L'Eurozona è in bancarotta. Il deterioramento degli squilibri nel sistema TARGET2 non è stato ancora notato, ma negli ultimi mesi è stato allarmante. Nonostante le smentite ufficiali nel corso degli anni che sia motivo di preoccupazione, è sempre più evidente che le banche nazionali di Italia, Spagna e altre nazioni con crediti inesigibili in crescita, li nascondono all'interno del sistema TARGET2. La prima ondata di Covid-19, che sta portando a bancarotte in tutta la zona Euro, è ora seguita da una seconda ondata, che quasi certamente eliminerà un certo numero di banche importanti, nel qual caso imploderà anche il sistema euro transfrontaliero.
Introduzione
Semmai sia esistito un costrutto politico il cui obiettivo non dichiarato è quello di rendere schiava la sua popolazione, questa è l'Unione Europea: governi nazionali che, con l'eccezione della Germania e di pochi altri stati del nord, hanno trascinato o stanno trascinando al fallimento il resto della nave europea. Gli obiettivi dell'UE sono sostenere politiche fallimentari che sequestrano la ricchezza accumulata dalle nazioni di maggior successo e la dirottano per finanziare stati socialisti falliti, in modo da garantire che tutto il potere risieda nelle mani degli statalisti a Bruxelles.
È la visione di Ayn Rand dello stato socializzante e saccheggiatore. Tutti i grandi business sopravvissuti sono allineati con esso: quelli che si rifiutano di giocare scompaiono. I dirigenti senior con ampi budget per le attività di lobbying non si preoccupano più dei consumatori e hanno sbaragliato i loro concorrenti più piccoli. Hanno optato per la via più facile: cercare favori dai saccheggiatori a Bruxelles.
È un super-stato corrotto che si è evoluto dalla politica americana nel dopoguerra: il figlio del Comitato americano dell'Europa unita. Finanziato e gestito dalla CIA nel 1948, gli obiettivi del Comitato erano di garantire che i Paesi europei entrassero in una NATO controllata dagli Stati Uniti, in modo da fermare l'espansione verso ovest di Stalin in base ai confini del dopoguerra. Questa era la versione ufficiale, ma è degno di nota il modo in cui si è formato un modello per il successivo controllo americano di altri stati stranieri. È l'azione della vespa del deserto che trasforma uno scarafaggio in uno zombi, in modo che la sua larva possa successivamente nutrirsi di esso.
Questo scarafaggio europeo è ora nelle fasi finali della sua esistenza zombificata. Al di fuori della serra di Bruxelles e delle capitali dell'UE è difficile discernere un sostegno ad un sistema politico in fallimento, oltre a mantenere in piedi la baracca. La popolazione tedesca si lamenta poiché si continua a concedere prestiti col loro denaro a stati falliti, ma come accade ad ogni creditore, egli rimarrà cieco di fronte al problema sistemico più profondo per paura del suo collasso. All'estremo opposto ci sono i socialisti greci che affermano che la Germania deve loro un risarcimento per la brutalità e distruzione di settantacinque anni fa. È un patto faustiano tra creditori e debitori ignorare la realtà delle rispettive posizioni. È il metodo dell'imperialismo; ma invece di essere applicata ad altre nazioni, Bruxelles applica la soppressione imperiale ai propri stati membri. E ora che sono stati svuotati, non c'è più niente a sostegno di Bruxelles.
Questa è la destinazione a cui siamo arrivati oggi. Bruxelles e il suo Parlamento europeo si stanno avvicinando alla fine della loro strada, ridicolmente costosa e inutile. Ormai non ci sono più posti da derubare, visto che hanno mandato in bancarotta un intero continente. I creditori e i debitori non hanno più nulla di materiale: il denaro nel bilancio di tutti verrà cancellato a causa di un collasso monetario ed economico. È il processo e la destinazione che dobbiamo analizzare.
Il sistema bancario dell'Eurozona è ad un passo dal crollo, come risulterà evidente in questo articolo. Ci sono due elementi fondamentali coinvolti: le banche commerciali con crediti inesigibili irrecuperabili ed il sistema di settlement a livello di Eurozona, TARGET2, sempre più utilizzato per nascondere le sofferenze accumulate a livello nazionale.
Prima di guardare alla posizione delle banche commerciali, per capire quanto sia diventata tossica l'Eurozona cominceremo esponendo i pericoli nascosti nel sistema di settlement.
