Bibliografia

giovedì 24 settembre 2020

La guerra al terrorismo ha preparato la strada all'isteria per il virus C

 

 

di James Bovard

La scorsa settimana è stato il 19° anniversario degli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono. Dal punto di vista politico l'America non si è mai ripresa da quegli attacchi e le risposte del governo all'epidemia Covid stanno ripetendo molte delle follie commesse nella Guerra al Terrore.

Tre giorni dopo il crollo delle torri del World Trade Center, il presidente George W. Bush promise di "liberare il mondo dal male". Dopo questa promessa stravagante che l'avrebbe per sempre etichettato come uno squinternato, i media e l'élite politica si sono radunati attorno a Bush per dargli potere illimitato in modo da raggiungere tale obiettivo. Il fatto che gli attacchi dell'11 settembre siano stati preceduti dal più grande fallimento dell'intelligence sin dai tempi di Pearl Harbor è diventato irrilevante.

Al giorno d'oggi, invece, i presidenti dovrebbero liberare le nazioni da tutti i rischi. Ai politici che promettono di mantenere i cittadini al sicuro è stato concesso un potere illimitato per chiudere aziende, chiese e quasi ogni altra attività. Il Partito Democratico fa eco a questo tema nel suo messaggio elettorale secondo cui il presidente Trump è praticamente colpevole di aver ucciso 180.000 americani, perché non è riuscito a prevenire l'epidemia di Covid. Il fatto che gli sbalorditivi errori dei Centers for Disease Control e della Food and Drug Administration abbiano aggravato il bilancio delle vittime non ha fermato la fretta di santificare tutti gli esperti assoldati dal governo.

Sia gli attacchi dell'11 settembre che l'isteria per il Covid hanno reso irrilevante la libertà individuale. Dopo che l'amministrazione Bush sospese l'habeas corpus e arrestò in segreto più di mille persone negli Stati Uniti, il procuratore generale John Ashcroft disse che "coloro che spaventano le persone amanti della pace con i fantasmi di una presunta libertà perduta... danno munizioni ai nemici dell'America". I critici erano traditori, indipendentemente da quanti diritti costituzionali venissero calpestati dall'amministrazione Bush.

Le mascherine obbligatorie sono a tutti gli effetti paragonabili all'assolutismo dell'anti-terrorismo. Nel suo discorso alla Convenzione nazionale democratica, il candidato alla presidenza Joe Biden ha dichiarato: "Avremo l'obbligo nazionale di indossare una mascherina, non come un peso ma come un dovere patriottico di proteggerci l'un l' altro". Alla domanda se costringerà tutti ad indossarla, Biden ha risposto: "Non si tratta di libertà, ma di libertà per i vostri vicini". Per Biden qualsiasi presunto beneficio degli editti del governo per frenare le infezioni, rende la libertà irrilevante.

Lo scorso aprile il New York Times ha dichiarato che il virus C "genera più o meno la stessa paura e ansia causate dal terrorismo, ma è nato in natura, non dagli esseri umani". E il compito dello stato è "imparare a spaventare [i cittadini] affinché agiscano per il bene comune". Ma la stragrande maggioranza dei danni inflitti durante questa epidemia è dovuta a editti governativi e allarmismo politico-burocratico, non al virus stesso.

Sia la Guerra al Terrore che l'isteria per il Covid sono stati rapidamente permeati dal "teatro della sicurezza". In oltre 400 aeroporti in tutta la nazione, la Transportation Security Administration ha eretto posti di blocco e ha continuato a molestare viaggiatori americani pacifici. Quando sono scoppiate le proteste contro i body scanner della TSA (che non sono riusciti a rilevare il 95% delle bombe e le armi passate di nascosto), i politici e gran parte dei media hanno difeso l'agenzia. Un titolo di un editoriale del Los Angeles Times proclamava "State zitti e fatevi scansionare", mentre un giornalista del Washington Post sogghignava: "Cresci, America".

Dopo che i politici hanno promesso di sconfiggere il Covid, si sono autorizzati a microgestire le vite degli americani, chiudendo quasi tutte le attività (ad eccezione dei grandi magazzini come Wal-Mart e Target), mettendo fuori legge palestre (ad eccezione dei dipendenti pubblici) e parrucchieri (ad eccezione di quella della presidente della Camera, Nancy Pelosi), vietando a chiunque di lasciare la propria casa per visitare familiari o amici (Michigan), vietando tutti i viaggi ricreativi (Oregon) e chiudendo le spiagge pubbliche (Los Angeles).

