di Alasdair Macleod
Ancor prima che il coronavirus si scatenasse in una Cina impreparata, il ciclo del credito stava facendo cadere il mondo in recessione. Il coronavirus ha semplicemente peggiorato una situazione esistente, bloccando la Cina e interrompendo le catene di approvvigionamento globali al punto in cui si sono inceppate ampie zone di produzione globale.
È probabile che la crisi sia un campanello d'allarme per quegli investitori ancora ignari del pericolo, che sono contenti di acquistare obbligazioni a prezzi elevati emesse da governi in bancarotta. Una recessione trasformata dal coronavirus in un crollo porterà ad un'esplosione sincronizzata dell'emissione di debito, per la quale non ci sono acquirenti e potrà solo essere monetizzata.
L'adeguamento alla realtà sarà catastrofico per le finanze degli stati e delle loro valute fiat. Questo articolo spiega perché il crollo dei prezzi degli asset finanziari e delle valute fiat è probabile che sarà rapido, forse dando alla gente comune in alcune giurisdizioni una prima prospettiva di un ritorno all'oro e all'argento come moneta circolante.
Introduzione
Il mio ultimo articolo sottolineava come gli asset finanziari e le valute fiat crolleranno insieme. La base di questa supposizione è duplice: in primo luogo, le politiche delle banche centrali stanno vincolando l'aumento dei prezzi degli asset finanziari con il mantenimento del valore delle valute fiat. Pertanto se uno cade, entrambi cadono. E in secondo luogo c'è un precedente storico: la bolla della Mississippi di 300 anni fa.
I tempi per un tale collasso sembrano essere imminenti. Ogni giorno sempre più dati confermano che l'economia globale sta scivolando in recessione. Finora le persone hanno ignorato questo importante sviluppo, ma ora che sta diventando difficile ignorarlo, senza dubbio il coronavirus si prenderà la colpa. Questo è un errore perché i fattori che portano ad un crollo, principalmente la fine della fase espansiva del ciclo del credito che si combina con il protezionismo commerciale americano contro le importazioni cinesi, fanno eco agli sviluppi che hanno portato al crollo di Wall Street nell'ottobre 1929. Se questo punto è accettato, il mondo potrebbe essere sull'orlo di una recessione esacerbata ma non causata dal virus.
Il coronavirus ha quasi bloccato totalmente l'economia cinese. Minaccia di diventare una pandemia con gravi conseguenze per tutte le altre economie nazionali e le loro valute fiat.
La questione centrale che scaturirà dalla prossima crisi monetaria sarà incentrata sul rating del debito pubblico. Quasi tutti gli stati guidati dal welfare state sono finiti in una trappola del debito. Pensano che l'inflazione dei prezzi sia sotto controllo, perché lo dicono le statistiche ufficiali, permettendo loro di continuare ad accumulare deficit di bilancio crescenti con apparente impunità. Le banche centrali non si rendono conto che molto presto saranno le uniche acquirenti del debito dei loro governi. L'ironia di ripetere gli errori della Reichsbank nel 1918-23 non sarà affatto colta e il percorso verso la bancarotta non farà che accelerare il ritmo della stampa monetaria.
Il coronavirus è forse un modo affinché i mercati possano riguadagnare il controllo sui prezzi, togliendolo dalle mani dei pianificatori monetari centrali. I panglossiani nelle comunità bancarie e di investimento saranno bruscamente svegliati per ritrovarsi a fissare la realtà economica. Solo allora ci sarà la possibilità che le menzogne neo-keynesiane vengano scartate e che ci sia un ritorno al denaro sano ed onesto.
È improbabile che ci sia molto tempo. Anche senza il coronavirus, un bear market per le obbligazioni potrebbe essere da solo un evento devastante. L'inflazione delle valute fiat e la soppressione dei tassi d'interesse sono stati i principali motori dietro l'aumento dei prezzi delle obbligazioni, il che ci dice che il loro collasso indebolirà anche le stesse valute fiat, un doppio smacco per gli investitori ignari. Ma rispetto a cosa dobbiamo misurare un declino delle valute fiat? Denaro sano ed onesto, ovviamente: oro e argento, insieme anche ad altre riserve di valore come Bitcoin.