TARGET2: quando i nodi vengono al pettine
Gli squilibri tra la BCE e le banche centrali nazionali nel sistema di settlement TARGET2 dell'Eurozona sono indicativi della situazione attuale.
La Germania (azzurra) è ora “in credito” di €1.150 miliardi, un importo che è aumentato del 27% tra gennaio e settembre. Allo stesso tempo i debitori più grandi, Italia, Spagna e la stessa BCE, hanno aumentato i loro debiti complessivi di €275 miliardi, portandoli a €1.300 miliardi. Ma il peggioramento più rapido per le sue dimensioni è nel saldo negativo della Grecia, in aumento di €45,6 miliardi tra gennaio e agosto.
La Bundesbank non è preoccupata per le crescenti quantità di euro che le sono dovute in un sistema che è sempre stato destinato a pareggiare? Certamente. Si lamenterà pubblicamente o chiederà in privato che vengano saldati? Quasi certamente no, perché i sistemi statalisti come l'UE dipendono interamente dall'obbedienza totale verso un obiettivo comune. Tutti i dissidenti sono puniti, in questo caso dalle ondate di distruzione che verrebbero scatenate da qualsiasi stato che si rifiutasse di continuare a sostenere i PIIGS. Il sistema TARGET2 è un patto col diavolo e romperlo non è nell'interesse di nessuno.
Gli squilibri sono tutti garantiti dalla BCE. In teoria, non dovrebbero esistere. Essi riflettono in parte gli squilibri commerciali accumulati tra gli stati membri senza flussi di pagamento e bilanciamento nell'altro senso. Inoltre si verificano squilibri quando la BCE ordina ad una banca centrale nazionale di acquistare obbligazioni emesse dal proprio governo e da altre entità aziendali locali. Con l'aumento degli squilibri tra le banche nazionali, la BCE ha smesso di pagare per alcuni dei suoi acquisti di obbligazioni, portando ad un deficit TARGET2 di €297 miliardi. I crediti corrispondenti nascondono la reale entità dei deficit nei libri contabili delle banche centrali nazionali PIIGS. Ad esempio, in base agli acquisti non pagati di debito italiano da parte della BCE, la Banca d'Italia deve alle altre banche nazionali più di quanto suggerisca l'importo nominale di €546 miliardi.
All'interno del funzionamento del sistema TARGET2
Il modo in cui funziona il sistema TARGET2, in teoria comunque, è il seguente: un produttore tedesco vende merci ad un'azienda italiana, poi l'azienda italiana paga tramite bonifico bancario mediato dalla banca centrale italiana attraverso il sistema TARGET2, accreditando il denaro alla banca tedesca del produttore tedesco tramite la banca centrale tedesca.
L'equilibrio viene ripristinato coi deficit commerciali: in Italia, ad esempio, vengono compensati da afflussi di capitali poiché i residenti altrove nell'Eurozona acquistano obbligazioni italiane, investono in Italia e il commercio turistico raccoglie entrate nette di cassa. Come si può vedere dal grafico, prima del 2008 le cose andavano più o meno così. Parte del problema è dovuto al prosciugamento dei flussi d'investimento nel settore privato.
Poi c'è la questione della “fuga di capitali”, che non è fuga in quanto tale. Il problema non è che i residenti in Italia e Spagna stanno aprendo conti bancari in Germania e trasferendo i loro depositi da banche nazionali. È che le banche centrali nazionali, che sono fortemente esposte a potenziali crediti inesigibili nella loro economia domestica, sanno che le loro perdite, se materializzate in una crisi bancaria generale, finiranno per essere condivise in tutto il sistema bancario centrale se vengono trasferiti nel sistema di settlement TARGET2.
Se una banca centrale nazionale ha un deficit TARGET2 con le altre banche centrali, è quasi certamente perché ha prestato denaro alle sue banche commerciali per coprirne i pagamenti invece di farli avanzare attraverso il sistema di settlement. Quei prestiti appaiono come un attivo nel bilancio della banca centrale nazionale, compensato da una passività nei confronti della BCE attraverso il sistema TARGET2. Ma secondo le regole, se qualcosa va storto con il sistema TARGET2, i costi vengono ripartiti in base alla formula del capitale chiave preimpostata.
