Prima di focalizzare la vostra attenzione sugli effetti che avranno le politiche idiote approvate da una manica di cialtroni e assecondate da una pletora di minus habens, notiamo che stanno spuntando come funghi studi scientifici che sottolineano la totale inutilità di misure come il lockdown. Infatti un team della Stanford University ha pubblicato di recente tale studio sull'EJCI, evidenziando che al virus la chiusura parziale o totale dell'economia e della società gli fa un baffo. Ripetiamolo ancora una volta: i lockdown in tutto il mondo non hanno prodotto i risultati che ci è stato detto avrebbero dovuto produrre. I Paesi che hanno scelto di attuare lockdown estremi, come Belgio, Italia e Regno Unito, hanno anche sfoggiato le peggiori statistiche pro capite, per non parlare della devastazione economica e sociale. Lo studio della Stanford, in realtà, ci ricorda qualcosa che sappiamo da decenni: ci sono una serie di cose che si possono fare per aiutare a rallentare la diffusione di una malattia, ma chiudere la società non è affatto una di queste.
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di Ethan Yang
Un nuovo documento di lavoro pubblicato dal National Bureau of Economic Research prevede che il danno economico causato dai lockdown porterà ad un aumento significativo delle morti in eccesso per il futuro a lungo termine. Gli autori dello studio, un team di tre ricercatori di Duke, John Hopkins e Harvard, affermano nel loro studio che, sebbene ritengano che le politiche di lockdown abbiano salvato vite, i policymaker devono essere consapevoli del danno a lungo termine che la disoccupazione avrà sulla salute pubblica. Piuttosto che concentrarci esclusivamente sulla prevenzione delle morti causate dal Covid-19, dobbiamo anche essere consapevoli delle morti che saranno causate dal danno economico dei lockdown. C'è una discussione molto documentata sulla devastazione economica a breve termine ed i problemi di salute mentale e le overdose di droga. Gli autori spiegano il significato del loro studio sui danni a lungo termine quando scrivono:
Nel complesso la letteratura economica ha ampiamente analizzato il trade-off di breve periodo tra l'attività economica ed il contenimento dell'epidemia. Sottolineiamo che esiste un compromesso a lungo termine altrettanto importante. Vale la pena di chiarire che con questa affermazione non vogliamo suggerire che i policymaker dovrebbero astenersi dall'ordinare i lockdown, come misure salvavita necessarie, ma piuttosto che, se decidono di farlo, dovrebbero fornire insieme ad una salute migliore anche un sostegno economico per il fasce più vulnerabili della popolazione.
Il suddetto sostegno economico è necessario, perché contrariamente alla narrativa prevalente anche un'economia disastrata uccide. Sebbene molti sarebbero pronti a liquidare il catastrofico danno economico che è stato inflitto al Paese come una sorta di inconveniente (come il dottor Fauci), gli autori sostengono che questo danno porterà anche a morti in eccesso a lungo termine. Infatti scrivono:
Stimiamo che la dimensione della disoccupazione correlata al COVID-19 sia da 2 a 5 volte maggiore del tipico shock di disoccupazione, a seconda della razza/sesso, con un conseguente aumento del 3,0% del tasso di mortalità e un calo dello 0,5% nell'aspettativa di vita nei prossimi 15 anni per la popolazione americana. Prevediamo anche che lo shock colpirà in modo sproporzionato gli afroamericani e le donne, su un breve orizzonte temporale, mentre gli uomini bianchi potrebbero subire grandi conseguenze su orizzonti temporali più lunghi. Queste cifre si traducono in 0,89 milioni di morti in più nei prossimi 15 anni.
Questa ovviamente è solo una stima, in quanto vi sono una varietà di fattori che potrebbero far mutare questa statistica, come il fatto che il tasso di disoccupazione reale è probabilmente molto più alto poiché molti hanno rinunciato alla ricerca di un lavoro. Sebbene sia risaputo che la disoccupazione abbia una serie di conseguenze letali immediate, come un aumento dei suicidi e le overdose di droga, gli autori notano che i fattori di stress associati alla disoccupazione portano ad una riduzione delle aspettative di vita ed a tassi di morte più elevati anni dopo.
I dati
Gli autori raccolgono dati sull'aspettativa di vita, sui tassi di mortalità aggiustati all'età e sui tassi di disoccupazione dal CDC e dal Bureau of Labor Statistics. Hanno quindi inserito quei numeri in un'autoregressione vettoriale (VAR), un modello di serie temporale che tiene traccia della relazione di più variabili. Di seguito vengono forniti i dati grezzi presenti nello studio. I dati sono disaggregati per dimostrare le differenze tra i vari dati demografici, i quali sono influenzati in modo sproporzionato dalla disoccupazione.
