di Gary North
L'America sta ora attraversando le prime fasi di una rivoluzione politica. È iniziata con l'elezione di Donald Trump, si è intensificata con i risultati della votazione del 4 novembre e continuerà ad intensificarsi nel tempo a venire.
Circa 185 membri della Camera stanno facendo circolare proposte di impeachment su cui votare. Dicono che abbia incitato all'insurrezione il 6 gennaio. Lo accusano dell'invasione del Campidoglio da parte di una manciata di suoi seguaci, ma Trump nel suo discorso non ha incitato violenza. Ha detto che avrebbe camminato lungo Pennsylvania Avenue.
Questa mossa di impeachment è solo rumore, dal punto di vista giudiziario. I Democratici non hanno i voti al Senato per condannarlo. Il processo non potrebbe iniziare fino al giorno dell'insediamento, dice il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, il quale cesserà di essere il leader della maggioranza quando il vicepresidente Harris avrà prestato giuramento. Quindi la mossa sarebbe solo simbolica. Questo è puro odio ed è anche politicamente miope. Separerà definitivamente i trumpiani moderati dal Partito Democratico. Ma c'è di più: alienerà decine di milioni di elettori dal governo nazionale.
Una rivoluzione politica implica sempre la questione della legittimità politica. La legittimità è imputata dagli elettori ad un governo civile ed è imputata anche ad altre forme di governo: famiglia, chiesa e affari. Ma la concessione della legittimità nel mondo moderno è nei confronti dei governi nazionali.
Questa legittimità ha iniziato a svanire nell'ultimo decennio, ma, negli Stati Uniti, c'è stata una grave spaccatura a seguito delle elezioni presidenziali di quest'anno.
UN RAGGIO DI SPERANZA
Parlerò qui di cose che dovrebbero essere ovvie. Ho scritto su questo tema lo scorso settembre: "Who Will Be Holding the Political Bag in 2021-2024?" Nel 2019 ho scritto quest'altro articolo: "When Nostalgia Undermines Hope". L'establishment è ora sulla difensiva e questo è qualcosa di nuovo.
In un articolo che ho scritto 10 anni fa entrai nei dettagli di quella che ho chiamato la disperazione dell'establishment. Lew Rockwell lo ha pubblicato sul suo sito: https://www.lewrockwell.com/2010/12/gary-north/the-establishment-is-in-despair/
L'establishment sta affrontando tutta una serie di problemi e la moltiplicazione dei mezzi di comunicazione è uno di questi. Sì, Facebook ha bannato l'account di Trump e così ha fatto anche Twitter. Ovviamente sarebbe successo e Trump non se n'è reso conto. Non capisce i media. Capisce il sistema delle reti televisive, ma non si è reso conto che i social media funzionano in modo diverso. Ha fatto affidamento su di loro per essere eletto: ha affidato loro i suoi tweet ogni giorno, tweet che non hanno inflitto alcun dolore ai media generalisti.
Questa sua incapacità è stata critica per quello che ha realizzato nel 2016: la sconfitta di Hillary Clinton. È stato in grado di ottenere la nomina del Partito Repubblicano e ha completamente accecato l'establishment repubblicano. Lo odiavano per questo, ma poiché molti dei repubblicani eletti dipendevano dal suo sostegno, hanno taciuto. Ora si allontaneranno da lui senza provare alcun senso di tradimento. Questo perché la funzione di tutte le istituzioni politiche nel mondo è il tradimento. È ciò che sanno fare meglio, è la loro specialità.
La battaglia tra i due partiti è quasi equamente distribuita a livello elettorale. Nel nordest e sulla costa occidentale i democratici spopolano. Nel mezzo del Paese, invece, no.
La California sta tassando pesantemente i super ricchi. Così fa anche lo Stato di New York e New York City. La lealtà di queste persone sta scomparendo.
Ripensate a questa dichiarazione di Margaret Thatcher nel 1976, la quale parlava del governo laburista: "Preferirei di gran lunga abbatterli il prima possibile. Penso che abbiano creato il più grande pasticcio finanziario che un governo abbia mai fatto in questo Paese, ed i governi socialisti tradizionalmente fanno un pasticcio finanziario. Rimangono sempre a corto di soldi degli altri".