È quindi nell'interesse di una banca centrale nazionale avere un deficit maggiore in relazione al suo capitale chiave, sostenendo le banche commerciali insolventi nella sua giurisdizione. Il capitale chiave fa riferimento alla partecipazione azionaria delle banche centrali nazionali nella BCE, che per la Germania, ad esempio, è il 26,38%.[1] Se il sistema TARGET2 crolla, la Bundesbank, nella misura in cui i crediti inesigibili nell'Eurosistema sono condivisi, perderebbe i €1000+ miliardi ad essa dovuti dalle altre banche centrali nazionali, e invece dovrà pagare fino a €400 miliardi in perdite nette, sulla base degli squilibri correnti.
Per capire come e perché si pone il problema, dobbiamo tornare alla precedente crisi bancaria europea a seguito di quella della Lehman. Se l'autorità di regolamentazione bancaria nazionale ritiene che i prestiti siano in sofferenza, le perdite diventano un problema nazionale. In alternativa, se l'autorità di regolamentazione li ritiene performanti, sono idonei per le operazioni di rifinanziamento della banca centrale nazionale. Una banca commerciale può quindi utilizzare i prestiti discutibili come garanzia, prendendo in prestito dalla banca centrale nazionale, la quale poi ripartisce il rischio di prestito su tutte le altre banche centrali nazionali in conformità con il loro capitale chiave. I prestiti insolventi vengono quindi rimossi dai sistemi bancari nazionali dei PIIGS e scaricati sull'Eurosistema.
Nel caso dell'Italia, il livello molto elevato di prestiti in sofferenza ha raggiunto il picco del 17,1% nel settembre 2015, ma a metà del 2019 era stato ridotto al 6,9%. Dati gli incentivi per l'autorità di regolamentazione a deviare il problema dei crediti deteriorati dall'economia domestica all'Eurosistema, sarebbe un miracolo se una qualsiasi delle riduzioni degli NPL fosse autentica. E con tutti i blocchi Covid-19, gli NPL italiani torneranno alle stelle.
Negli stati membri con saldi TARGET2 negativi come l'Italia si sono verificate tendenze a problemi di liquidità per le industrie storiche, rendendole insolventi. Con il regolatore bancario incentivato a rimuovere il problema dall'economia nazionale, i prestiti a queste società insolventi sono stati continuamente rinnovati e incrementati. La conseguenza è che le nuove imprese sono state affamate di credito bancario, perché quest'ultimo è sempre più legato a sostenere il governo e le imprese che sarebbero dovute andare in bancarotta molto tempo fa. La pressione aggiuntiva sul fallimento delle imprese italiane da parte del Covid-19 si riflette ora nel crescente deficit TARGET2 della Banca d'Italia. Il sistema è una trappola che azzopperà ulteriormente l'economia italiana nel lungo termine.
Ufficialmente, non ci sono problemi, perché la BCE e tutte le posizioni TARGET2 della banca centrale nazionale si azzerano e la contabilità reciproca tra le banche centrali nazionali si suppone sia in equilibrio. Per i suoi architetti, un fallimento sistemico del TARGET2 è inconcepibile. Ma poiché alcune banche centrali nazionali finiscono per utilizzare il sistema TARGET2 come fonte di finanziamento per i propri bilanci, che a loro volta finanziano le loro banche commerciali utilizzando i prestiti in sofferenza come garanzia, si ritrovano per le mani crescenti passività potenziali.
Il membro dell'Eurosistema con il problema maggiore è la Bundesbank tedesca, che ora è in credito di €1000+ miliardi tramite il sistema TARGET2. Il rischio di perdite sta ora accelerando rapidamente come conseguenza del primo ciclo di lockdown, come si può vedere nel grafico TARGET2 sopra. Il secondo ciclo di infezioni sta portando ad un'ulteriore distruzione economica, che deve ancora riflettersi nei saldi TARGET2, i quali aumenteranno di nuovo. La Bundesbank dovrebbe essere molto preoccupata.[2]
Gli attuali squilibri nel sistema ammontano a oltre €1.500 miliardi. Secondo il capitale chiave, in un fallimento sistemico gli attivi della Bundesbank a €1.115 miliardi sarebbero sostituiti da passività fino a €400 miliardi, il resto delle perdite ripartite tra le altre banche centrali nazionali. Nessuno sa come andrebbe a finire, perché il fallimento del sistema di settlement non è mai stato contemplato; ma molte, se non tutte, le banche centrali nazionali dovranno essere salvate in caso di fallimento del sistema TARGET2, presumibilmente dalla BCE essendo il garante del sistema. Ma con solo €7,66 miliardi di euro di capitale sottoscritto, il bilancio della BCE è minuscolo rispetto alle perdite coinvolte, ed i suoi azionisti stessi cercheranno un piano di salvataggio per salvare la BCE. Un fallimento del sistema TARGET2 richiederà alla BCE di espandere ulteriormente i suoi programmi di QE per ricapitalizzare sé stessa e l'intero sistema bancario centrale della zona Euro.
