lunedì 9 agosto 2021

Perché le “brave” persone sostengono i dittatori

 

 

di Barry Brownstein

Nel romanzo dell'era sovietica, Life and Fate, Vasily Grossman rivela la mentalità che sostiene il totalitarismo, senza risparmiare né il fascismo né il comunismo.

Come giornalista, Grossman era presente all'indomani del genocidio degli ebrei in Ucraina da parte dei nazisti e dei loro collaborazionisti tra i civili. Grossman descrive come i nazisti (incoraggiati dai crimini di Stalin) dovessero prima suscitare sentimenti di odio verso gli ebrei in modo che poi i cittadini eseguissero gli ordini.

Grossman prepara il terreno con una descrizione pratica di come vengono smaltiti i bovini infetti:

Prima di macellare il bestiame infetto, devono essere eseguite varie misure preparatorie: scavare fosse e trincee; i bovini devono essere trasportati nel luogo in cui devono essere macellati; istruzioni devono essere impartite a lavoratori qualificati.

Se la popolazione locale aiuta le autorità a portare i bovini infetti ai punti di macellazione e a catturare le bestie che sono fuggite, lo fa non per odio verso le mucche ed i vitelli, ma per un istinto di conservazione.

Gli antisemiti non erano necessariamente assetati di sangue, quindi per ottenere la loro conformità vennero istituite campagne speciali per plasmare la mentalità della popolazione generale:

Allo stesso modo, quando le persone devono essere massacrate in massa, la popolazione locale non è immediatamente presa da un odio sanguinario per vecchi, donne e bambini che devono essere uccisi. È necessario preparare la popolazione per mezzo di una campagna speciale. E in questo caso non basta affidarsi solo all'istinto di conservazione; è necessario suscitare sentimenti di vero odio e repulsione.

Grossman spiega come il precedente uso dell'odio da parte di Stalin aiutò i tedeschi: “In precedenza, nelle stesse regioni, lo stesso Stalin aveva mobilitato la furia delle masse, frustrandola fino al punto di esasperazione durante le campagne per liquidare i kulaki come classe e durante lo sterminio dei sabotatori trotskisti-bukhariniti”.

Il risultato di tali campagne fu che "la maggioranza della popolazione obbedì ad ogni ordine delle autorità come se fosse ipnotizzata". Eppure serviva di più. In un'atmosfera così totalitaria, scrive Grossman: “C'è una minoranza particolare che contribuisce attivamente a creare l'atmosfera di queste campagne: fanatici ideologici, persone che si dilettano per le disgrazie altrui e le persone che vogliono regolare i conti personali, rubare le cose di qualcun altro o prendere il suo appartamento o il suo lavoro”.

"La maggior parte delle persone, tuttavia, è inorridita dall'omicidio di massa", osserva Grossman. "Uno dei tratti umani più sorprendenti che vennero alla luce in quel momento fu l'obbedienza".

Fu incoraggiata una mentalità di obbedienza, che prevalse sulle altre virtù umane. Grossman ci chiede di imparare da questa lezione di storia: “Un nuovo tratto [...] apparve all'improvviso nella natura umana? No, quella obbedienza testimoniava una forza nuova che agiva sugli esseri umani. L'estrema violenza dei sistemi totalitari si è dimostrata capace di paralizzare lo spirito umano in interi continenti”.

Grossman spiega come la divisione delle persone in "degno" e "indegno" fosse giustificata dal trucco di ridefinire l'umanitarismo:

Un uomo che metteva la sua anima al servizio del fascismo elevava una schiavitù malvagia e pericolosa ad unico vero bene. Piuttosto che rinunciare apertamente ai sentimenti umani, definiva i crimini commessi dal fascismo come la più alta forma di umanitarismo; accettava di dividere le persone in puri/degni e impuri/indegni.

Grossman, il cui romanzo venne pubblicato nel 1980 dopo che una copia microfilmata venne contrabbandata dall'Unione Sovietica, giustamente avverte che il futuro della libertà dipende dalle nostre scelte individuali:

La natura umana subisce un vero cambiamento nel calderone della violenza totalitaria? L'uomo perde la sua innata brama di libertà? Il destino dell'uomo e dello Stato totalitario dipendono dalla risposta a questa domanda. Se la natura umana cambia, allora è assicurato il trionfo eterno e mondiale dello Stato dittatoriale; se il suo desiderio di libertà rimane costante, allora lo Stato totalitario è condannato.

Solo pochi anni dopo che Grossman aveva osservato le conseguenze del massacro di Babi Yar, un'altra giornalista/romanziera/filosofa, la canadese-americana Isabel Paterson, offrì le sue osservazioni sulla natura umana e sulla libertà nel suo libro, The God of the Machine. La Paterson scrive:

La maggior parte del male nel mondo è fatto da brave persone, e non per caso, errore o omissione. È il risultato delle loro azioni deliberate, a lungo perseverate, che ritengono motivate da alti ideali verso fini virtuosi.

Poi aggiunge: "La percentuale di persone maligne, viziose o depravate è necessariamente piccola, poiché nessuna specie potrebbe sopravvivere se i suoi membri fossero abitualmente e consapevolmente inclini a ferirsi a vicenda".

