di Jeffrey Tucker & Jenin Younes
Il fatto che le mascherine siano solo un dogma è stato illustrato dalla risposta di Anthony Fauci alla situazione in Texas, stato che ha abrogato l'obbligo di mascherine e ha visto i nuovi casi precipitare. Alla domanda di spiegare questo risultato, Fauci ha risposto: "Non sono proprio sicuro [...]. Potrebbe essere che stiano facendo cose all'aperto". Ha rifiutato anche di prendere in considerazione il fatto che le mascherine non sono efficaci nel controllare la diffusione del coronavirus. In altre parole, la teoria secondo cui mascherarsi dovrebbe arrestare il virus sta diventando falsificabile.
I contenuti dell'AIER e di questo blog si sono concentrati principalmente sui lockdown, ma sono stati pubblicati e tradotti diversi pezzi sul tema mascherine:
• La questione delle mascherine
• Mascheramento: un'attenta revisione delle prove
• Mascherare i bambini: tragico, antiscientifico e dannoso
• La non scientificità dietro l'utilizzo delle mascherine
La questione delle mascherine sta acquisendo importanza sia in termini di scientificità che di preoccupazioni per la libertà e la funzione sociale. In primo luogo, ci sono crescenti richieste di indossare la mascherina come componente permanente della nostra vita. Questo articolo, ad esempio, suggerisce che le mascherine dovrebbero essere adottate durante la stagione influenzale, i picchi nei casi di coronavirus e quando una persona è malata. In secondo luogo, una delle tante riviste collegate al National Institutes of Health, Medical Hypothesis, ha accettato la pubblicazione di un'analisi devastante sui danni causati dalle mascherine. La citazione è: Vainshelboim B. Facemasks in the COVID-19 era: A health hypothesis. Med Hypotheses. 2021;146:110411.
È vero, questa non è una rivista convenzionale ed è proprio per questo che esiste. È stata fondata sulla preoccupazione che osservazioni scientifiche valide che si discostano dalle tendenze predominanti non supererano il convenzionale processo di revisione tra pari, soprattutto quando una tesi è radicale o rompe lo status quo. La rivista, pubblicata dalla Elsevier Public Health Emergency Collection, ha un prestigioso comitato editoriale che utilizza standard elevati nella selezione del materiale per la pubblicazione e può fornire una casa per articoli scientifici non ortodossi. Infatti, dato lo stato di censura e la confusione scientifica sulla scia dei lockdown, tali riviste sono più che mai necessarie.
Questo articolo è stato scritto da un singolo autore, il che significa che una persona s'è messa in gioco assumendosi la responsabilità del suo contenuto. John Ioannidis ha dimostrato che una caratteristica degli studi problematici è che vengono eseguiti e riportati da grandi team di ricercatori piuttosto che da un singolo autore. Questo ha senso: grandi team possono distribuire la responsabilità delle affermazioni coinvolte. Ciò migliora, ma non prova, la credibilità della ricerca pubblicata dai singoli autori.
Il noto autore Baruch Vainshelboim lavora nella Divisione di Cardiologia, Veterans Affairs Palo Alto Health Care System/Stanford University, Palo Alto, CA, Stati Uniti, e ha avuto un'affiliazione con il Pulmonary Institute, Rabin Medical Center, Beilinson Hospital, Petach Tikva, Israele. Ha conseguito il dottorato di ricerca (Universidade do Porto) in fisiologia dell'esercizio clinico nella riabilitazione polmonare e quindi ha un forte interesse per il rapporto tra salute e mascherine.
Vale la pena leggere l'intero documento. Cita gli studi e le conoscenze più noti nella letteratura scientifica prima della primavera del 2020, inclusa l'OMS: "Le mascherine non sono necessarie, poiché non sono disponibili prove sulla loro utilità per proteggere le persone non malate".
L'autore prosegue spiegando una miriade di pericoli fisiologici associati all'uso della mascherina:
Oltre all'ipossia e all'ipercapnia, respirando attraverso la mascherina rimangono componenti batteriche e germi sullo strato interno ed esterno della mascherina. Questi componenti tossici vengono ripetutamente repressi nel corpo, provocando l'autocontaminazione. Respirare attraverso le mascherine aumenta anche la temperatura e l'umidità nello spazio tra la bocca e la mascherina, con conseguente rilascio di particelle tossiche dai materiali della mascherina stessa. Una revisione sistematica della letteratura ha stimato che i livelli di contaminazione da aerosol delle mascherine includevano da 13 a 202.549 virus diversi. Respirare aria contaminata con alte concentrazioni di particelle batteriche e tossiche insieme a bassi livelli di O2 e alti livelli di CO2 danneggiano continuamente l'omeostasi del corpo, causando auto-tossicità e immunosoppressione.
E alcuni danni psicologici delle mascherine:
Come descritto in precedenza, indossare mascherine causa uno stato ipossico ed ipercapnico che danneggia costantemente la normale omeostasi e attiva la risposta allo stress "combatti o fuggi", un importante meccanismo di sopravvivenza nel corpo umano. La risposta acuta allo stress include l'attivazione dei sistemi nervoso, endocrino, cardiovascolare e immunitario. L'attivazione della parte limbica del cervello, il rilascio degli ormoni dello stress (adrenalina, noradrenalina e cortisolo), i cambiamenti nella distribuzione del flusso sanguigno (vasodilatazione dei vasi sanguigni periferici e vasocostrizione dei vasi sanguigni viscerali) e l'attivazione della risposta del sistema immunitario (secrezione di macrofagi e cellule natural killer). L'incontro con persone che indossano mascherine attiva un'innata emozione stress-paura, fondamentale per tutti gli esseri umani in situazioni di pericolo, come la morte o un esito sconosciuto ed imprevedibile. Mentre la risposta acuta allo stress (da secondi a minuti) è una reazione adattativa e fa parte del meccanismo di sopravvivenza, lo stato cronico e prolungato di paura-stress è disadattivo e ha effetti dannosi sulla salute fisica e mentale. La risposta stress-paura ripetuta o continua fa sì che il corpo operi in modalità sopravvivenza, con un aumento sostenuto della pressione sanguigna, stato pro-infiammatorio e immunosoppressione.
