di Sven Henrich
Dato che l'indice $SPX sta cercando di raggiungere un nuovo massimo ed i futures $ES stanno testando nuovamente i massimi del 9 novembre, ho pensato di commentare un po' la situazione. In primo luogo, l'obiettivo di prezzo delineato ad ottobre è stato quasi raggiunto e potrebbe benissimo esserlo nei prossimi giorni poiché ancora una volta l'ottimismo su tutti i fronti sta permeando il panorama finanziario, l'ottimismo sui vaccini stimola l'ottimismo, più ottimismo sull'intervento del sistema bancario centrale e, naturalmente, dicembre ottimismo di stagionalità.
Dopotutto solo gli anni 2000 e 2018 hanno visto un considerevole ribasso a dicembre e generalmente dicembre è in rialzo.
Ma soprattutto: l'avidità è tornata, su ogni fronte, in un momento storico dove le valutazioni di mercato sono le più alte nella storia. Non c'è alcun segno di paura o preoccupazione in vista, e secondo me questo atteggiamento continua a generare un grande pericolo per i mercati.
Ma tenete gli occhi aperti, perché lo scoppio di una bolla sarà noto solo col senno di poi e non in anticipo. Ciononostante possiamo di certo valutare il risk/reward.
Quindi permettimi di evidenziare alcuni problemi che vedo.
In primo luogo, l'avidità di cui sopra è qui:
Getting there pic.twitter.com/f9yNUntWyw
— Sven Henrich (@NorthmanTrader) November 27, 2020
Scherzi a parte, l'indicatore di avidità è tornato a livelli simili a quelli di inizio anno:
Ciò coincide con un momento in cui le azioni globali stanno seguendo un percorso verticale simile a quello dopo i tagli fiscali nel 2017... e nella correzione del 2018 che ne è seguita:
Tranne che questa volta l'avidità, misurata anche nel posizionamento e nel sentiment, sta raggiungendo un'uniformità di posizionamento e consenso a livelli mai visti prima.
Tutto è verticale e unidirezionale.
Volume opzioni call:
Tutto è un unico affollamento verso una sola direzione. Le posizioni short sul dollaro USA:
Accompagnate da livelli minimi nella ricerca di protezione da parte dei gestori di asset, oltre al loro posizionamento rialzista estremo:
We have nothing to fear but the lack of fear.
— Sven Henrich (@NorthmanTrader) November 30, 2020
November closes with the lowest monthly close on the options equity put/call ratio and the most bullish monthly long positioning on the asset manager index. pic.twitter.com/unn1FTyP3g
E poi ovviamente l'andamento verticale in alcuni titoli individuali, vale a dire la saga $TSLA:
A moment of silence for all the index funds forced to buy $TSLA here. pic.twitter.com/PMcIcrKgnN
— Sven Henrich (@NorthmanTrader) November 30, 2020
L'indicizzazione forzata entro il 21 dicembre ha aggiunto oltre $500 miliardi in un unico passaggio, e il titolo è salito di 10 volte nel 2020. Una religione a sé stante. Niente di tutto questo ha a che fare con i fondamentali: un mercato che viene trattato al suo rapporto prezzo/vendite più alto di sempre e, naturalmente, il più ampio distacco di sempre dall'economia di Main Street.
Ma continuare a comprare azioni perché le banche centrali continuano a stampare è il mantra di Wall Street:
E il debito non ha importanza:
Quindi si potrebbe giustamente affermare che ciò che stiamo vedendo è del tutto incompatibile con la storia. L'hype è enorme, poiché tutti sono posizionati long, propongono prezzi sempre più alti, la protezione non esiste ed i grafici sono enormemente estesi.
Ricordo spesso che la capitalizzazione di mercato in rapporto al PIL è un indicatore chiave e quello a cui stiamo assistendo è una scalata mai vista prima:
179.9% market cap vs. GDP.
