Bibliografia

giovedì 14 maggio 2020

La libertà degli individui conta ancora checché ne dicano i terrorizzati dal Covid





di Patrick Barron


Dal 2009 al 2012 ho tenuto un corso introduttivo all'economia Austriaca all'Università dell'Iowa. Il primo giorno di lezione dissi ai miei studenti che la Scuola Austriaca avrebbe cambiato il modo in cui avrebbero guardato il mondo, non solo da una prospettiva economica, ma da una prospettiva di vita. Nulla sarebbe sembrato lo stesso. Avrebbero imparato a pensare da soli e non sarebbero caduti preda di tutta la propaganda statale, dei media generalisti e delle opinioni di amici e conoscenti. Naturalmente ciò non rende una persona popolare ad un cocktail party!



Individualismo metodologico & collettivismo

Spiegai che la scienza economica rientra nella scienza generale dell'azione umana. Ogni azione è individuale, soggettiva e propositiva. Ludwig von Mises usò il cosiddetto individualismo metodologico per spiegare le basi di ciò che si può sapere sull'economia in particolare e sull'azione umana in generale. È l'individuo, e non il gruppo, che tenta di raggiungere un livello più alto di soddisfazione, percependolo in qualsiasi momento come necessità. Naturalmente queste "preferenze" sono soggettive, nel senso che sono diverse per le varie persone e sono soggette a continui cambiamenti all'interno dell'individuo stesso. (Prendete in considerazione il desiderio soggettivo di un bicchiere d'acqua dopo aver falciato il prato in una giornata calda. A quel punto un bicchiere d'acqua fresco si colloca molto in alto sulla scala delle preferenze individuali di una persona, ma scende una volta che la sete viene soddisfatta. Altri potrebbero non essere soddisfatti con un bicchiere d'acqua; forse lo saranno con una birra fredda o una limonata.)

Non esiste un'azione umana di "gruppo", come gli americani hanno scelto di vendere azioni la scorsa settimana , ai francesi piace andare in Riviera ad agosto o la Germania ha dichiarato guerra all'America l'11 dicembre 1941. Alcuni americani potrebbero aver venduto azioni la scorsa settimana, e alcuni francesi vanno in Riviera ogni agosto, e alcune persone che controllano il governo tedesco approvarono una risoluzione che dichiarava guerra all'America l'11 dicembre 1941. Gli aggregati non agiscono; solo gli individui agiscono. L'azione collettiva è una fallacia, come ha spiegato Ludwig von Mises. All'inizio può sembrare strano, ma dopo un'ulteriore riflessione diventa evidente e molte dichiarazioni fasulle vengono smascherate per quel che sono veramente. Ad esempio, i media generalisti sono noti per titoli come "Gli americani sono spaventati dal coronavirus". Questa è un'affermazione senza senso, dal momento che non esiste un'entità come gli "americani", solo singoli individui che vivono in America. La paura di prendere il coronavirus attribuita agli americani in generale varia individualmente: da chi resterà chiuso in casa a chi invece uscirà.



Il problema con le restrizioni statali

Poiché ogni azione è individuale, intenzionale e soggettiva, in caso di crisi è impossibile per lo stato intraprendere azioni collettive che non siano coercitive per quasi tutti. Il coronavirus ne è un esempio. Attualmente (16 aprile 2020) quarantuno dei cinquanta stati statunitensi hanno dichiarato una qualche forma di quello che viene chiamato "lockdown". Le imprese "non essenziali" devono rimanere chiuse e vi sono varie restrizioni ai movimenti e all'interazione della popolazione. Lo scopo dichiarato in tutti i casi è "fermare la diffusione" del virus.

Non esiste un modo affinché un burocrate possa sapere quali acquisti e quali imprese siano veramente "essenziali". L'individuo stesso deve decidere quali azioni intraprendere o meno al fine di evitare di contrarre la malattia E soddisfare le sue altre preferenze, come tenere un tetto sopra la testa e nutrire la sua famiglia. Se isolarsi fosse la preferenza di tutte le persone, a chiudere le proprie attività, a non patrocinare attività, a rifiutarsi di presentarsi a lavoro o a socializzare con i propri amici e vicini, lo stato non avrebbe bisogno di attuare nessuna di queste misure. L'unica conclusione da trarre è che le restrizioni imposte dallo stato sono violazioni delle preferenze di molti individui. Poiché è solo l'individuo che agisce intenzionalmente e non i gruppi, le restrizioni statali su queste persone sono illogiche e non possono essere in alcun modo giustificate.



L'uomo è un fine e mai un mezzo per un fine

Sopprimere la diffusione o la letalità del virus è il risultato dell'azione umana individuale e non è un fine in sé che giustifica l'uso dell'uomo come mezzo. Immanuel Kant lo espresse bene nel suo principio di umanità: l'uomo è un fine e non deve mai essere trattato come un mezzo per un fine. Gli individui hanno preferenze diverse e solo l'individuo stesso può determinare ciò che è e non è nel suo interesse. Un individuo che desidera mantenere aperta la propria attività, tratterà solo con altri che desiderano singolarmente patrocinare la sua attività. Il proprietario dell'azienda ed i suoi clienti possono intraprendere qualsiasi azione protettiva che ritengano reciprocamente appropriata. Nessuno è costretto a patrocinare un'impresa che ritiene non stia adottando misure di sicurezza adeguate; e gli imprenditori possono richiedere ai clienti di adottare una sorta di azione protettiva per ottenere i loro beni o servizi. Tutti gli individui esprimono le loro preferenze, poiché solo ciascuno di loro può determinarle. Ciò è pienamente coerente con il principio di umanità di Kant e la scienza economica Austriaca secondo cui la società avanza attraverso la cooperazione sociale e la divisione del lavoro. In altre parole, non può esistere un obiettivo collettivo stabilito dallo stato. Quest'ultimo è composto solo da individui che esprimono le proprie preferenze. Ma ogni individuo esprime la propria preferenza attraverso l'interazione cooperativa con altri individui. Nessuno, nemmeno lo stato, può forzare eticamente le persone ad agire contro le loro preferenze. Questa rappresenta una violazione dell'imperativo categorico di Kant, secondo cui ogni persona dovrebbe agire solo come se la sua azione dovesse essere una legge universale. In altre parole, tutti dovrebbero sempre e comunque obbedire alla cosiddetta Regola d'oro.



[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Nessun commento:

Posta un commento