I titoli di stato hanno raggiunto la fine della strada
Prenderemo come esempio principale il mercato obbligazionario statunitense, perché i fan delle valute fiat credono che oltre ai singoli valori temporali rappresentino il criterio di investimento privo di rischio. Il decennale USA ha un rendimento inferiore all'1,6%, ma i suoi prezzi futuri sollevano gravi problemi.
Prima di affrontare il rischio, dovremmo far notare che la teoria delle preferenze temporali ci dice che il possesso di liquidità vale sempre più del suo non possesso. La determinazione di tal valore futuro non è significativo se si acquista un decennale USA al fine di rivenderlo una settimana dopo. Ma se lo si acquista al fine di tenerlo come un investimento, allora la determinazione del suo valore futuro diventa rilevante. Non possiamo sapere quale sarà questa preferenza temporale, perché può essere ben inquadrata solo in un mercato libero, non in un mercato manipolato dalle azioni della FED. Ma con la storia come guida, un valore annualizzato di circa il 2% per un'obbligazione a 10 anni può essere utilizzato come guida approssimativa.
La Figura 1, un grafico a lungo termine del rendimento di questo bond, sembra indicare che esiste un bottom solido intorno all'1,4% (rappresentato dalla linea orizzontale). Questo bottom è circa mezzo punto percentuale in meno rispetto al nostro valore di preferenza temporale stimato.
Con il suo rendimento attualmente dell'1,56%, il prezzo sembra non aver molto margine di salita e possiamo capire perché. E se accettiamo le stime del governo riguardo l'IPC-U, secondo cui tutti gli articoli indicizzati sono saliti del 2,5%, il rendimento dovrebbe essere più vicino al 4% e quindi quello attuale è fortemente soppresso.
Questo non è tutto. Mentre il livello generale dei prezzi è un concetto economico, non è misurabile; un fatto che consente al BLS e a tutte le altre nazioni di usare l'IPC "standardizzato" per cercare una cifra ufficiale. Due analisti indipendenti, il Chapwood Index e Shadowstats, ci confermano che un tasso più realistico di deprezzamento monetario del dollaro USA non è del 2%, ma di circa il 10% annuo.
Ma per il momento gli investitori credono che alla bugia dell'inflazione dei prezzi perché lo vogliono in realtà. Quando inizieranno a rendersi conto che il tasso ufficiale è pura finzione, allora i titoli di stato rifletteranno un rendimento molto più elevato. In altre parole, qualsiasi rialzo dei prezzi delle obbligazioni è limitato, mentre laltro lato della medaglia offre più margine di discesa. A titolo esemplificativo, un'obbligazione a 10 anni al rendimento attuale dovrebbe scendere di $47,40 per incarnare un rimborso lordo del 10%.
Ovviamente il mercato dei titoli del Tesoro USA è mispriced. Per stimare la probabilità che la FED perda il controllo dei prezzi delle obbligazioni, dovremmo anche tenere conto dello stato delle finanze del governo degli Stati Uniti, poiché non abbiamo ancora incorporato rischi futuri di svalutazione monetaria nei nostri calcoli. Con un deficit di bilancio iniziale nell'anno fiscale in corso a $1.027 miliardi, una recessione, per non parlare di un crash, peggiorerà notevolmente le finanze pubbliche. Per gli anni 2020-2022 il CBO prevede una crescita del PIL reale in media del 2% annuo. In un futuro molto prossimo, a causa del solo coronavirus, sarà probabilmente rivista drasticamente verso il basso, se non dal CBO dagli attori di mercato, poiché ulteriori prove di una recessione incombente diventeranno troppo difficili da ignorare.
Tutto quello che dobbiamo sapere per ora è che la revisione delle prospettive economiche sarà significativa, sulla base delle recenti tendenze recessive e del potenziale impatto del coronavirus. L'attuale fase del ciclo del credito indica che le banche sono in procinto di ritirare il credito in circolazione, colpendo particolarmente le PMI. La disoccupazione aumenterà, insieme alle bancarotte.
