Per anni ho usato il termine capitalista clientelare per descrivere uomini d'affari che scelgono di guadagnare profitti facendo pressioni per sussidi e regolamenti statali in modo da sopprimere la concorrenza. I miei critici hanno sottolineato che i capitalisti clientelari non sono capitalisti.
Hanno ragione e la distinzione è importante. Il capitalismo clientelare non ha alcuna somiglianza con il capitalismo reale.
Mettere insieme le due parole dà al capitalismo una cattiva reputazione e non c'è da stupirsi se "il 70% dei millennial afferma che voterebbe per un socialista".
Nel suo libro The Meaning Revolution, l'economista Fred Kofman fornisce una chiara definizione di clientelismo:
Il clientelismo è un sistema politico ed economico in cui lo stato è controllato dalle corporazioni e interviene sul mercato usando il suo potere coercitivo per loro conto. Gli uomini d'affari clientelari prosperano non perché servono i loro stakeholder, ma perché sfruttano il potere dello stato aggirando la disciplina del libero mercato.
Gli uomini d'affari clientelari collaborano con i politici. "Mentre il capitalismo incanala l'ambizione personale al servizio degli altri, il clientelismo incanala l'avidità personale nell'abuso". Kofman spiega come:
I politici clientelari schiacciano la concorrenza distribuendo permessi speciali, sovvenzioni statali e agevolazioni fiscali a coloro che preferiscono e impongono tariffe e restrizioni ai loro concorrenti e consumatori. Le società clientelari si assumono rischi eccessivi senza paura, sapendo che se vincono i loro guadagni saranno privatizzati, ma se perdono le loro perdite saranno coperte con salvataggi e pacchetti di aiuti speciali.
I clientelisti non rischiano nulla; le loro perdite sono coperte. Nasim Taleb sottolinea: "Il più grande fragilizzatore della società è la mancanza di rischio". I clientelisti perseguono politiche coercitive che rendono i mercati più fragili, meno capaci di imparare dal "trial & error" e meno capaci di far fronte ad eventi imprevisti. Taleb aggiunge: "L'imprenditore deve essere rispettato, non serve a niente un amministratore delegato di un'azienda che ha tutti i vantaggi e nessun svantaggio".
Il risultato del clientelismo, spiega Kofman, è la distruzione del valore economico: "Le imprese clientelari guadagnano non approfittando del mercato attraverso i loro servizi a valore aggiunto, ma approfittando del mercato politico attraverso incassi che distruggono il valore".
I clientelisti operano con una mentalità "win-lose" in cui vincono a scapito di tutti gli altri; gli imprenditori hanno una mentalità "win-win" in cui tutti guadagnano. Quando i clientelisti vincono, qualcun altro deve perdere; quando un imprenditore guadagna, possono farlo anche gli altri.
I clientelisti cercano di aumentare la loro ricchezza a spese degli altri; gli imprenditori cercano di aumentare la loro ricchezza servendo gli altri.
Android compete con iOS, entrambe le piattaforme hanno portato alla creazione di migliaia di aziende di successo. Senza queste attività sinergiche, il valore di Android e iOS crollerebbe.
Forse la vostra casa ha una pentola istantanea sul bancone della cucina. Nel 2008 il dottor Robert Wang, un immigrato cinese in Canada con un dottorato di ricerca in informatica, seguì una regola di tutti gli imprenditori di successo: dare ai clienti quello che vogliono, non quello che hanno.
I clienti desideravano un nuovo gadget che potesse aiutarli a preparare pasti nutrienti cucinati in casa in molto meno tempo e con una curva di apprendimento minima. Sì, il dottor Wang creò ricchezza per sé stesso, ma lo fece migliorando la vita degli altri, inclusa una piccola economia di autori di libri di cucina. Una vittoria per tutti.
Sono i clientelisti che cercano, tramite la coercizione, di dare al consumatore ciò che ha la loro azienda e non ciò che il consumatore vuole. La benzina a base di etanolo è un buon esempio in merito. Lo stato ne impone l'uso, i consumatori non hanno altra scelta che acquistarla. L'etanolo danneggia sia i consumatori che l'ambiente. I produttori di etanolo clientelari vincono; tutti gli altri perdono.
