La frase "nebbia di guerra" è attribuita a Carl von Clausewitz e si riferiva alla confusione e all'incertezza provate da tutti nel mezzo di un conflitto. Spesso non è chiaro chi sta prendendo decisioni e perché, e quali sono le relazioni tra le strategie e gli obiettivi. Anche la logica può diventare sfuggente, poiché la frustrazione e il disorientamento sostituiscono la chiarezza e la razionalità.
Nel 2020 abbiamo sperimentato la "nebbia della mitigazione delle malattie".
Il primo ciclo di blocchi non riguardava la soppressione del virus, ma il suo rallentamento: preservare la capacità degli ospedali. Se e in che misura la "curva" sia stata effettivamente appiattita sarà probabilmente oggetto di discussioni per anni, ma a quel tempo non si trattava di estinguere il virus. Il volume delle curve, alte e veloci o corte e lunghe, era lo stesso in entrambi i casi. Le persone avrebbero preso il germe fino a quando non si sarebbe esaurito (immunità collettiva).
Gradualmente, e quasi impercettibilmente, la logica dei lockdown è cambiata. L'appiattimento delle curve è diventato un fine in sé, al di là della capacità degli ospedali. Questo perché il problema dell'affollamento degli ospedali era estremamente localizzato in due distretti di New York, mentre gli ospedali di tutto il Paese erano vuoti: 350 ospedali hanno messo in cassa integrazione i lavoratori.
Quel fallimento è stato abbastanza imbarazzante, visti i costi schiaccianti: scuole chiuse, diritti commerciali cancellati, ordini di stare a casa da tempo di guerra, viaggi quasi interrotti, tutti i grandi eventi cancellati e così via. Chiaramente doveva esserci una ragione valida, solida e basata sulla scienza per cui i politici ed i loro consiglieri avevano, da soli, deciso di portare via gran parte di ciò che una volta consideravamo diritti umani.
Questo tema è stato trattato all'inizio, ma poi è scomparso dai radar. Durante l'estate l'idea della diffusione asintomatica ha iniziato a fare tendenza, a poco a poco, fino ad esplodere nella prima settimana di giugno. Ha smesso di nuovo di essere trattato poco tempo fa.
La diffusione asintomatica è stata la risposta data alle grandi domande: non sono malato, quindi perché dovrei essere bloccato? Perché mettiamo in quarantena i sani? E cosa potrebbe significare, in ogni caso, essere malati senza sintomi? Perché metà dei test positivi alla PCR sono di persone che stanno praticamente bene?
A tutte queste domande si è giunti a rispondere con questa frase: diffusione asintomatica. Potreste non sentirvi male, potreste non avere mai sintomi da SARS-CoV-2, tuttavia potreste essere un super untore senza saperlo ed infettare le persone intorno a voi che poi lo porteranno a persone che moriranno a causa della malattia. Questo è stato anche il momento in cui, in modo sottile e impercettibile, ci è stato chiesto di pensare ai nostri concittadini non come esseri umani con dignità e diritti, ma come vettori di malattie portatrici di agenti patogeni. Dovevamo essere mascherati, tutti noi, perché siamo sporchi ed impuri: non possiamo permetterci di respirare vicino agli altri, quindi anche con una mascherina dobbiamo stare a 6 piedi di distanza.
(Mentre digito queste parole, sono sicuro che se qualcuno le leggerà tra dieci anni, il lettore presumerà che io stia scrivendo romanzi o che stia facendo un'iperbole. Per il futuro lettore: questo è tutto vero.)
Il 7 giugno la dottoressa Maria Van Kerkhove, capo dell'unità malattie emergenti e zoonosi dell'OMS, ha dichiarato in una conferenza stampa che in base alla ricerca nota, la diffusione asintomatica è "molto rara". "Dai dati che abbiamo, è raro che una persona asintomatica trasmetta la malattia ad un individuo secondario". Ha aggiunto per enfasi: "È molto raro".
Yup. We've known this all along. pic.twitter.com/iKGiRt2ZkK
— Erich Hartmann (@erichhartmann) November 23, 2020
C'è stata un'esplosione di rabbia da tutte le parti. Le persone contro i lockdown stavano urlando su Twitter che se questo era vero, la logica per bloccare le persone non è valida. Potevamo tornare alle nostre vite normali. Potevamo riaprire tutto!