Dopo l'11 settembre qualsiasi presunta minaccia terroristica giustificava la presa di potere illimitato da parte dell'amministrazione Bush. Con l'epidemia del virus C, quasi tutti i casi giustificano i politici a vietare ogni tipo di comportamento. Ad esempio nella contea di Montgomery, nel Maryland, lo zar della sanità locale ha cercato di imporre che tutte le scuole private restassero chiuse fintanto che la contea non avesse avuto più di nove nuovi casi di Covid al giorno.

La follia più visibile della guerra al terrorismo di Bush è stata la sua invasione dell'Iraq, che la sua amministrazione ha giustificato sulla base di una serie di affermazioni ridicole, tra cui quella che Saddam Hussein avesse un'arma nucleare. Bush non si è mai scusato per aver usato prove false ed aver portato l'America in una guerra che ha causato più di 4.000 americani morti e decine di migliaia di altri gravemente feriti. Il fatto che la maggior parte degli "esperti" di politica estera abbia sostenuto l'invasione ha reso accettabile la questione, secondo i media dell'establishment.

Allo stesso modo, governatori e sindaci hanno giustificato gli arresti domiciliari di centinaia di milioni di americani sulla base delle previsioni di mortalità dell'Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui erano 50 volte superiori al tasso normale degli Stati Uniti. I lockdown sono serviti solo a distruggere 14 milioni di posti di lavoro piuttosto che prevenire la diffusione del Covid-19. Ma la maggior parte dei media presume ancora che i lockdown fossero legittimi perché basati su "scienza e dati", a prescindere dal fatto che gran parte dei dati fosse falsa e le previsioni epidemiologiche fossero estremamente imprecise.

Dopo l'11 settembre, molti americani hanno provato odio per chiunque avesse protestato contro le repressioni dell'amministrazione Bush o contro la guerra in Iraq. (Ricordate le Dixie Chicks?) Dopo l'inizio dei lockdown, il problema non erano i dati fasulli, ma i manifestanti anti-lockdown che si rifiutavano di abbandonare la loro vita quotidiana. Un candidato democratico al Congresso dell'Indiana ha denunciato i manifestanti come "COVIDIOTI" e ha dichiarato di sperare che il virus li uccidesse uno dopo l'altro. Ma quando sono scoppiate proteste ancora più grandi dopo l'uccisione di George Floyd, più di mille "esperti" di salute pubblica hanno benedetto le riunioni di massa come un rischio utile per promuovere la giustizia sociale.

Sia nella Guerra al Terrore che per l'isteria Covid, la "soluzione" agli errori è stata scatenare una distruzione superiore. Dopo che l'invasione dell'Iraq da parte di Bush scatenò il caos e una guerra civile religiosa, i neoconservatori affermarono che l'unica soluzione era invadere anche l'Iran. Le truppe americane a Baghdad non sarebbero mai state al sicuro fino a quando l'esercito americano non avesse rovesciato il regime di Teheran.

Allo stesso modo, i fanatici del lockdown hanno affermato che l'unica ragione per cui così tanti americani sono morti era perché i politici non hanno chiuso tutto subito, o almeno fino a quando un vaccino non sarebbe stato disponibile. Biden ha detto di recente che, qualora venisse eletto, imporrà una nuova chiusura nazionale se il numero di infezioni da Covid dovesse aumentare di nuovo. I politici britannici si sono spinti ancora oltre, sostenendo il perpetuare severe restrizioni alla vita dei cittadini fino al raggiungimento del "rischio zero". Come ha avvertito Patrick Henningsen, "#ZeroCOVID è la scusa di sciocchi e autoritari per rovinare la società".

La Guerra al Terrore ha ravvivato il modo in cui una singola e vaga risoluzione del Congresso (l'autorizzazione all'uso della forza militare approvata dal Congresso poco dopo gli attacchi dell'11 settembre) abbia scatenato un'aggressione senza fine all'estero, giustificando il bombardamento di Siria, Libia, Somalia e altre nazioni e portando le truppe statunitensi a combattere in 14 nazioni. I precedenti dell'isteria per il Covid potrebbero giustificare nuove chiusure nei prossimi anni ogni volta che politici o burocrati affermano che un nuovo virus renderà necessario porre nuovamente centinaia di milioni di americani agli arresti domiciliari.