Il modello VAR sopra mostra la relazione tra le tre variabili: aspettativa di vita, tassi di mortalità aggiustati all'età e tasso di disoccupazione nel tempo dal 1950 al 2017. Conformemente alla tesi degli autori, l'aspettativa di vita diminuisce e il tasso di mortalità aumenta per anni a seguito di un picco di disoccupazione. Inoltre gli autori spiegano l'immediato aumento dell'aspettativa di vita all'inizio di un picco di disoccupazione quando scrivono:
All'impatto la disoccupazione può portare ad una riduzione della mortalità poiché diminuiscono i decessi per cause legate al lavoro o incidenti automobilistici, ma nel tempo le difficoltà economiche incidono sul benessere umano. Consideriamo questa una direzione interessante per la ricerca futura.
I dati mostrano che esiste una chiara relazione tra i picchi della disoccupazione ed un aumento dei tassi di mortalità nei prossimi anni, a causa dei vari effetti collaterali negativi associati alla disoccupazione. Lo studio fornisce grafici disaggregati che mostrano le singole tendenze per i vari dati demografici. Notano che gli afro-americani e le donne tendono a subire shock più estremi nella disoccupazione, nonché conseguenze più gravi sulla salute a lungo termine.
Il Grafico 4 è considerato dagli autori uno dei grafici più importanti, perché mostra la relazione diretta tra un calo del tasso di disoccupazione e l'aspettativa di vita media, nonché i tassi di mortalità. Il tasso di disoccupazione a destra è mostrato in aumento e poi in calo nel corso degli anni. Gli altri due grafici mostrano che l'aspettativa di vita ed i tassi di mortalità continuano ad essere influenzati anni dopo il picco della disoccupazione. Raggiungono poi il loro picco di gravità circa tre anni dopo il picco nella disoccupazione e non tornano ai livelli precedenti per oltre dieci anni. In altre parole, l'aspettativa di vita si riduce ed i tassi di mortalità sono più alti per oltre due decenni a seguito di un picco nella disoccupazione.
Vengono forniti qui sopra i dati disaggregati per mostrare gli effetti sproporzionati che uno shock occupazionale avrà sui vari dati demografici. In particolare, gli afroamericani e le donne saranno i più colpiti.
Potenziali variabili
Vale la pena di notare che lo studio è stato condotto con dati che probabilmente sono una rappresentazione imperfetta della realtà, come lo sono tutti i modelli. Gli autori fanno notare che è del tutto possibile che una ripresa economica rapida o lenta possa svolgere un ruolo considerevole negli effetti complessivi sulla mortalità futura. Notano inoltre che le mutevoli circostanze politiche e sociali possono anch'esse influenzare la velocità della ripresa economica e le prestazioni del settore sanitario. Altre variabili importanti che potrebbero causare esiti più gravi sono l'impossibilità di accesso al settore sanitario durante l'epidemia, il timore di cercare assistenza sanitaria a causa della paura dell'infezione e la perdita di assistenza sanitaria fornita dai datori di lavoro. Infine gli autori notano che questa è la prima recessione con l'Affordable Care Act, legge che può avere un certo effetto sulla capacità di un individuo nell'accedere all'assistenza sanitaria mentre è disoccupato.
Cosa significa tutto questo
Lo studio in sé è piuttosto corposo e pieno di equazioni, ma il messaggio è chiaro: la disoccupazione è un vero problema di salute pubblica che, se non attenuato, porterà ad un numero di morti in eccesso nel futuro prossimo. La maggior parte delle morti in eccesso non avverrà all'improvviso, ma nel corso dei prossimi anni e non si tornerà alla normalità se non tra 20 anni a questa parte. È importante che i policymaker vedano oltre la convinzione errata che le turbolenze economiche siano semplicemente un inconveniente necessario in una pandemia. Che si sostenga o meno l'intervento del governo per affrontare il Covid-19, è importante capire che le turbolenze economiche hanno gravi conseguenze e danneggiano anche la salute pubblica.
Indipendentemente dalla vostra posizione sui lockdown, affrontare il danno economico creato da queste politiche è altrettanto importante per prevenire le morti in eccesso quanto contenere il virus. Non dare ascolto a questa lezione significa semplicemente combattere una malattia creandone un'altra.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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