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giovedì 16 aprile 2020
Perché c'è carenza di liquidità nonostante le azioni della FED?
di Daniel Lacalle
Come può la FED lanciare uno stimolo monetario "illimitato" con il Congresso che approva un pacchetto da $2.000 miliardi e il dollaro rimane forte? La risposta sta nella crescente carenza di dollari a livello globale e questa dovrebbe essere una lezione per gli alchimisti monetari di tutto il mondo.
Il pacchetto di stimolo da $2.000 miliardi concordato dal Congresso è circa il 10% del PIL e, se includiamo le strutture di prestito della FED per il capitale circolante, ciò significa $6.000 miliardi di liquidità per consumatori e imprese nei prossimi nove mesi.
Il pacchetto di incentivi approvato dal Congresso è composto dai seguenti punti chiave: trasferimenti fiscali permanenti a famiglie ed imprese per quasi $5.000 miliardi; gli individui riceveranno un pagamento in contanti di $1.200 ($300 miliardi in totale); prestiti per le piccole imprese, che diventano sovvenzioni se vengono mantenuti posti di lavoro ($367 miliardi); aumento dei pagamenti delle indennità di disoccupazione che ora coprono il 100% dei salari persi per quattro mesi ($200 miliardi); $100 miliardi per il sistema sanitario e $150 miliardi per i governi statali e locali. Il resto del pacchetto prevede un sostegno temporaneo a famiglie ed imprese, compresi i ritardi fiscali e le esenzioni. Infine l'utilizzo del Treasury's Exchange Stabilization Fund per $500 miliardi in prestiti a favore di società non finanziarie.
A questo dobbiamo aggiungere il massiccio programma di quantitative easing annunciato dalla FED.
Innanzitutto dobbiamo capire che la parola "illimitato" è solo uno strumento di comunicazione. Non è illimitato, è limitato dalla fiducia e dalla domanda di dollari USA.
Ho avuto il piacere di lavorare con diversi membri della Federal Reserve e la verità è che sanno che non è illimitato. Ma sanno che la comunicazione è importante.
La Federal Reserve ha identificato il tallone d'Achille dell'economia mondiale: l'enorme carenza globale di dollari. Ora è stimata a $13.000 miliardi, se deduciamo le passività denominate in dollari dall'offerta di moneta comprese le riserve.
Com'è possibile? Negli ultimi 20 anni il debito denominato in dollari nelle economie emergenti e sviluppate, Cina in testa, è letteralmente esploso. Il motivo è semplice: gli investitori nazionali e internazionali non accettano il rischio di valuta locale sapendo che, in un evento come quello che stiamo vivendo, molti Paesi deciderebbero di effettuare enormi svalutazioni e distruggerebbero i loro obbligazionisti.
Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, l'ammontare in circolazione di obbligazioni denominate in dollari emesse da Paesi emergenti ed europei è raddoppiato, passando da $30.000 miliardi a $60.000 miliardi tra il 2008 e il 2019. Tali Paesi ora affrontano più di $2.000 miliardi di scadenze (denominate in dollari) nei prossimi due anni e, inoltre, il calo delle esportazioni, del PIL e del prezzo delle materie prime ha generato un enorme buco nelle entrate per la maggior parte delle economie.
Se prendiamo le riserve in dollari USA dei Paesi più indebitati e deduciamo le passività totali ai ricavi stimati dopo questa crisi... la carenza globale di dollari potrebbe passare da $13.000 miliardi a marzo 2020 a $20.000 miliardi a dicembre... e questo se non stimiamo una recessione globale.
La Cina detiene $3.000 miliardi di riserve ed è uno dei Paesi meglio preparati, ma le riserve totali coprono circa il 60% degli oneri esistenti. Se il gettito delle esportazioni crolla, aumenterà la scarsità di dollari. Nel 2019 i cinesi hanno aumentato il loro debito in dollari di $200 miliardi a causa del rallentamento delle esportazioni.
