mercoledì 17 febbraio 2021

Il rapido deterioramento dell'UE

 

 

di Alasdair Macleod

Non è ancora ben compreso che il concetto di UE è ormai agli sgoccioli. Le inefficienze burocratiche e la cattiva leadership sono state completamente smascherate la scorsa settimana dall'incapacità dell'UE di distribuire vaccini e dai tentativi di incolpare tutti gli altri. Ma un problema più grande è nascosto nella struttura dell'euro, composta dai sistemi bancari e di settlement TARGET2.

Questo articolo discute la precaria posizione finanziaria delle banche commerciali e come il sistema TARGET2 nasconda i crediti inesigibili. La situazione dei debiti inesigibili è ora destinata a peggiorare ad un ritmo più veloce a causa dei lockdown. Non è esagerato concludere che il fallimento del suo sistema di settlement farà crollare la BCE e le banche centrali nazionali. La BCE scomparirà e le banche centrali nazionali dovranno essere riformate per amministrare le nuove valute nazionali, non ci possono essere altri risultati.

Con il fallimento dell'euro è probabile che la Commissione europea ceda il potere agli interessi nazionali, annunciando una nuova era di immensa incertezza politica con la creazione di nuove valute e accordi di finanziamento statali.


Introduzione

In un momento in cui l'economia dell'UE è sull'orlo di una crisi finanziaria, ci sono livelli spaventosi di ignoranza a livello politico riguardo le conseguenze economiche per voler punire la Gran Bretagna dopo la Brexit.

La scorsa settimana i Remainer britannici hanno finalmente capito cos'è l'UE: senza consultare gli irlandesi o gli inglesi, la Commissione ha attivato l'articolo 16 dell'accordo sugli scambi e la cooperazione, creando di fatto un confine doganale tra l'Irlanda e l'Irlanda del Nord. Ciò è in diretta violazione delle precedenti promesse di rispettare l'accordo del Venerdì Santo. È sempre stata l'UE ad insistere che non dovrebbe esistere alcun confine, mentre poi ha separato l'Irlanda del Nord dal resto del Regno Unito per fini doganali. Nonostante questa violazione di un accordo su cui l'inchiostro era appena asciutto, il governo britannico è riuscito a mantenere la calma e persuadere l'UE a tornare sui suoi passi.

Il motivo per raccontare questi eventi è sottolineare che il sistema dell'UE è stato progettato per promuovere e nominare gente impresentabile e che nessuno voterebbe nemmeno sotto tortura. Le origini dietro questo particolare disordine erano burocratiche: l'UE era determinata a togliere la distribuzione dei vaccini dalle mani degli stati membri e poi procrastinare per tre mesi l'avvio della campagna vaccinale, mentre altre nazioni come il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno effettuato ordini anticipati per centinaia di milioni di vaccini.

Le decisioni, senza molta considerazione per le conseguenze economiche, si impantanano nella burocrazia dell'UE, oltre alla necessità di consultare 27 diversi stati membri e stampare etichette in tutte le loro diverse lingue. Di conseguenza l'Agenzia europea del farmaco, che secondo quanto riferito è stata chiusa per ferie tra il 23 dicembre e il 4 gennaio nel bel mezzo della crisi sanitaria, ha approvato il vaccino AstraZeneca solo venerdì scorso, quando la Gran Bretagna aveva già vaccinato milioni di persone.

In proporzione molti meno europei sono stati immunizzati, con conseguenze politiche disastrose per i leader nazionali europei, in particolare quelli con elezioni imminenti come in Francia. Il governo italiano è caduto, ancora una volta, e la popolazione olandese, normalmente tollerante, s'è riversata per le strade in protesta.

Questo non è l'unico problema iniziale post-Brexit. Il governo britannico ha rifiutato di concedere lo status diplomatico all'UE sulla base del fatto che gli stati membri sono già rappresentati a Londra e che l'UE non è uno stato, ma una commissione. La logistica è ancora inceppata tra il Regno Unito e la Francia a causa della burocrazia, che sta già portando ad ulteriori attriti.

Dietro tutto questo c'è un desiderio preponderante di punire il Regno Unito per la Brexit. Per le altre 27 nazioni che rimangono nell'UE, il Regno Unito deve soffrire per aver voluto l'indipendenza. Questo è il motivo per cui il successo britannico nel vaccinare la propria popolazione e l'inettitudine dell'UE brucia così tanto. Se il focus sulla punizione del Regno Unito per la Brexit continua, potrebbe danneggiare l'economia britannica, ma soprattutto danneggerà ulteriormente l'UE, tenendo conto che gli squilibri commerciali tra i due sfavoriscono le esportazioni dell'UE.