Questa sarebbe davvero una crisi mai vista prima, in cui una banca centrale stampa denaro solo per salvare sé stessa ed i suoi agenti regionali.
Anche le banche commerciali sono in gravi difficoltà
Il deterioramento degli squilibri nel sistema TARGET2 non può essere ignorato da coloro che hanno legami con l'Eurozona. Sebbene il Regno Unito non sia nell'euro o nel sistema di settlement TARGET2, la Banca d'Inghilterra è un azionista del 14% della BCE e ha in ballo somme significative in caso di crisi sistemica dell'Eurozona. Inoltre, poiché la City di Londra è il centro finanziario internazionale per l'Europa, il sistema bancario britannico presenta notevoli rischi di controparte con le banche della zona Euro e altre banche europee.
Oltre il 50% dell'ETF iShares STOXX Europe 600 Banks è investito in banche dell'Eurozona: il 28% è investito in banche britanniche, il 13% in banche svedesi e il resto in banche danesi e svizzere. Il suo peso a favore dell'Eurozona e del Regno Unito lo rende un ragionevole punto di riferimento per il rating di mercato delle principali banche con sede nel fuso orario europeo. Il seguente grafico mostra la performance di questo ETF rispetto all'indice S&P500, preso come punto di riferimento per i mercati azionari mondiali.
Dalla crisi Lehman nel 2008, l'indice S&P500 è stato in un mercato rialzista continuo fino a febbraio di quest'anno. Allo stesso tempo, i prezzi delle azioni delle banche europee rappresentate nell'ETF erano in un mercato ribassista. Prima della mossa reflazionistica della FED il 23 marzo, da metà febbraio sia l'S&P 500 che l'ETF delle banche europee sono crollati, ma l'S&P è poi salito a nuovi massimi. Dopo il più breve dei recuperi, l'ETF è sceso a nuovi minimi.
Data la forte reazione dei mercati azionari dopo i minimi di marzo, la performance abissale delle azioni delle banche è inquietante. Infatti la contraddizione è così grande che il messaggio dai mercati azionari sembra essere che la FED e le altre banche centrali si assicureranno, per quanto possibile, che lo stimolo raggiungerà le imprese in misura sufficiente affinché si riprendano dalla pausa Covid-19, indipendentemente della sopravvivenza delle banche. È un messaggio contraddittorio che suggerisce che le aziende possono sopravvivere e prosperare, ma le banche no.
Oltre all'enorme fiducia implicita tra gli investitori riposta nella capacità delle banche centrali di mantenere vispa la bolla nel mercato azionario, le banche vengono trascurate o sono in gravi difficoltà. Essendo più sottocapitalizzate rispetto alle principali banche commerciali di qualsiasi altra regione, molte banche dell'Eurozona presentano seri rischi sistemici e non dovrebbero affatto rimanere aperte. La seguente tabella mostra l'indebitamento delle banche europee di importanza mondiale: le cosiddette G-SIB, comprese quelle dell'UE, del Regno Unito e della Svizzera.
Solo due di loro, le banche svizzere, hanno un rapporto prezzo/valore contabile superiore al 50%. Oltre a queste G-SIB ci sono molte altre banche commerciali in Europa con rapporti prezzo/valore contabile altrettanto terrificanti e rapporti di leva finanziaria tra bilancio e capitale di mercato. Non vedendo le implicazioni delle capitalizzazioni di mercato, le autorità di regolamentazione non guardano oltre la relazione tra il totale degli attivi ed il patrimonio netto di bilancio. Ma quando i mercati fissano un prezzo per la valutazione contabile notevolmente inferiore al 100% su qualsiasi impresa, ci dicono che essa non solo è insolvente, ma che in caso di liquidazione è improbabile che gli azionisti recuperino i loro fondi. Quando osserviamo che Société Generale, la principale banca francese, ha un rapporto prezzo/valore contabile di solo il 16,4%, senza un'importante iniezione di capitale è quasi certamente in bancarotta perché il prezzo delle sue azioni è poco più che un'opzione sulla sua futura sopravvivenza.
