Bibliografia

martedì 5 maggio 2020

Perché l'economia delle bolle continua a persistere





di Thorsten Polleit


Molte persone potrebbero chiedersi perché il sistema monetario fiat globale non sia ancora crollato. Il sistema monetario fiat non si è schiantato durante la crisi economica e finanziaria del 2008/2009, quando molte persone temevano che la piramide del debito sarebbe crollata. E non è ancora andato a gambe all'aria nell'attuale crisi del coronavirus, in cui gli stati di tutto il mondo hanno chiuso l'attività economica facendo cadere la produzione e facendo salire alle stelle la disoccupazione. Tutto ciò non contraddice la teoria Austriaca del ciclo economico (ABCT), secondo cui un boom indotto dal denaro fiat deve finire in un bust?

La risposta è no. L'ABCT, sviluppata in particolare da Ludwig von Mises, è una teoria a priori. Le sue affermazioni sono radicate nella logica irrefutabilmente vera dell'azione umana. Come tale, l'ABCT ci dice esattamente cosa accadrà all'economia se e quando la banca centrale, in stretta collaborazione con le banche commerciali, aumenterà la quantità di denaro attraverso l'espansione del credito: i tassi d'interesse di mercato saranno soppressi artificialmente, i consumi aumenteranno a spese di risparmio e verranno indotti nuovi investimenti. L'economia, iniziando a vivere oltre le sue possibilità, entra in un periodo di boom.

Una volta che l'iniezione aggiuntiva di credito e denaro si fa strada attraverso il sistema economico, influenzando i salari ed i prezzi dei beni, il tasso d'interesse di mercato ritorna al suo livello originale. Calo dei consumi, aumento dei risparmi ed i nuovi investimenti risultano non redditizi, poiché gli imprenditori si rendono conto che il loro calcolo economico è stato corrotto dalla soppressione artificiale del tasso d'interesse di mercato. Si scopre che il consumo eccessivo e gli investimenti improduttivi sono le conseguenze del boom, che la struttura di produzione è stata mal indirizzata e deve essere corretta, cosa che accade attraverso il bust.

È in questo senso che l'ABCT ci informa che il boom deve (prima o poi) terminare in un bust. Tuttavia questo ragionamento, inconfutabilmente corretto in termini di logica dell'azione umana, non può essere usato senza prescindere il mondo reale. Questo perché l'ABCT, come qualsiasi altra teoria, è vera ceteris paribus, in base alla nozione di parità di altre condizioni. Per dare una semplice illustrazione: se la banca centrale inietta nuovi soldi nell'economia attraverso l'espansione del credito, e se il libero mercato non è ostacolato, e se non ci sono altri fattori come aumenti della produttività, cambiamenti nei gusti dei consumatori, ecc., allora il boom si trasformerà in bust.

Il mondo reale, tuttavia, è un posto diverso. Non solo i consumatori e i produttori cambiano il loro comportamento col passare del tempo, ma c'è anche un'azione dello stato che influenza il funzionamento del sistema economico. Ancora più importante, l'interferenza dello stato sul mercato è in aumento e poggia sulle forze stesse che trasformano un boom in un bust. Dopo l'ultima crisi finanziaria ed economica nel 2008/2009, le banche centrali hanno messo una "rete di sicurezza" sotto i mercati finanziari e le economie: le imprese e gli investitori possono essere certi che le banche centrali, in caso di necessità, verranno in loro soccorso e li salveranno.

Lo stesso è accaduto alla fine di marzo 2020, quando gli stati di tutto il mondo, in risposta alla decisione politica di chiudere l'attività economica, hanno messo insieme pacchetti giganteschi di "salvataggio" intesi a sostenere i mercati del credito e ad estendere prestiti e sussidi di disoccupazione alle imprese in difficoltà ed ai consumatori. Naturalmente gli stati non hanno tutto il denaro promesso alle vittime del "lockdown" e non può essere ottenuto aumentando le tasse o emettendo nuove obbligazioni sui mercati dei capitali senza far salire i tassi d'interesse.


Le banche centrali hanno iniziato a fare il lavoro sporco inaugurando il più grande "supporto" di sempre. Per evitare il fallimento, stanno abbassando artificialmente i tassi d'interesse e stamperanno quantità di denaro sempre maggiori, se necessario. In particolare, le banche centrali sono entrate nei mercati del credito bancario a lungo termine e hanno abbassato il costo del credito e del capitale in generale. I beneficiari sono grandi imprese, Wall Street e, naturalmente, investitori con elevata leva finanziaria come grandi banche e settore finanziario in generale.