Le riserve auree non sono sufficienti. Se consideriamo le riserve auree delle principali economie, esse rappresentano meno del 2% dell'offerta di moneta totale. La Russia ha le maggiori riserve auree rispetto alla sua offerta di moneta. Riserve auree cinesi: 0,007% della sua offerta di moneta (M2); riserve auree della Russia: circa il 9% della sua offerta di moneta. In quanto tale, non esiste una valuta "coperta dall'oro" nel mondo e la miglior valuta protetta dall'oro, il rublo, è preda della stessa volatilità nei periodi di recessione che imperversa nelle commodity a causa della scarsità del dollaro USA, sebbene non come la volatilità di quei Paesi dell'America Latina che devono far fronte sia al calo delle riserve in dollari USA sia al calo della domanda interna nei confronti della valuta nazionale (come in Argentina).
La Federal Reserve sa di avere a disposizione il più grande bazooka esistente, perché il resto del mondo ha bisogno di almeno $20.000 miliardi entro la fine dell'anno, quindi può far salire il suo bilancio e sostenere un grande aumento del deficit da $10.000 miliardi, ma negli Stati Uniti rimarrebbe la carenza di dollari.
Il dollaro USA non si indebolisce più di tanto perché il resto dei Paesi sta affrontando un'enorme perdita di riserve, mentre allo stesso tempo fa salire la propria base monetaria molto più velocemente della Federal Reserve.
In secondo luogo, l'accumulo di riserve auree da parte delle banche centrali negli ultimi anni è stato più che compensato in pochi mesi dall'aumento della base monetaria dei Paesi leader a livello mondiale. In altre parole, le riserve auree di molti Paesi sono aumentate ma ad un ritmo molto più lento rispetto alla loro base monetaria.
La Federal Reserve sa qualcos'altro: nelle circostanze attuali e con una crisi globale all'orizzonte, la domanda globale di obbligazioni dei Paesi emergenti molto probabilmente crollerà, ben al di sotto delle loro esigenze di finanziamento. La dipendenza dal dollaro USA aumenterà quindi. Perché? Quando centinaia di Paesi provano a copiare la Federal Reserve e a tagliare i tassi senza avere la sicurezza legale, d'investimento e finanziaria degli Stati Uniti, cadono nella trappola di cui parlo nel mio libro Escape from the Central Bank Trap: ignorano la domanda reale per la loro valuta.
Un Paese non può aspettarsi di avere una valuta di riserva globale e allo stesso tempo mantenere iin piedi controlli di capitale e lacune in termini di sicurezza degli investimenti.
Probabilmente la BCE lo capirà a breve, quando l'enorme surplus commerciale che sostiene l'euro crollerà di fronte ad una crisi. Il Giappone ha imparato questa lezione trasformando lo yen in una valuta coperta da enormi risparmi in dollari e aumentando la sua sicurezza legale e d'investimento secondo gli standard degli Stati Uniti o del Regno Unito, nonostante la sua follia monetaria.
Le banche centrali non vogliono vedere chi vince, ma chi perde per primo. E quelle che perdono sono sempre quelle che giocano a fare la FED e gli Stati Uniti, senza la libertà economica, la certezza del diritto e la sicurezza degli investitori presenti negli Stati Uniti.
La Federal Reserve può essere criticata, e giustamente, per la sua follia monetaria, ma almeno è l'unica banca centrale che analizza veramente la domanda globale di dollari USA e sa che la sua offerta di moneta deve aumentare molto meno della sua domanda di valuta totale. In realtà, il QE della FED non è illimitato, è limitato dalla domanda reale di valuta statunitense, qualcosa che altre banche centrali ignorano o preferiscono dimenticare. Il dollaro americano può perdere la sua posizione di riserva globale? Certo che può, ma mai nei confronti di un Paese che decide di impiegare le sue stesse follie monetarie senza la un'analisi della domanda reale per la valuta che gestisce.
Questa dovrebbe essere una lezione per tutti i Paesi. Se si cade nella trappola della valuta di riserva e della stampa monetaria illimitata senza capirne la domanda, la dipendenza dal dollaro USA si intensificherà.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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