martedì 23 giugno 2020

Per rafforzare il sistema bancario bisogna liberarsi dei regolatori centrali





di Kevin Dowd


Mentre l'economia del Regno Unito entra nella crisi post-COVID, la Bank of England (BoE) continua a sostenere che le banche del Regno Unito sono fortemente capitalizzate. Le affermazioni della BoE non sono minimamente credibili.

Come Dean Buckner, ex-regolatore dell'autorità di regolamentazione prudenziale (PRA), ed io abbiamo esposto nella nostra nuova relazione sullo stato del sistema bancario del Regno Unito, le metriche principali delle grandi banche del Regno Unito sono notevolmente peggiorate dall'inizio del nuovo anno e anche di più sin dalla fine del 2006, ovvero dalla vigilia della crisi finanziaria globale (GFC). A partire dal 1° maggio, la loro capitalizzazione di mercato era di soli £148,5 miliardi, in calo del 57% dal dicembre 2006; il loro rapporto medio price-to-book era del 42,7%, in calo rispetto al 255% di fine 2006; il loro coefficiente patrimoniale medio, definito come capitalizzazione di mercato divisa per il totale degli attivi, era del 2,7%, in calo dall'11,2% a fine 2006; i corrispondenti livelli di leva finanziaria sono a 36,7, in aumento rispetto all'8,9 alla fine del 2006. Secondo queste metriche le banche del Regno Unito hanno indici di capitale molto più bassi e sono indebitate più di quattro volte rispetto alla crisi precedente.

Queste metriche indicano un sistema bancario malato. Se le banche fossero in buona forma finanziaria, i loro rapporti price-to-book sarebbero nettamente superiori al 100%, riflettendo i valori di (a) attivi delle banche, (b) redditività futura delle banche e (c) l'opzione put a responsabilità limitata degli azionisti. Anche i loro coefficienti patrimoniali dovrebbero essere ben al di sopra dei livelli attuali. Le regole empiriche tradizionali suggeriscono che anche i livelli di leva finanziaria dovrebbero essere molto più bassi. E tutti non hanno detto che una leva eccessiva è stato un fattore importante che ha intensificato la gravità dell'ultima crisi? Sì.

Questo stato di cose potrebbe essere uno shock per coloro che sono abituati ad ascoltare la malsana narrazione della BoE, "Great Capital Rebuild", secondo cui il sistema bancario britannico è ora super forte. Great Capital Rebuild è poco più di un esercizio di window dressing. La BoE ha concentrato la maggior parte dei suoi sforzi nel far apparire forte il sistema bancario aumentando i coefficienti patrimoniali delle banche anziché assicurarsi che il sistema bancario sia diventato forte attraverso un aumento sufficientemente grande del capitale reale. La BoE ha anche commesso l'errore di concentrarsi sulle misure di capitale regolamentari, che il suo stesso capo economista ha criticato, anziché sulle misure di capitale al valore di mercato e sulle misure ponderabili del rischio. La BoE è quindi giunta a conclusioni totalmente errate.

Il risultato è che il sistema bancario del Regno Unito entra in questa recessione in uno stato fragile che rende inevitabile un altro giro di grandi salvataggi bancari, e questo nonostante la BoE abbia avuto più di un decennio per garantire che il sistema bancario fosse tornato in salute. Abbiamo di fronte a noi un terribile fallimento della regolamentazione prudenziale.

L'economia politica di base è abbastanza semplice. Le banche centrali ed i regolatori finanziari adottano politiche come il prestatore di ultima istanza e l'assicurazione sui depositi che incoraggiano i banchieri ad aumentare la leva sulle proprie banche nell'aspettativa, in gran parte corretta, che le autorità non oserebbero lasciarli fallire durante una crisi. Le autorità quindi utilizzano la regolamentazione dell'adeguatezza patrimoniale per cercare di limitare gli eccessi con la leva finanziaria, ma ciò non funziona.

Per capire come abbia funzionato male l'ultima volta, per ogni remunerazione ricevuta dai banchieri per l'assunzione di rischi in eccesso, le banche hanno subito perdite di circa £10 e l'economia ha subito perdite del PIL di circa £100, e forse di più.

Così grande è stato il danno inflitto all'economia che i banchieri hanno potuto estrarre da essa ben poco, e sta accadendo di nuovo, ora. I banchieri sono diventati i nuovi sindacati ed i regolatori, il cui compito dovrebbe essere quello di tenerle a bada, le stanno invece aizzando come capi popolo.