— Sven Henrich (@NorthmanTrader) November 28, 2020
The widest market disconnect from the economy ever.#documentingreality pic.twitter.com/YLCpEEYD6U
E non sono solo gli Stati Uniti, ma è un fenomeno globale:
Totally crazy! Global stock mktcap on course to historic $100tn mark. Gained another $2.1tn this week as string of pos vaccine news continues to overwhelm the here-and-now or rising virus cases & suppressed econ activity. All stocks now worth $98.7tn, equal to 112% of global GDP. pic.twitter.com/mIwwFf6hIS
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) November 29, 2020
Valore assente. Valutazioni non supportate da una base economica. E conosciamo la risposta: liquidità a profusione mediante l'espansione più estrema dell'offerta di moneta.
E tutto ciò ha prodotto non solo valutazioni fuori scala e vuote nella consistenza, ma anche strutture grafiche che non abbiamo mai visto prima, vale a dire tutti questi gap aperti:
Il 70%-80% di tutti i gap aperti si riempie, e questa è solo semplice storia. E questa volta non è affatto diverso.
Se prendete tutti i punti sopra, arriverete ad una sola conclusione: non abbiamo visto niente del genere in tutta la storia finanziaria. Mai. Gli apologeti continueranno a dirvi che è tutto senza conseguenze. Gli interventi, le valutazioni, le espansioni del debito. Tutto. E dicono che tutto giustifica le espansioni di valutazione. E implicitamente presumono anche che tutta questa ricchezza che finisce solo nelle mani dei più ricchi sia senza conseguenze:
Mi capita spesso di non essere d'accordo su tutti i fronti, ma i miei occhi sono spalancati e dovrebbero esserlo anche quelli di tutti di fronte a bolle folli che possono diventare solo più folli. E si capirà che le bolle sono scoppiate solo ex post; si può avere ragione sulla premessa di base, ma venire uccisi finanziariamente mentre la bolla si gonfia ancora di più prima di scoppiare.
La bolla più folle e stupida che io conosca (oltre a quella del 1929) è la bolla del Nasdaq nel 2000:
Voglio farvi guardare questo grafico perché oltre ad essere avvertimento è una potenziale guida.
Notate l'implacabile salita nel novembre del 1999 a seguito di alcune azioni correttive in settembre e ottobre. Ogni test sul supporto dell'EMA 5 è stato comprato. C'era un tonfo di 2 giorni alla fine di novembre. Vi suona familiare finora?
Poi un'altra brutale salita a dicembre, che è lo scenario che ora tutti presumono si svolga fino alla fine dell'anno. Perché? Stagionalità di fine anno e nient'altro che opzioni put. La FED, il vaccino, lo stimolo, ecc.
Quindi il grafico mostra un calo considerevole all'inizio di gennaio. Perché? Vendite con perdita fiscale. Quando le persone si ritrovano molti guadagni nelle azioni, in genere non vogliono vendere fino all'anno fiscale successivo. Ed è quello che è successo allora e il grafico poi ha visto il test del supporto rappresentato dalla 50MA, sfoggiando successivamente un altro imponente rally verso il massimo di marzo.
Quindi sia chiaro, questo è un copione che potremmo dover affrontare di nuovo. Anche allora tutto era senza senso e assistemmo alla più grande disconnessione tra le azioni e l'economia di allora. 150% e tutto poi è andato in pezzi:
Il mio avvertimento allora: si poteva avere completamente ragione nel dicembre del 1999, ma avere ragione sulla sfera macro non significava che il tempismo fosse corretto; voglio evidenziare tutto questo da una prospettiva di rischio.
Si potrebbe anche rivedere il copione del 2016 dopo l'elezione di Trump, anch'esso ha visto una salita inarrestabile a novembre e poi altre a dicembre:
Ma poi c'è stato il test del supporto rappresentato dalla 200MA durante le elezioni.
Oggi non siamo neanche lontanamente vicini alla 200MA:
E ovviamente non avevamo nemmeno nessuna gap aperto come la pletora che abbiamo ora, né le valutazioni che stiamo vedendo ora. Ora abbiamo avidità, molta, e un enorme compiacimento.
