di Andrew Moran
Gli Stati Uniti stavano proprio aspettando un'apocalisse zombi, invece si sono ritrovati un'apocalisse sanitaria. Ma i due eventi potrebbero unirsi e fornire alla nazione una pericolosa tendenza economica? Il segreto peggio nascosto dalle aziende americane è stato il numero crescente di zombi tenuti in vita durante la fase di boom del ciclo economico. Ora che l'epidemia di virus C ha messo in luce le fragilità sottostanti l'economia, la zombificazione può accelerare grazie ad un mix tossico di stimolo della Federal Reserve e sollievo congressuale. Gli zombi lasceranno le loro tombe, alla ricerca di dollari statunitensi appena creati, banchettando sulla carcassa di un mercato malato.
Un'azienda zombi è un'azienda che richiede salvataggi perpetui affinché possa rimanere aperta, oppure è una società fortemente indebitata che può solo rimborsare gli interessi sul proprio debito. La zombificazione sta consumando Giappone e Cina, e ora sta gradualmente infettando l'economia americana. Quel che è peggio è che le aziende americane zombi impiegano circa 2 milioni di persone, secondo i nuovi dati di Arbor Data Science.
I lavoratori impiegati dalle compagnie zombi si trovano in molti settori diversi. La ricerca di Arbor ha scoperto che i primi cinque settori per numero di dipendenti sono:
- Conglomerati industriali: 233.000
- Hardware, memoria e periferiche: 193.000
- Attrezzature e servizi energetici: 185.000
- Alberghi, ristoranti e tempo libero: 153.000
- Software: 142.000
Ma la fragilità del mercato potrebbe generare un numero enorme di lavoratori che chiedono sussidi di disoccupazione? Potrebbe sembrare controintuitivo, ma è diventato molto più facile per queste aziende rimanere in vita col supporto artificiale.
Un'istituzione ha fornito loro una linea privilegiata di nutrimento: la Federal Reserve.
Gli zombi hanno scoperto che è più facile accendere prestiti per una serie di motivi. Il primo è che i tassi d'interesse sono storicamente bassi, quindi può essere meno difficile rimborsare gli interessi sul debito e utilizzare i risparmi sui costi per continuare ad essere operativi. Il secondo è che la banca centrale americana ha intrapreso azioni senza precedenti acquisendo debito societario attraverso il mercato degli ETF.
In parole povere, se non fosse stato per una politica monetaria accomodante, queste imprese avrebbero chiuso i battenti. Ancora una volta l'Eccles Building, per paura di una crisi di liquidità, una stretta creditizia e ogni altro modo stravagante di dire che siamo con l'acqua alla gola, si rifiuta di permettere alla mano invisibile di frenare gli eccessi.
Ma è l'intero mercato che sta approfittando di una FED disperata. Sin da inizio anno le società statunitensi stanno accendendo prestiti al ritmo più rapido nella storia, emettendo oltre $1.000 miliardi di nuove obbligazioni, secondo Bank of America Global. Si tratta di circa il doppio della cifra del 2019 nello stesso periodo. Questo numero che innalza le sopracciglia evidenzia due fatti importanti in questo ambiente: le aziende stanno accendendo prestiti ad un prezzo più basso di quanto chiunque avrebbe previsto l'anno scorso e gli investitori vengono pagati poco per finanziare operazioni in un mercato incerto.
MarketWatch ha accennato ad AutoNation come una società in difficoltà che di recente ha preso in prestito $500 milioni dal mercato obbligazionario. La catena nazionale dei concessionari di automobili ha registrato una perdita netta di $232,3 milioni nel primo trimestre, ma ha comunque attratto l'interesse degli investitori a causa del suo rendimento del 4,4%. Nelle condizioni attuali i trader sanno di avere le spalle coperte, perché la banca centrale potrebbe intervenire e salvare un asset problematico per evitare che esploda un barilotto di polvere da sparo.
E non è solo il presidente della FED, Jerome Powell, a scatenarsi in una corsa agli acquisti di obbligazioni. Esiste ovviamente una domanda per tutti i tipi di obbligazioni (investment grade e spazzatura) e questo sta alimentando la crescita delle società moribonde che si stanno riempiendo di debito. I non morti vacheranno per le strade per diversi anni se questa è de facto la politica monetaria.
