lunedì 18 maggio 2020
Il lockdown è un crimine contro l'umanità
di Bill Bonner
SAN MARTIN, ARGENTINA - Stiamo per scrivere un punto di vista completamente non ortodosso e probabilmente sgradito della guerra americana contro il coronavirus. Continuate a vostro rischio e pericolo...
Sì, siamo su un lungo sentiero solitario... vagando tra la vita e la morte... tra questa Terra e quell'altra... tra cercare i nostri figli e le nostre figlie... e cercare l'obiettivo Numero Uno...
Ma qui in altura, siamo arrivati a vedere il lockdown non solo come un errore o un crimine, ma come qualcosa di peggio: un peccato contro la nostra specie.
La scusa per bloccare tutti nella proprie case è quella di "salvare vite", ma le politiche della Federal Reserve non salveranno vite; neanche una. Moriremo tutti comunque, la domanda è quando e come. Ed è qui che il nostro percorso diventa più tortuoso.
Quindi montiamo in sella e muoviamoci. Non sarà facile, vi avvertiamo... L'aria è sottile, il percorso è pieno di trappole e insidie... e ciò che stiamo cercando è più sfuggente di un uccello nascosto in 10.000 acri di natura selvaggia.
Quello che stiamo cercando è il significato stesso della vita, nascosto da qualche parte nel vasto universo oscuro.
Per darvi un piccolo indizio di dove finiremo, se l'obiettivo numero 1 degli esseri umani fosse salvare vite, non saremmo mai scesi dagli alberi. Si stava (relativamente) al sicuro lassù. Non ci saremmo mai avventurati fuori dall'Africa nel freddo dell'Europa. Le tribù siberiane non sarebbero mai entrate in America... e Colombo non si sarebbe mai avventurato attraverso l'Atlantico.
"Restate al sicuro", dicono i cartelloni pubblicitari ed i saluti via e-mail, ma se la sicurezza fosse l'unica cosa importante, non andremmo in guerra... non ci sposeremmo... non avremmo figli... non rischieremmo i nostri soldi investendo... non costruiremmo fabbriche, non guideremmo automobili, non voleremmo in aereo... non esploreremmo lo spazio... non permetteremmo ai nostri figli di andare in bicicletta o fare sport... non fumeremmo sigari, non berremmo whisky e non oseremmo fare qualsiasi cosa che potesse causare danni, dolore o perdita.
In breve, non saremmo umani. Invece saremmo come animali da zoo, tenuti in vita dagli esperti e dalle autorità, autorizzati a riprodurci... ma con i guardiani dello zoo che guardano per assicurarsi che non ci facciamo del male a vicenda.
È la vita in gabbia, dietro le sbarre, che gli esperti ora ci offrono. Ci proteggeranno dal virus ordinandoci di restare a casa e ci daranno da mangiare con i loro soldi fasulli... come dare la zuppa di segatura ai prigionieri di guerra.
La vita umana è necessariamente un'impresa rischiosa. Dalla culla alla tomba, siamo sempre in pericolo: di perdere quelli che amiamo... di perdere il nostro onore... di perdere la nostra libertà... di perdere i nostri soldi... di perdere il nostro coraggio... di perdere la nostra dignità... e di perdere il nostro posto in Paradiso. Perdere la vita è inevitabile... e l'ultima delle nostre preoccupazioni.
La vita finisce sempre allo stesso modo: con la morte. L'importante non è evitarlo; questo è impossibile. Invece l'importante è accettare i rischi della vita reale... e cercare di trarne il meglio...
... E quando verrà il nostro momento, morire con dignità, senza piagnucolare. Ecco perché la polmonite viene chiamata "l'amica del vecchio". Lo aiuta ad arrivare meglio alla tomba, prima che abbia bisogno di tubi e padelle. Questo è anche, o almeno sembra essere, il fascino del virus C. È un amico dei vecchi e degli infermi, non un nemico.
Ma torniamo alla semplice matematica. Abbiamo esaminato il rovescio della medaglia del lockdown. Qual è il lato positivo?