Come Grossman, anche la Paterson osserva come le "brave persone" acconsentano e persino consentano il massacro di milioni per un "obiettivo degno":

Pertanto è ovvio che nei periodi in cui milioni di persone vengono massacrate, quando si pratica la tortura, si impone la fame, l'oppressione viene resa una linea di politica, come attualmente in gran parte del mondo e come è stato spesso in passato, deve essere per volere di moltissime brave persone e anche con la loro azione diretta, per quello che considerano un obiettivo degno.

Paterson ci ricorda che i "buoni" esigono la censura in modo da poter stare a proprio agio nella loro mentalità sbagliata: "Quando non sono gli esecutori immediati, approvano o elaborare giustificazioni, oppure nascondono i fatti con il silenzio e sminuiscono la discussione".

Quindi la Paterson ci chiede di riflettere sul "grave errore" commesso dalle brave persone che non agirebbero di propria volontà per ferire i loro simili:

Allora ci deve essere un gravissimo errore nei mezzi con cui cercano di raggiungere i loro fini. Ci deve essere anche un errore nei loro assiomi primari affinché permetta loro di continuare ad usare tali mezzi. C'è qualcosa di terribilmente sbagliato nella procedura, da qualche parte. Che cos'è?

Il grave errore a cui fa riferimento la Paterson inizia con la convinzione che un individuo possa avere come scopo primario "aiutare gli altri" requisendo le risorse degli altri. Una volta radicata questa falsa credenza, l'unico mezzo possibile “è il potere della collettività; e la premessa è che il 'buono' è la collettività”.

I tiranni non possono salire al potere se non con il consenso e l'assistenza delle brave persone:

Il regime comunista in Russia ha ottenuto il controllo promettendo la terra ai contadini, e chi la prometteva sapeva che fosse una menzogna. Dopo aver preso il potere, i comunisti tolsero ai contadini la terra che già possedevano e sterminarono coloro che resistettero. Questo fu fatto con intenzione; e la bugia venne elogiata come "ingegneria sociale" dagli ammiratori socialisti in America.

Di Stalin la Paterson scrive: "Assistiamo allo spettacolo peculiare dell'uomo che ha condannato alla fame milioni tra la sua stessa gente, ammirato dai filantropi il cui scopo dichiarato è fare in modo che tutti nel mondo abbiano un litro di latte".

Grossman ci chiede di guardare agli scopi modellati dai dittatori per erodere la libertà e giustificare la violenza. Ha spiegato che sia il fascismo che il comunismo “chiamano le persone a compiere qualsiasi sacrificio, ad accettare qualsiasi mezzo, al fine di raggiungere il più alto dei fini: la futura grandezza della patria, il progresso mondiale, la futura felicità dell'umanità, di una nazione, di una classe”.

Il risultato: “La violenza di uno Stato totalitario è così grande da non essere più un mezzo per un fine; diventa oggetto di culto e adorazione mistica”.

Quando uno Stato totalitario richiede "culto", capiamo perché i dittatori devono controllare la narrativa. Sappiamo che la Covidiocrazia richiede fedeltà al suo unico modo di fare le cose: i lockdown ed ora i vaccini. I dissidenti devono essere messi a tacere. Lo stato afferma che bisogna istituire elenchi di chi diffonde "disinformazione" e quindi collaborare con Facebook per garantire che siano disponibili solo "storie" corrette. Gli ambasciatori della salute devono essere inviati porta a porta per condividere la propaganda sui vaccini.

Chi non è d'accordo va demonizzato, gli impuri separati dalla società se non accettano il vaccino. Coloro che fanno scelte diverse dalle nostre, vengono condannati ed ingiuriati poiché minacciano gli altri. Sebbene i lockdown siano terminati, come scrive Ethan Yang, la guerra intellettuale contro di loro non è stata ancora vinta.

Nel suo libro del 1944, Omnipotent Government: The Rise of the Total State and the Total War, Ludwig von Mises scrisse: "È nella natura degli uomini che gestiscono l'apparato di coercizione sopravvalutarne il potere di sottomettere tutte le sfere della vita umana alla sua influenza immediata. Controllare gli altri attraverso il potere dello stato è la malattia di governanti, guerrieri e funzionari pubblici".

In altre parole, i politici, i loro clientes e lo stato amministrativo useranno il loro potere monopolistico della forza per scopi distruttivi. Come avvertono Grossman e Paterson, la tirannia deve avere dei cittadini che la sostengono e durante la pandemia molte brave persone hanno avuto difficoltà ad interpretare gli eventi presenti alla luce di questa lezione di storia.

Se la libertà è sotto assedio, sarebbe saggio accelerare il nostro ritmo intellettuale prestando attenzione all'emergente mentalità illiberale che modella i cittadini per abilitare un sistema sociale totalitario. Ci sono forze che stanno agendo per paralizzare lo spirito umano. Non dovremmo più illuderci: senza il consenso e l'assistenza delle brave persone, i dittatori non hanno potere. I governi, disse Mises, “diventano liberali solo quando obbligati dai cittadini”.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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