mercoledì 21 luglio 2021

No, qui nessuno è nato ieri!

 

 

di David Stockman

Secondo la narrativa mainstream, siamo tutti nati ieri. Non esistono cose come il contesto, la storia o l'analisi critica: solo delta di dati a breve termine selezionati con cura, che sono considerati fantastici o almeno molto migliorati rispetto all'ultima volta.

Ecco perché il Wall Street Journal è uscito con questo pezzo in riferimento all'occupazione di giugno, secondo cui "i datori di lavoro hanno aggiunto 850.000 posti di lavoro il mese scorso".

Beh, no, e loro (i datori di lavoro) non l'hanno fatto. Infatti le ore di lavoro totali a giugno sono diminuite rispetto al livello di maggio e, cosa molto più importante, erano ancora in calo del 4,4% rispetto al picco pre-Covid di febbraio 2020.

Se espresso in ore totali, non c'è assolutamente nulla di "forte" nei numeri. Vale a dire, alla fine del secondo trimestre del 2021 le ore totali impiegate nell'economia non agricola erano ancora inferiori di 8 miliardi di ore rispetto al livello del quarto trimestre del 2019.

Proprio così. Otto miliardi di ore di lavoro, ma i pigroni nelle redazioni del WSJ, Bloomberg, Reuters et. al. continuano a festeggiare per un fantastico rimbalzo economico!

In realtà, ciò che non è mai stato notato, nonostante il fatto che si trovi lì in bella vista sul sito web del BLS è che Fauci ed i suoi demolitori dell'economia hanno scavato un buco molto più profondo nel mercato del lavoro la scorsa primavera di quanto la narrativa vi abbia portato a credere. Al picco pre-Covid, nel quarto trimestre del 2019, l'economia non agricola utilizzava 257,2 miliardi di ore di lavoro ad un tasso annuo, ma sono crollate di quasi il -12%, a soli 227,6 miliardi di ore, nel secondo trimestre del 2020.

Così facendo Fauci & Co. hanno cancellato tutto l'aumento aggregato di ore di lavoro non agricole sin dal quarto trimestre del 2011. Vale a dire, hanno cancellato gli straordinari guadagni contenuti nei 102 rapporti mensili sul lavoro. E ora, dopo $4.000 miliardi appena stampati e $6.000 miliardi di roba gratis dal welfare state, solo il 73% della riduzione delle ore di lavoro è stata recuperata.

Infatti il rapporto di giugno sui posti di lavoro, per nulla eccezionale, è stato ancora più strano del solito. La nostra memoria potrebbe non essere buona, ma siamo abbastanza sicuri che giugno è il momento in cui è finita la scuola. Tutti i ragazzi e ragazzini di città se ne vanno in spiaggia, mentre quelli nelle campagne raccolgono bacche, ciliegie, mais, cetrioli, pesche e pomodori.

Forse non più. Il BLS afferma che le istituzioni educative statali, locali e private hanno fatto un'abbuffata di assunzioni durante il mese di giugno, portando un totale di 269.000 nuovi insegnanti a sovrintendere aule presumibilmente vuote!

Inoltre, se si aggiungono i 192.000 baristi e camerieri che sono stati riassunti a giugno, si sommano a 461.000 posti di lavoro, o il 54% degli 850.000 durante il mese.

Nel frattempo quando si tratta di lavori ad alta retribuzione e alta produttività nel settore edile, manifatturiero, minerario ed energetico, le cose non vanno altrettanto bene. Questi settori hanno rappresentato 23,338 milioni di posti di lavoro a maggio e hanno riportato un aumento di, beh, 20.000 posti di lavoro a giugno. Un aumento risibile, a dir poco.

Ancora più importante, i 20,358 milioni di posti di lavoro che producono cose e segnalati nel rapporto sul lavoro di giugno erano ancora in calo di 780.000 unità rispetto al picco pre-Covid a febbraio 2020; e, secondo una misurazione oraria più appropriata e accurata, l'occupazione nel settore della produzione di beni rimane davvero impantanata.

Pertanto l'indice delle ore lavorate aggregate per giugno (linea nera) è diminuito del -6,4% dal suo massimo intermedio del 2019 e del -21,1% dal suo livello di inizio secolo, -23,1% dal suo picco storico a marzo 1979 e in calo del -4,8% rispetto al livello raggiunto per la prima volta nel, beh, maggio 1947!

L'occupazione nel settore della produzione di beni dell'economia statunitense sta morendo. E anche se questi lavori pagavano un salario da $56.000 all'anno a giugno, il potere d'acquisto di tali stipendi non era superiore a quello del gennaio 1979 su base aggiustata all'inflazione (linea viola).