E la conclusione:
Le evidenze scientifiche esistenti mettono in discussione la sicurezza e l'efficacia di indossare una mascherina come intervento preventivo per il COVID-19. I dati suggeriscono che le mascherine sia mediche che non mediche sono inefficaci per bloccare la trasmissione da uomo a uomo di malattie virali e infettive come il SARS-CoV-2. È stato dimostrato che indossare mascherine ha effetti fisiologici e psicologici avversi sostanziali. Questi includono ipossia, ipercapnia, mancanza di respiro, maggiore acidità e tossicità, attivazione della paura e risposta allo stress, aumento degli ormoni dello stress, immunosoppressione, affaticamento, mal di testa, declino delle prestazioni cognitive, predisposizione a malattie virali e infettive, stress cronico, ansia e depressione. Le conseguenze a lungo termine dell'uso di mascherine possono causare un deterioramento della salute, sviluppo e progressione di malattie croniche e morte prematura. Governi, politici ed organizzazioni sanitarie dovrebbero utilizzare un approccio basato su prove scientifiche per quanto riguarda l'uso delle mascherine, soprattutto quando queste ultime sono considerate un intervento preventivo per la salute pubblica.
Questo articolo rappresenta una nuova sfida alla posizione pro-mascherine. Si sostiene che non sono semplicemente un “talismano”, come il Journal of American Medical Association ha detto ad aprile 2020 (prima che gli autori fossero costretti a ritirare l'affermazione tre mesi dopo), la situazione è ben peggiore: le mascherine non sono solo inutili, ma danneggiano la salute individuale ed il benessere sociale.
A dire il vero, chiunque è libero di contestare le conclusioni, attaccare le note a piè di pagina, contestare l'interpretazione, o far saltare quella che è chiaramente un'ipotesi. Tuttavia gli editori della rivista hanno scelto di pubblicare questa prospettiva non convenzionale perché è coerente con un consenso in questo stesso periodo dell'anno scorso, prima che l'ortodossia cambiasse improvvisamente ed ignorasse le prove accumulate negli ultimi dodici mesi. Inoltre sostenere questa posizione oggi comporta un serio rischio professionale: il professore di comunicazione della NYU, Mark Crispin Miller, è finito sotto indagine per aver suggerito ai suoi studenti di pensare in modo critico alle mascherine; spronandoli a leggere studi che concludono che non sono un mezzo efficace per frenare la diffusione dei virus respiratori, così come studi che giungono alla conclusione opposta.
Il documento è stato pubblicato nel bel mezzo di uno sforzo congiunto da parte di Anthony Fauci, Joe Biden e altri per normalizzare e universalizzare l'uso delle mascherine, anche se molti stati ne stanno abrogando l'obbligo con il sostegno pubblico. Le prove che mascherarsi può aver avuto un qualche effetto sulla traiettoria del virus sono scarse nella migliore delle ipotesi. Lo studio più comunemente citato da parte del CDC trova una differenza dello 0,5% nella velocità di trasmissione su 20 giorni e dell'1,8% dopo 100 giorni. Più lungo è il tempo, più variabili ci sono in gioco; una correlazione estremamente debole tra due punti aumenta la credulità, soprattutto se usata per spingere un mascheramento generale della popolazione.
Inoltre molti aspetti della nostra cultura delle mascherine non sono plausibili, come l'idea che non si prende il Covid mentre si è seduti e si mangia e si può quindi essere smascherati; ma poi, magicamente, stare in piedi e camminare rappresenta un rischio e quindi richiede il mascherarsi. C'è bisogno di commentare poi quando la si indossa all'aperto o anche da soli durante un'escursione nel bosco?
Dato che il mascheramento di popolazioni sane per lunghi periodi di tempo è una nuova politica, è sbalorditivo che i media e le riviste scientifiche abbiano deciso nel giro di pochi mesi che l'efficacia di tale pratica non potesse essere messa in discussione o studiata, né i suoi effetti negativi discussi.
Chiunque pensi che la questione sia risolta dopo un anno di attuazione di un meccanismo che riduce apparentemente la diffusione della malattia, non capisce il significato della parola "scienza". La scienza è un processo mediante il quale vengono incorporate nuove informazioni e prove man mano che vengono scoperte. Anthony Fauci e Andrew Cuomo stanno sfruttando il termine "scienza" per dire alle persone che certe convinzioni non possono essere messe in discussione.
Non importa quante volte queste persone ripetano la parola "scienza", stanno promuovendo esattamente l'opposto: il dogma. Al contrario, il dottor Baruch Vainshelboim ci sta spingendo a pensare in modo più ampio e critico. Il suo è un coraggioso tentativo di analizzare i costi dell'adozione del mascheramento universale, ed è esattamente così che la scienza progredisce realmente.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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