Il deficit del bilancio federale è enorme. Era di $3.100 miliardi nell'anno fiscale 2020. Non scenderà al di sotto dei $1.000 miliardi quest'anno. Penso che quest'anno arriverà vicino ai $2.000 miliardi.
Non esiste una soluzione politica al deficit. Con i democratici al potere, spenderanno soldi che non hanno. Questo è un atteggiamento bipartisan. I repubblicani al Congresso hanno votato per maggiori deficit l'anno scorso. Ci sarà una certa resistenza per i prossimi due anni, perché i repubblicani non dovranno assumersene la responsabilità non essendo in carica. I democratici si ritroveranno un pugno di mosche in mano. Quando i repubblicani sono all'opposizione votano in modo compatto contro gli spendaccioni. Non appena conquistano la maggioranza, diventano degli spendaccioni. Questo è stato il modello per una generazione e venne introdotto da Ronald Reagan. Fa parte della mancanza di principi del Partito Repubblicano. Nessuno crede ai repubblicani quando dicono che aggiusteranno il budget. Se qualcuno ha creduto a Trump nel 2016 su questo argomento, è stato ingenuo. Trump ha supervisionato il più grande deficit in tempo di pace della storia: $7.000 miliardi.
La sua sconfitta il 3 novembre era vicina, semmai ci sia stata una sconfitta.
D'ora in poi, i suoi sostenitori non saranno più legati alla sua abissale mancanza di conoscenza economica. Ha aumentato i dazi e supervisionato enormi deficit. Non gli importava. Ma questo non ha importanza dal punto di vista politico: i suoi seguaci ricorderanno solo la sua retorica contro i democratici e quelli nel suo gabinetto che lo hanno tradito.
Angelo Codevilla aveva ragione nel 2010: "America's Ruling Class — And the Perils of Revolution". Tucker Carlson aveva ragione la scorsa settimana: l'establishment repubblicano odia i sostenitori di Trump. Questa è una guerra bipartisan dell'élite politica contro gli elettori che si stanno finalmente svegliando di fronte alla minaccia alle loro libertà. È passato molto tempo. Iniziò nel 1912, quando tutti e tre i candidati alla presidenza erano statalisti progressisti: Wilson, Roosevelt e Taft. Murray Rothbard ha scritto il libro definitivo su questo argomento: The Progressive Era.
Questa battaglia riguarda il dominio sociale e politico di una classe dirigente che non prova altro che disprezzo per le masse degli elettori americani. Gli elettori repubblicani l'hanno capito, o almeno alcuni di loro l'hanno capito, e hanno votato per Trump. Ha convinto anche una porzione degli elettori democratici. Anche Reagan ci riuscì: democratici operai che sono diventati repubblicani operai con l'amministrazione Reagan, e sono tornati all'ovile con quella Trump.
L'establishment probabilmente braccherà Trump. Penso infatti che l'IRS indagherà sulle sue dichiarazioni dei redditi. Lo stato di New York ha già iniziato a farlo. Tutto ciò che ha fatto per risparmiare denaro, in modo legale, sarà contestato dagli esattori delle tasse. Probabilmente ci saranno infinite cause legali contro di lui. Passerà anni accovacciato e bunkerato a Mar-a-Lago. I suoi nemici saranno spietati e non mostreranno pietà.
Ogni volta che lo attaccheranno personalmente, faranno infuriare i suoi seguaci, ma agli intermediari del potere non importa. Disprezzano i suoi seguaci.
La loro motivazione principale per sconfiggere Trump nel 2020 era umiliare i suoi seguaci. Alla sinistra non importava delle sue politiche, lo stava perseguitando come rappresentante di quelli che Hillary Clinton chiama i deplorevoli. Lei li odia, Obama li odia. Come ha avuto modo di dire, infatti, credono nella religione e nelle armi. Ha assolutamente ragione.