Ma anche se il coronavirus sarà contenuto in Cina e in Asia orientale, le catene di approvvigionamento delle società statunitensi cesseranno di funzionare, richiedendo una riallocazione di tempo e credito bancario. E questo è anche un anno elettorale, quando la prudenza economica e finanziaria di qualsiasi presidente è al minimo e la sua amministrazione è più propensa a buttare soldi per qualsiasi problema economico.
Senza una recessione, a parità di altre ipotesi, le previsioni del CBO e l'effetto sul debito pubblico potrebbero essere ritenute credibili dagli investitori creduloni. Ma tutto il resto non rimane uguale e possiamo già vedere perché queste previsioni si stiano già rivelando sbagliate. La domanda quindi è quale sarà l'effetto sui mercati quando si comprenderanno questi errori ed i prezzi degli asset finanziari si aggiusteranno alla realtà.
L'adeguamento seguirà l'attuale periodo di compiacenza. I prezzi dei titoli del Tesoro USA di recente sono saliti, in parte perché li si considera beni rifugio, ma certamente sulla fiducia nella gestione economica dello stato. Le azioni sono al massimo, o vicine ai massimi storici, rispetto ai valori relativi dei rendimenti obbligazionari e l'aspettativa è che una qualsiasi recessione sarà lieve. Un ulteriore quantitative easing dovrebbe sostenere l'economia e la prospettiva a lungo termine di una ripresa economica decente. Un ulteriore quantitative easing è considerato bullish.
Le preoccupazioni per il dollaro sono praticamente assenti. La psicologia degli investitori è parte integrante del Dilemma di Triffin, secondo cui politiche fiscali altrimenti irresponsabili consentono al fornitore della valuta di riserva mondiale di accumulare deficit aumentando l'offerta di dollari per gli stranieri, sempre affamati di biglietti verdi e che reinvestono in titoli di stato statunitensi. E se c'è una recessione, recita la teoria mainstream, allora ci sarà sempre una fuga verso dollari e titoli del Tesoro USA.
La seconda parte del Dilemma di Triffin finisce con una crisi, che è sostanzialmente ciò che stiamo affrontando ora. Gli investitori devono ancora prenderne nota.
Mettendo per il momento da parte gli effetti del coronavirus, gli imprenditori ed i loro banchieri di solito sono i primi a vedere che l'ottimismo economico è fuori luogo. Gli imprenditori annaspano a causa del deterioramento delle condizioni commerciali ed i banchieri affrontano lo stesso destino con la valutazione del rischio. Le autorità, in particolare la FED, saranno le prossime, visto che hanno commesso l'errore di credere nelle proprie statistiche e nelle baggianate keynesiane.
Si può prevedere la scena: visto che l'economia non sta andando come sperato, la FED decide di chiamare la dirigenza delle banche GSIB per ascoltare le loro preoccupazioni, raccogliere informazioni e rassicurarle sul fatto che tutto è sotto controllo. Successivamente possiamo immaginare la seguente conversazione:
Banchiere A: "Beh, che ne pensi?"
Banchiere B: "La FED deve essere preoccupata se ha sentito il bisogno di rassicurarci. Le cose vanno peggio di quanto pensassimo."
Banchiere A & B: (Pensando) Riferirò al mio consiglio che la FED è molto preoccupata e dobbiamo ridurre urgentemente il nostro portafoglio di prestiti prima che lo facciano i nostri concorrenti.
È successo prima. Niente di tutto ciò si verificherebbe in un'economia basata su denaro sano ed onesto e mercati liberi, suscettibili solo a crash una tantum come una guerra e il coronavirus. Invece l'economia americana è gestita sulla base del mantenimento della fiducia dei consumatori e dell'offerta ininterrotta di credito. Dopo molti anni di salvataggi, gli attori economici sono diventati completamente dipendenti dal mantenimento della fiducia e non hanno piani alternativi in caso di fallimento. Ma il fallimento sta diventando evidente.