Il prezzo per i valori contabili di tutte queste G-SIB è leggermente migliorato nelle ultime settimane, trascinato da un rimbalzo del cosiddetto gatto morto. Anche così, però, le azioni bancarie rimangono vicine ai loro minimi di lungo termine quando indici azionari come l'indice S&P500 hanno sfoggiato nuovi massimi. Questa contraddizione suggerisce anche che gli investitori non hanno preso decisioni razionali e che, ad eccezione delle banche, i mercati azionari sono alimentati da una combinazione di espansione monetaria scriteriata e follia delle folle.
Le imprese europee stanno ora fallendo a causa di una seconda ondata del Covid-19. Le bancarotte della prima non hanno ancora impattato completamente sul sistema finanziario e ora saranno aggravate da una seconda ondata. Niente può impedire che i prestiti in sofferenza aumentino e indeboliscano le banche commerciali in difficoltà. Il gioco degli squilibri TARGET2 continuerà fino a quando non si bloccherà. Dal momento che pochi capiscono il sistema TARGET2 e quelli che lo capiscono sono tanto spaventati da tacere, saranno le valutazioni di mercato delle singole banche ed il loro crollo ad innescare una crisi sistemica diffusa nell'Eurozona.
La valutazione dell'euro
Per il momento l'euro sale rispetto al dollaro, incoraggiando la BCE ad esplorare tassi d'interesse negativi più profondi. Ma vale la pena ricordare le dinamiche monetarie alla base del tasso incrociato euro-dollaro.
Fino a settembre 2019, i grandi hedge fund giocavano sul mercato degli swap Forex. Infatti attraverso le loro banche prendevano in prestito euro, li vendevano per dollari e guadagnavano il differenziale d'interesse. Questo è stato uno dei motivi della crisi repo dello scorso settembre a New York, quando le principali banche hanno chiuso i bilanci per finanziare sia gli swap Forex, sia altre attività di credito e derivati. La crisi dei pronti contro termine si è conclusa con la FED che ha tagliato il tasso di riferimento dal 2% all'1,5%, e poi all'1%, il che ha tolto gran parte del vapore al movimento incrociato euro-dollaro. Con quelle posizioni ora chiuse, l'euro è più influenzato dai flussi commerciali. E qui, l'UE gestisce un surplus commerciale di circa €150 miliardi nei confronti degli Stati Uniti; e dato che il deficit di bilancio degli Stati Uniti è aumentato in modo sostanziale, suddetto surplus sembra destinato ad aumentare ulteriormente a meno che gli americani non adottino improvvisamente l'abitudine al risparmio.
Anche la posizione patrimoniale è favorevole all'euro, visto che a giugno 2019 i titoli finanziari statunitensi detenuti da residenti dell'UE ammontavano a $9.631 miliardi[3]; mentre la proprietà dei residenti statunitensi di titoli dell'area Euro ammontava a $2.952 miliardi a fine 2019[4], un divario di $6.679 miliardi. Pertanto, in una crisi bancaria, quando gli investimenti esteri vengono venduti, è probabile che vi sia un sostanziale acquisto netto dell'euro contro il dollaro.
L'euro ha il potenziale per salire ulteriormente rispetto al dollaro prima e forse anche durante una crisi bancaria sistemica. Dopo una tale crisi, tutte le scommesse verranno annullate. Tutto quello che sappiamo è che il marciume del sistema monetario dell'area Euro porterà quasi certamente alla sua distruzione e molto probabilmente alla fine dell'euro stesso. L'immediatezza del problema ci consente di ignorare i discorsi sui reset e sulle valute digitali emesse dalle banche centrali, le quali vengono promosse dai saccheggiatori monetari nella BCE per evitare una crisi. Il discorso sullo stimolo monetario con tassi d'interesse negativi ancora più profondi ne fa parte, visto che la speranza è che una nuova valuta digitale aggiri un sistema bancario ormai rotto.
Ma ora che le banche commerciali sono fallite, stiamo per assistere ad un'implosione monetaria che può solo portare alla distruzione dell'euro.
Una fenice sorgerà dalle ceneri, alla fine
Non sono state le persone, ma i governi che sono stati ingannati quando hanno scelto di partecipare al progetto europeo, i quali dovranno assumersi la responsabilità del crollo dell'Unione Europea. Le grandi corporazioni che sono state corrotte per sostenere gli ideali socialisti invece di servire i loro clienti, hanno avuto il loro ruolo nel saccheggio. Tutto questo sarà distrutto. Ci saranno gravi difficoltà quando il sistema marcio crollerà, ma così sia.