In sintesi, dopo che i salari reali nel settore della produzione di beni sono raddoppiati tra il 1947 e il 1979, ciò che è seguito è stato mezzo secolo di stagnazione dei salari reali, insieme ad una contrazione del 23% delle ore di lavoro. Questo da solo dovrebbe bastare a capire che non c'era niente di "forte" ed "esplosivo" nei precedenti rapporti mensili sul lavoro.

Non c'è davvero alcun mistero su dove le infinite iniezioni di credito fiat della FED siano venute a galla. Per tre decenni la banca centrale della nazione ha gonfiato principalmente i prezzi degli asset finanziari a Wall Street, non posti di lavoro, redditi e prosperità di Main Street. E questo è stato particolarmente vero dal picco pre-crisi nel quarto trimestre del 2007, quando il bilancio della FED, oggi a $8.100 miliardi, si attestava a soli $800 miliardi.

È sufficiente riflettere sul grafico qui sotto per accertare ciò che un 8X di aumento del bilancio della FED abbia  effettivamente generato. Dal quarto trimestre 2007, i guadagni cumulativi sono stati i seguenti:

• Ore di lavoro non agricole (linea rossa): +4,3%

• Produzione non agricola (linea nera): +24,8%

• PIL nominale (linea blu): +50%

• NASDAQ 100 (linea viola): +600%

Come volevasi dimostrare.

Questi idioti hanno la minima idea che è questa la loro vera opera d'arte?

Davvero c'è bisogno di altre prove per capire che tutto il loro folle pompaggio di denaro non lascia mai i canyon di Wall Street?

Quindi torniamo al tema centrale: il mantra di una maggiore inflazione è una delle politiche pubbliche più perversamente idiote e inique mai imposte da un'istituzione statale.

Infatti raggiungere l'obiettivo d'inflazione al 2,00% rimane l'unica ragione per i $120 miliardi al mese della FED di quella che equivale ad una frode finanziaria. Dopotutto, con i datori di lavoro da costa a costa che si affannano per trovare lavoratori, non è sicuramente necessario continuare a pompare denaro per promuovere il cosiddetto obiettivo della "piena occupazione". I datori di lavoro privati ​​sono già arrivati a tale condizione.

Sarebbe troppo disturbo per questi idioti intossicati dal potere esaminare esattamente ciò che le loro politiche pro-inflazione hanno effettivamente prodotto? E intendiamo per un lungo periodo di tempo in cui l'impatto cumulativo può essere chiaramente osservato?

Bene, eccovi serviti. Durante il mezzo secolo circa da quando le ore di lavoro reali hanno raggiunto il picco nel 1972, il lavoratore americano medio è stato sulla madre di tutti i tapis roulant:

Cambiamento dal 1972 al 2020:

• Retribuzione oraria nominale: +533%

• Guadagno orario reale: +2,2%

Non c'è niente di più drammatico di così. Anche il proverbiale scoiattolo nella gabbia avrebbe preso la piega dopo quel viaggio di 50 anni verso il nulla.

Com'è evidente dal grafico qui sopra, la FED ha commesso un errore catastrofico negli anni '90 e successivamente. A causa dell'elevata inflazione degli anni '70 e, in misura minore, degli anni '80, il salario orario nominale era triplicato tra il 1972 e il 1995, quando le nuove e scintillanti fabbriche orientate all'export del signor Deng stavano aprendo i battenti con manodopera ultra-economica presa dalle infinite risaie cinesi e villaggi di contadini.

Tutto quel guadagno nei salari nominali non fu affatto un bene per i lavoratori interni. Nel 1995 i salari orari reali (linea viola) erano in realtà del 18% al di sotto del livello nel 1972, quando il presidente della FED, Arthur Burns, con sua eterna vergogna, era prono ai capricci di Nixon.

Nixon ottenne la sua economia temporaneamente in forte espansione e la vittoria schiacciante alle elezioni, ma ciò aveva anche martoriato la classe media che sarebbe stata superata dalle fabbriche cinesi (e messicane et al.) orientate all'export. A metà degli anni '90 il divario salariale in dollari era ormai enorme, quindi ciò che serviva era una deflazione dei prezzi interni, dei salari e dei costi, non più della stessa cosa.