Hanno distrutto l'adeguatezza patrimoniale delle banche del Regno Unito, che era uno dei cardini del nostro sistema economico.

Ci si potrebbe chiedere a cosa può portare tutto ciò. La questione centrale qui non è il desiderio dei banchieri di correre rischi eccessivi in ​​modo che possano godere di maggiori profitti nei periodi positivi e di essere salvati in quelli cattivi, con costi sempre crescenti per la società in generale; il problema centrale è che i regolatori permettono ripetutamente loro di cavarsela, perché hanno interesse che vada così. I regolatori stessi rappresentano il meccanismo abilitante che alimenta la sconsideratezza e l'azzardo morale dei banchieri commerciali.

Nessuna ulteriore riforma normativa (Basilea IV, V o VI) e nessun riarrangiamento di quelle esistenti farà la differenza. Le agenzie di regolamentazione, che esistono per garantire che gli istituti finanziari siano forti, producono il risultato opposto rispetto allo scopo dichiarato, perché i banchieri stessi lo vogliono. Pertanto i regolatori falliranno sempre nel raggiungere il loro scopo dichiarato, perché non possono fare altro. Non possiamo riformare questo sistema, possiamo solo liberarcene e dobbiamo  per sbarazzarcene.

La mia proposta è che il Regno Unito dovrebbe ritirarsi dal sistema di regolamentazione del capitale sotto Basilea; estendere la responsabilità personale ai banchieri senior; aumentare il capitale minimo richiesto, ad esempio, al 20% della capitalizzazione di mercato sul totale degli attivi; applicare quel minimo vietando dividendi, bonus e riacquisti fino a quando non verrà raggiunto; consentire alle banche un “offramp regolamentare” che le esenti dalla regolamentazione prudenziale purché soddisfino il nuovo requisito patrimoniale minimo; e mettere il PRA in modalità standby per almeno dieci anni. All'avvicinarsi di quest'ultima scadenza, il PRA metterà in stato di bancarotta tutte le banche rimaste sotto la sua ala e poi scomparirà anch'esso.

Il risultato finale sarebbe un sistema bancario forte e niente più regolatori.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. Un momento... ma la stampa sconsiderata di denaro non aveva salvato la baracca? Dal mainstream ci si aspetta una reazione del genere, ma dagli analisti indipendenti che fanno giravolte improvvise e da critici diventano sostenitori di tali pratiche ingiustificate? Come al solito la logica è lo strumento migliore per anticipare i mercati e soprattutto per avere una visione chiara degli stessi. Per comprendere appieno cosa sta succedendo dobbiamo tornare al mondo che ha dato forma a quello attuale: quando c'era il denaro reale, prima del 1971.

    Ci sono state solo due bolle gravi in tutto il XX secolo: una di queste esplosa proprio alla fine del secolo e gestita da Volcker; l'altra è scoppiata nel 1930. Tutte le bolle scoppiano, la cosa migliore da fare è lasciare che i mercati raccolgano i pezzi e tornino al lavoro il prima possibile. La moda di intervenire per ostacolare il processo di recupero naturale dei mercati è stata inaugurata con la Grande Depressione, una crisi che sarebbe stata metabolizzata molto prima se non si fossero perseguite ricette idiote. Questa è ora la procedura standard.

    Nel 1971 gli Stati Uniti cambiarono la valuta: il dollaro passò dall'essere coperto dall'oro all'essere coperto da niente. Senza la necessità del metallo giallo i banchieri centrali potevano stampare tutto il denaro che volevano ed intervenire su una scala molto più ampia. Ma non è stato fino a quando Alan Greenspan ha assunto la carica di presidente della Federal Reserve nel 1987 che le inevitabili conseguenze di queste scelte scellerate si sono palesate.

    Dopo il breve crollo del 1987, arrivò la dottrina "Greenspan Put", la quale diceva sostanzialmente agli investitori che la FED sarebbe entrata a gamba tesa in qualsiasi mercato per salvare baracca e burattini. È difficile immaginare una cosa più stupida per una banca centrale. E infatti a cosa è servita? Da quello che leggiamo, il settore bancario commerciale che doveva essere salvato a tutti i costi, ha accumulato più errori ed investimenti improduttivi. Ed ora è in acque più torbide rispetto a prima. Inutile dire che ha ragione il professor Dowd: bisogna criticare e togliere potere ai pianificatori centrali, non incoraggiare e prostrarsi di fronte alla loro opera

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