Ci sono così tanti numeri che volano che abbiamo l'imbarazzo della scelta, malgrado ciò promettiamo di non menzionare i tassi d'infezione, i tassi di mortalità, o qualsiasi dato statistico che sta sovraccaricando Internet.
Dal momento che né i medici, né i pianificatori centrali, e nemmeno il dottor Fauci, possono effettivamente "salvare" una vita, la vera domanda è: quanti altri anni di vita possono fornire le loro politiche?
L'età media di coloro che sono morti negli Stati Uniti a causa del coronavirus = 78. Quasi esattamente uguale all'età media in cui la maggior parte delle persone muore negli Stati Uniti. Quindi sembra che il COVID-19 non faccia nulla che i modelli "normali" di vita e morte non facciano. Normalmente le persone muoiono a 78 anni e il virus C non fa differenza.
Ma aspettate un momento: una persona "normale", anche qualcuno con problemi di salute, di 78 anni può ancora avere qualche anno in più davanti a sé. Statisticamente può aspettarsi di vivere altri otto anni.
Quindi se la malattia porta via 100.000 persone che altrimenti NON sarebbero morte quest'anno, come nazione perderemo circa 800.000 anni di vita.
Ma non così in fretta... un terzo dei morti si trovava già in case di riposo o in comunità assistite. A quante di queste persone il virus ha semplicemente fornito un aiuto tempestivo? Non lo sappiamo. E molti sono morti per molteplici cause. Il virus C dovrebbe beccarsi tutta la colpa? Ancora una volta, non lo sappiamo.
Ma secondo il New York Times anche i decessi per cause non COVID-19 sono in aumento. Queste sono spesso persone più giovani. L'età media in cui le persone decidono di suicidarsi è di 49 anni. Quindi ogni morte per suicidio priva la nazione di circa 29 anni... o più di tre volte la vita di una morte COVID-19.
Durante la Grande Depressione, i tassi di suicidio salirono del 50%. L'anno scorso 48.000 americani si sono suicidati. Se questo lockdown provocherà lo stesso effetto della Grande Depressione, spingerà altri 24.000 dal ciglio... per un totale di altri anni persi: 696.000.
Nel frattempo anche il cancro, le malattie cardiache ed i decessi per polmone sembrano aumentare. Per l'isteria COVID-19 le persone sono riluttanti a cercare cure di qualsiasi tipo. I trattamenti per infarti e ictus, ad esempio, sono diminuiti del 60% dall'inizio del lockdown.
E nel mezzo della più grande crisi sanitaria degli ultimi 100 anni, gli ospedali segnalano un aumento dei letti vuoti. Gli infermieri vengono licenziati ed i medici segnalano un tale buco nelle loro attività che molti non sono in grado di pagare gli affitti.
Inoltre, poiché le persone diventano più povere a causa del lockdown, hanno meno soldi per andare dal medico o dal dentista... o per spenderli in nutrizione e servizi igienico-sanitari.
Come ciò influenzerà la loro vita, non lo sappiamo, ma un titolo su Fox News questa mattina afferma che un rapporto delle Nazioni Unite avverte che "la devastazione economica potrebbe costare più vite del virus".
Un'altra caratteristica amichevole del COVID-19 è che è un modo relativamente veloce e indolore di andarsene. Ci sono molti modi peggiori. La fame, per esempio.
Le perdite più drammatiche saranno probabilmente nei Paesi poveri. Lì le persone vivono già ai margini. Il collega George Gilder vede arrivare in India una "fame di massa" e cita il World Food Programme delle Nazioni Unite, dove si stima che fino a 260 milioni di persone potrebbero soffrire la fame. E cita anche Michael Levitt, vincitore del Premio Nobel per la chimica: "Non c'è dubbio che quando guardiamo indietro a tutta questa storia, il danno fatto dal lockdown supererà di gran lunga qualsiasi salvataggio di vite".