L'UE sta sacrificando la propria economia quando meno se lo può permettere. Ma mentre siamo deviati dalla politica, ci sono questioni molto più profonde che hanno a che fare con l'economia e il denaro.


L'errore monetario alla base del concetto dell'UE

Il concetto alla base dell'UE può essere riassunto come socializzazione della ricchezza degli stati del nord per sovvenzionare quelli meridionali e meno sviluppati. In linea con il suo basso profilo politico del dopoguerra, la Germania ha seguito l'evoluzione del progetto europeo dall'essere un blocco commerciale ad un'unione monetaria.

L'euro doveva essere un livellatore, consentendo a nazioni come Italia, Spagna e Grecia di cavarsela sul rating del debito rispetto a quello tedesco. Questa è una tesi prettamente statalista: essendo emesso da una nazione sovrana legata ad una valuta comune ed un sistema di settlement, c'è poca differenza tra possedere debito sovrano tedesco e italiano, o addirittura greco. Le conseguenze sono state che, attraverso gli istituti di investimento, i risparmiatori tedeschi hanno sovvenzionato direttamente e indirettamente il debito emesso a livelli che non riescono a compensare il rischio reale del mutuatario. Il grafico qui sotto mostra l'effetto sul rendimento del decennale italiano.

Nel periodo che ha preceduto la sostituzione delle valute nazionali con l'euro, le regole di Maastricht per la qualificazione sono state ignorate, altrimenti il ​​livello di debito dell'Italia le avrebbe impedito di entrare a far parte della moneta unica. Il tasso di mercato del decennale italiano era del 12,4% quando il trattato di Maastricht che stabiliva le condizioni per l'ingresso nell'unione monetaria è entrato in vigore nel 1992. Il benchmark equivalente della Germania era 8,3%. Oggi il benchmark tedesco è -0,62% e quello italiano 1,07%. Non solo il divario è quasi del 2%, ma alla fine del 2020 la quantità del debito pubblico italiano è aumentata ben oltre il 150% del PIL.

Esempi simili possono essere fatti con gli altri PIIGS: Portogallo, Grecia e Spagna. Chiaramente l'evidenza è che i mercati non stanno prezzando il rischio sovrano come dovrebbero ed i relativi rendimenti vengono pesantemente soppressi. Le prospettive per i deficit di bilancio in queste nazioni sono terribili, portando anche alla recente ipotesi che la BCE dovrà cancellare alcune delle sue enormi partecipazioni nel debito pubblico dei PIIGS.

Questo ci porta a definire il difetto di base del sistema euro: non è affatto un progetto determinato a livello economico, bensì è una costruzione politica per raggiungere obiettivi politici.


La BCE ed il suo compito impossibile

Nell'introduzione abbiamo messo a nudo il caos burocratico sull'approvvigionamento dei vaccini e il conseguente panico a Bruxelles. Al contrario, il presidente della BCE è stato presidente dell'FMI e prima ancora ha ricoperto diversi ruoli nel governo francese, tra cui ministro dell'economia e delle finanze. È stata nominata alla BCE per la sua lunga esperienza nel campo burocratico e come tale ha ereditato una posizione impossibile, perché non ha mandato per moderare le politiche inflazionistiche che ha ereditato.

Infatti ha ereditato due impossibilità: continuare a distribuire i risparmi nazionali della Germania per sostenere i PIIGS ed un sistema bancario che è in bancarotta. Per illustrare quest'ultimo punto, la seguente tabella mostra la relazione tra i bilanci delle GSIB dell'Eurozona, il loro patrimonio netto e le capitalizzazioni di mercato.

GSIB è l'acronimo di banca di importanza sistemica mondiale, la quale dispone di buffer di capitale aggiuntivi progettati per garantire che non crei o diffonda rischio di controparte. Di conseguenza le banche più piccole sono meno sicure, quindi queste GSIB dell'Eurozona dovrebbero essere meglio capitalizzate in termini di liquidità disponibile. Tuttavia quando si osserva che la valutazione delle azioni di Société Générale sul mercato è solo il 21,1% del suo valore contabile, dando agli azionisti una leva di mercato di 101,4 volte il suo bilancio, bisogna prendere atto del vero livello dei prestiti in sofferenza (NPL), così come eventuali passività fuori bilancio. Altre GSIB della zona Euro sono meno indebitate dal punto di vista operativo, ma non c'è dubbio che i loro rating di mercato ci informano che dopo aver tenuto conto degli NPL non dichiarati molte di loro non solo sono insolventi, ma non dovrebbero nemmeno continuare a stare sui mercati.