Un altro punto in comune tra la Guerra al Terrore e l'isteria Covid è che i politici hanno il diritto di definire il danno collaterale. La maggior parte degli americani ignora la carneficina inflitta dai militari statunitensi ai civili afgani e iracheni. Allo stesso modo, gli "esperti" che approvano le chiusure a fini sanitari ignorano l'aumento dei suicidi e l'aumento vertiginoso dell'abuso di droghe, nonché la perdita di apprendimento per decine di milioni di studenti a causa della chiusura delle scuole.

Le debacle sbalorditive non sono un impedimento ai politici che si presentano come salvatori. George W. Bush si è candidato alla rielezione nel 2004, sbandierando le foto delle macerie del World Trade Center. Il governatore di New York, Andrew Cuomo, sta strombazzando un nuovo libro, American Crisis: Leadership Lessons from the COVID-19 Pandemic, nonostante il suo dettame prevedesse che le case di riposo ammettessero i pazienti Covid contribuendo così a causare più di 10.000 morti. A livello nazionale, i residenti in case di riposo rappresentano quasi la metà delle vittime del Covid-19 ed i governatori in Pennsylvania, New Jersey e Michigan hanno emesso ordini disastrosi simili a quelli di Cuomo.

Come l'infinita Guerra al Terrore, i lockdown saranno visti come una delle più grandi debacle politiche nella storia americana moderna. Ma molti politici credono ancora che non ci sia problema che non possa essere risolto con un pugno di ferro più pesante. I media continueranno a venerare gli "esperti" fino a quando la libertà e la prosperità non saranno entrambe cancellate?

 

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. Un bel pezzo su Spiked da leggere fino alla fine. Un invito a ragionare, che permette di aggiungere ulteriori riflessioni alla crisi sociale di questi tempi. Perché se ci pensate bene, nessuno ha tolto niente alle persone durante questo periodo: la maggior parte aveva già perso tutti i valori per cui la minoranza si sta battendo ora. Erano già stati tutti barattati per sicurezza fisica ed economica appaltata a terzi. Il virus è stato un catalizzatore per mostrare questa nuda verità a chi ancora si rifiutava di vedere. Quale imperatore era nudo? Precisamente la maggior parte delle persone e il bambino nel nostro caso è stata la burocratizzazione di tutto questo circo. Ecco perché una scusa ha portato ad un'altra scusa e così via fino ad essere circondati da regole assurde, folli e contraddittorie. E il fatto che la maggior parte delle persone avesse già perso i propri valori di libertà è ulteriormente confermato dalle richieste affinché ci "vengano restituiti". Questa è l'apologia del paternalismo statalista e della deresponsabilizzazione progressiva che ne consegue.

    Lo stato s'è progressivamente insinuato in ogni aspetto della società, andando a sostituire quelle figure chiave che garantivano esiti migliori, efficaci ed efficienti (es. la famiglia). La comodità di avere una figura singola che vede, osserva e decide per gli individui è il velenoso elisir che nel tempo è stato propagandato attraverso i canali dei media, della politica e del mondo accademico. Infine il paziente è morto, ovvero, la capacità di affidarsi al pensiero critico per vagliare la realtà. Ecco perché agli occhi della minoranza sembra che il mondo sia totalmente impazzito: la maggior parte delle persone, in realtà, non si affida più al proprio giudizio. Ha bisogno di delegare. Conveniente, sì, ma in alcuni casi, e soprattutto non dando assegni in bianco.

    Il passato ci ha fornito prove di come virus molto più letali di questo non abbiano assolutamente rappresentato un problema per le libertà individuali. Invece adesso le cose sono magicamente cambiate. Come se il coprifuoco fosse una strategia utile contro una eventuale crisi sanitaria. Cos'è cambiato? Le persone. Questo a sua volta significa che, arrivati a questo punto, è diventato alquanto sterile continuare a smontare la macchina propagandistica-terroristica dei media mainstream, bensì diventa cruciale utilizzare la disobbedienza civile per difendersi.

    La limitazione delle libertà individuali non può essere un motivo per risolvere problemi che con questa non hanno nulla a che fare. Perché questo è il passo finale che l'apparato statale deve compiere per cercare di sopravvivere alla sua inevitabile fine: il controllo totale. E il vuoto nei valori della libertà è l'atto finale. Anche perché, la pratica di "chiedere" indietro i diritti violati a chi la si rivolge? A chi li ha violati in prima istanza? L'unico strumento efficace, quindi, è la disobbedienza civile e il voltare le spalle a tutte le chiacchiere srotolate dall'informazione mainstream. Iniziare un percorso di profonda analisi introspettiva, ricostruendo dapprima sé stessi e successivamente ciò che ci circonda (es. famiglia).

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