A Tokyo e Pechino, i tipici morti viventi sono le banche. Nell'economia post-virus C è evidente che la prossima generazione di zombi saranno le compagnie di crociera, i rivenditori al dettaglio e le compagnie aeree. In un mercato veramente libero si vedrebbe una pulizia salutare in questi settori, ma a causa del denaro facile e di una FED accomodante, ciò non accadrà. Molte di queste aziende beneficiano anche della rinuncia o dell'allentamento dei debiti da parte dei creditori, consentendo ad alcune delle più grandi organizzazioni del mondo di raggiungere accordi vantaggiosi con i finanziatori.
Questa è una notizia terribile per Main Street, perché ora il capitale viene allocato male e trasferito ad imprese improduttive. Le aziende, grandi o piccole, con elevate prospettive di crescita potrebbero non vedere realizzate le loro visioni, perché il denaro sosterrà i Marriot ed i Vail Resort del mondo.
Con la morte delle piccole imprese, lo spirito imprenditoriale può appassire prima ancora che abbia la possibilità di essere zombificato, perché non può accedere a tutta la liquidità dei cosiddetti big player.
Le ramificazioni di queste politiche monetarie saranno avvertite solo tra qualche anno, quando la FED sceglierà di tirare i remi in barca. Abbiamo visto cosa succede quando la FED ridimensiona i suoi sforzi col quantitative easing: perdite a tre cifre sul mercato azionario e aumento dei pagamenti per il servizio del debito. Se ciò dovesse accadere, un'ondata di insolvenze e fallimenti inghiottirà gli Stati Uniti. Se la banca centrale dovesse astenersi dall'intraprendere un rinnovato e serio tightening, nascerà un nuovo tipo di economia: l'economia anti-produttività, paragonabile a quella del Giappone negli anni '90 e a quella della Cina di oggi. Potresti persino farne un film: Big Trouble in Little Tokyo: Dawn of the American Dead.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Siamo di fronte alla più grande espansione per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato nella storia dell'umanità. Al confronto la bolla dotcom è una passeggiata di salute nel parco. La folle liquidità iniettata nei mercati, l'esplosione di strumenti finanziari concepiti per piramidare ancora di più l'enorme massa di debiti (es. CLO, CDO, ecc.) e venderla agli ultimi fessi a disposizione (es. ETF), e gli hedge fund in preda al FOMO che inseguono quella manciata di titoli con rendimenti decenti (FAAANMG) hanno contribuito alla più grande bolla della capitalizzazione di mercato della storia. Basta guardare i fondamentali: Apple soffrirà a causa della crisi e della recessione globale, entrate ed utili saranno inferiori a quanto previsto da Wall Street, ciononostante le valutazioni mostrate nel secondo grafico sono astronomiche. L'inizio di questo circolo vizioso? Il dollaro scoperto nel 1971. C'è voluto un po', ma una volta che i pianificatori centrali hanno capito cosa potevano fare con una quantità di denaro quasi illimitata, le deformità sui mercati che osserviamo oggi sono l'eredità di quell'azzardo morale.
RispondiEliminaSin da allora lo zio Sam non ha mai più fatto registrare un surplus reale. E poi, con la sua carta di credito senza limiti, ha potuto spendere migliaia di miliardi di dollari nella Guerra alla Povertà, nella Guerra alla Droga, nella Guerra al Terrore e nella Guerra al Virus.
La stampante monetaria della Federal Reserve ha riempito Wall Street di liquidità, facendolo rimbalzare nel 1999, nel 2007 e poi di nuovo nel 2019. Ogni volta che i prezzi delle azioni sono scesi, la FED ha aperto i rubinetti ancora di più. Ma ogni volta c'è voluta più liquidità per rigonfiare la bolla; l'ultimo sibilo è costato $3.000 miliardi più un deficit federale di $4.000 miliardi.
E più liquidità è in arrivo. Potreste anche non essere d'accordo con la disamina fin qui presentata, ma l'insostenibilità di questa situazione è ormai palese anche ai più ciechi.