Gran parte del problema è rappresentato dai prestiti in sofferenza. È diventata routine per le autorità nazionali di regolamentazione ritenerli degli attivi in ​​modo che possano fungere da garanzia per i prestiti della banca centrale nazionale. Quando poi si perdono nel sistema di settlement TARGET2 vengono dimenticati e miracolosamente la banca commerciale appare di nuovo solvibile. Ma il TARGET2 è pieno zeppo di crediti inesigibili e gli squilibri emergono come mostra il prossimo grafico.

Questo è uno dei modi in cui i risparmi nazionali della Germania vengono ridistribuiti ai PIIGS. A fine dicembre la Bundesbank aveva "debiti" per €1.136 miliardi, un importo che è aumentato del 26% nel 2020. Allo stesso tempo, i maggiori debitori, Italia, Spagna, Grecia e Portogallo hanno aumentato i loro debiti complessivi di €242 miliardi a €1.180 miliardi complessivi. Ma il peggioramento più rapido delle sue dimensioni è nel saldo negativo della Grecia, più che raddoppiato a €54,6 miliardi dai €25,7 miliardi a fine 2019. Anche il deficit della Spagna sta aumentando ad un ritmo preoccupante, passando da €392,4 miliardi a €500 miliardi, e quello dell'Italia da €439,4 miliardi a €516 miliardi.

Se una banca centrale nazionale gestisce un deficit TARGET2 con le altre banche centrali, è perché ha prestato denaro alle sue banche commerciali per coprire i trasferimenti di pagamento invece di farli avanzare attraverso il sistema di settlement. I prestiti alle banche commerciali appaiono come un attivo nel bilancio della banca centrale nazionale, compensato da una passività verso la BCE attraverso il sistema TARGET2, da cui i deficit dei PIIGS. Ma secondo le regole, se il sistema TARGET2 fallisce, i costi sono ripartiti in base alla formula della chiave di capitale preimpostata e basata sulla partecipazione azionaria nelle azioni della BCE da parte delle banche centrali nazionali.

La stessa BCE ha un deficit di €342 miliardi derivante dal mancato trasferimento degli acquisti di obbligazioni da parte delle banche centrali nazionali per suo conto, riducendo i deficit apparenti tra i debitori e sopprimendo l'importo dovuto a banche centrali nazionali come la Bundesbank. In altre parole, il saldo negativo della BCE significa che la gravità della situazione è sottostimata dalle statistiche.

È nell'interesse di una banca centrale nazionale gestire un deficit maggiore in relazione alla sua chiave di capitale, sostenendo quindi le banche insolventi nella sua giurisdizione. In questo modo se il sistema TARGET2 fallisce, la sua cancellazione diventa maggiore del suo contributo alla ricapitalizzazione della BCE. Insieme al Lussemburgo, la Germania è l'ovvio perdente. La partecipazione azionaria della Germania nella BCE è pari al 26,38% dell'interessenza totale delle banche nazionali dell'area Euro.[1] Se il sistema TARGET2 crollasse, la Bundesbank perderebbe migliaia di miliardi di euro dovuti dalle altre banche centrali nazionali e dalla stessa BCE, e inoltre dovrebbe rispondere fino a €400 miliardi di perdite nette sulla base degli squilibri correnti. Questo è attualmente un costo figurativo per la Bundesbank di almeno €1.536 miliardi, il quale andrebbe a spazzare via il suo intero bilancio.

Per capire come e perché il problema va più in profondità, dobbiamo tornare alla precedente crisi bancaria europea dopo quella della Lehman. Se l'autorità di regolamentazione bancaria nazionale ritiene che ci siano prestiti in sofferenza, le perdite rappresenterebbero un problema bancario nazionale. In alternativa, se il regolatore ritiene che invece siano gestibili, vengono resi idonei le per le operazioni di rifinanziamento della banca centrale nazionale. Una banca commerciale che utilizza prestiti discutibili come garanzia prende in prestito dalla banca centrale nazionale, la quale a sua volta prende in prestito trattenendo i pagamenti nel sistema TARGET2. I prestiti insolventi vengono così rimossi dai sistemi bancari nazionali dei PIIGS e trasferiti all'Eurosistema.