La questione centrale si sposta quindi sul rating del credito futuro del governo degli Stati Uniti. Supponendo che la FED stia perdendo il controllo della situazione monetaria complessiva e che i rendimenti dei prezzi verranno impostati dai mercati, come valutereste un mutuatario molto grande con il seguente profilo di credito?
- Nessun surplus di entrate rispetto alle spese sin dal 2001. La tendenza attuale è un ulteriore deterioramento senza fine in vista.
- Il valore attuale netto delle passività future è stimato in modo indipendente (Kotlikoff) a oltre $200.000 miliardi. Il reddito corrente (tasse ecc.) a $3.600 miliardi fornisce un rapporto tra reddito e spesa futura di oltre 50 volte. Il reddito fiscale diminuirà quasi sicuramente facendo aumentare ulteriormente questo rapporto.
- Il costo degli interessi netti a tassi d'interesse irrealisticamente bassi è pari al 38% del deficit dello scorso anno. Un tasso d'interesse più realistico potrebbe avere un effetto immediato e catastrofico sulle finanze statali.
- Il management sembra ingiustificatamente ottimista sul fatto che i ricavi futuri aumenteranno.
In assenza di un management che accetta di cambiare radicalmente rotta, ci può essere solo una risposta: non prestare denaro ed eliminare tutta l'esposizione esistente. Quando lo si capirà questa sarà la realtà a cui si troveranno di fronte non solo le banche, ma tutti i possessori di titoli del Tesoro USA, compresi gli stranieri.
Di conseguenza il passaggio dallo stato attuale di un controllo repressivo ad una valutazione realistica del debito pubblico sarà sia feroce che rapido. Gli unici stranieri che potrebbero ritardare la vendita del debito esistente del governo degli Stati Uniti sono quelli sotto il manganello dello zio Sam o che non desiderano esacerbare la situazione. Con il collasso del commercio transfrontaliero, tutti gli altri non hanno buone ragioni per detenere dollari e debito in dollari, per non parlare di estenderne l'esposizione. Inoltre negli ultimi anni gli hedge fund sono andati short su euro e yen e long su dollari e debito del Tesoro USA attraverso swap fx. Anche tali posizioni da migliaia di miliardi di dollari devono essere smobilitate, il che metterà ulteriore pressione sul dollaro e sui mercati obbligazionari.
L'unico acquirente sarà la FED che, così come per le nuove emissioni, dovrà assorbire le vendite estere e quelle degli hedge fund in difficoltà. Per questi motivi la monetizzazione del debito dovrà quasi certamente avvenire su una scala molto più ampia rispetto alla crisi della Lehman. Non vi è alcun prezzo per il debito pubblico in queste circostanze, poiché più alto è il tasso d'interesse, peggiore diventerà il numero. Né ci sarà alcun valore per la valuta utilizzata per acquistarlo, perché se lo stato va in bancarotta la sua valuta scoperta diventerà anch'essa senza valore.
Altri stati con importanti oneri futuri in materia di welfare si trovano in una posizione simile. Gli elevati rapporti debito/PIL diventeranno una trappola del debito, in combinazione con deficit di bilancio alimentati dalla recessione e costi di finanziamento realistici. Nell'Unione Europea e in Giappone i costi di finanziamento dei governi raggiungeranno vette spropositate.
Nel frattempo c'è un'aria di compiacimento perché si ritiene che la prossima crisi porterà a tassi ancora più bassi, come è avvenuto per ogni crisi del credito negli ultimi quarant'anni. Ma come mostrato nella Figura 1, dopo un lungo calo il rendimento del decennale USA sta ora facendo fatica a scendere. I tassi d'interesse a zero o addirittura negativi imposti dalla FED non possono modificare questo fatto.
Questo è importante, perché le banche centrali hanno provato tutto ciò che potevano per ripristinare la crescita economica e hanno esaurito le idee. Guidate dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, stanno ora supplicando i loro governi di indebitarsi di più mentre i tassi sono economici, nella speranza che i maggiori deficit di bilancio impediscano al mondo di scivolare in recessione.
