di Wendy McElroy
Secondo Bitcoin Obituary Page, Bitcoin è morto 379 volte tra il 2010-2019 per una serie infinita di cause. Il numero è senza dubbio sottostimato poiché si basa su un campione limitato di necrologi. Nonostante l'allegria con cui è contemplato il cadavere di Bitcoin, esso prospera perché continua a soddisfare il bisogno umano di privacy e controllo finanziario.
Bitcoin è antifragile
La struttura di Bitcoin è robusta. L'economista Nassim Taleb ha sviluppato il concetto di "antifragilità" nel suo libro Antifragile. Taleb ha distinto il concetto dalla resilienza: le cose antifragili "traggono beneficio dagli shock; prosperano e crescono quando esposti a volatilità, casualità, disordine e fattori di stress e amano l'avventura, il rischio e l'incertezza [...]. L'antifragilità va oltre la resilienza o la robustezza. Il resiliente resiste agli shock e rimane lo stesso; l'antifragile migliora".
Le criptovalute sono considerate antifragili e in un post del 2018 su Medium Taleb ha spiegato il perché. Le banche centrali sono "una monocultura perfetta" che operano tutte con lo stesso modello centralizzato, mentre Bitcoin funziona in modo "distribuito" o decentralizzato. Taleb ha citato la difesa della decentralizzazione sostenuta da Friedrich Hayek, la quale si basava sulla superiorità della conoscenza distribuita: "Beh, sembra che non abbiamo nemmeno bisogno di quella cosa chiamata conoscenza affinché le cose funzionino bene. Né abbiamo bisogno della razionalità individuale. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la struttura".
La struttura della blockchain non ha alcun proprietario, nessuna autorità centralizzata, nessuna necessità di trattare con una terza parte di fiducia. La libertà da queste ultime offre a Bitcoin un netto vantaggio rispetto ad altre valute private, come l'oro. "Le banche controllano i custodi e gli stati controllano le banche [...]. Quindi Bitcoin ha un enorme vantaggio rispetto all'oro nelle transazioni: l'autorizzazione non richiede un custode specifico. Nessuno stato può controllare quale codice si sta pensando".
Il controllo distribuito "della folla" non solo elude l'autorità centralizzata, ma offre anche una diversa innovazione con cui Bitcoin migliora. Il decentramento è la sua antifragilità. L'eccesso di fiducia sarebbe comunque un errore. I nemici, potenti e fortemente motivati, vogliono distruggere le criptovalute e non dovrebbero essere sottovalutati.
Come uccidere le criptovalute
Lo stato e un attacco tecnologico compiuto da attori malevoli sono le due maggiori minacce alle criptovalute di libero mercato. Il secondo è il meno preoccupante. La blockchain di Bitcoin è quasi inattaccabile e lo sviluppo può affrontare altri problemi tecnici che si presenteranno. Al contrario, lo stato sa dove vivete e a volte non c'è scampo.
Un articolo di Morgen Peck del MIT Technology Review del 24 aprile 2018 si intitola "Let's Destroy Bitcoin". L'opzione uno è etichettata come "Government takeover" e si riferisce alla creazione di una valuta digitale nazionale. Peck immagina un futuro distopico in cui le tasse verranno pagate attraverso "un algoritmo" che "fa automaticamente un prelievo dal vostro portafoglio elettronico in una valuta chiamata Fedcoin". Fedcoin sarebbe una valuta digitale emessa dalle banche centrali con la blockchain amministrata dallo stato o dalle istituzioni sotto la sua autorità.
Peck descrive il sistema Fedcoin: "Ogni banca è responsabile di una serie di indirizzi sulla blockchain. Quando arrivano nuove transazioni, la banca le convalida in un nuovo blocco e le invia alla FED. Quest'ultima funge quindi da arbitro finale, controllando le voci e unificando i blocchi in una versione principale della blockchain che rende pubblica".
Per accedere al sistema, una persona deve dimostrare la propria identità ed aprire un wallet con la Federal Reserve o un istituto finanziario approvato. Inizialmente i Fedcoin potrebbero essere acquistati in contanti; quando le persone si sentirebbero a proprio agio con la nuova valuta, essa avrebbe potuto sostituire interamente i contanti. Una società senza contanti consentirebbe allo stato di tassare ed imporre la politica monetaria in modo più efficiente. Le nuove valute digitali potrebbero essere coniate a volontà, per esempio. Le liste nere potrebbero escludere persone e organizzazioni discutibili dalla partecipazione al sistema finanziario autorizzato ed unico.
Il Fedcoin ucciderebbe la visione di Satoshi Nakamoto di una valuta privata e decentralizzata attraverso la quale gli individui possono essere la propria banca. O no?
Lo stato può distruggere Bitcoin?
Probabilmente no.
Per prima cosa, un divieto effettivo delle criptovalute di libero mercato richiederebbe uno sforzo mondiale che sarebbe molto difficile da coordinare. Le risposte nazionali alle criptovalute variano ampiamente. Diverse nazioni le hanno vietate, mentre altre si affrettano ad abbracciarle come proposta per fare soldi. Gli utenti tendono a trasferire i propri soldi verso lidi propizi. I tentativi globali di controllare le criptovalute si trasformerebbero in un gioco "colpisci la talpa" mondiale.
D'altra parte, sebbene lo stato possa dare la caccia a miner o utenti, non può distruggere un'idea. E questo è ciò che sta alla base di Bitcoin: un'idea, un protocollo. Anche se il white paper di Satoshi fosse stato censurato nel 2008, la tecnologia non avrebbe potuto essere soppressa. Al massimo, avrebbe potuto essere ritardata. Quando inevitabilmente sarebbe poi emersa, avrebbe avuto un vantaggio immediato perché sarebbe stata più veloce e più adattiva della legislazione.