Si spera che i conflitti civili e l'evoluzione verso una forma più solida di denaro e sistema monetario saranno limitati nel tempo, ma ciò dipenderà da quanto impiegheranno gli eventi a sfrattare i saccheggiatori. Il meglio che i residenti di Eurolandia possono sperare in questo frangente è che il crollo del denaro acceleri la loro fine.
Il destino dell'euro sarà condiviso con la maggioranza delle altre valute fiat. La ripresa dalle ceneri dell'incompetenza dello stato può essere rapida, una questione di un anno o due, a patto che i governi successivi imparino rapidamente che per il ripristino del progresso economico sono necessari mercati liberi, sound money e un'interferenza minima da parte delle autorità nei processi di mercato. Inoltre tutte le politiche socialiste devono essere dismesse, mentre devono essere abbracciati il motivo del profitto e la creazione di ricchezza individuale.
Ciò richiederà la distruzione totale delle burocrazie statali, cosa che accadrà quando l'euro crollerà. E non devono essere sostituite da nuove burocrazie oltre il minimo indispensabile per l'amministrazione della legge e dell'ordine. I politici devono imparare che il potere burocratico è uno strumento dannoso disonesto, e che una nazione può diventare grande solo grazie agli sforzi della sua gente che persegue profitti fornendo ciò che i consumatori vogliono.
I consumatori sono i re che devono essere adorati dai produttori alla ricerca di profitti; ed i consumatori hanno una responsabilità verso sé stessi, giudicando ciò che è meglio per loro e non fare affidamento sulla regolamentazione burocratica affinché dedica al posto loro. Negli affari non c'è spazio per i lussi del perbenismo: deve cessare la pratica di assumere persone in base al loro sesso, razza, disabilità e altri costumi. La base di qualsiasi impiego deve essere puramente su capacità, abilità e idoneità. Tutti i regolamenti sulla produzione devono essere abbandonati. Le imprese che hanno cenato con il diavolo a Bruxelles non dovranno mai più riguadagnare i vantaggi attraverso la loro influenza politica. Se non crollano con l'euro, queste multinazionali dovranno imparare a sopravvivere da sole di fronte alla concorrenza dei nuovi sfidanti.
Il concetto di superstato europeo deve essere scartato e ogni tentativo di reinventarlo fermamente bloccato. Le nazioni europee devono sostenere i successi e gli insuccessi delle loro capacità nazionali per creare ricchezza, permettendo alle rispettive popolazioni di conservarla per sé. La concorrenza fiscale tra le giurisdizioni contribuirà a garantire che la crescita dello stato sia contenuta.
La sottoscrizione di una nuova Europa deve essere uno stato minimo, mercati liberi e sound money. Come la Germania ha scoperto in seguito ad entrambe le guerre mondiali, il sound money è il presupposto per il progresso economico. Fortunatamente ci sono ancora individui che la pensano così nelle banche centrali di Germania, Paesi Bassi e, che ci crediate o no, Francia e Italia (lo dimostrano le loro riserve auree e, nel caso dei primi due, il rimpatrio dai caveau esteri). Devono stabilire i propri sostituti dell'oro ed essere direttamente esposti alle conseguenze della manipolazione monetaria, qualora i futuri governi fossero tentati di corrompere di nuovo il denaro.
Il concetto di affidare gli affari monetari ad un superstato verrà confutato dal crollo dell'euro e non dovrà essere tentato di nuovo. Per un futuro di successo, i cittadini europei devono decidere personalmente i loro bisogni e desideri, individualmente.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Note
[1] Il capitale chiave della BCE nella zona Euro ammonta al 69,6176% del totale, mentre quello della Germania è al 18,367%. La cifra calcolata nel testo presuppone che in caso di fallimento del sistema TARGET2 le perdite saranno limitate in primo luogo alle banche nazionali dell'area Euro. Tra le banche nazionali non euro c'è la Bank of England, con il 14,3374%, e la BoE ha una passività nel caso in cui le perdite non possano essere contenute nell'area Euro.
[2] Si veda "Evergreening in the euro area; Steinkamp, Tornell e Westermann, working paper n. 113 luglio 2018", che descrive come le aziende zombi vengono tenute a galla ed i loro prestiti finiscono come garanzia nel sistema TARGET2.
[3] Si veda Exhibit 14, Foreign Portfolio Holdings of US Securities as of June 28, 2019.
[4] Si veda TIC data: Market value of US Portfolio Holdings of Foreign Securities by Country and Type of Security, as of December 31, 2019.
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