Sin dall'introduzione dell'euro l'inflazione dei prezzi al consumo misurata ufficialmente in Germania non ha fatto grandi balzi. Con una media dell'1,5% all'anno, ha raggiunto il suo valore più alto nel 2008 al 2,8% e il suo valore più basso solo un anno dopo allo 0,2%. Nel 2020 è stata negativa per alcuni mesi, con una media dello 0,4% per l'intero anno. Queste cifre forniscono un quadro adeguatamente rappresentativo dell'andamento generale dei prezzi?
Non sorprende che la risposta a questa domanda rimanga controversa, perché le misurazioni dell'inflazione dei prezzi vengono utilizzate per far apparire oggettive le variabili soggettive della vita economica. Come cambia il tenore di vita dei cittadini? Quanto è più alto il reddito reale oggi rispetto a vent'anni fa? Quanto è più costoso un paniere di beni della stessa qualità in un determinato anno rispetto ad un altro? Cosa significhi uguale qualità nel corso del progresso tecnologico e dell'innovazione non può essere determinato oggettivamente, pertanto alla suddetta domanda non potrà mai essere data una risposta definitiva.
Tuttavia vi sono anche lacune nella misurazione ufficiale dell'inflazione dei prezzi e queste possono essere determinate senza giudizi di valore soggettivi. L'Indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP), in base alla cui traiettoria gran parte della politica monetaria della BCE è giustificata, è un indice dei consumi correnti. Si concentra essenzialmente sui prezzi dei beni di consumo ed esclude sistematicamente i prezzi dei beni capitali e dei beni futuri. L'utilizzo dell'HICP per valutare il tenore di vita complessivo riduce quindi i cittadini a semplici consumatori nel presente, ciononostante essi sono molto di più.
Ogni individuo ha una strategia più o meno sviluppata per pianificare e prendere provvedimenti per il futuro. Le persone non sono solo consumatori nel presente, ma anche risparmiatori ed investitori che pianificano i consumi futuri (propri o altrui). La qualità della vita è quindi determinata non solo da quanto possano consumare oggi, ma anche da quanto bene possano provvedere al domani. Questo è il motivo per cui l'inflazione dei prezzi dei beni capitali e degli asset è importante, tuttavia l'HICP non ne tiene conto.
Inoltre anche l'onere fiscale generale è importante. Rende più difficile sia il consumo presente che il provvedere al futuro. I "beni pubblici", come l'istruzione, la salute, le infrastrutture, la protezione dell'ambiente e l'ordine pubblico, che sono finanziati mediante le tasse, hanno a loro volta un impatto sul tenore di vita generale. Anche qui l'andamento generale della qualità non può essere determinato oggettivamente. Per alcuni la qualità dei beni pubblici è diminuita; per altri no. Ciò che può essere determinato oggettivamente, tuttavia, è il prezzo in denaro che i cittadini devono sborsare e può essere quantificato dal carico fiscale totale.
Tenendo conto sia degli asset, con le azioni (DAX), sia della proprietà residenziale (indice calcolato dalla Bundesbank), nonché del prezzo dei beni pubblici sotto forma di entrate fiscali totali, sin dall'introduzione dell'euro si ottengono tassi d'inflazione sostanzialmente più elevati per la Germania. La domanda è quanto peso assegnare ai singoli componenti per calcolare un indice alternativo. Di nuovo, non esiste una risposta oggettivamente corretta, pertanto l'indice alternativo presentato di seguito non ha alcuna pretesa di validità generale.
Secondo l'OCSE, il carico fiscale totale medio di una famiglia tedesca è di circa il 40% del reddito lordo, pertanto è plausibile un peso del 40% per il gettito fiscale totale.
Molte famiglie spendono una quota sostanziale del loro reddito lordo per l'acquisto di una proprietà residenziale per un lungo periodo di tempo, pertanto all'indice immobiliare residenziale della Bundesbank viene assegnato un peso del 15%. Al DAX viene attribuito un peso del 10% per riflettere gli investimenti in azioni. L'HICP costituisce il resto dell'indice alternativo, con un peso del 35%. Nella tabella seguente sono riportati i tassi medi annui dell'inflazione delle singole componenti e dell'indice alternativo.
L'indice alternativo è cresciuto in media di quasi 1,1 punti percentuali più velocemente dell'HICP sin dal 1999. Questo divario è aumentato negli ultimi dieci anni con l'avvento di una politica monetaria non convenzionale. Dal 2010 l'inflazione dei prezzi misurata ufficialmente è stata di circa 2,3 punti percentuali al di sotto della misura alternativa. Cosa significa questo per una famiglia media che vive principalmente di reddito da lavoro?
Salari mediani nominali e reali in Germania |
Il salario lordo nominale medio orario è aumentato dell'1,59% all'anno tra il 1999 e il 2017, secondo i dati del gruppo socioeconomico dell'Istituto tedesco per la ricerca economica. Se l'HICP viene utilizzato per calcolare i salari reali, la crescita dei salari reali è ancora positiva, ma solo dello 0,12% all'anno.
Se invece utilizziamo la misura alternativa, i salari reali sono diminuiti dello 0,97% all'anno tra il 1999 e il 2017. Tra il 2010 e il 2017 il tasso di crescita medio annuo dei salari reali è stato pari a -2,17%. Ciò significa che il salario orario mediano nel 2017 aveva circa l'83% del potere d'acquisto reale rispetto al salario mediano nel 1998. In media, le persone possono acquistare meno con il loro salario quando vengono presi in considerazione più dei semplici beni di consumo quotidiani.
Questo risultato è dovuto ad un'inflazione sproporzionata dei prezzi degli asset e ad un aumento della pressione fiscale, che ovviamente influiscono in modo diverso sulle diverse famiglie. Le famiglie che vivono quasi esclusivamente di reddito da lavoro e non hanno beni reali, ma cercano di accumulare risparmi reali per il futuro, soffrono per questo sviluppo. Le giovani famiglie in particolare, che non possono contare sul sostegno materiale dei loro genitori e nonni; per loro infatti è più difficile stabilire un'esistenza economica confortevole. L'ansia e le paure esistenziali della famiglia media tedesca, di cui si sente parlare sempre più spesso, non sorprendono alla luce di un'inflazione sproporzionata dei prezzi degli asset. Con uno sguardo più ampio all'inflazione dei prezzi, diventa chiaro che il reddito da lavoro reale dei cittadini è stato svalutato ben oltre la tassazione diretta. Le famiglie che non possono aumentare il proprio reddito tramite plusvalenze sono le prime a soffrirne.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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