Nel caso dell'Italia, il livello molto elevato dei prestiti in sofferenza ha raggiunto il picco (17,1%) nel settembre 2015, ma a metà del 2020 si era ridotto a 6,5%. Dati gli incentivi per l'autorità di regolamentazione a deviare il problema dei prestiti in sofferenza dall'economia interna all'Eurosistema, sarebbe un miracolo se una qualsiasi delle riduzioni degli NPL fosse autentica. E con tutti i lockdown, i prestiti in sofferenza italiani saranno di nuovo alle stelle e gran parte di questo aumento deve ancora riflettersi nei sistemi contabili delle banche commerciali.

Negli stati membri con saldi TARGET2 negativi come l'Italia, ci sono state tendenze consolidate e crescenti verso problemi di liquidità per le grandi industrie, rendendone molte insolventi per decenni. Con l'autorità di regolamentazione bancaria incentivata a non ammettere questi problemi di crediti deteriorati nell'economia nazionale, i prestiti a queste società insolventi sono stati continuamente rinnovati e aumentati tramite il sistema TARGET2. La conseguenza è che le nuove imprese sono state affamate di credito. Tale sistema ha trasformato le banche commerciali in zombi, insieme alla maggior parte dei loro mutuatari.

A livello ufficiale non ci sono problemi, perché la BCE e tutte le posizioni TARGET2 delle banche centrali nazionali si azzerano, e la contabilità reciproca tra le banche centrali nel sistema fa in modo che riesca tale risultato. Per i suoi architetti, un fallimento sistemico del TARGET2 è inconcepibile. Ma poiché alcune banche centrali nazionali sono ormai abituate ad utilizzarlo come fonte di finanziamento per i propri sistemi bancari insolventi, la crisi sanitaria minaccia di aumentarne ulteriormente gli squilibri, minacciando di far crollare il sistema di settlement in euro.

Il membro dell'Eurosistema con il problema maggiore è la Bundesbank, che ora vanta un credito di oltre mille miliardi di euro tramite il sistema TARGET2. Il rischio di perdite è ora destinato ad accelerare rapidamente come conseguenza dei ripetuti cicli di lockdown nei PIIGS. La Bundesbank ha ragione ad essere molto preoccupata. Questa è una citazione diretta da uno scritto del professor Sinn, dove si descrive come le aziende zombi vengano tenute a galla ed i loro prestiti finiscano nel sistema TARGET2:

[...] La questione TARGET2 è finita sui giornali quando il nuovo presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha espresso le sue preoccupazioni in una lettera al presidente della BCE Mario Draghi. Nella lettera Weidmann non solo ha chiesto criteri di rating più elevati per le garanzie fornite a fronte di prestiti di rifinanziamento, ma ha anche chiesto la collateralizzazione dei crediti TARGET2 della Bundesbank. Weidmann ha scritto la sua lettera dopo diversi mesi di silenzio da parte della Bundesbank, durante i quali ha condotto un'ampia analisi interna della questione TARGET2. Questa lettera ha segnato un allontanamento di Weidmann dalla precedente posizione della Bundesbank secondo cui i saldi TARGET2 rappresentavano saldi irrilevanti e un normale sottoprodotto della creazione di moneta nel sistema monetario europeo.

Quindi Weidmann conosce esattamente il pericolo descritto in questo articolo. In quanto meccanismo che consente ai PIIGS di proteggere i prestiti inadempienti, l'impostazione del sistema TARGET2 è diventata marcia fino al midollo. E ora, grazie all'impatto economico del coronavirus, prima o poi il sistema di settlement esploderà. La Bundesbank ha passività per €2.227 miliardi dovute al suo sistema bancario commerciale e capitale proprio insufficiente per assorbire le cancellazioni del sistema TARGET2 e bilanciare quindi il lato attivo del suo bilancio. Né le banche centrali dei PIIGS hanno il capitale per coprirle. In altre parole, se crolla il sistema TARGET2, tutte le banche centrali dell'Eurozona, inclusa la BCE, andranno fallite.

Fino ad allora, il sistema TARGET2 è un patto col diavolo che nessuno ha interesse a rompere.