MILIONI DI SOSTENITORI
Queste persone sapranno esattamente chi ha bloccato l'accesso agli account di Trump su Facebook e Twitter. Sapranno che questa è una mossa politica contro di loro. La prenderanno sul personale. Dovrebbero prenderla sul personale, infatti, proprio perché la mossa era contro di loro.
Facebook e Twitter non si preoccupano di un politico sconfitto di 74 anni. Non pensano che tornerà. Credono di avergli portato via i mezzi per tornare indietro. Trump non si è preparato per questo scenario negli ultimi quattro anni. Non ha creato una propria rete di comunicazioni indipendente. Avrebbe potuto chiedere ai suoi follower di passare da Twitter e Facebook al suo sistema durante questi anni. Non ha capito il funzionamento dei social media che lo hanno eletto. Suo genero, che presumibilmente lo ha capito, non ha organizzato la transizione ad un database privato di Trump. Quest'ultimo si è fidato di Facebook e Twitter per diffondere il suo messaggio. È stato ingenuo.
Google ha cancellato la possibilità di scaricare l'app Parler, che compete con Twitter. Anche Apple e Amazon lo hanno fatto. Il sito è andato. Troppo tardi.
I suoi seguaci non si disperderanno completamente. Alcuni di loro diventeranno attivi nella politica locale. Non molti di loro lo faranno, ma non ci vorranno molti per iniziare a rimodellare la politica repubblicana locale. Quando i soldi smetteranno di arrivare da Washington, quando i pagamenti Medicare e della previdenza sociale supereranno il bilancio, come accadrà inevitabilmente, i suoi seguaci saranno in grado di esercitare la leadership a livello locale ed a livello statale in alcuni stati.
Le grandi città sono perse, vinte dai Democratici. Ma non possono funzionare se i soldi smettono di arrivare da Washington. Le città non saranno in grado di sostenere le spese di Medicare e previdenza sociale.
Qualunque sia il welfare state tra un decennio o due, non assomiglierà a quello centralizzato che esiste oggi. Ma l'establishment ha scommesso sulla città di Washington. Il sistema è supportato dal Federal Reserve System, compagnie di assicurazione sulla vita che acquistano titoli di stato a lungo termine e investitori i cui fondi comuni d'investimento acquistano debito pubblico. Tutto dipende dalla capacità di Washington di portare denaro sufficiente a sostenere il deficit in continua crescita, che ricordiamolo peggiorerà notevolmente a causa di Medicare e previdenza sociale.
La presidenza di Trump ha mostrato a decine di milioni di elettori repubblicani ed ex-democratici che non sono soli. Non lo sapevano prima che fosse eletto e questa si rivelerà la sua più grande eredità in America.
Ciò che conta è il fatto che sia riuscito a convincere come minimo mezzo milione di loro a venire a Washington lo scorso 6 gennaio. Ciò che conta è il fatto che avesse oltre 80 milioni di follower sul suo account Twitter. Non ha più accesso a quelle persone. In realtà, non importa.
La battaglia politica non riguarda più Trump, il politico: Trump ora è un simbolo. È un simbolo nel pensiero dei suoi sostenitori ed è anche un simbolo nel pensiero dei suoi nemici. Il fatto fondamentale è questo: ci sono decine di milioni di persone che lo sostengono e che ora si sentono tradite dal sistema elettorale americano. Non garantiranno più legittimità al sistema politico nazionale. Questa costituisce la prima rivoluzione sin dal 1861.
Le rivoluzioni iniziano nelle menti degli uomini e delle donne che votano. La rivoluzione di Trump è iniziata e non è una rivoluzione su specifiche politiche governative. È una rivoluzione sulla disuguaglianza sociale: status, non denaro. Chi ha il diritto di governare? Quali standard culturali prevarranno: l'élite o la popolazione americana?
I democratici potrebbero pensare che sia una rivoluzione sulla disuguaglianza economica. Non lo è. L'establishment di Washington non ha mai manomesso la capacità dei super ricchi di diventare molto più ricchi. Infatti le istituzioni dell'establishment sostengono questa crescente disuguaglianza, ma gli aumenti di questa disuguaglianza sono stati marginali. La distribuzione di Pareto 20/80 è propedeutica. Da oltre un secolo, in ogni nazione occidentale, circa il 20% della popolazione possiede l'80% della ricchezza. Nessuno può spiegarlo, ma raramente varia. La lotta retorica sulla disuguaglianza riguarda pochi punti percentuali, ma la popolazione non lo capisce. E non credo che nemmeno l'establishment lo capisca.