In quel periodo ho scritto quanto segue:
Ciò che questo suggerisce, è che non c'è nulla di misterioso o insidioso in questo nuovo virus. Si comporta come i virus che gli scienziati studiano da cento anni. Quello che facciamo con un virus normale è stare attenti agli altri quando abbiamo sintomi. Non tossiamo, né starnutiamo sulle persone e generalmente restiamo a casa se siamo malati. È sempre stato così. Non è necessario un lockdown e mai lo è stato; si prosegue con la vita normale, curando i malati.
Se questo è il caso di questo, tutto ciò che abbiamo fatto nel corso degli ultimi mesi (indossare la mascherina, la cavalletta che balla per dire di non stare vicino alle altre persone, annullare tutto, la paranoia e le confusioni medioevali) è stato un disastro e un distruttivo spreco di tempo, energia e denaro.
Dall'altro lato, c'erano i media mainstream pro-lockdown che denunciavano la sua eresia. Il loro grido è stato così forte che l'OMS ha immediatamente iniziato a ritirare l'affermazione, per lo più con accenni e suggerimenti che dicevano cose non vere ma non respingevano nemmeno l'affermazione iniziale: "C'è molto da dire ancora. Ci sono molte cose sconosciute. È chiaro che sia gli individui sintomatici che quelli asintomatici fanno parte del ciclo di trasmissione. La domanda è quale sia il contributo relativo di ciascun gruppo al numero complessivo di casi".
In seguito, la questione è scomparsa di nuovo dai radar. Siamo tornati a presumere che potenzialmente tutti fossero malati, consentendo ai nostri concittadini di diventare esecutori materiali degli ordini di indossare mascherine, restare a casa e separarsi, gridare e urlare contro gli altri che non avrebbero obbedito. La scienza non ha ancora risposte, ci è stato detto, quindi torniamo a distruggere la vita come la conoscevamo una volta.
La "nebbia della mitigazione delle malattie", per l'appunto. Ma come con la maggior parte della "scienza" durante questo calvario, alla fine si è scoperto che il buon senso e la razionalità avrebbero prevalso su affermazioni e previsioni non plausibili che hanno portato ad esperimenti di controllo sociale senza precedenti.
In questo caso il portatore della razionalità è un gigantesco studio condotto a Wuhan, in Cina, su 10 milioni di persone. L'articolo appare su Nature, pubblicato il 20 novembre 2020.
La conclusione non è che la diffusione asintomatica sia rara o che la scienza sia incerta. Lo studio ha rivelato qualcosa che non accade quasi mai in questo tipo di studi: non c'era un caso documentato. Scordatevi proprio l'aggettivo raro e anche il precedente suggerimento di Fauci secondo cui la trasmissione asintomatica esiste ma non determina la diffusione. Sostituite tutto ciò con: mai. Almeno non in questo studio su 10.000.000 di persone.
Tra il 23 gennaio e l'8 aprile 2020 a Wuhan sono state imposte rigorose misure di controllo COVID-19. Le stime sulla prevalenza dell'infezione in seguito alle restrizioni potrebbero informare la gestione della pandemia post-lockdown. Qui, descriviamo un programma di screening dell'acido nucleico SARS-CoV-2 a livello cittadino tra il 14 maggio e il 1 giugno 2020 a Wuhan. Tutti i residenti della città di età pari o superiore a sei anni erano ammissibili e 9.899.828 (92,9%) hanno partecipato. Non sono stati identificati nuovi casi sintomatici e 300 casi asintomatici (tasso di rilevamento 0,303/10.000, IC 95% 0,270-0,339/10.000). Non ci sono stati test positivi tra 1.174 contatti stretti di casi asintomatici. 107 dei 34.424 pazienti con COVID-19 precedentemente guariti sono risultati nuovamente positivi (tasso di ri-positivo 0,31%, IC 95% 0,423-0,574%). La prevalenza dell'infezione da SARS-CoV-2 a Wuhan era quindi molto bassa da cinque a otto settimane dopo la fine del lockdown.