In base ai segnali, alle estensioni dei grafici, ai gap e alle spinte al di sopra delle bande di Bollinger mensili (nonostante le valutazioni, l'autocompiacimento, ecc.) l'opportunità di vendere è impossibile da ignorare, ma lo slancio deve essere rispettato. Francamente mi sembra che le banche centrali stiano perdendo il controllo sulla bolla che hanno creato e temono di farla scoppiare per paura delle conseguenze. E posso capire perché: l'economia rimane fragile e la popolazione, in gran parte non sommersa dai guadagni del mercato azionario, sta lottando con la vita reale:
That $120B a month in bond buying by the Fed is really helping. https://t.co/VWePQWFKq4
— Sven Henrich (@NorthmanTrader) December 1, 2020
Le grandi bolle del passato avevano diverse caratteristiche comuni e presumo che le stiamo vedendo tutte ora: una massiccia disconnessione della valutazione tra i prezzi degli asset e l'economia, un apprezzamento incessante del prezzo degli asset, multipli forward e rapporti prezzo/vendite estremamente elevati, una fervente convinzione che i prezzi saliranno sempre più, incessante inseguimento e avidità sulla scia del FOMO, scarso desiderio di protezione e forte partecipazione a pagare qualsiasi prezzo o valutazione nella convinzione che i prezzi/valutazioni siano giustificati o non contano indipendentemente dai fondamentali. E l'avidità genera un senso di invincibilità.
Lo so, tutti erano dei geni durante la bolla del 2000. Fino a quando non lo sono stati più.
Lo slancio deve essere rispettato, ma perdere di vista il contesto più ampio può essere altamente pericoloso perché le bolle possono scoppiare in qualsiasi momento, per qualsiasi motivo, e l'ago viene riconosciuto solo dopo. E questa bolla negli asset, alimentata da iniezioni di liquidità senza precedenti e cavalcando un'ondata di espansione dei multipli dopo 2 anni di crescita degli utili pari a zero (2019) e crescita degli utili negativa (2020), è la più grande bolla che abbiamo mai visto. Forse niente di tutto ciò ha importanza questo dicembre, ma sappiate che ogni nuovo massimo spinge l'equazione della disconnessione verso estremi sempre più alti e insostenibili. E per questo motivo io, forse una delle uniche voci là fuori, suggerisco cautela.
L'avidità viene prima della caduta.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Il secolo scorso l'economista americano Milton Friedman credeva di aver trovato la "soluzione" al problema dell'inflazione. È sempre e comunque un problema monetario, diceva, e poteva essere risolto, o almeno così pensava, controllando l'offerta di moneta in modo prevedibile e rigoroso. Friedman propose di rimuovere la copertura dell'oro al dollaro USA e di sostituirlo con le buone intenzioni e il rigore scientifico dei banchieri centrali. La FED avrebbe dovuto aumentare l'offerta di moneta del 3% ogni anno, tasso all'incirca equivalente al tasso di crescita del PIL.
RispondiEliminaOvviamente il problema non è stato risolto affatto. È peggiorato, con il tasso di inflazione che salì al 14% nel 1980. Paul Volcker la tenne sotto controllo, per un po ', poi, con l'aumento del debito e l'arrivo di nuove crisi, i banchieri centrali dimenticarono completamente Milton Friedman (es. target del CPI core).
Nel 2008 il bilancio della BCE era al di sotto dei €2.000 miliardi. Dodici anni dopo è arrivato quasi a €7.000 miliardi. Stiamo parlando del 350% in dodici anni. E oggi apprendiamo che il QE verrà aumentato, facendo crescere l'offerta di moneta ad una velocità nettamente superiore a quella raccomandata da Friedman. Il presunto campione del capitalismo ha fatto più danni al libero mercato di qualsiasi altro socialista della sua epoca e tutto in nome della "scientificità" oggettiva dell'economia.