Ecco perché la battaglia chiave è esattamente ciò che Codevilla e Carlson hanno detto che è: una guerra sociale. In cima c'è una piccola élite che usa la spesa federale e la Federal Reserve per arricchire la propria classe. Ritengono irrilevanti coloro nell'80% più povero, tranne nel momento delle elezioni. Odiano la classe media. Codevilla aveva ragione dieci anni fa.
Cresce l'appetito di deferenza, potere e vantaggi da parte della classe dirigente. Essa manca di rispetto ai suoi governanti, vuole limitare il loro potere e ridurre i loro vantaggi. La classe dirigente crede che il resto degli americani sia razzista, avido e soprattutto stupido. La classe contadina è sempre più convinta che i nostri governanti siano corrotti, malevoli e inetti. I governanti vogliono che i governati stiano zitti e obbediscano. I governati vogliono l'autogoverno. Lo scontro tra queste due classi riguarda quale visione di sé stessa e dell'altra classe sia giusta e quale sia sbagliata. Poiché ciascuna parte, in particolare la classe dirigente, incarna le proprie opinioni sulle varie questioni, le concessioni da una parte verso l'altra su qualsiasi questione tendono a screditare la visione che quella parte ha di sé stessa. Una parte o l'altra prevarrà. Lo scontro è tanto sicuro e decisivo quanto imprevedibile.
Lo scontro è ora infuocato ad un livello mai immaginato dalla classe dirigente. Milioni di elettori di Trump nella classe media e persino nella classe medio-bassa ora lo capiscono. Non credo che lo capissero prima di Trump, questo perché lui non ha ricoperto alcuna carica politica in precedenza. L'establishment non si curava di lui. Allora non potevano fermarlo. Lo odiano perché ha fatto questo a loro e vogliono vendicarsi di lui. Perché? Perché è rappresentativo dei suoi sostenitori.
Non possono fare nulla per vendicarsi dei suoi sostenitori. Le persone che lo hanno votato non lo dimenticheranno, soprattutto ora che si rendono davvero conto che l'intero sistema politico è truccato contro di loro.
UN'ELEZIONE RUBATA
I presidenti sono ricordati solo per una o due cose nelle loro amministrazioni. Clinton è noto solo per una: Monica. Non viene mai ricordato per qualcos'altro e così sarà per il resto della sua vita.
È stato messo sotto accusa. Le persone non lo ricordano: sono confusi sulla differenza tra impeachment (Camera) e condanna (Senato). Si ricordano solo di Monica.
Trump sarà ricordato solo per una cosa: le elezioni rubate nel 2020. È stato messo sotto accusa per qualcosa sulla Russia, ma erano tutte sciocchezze.
Di tutte le cose per cui potrebbe essere ricordato e che impedirà ai suoi sostenitori di fidarsi di nuovo del sistema politico, è la narrativa delle elezioni rubate. Ci sono prove sufficienti per persuadere i suoi seguaci.
Quando si tratta di macchine per il voto elettronico, penso che dovrebbero essere colpevoli fino a prova contraria. Ho tratto questa conclusione nel 1980, quando lessi Running Wild (1979) di Adam Osborne. Già allora mise in guardia su questo fatto. Mi è stato detto da un mio amico informatico che avrebbe potuto determinare l'esito delle elezioni locali se fosse stato incaricato del computer che contava i voti. Gli credevo sulla parola.
Non importa quanti articoli a favore o contro il furto vengono pubblicati sui siti web. Le persone leggono i siti web in cui credono e questo è il risultato principale dei social media. Facebook ovviamente tenterà di bloccare tutti questi articoli. Non importa: le persone hanno già siti web nell'elenco dei preferiti dei loro browser. Facebook non può cambiarli.