Questo non rimanda l'inevitabile bust, ci si potrebbe chiedere? L'ABCT aiuta anche a trovare una risposta a questa domanda. È ovvio che ad un certo punto ci sarà un bust, se e quando le forze di mercato ritroveranno lo spazio per ripristinare l'economia. Tuttavia né politici, né banchieri, né imprenditori, né impiegati vogliono che ciò accada. Ciò consente agli stati e alle loro banche centrali, supportati da una popolazione che sta diventando sempre più spaventata dalla perdita di posti di lavoro e dalla rovina personale, di avere carta bianca per andare avanti e sopprimere ciò che resta del sistema del libero mercato.

Per sfuggire al caos, il sistema del libero mercato si trasforma in un Befehlswirtschaft: un sistema in cui i mezzi di produzione rimangono formalmente in mani private ma in cui sono lo stato ed i suoi clientes a gestirlo davvero, controllando i prezzi dei beni, i tassi d'interesse, i salari, i redditi, le condizioni di lavoro e persino interi settori. Questo era il modello che i nazionalsocialisti tedeschi eressero alla fine degli anni '30: lo stato dettava ciò che doveva essere prodotto, da chi, quando, dove ed a quale costo.

La storia non si ripete, ma a volte fa rima. Il mondo occidentale sta sempre più dicendo addio all'idea di un sistema di libero mercato per respingere l'inevitabile bust. Anche se questo potrebbe davvero tenere lontano il bust per un po' di tempo, indebolirà la produzione e gli aumenti dell'occupazione. Il tenore di vita delle persone non migliorerà più e potrebbe persino diminuire; da ciò deriva l'impoverimento.

Questi sono gli ingredienti che facilitano l'ascesa dello stato totalitario. Quindi la verità sgradevole è che senza un bust il sistema monetario fiat e tutte le forze che lavorano verso l'ingrandimento dello stato rimarranno in piedi. Sostenere l'attuale boom e la struttura economica e sociale che ne è emersa, rappresenterà la fine della società di libero mercato così come la conosciamo. Detto questo, si dovrebbe esitare a sentirsi sollevati dal fatto che le banche centrali sembrano essere riuscite ancora una volta a schivare il bust. 

L'ABCT nella sua formulazione tradizionale ci illumina sulle conseguenze di come il sistema di libero mercato trasforma un boom artificiale indotto dal denaro fiat in un bust. Inoltre ci aiuta anche a capire quali azioni saranno probabilmente intraprese da coloro che vogliono evitare che il boom finisca in un bust: la società libera, l'ordine di libero mercato, diventerà la vittima. Il denaro fiat, a parità di altre condizioni, è un modo sicuro per rovesciare gradualmente l'attuale ordine. È uno strumento furtivo dei marxisti che vogliono rovesciare il capitalismo, la società della proprietà privata.

In retrospettiva, sembra essere stato prematuro interpretare l'ultimo crollo dei prezzi delle azioni (l'indice S&P 500 è sceso del 33% dal 12 febbraio 2020 al 24 marzo 2020) come un'indicazione della fine imminente del sistema monetario fiat. Il potere degli stati e delle banche centrali sugli affari economici e sociali non è stato rotto. Al contrario, bisogna temere che abbia acquisito ulteriore forza nel corso dell'ultimo "lockdown": più forti che mai, gli stati e le loro banche centrali stanno smantellando il sistema di libero mercato, cementando il ruolo del denaro fiat e infine erigendo lo stato onnipotente.

L'ABCT è una teoria del boom e del bust che offre una verità senza tempo sulle conseguenze economiche dell'iniezione di denaro fiat nell'economia. Sappiamo che un boom deve tradursi in un bust, ma non possiamo prevedere con certezza quando accadrà. Tutto dipende dalle "condizioni speciali" in cui opera il sistema monetario fiat. In un'economia di mercato ostacolata, il boom potrebbe durare molto più a lungo di quanto ci si aspetterebbe. E il crollo finale potrebbe apparire in una forma piuttosto diversa se e quando gli stati dovessero sopprimere sempre di più il sistema del libero mercato: la tirannia.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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