Bibliografia

martedì 2 giugno 2020

Il COVID-19 sta spingendo l'Unione Europea sull'orlo del precipizio





di Philipp Bagus


La zona Euro è una gigantesca macchina di ridistribuzione monetaria. Numerosi governi possono finanziare le proprie spese mediante i deficit, direttamente o indirettamente attraverso la stampante monetaria. Più nello specifico, la Banca Centrale Europea (BCE) può acquistare titoli di stato della zona Euro direttamente dagli operatori di mercato, o accettarli come garanzia nelle sue operazioni di prestito, aumentando quindi la base monetaria. Attraverso questa monetizzazione, un governo può esternalizzare parzialmente i costi del suo deficit sui cittadini di altri Paesi della zona Euro sotto forma di un potere d'acquisto inferiore per l'euro. Tutto ciò ricorda la cosiddetta tragedia dei beni comuni: la risorsa di proprietà comune è il potere d'acquisto dell'euro, che viene sfruttato da diversi utenti. Questi utenti sono i governi della zona euro, i quali emettono debiti con conseguente aumento dell'offerta di moneta ed i deficit risultanti comparativamente più elevati rispetto ai loro pari permettono loro di vivere a spese degli altri.

Non sorprende che la maggior parte dei governi europei abbia ignorato il nuovo trattato istituito a seguito della crisi del debito europeo, il quale doveva ridurre debiti e deficit. Durante gli ultimi anni di crescita economica debole, con tassi d'interesse pressoché nulli, governi europei fortemente indebitati non hanno approfittato della situazione per ridurre i propri debiti. Piuttosto hanno approfittato delle maggiori entrate fiscali e della riduzione della spesa sugli interessi per aumentare la spesa pubblica in altre aree. La logica dietro questo comportamento irresponsabile era semplice: quando ci sarebbe stata un'altra crisi un giorno, avrebbero semplicemente stampato più titoli di stato, le loro banche li avrebbero acquistati e avrebbero fatto pagare il conto agli altri sotto forma di perdita del potere d'acquisto dell'euro. Questi governi credono che nessuno metterà fine alla monetizzazione, perché porre fine a questo meccanismo innescherebbe un default del debito sovrano, cosa che danneggerebbe gli altri governi della zona Euro. Le banche europee e in particolare la BCE sono cariche di titoli di stato della zona Euro, quindi un default del genere implicherebbe perdite non solo per il Paese inadempiente, ma per tutte le banche della zona Euro. Porterebbe a fallimenti a cascata, un sistema bancario sotto pressione e crisi economica. La fiducia nell'euro verrebbe gravemente scossa dal rischio di (iper)inflazione.

Sebbene i governi del sud Europa, come l'Italia, la Francia e la Spagna, non abbiano utilizzato gli ultimi anni per ridurre i loro deficit, la Germania e altri Paesi del nord, come i Paesi Bassi, hanno ridotto i loro debiti, aumentando in tal modo la possibilità che i governi del sud Europa facessero affidamento sulla Germania e il nord Europa per i salvataggi.

Disavanzi e avanzi dei governi europei in percentuale del PIL

Debiti dei governi europei in percentuale del PIL

Durante il panico COVID-19 ed i conseguenti lockdown, l'Italia, la Spagna e la Francia hanno chiesto con veemenza "solidarietà" alla Germania, bluffando sul voler lasciare l'Unione Europea se le loro fossero rimaste insoddisfatte. Nonostante non siano riusciti a ridurre la spesa pubblica e i deficit nei periodi favorevoli, ritengono che sia un loro diritto essere salvati. I loro deficit passati possono essere spiegati dalla prospettiva di una mutualizzazione del debito europeo, infatti durante il panico virus C sono già stati istituiti diversi piani di salvataggio: la BCE ha annunciato che avrebbe acquistato obbligazioni per €750 miliardi e l'UE ha concordato un pacchetto di salvataggio da €540 miliardi.

