Più a lungo una narrativa fasulla viene portata avanti, più emergono crepe al vaglio critico della stessa. Nell'articolo di oggi Tucker ci parlerà degli USA, in questo cappello io vi parlerò di Inghilterra. Ci viene detto che in Inghilterra, la nazione che spesso viene citata a livello di media mainstream come esempio per far credere agli italiani di non essere soli "nel disastro", ha ospedali e terapie intensive al collasso. Ebbene, ecco i numeri reali (che tra l'altro non vengono snocciolati nemmeno per l'Italia o avviene senza fare distinzione tra capacità "iniziale", "di riserva" e il motivo per cui i degenti sono lì). Continuiamo a smontare la narrativa mainstream riguardo la presunta gravità della situazione. Nel seguente grafico vedrete l'andamento attuale delle morti in UK rispetto ai modelli degli "esperti". Non solo, si potrebbe immaginare che in base alle notizie snocciolate le morti CON virus C siano fuori scala, giusto? Sbagliato. Sono esattamente in trend rispetto a quelle degli ultimi 5 anni. Infine, il paragone tra i tamponi, aumentati del 300% sin dal picco di aprile, e le morti CON virus C che invece sono calate del 60%. Date queste confutazioni, cosa rimane a giustificare il livello di terrore sparso dai media? Con le stesse bugie del primo lockdown, stanno vendendo il secondo. Per ogni omissis o notizia parzialmente vera a livello di media mainstream rappresenterà un chiodo nella bara della loro credibilità.
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Questa ossessione per i casi Covid ha raggiunto l'apice dell'assurdità, specialmente nei media.
Date, ad esempio, un'occhiata al seguente articolo: "I supermercati sono il posto più comune per prendersi il Covid, lo rivelano nuovi dati". È la storia di uno "studio" della Public Health England (PHE) utilizzando la NHS Test and Trace App. Ecco la conclusione: nei sei giorni di novembre studiati "di coloro che sono risultati positivi è stato riscontrato che il 18,3% aveva visitato un supermercato".
Ora, se non capite dove sta l'inganno, significa che dormivate durante l'ora di scienze alle scuole medie. Se l'app avesse incluso anche farsi la doccia, mangiare e respirare, avrebbe scoperto una correlazione del 100%. Sì, le persone che sono risultate positive probabilmente hanno fatto acquisti, così come la maggior parte delle altre persone. Ciò non significa che lo shopping vi faccia prendere il Covid e di certo non significa che lo shopping vi uccida.
Anche se lo shopping è un modo per prenderselo, questo è un virus molto diffuso e per lo più lieve per il 99,8% della popolazione, con un tasso di mortalità per infezione fino allo 0,05% per i minori di 70 anni. Esperti competenti in malattie infettive lo hanno affermato più volte: fare i tamponi, monitorare e isolare sono strategie praticamente inutili per controllare virus come questo.
Lo studio sopraccitato era così scadente ed assurdo che era troppo anche per Isabel Oliver, direttrice del National Infection Service della Public Health England. Infatti ha fatto notare:
Grazie. Uno in meno, ne rimangono altri mille.
Tra di essi c'è anche il New York Times con il seguente articolo: "Gli stati che hanno imposto poche restrizioni ora hanno le situazioni epidemiologiche peggiori". Questa sarebbe un'enorme notizia se fosse vera, perché implicherebbe non solo che i lockdown salvano vite umane (cosa che nessuno studio serio è stato finora in grado di documentare), ma anche che la concessione delle libertà fondamentali alle persone è la ragione delle loro cattive condizioni di salute.
Il pezzo, messo insieme da due grafici e apparentemente molto scientifico, parla di "focolai", cosa che suona abbastanza male: morti ovunque. È strano perché chiunque può guardare i dati e vedere che New York, New Jersey, Massachusetts e Connecticut sono in testa con i decessi per milione di abitanti, principalmente a causa delle vittime nelle case di riposo. Questi erano gli stati che hanno bloccato il più duro e il più lungo. E infatti si stanno chiudendo di nuovo! Le morti per milione di abitanti in stati come il South Dakota sono ancora in basso nella lista.
Come può il NYT affermare che gli stati che non si sono bloccati hanno avuto i peggiori focolai? L'affermazione dipende interamente da una banale scoperta. Qualcuno "intelligente" ha scoperto che se si rimescolano i dati per casi per milione di abitanti invece che per morti per milione di abitanti, si ottiene un risultato opposto. Le ragioni:
- Quando il Nordest ha sperimentato l'apice dell'epidemia, c'erano pochissimi tamponi in corso, quindi la malattia non è stata documentata anche se le morti sono aumentate;
- Quando il virus ha raggiunto il Midwest, i tamponi erano ampiamente disponibili;
- La mania dei tamponi è cresciuta al punto che i non vulnerabili vengono testati a catena, generando alti positivi in aree a bassa popolazione.