I clientelisti nel settore finanziario chiedono un maggiore allentamento monetario e creano bolle negli asset.
Il clientelismo dilaga nel mercato dei vaccini. Lo stato finanzia lo sviluppo, alimenta la domanda e quindi fornisce l'immunità legale che protegge i produttori di vaccini da cause per lesioni.
I gruppi aziendali e di compagnie aeree chiedono agli Stati Uniti di sviluppare passaporti vaccinali. Se le identità mediche frattureranno l'America, sarà colpa dei clientelisti l'aver fatto emergere i nostri istinti peggiori.
Perché scrivo istinti peggiori? Alcuni sostengono che lo stato debba proteggerci dai non vaccinati. Non è un buon istinto? Seguiamo fino in fondo la logica della cosiddetta protezione. Se così stanno el cose, allora agli obesi non dovrebbe essere vietato di volare? Hanno maggiori probabilità di sviluppare un caso grave di Covid-19 ed i vaccini offrono meno protezione agli obesi. Il consumo di zucchero è tra i fattori che sopprimono il sistema immunitario, aumentando le probabilità che i consumatori di zucchero siano portatori di malattie. Lo stato dovrebbe concedere passaporti per il consumo senza zucchero?
Senza lo stato che codifica un sistema di caste mediche, le compagnie aeree e altre aziende che implementano volontariamente i passaporti vaccinali perderebbero più affari di quanti ne guadagnerebbero. Nel numero di gennaio 2021 del The Socionomist, ho scritto:
Farò ipotesi circa lo sviluppo in America di un sistema di caste intorno ai passaporti vaccinali e allo stato di vaccinazione. Nel sistema delle caste indù, il vostro rango sociale dipende dalla vostra purezza percepita. Il contatto tra una casta inferiore e una casta superiore non purifica mai la casta inferiore; può solo contaminare la casta superiore. In un sistema di caste mediche, coloro proclamati "puri" non chiederanno alcun contatto a coloro che fanno scelte mediche diverse? In tal caso aziende come compagnie aeree, supermercati, ristoranti e datori di lavoro dovranno prendere decisioni difficili.
Data l'insaziabile richiesta di sicurezza da parte di un segmento della popolazione, i lockdown si trasformeranno in una richiesta onnipresente di "documenti sui vaccini, per favore"?
I clientelisti non sono per niente adorabili
Adorabile è la parola che Adam Smith usò nel suo libro The Theory of Moral Sentiments per descrivere individui che sono "degni di essere amati" per il loro carattere. Creiamo la nostra civiltà da come viviamo le nostre vite.
Dal momento che i clientelisti impiegano la coercizione, non vivono vite morali. Kofman è schietto: "Gli uomini d'affari clientelari [...] sono rapaci, predatori e immorali". I clientelisti sono immorali e deformano i mercati. Per Kofman "gli uomini d'affari clientelari non sono capitalisti, sono mafiosi". Poi evidenzia le differenze tra capitalisti e clientelisti:
Il capitalismo non funziona in questo modo. In un libero mercato con lo stato di diritto, le imprese non traggono profitto dall'essere insensibili, manipolatrici e avide, sebbene comportarsi in questo modo possa dare loro vantaggi a breve termine. Le aziende traggono davvero profitto nel lungo periodo rimanendo empatiche (comprendendo i loro clienti, dipendenti e altre parti interessate), compassionevoli (servendoli) ed eque (essere giusti nei loro confronti).
Al di fuori dei mercati politici del clientelismo, siamo naturalmente adorabili l'uno per l'altro. Il mercato economico tira fuori il meglio di noi, la nostra bellezza. Abbiamo più successo sia personalmente che professionalmente quando ci rivolgiamo, come dice Steven Pinker, agli "angeli migliori della nostra natura" che ci orientano verso la cooperazione.
In The Wealth of Nations, Smith dice: "Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del panettiere che ci aspettiamo la nostra cena, ma dal loro riguardo per il proprio interesse. Ci rivolgiamo non alla loro umanità ma al loro amore per sé stessi, e non parliamo mai loro delle nostre necessità ma dei loro vantaggi".