Sfortunatamente l'azzardo morale implicito nell'euro non solo ha influenzato la spesa pubblica in eccesso prima della crisi virus C, ma sta influenzando anche le risposte dei vari governi all'epidemia. I costi del lockdown e dei salvataggi di cittadini e aziende sono enormi. Un governo deve considerare attentamente la decisione di imporre un lockdown costoso. E se potesse esternalizzare parte dei costi su altri attraverso nuovi debiti o salvataggi? Se esiste questa possibilità, come accade nell'Eurozona, diventa più probabile che un governo approvi il lockdown e continui a tenerlo in piedi il più a lungo possibile. Invece di eliminare le restrizioni il più rapidamente possibile, i governi del sud Europa le mantengono, perché contano su un piano di salvataggio e sul sostegno dei governi europei con migliori bilanci fiscali. Devastando le proprie economie, i governi del sud Europa aumentano la pressione per l'istituzione di nuovi schemi di ridistribuzione, e infine un super stato europeo. Il ragionamento, come esemplificato dall'ex-ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, è il seguente: se non ci salvate, andremo in default, portando ad una crisi bancaria europea, perdite elevate per la BCE ed una grave depressione; quindi farete meglio a salvarci.

Pertanto, così come è strutturato l'euro, è responsabile dei lockdown prolungati in alcuni Paesi della zona Euro, con tutte le loro dannose conseguenze sociali, politiche, sanitarie ed economiche. Ed è possibile che questa crisi porti ad una decisione finale per il futuro dell'euro e verso un super stato europeo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. Prima di commentare la seguente frase direi che ci sta tutto un bell'applauso per i guru cialtroni che consigliano di entrare in un momento come questo nei mercati azionari.
    Ora, è chiaro che le banche italiane stanno facendo front-running alla BCE e quindi si stanno ingozzando di pattume obbligazionario italiano da scaricare poi davanti la porta di Francoforte. Anche qui, quando il giochetto non funzionerà più saranno i clienti delle banche le prede preferite per cercare di ripianare le perdite di questo investimento improduttivo. Anche perché la maggior parte della clientela degli istituti bancari italiani è finanziariamente analfabeta, quindi disposta a comprare di tutto per mero patriottismo o Dio solo sa per quale altro oscuro motivo. Sta di fatto che l'entusiasmo ingiustificato per la mossa della BCE di iniettare ulteriori fondi nell'economia sta già svanendo.

    A causa della proverbiale "seconda ondata"? Ma neanche per sogno. Non ci sarà nessuna seconda ondata. Il problema qui è sempre lo stesso: non si possono violare le leggi economiche. In particolar modo la Legge di Say e consumare senza produrre ha i suoi costi. Chi sognava un rimbalzo a V infatti sta iniziando a ricredersi, soprattutto la FED che ha già messo le mani avanti allungando le previsioni di una ripresa. Li rivedrà ulteriormente visto che il tasso di consumo nell'economia, sia americana che europea, è rimasto lo stesso a fronte di una produzione annichilita. E questo aspetto inficia sulle imprese stesse, le quali vedono erodersi il bacino dei risparmi reali da cui poter attingere per mandare avanti la propria attività. Questo significa impossibilità di reinvestire eventuali utili nella propria attività e piuttosto spenderli in costi e oneri crescenti (es. burocrazia, servizio del debito, ammortamenti, ecc.). I bilanci della maggior parte delle imprese, quindi, sono già stressati e impossibili da sacrificare sull'altare dell'ingegneria finanziaria.

    E a sua volta questo significa guai per le banche che vedranno il lato dei loro attivi ridursi (prestiti in sofferenza) e soprattutto ci penseranno dieci volte prima di concedere prestiti ad un'economia di Main Street incancrenita. E chi è il principale colpevole di questa cancrena? Proprio i BTP che attraverso l'effetto crowding out privano il settore produttivo delle risorse economiche scarse di cui hanno bisogno per impiegarle nel mondo corretto (calcolo economico). Il lockdown ha ampliato il problema dello shock dal lato dell'offerta e nessuno stimolo dal lato della domanda colmerà questo gap. I pianificatori centrali, seguendo il vangelo keynesiano, pensano di poterlo colmare attraverso l'ingigantimento dello stato e del welfare state.

    Non c'è bisogno di immaginare come andrà a finire, è già tutto sotto i nostri occhi.

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