Non è né un'iperbole, né un'attribuzione senza senso dire che il regime Covid instaurato nel mondo occidentale è principalmente un prodotto del regime cinese. Non mi riferisco strettamente all'affermazione secondo cui il Covid-19 abbia avuto origine in un laboratorio di Wuhan, ma soprattutto al fatto che la campagna di propaganda che “informa” la risposta al Covid è direttamente attribuibile a Pechino. Come Michael P. Senger ha brillantemente dimostrato, suddetta risposta è un'esportazione del regime di Xi Jinping.
Per una perversa ammirazione per le misure draconiane di blocco della Cina, dovuto a conflitti di interesse finanziari derivanti dal flusso di denaro cinese e dalla strana paura di non riuscire a manifestare impulsi sufficientemente totalitari, le agenzie sanitarie occidentali, i governi, gli scienziati, i media ed i cittadini hanno adottato e promosso metodi scarsamente efficaci per controllare un'epidemia virale, trasformando così le democrazie occidentali, a vari livelli, in stati totalitari. L'Australia rappresenta l'esempio più eclatante, mentre altri Paesi, come la Lituania, non sono da meno. Resta da vedere cosa faranno gli Stati Uniti e molte altre nazioni mentre la narrativa del Covid si sgretola di fronte alle crescenti prove di errori ed illeciti. Probabilmente, raddoppieranno.
L'assoluta illogicità del regime Covid si basa su un falso sillogismo: la Cina ha contenuto il virus con il lockdown di Wuhan, il virus è sfuggito a Wuhan, pertanto il resto del mondo deve emulare le misure di blocco della Cina.
Il devastante regime Covid è stato istituito con questo pretesto e si è basato su una serie di misure contraddittorie. Innanzitutto le mascherine erano inutili, poi servivano. Successivamente sono state necessarie due settimane di lockdown per appiattire la curva, poi sono continuati per mesi. Poi servivano due o più mascherine. Poi le vaccinazioni hanno reso superflue le mascherine per i vaccinati; con i vaccini si sarebbero scongiurati mascherine e lockdown. Poi i vaccinati dovevano lo stesso indossare le mascherine, perché anche loro sono vulnerabili alle infezioni (e possono diffondere il Covid). Poi ancora i lockdown sono tornati utili. Queste sono solo alcune delle dichiarazioni e dei capovolgimenti politici che hanno costituito la risposta del regime Covid.
I lockdown, le mascherine ed il vaccino sono stati istituiti per affrontare un virus con un tasso medio di mortalità per infezione (IFR) inferiore allo 0,2400% in tutte le fasce d'età, con IFR mediani dello 0,0027%, 0,0140%, 0,0310%, 0,0820%, 0,2700% e 0,5900% per le fasce d'età 0-19 anni, 20-29 anni, 30-39 anni, 40-49 anni, 50-59 anni e 60-69 -anni, rispettivamente. Le morti per le misure di lockdown, nel frattempo, hanno superato le "morti per Covid", causando sofferenze ancora incalcolabili, inclusa la rovina finanziaria di centinaia di milioni di persone.
Inoltre le "morti per covid" sono state grossolanamente gonfiate dall'inclusione di coloro che erano risultati positivi o che erano stati in contatto con qualcuno che lo era stato nelle settimane precedenti la loro morte. Ed i test PCR per il Covid, fissati a soglie di ciclo da 37 a 40, e talvolta fino a 45, producono circa l'85-90% di falsi positivi, come confermato dal New York Times. Dati questi problemi, è quasi impossibile sapere quanti dei decessi in eccesso del 2020 rispetto al 2019 siano dovuti al Covid-19 e quanti siano dovuti ai lockdown.
Nel frattempo l'istituzione dei lasciapassare vaccinali rappresenta un'estensione differenziale e discriminatoria dei lockdown. Nonostante il fatto che i vaccinati possano sia contrarre che diffondere il Covid-19 e le sue varianti, l'approvazione del lasciapassare vaccinale procede a ritmo sostenuto.
L'obbligo di vaccinazione e le richieste di approvarlo sono aumentate di volume, nonostante uno studio israeliano dimostri che l'immunità naturale dei guariti è tredici volte più efficace nel prevenire l'infezione dalla variante delta, attualmente il ceppo più diffuso, rispetto alle doppie dosi del vaccino Pfizer. Ed i vaccinati completi hanno sei volte più probabilità di prendersi la malattie grave rispetto ai non vaccinati precedentemente infettati dal virus o da varianti precedenti.
Solo negli Stati Uniti i decessi successivi al vaccino, secondo il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), hanno raggiunto i tredicimila morti, mentre i feriti superano i cinquecentomila. E questi sono numeri prudenti, dato che molti decessi da vaccino e altri "eventi" legati al vaccino non finiscono nel VAERS a causa di medici che non riportano gli eventi avversi, oltre al fatto che si tratta di farmacovigilanza passiva ed essa minimizza i dati reali. Ciononostante il segretario all'istruzione dell'ex-presidente Barack Obama ha paragonato coloro contrari alle mascherine e al vaccino agli attentatori suicidi di Kabul, ed un candidato democratico al Congresso ha chiesto il diritto di sparare a "coloro che non prendono abbastanza sul serio il Covid".
Tuttavia né la "scienzah", né la follia dei fanatici del Covid rappresentano una giustificazione per opporsi al regime Covid. Per opporsi ad esso non è necessario essere “no-vax”, bisogna solo far valere i propri diritti. I lockdown e l'obbligo di vaccinazione rappresentano l'abrogazione dei diritti di proprietà, in primo luogo il diritto all'autonomia sul proprio corpo ed il diritto di fare ciò che si ritiene opportuno con esso. Questo diritto non può essere sostituito dal presunto diritto degli altri a non essere contagiati. Tale diritto non solo è scientificamente spurio nel contesto attuale, ma è indifendibile in linea di principio, indipendentemente dal contesto. È giunto il momento di affermarlo in modo chiaro e diretto: l'onere di proteggersi dal virus e dalle sue varianti spetta a coloro che temono l'infezione, e non agli altri, che siano vaccinati o meno.
Il regime Covid porta il dispotismo non solo perché sta distruggendo le piccole imprese, i proprietari terrieri ed i lavoratori, mentre aumenta il potere dello stato, viola anche il diritto fondamentale sulla propria persona, vale a dire che rende schiavi gli individui altrimenti liberi.
L'ultimo paragrafo di Senger è alquanto illuminante:
Per Xi Jinping il lockdown non ha mai riguardato un virus. Si trattava di inviare un messaggio: l'illusione di virtù, competenza e impegno per i diritti umani tra la classe politica occidentale, spogliata di ogni abbellimento democratico, non è altro che conformità a norme ed istituzioni facilmente sovvertibili tramandate dalle generazioni precedenti.
Il comunismo di Xi in salsa Covid non rappresenta una sfida all'integrità del sistema occidentale o alla competenza scientifica, piuttosto è una sfida a ciò che resta del riconoscimento dei diritti individuali da parte dei governi occidentali. Questi diritti non ci sono stati dati dallo stato, ma i governi, compresi i loro rami giudiziari, si sono arrogati il diritto di violarli e abolirli a loro piacimento. Questo dovrebbe essere il campo su cui i libertari mettono in gioco la loro vita.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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