La vastità di un crollo del sistema TARGET2 fa sembrare impossibile una risoluzione ordinata. Gli squilibri attuali sull'intero sistema ammontano a €1.621 miliardi, ma in realtà sono di più se si tiene conto dei prestiti della BCE nel sistema. Come accennato in precedenza, secondo il capitale chiave in un fallimento sistemico i crediti TARGET2 della Bundesbank per €1.136 miliardi sarebbero sostituiti da passività fino a €400 miliardi, il resto delle perdite ripartito tra le altre banche centrali nazionali. Nessuno sa come andrebbe a finire, perché il fallimento del sistema di settlement non è mai stato contemplato; ma molte, se non tutte, le banche centrali nazionali dovrebbero essere salvate, presumibilmente dalla BCE come garante del sistema. Ma con solo €7,66 miliardi di capitale sottoscritto, il patrimonio netto di bilancio della BCE è minuscolo rispetto alle perdite coinvolte, ed i suoi azionisti cercheranno essi stessi salvataggi a loro volta per salvare la BCE. Un fallimento del sistema TARGET2 richiederà alla BCE di espandere i suoi programmi di QE per ricapitalizzare se stessa e l'intero sistema bancario centrale della zona Euro.

Questa sarebbe davvero una crisi mai vista prima, in cui una banca centrale stampa denaro solo per salvare sé stessa ed i suoi agenti regionali.

La fine del sistema TARGET2 equivarrà quindi ad un annichilimento totale delle banche centrali nazionali e segnerà anche la fine della BCE, almeno nella sua forma attuale. Supponendo che lo status dell'euro come mezzo di credito e di scambio debba continuare, dovrebbe essere implementato un sistema di gestione della valuta diverso e progettato per ricapitalizzare le banche centrali nazionali e mantenere la valuta moderatamente scarsa in tutta la zona Euro. E la sua implementazione dovrebbe essere istantanea... insomma, un compito impossibile.


Il futuro dell'UE dopo il fallimento della BCE

Il fallimento del sistema TARGET2 richiederà alle banche centrali nazionali di affrontare le loro relazioni con le relative banche commerciali. È al di là della nostra portata vedere come ciò potrebbe essere fatto nelle singole giurisdizioni, essendo più interessati al quadro più ampio e alle prospettive dell'euro e dei suoi successori.

Se il sistema TARGET2 crolla, verranno richiesti prestiti denominati in euro. Nella misura in cui le società dell'UE hanno depositi e investimenti liquidi in valute estere, diventeranno inevitabilmente una fonte di fondi, spingendo il tasso di cambio dell'euro più in alto rispetto a quelle altre valute. Inoltre anche gli stranieri che utilizzano l'euro come base dei carry trade, ad esempio per sostenere posizioni nel mercato swap FX, dovranno liquidare le loro posizioni determinando un'ulteriore domanda di euro sulle borse estere. Questo fenomeno, che di solito è associato al dollaro USA, è spesso descritto come una corsa verso la liquidità alimentata dalla crisi.

Data la misura in cui il dollaro è attualmente sovra-posseduto da stranieri e mentre l'euro è sotto-posseduto a livello internazionale, è probabile che il dollaro risentirà maggiormente della crisi monetaria dell'Eurozona (almeno inizialmente). Questo sarà lo sfondo in base al quale la Bundesbank valuterà le sue opzioni.


La necessità di un nuovo marco

Un imminente fallimento dell'Eurosistema, che ora possiamo vedere come stia diventando inevitabile, viene visto come un pericolo anche dalla Bundesbank. Questa è la logica conclusione della lettera di Weidmann a Mario Draghi. Ne consegue quindi che è in fase di elaborazione un Piano B, che perlomeno avrà lo scopo di isolare la Bundesbank dalle difficoltà incontrate dalle altre banche centrali nazionali e dalla stessa BCE: una nuova valuta, un nuovo marco tedesco. In questo modo la Bundesbank centrata sull'euro potrà essere cancellata con il collasso dell'Eurosistema, mentre emergerà una Bundesbank centrata sul marco.

La Germania non vorrà resuscitare vecchie inimicizie. La Bundesbank sarà perfettamente consapevole di cosa significherebbe la propria sopravvivenza per i PIIGS, e in particolare per la Francia, le cui ambizioni per la zona Euro sono essenzialmente politiche. I tassi d'interesse nelle valute sostitutive di queste nazioni aumenterebbero quasi certamente, facendo crollare i loro mercati obbligazionari, indebolendo inoltre le banche commerciali sopravvissute e le finanze nazionali. Queste nazioni non avrebbero altra alternativa pratica se non quella di cercare rifugio in una forma di moneta migliore dell'euro per stabilizzare i loro mercati obbligazionari e con l'obiettivo di continuare ad avere accesso al credito. In breve, il consenso monetario si sposterebbe da un sistema monetario apertamente inflazionistico ad uno basato su una forma di moneta più solida.

