Forse avrete notato l'aumento dell'incredulità da parte della maggior parte delle persone nei confronti della narrativa sul coronavirus: più dubbi, più opposizione, più proteste e molta meno fiducia. Difficilmente siete soli ormai. Quello che era iniziato come una scintilla nella primavera del 2020 è ora un incendio e per quanto provino a spegnerlo sta bruciando più che mai.
I dati sono già presenti ed i fanatici del lockdown si stanno preoccupando.
Il grande epidemiologo Donald Henderson nel 2006 fece due previsioni sulle conseguenze dei lockdown: non avrebbero fornito alcun beneficio in termini di mitigazione della malattia (infatti non hanno funzionato) e che così facendo si sarebbe provocato discredito per la salute pubblica e una "perdita di fiducia nei confronti dello stato". La perdita di fiducia da parte della popolazione, non solo nei confronti dei funzionari pubblici ma anche nei media, è palpabilmente evidente.
Rivolgete la vostra attenzione ad una nuova carrellata di sondaggi pubblicati sul New England Journal of Medicine. Fanno specificamente riferimento ai vaccini, ma i risultati riflettono una perdita di fiducia molto più ampia in generale. Infatti la sorprendente mancanza di entusiasmo da parte della popolazione nei confronti dei vaccini non è che un sintomo di un problema molto più grande.
Nonostante lo studio sottolinei il ruolo della fiducia nelle istituzioni per fornire informazioni pertinenti, i sondaggi suggeriscono che le fonti di informazioni tecniche sulla sicurezza non sono molto affidabili. Nello specifico, c'è una fiducia limitata nei media o nelle aziende farmaceutiche per fornire informazioni sul vaccino Covid-19: solo il 16% e il 20% degli intervistati, rispettivamente, afferma di avere "molta/un po' " di fiducia in queste organizzazioni affinché forniscano tali informazioni. La popolazione ha anche una modesta fiducia nelle informazioni fornite dalla Food and Drug Administration.
La perdita di fiducia è stata innescata utilizzando un mezzo eclatante e di distruzione, i lockdown, al fine di ottenere in qualche modo l'irraggiungibile: il controllo di un virus respiratorio con esiti gravi per anziani e malati, ma che è per lo più lieve per tutti gli altri. Il SARS-CoV-2 non è la piaga mortale che si presumeva fosse un anno fa, quindi queste misure sono state a dir poco sproporzionate.
Anche se l'epidemia fosse stata così cupa come previsto dai modelli, non ci sono prove nella documentazione storica dei lockdown che potessero fare qualcosa contro un virus tranne che interrompere e distruggere il funzionamento sociale ed economico, oltre a rendere ancora più difficile affrontare gravi esiti di salute.
Considerate una misura di mitigazione enorme e senza precedenti implementata lo scorso anno: l'ordine di restare a casa. La maggior parte degli stati l'ha imposto ed applicato con il potere della polizia. Non era così diverso dagli arresti domiciliari, proprio qui negli Stati Uniti.
Si diceva che ciò avrebbe rallentato o fermato la diffusione, o in qualche modo avrebbe controllato il virus, con conseguente minor numero di esiti gravi della malattia. La propaganda è diventata oltraggiosa in alcuni punti, con cartelli ovunque che ordinavano alle persone di "restare a casa e salvare vite umane", come se uscire di casa avesse causato la perdita di vite umane.
Le persone hanno intrapreso enormi sacrifici per conformarsi, con grandi spese personali. I costi economici sono stati enormi, ma lo sono stati anche i costi psicologici e sociali. Il risultato è stato un'epidemia di solitudine e un aumento delle morti per disperazione.
Come ha funzionato? Un nuovo studio su Nature di quattro epidemiologi ha esaminato l'esperienza di 87 Paesi, alcuni con politiche blande e altri con politiche estreme. Hanno cercato di correlare le imposizioni statali con il controllo del virus. I risultati: non sono stati in grado di farlo. La relazione non esiste, vale a dire, è incoerente con la casualità. Il lockdown è stato peggio che inutile.