Le altre banche centrali sono sulla stessa barca
Il diavolo del debito è tentatore e il debole cede alle sue lusinghe. La risposta di tutti i membri del G20 ad un'economia globale in recessione sarà ovviamente una raffica coordinata di spesa in deficit che porterà ad un'espansione sincronizzata dell'offerta di titoli di stato e denaro fiat per pagarla. È impossibile, anche per uno come Boris Johnson, resistere all'imperativo politico di costruire nuovi ospedali, formare migliaia di nuovi infermieri e poliziotti e lanciare denaro su una nuova ferrovia fuori budget che collega il nord dell'Inghilterra a Londra. Che, per inciso, probabilmente svuoterà il nord in cerca di fortuna a Londra, invece di diffondere la ricchezza di Londra verso il nord. La maggior parte di questa spesa è classificata come investimento, ma il fatto è che senza un aumento proporzionale dei risparmi personali si tratta di spesa inflazionistica.
Forse il dollaro non sarà il primo a scivolare, vista la chiusura dell'economia cinese a causa del coronavirus. Lo yuan sarà il primo a soffrire negli scambi con l'estero, un processo che sembra già essere iniziato. Ma questo potrebbe galvanizzare la PBOC per stabilizzare la valuta, cosa che può fare legandola all'oro. In tal modo farebbe un favore all'umanità aprendo la strada ad una soluzione alla crisi finanziaria ed economica che si sta sviluppando, che con il coronavirus minaccia di essere potenzialmente peggiore di qualsiasi cosa registrata nei tempi moderni.
Il motivo per cui il dollaro è probabilmente prossimo a scivolare lo ritroviamo nell'esposizione che gli stranieri hanno nei suoi confronti, l'equivalente di oltre un anno di PIL: circa $4.000 miliardi di depositi bancari e $19.400 miliardi di titoli statunitensi secondo gli ultimi dati TIC disponibili.
Nel breve periodo l'economia disastrata della Cina, portandosi dietro la Germania e altri, incoraggerà il mito secondo cui il dollaro è un rifugio sicuro. L'indice ponderato per il commercio si è rafforzato nelle ultime settimane a causa dell'indebolimento sia dello yuan che dell'euro, e anche i rendimenti del Tesoro USA sono scesi. È improbabile che una situazione tale sopravviva al deterioramento delle condizioni economiche.
Oltre ai venditori stranieri, non scordiamoci le posizioni speculative da migliaia di miliardi di dollari in swap su valute detenute dagli hedge fund che dovranno essere smobilitate quando il dollaro si indebolirà. Ciò comporterà l'acquisto temporaneo di euro e yen. Al termine di tale effetto a breve termine, queste valute subiranno il contraccolpo di valori dei titoli di stato in calo e valori di borsa in calo, soprattutto se misurati in oro, argento e bitcoin.
Diversi tipi di denaro sano ed onesto segnalano una crisi delle valute fiat
È prevedibile che una crisi a causa della fase di bust del ciclo del credito e del coronavirus andrà a colpire le singole valute fiat sia in sequenza che in generale. Questo articolo ha fornito alcuni suggerimenti su una probabile sequenza: yuan, dollaro, euro e yen. Ma come andranno le cose nell'effettivo è una questione di ipotesi. Dal tumulto che ci attende, i vincitori saranno probabilmente oro, argento e Bitcoin.
In termini reali, l'oro è ancora sottoprezzo rispetto al dollaro, in base alle sue quantità relative. Ciò è illustrato nella Figura 2, che raffigura l'oro aggiustato all'aumento della quantità di denaro fiat.
Questo grafico dovrebbe contraddire qualsiasi idea che il recente aumento del prezzo dell'oro possa essere esagerato. La verità è che il bear market del prezzo dell'oro a seguito del picco del 1980 ha quasi eliminato il metallo giallo dai portafogli d'investimento. Se questo lungo periodo sta per finire, gli investitori tenteranno di trasferire le loro allocazioni da asset inflazionistici a protezioni contro suddetta inflazione. Per questo motivo l'aumento del prezzo dell'oro in dollari potrebbe essere molto marcato, in particolare se si tiene conto di un'ulteriore accelerazione della svalutazione monetaria globale. E questo prima ancora di vedere l'IPC ufficiale spostarsi al di sopra degli obiettivi ufficiali fissati al 2%.
