svedese.

Tra i suoi bla ha preso in giro gli slogan usati dal primo ministro britannico Boris Johnson e dal presidente americano Joe Biden. Biden, però, non è in carica da nemmeno un anno e quindi non ha avuto la possibilità di attuare la legislazione sul cambiamento climatico (nel bene e nel male). Gli Stati Uniti hanno costantemente ridotto le proprie emissioni di gas serra a livello nazionale (in calo del 13% dal picco del 2007) e pro-capite; anche le emissioni del Regno Unito sono crollate a livello nazionale e pro-capite e, con scuse a Eliza Doolittle, sta prendendo a calci l'UE.

Infatti i veri “colpevoli” dell'aumento del riscaldamento sono il cinese Xi Jinping e (rullo di tamburi...) il cancelliere tedesco uscente Angela Merkel.

La Thunberg ha fornito pochi dati a riguardo, ma eccoli qui. Sì, le emissioni di gas serra sono aumentate da quando è stato firmato l'accordo di Kyoto nel 1997 e da quando è stato firmato l'accordo di Parigi nel 2015. La CO2 ambientale è la più alta mai misurata, ma nessuno dei due accordi aveva lo scopo di fermare, tanto meno ridurre, le emissioni complessive, dovevano semplicemente rallentare il tasso delle nuove emissioni.

In base a questo standard, gli accordi hanno avuto un impatto serio. Secondo la PBL Netherlands Environmental Assessment Agency "le emissioni di gas serra sono aumentate, in media, dell'1,1% all'anno, dal 2012 al 2019, un ritmo di crescita nettamente inferiore a quelli osservati nel primo decennio di questo secolo (2,6%, in media)".

Il problema più grande è la Cina, la quale rappresenta già il 30% delle emissioni globali di gas serra e il doppio degli Stati Uniti, che sono al secondo posto. Inoltre le emissioni della Cina stanno accelerando: le sue attuali emissioni di anidride carbonica (CO2) sono cresciute al ritmo più veloce in oltre un decennio, aumentando del 15% su base annua nel primo trimestre del 2021. La Cina ha fatto alcune promesse eclatanti, ma sembrano rientrare nella stessa categoria di quelle fatte riguardo la libertà a Hong Kong.

"Sì, la Cina è ancora classificata come una nazione in via di sviluppo dall'OMC, produce molti dei nostri prodotti e così via", come ha detto la Thurnberg a maggio. “Ma questo ovviamente non è una scusa per rovinare le condizioni di vita future e presenti. Non possiamo risolvere la crisi climatica a meno che la Cina non cambi drasticamente rotta”. La Cina ha risposto definendola una marionetta dell'Occidente, suggerendo che fosse sovrappeso e quindi non proprio vegetariana.

Il resto del mondo non può compensare la Cina senza misure drastiche. Potremmo tornare alle economie dell'era preindustriale, oppure potremmo usare la tecnologia per aspirare i gas serra dall'atmosfera; una tecnologia che esiste, ma è decisamente molto costosa. Oppure potremmo piantare più alberi, insieme a praterie e pascoli che sono sequestratori di CO2 più efficienti, il che va bene, ma ancora una volta non riusciremmo a tenere il passo con la Cina.

In tutta onestà, la Cina vuole solo provvedere alla sua classe media come l'Occidente ha provveduto alla sua gente. Ma lo può fare, come ho sostenuto altrove, senza costringere il resto del mondo a tornare agli aratri trainati da buoi. Attualmente la Cina ottiene il 69% della sua elettricità dal carbone, ma ha anche l'ultima tecnologia nucleare (chiesta, comprata o rubata); e mentre a Bill Gates piace sottolineare che la maggior parte degli impianti nucleari del mondo sono stati progettati col regolo calcolatore e adattati dai reattori navali, la Cina ha alcuni dei supercomputer più potenti del mondo.

Il Regno di Mezzo ha già in funzione 49 reattori nucleari, terzi solo a Stati Uniti e Francia. Potrebbe inaugurare un massiccio programma nucleare imitando il modello francese degli anni '70 e '80, un modello che sostanzialmente ha eliminato l'uso francese di combustibili fossili per la produzione di elettricità e ne ha fatto un esportatore netto. Tre quarti dell'infrastruttura nucleare francese sono stati costruiti in soli sette anni, il che significa che la Cina potrebbe farlo in cinque, che è circa il tempo necessario per costruire una centrale nucleare oggi.

Quanto alla cancelliera Merkel, ha guidato l'Europa esattamente nella direzione opposta. Nel 2000 l'energia nucleare di 36 centrali ha fornito quasi un terzo dell'elettricità della Germania e ciò includeva l'impianto più produttivo del mondo. La domanda non è aumentata molto da allora, quindi, date altre fonti prive di carbonio come l'idroelettrico e il geotermico, è del tutto concepibile che la Germania possa aver eliminato gradualmente non solo il carbone, ma anche il petrolio e il gas.

Ciò è particolarmente vero quando vediamo che gli impianti nucleari negli Stati Uniti sono stati in grado di estrarre sempre più energia dagli stessi impianti, raddoppiando sostanzialmente la produzione. Questo è chiamato "fattore di capacità". I fattori di capacità per le centrali nucleari statunitensi sono attualmente del 92,5%, rispetto a solo il 55,9% nel 1975. Questo miglioramento è uno dei successi mai celebrati dell'energia nucleare, tanto che i costi di generazione sono diminuiti di circa un terzo dal 2012.