Quest'altro studio, invece, ha dimostrato definitivamente che i lockdown non hanno ottenuto nulla e sono enormemente costosi. Siete liberi di esaminare l'elenco e condividerlo con i vostri amici, che rimarranno sbalorditi (o forse no) nello scoprire che gli editti sulla salute pubblica sono anti-scientifici e inutilmente brutali. Tutto quel sacrificio per niente.
Quante altre cose ha sbagliato l'autorità sanitaria pubblica? Grazie ad un dump di posta elettronica, da un account utilizzato da Anthony Fauci, sappiamo che già all'inizio di marzo 2020 i test PCR stavano dando risultati imprecisi. Di conseguenza quasi tutti i dati che pensavamo di avere erano in realtà spazzatura. Se i test erano sbagliati, allora potrebbero esserlo anche i dati sulle morti e così via. È un casino, un marasma di confusione. Le stesse e-mail hanno rivelato che una delegazione statunitense è andata in Cina a metà febbraio per imparare dai migliori nella politica e nelle arti per bloccare una società.
Incredibile a dirsi, queste politiche sono state attuate in un momento in cui la fiducia americana nei confronti del governo era al punto più basso dal 1972. Solo l'8% era disposto a dire che si fidava "molto" del governo negli affari interni, mentre il 20% affermava di non fidarsi "per niente". Sarà affascinante osservare lo spostamento di questi sondaggi durante quest'anno, poiché sempre più informazioni vengono fornite su ciò che il nostro governo ha fatto all'economia e alle nostre vite durante l'epidemia. Potrebbero passare generazioni prima che la fiducia torni a ciò che era prima.
L'ultimo sondaggio condotto specificamente sui funzionari della sanità pubblica risale al settembre 2020 e ha documentato che la fiducia nel CDC e in Fauci stava già svanendo. Che ne sarà di questa fiducia nei prossimi sei mesi, man mano che sempre più persone scopriranno quanto terribili e completamente non scientifiche sono state le politiche attuate?
Questa fiducia in declino arriva nel momento in cui il CDC ha finalmente iniziato a mettere sul suo sito web alcuni dati chiarificatori. Questi grafici, ad esempio, chiariscono che un'altra misura di salute pubblica dello scorso anno era completamente sbagliata: contrarre il virus era una condanna a morte. Almeno adesso abbiamo dati accurati sulla demografia degli esiti gravi.
In verità, questo era noto sin dalla fine di marzo 2020. Ne abbiamo parlato il 5 aprile. Anche prima, dall'8 marzo, abbiamo riferito accuratamente sulla natura di questo virus e ci aspettavamo che una volta rivelate le informazioni, la paura pubblica sarebbe diminuita e il mondo sarebbe tornato alla normalità. Invece una combinazione di terrorismo sui media e messaggi statali terrorizzanti hanno alimentato paura e blocchi sempre più lunghi, politiche disastrose che i governatori si stanno affrettando ad abrogare nonostante il governo federale metta in guardia da ciò.
Più durano i lockdown, anche se difesi dalle autorità sanitarie pubbliche, più lo stato ed i media rischiano una devastante perdita di credibilità. La ricostruzione della loro reputazione potrebbe rivelarsi impossibile per almeno una o due generazioni.
C'è un potenziale costo sociale per questa perdita di fiducia: la salute pubblica nell'ultimo secolo ha fatto del bene all'umanità, con la sua enfasi su prospettive olistiche riguardo il benessere umano, la distribuzione di terapie mediche, l'educazione sull'acqua pulita e la saggia mitigazione delle malattie, la sua attenzione alla scienza razionale e alla calma sulle malattie e molto altro ancora. Con i lockdown e l'enorme confusione pubblica seminata da tanti personaggi nella professione medica, la reputazione della scienza nei confronti dell'interesse pubblico è a brandelli.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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