Tutto ciò che sappiamo per certo è che non sappiamo nulla di sicuro. Infatti neanche i presunti vantaggi del lockdown sono una cosa certa. Ed è invece altamente possibile che il lockdown aumenti, non diminuisca, il numero di anni di vita persi in America.
Ma aspettate... c'è di più nella vita oltre a non morire. C'è anche la parte in cui "viviamo"... e lo facciamo in molti modi che i dottori. Fauci e Birx non possono immaginare.
Non è solo una questione di tempo. Supponiamo che voi abbiate passato tutta la vostra vita "come un vegetale", tenuti "in vita" da tubi e farmaci. Cosa varrebbe la vostra vita?
Può essere sacra agli occhi di Dio, ma l'uomo applicherebbe una deroga. Una vita in coma non è la stessa di una vissuta in pieno; e per la maggior parte delle persone non vale più di tanto.
Il problema con gli epidemiologi, come gli economisti, è che possono contare, ma non riescono a capire. Possono misurare la quantità, ma non la qualità.
La qualità può essere misurata solo dalle scelte umane. E le scelte umane, che si tratti di tassi d'interesse, alpinismo, acconciature, amore, o arte, possono essere afferrate solo se gli umani sono autorizzati a realizzarle.
A due persone potrebbe essere detto che il COVID-19 è a briglie sciolte nella loro città... potrebbero sapere che se dovessero contrarre la malattia, data la loro identica età (entrambi hanno 75 anni) e le condizioni fisiche (entrambi hanno il diabete ed entrambi intendevano mettersi a dieta anni fa), avrebbero una possibilità su 10 di morire.
Una... ben fornita di liquori e compagnia piacevole... può decidere che non valga la pena "avventurarsi" fuori. L'altra... non potendo resistere chiusa in casa, potrebbe prendersi le sue responsabilità e uscire. Ognuno fa la sua scelta e rischia.
Impedendo la scelta, le autorità indeboliscono la qualità della vita e (probabilmente) la quantità di essa, misurata nel tempo. Entrambe le persone nel nostro esempio cadono vittima delle stesse restrizioni, anche se solo una ne verrebbe afflitta di più.
E le autorità, i benefattori e gli improvvisatori del mondo, incoraggiati da Fauci e virologi superstar, non si fermano qui. Applicano le stesse regole a tutti, anche se gli ultra 85enni hanno 15.000 volte più probabilità di morire di COVID-19 rispetto ai minori di 15 anni.
Quindi ora siamo tutti rinchiusi: vecchi e giovani, sani e malati... come vecchi leoni senza denti nello zoo di Baltimora.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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il trucco ottico: Se si avessero fatti tamponi, scientificamente non validate, per altri virus negli anni passati, avrebbero creato lo stesso panico. In realtà anche i 100.000 morti negli USA nel 1969 per il Virus H3N2, mentre si organizzava il Mega-Festival di Woodstock, invece erano solo 0,003 % della popolazione e non hanno aumentato in modo eccezionale la mortalità normale del paese di circa 0.7% cioè su circa 300 milioni >2 milioni ogni anno. Oggi si ipnotizza la gente con numeri fuori contesto e senza validità scientifica.
RispondiEliminaMa si, liberiamo il pianeta della nostra molesta e fastidiosa presenza.
RispondiEliminaLa banda di fanatici "restoacasa", sindaci/governatori di regione psicopatici e giornalisti-terroristi devono farsene una ragione: il lockdown è un atto criminale, anche di fronte la peggiore delle pestilenze. Ecco l'ennesima testimonianza di questa verità, stavolta proveniente da uno scienziato della Stanford vincitore del Nobel, il professore Levitt, il quale ha dichiarato in un'intervista al Telegraph che, secondo i suoi modelli, il lockdown non ha salvato vite, in realtà ha causato più morti.
RispondiEliminaLa vita, diceva il Buddha, è una lunga agonia e il bambino ha ragione di piangere alla nascita. Viviamo di sogni e l'unica alternativa è svegliarsi.
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