Se i democratici alla Camera fanno passare l'impeachment su Trump (non c'è abbastanza tempo costituzionalmente per condannarlo e il Senato non lo condannerà comunque), alieneranno ancora di più gli elettori. La Pelosi è davvero così lontana dal contatto con la realtà politica? Non vede che questo avrà effetti permanenti sul corpo politico? Non ci sarà riconciliazione.
Se i democratici dopo il 20 gennaio renderanno illegale dire che le elezioni sono state rubate, sarebbe una vittoria schiacciante per Trump: esporrebbe il partito come corrotto a livello morale. Non potrebbero far rispettare una legge del genere, ma ciò non toglie che ci potrebbero provare.
Per decine di milioni di elettori si sta venendo a creare una sfiducia permanente nel sistema politico nazionale. Il blocco Trump sarà ora il più grande blocco nel Partito Repubblicano. D'ora in poi la politica nazionale sarà volta a pareggiare, non a fare qualcosa.
La sinistra si spinge sempre oltre, questa è la sua eredità sin dalla Rivoluzione francese ad oggi. I pazzi prendono sempre il controllo in caso di crisi. I democratici stanno dando di matto solo per vendicarsi di Trump come simbolo dei suoi sostenitori.
Ora ci sarà una resistenza passiva e persino attiva alle leggi federali su una scala mai vista nella storia americana. Le persone di entrambi i partiti vedranno il processo elettorale tanto corrotto quanto illegittimo. Entrambe le parti diranno "non il mio presidente", questo significa "non il mio sistema elettorale". La legittimità politica si è allontanata dal pensiero di milioni di elettori.
La sfiducia sta crescendo e la sfiducia distrugge la legittimità.
Il sistema politico nazionale è stato incrinato.
SOCIAL MEDIA E POLITICA
Fino all'epoca dei social media, la stragrande maggioranza dei cittadini non era interessata alla politica giorno per giorno, ma, una volta ogni quattro anni, se ne interessavano. Ora questo è cambiato: i social media sono seguiti per la loro inclinazione sulla politica. Questa è una rivoluzione sociale.
Da questo momento in poi, i sostenitori di Trump saranno il più grande blocco elettorale nel Partito Repubblicano. Probabilmente non saranno ben organizzati, non sono d'accordo sulle politiche ma sono d'accordo su una cosa: il sistema è corrotto ed è truccato contro di loro. Questa è la sola convinzione che conta a livello politico e questa convinzione plasmerà la politica americana da questo punto in poi.
Il genio è fuori dalla lampada: dal 4 novembre decine di milioni di elettori si sono convinti che il sistema politico americano è corrotto.
I libri di testo hanno cercato di insegnare loro il contrario. I media mainstream hanno cercato di insegnare loro il contrario. Negli ultimi due mesi questa fede è stata infranta.
Il sistema è stato truccato a favore dell'establishment americano come minimo sin dal 1890. È iniziato con il Partito Repubblicano: Benjamin Harrison assunse il primo manipolatore di voti della famiglia Dulles nel 1888. Sto parlando di John W. Foster, che poi Harrison nominò Segretario di Stato nel 1892.
L'ultimo tentativo serio di fermare la manipolazione dei voti ci fu nel secondo mandato di Grover Cleveland, un democratico. Pose il veto su oltre 600 proposte di legge durante i suoi due mandati, la maggior parte delle quali riguardava la spesa pubblica. Ma la nomina di William Jennings Bryan da parte dei democratici nel 1896 rese entrambi i partiti politici favorevoli alla richiesta dell'establishment di un grande governo. Era troppo tardi affinché Calvin Coolidge potesse ristrutturare il sistema nel 1923-29. Hoover lo consolidò, come Rothbard chiarì in America's Great Depression (1963), e poi Roosevelt lo fece suo.