Invece di abbandonare completamente le abitudini inflazionistiche, l'intenzione sarebbe sempre quella di riprenderli ad un certo punto. La Bundesbank dovrà quindi resistere a spinte che la potrebbero rimettere nelle condizioni della defunta BCE, assumendosi la responsabilità della circolazione di tutto il denaro nell'ex-zona Euro. La soluzione più ovvia sarà tornare ad un gold standard credibile e incoraggiare altri stati membri a fare lo stesso. La seguente tabella mostra le riserve auree ufficiali degli stati europei chiave, supponendo che esistano effettivamente, non vi sia alcun doppio conteggio, che possano essere rimpatriate qualora necessario e non siano state affittate o scambiate con altre parti.

Fonte: FMI e World Gold Council

Le riserve auree della BCE sono state originariamente create da trasferimenti dalle banche centrali nazionali, quindi possiamo presumere che le sue 504,8 tonnellate saranno per lo più trasferite alle suddette banche centrali nazionali. Le prime dieci voci nella tabella qui sopra hanno in loro possesso fino a 10.702 tonnellate. L'oro è distribuito in modo non uniforme, con Germania, Italia e Francia che possiedono riserve significative; ma anche l'Olanda e il Portogallo hanno ampie riserve per le loro dimensioni.

È probabile che tutte queste nazioni, inclusa la Germania, siano riluttanti a mobilitare il loro oro per sostenere nuove valute. La Germania si è ripresa da due crolli monetari il secolo scorso senza farlo, e la Bundesbank probabilmente riterrà che il possesso delle sue riserve auree sarà sufficiente per convincere i suoi cittadini che un nuovo marco sarà denaro stabile e credibile. Inoltre non è sufficiente trasformare il denaro scoperto in denaro coperto senza affrontare il problema della spesa pubblica. Non solo un gold standard di successo richiede bilanci equilibrati, ma deve anche esserci una riduzione della spesa complessiva affinché tale standard si mantenga nel tempo. Il fallimento del trattato di Maastricht a questo riguardo illustra le difficoltà nel campo della disciplina fiscale.


Influenze internazionali

L'evoluzione politica e monetaria di un'Europa post-euro non sarà determinata esclusivamente da eventi endogeni. Ho già scritto sul probabile destino del dollaro USA, che in questa era inflazionistica sarà probabilmente drammatico per ragioni diverse. Ovviamente le implicazioni reciproche di due crisi in via di sviluppo ed i tempi coinvolti non possono essere previste con certezza, ma ci sono fili comuni. Il più notevole è la soppressione dei tassi d'interesse e dei rendimenti dei titoli di stato da parte della BCE e della FED nelle rispettive giurisdizioni.

Entrambe le banche centrali hanno mantenuto questi obiettivi tramite l'inflazione monetaria, consentendo la creazione di debito e di conseguenza gonfiando bolle nei prezzi degli asset. Queste bolle hanno caratteristiche diverse, la BCE impone tassi d'interesse negativi mentre la FED ha rispettato il limite zero. Con l'economia degli Stati Uniti di natura più finanziaria e il dollaro valuta di riserva internazionale, l'inflazione del biglietto verde è il motore principale dei prezzi in ascesa delle materie prime e delle criptovalute.

Un collegamento comune tra i due è attraverso le GSIB. Un fallimento nel sistema bancario della zona Euro indebolirà quasi certamente quello degli Stati Uniti, così come altri. La storia ha dimostrato che anche un fallimento di una banca minore in un Paese lontano può avere conseguenze importanti in tutto il mondo. In questo contesto, è auspicabile che esponendo i difetti sia del sistema TARGET2 sia delle banche commerciali della zona Euro si raggiungerà una maggiore comprensione dei pericoli monetari che tutti noi dobbiamo affrontare. E per i cittadini dell'UE, la riconquista del potere nazionale dalla burocrazia di Bruxelles dovrebbe essere un miglioramento rispetto alla situazione attuale, ammesso che venga usato con saggezza.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Note

[1] Il capitale chiave della BCE nella zona Euro ammonta al 69,6176% del totale, mentre quello della Germania è al 18,367% di tale totale. La cifra calcolata nel testo presume che in caso di fallimento del sistema TARGET2 le perdite saranno limitate in primo luogo alle banche centrali nazionali dell'area Euro. Tra le banche centrali nazionali non euro c'è la Bank of England, con il 14,3374%, e presumibilmente essa ha una passività nel caso in cui le perdite non possano essere contenute nell'area Euro.

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