Si potrebbe supporre che questa sia una notizia shock. Ci permetterebbe di riaprire tutto immediatamente. Con la giustificazione dei lockdown post-appiattimento della curva sbriciolata, potremmo tornare a vivere una vita normale. La paura potrebbe evaporare, potremmo trarre conforto dalla nostra intuizione che le persone sane possono andare in giro senza rischi per gli altri, potremmo toglierci le mascherine, potremmo andare al cinema e agli eventi sportivi.
Da quello che posso dire, c'è solo una notizia pubblicata su questo studio. Era su Russia Today. Non sono riuscito a trovarne un'altra. Le persone che non seguono gli account giusti su Twitter non lo saprebbero nemmeno.
Continuiamo a sentirci dire che dovremmo ascoltare la scienza. È a dir poco stucchevole questa affermazione. Sappiamo cosa sta realmente accadendo. La lobby del lockdown ignora tutto ciò che contraddice la sua narrativa, preferendo aneddoti non verificati rispetto ad un vero studio scientifico di 10 milioni di residenti in quello che è stato il primo grande hotspot al mondo per la malattia che stiamo cercando di gestire. Vi aspettereste che questo studio sia una notizia con un'eco internazionale. Per quanto ne so, è stata ignorata.
Con una solida evidenza che la diffusione attraverso gli asintomatici non ha senso, dobbiamo chiederci: chi prende le decisioni e perché? E questo ci riporta alla metafora della nebbia. Stiamo tutti sperimentando confusione e incertezza sulla precisa relazione tra le strategie e gli obiettivi di una panoplia di regolamenti e restrizioni. Anche la logica è diventata elusiva, poiché la frustrazione e il disorientamento hanno sostituito chiarezza e razionalità della vita quotidiana.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Ennesimo post per ricordare ancora a chi non se ne fosse accorto che una qualsiasi emergenza sanitaria si risolve in tal ambito, non attraverso politica, burocrazia e misure liberticide. Anche se lasciamo da parte il calcolo allegro delle vittime dell'epidemia, le distorsioni e il terrore della narrativa mainstream, si scopre che il lavaggio del cervello non aveva tanto come scopo la sola diffusione di notizie terrorizzanti ed infondate, ma veicolare la predisposizione a cercare solo quel tipo di notizie. Sebbene si trovassero in giro anche quelle positive, non ci si dava la pena di ricercarle. Capite meglio adesso perché, nonostante la mole strabordante di prove contro la narrativa del virus letale, c'è ancora chi crede fideisticamente alle misure messe in campo dai governi? C'è scarsa volontà nel ricercare questo tipo di notizie, un'avversione al dubbio. E badate bene, stiamo parlando del 99.95% di guarigioni per le persone sotto i 70 anni e del 95% al di sopra.
RispondiEliminaAlla luce di ciò, non esiste alcuna emergenza secondo i canoni che i sono stati presentati, ma esiste (quella sì) un'emergenza scaturita dalle misure sconsiderate ed assassine messe in campo: https://collateralglobal.org/
Passiamo un po' in rassegna i danni causati INTENZIONALMENTE per seguire la "lotto" contro un virus ridicolo. E badate bene, chi avalla tale narrativa è altrettanto complice di strage.
- 130 milioni di persone sull'orlo della fame: U.N. warns of 'hunger pandemic' amid threats of coronavirus, economic downturn;
- 80 milioni di bambini a rischio difterite, morbillo, polio: At least 80 million children under one at risk of diseases such as diphtheria, measles and polio as COVID-19 disrupts routine vaccination efforts, warn Gavi, WHO and UNICEF;
- 2 milioni di persone a rischio morte per tubercolosi: 1.8M people could die from tuberculosis in 2020: WHO;
- Devastazione economico/sociale nei Paesi sviluppati: Lockdowns Much More Expensive Than Advertised;
- Ulteriore devastazione economico/sociale nei Paesi poveri: Coronavirus Deals a Blow to Global Battle Against Poverty ;
- 150 milioni di persone che si aggiungono alla classe "povertà estrema": Coronavirus could push 150 million people into extreme poverty, says World Bank;
Si segue religiosamente il numero dei morti CON virus C, ma non ci si chiede quanti siano quelli per le misure dementi adottate. Alla libertà è stato dato un prezzo, alla vita è stato dato un prezzo e alla salute è stato dato un prezzo. In quale moneta volete pagarlo?