Qualcosa di importante si è verificato nell'ultimo decennio: Facebook ha reso attente le persone nei confronti delle attività politiche ad un livello che non s'era mai visto prima nella politica americana. Facebook ha creato blocchi di voto per interessi speciali che si sono impegnate con persone specifiche con idee specifiche. Ha politicizzato la vita americana e persino la vita nel Terzo Mondo ad un livello che non si era mai visto prima. Non era quello che intendeva il fondatore di Facebook, ma l'ha creato. Sono d'accordo con Karen Kwiatkowski:
Il panico dell'élite è tutto ciò che sentiamo e vediamo sui media mainstream. L'esplosione logaritmica di meme, articoli, audio e video che mettono in discussione, sfidano, ridicolizzano e ridono del governo come classe è la nostra nuova politica. È superficiale, reattivo e produce uomini e donne cinici e arrabbiati, non statisti. Grazie al meraviglioso mondo in cui viviamo, tale rabbia conduce alcune di queste persone ciniche e arrabbiate verso nuove idee e costruisce una nuova consapevolezza sia della storia che delle possibilità future. Per ogni marxista incompreso, abbiamo anche un agorista, un costituzionalista, un futuro membro del Leave Me Be Party e un paio di persone i cui profili dicono "amo i polli, il giardinaggio e fare il mio pane". C'è pochissimo spazio in futuro per le élite parassite che ci dicono di sederci, stare zitti e fare quello che ci viene detto.
Le implicazioni di questo fenomeno sono spiegate nel brillante libro di Martin Gurri, The Revolt of The Public and the Crisis of Authority in the New Millennium. L'ultima edizione, pubblicata nel 2018, aggiorna gli approfondimenti della prima edizione, pubblicata nel 2014, prima del movimento Trump.
Codevilla ha ragione: questa è una guerra politica per la legittimità.
Riflettete: la classe dirigente nega la legittimità dei suoi oppositori. Raramente un funzionario democratico o un membro della classe dirigente parla di affari pubblici senza reiterare la litania della pretesa di autorità della sua classe, mettendola in contrasto con avversari che sono disinformati, stupidi, razzisti, violenti, fondamentalisti, o tutti suddetti aggettivi. Lo fanno nella speranza che gli oppositori, non sentendo altre caratterizzazioni di sé stessi e nessuna voce autorevole che screditi la classe dirigente, rimangano scoraggiati. Affinché la classe Paese possa battersi seriamente per l'autogoverno, il partito politico che la rappresenta dovrà screditare non solo le frodi sui brevetti come i mandati sull'etanolo, la pretesa che le tasse possano controllare il "cambiamento climatico" e lo scandalo di bandire Dio dalla vita pubblica. Ancora più importante, dovrà attaccare le affermazioni fondamentali della classe dirigente: il suo intelletto e moralità superiori, in modo da scoraggiare il bersaglio e rincuorare i propri sostenitori. I democratici hanno stabilito le regole della politica moderna, gli oppositori che vogliono il successo elettorale sono obbligati a seguirle.
Oggi la perdita della legittimità elitaria in carica non è accompagnata da un aumento di qualsiasi altra forma di legittimità politica. Questo è ciò che rende questa era diversa. Martin Gurri l'ha capito. Questa defezione visibile viene diffusa dalle nuove tecnologie di comunicazione. Sta accadendo in tutto il mondo.
CONCLUSIONE
Gli storici amano parlare di eventi spartiacque: svolte decisive nella storia. Ogni storico ha i suoi preferiti.
Credo che ciò che è accaduto negli Stati Uniti sin dal 4 novembre 2020 sarà considerato dagli storici futuri come uno spartiacque: la perdita di legittimità del sistema politico tra decine di milioni di elettori. Non so quante persone siano convinte sostenitrici di Trump, ma penso che siano più di 20 milioni. Oggi non costituiscono un blocco elettorale perché non hanno un leader, sono disorganizzati, ma il loro odio per l'establishment (che li odia a sua volta) influenzerà d'ora in poi la politica americana.
Dopo il Grande Default, quando Medicare e previdenza sociale manderanno in bancarotta il governo federale, assisteremo al crollo definitivo della fiducia nell'establishment nazionale. Decine di milioni di elettori in più seguiranno l'esempio degli elettori di Trump cessando di imputare legittimità al welfare state. Qui è quando la prossima rivoluzione americana si intensificherà e non credo che sarà violenta, sarà invece funzionale. Trasferirà il potere lontano da Washington. Seguirà la scia dei soldi.
Siate pazienti.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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