Una conseguenza comune della censura o dei divieti è stata quella di rafforzare l'obiettivo, non eliminarlo. Ci sono diverse ragioni. L'illegalità di solito aumenta il prezzo di un articolo, ad esempio le droghe, ma l'oggetto continua ad essere facilmente disponibile. Aumentano i contrabbandieri di sostanze stupefacenti perché esse diventano molto redditizie.
Saifedean Ammous, autore di "Il Bitcoin Standard", è tra coloro che credono che i tentativi di soppressione incoraggino le criptovalute di libero mercato. "La gente pensa che se uno stato dovesse approvare una legge che vieta Bitcoin", ha spiegato Ammous, "allora Bitcoin scomparirà. In realtà accadrebbe il contrario". Un divieto aumenterebbe la consapevolezza pubblica di due realtà: se gli utenti sono disposti a rischiare la reclusione, allora la criptovaluta deve essere preziosa e utile; e lo stato è in guerra contro la libertà finanziaria. Entrambe queste affermazioni favoriscono le criptovalute.
Anche la punizione severa degli utenti di criptovalute non scoraggerà necessariamente qualsiasi attività illegale che lo stato possa sbandierare come giustificazione. Ross Ulbricht, creatore di Silk Road, è un esempio emblematico. Arrestato nel 2013 è stato infine condannato a due anni di reclusione senza possibilità di libertà vigilata. Ciononostante le darknet ancora sono qui con noi. Il tentativo di repressione mirato di autori di "reati" renderà più attraente la libertà offerta dalle criptovalute, accelerando la conversione della ricchezza da beni fisici in beni digitali.
La migliore possibilità di uno stato di monopolizzare le valute digitali è un attacco su tre fronti.
- Emettere la propria valuta digitale in competizione con le altre, offrendo vantaggi legali agli utenti e mantenendo alcuni vantaggi pratici di quelle di libero mercato, come la velocità di trasferimento.
- Demonizzare costantemente le criptovalute private come veicoli ad alto rischio di criminalità e immoralità. Invece di una censura tout court, lo stato conduce una campagna di propaganda.
- Vietare o regolamentare rigorosamente le criptovalute di libero mercato. Queste ultime diventerebbero mercato nero e giustificherebbero quindi una presa sempre più stretta da parte dello stato.
"Il modo affinché possano uccidere Bitcoin è offrire una tecnologia migliore, che possa ovviare alla necessità di Bitcoin", secondo Ammous. "O almeno, devono provarci." In realtà lo stato deve solo convincere le persone che le criptovalute di libero mercato siano pericolose e che quelle statali siano un rimpiazzo sicuro, indipendentemente dal fatto che sia vero. In breve, un monopolio monetario = sicurezza e moralità; libertà = rischio e condotta immorale.
Lo stato deve convincere le persone velocemente, perché sta scadendo il suo tempo. La cosiddetta "Everything Bubble", una gigantesca bolla in una grossa categoria di asset, scoppierà e quelle entità che hanno giovato dalla sua inflazione faranno la stessa fine. Un nuovo sistema valutario e di pagamento potrebbe dare alle banche un'aria di efficienza e progresso, facendo guadagnare tempo allo stato.
Ammous ha ragione. Lo stato deve "provare" a ricreare le criptovalute come veicolo del potere statale. Il tentativo potrebbe riuscire temporaneamente e in una certa misura, ma la criptovaluta emessa dallo stato alla fine fallirà perché non va a vantaggio degli utenti. In tal caso, la criptovaluta di stato non richiederebbe la forza della legge. A titolo di esempio, la blockchain di Bitcoin è progettata per distribuire potere attraverso un sistema peer-to-peer che non consente ad un'autorità centrale di riscrivere arbitrariamente le regole. Questo è un controllo essenziale sull'integrità del sistema. Se un'autorità centrale controlla la blockchain, diventa un database che serve gli interessi dello stato. La blockchain perde il suo "valore d'uso" di libero mercato, che è il trasferimento privato e conveniente di denaro a distanza. Invece la blockchain e le sue coin acquisiscono un "disvalore d'uso", che è il loro costo in termini di sorveglianza e tasse, compresa l'inflazione.
Le voci sulla morte di Bitcoin sono esagerate, ma non dovrebbero essere ignorate. Saper evitare un pericolo significa sapere qual è e dov'è.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Se le banche centrali possono stampare denaro dal nulla quindi a costo zero, cosa impedisce loro di stampare a costo zero l'equivalente per acquistare 21 milioni dì bitcoin e buttare le chiavi? Un occasione in più per creare inflazione, è una possibilità plausibile?
RispondiEliminaSalve Nuasat.
EliminaNo, non credo sia possibile. :)
A parte il fatto che dovrebbero stampare denaro da qui fino al 2130 più o meno, ma dubito che possano arrivare così lontano, nel momento in cui seguissero una strada simile il prezzo di Bitcoin schizzerebbe così in alto che per fare affari basterebbe un singolo satoshi. Il che renderebbe vano il tentativo, perché l'accaparramento dovrebbe rappresentare un mezzo di controllo o esclusione, mentre invece si tramuterebbe in un'arma a doppio taglio. Ma mettiamo anche che riesca a sequestrarli tutti, ad oggi però esistono altre versioni di Bitcoin che potrebbero essere utilizzate (oltre anche ad altre criptovalute). l'esercizio descritto nel commento sarebbe essenzialmente inutile perché il tutto si spiega con un piccolo meccanismo filosofico: gli esseri umani non possono concepire il concetto di infinito data la loro natura finita e l'ambiente finito che li circonda. E ciò si applica anche al denaro...