Sotto le false politiche di "disinflazione" di Greenspan e poi "l'inflation targeting" di Bernanke, il livello dei prezzi interni è stato gonfiato del 70%, o  del 2,14% all'anno tra il 1995 e il 2020. Ciò ha significato che i due terzi dell'aumento del salario orario medio durante tal periodo è stato divorato dall'inflazione interna, quando invece l'ordine del giorno avrebbe dovuto essere abbattere parte dell'incredibile aumento del 240% del livello dei prezzi interni che si era verificato tra il 1972 ed il 1995.

Sì, i salari orari aggiustati all'inflazione (linea viola sopra) nel 2020 sono riusciti a tornare al punto di partenza del 1972, ma a spese di un altro raddoppio dei salari nominali. Vale a dire, le idiote politiche pro-inflazione della FED hanno aumentato notevolmente il divario salariale tra le fabbriche nazionali e le nuove economie a basso salario orientate all'export. In tutto, i salari medi in dollari negli Stati Uniti erano più alti del 533% nel 2020 rispetto a quando Nixon chiuse la finestra dell'oro nel 1971-1972.

Inutile dire che quando il salario medio interno è passato da $3,90 all'ora nel 1972 a $24,68 all'ora nel 2020, senza alcun vantaggio in termini di potere d'acquisto per i lavoratori, i dirigenti aziendali non hanno avuto altra scelta se non quella di esternalizzare offshore nella misura massima possibile. E questo ha messo in moto lo svuotamento dell'economia industriale americana.

Il grafico qui sotto è sicuramente la pistola fumante dell'accordo faustiano della FED: ha ottenuto la sua feticistica inflazione al 2,00% e ha inondato il settore delle famiglie con debiti a basso costo per aumentare gli standard di vita che altrimenti sarebbero diminuiti a causa dell'esportazione di buoni posti di lavoro.

Di conseguenza la spesa per consumi reali (PCE) è aumentata dell'87%, o del 3,0% all'anno, tra il primo trimestre del 2002 e il primo trimestre del 2021. Tuttavia, durante lo stesso periodo di 19 anni, l'indice della produzione industriale è aumentato solo del 9%, o appena dello 0,41% all'anno.

Inutile dire che non stiamo parlando qui di un qualche articolo marginale che è meglio prodotto all'estero dove qualche locale ha un vantaggio comparato. Al contrario, questa è l'intera economia dei beni e la crescita del consumo di beni durante questo secolo fino ad oggi è stata fornita dalle importazioni.

Non c'è da meravigliarsi, quindi, se gli elettori della cosiddetta Rust Belt abbiano votato per Trump, "l'uomo dei dazi", due volte.

Nel gettare i lavoratori interni sotto l'autobus Cina/importazione, l'establishment li ha spinti ad acquistare azioni per colmare la differenza. Wall Street aveva un sacco di azioni in rapida inflazione e Trump non smetteva di dire ai lavoratori di controllare i loro conti 401k.

Ma ecco il punto: per cavalcare questo mercato azionario bisognava avere risparmi materiali da investire e salari crescenti da destinare agli investimenti piuttosto che al consumo corrente.

Ahimè, i lavoratori americani non avevano né l'uno né l'altro. Quando Greenspan fu nominato a capo della FED nel luglio 1987, il salario medio era di $9,12 l'ora e l'indice NASDAQ 100 era a 196. Cioè, ci vollero circa 22 ore di lavoro per acquistare l'indice.

Alla fine di giugno 2021, la paga oraria media era di $25,68 all'ora, mentre il NASDAQ 100 aveva preso il volo verso un altro pianeta finanziario, facendo registrare 14.554 punti. Cioè, ora ci vogliono 566 ore di lavoro per acquistare l'indice, o 26 volte in più rispetto a quando Greenspan inaugurò la politica monetaria "effetto ricchezza a cascata".

Per parafrasare un famoso slogan degli anni '60, suddetto effetto potrebbe essere stato sbandierato in televisione sulla CNBC, ma sicuramente non s'è materializzato.

Quello che invece s'è materializzato, ovviamente, è stato tutto il contrario.

Il nostro amico Tim Knight, che pubblica su Slope of Hope, ha catturato la morale di questa storia come meglio non si poteva fare, mentre il grafico di accompagnamento vi dice tutto ciò che dovete sapere.

Beh, sempre se non siete nati ieri.

L'economia, i mercati dei capitali e la distribuzione della ricchezza sono diventati più grottescamente distorti, pervertiti e deformati rispetto a qualsiasi altro momento della storia umana. Ho scritto su questo all'infinito e preferisco semplicemente indicarvi questa pagina in cui ho impilato innumerevoli grafici per fare il punto sulla cattiva distribuzione della ricchezza.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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