Sia per l'oro che per l'argento possiamo aspettarci che i movimenti iniziali riflettano la loro eventuale sostituzione della valuta fiat. Nel caso dell'argento, val la pena di ricordare che il suo utilizzo come denaro è stato scartato solo nel 1870. Quando il denaro fiat fallisce, è probabile che l'argento riacquisterà un ruolo monetario secondario e ciò avrà un impatto sostanziale sul suo potere d'acquisto. In base all'attuale rapporto oro/argento di 87 volte, uno spostamento verso il vecchio rapporto di circa 15 volte significa che per gli speculatori l'argento rappresenterà una forma privilegiata per tornare al denaro sano ed onesto
Bitcoin
Durante precedenti periodi di crisi monetaria, il fallimento del denaro fiat è stato sempre evidenziato dall'aumento dei prezzi dei metalli preziosi. Dall'ultima crisi finanziaria è sorta una nuova categoria di riserva di valore: Bitcoin.
Attualmente non è ancora ben adatto ad essere mezzo per regolare le transazioni o per fare confronti di valore tra un bene e un altro. I settlement sono limitati rispetto alla scalabilità superiore offerta dalle carte di credito e di debito. Dove Bitcoin va alla grande è come riserva di valore.
Conoscendo il Bitcoin e perché funziona, una nuova generazione di giovani esperti di tecnologia è diventata consapevole del modo in cui i loro governi svalutano le valute per trasferire segretamente ricchezza dagli individui allo stato, alle banche e ai loro clientes. I sostenitori di Bitcoin sono una folla intelligente, ben istruita ed arrabbiata per l'abuso perpetrato ai loro danni dalle valute fiat.
In tutte le popolazioni vi è quindi una comprensione sempre più diffusa della fragilità delle valute statali, e quindi è probabile che un loro abbandono si sviluppi in un periodo di tempo più breve di quanto suggerirebbe l'esperienza dei casi precedenti.
Conclusione
Tutte le circostanze elencate in questo articolo puntano ad un crollo molto più rapido dei valori degli asset finanziari e delle valute fiat rispetto a quanto pensavano i sostenitori di una moneta sana ed onesta. I dubbi sui tempi sono stati risolti in una certa misura dall'improvviso sviluppo del coronavirus, che ha già fatto esplodere l'economia cinese, interrompendo le catene di approvvigionamento globali e la fornitura di beni di consumo.
Nella misura in cui il coronavirus ha dato una mano alla distruzione delle valute fiat e della mitologia keynesiana, possiamo trarre conforto dal fatto che avrà portato avanti l'eventuale reintroduzione dell'oro e di un gold standard. Il percorso non è semplice. Bisognerà passare attraverso la distruzione dei valori degli asset finanziari e le conseguenze economiche per la gente comune saranno disastrose. Possiamo aspettarci disordini civili ed instabilità politica.
I governi occidentali ed i loro consiglieri non hanno familiarità con gli argomenti a favore dell'oro, dopo aver trascorso mezzo secolo a respingerlo. Questo fatto favorisce tutte quelle economie che non l'hanno scartato, tra cui Russia, Cina e molte altre nazioni asiatiche. Alcuni governi, come l'India, potrebbero tentare di confiscare l'oro dei loro cittadini (ecco perché in questo contesto è meglio Bitcoin che un ritorno all'oro tout court, NdT), ma in generale gli errori economici occidentali potrebbero portare ad una superiorità economica dell'Asia.
Per tutti gli altri sarà un viaggio molto difficile.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Un mio contributo per il Mises Italia, un omaggio ad un grande pensatore libertario e un affondo contro la confusione che serpeggia ultimamente: Cosa direbbe Rothbard oggi sul coronavirus?
RispondiElimina