Smith non indica l'egoismo come base del capitalismo. Kofman spiega: "Il capitalismo è il crogiolo alchemico in cui l'umanità trasforma i suoi istinti di base in oro".
Il capitalismo funziona anche quando le persone sono inconsce e guidate da desideri egoistici. Anche se un imprenditore non è un eroe morale, il capitalismo lo trasformerà in un servitore della società. I diritti di proprietà e il libero scambio distillano l'interesse personale in servizio per il prossimo, rendendo necessario entrare sul mercato con l'intenzione di aiutare.
Impiegando la coercizione, l'avidità scorre incontrollata. I clientelisti deformano i mercati economici disabilitando il meccanismo di sicurezza che disciplina i mercati. Kofman spiega:
Il meccanismo di sicurezza del capitalismo, quello che disciplina l'ambizione potenzialmente rapace di un'azienda o di un individuo, è la possibilità di entrare o uscire da qualsiasi transazione, garantita dai diritti di proprietà e dal libero scambio. Una volta che la coercizione statale blocca questo interruttore di sicurezza, l'intero sistema deraglia. Se le persone sono costrette (illegalmente, come nel crimine, o legalmente, come nella politica) a partecipare a transazioni che preferirebbero evitare, la "selezione naturale" nell'ecosistema economico si rompe.
Il vero danno si verifica quando "dire di no" non è un'opzione. Come ripariamo i danni inflitti dal clientelismo?
Nel suo libro, The Essential Adam Smith, il professor James Otteson ci chiede di adattare la nostra mentalità: "Dobbiamo trattarci a vicenda con rispetto, e non presumere che uno di noi sia più importante o più degno o più meritevole dell'altro".
Ogni persona, ha sottolineato Smith, "ha un'occasione per aiutare i suoi fratelli". "Il modo migliore" per beneficiare dell'assistenza degli altri, scrive Otteson, "è offrirsi di fare qualcosa per l'altra persona e che quest'ultima apprezza".
Nello spirito di Adam Smith, Otteson sostiene che la società funziona meglio quando "ci incontriamo come pari, come uguali a livello morale, e ci facciamo offerte che ciascuno di noi è libero di rifiutare". Questa "opzione di rifiuto", scrive Otteson, "ci disciplina da qualsiasi idea che altrimenti avremmo potuto avere sul semplice tentativo di derubarci o frodarci l'un l'altro. Poiché ognuno di noi desidera una reciproca simpatia di sentimenti, desideriamo comportarci in modi che gli altri approveranno".
Otteson illustra il codice morale reciprocamente vincente di Smith e come esso sarebbe criptonite per il clientelismo:
Quando cerchiamo la nostra carne dai macellai, la nostra birra dai produttori di birra e il nostro pane dai fornai, facciamo loro offerte e attraverso di esse loro si riconoscono nostri pari; riconoscono di avere interessi e obblighi proprio come noi e che i nostri interessi e obblighi non hanno la meglio sui loro. Il nostro desiderio per la loro carne, birra e pane, che dopotutto hanno creato con il proprio lavoro, tempo e risorse, non ha la meglio sul loro diritto di decidere da soli cosa fare. In queste circostanze, quindi, come otterremo la loro carne, birra o pane? Dovremo trattarli nel modo in cui vogliono essere trattati e dovremo offrire loro qualcosa che potrebbero desiderare; da parte loro fanno, o dovranno fare, lo stesso per noi.
Kofman la mette in questo modo: "Il capitalismo crea un campo di forza che incanala l'ambizione personale verso il sostegno per gli altri, oltre ad organizzare la società affinché la cooperazione attraverso la divisione del lavoro e attraverso l'innovazione ci proietti verso la soddisfazione dei bisogni dei suoi membri".
I risultati vantaggiosi per tutti derivano dalla mentalità capitalista secondo cui gli altri sono nostri pari e rispettarne la libertà di accettare o rifiutare qualsiasi transazione. Una tale mentalità ci orienta verso il servizio e lontano dalla coercizione. La mentalità clientelista razionalizza lo sfruttamento del potere dello stato per trarre profitto dalla coercizione ed è tutt'altro che adorabile.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/