Ma c'è stato il disastro di Chernobyl nel 1986, con 50 persone uccise rapidamente (quasi tutti i primi soccorritori) e forse altre 4.000 successivamente data l'esposizione alle radiazioni a basse dosi secondo un documento delle Nazioni Unite.

Ma quell'impianto venne costruito con lo stesso motto, "chi se ne frega?", che i sovietici applicarono ai 3,9 milioni di ucraini che morirono di fame. Questo è l'opposto della tecnologia americana di Three Mile Island, in cui la fusione del nocciolo nel 1979 non portò ad effetti misurabili sulla salute. Ma Chernobyl ispirò anche un romanzo tedesco basato su un disastro fittizio di una centrale nucleare locale che diventò la fiction più influente nel Paese dai tempi del Mein Kampf.

E poi è arrivato il disastro di Fukushima, in Giappone, nel 2011. Un terremoto di magnitudo 9,0 provocò un enorme tsunami che causò crolli in un impianto nucleare sulla costa. Circa 18.500 persone sono morte o scomparse nel terremoto e nello tsunami, con un solo decesso attribuito alla fuoriuscita di radiazioni. Ciononostante dovremmo aspettarci una certa imprecisione nel resoconto data la natura degli eventi in questione.

Tutti i Paesi hanno la loro angoscia particolare. Non importa che la Germania abbia una bassa attività sismica e non subisca molti tsunami, la lobby "green" tedesca hanno visto la sua occasione e la Merkel, nonostante fosse una scienziata, ha ceduto alle sue pressioni. Ora tutte le centrali nucleari tedesche tranne sei sono state chiuse e dovrebbero chiudere l'anno prossimo. La Thunberg, per la cronaca, ha definito l'energia nucleare, senza uno straccio di prova ovviamente, "estremamente pericolosa, costosa e dispendiosa in termini di tempo".

Se la Germania avesse continuato a costruire, avrebbe potuto essere completamente nucleare con energia a basso costo da risparmiare e che avrebbe potuto esportare ai suoi vicini. Invece circa un quarto dell'elettricità tedesca proviene dal carbone, la stragrande maggioranza è lignite, la varietà marrone morbida che produce meno energia e crea il maggior inquinamento atmosferico e gas serra di qualsiasi combustibile fossile.

Circa il 44% della lignite bruciata nell'UE viene consumata in Germania e nonostante ami vantarsi del suo elevato consumo di "energia rinnovabile", è il più grande emettitore di gas serra in Europa. In tutta onestà, ha anche la popolazione più grande e non è il più grande emettitore pro-capite. Però, guarda caso, non si vanta che i suoi prezzi dell'elettricità, tasse incluse, siano i più alti del mondo; addirittura sono più del doppio di quello che pagano gli americani. Inoltre i tedeschi pagano più del doppio di quanto pagano gli americani per unità di gas per quanto riguarda il riscaldamento.

Infatti tutta l'Europa occidentale e forse anche l'Europa orientale potrebbero essere alimentate dal nucleare ora, ma la Germania continua ad ostinarsi ad andare nella direzione opposta e ora anche la Francia si è impegnata a ridurre la dipendenza dall'energia nucleare, anche se con un calendario di 14 anni.

Così l'Europa si è resa dipendente dall'energia russa. Quasi la metà delle importazioni di gas extra-UE proviene dalla Russia, così come tutto il suo petrolio extra-UE. Ciò non fa altro che rafforzare la leadership a vita di Putin e rende l'UE suscettibile a ricatti e truffe sui prezzi.

Ora sta arrivando l'inverno, e grazie a fattori come la domanda repressa dalla ripresa dai lockdown, i bassi bacini idrici negli impianti idroelettrici, una bassa "stagione del vento" in Europa e altrove, insieme all'incapacità di aumentare le altre "rinnovabili" al di sopra dei livelli attuali , l'Europa (e la Cina del resto) si trova in una brutta situazione. I prezzi del gas naturale americano potrebbero aumentare del 30% rispetto al prezzo dell'anno scorso, ma gli europei potrebbero pagare cinque volte di più quest'inverno.

Quindi l'Europa sta riscoprendo il carbone e pagando una fortuna per il privilegio di usarlo, in gran parte a causa di quei permessi sul carbonio. L'Europa importa persino petrolio per la sua rete elettrica. I prezzi del carbone sono ai massimi da quasi 13 anni.

Ora aggiungete un'eccessiva dipendenza dalle "rinnovabili" intermittenti, la ripresa dall'economia dai lockdown ed un numero qualsiasi di problemi minori, e l'Europa sta improvvisamente vivendo una carenza di energia. Sta comprando carbone, gas e petrolio per colmare il deficit.

E non è solo per l'illuminazione ed il calore. I supermercati britannici potrebbero dover affrontare carenze di carne e altri alimenti freschi questo mese perché l' impennata dei prezzi del gas ha causato la sospensione della produzione da parte di un importante produttore di fertilizzanti statunitense, che a sua volta ha sottratto la maggior parte della fonte britannica di anidride carbonica all'industria alimentare e delle bevande.

Niente di tutto questo è uno slogan attraente per i decerebrati, quindi possiamo aspettarci che la Thunberg trascuri i fatti. Ma qui nel mondo reale, dove sono essenziali risposte reali a problemi reali, è comunque la cosa migliore. È già abbastanza difficile capire queste cose senza l'atteggiamento di un adolescente presuntuoso il cui unico scopo è consumare ossigeno prezioso.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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