Concentrandosi sulla parola "focolaio", il Times può oscurare la differenza tra un risultato positivo della PCR (inclusi molti casi di falsi positivi e forse metà o più asintomatici) e un esito grave. In altre parole, il Times ha documentato un "focolaio" di persone per lo più non malate in aree a bassa popolazione.
Esistono centinaia di modi per esaminare i dati Covid-19. Il Times ha scelto l'unico parametro – il meno importante per discernere se e in che misura le persone sono malate – al fine di generare il risultato che voleva, vale a dire, che gli stati aperti stanno male rispetto agli altri. Il risultato è un grafico che travisa enormemente qualsiasi realtà. Fa sembrare gli stati peggiori fantastici e quelli migliori terribili. La narrativa mainstream è costruita per far sembrare che gli stati aperti stiano sanguinando in modo incontrollabile.
Quanti lettori lo sapranno? Pochissimi, sospetto. La cosa più sorprendente è che lo stesso Times aveva già ridimensionato l'intera narrativa a settembre:
Alcuni dei principali esperti di salute pubblica della nazione stanno sollevando una nuova preoccupazione nel dibattito senza fine sui tamponi: i test standard stanno diagnosticando un numero enorme di persone che potrebbero essere portatrici di quantità relativamente insignificanti del virus.
È improbabile che la maggior parte di queste persone sia contagiosa e identificarle può contribuire a colli di bottiglia che impediscono a coloro che sono contagiosi di essere trovati in tempo [...].
In tre serie di dati che includono soglie di ciclo, compilati da funzionari in Massachusetts, New York e Nevada, fino al 90% delle persone risultate positive al test non portava quasi nessuna traccia del virus.
Tutto ciò porta a chiedersi cosa stia succedendo precisamente in questa relazione tra casi ed esiti gravi. Il Covid Tracking Project ci presenta il seguente grafico, dove i casi sono in blu mentre i decessi sono in rosso.
Nonostante questa storia e questi dati, gli imbonitori del Times si sono messi al lavoro per generare una presentazione altamente fuorviante che porta ad una conclusione: più blocchi.
(Il mio collega Phil Magness ha notato ulteriori problemi metodologici anche nel quadro utilizzato dal Times, ma lascerò che sia lui a scriverlo.)
Affrontiamo infine l'attacco di Salon alla co-creatrice della Dichiarazione di Great Barrington, Jayanta Bhattacharya. Ecco un pezzo in cui si afferma quanto segue riguardo il tasso di mortalità del virus: "La cifra accettata è del 2-3% o superiore". Questo è un numero sorprendente, e fondamentalmente folle: 10 milioni di persone moriranno solo negli Stati Uniti.
Ecco cosa dice il CDC riguardo ai fattori di rischio estremamente disparati in base all'età.
Questi dati non sono in contraddizione con l'Organizzazione mondiale della sanità secondo cui il tasso di mortalità del virus per le persone sotto i 70 anni di età è più vicino allo 0,05%.
L'articolo di Salon afferma inoltre che "l'immunità collettiva potrebbe non essere nemmeno possibile per il COVID-19 dato che l'infezione sembra conferire solo un'immunità transitoria". Eppure il New York Times ha scritto che: "Quanto può durare l'immunità al coronavirus? Anni, forse addirittura decenni, secondo un nuovo studio: la risposta più promettente ad una domanda che ha offuscato i piani per una vaccinazione diffusa".
Otto mesi dopo l'infezione, la maggior parte delle persone che sono guarite ha ancora abbastanza cellule immunitarie per respingere il virus e prevenire la malattia, e lo mostrano i nuovi dati. Un lento tasso di declino a breve termine suggerisce, fortunatamente, che queste cellule possono persistere nel corpo per un tempo molto, molto lungo.
Com'è possibile che le persone prendano decisioni razionali con questo tipo di giornalismo? In verità, a volte sembra che il mondo sia impazzito a causa di una tempesta di false informazioni. Solo la scorsa settimana un intero stato australiano ha chiuso completamente, mettendo tutti i suoi cittadini agli arresti domiciliari, a causa di una falsa denuncia di un caso in una pizzeria. Una persona ha mentito e il mondo intero è crollato.
Nel frattempo una scienza seria mostra quotidianamente che non esiste alcuna relazione, e non c'è mai stata, tra lockdown e vite salvate. Questo studio esamina tutti i fattori legati alla morte CON Covid e trova molte relazioni tra età e salute, ma assolutamente nessuna col rigore dei lockdown. "Il rigore delle misure stabilite per combattere l'epidemia, compreso il lockdown, non è collegato al tasso di letalità", afferma lo studio, facendo eco ad una conclusione di dozzine di altri studi già a marzo.
È diventato tutto... troppo. Davvero, basta adesso. Il mondo è stato fuorviato dai principali organi dei media. I politici continuano a farsi prendere dal panico e ad imporre controlli draconiani, dopo nove mesi, nonostante le montagne di prove del danno che i lockdown stanno causando a tutti. Se a questo punto non avete perso la fiducia nei politici e nei media generalisti, non avete prestato attenzione a ciò che hanno fatto per la maggior parte di questo anno catastrofico.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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